Eroi senza tempo: Indiana Jones & Harrison Ford

In occasione del lancio, il prossimo 15 dicembre 2023, su Disney+ del film “Indiana Jones e il Quadrante del Destino“, l’ultimo capitolo dell’epico e iconico franchise, arriverà in esclusiva sulla piattaforma di streaming il documentario. Eroi senza tempo: Indiana Jones & Harrison Ford, che illustra la creazione del leggendario archeologo.

Official Trailer | Timeless Heroes Indiana Jones & Harrison Ford | Disney+

Il documentario, diretto da Laurent Bouzereau, esplora il fascino duraturo di Harrison Ford e la sua formazione, compreso il suo ingresso nel mondo dello spettacolo e nell’iconica saga di Indiana Jones, insieme all’impatto e all’ispirazione generati dai film. Si tratta di uno sguardo approfondito su un momento incredibile della storia del cinema, quando Steven Spielberg e George Lucas hanno riunito un team creativo straordinario per collaborare a un’altra pietra miliare, con filmati mai visti prima e interviste a Ford, Spielberg, Lucas, Kathleen Kennedy, Frank Marshall, James Mangold e molti altri.

Laurent Bouzereau è un regista pluripremiato e un autore di best-seller. Tra i suoi lavori figurano i documentari di HBO Mama’s Boy, basato sul best seller di Dustin Lance Black, e Natalie Wood: Un ritratto intimo (Natalie Wood: What Remains Behind – Sundance 2020), e l’acclamata serie di Netflix/Amblin Television Five Came Back (con la voce narrante, nella versione originale, di Meryl Streep, vincitrice di un Emmy®), con Steven Spielberg come produttore esecutivo.

Star Wars Episodio V: L’Impero colpisce ancora… in 8 punti

 – LUKE : Senti, sono sicuro che è squisito, ma perché non posso vedere subito Yoda?
– YODA : Pazienza. Per il Jedi anche c’è ora di mangiare. Mangia. Mangia. È caldo! Roba buona è! Roba buona!
– LUKE : Quanto è lontano Yoda? Ci vorrà molto per arrivarci?
– YODA : Non lontano! Yoda non lontano! Pazienza, presto sarai tu con lui. Radici… io cucino. Perché diventare poi Jedi, eh?
– LUKE : Soprattutto per via di mio padre, credo.
– YODA : Aaah, padre. Potente Jedi era lui. Un potente Jedi.
– LUKE : Ah, andiamo! Cosa ne sai di mio padre? Non sai nemmeno chi sono io. Non so neppure che ci faccio qui, sto perdendo tempo!
Il Maestro Jedi Yoda cambia tono della voce e postura.
– YODA : Ah io non posso istruirlo, il ragazzo non ha pazienza.
– BEN: Imparerà la pazienza.
– YODA : Molta rabbia in lui. Come suo padre.
– BEN : Ero diverso io quando tu mi insegnasti?
– YODA : Lui non è pronto.
– LUKE : Yoda? Io… io sono pronto, Ben! Io posso essere un Jedi, Ben digli che sono pronto…
– YODA : Pronto sei tu?! Che sai tu di pronto? Per 800 anni ho istruito io Jedi, e il mio giudizio darò io su chi istruito deve essere. Un Jedi deve avere profondissimo impegno, serissima mente. Questo qui, per lungo tempo ho osservato. Durante tutta la sua vita lui guardato lontano…al futuro! All’orizzonte! Mai la sua mente su dove lui era! Pf, su ciò che faceva! Pf, avventura, pf, emozioni, pf, un Jedi queste cose non ambisce. Tu sei avventato.
– BEN : Lo ero anch’io, se ricordi.
– YODA : È troppo vecchio! Si, troppo vecchio per iniziare l’istruzione.
– LUKE : Ma ho già imparato molto!
– YODA : Finirà lui ciò che comincia?
– LUKE : Non tradirò la tua fiducia. Io non ho paura.
– YODA : Tu l’avrai. Tu … l’avrai.

1) Inutile girarci intorno : questo è il miglior episodio di tutta la Trilogia Originale e di tutta la Saga di Star Wars in generale. Ideato bene, scritto meglio, girato con uno sforzo, una passione e una dedizione paragonabili solo al primo capitolo, L’Impero Colpisce Ancora non è soltanto un degno seguito di Guerre Stellari, ma un bel film nella sua totalità. Dopo l’inaspettato e incredibile successo nel 1977 di Star Wars, Lucas potè finalmente proseguire con quella che era la sua idea fin dall’inizio e continuare con la sua epopea fantastica. Consapevole del fatto che il secondo capitolo della saga avrebbe dovuto superare il primo in termini di qualità in modo da poter assicurare l’uscita del terzo, e dovendo gestire la nascita di una compagnia ( la Lucasfilm Ltd), la realizzazione della sua nuova casa/studio personale ( lo Skywalker Ranch ) e tutta la parte legata alla produzione e al mantenimento dei diritti, decise di affidare la regia a qualcun altro. Dopo alcune considerazioni la scelta cadde su uno dei suoi maestri di regia i tempi dell’università, il regista Irvin Kershner, il quale non aveva mai diretto un film di tale budget e portata, ma secondo George Lucas la persona giusta per curare la struttura del film, il rapporto dei personaggi e l’evoluzione di questi ultimi, mantenendo inalterato il mood che aveva contraddistinto il primo capitolo. Fu così che con un budget stimato tra i diciotto e i venticinque milioni di dollari il 5 Marzo del 1979 iniziano le riprese che svolgendosi su ben sessantaquattro set, tra mille peripezie, ritardi di produzione e ulteriori ampliamenti di budget, terminarono il 24 settembre dello stesso anno. Sulla scia del successo del primo film e con un aspettativa incredibile a livello mondiale, il 21 Maggio 1980 L’Impero Colpisce Ancora esce in 126 sale americane per la prima volta con il numero che contraddistingue la serialità decisa da George Lucas, ovvero Episodio V. Il film all’esordio superò gli incassi di Episodio IV, ma non riuscì ad eguagliarli nella totalità e all’inizio ebbe un accoglienza non troppo positiva da parte della critica, che lo considerò “ troppo diverso nei toni rispetto al primo capitolo “. Nonostante questo fu l’ennesimo record di incassi, vinse ben due premi Oscar e oltre ad essere sempre più apprezzato con il passare degli anni, nel 2010 venne scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America in quanto film culturalmente, storicamente ed esteticamente significativo.

2) Per la rubrica “ Non tutti sanno che “ :
– Luke Fantasma dell’Opera : In origine, era prevista una scena con Luke che indossava una sorta di maschera che gli copriva metà faccia, dopo lo scontro col Wampa, e serviva per aiutarlo nella guarigione. Immagine poi rimossa, ma si trova in rete.
– Altri momenti Hot tra Luke e Leia : In origine Lucas aveva previsto per questo capitolo altre scene di effusioni tra Luke e Leia è una sorta di triangolo amoroso tra Luke – Leia – Han. Ovviamente la contesa della Principessa tra i due era dovuta dal fatto che in origine per Lucas la sorella di Luke fosse un altra e non Leia. Quando decise di modificare la storia e di rendere lei l’altra Skywalker, questo filone e le relative scene, lasciando solo quella ironica che tutti conosciamo*
– Incidente stradale di Mark Hamill : In molti avranno notato che l’attore ha dei lineamenti diversi tra Episodio IV ed Episodio V e questo è dovuto da un incidente stradale che Hamill ha avuto sulla sua auto poco prima della fine delle riprese di Episodio IV e che ha compromesso naso e zigomi. L’attore si è sottoposto a diversi interventi di chirurgia estetica.
– Imperatore scimmia : ne L’Impero Colpisce Ancora per la prima volta in un ologramma comprare il volto dell’Imperatore. Nella versione attuale vediamo la versione che tutti conosciamo interpretata dall’attore Ian McDiarmid, ma nella versione originale del 1980 fu interpretato dall’attrice Marjorie Eaton, doppiata dall’attore Clive Revill ( per risultare dalla voce un uomo ) e con l’aggiunta in post produzione degli occhi di uno scimpanzé per incrementare l’immagine “aliena e inquietante “ del personaggio.
– Accoglienza critica al film : Ad oggi considerato da molti il miglior capitolo di Star Wars di sempre ( sottoscritto incluso ), alla sua uscita il film fu criticato per “ essersi allontanato troppo dallo stile del primo film “ . Ed eravamo solo al secondo capitolo … meditate gente, meditate.
– Irvin Kershner prima non accetta poi si : Quando George Lucas invitò a pranzo il regista ( nonché suo ex insegnante ai tempi dell’Università ) Irvin Kershner per proporgli di girare Il secondo capitolo di Star Wars inizialmente Keshner rifiutò, facendo presente che la responsabilità sarebbe stata troppo alta e che sarebbe stato impossibile equiparare il successo del primo film, che al tempo fu qualcosa di mai visto prima. Fortunatamente quando Kershner informò il suo agente della richiesta di Lucas, questo gli disse “ Sei matto ? Fallo !! “
A distanza di quarantuno anni : grazie agente di Kershner .
– Luke, Obi Wan ha ucciso tuo padre : La segretezza sulla vera trama di Episodio V e sulla natura del legame tra Luke e Darth Vader era fondamentale per George Lucas, tanto che inizialmente il copione originale era tenuto sotto chiave e soltanto tre persone sapevano che Vader era il padre di Luke, ovvero Lucas, l’aiuto alla sceneggiatura Lawrence Kasdan e Irvin Kershner.
Solo alla fine, pochi minuti prima di girare la scena fu detto anche a Mark Hamill ( per enfatizzare l’impatto emotivo ) e successivamente a James Earl Jones che avrebbe doppiato in post produzione la celebre frase “ No, io sono tuo padre “.
Fatta eccezione per queste cinque persone, tutti, Davide Prowse incluso che interpretava Darth Vader, erano all’oscuro di questo colpo di scena, fu creata una pagina fasulla da far recitare facendo credere che il filone narrativo fosse tutt’altro e la frase originale recitata da Prowse in quella iconica scena fu “ No, Obi-Wan ha ucciso tuo padre “.
Solo alla prima del film, e con grande stupore, tutti appresero la vera idea di George Lucas.
3) 1979. CALIFORNIA. NICASIO. CANTIERE SKYWALKER RANCH
– George Lucas guardando il suo cane : “ Indiana, che ti avevo detto ? 3700 ettari per scorrazzare felice alla modica cifra di cento milioni di dollari. Tranquillo pago io. E per il tuo bagnetto cara la mia montagna pelosa pensavo di fare un lago artificiale laggiù, sotto quella collina : lo chiamerò Ewok Lake. Perché mi guardi con quell’espressione perplessa ? Non sai cosa è un Ewok ? Nemmeno io, ma mi suona bene. “
4) “ Tu hai dei numeri . Non molti veramente, però ne hai. “
Quanta intesa c’è tra Han e Leia in questo episodio, quanta intesa. ❤️
5) Ma dell’urletto in falsetto che lancia C3-PO quando è accanto a Leia su Hoth mentre sono sotto attacco, ne vogliamo parlare ?! 😂😂😂
6) Dopo Episodio IV, questo rimane il secondo miglior prologo delle saga :

Tanto tempo fa in una galassia lontana lontana …
Sono tempi duri per la Ribellione. Nonostante la Morte Nera sia stata distrutta, le truppe Imperiali hanno stanato le forze Ribelli dalle loro basi nascoste e le hanno inseguite attraverso la galassia.
Dopo essere sfuggito alla temibile flotta stellare dell’Impero, un gruppo di combattenti per la libertà guidato da Luke Skywalker ha stabilito una nuova base segreta sul lontano mondo di ghiaccio del pianeta Hoth.
Il malvagio lord Dart Fener, ossessionato dall’idea di trovare il giovane Skywalker, ha inviato migliaia di sonde fino ai più lontani confini dello spazio …

7) PRO E CONTRO DI QUESTO EPISODIO:
PRO EPISODIO :
– Personaggio di Yoda
– Personaggio di Boba Fett
– Personaggio di Lando Calrissian
– I tuantuan
– Il wampa
– Gli AT-AT
– Gli Snowspeeder
– La battaglia di Hoth
– Il pianeta di Degobah
– La storia d’amore tra Han e Leia
– Il percorso dell’eroe di Luke
– Il prologo
– La regia di Irvin Kershner
– Le musiche di John Williams
– La straordinaria immaginazione di George Lucas
CONTRO EPISODIO
– Non pervenuti

8 ) Questo non è un film a se stante, questo è il secondo capitolo di Guerre Stellari. Rivedendo questo film, per la ennesima volta, realizzo adesso che Leia ribacia Luke sulla bocca sul finale quando lo cura ( minuto 1:56:19 su Disney + ) … 😳😳😳

Howard e il destino del mondo

Sempre in tema di cinecomics, a metà degli anni ottanta, il papà di “Star Wars”, George Lucas, venne attratto dall’idea di realizzare un adattamento cinematografico del Fumetto “Howard the Duck”, le avventure del papero Howard personaggio della Marvel Comics creato da Steve Gerber, che nel 1984 lasciò la presidenza della Lucasfilm per essere il produttore esecutivo del film. Per la sceneggiatura Lucas, si rivolse a Willard Huyck e Gloria Katz suoi compagni al corso di cinema, con cui aveva già lavorato in passato sulla sceneggiatura del film American Graffiti. Così nel 1986 prodotto dalla Universal Studios e dalla LucasFilm con George Lucas come produttore esecutivo, venne alla luce nelle sale cinematografiche Howard The Duck, conosciuto in Italia col titolo Howard e il destino del Mondo, nel cast figurano Lea Thompson, Jeffrey Jones e un giovanissimo Tim Robbins.

https://www.youtube.com/watch?reload=9&v=SzI-ZbcK_sw

Spazio remoto, un pianeta simile alla Terra, ma con una differenza: la vita che si è evoluta su questo pianeta è composta da paperi che hanno avuto una sorta di umanizzazione evolvendosi come gli esseri umani. In una di queste città molto simili alle metropoli americane, in un tipico appartamento per scapoli, Howard, il protagonista di questa storia, mentre sta guardando la televisione seduto sulla sua poltrona, viene improvvisamente e letteralmente strappato via da casa sua e dal suo pianeta e catapultato sul pianeta Terra, nella periferia di Cleveland. Disorientato e frastornato, Howard cerca di capire dove si trova e in breve capisce di non essere più sul suo mondo e di trovarsi su un pianeta a lui sconosciuto abitato da strane, dal suo punto di vista, creature. Dopo aver girovagato e aver fatto una serie di strani incontri, Howard vede in difficoltà una ragazza infastidita da un gruppetto di teppisti e va in suo aiuto facendoli scappare terrorizzati, così fa la conoscenza di Beverly Swutzler, una giovane cantante rock, che, presa da una sorta di curiosità e tenerezza per il suo salvatore e anche come ringraziamento per l’aiuto, lo ospita a casa sua e appena Howard gli racconta la sua storia, lei cerca di aiutarlo mettendolo in contatto con Phil Blumburtt un suo amico scienziato che lavoro presso un centro di ricerca. Appena Beverly si mette in contatto con Phil, la ragazza e Howard vengono contattati dal capo di Phil, il dottor Walter Jenning, che gli spiega che Howard è stato coinvolto in un esperimento con un nuovo strumento chiamato spettroscopio, che per via di una specie di sovraccarico esso si è trasformato in una sorta di raggio traente che ha attratto Howard trasportandolo dal suo pianeta, fin sulla Terra. Il Dr Jenning rimette in funzione lo spettroscopio per far tornare Howard sul suo pianeta, ma qualcosa va di nuovo storto,infatti durante la prova avviene un’esplosione e il raggio dell’apparecchio trascina a sé una creatura aliena che si fa chiamare Occulto Super Sovrano dell’universo, un essere completamente malvagio con il solo scopo di distruggere e dominare. Ironia del destino, l’energia dell’esplosione fonde l’alieno all’interno del corpo di Jenning, come una sorta di possessione. Howard e Beverly assieme a Phil fuggono dal centro, in quanto avrebbero troppe risposte da dare alle autorità e si portano dietro un confuso Dr Jenning non sapendo della “Fusione” con l’alieno, però pian piano la personalità dello scienziato viene soppiantata da quella dell’alieno, finché alla fine la malvagia creatura non prende completamente possesso del corpo di Jenning, a questo punto Jenning sfugge dalle grinfie di Howard e soci, per ritornare al centro di ricerca per riattivare lo spettroscopio e far venire sulla Terra i suoi compagni e dare inizio a un’invasione in piena regola. Giunto sul posto Jenning riattiva l’apparecchiatura, ma viene raggiunto da Howard, ne segue una lotta furibonda, alla fine Howard grazie al prototipo di un cannone Laser, riesce a sconfiggere l’alieno, però per salvare la Terra è costretto a distruggere lo spettroscopio, mandando in fumo la sua unica possibilità di tornare a casa. Nell’esplosione dello spettroscopio, l’onda d’urto riesce a liberare il Dr Jenning che ritorna alla normalità e promette a Howard che prima o poi riuscirà a ricostruire lo spettroscopio per poterlo far tornare a casa. Nel frattempo Howard è riconosciuto da tutto come un eroe e diviene il nuovo impresario musicale di Beverly e della sua band nel locale dove si esibiscono.

Howard E il Destino del Mondo - Scena Finale del Concerto

Nonostante le premesse del film, Howard the Duck, fu un vero flop sia per la critica che per il pubblico, in quanto differiva dall’idea originale e che perché peccava molto in alcuni punti della trama senza approfondire il personaggio principale e la storia stessa, per alcuni è considerato un cult, io personalmente non trovo totalmente brutto, potevano fare di peggio o di meglio, mantiene una certa ironia e tutto sommato non è completamente male. Vista la comparsata dei filmati bonus dei due film de Galaxy Guardian 1&2 forse è probabile in futuro un eventuale Remake.

https://www.youtube.com/watch?v=u6hDf5cCUJw

La serie animata degli Ewoks


Molto spesso, nell’ambito dell’intrattenimento, si cerca di “battere il ferro finché è caldo”
, infatti, quando vi è un qualcosa che diviene una specie di “fenomeno di costume”, si cerca di proporre il più possibile per evitare che il fenomeno venga  a scemare. Anche Star Wars non esula da questa “consuetudine”, infatti alla metà degli anni ottanta, la Lucasfilm in collaborazione con la canadese Nelvana nella produzione, seguendo il successo del film “il Ritorno dello Jedi” crea lo spin-off animato dedicato alle creature della luna Boscosa di Endor, introdotte nel suddetto film: gli Ewoks. Questa serie animata, venne dedicata completamente alla razza di simpatici e combattivi orsetti che abbiamo conosciuto nel terzo o sesto capitolo (dipende da come catalogate la saga) di Star Wars e anche nei due film-tv a loro dedicati l’Avventura degli Ewoks, di cui abbiamo parlato precedentemente, venne trasmessa sulla rete televisiva statunitense A.B.C. per un totale di 35 episodi e divisa in due stagioni, qui in Italia venne trasmessa in un solo passaggio su Italia1, dopo la seconda metà degli anni ottanta e successivamente in alcune reti locali.

Ewoks Cartoon Theme Song

Trama

Nonostante non venga specificato, sembra che la serie sia ambientata prima degli accadimenti di “Star Wars Episode VI il Ritorno dello Jedi”, e narra le avventure di un gruppo di giovani Ewoks, che si vedono anche nel sopracitato film, durante le vicende di tutti i giorni all’interno del loro villaggio, vivendo anche mille emozionati avventure e incontrando gli altri abitanti della Luna Boscosa e gli Ewoks degli altri villaggi ma anche esploratori venuti dallo spazio. Molto spesso questi incontri non sono proprio amichevoli, però alla fine il coraggio e la generosità dei nostri piccoli eroi la spunterà sempre con il consueto finale Happy End.

The Ewoks Cartoon Intro Theme

Serie carina, divertente, apprezzata non solo dai fan di Star Wars ma anche da una vasta fascia di pubblico, anche se prevalentemente composta da bambini, peccato solo che non sia continuata, sarebbe stato carino vedere fin dove si sarebbero spinti nella trama, magari avremmo visto un “seguito” dopo la Battaglia di Endor e magari avrebbero avuto un posto nel Senato della Nuova Repubblica e uno degli Ewoks sarebbe potuto diventare un nuovo Cavaliere Jedi oppure un Signore Oscuro Sith, chi lo sa.

by Marco Talparius Lupani

 

Full Throttle Remastered

Per Ben non c’era nulla come la sensazione di libertà che provava in sella alla sua moto; asfalto, rombo del motore e orizzonte davanti a se. Questa era la sua vita prima dell’incontro con Maureen… Dopo ben 22 anni eccoci tornare a cavalcare la mitica moto del capo dei Polecats in questa versione Remastered della classica avventura (non proprio) punta e clicca Lucas Arts del 1995. Al termine di una piacevole bevuta con Malcom Corley, ultimo magnate delle industrie motociclistiche, Ben si ritrova svenuto in un cassonetto dell’immondizia, abbandonato dalla sua banda e privato delle chiavi della sua preziosissima moto; questa è brevemente la storia dell’avventura più da “centauri” di sempre.

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DAI GAS: In questo gioco la storica interfaccia SCUMM venne sostituita da una versione più “metal” rappresentata da un teschio, un pugno e uno stivale. Selezionando gli occhi il protagonista osserva quanto indicato dal puntatore, con la bocca si fanno partire i dialoghi, il pugno serve per utilizzare gli oggeti o “manipolare” alcune scene e il calcio è indispensabile per… scalciare ovviamente! Questa tipologia di interfaccia ha però reso le interazioni e gli enigmi in media molto più semplici di quelli proposti nei passati titoli Lucas Arts, adirittura in Full Throttle non capiterà mai di dover “combinare” due oggetti assieme (impensabile ai tempi di Monkey Island o Maniac Mansion). Diversamente dagli altri classici però in questo gioco ci troveremo a dover affrontare alcune sessioni di folli pestaggi su due ruote per proseguire nella trama. Quindi mentre il gameplay semplice e intuitivo può aiutare anche i neofiti delle avventure ad avvicinarsi al gioco, la longevità non risulta certo essere uno dei punti forti dello stesso. Pochi veri enigmi, nessuna manipolazione di oggetti, mancanza di passaggi fuori di testa tipici della Lucas Arts; purtroppo Full Throttle non risulta molto lungo da terminare. Questa versione Remastered esce su Pc e Ps 4 con una grafica pulita e priva dei simpatici pixelloni di una volta, questa operazione di “lifting” svecchia sicuramente il titolo ma ne compromette un pò il feeling per i più nostalgici. In questa edizione sono stati anche aggiunti i commenti dei programmatori, i bozzetti delle location visitate e una specie di juke box con le canzoni presenti nel gioco (queste features vengono sbloccate mano a mano proseguendo nel gioco). La cosa più piacevole di Full Throttle sono le decine di “easter eggs” da assaporare in caso foste appassionati, in generale, delle opere di Lucas (movies and games): citazioni da Star Wars, loghi visibili in tatuaggi, etc. Tante piccole chicche che potrebbero mandare in sollucchero qualsiasi fan!


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FERMATI ALL’AUTOMATICO: In definitiva Full Throttle Remastered ricade nella campagna “amarcord” che ultimamente va di moda per le classiche avventure grafiche di un tempo, ovvero qualche ammodernamento e qualche extra per riproporre i giochi che hanno fatto la storia su pc. Purtroppo rispetto ad altri titoli Lucas Arts soffre di semplicità e breve durata. Ma l’umorismo di Ben vi strapperà sicuramente più di una risata!

VOTO: 7.5

DISPONIBILITA’: PC – PS4

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Star Wars: Episodio VII – Il Risveglio della Forza

Iniziamo a chiarire che è difficile analizzare “Star Wars – Episodio VII: Il Risveglio della Forza” senza entrare nel merito di alcune cose molto importanti. Cominciamo col chiarire bene che per me è impensabile battere ep IV, V, VI. Non ci riuscirebbero nemmeno Lucas, Spielberg e Salcacchiochi messi assieme. Detto questo… “Il Risveglio della Forza” è un gran bel film che ogni appassionato imparerà ad amare, io per primo. L’ho visto tre volte e ogni volta mi è piaciuto sempre di più, anche se non nascondo che sulle prime mi aveva un po’ deluso. La storia è una sorta di remake di Episodio IV, inutile nascondersi dietro un pelo di Wookie. Ma ha davvero ragione il mio amico Filippo quando dice che non poteva essere altrimenti per azzerare il conto (salato) con un pubblico transgenerazionale. Non può che andar bene una trama parla di un gruppo di ribelli che, grazie alle informazioni contenute in un robottino borbottante, fa saltare in aria il pianeta/base di un impero nazistoide guidato da un leader misterioso che opera attraverso un braccio destro mascherato di nero col vocione da basso profondo: sarebbe lievemente ipocrita dire che è debole e non regge. Ripetitivo? Forse. Geniale? Anche.

Su dove scivola il film, a parere mio, sono i personaggi. Han Solo, Chewbacca, C3PO e Leia son quel che sono e che sempre saranno: rispettati appieno e quindi di grande impatto (non affatto scontato). Nessun cambio insensato, nessuna rilettura non richiesta. Hanno cambiato solo il nome ma è un bene (almeno per me). Un plauso particolare a Harrison Ford che sembra aver smesso il gilet “Solo ieri” per ricalzarlo oggi: il suo personaggio è assolutamente fantastico, esattamente come lo era un tempo. Si cade però sul cattivone… una sorta di Vadermanonposso che davvero annaspa, non convince, scivola e non si rialza… Questo, a parere mio, è il punto veramente debole del film… E mi insegnate che se con Star Wars si cade sul cattivo lo scivolone rischia di essere doloroso. E’ un pennellone nero col casco che smargiassa e rantola sentenze facendo il vocione grosso, che alza la mano emettendo ronzii che manco il mio cellullare riesce a rigettare quando mi avvicino al microonde… poi… si leva la maschera e… E sotto chi c’è? Una sorta di sosia di Paolo Jannacci (ma meno simpatico) fresco di permanente e tinta blu corvina che fa le faccine.

No questo davvero non mi è piaciuto… Terrei tutto, non toccherei una virgola, ma non il Vaderino spadacrociato. Qui sì che ci voleva coraggio e rinunciare a copiare il “dogma”, un qualcosa che nella storia del cinema non si potrà riavere mai più. E non basta l’spediente drammatico di fargli ammettere palesemente di non riuscire ad essere bravo come chi l’ha preceduto per scusarsi del fallimento. Ci si riscatta però con BB8 che, diciamola tutta, è davvero simpatico: sì, dai, lo abbiamo capito tutti che è la reincarnazione pallifera di RD2, ma cacchio se è simpatico. I due nuovi protagonisti, Finn e Rey, sono ancora un po’ acerbi ma promettono molto bene. Il copione di Finn è stato scritto mischiando le pagine scartare nel 1977 da quelli di Luke e Solo e quel che è avanzato è stato usato per mettere insieme la parte di Poe, ma Rey si svela un gran bel personaggio da cui possiamo aspettarci davvero tanto. Prova provata, questa offerta da Rey, che il coraggio paga. Paga meno l’idea della “Yodessa” arancione (Maz Kanata). Paga ancor meno Phasma (bho).

Grandiose, mai telefonate, le battute di richiamo ai vecchi film. I duelli con le spade laser sono scadentini, ma i Jedi non ci sono più e i giovanotti han tanto da imparare. Ma finalmente abbiamo capito che la spada si accende con un pulsante. Gli Storm fanno quel che devono fare: si fanno prendere in giro, sparano a caso e saltano in aria sempre allo stesso modo. E questo è un bene! La trilogia prequel (I, II, III), per me, si allontana sempre di più. Lo ammetto: riferimenti a Obi Wan e Yoda mi son mancati un po’. Il casco bruciato di Vader è da pelle d’oca. Voto? 8 1/2. Se però anche Episodio 8 parla di una base imperiale che viene distrutta dai caccia ribelli, mi arrabbio sul serio. Come? Era anche la trama de “Il Ritorno dello Jedi”? O cacchio, è vero. La polenta è buona tre volte: fresca, fritta e poi fredda con lo zucchero. Slurp.

Di Enrico Ercole

Star Wars: Il Risveglio della Forza ha visto l’atteso ritorno delle star degli Star Wars originali, Harrison Ford, Carrie Fisher e Mark Hamill, insieme a Anthony Daniels, l’unico attore ad aver recitato in tutti e sette i film di Star Wars, e Peter Mayhew. Il cast è arricchito dall’esordiente Daisy Ridley, che ha ottenuto il ruolo della protagonista Rey trionfando su una spietata concorrenza; John Boyega (Attack the Block – Invasione Aliena, Imperial Dreams), vincitore del BAFTA Rising Star Award, nel ruolo del riluttante assaltatore Finn; il candidato all’Emmy® Adam Driver (Lincoln, Girls) nei panni del malvagio Kylo Ren, e il vincitore del Golden Globe® Oscar Isaac (A Proposito di Davis, The Bourne Legacy) in quelli di Poe Dameron, pilota della Resistenza.
Star Wars: Il Risveglio della Forza è diretto J.J. Abrams e scritto da Lawrence Kasdan & J.J. Abrams e da Michael Arndt. Kathleen Kennedy, presidentessa della Lucasfilm candidata a otto Oscar®, e J.J. Abrams sono i produttori esecutivi insieme a Bryan Burk, collaboratore abituale del regista.
Dopo essere entrato nella leggenda con le iconiche colonne sonore dei sei capitoli precedenti della saga di Star Wars, l’acclamato compositore John Williams è tornato per comporre le musiche di Star Wars:Il Risveglio della Forza, ottenendo la sua cinquantesima nomination all’Oscar.

Un albo per Star Wars Episodio IV

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Il ritorno di Star Wars è diventato ormai inarrestabile: Disney e Panini Comics hanno infatti pubblicato un albo autoconclusivo basato su “Una nuova speranza”, quarto episodio della saga creata da George Lucas.

Il fumetto è pensato per un pubblico adolescenziale, con l’intento di avvicinare i più giovani alle vicende che si svolgono nella galassia lontana lontana, ma è un ottimo prodotto anche per i fan che seguono la saga da molto più tempo: dal punto di vista grafico l’albo sfoggia lo stile dei cartoon di Star Wars e riassume nella maniera più completa possibile l’intera avventura del quarto capitolo, cosa non da poco considerando la complessità dell’opera.

Alessandro Ferrari ne ha scritto i testi, basandosi sulla sceneggiatura originale, riuscendo a far rientrare i punti più salienti in appena una settantina di pagine, senza tralasciare nulla. Il ritmo è dinamico e adrenalinico, riuscendo a coinvolgere totalmente il lettore nella storia.

Igor Chimisso, Matteo Piana e Alessandro Pastrovicchio si sono occupati invece dei disegni, riuscendo a creare qualcosa di visivamente eccezionale, con un’impostazione delle tavole che ricorda molto vere e proprie riprese di un film, con immagini a tutto campo eltenrate a primi piani, il tutto reso ancora più suggestivo grazie ai colori di Davide Turotti e  del Kawaii Creative Studio.

Concludendo, quest’albo è un prodotto ottimo e di qualità, adatto sia ai fan più sfegatati che ai neofiti.

Inviato da Anselmo

Saber Guild Trento

Nel viaggio di Satyrnet attraverso il fandom italiano dedicato a Star Wars, oggi saliamo fin sulle alpi per raccontarvi questo interessante gruppo di duellanti stellari, ovviamente in spada laser: Saber Guild Trento. Il gruppo nasce nel 2010 come Trento lightsaber Gym Training dall’idea di un piccolo gruppo di persone appassionate dell’universo creato da George Lucas, con l’intento di radunare gli appassionati di Star Wars di Trento e dintorni, per imparare a duellare con le lightsaber (le armi dei cavalieri jedi e dei sith) e creare coreografie di combattimento ispirate a quelle dei film. Partecipazione che è ovviamente totalmente gratuita.

Successivamente dopo qualche anno di rodaggio nel 2012 si decide di affiancare al combattimento non solo la costruzione delle stesse lightsaber utilizzate per l’attività del gruppo, ma anche l’attività di costuming, costumi che in parte realizza il gruppo stesso, (diversamente dal cosplay il costuming richiede costumi uguali a quelli visti nei film in ogni dettaglio, e che nel caso della Saber Guild devono essere approvati dall’ America), la realizzazione di video anche con l’utilizzo di effetti digitali tramite l’uso del green scren, e la partecipazione alle varie fiere del fumetto e del cospley, con l’intento di poter così condividere tale passione anche attraverso la conoscenza di nuove persone e di altre associazioni, come successo a Lucca 2014 che insieme ad altre associazioni di Star wars quali Millennium Fighters, Saber Guild Roma ed altre associazioni e appassionati incontrati durante la fiera, (in totale circa 40 persone) si è dato vita prima ad uno spettacolo di duelli coreografati e non, nel centro di Lucca e poi sempre spontaneamente ha preso vita una sfilata tutti insieme per le vie della città. Inizia così quindi anche la partecipazione a fiere in modo più attivo e la collaborazione con Think Comics che ci ha dato l’opportunità di essere presenti col nostro primo stand alla bellissima fiera di Games District a Verona fiere.

Quest anno poi visto l’enorme successo ottenuto alla fiera dei bambini tenutasi a Trento ad aprile scorso il gruppo sarà presente sempre con stand alle 2 edizioni che si terranno come appuntamento fisso 2 volte l’anno sempre con stand, dove porteremo anche scenografie costruite dal gruppo, oltre ovviamente l’attività di duello e dei mini corsi jedi per i più piccoli. Da settembre 2014 è partita poi una nuova sfida quella ancora in corso che vede il gruppo trasformarsi in Saber Guild Trento. (potete seguirci sulla nostra pagina facebook Saber Guild Trento)

La Saber Guild di cui esiste già un tempio ufficiale a Roma (Saber Guild Roma), è una organizzazione internazionale no-profit, riconosciuta dalla Lucasfilm, costituita da volontari appassionati di Star Wars .Si occupa di costuming e di creare duelli coreografici ispirati all’universo di star wars, ed è impegnata in eventi di beneficenza e spettacoli. Saber Guild che quest anno ha partecipato attivamente per la prima volta alla Star Wars Celebration tenutasi ad Anaheim in America affiancando la 501 e la Rebel Legion le 2 associazioni ufficiali Disney/Lucasfilm.

Per maggiori info:

https://www.facebook.com/pages/Saber-Guild-Trento/102107009945595

Force Friday: inizia l’avventura del nuovo SW

ADAD

Sono arrivati! Il merchandising di The Force Awakens è finalmente alle porte e invaderà alla mezzanotte e un minuto di venerdì 4 Settembre 2015 (Force Friday), tutti i Disney Store del mondo una notte che tutti gli adepti della saga di Star Wars dovrebbero segnarsi nel calendario. Nella lunga notte della Forza verrà finalmente rilasciato nei negozi tutto il materiale (giochi, action figure, merchandising vario, LEGO, libri) legato al nuovo capitolo della saga, Il Risveglio della Forza, che uscirà nei cinema italiani il 16 dicembre 2015. Alla mezzanotte di giovedì 3 settembre, nel cuore della notte, i Disney Store di tutto il mondo apriranno le loro porte per scatenare la febbre da Star Wars e anche i negozi italiani parteciperanno all’iniziativa, come annunciato nel video: https://www.facebook.com/disneystoreIT/videos/vb.1401396876760631/1688097104757272/?type=2&theater

Ancora non è stato definito un programma che vedrà protagonisti i vari Disney Store sparsi nel territorio italiano, ma appena avremo news certe e ufficiali aggiorneremo immediatamente questo articolo. Intato se volete scoprire qual’è il Disney Store più vicino a casa vostra ecco questo link: http://www.disneystore.it/on/demandware.store/Sites-disneyit-Site/it_IT/Stores-Find

E in attesa del Force Friday e, sopratutto, del 16 Dicembre, godiamoci in questa calda estate , questo teaser (Coreano?) “imprevisto”, pubblicato su youtube da CBR Trailer, in cui possiamo notare il First Order imperiale schierato in modalità terzo Reich Nazista.

… Intanto se volete qualche spoiler: https://www.facebook.com/media/set/?set=a.1181181118575354.1073741887.163102730383203&type=3

 

Star Wars – A Musical Journey 2015

Tutte le musiche dei film in un solo grande concerto. Simone Pedroni al debutto da direttore con la Verdi in un imperdibile affresco musicale firmato John Williams e in largo Mahler sfilano i personaggi della saga.giovedì 3 e domenica 6 settembre – Auditorium di Milano, largo Mahler

  • Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
  • Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
  • Maestro del Coro Erina Gambarini
  • Direttore Simone Pedroni

Un evento nell’evento. Simone Pedroni, pianista di fama internazionale e artista in residence a laVerdi, debutta come direttore alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi in un progetto originale che non ha precedenti: un programma incentrato sull’integrale degli arrangiamenti concertistici scritti da John Williams per la saga cinematografica di Star Wars.

Appuntamento giovedì 3 (ore 20.30) e domenica 6 settembre (ore 18.00), all’Auditorium di Milano in largo Mahler; sul palco, anche il Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, diretto da Erina Gambarini. Ma il programma di questo 50° appuntamento con la stagione sinfonica de laVerdi riserverà più di una sorpresa, non solo di sapore musicale. Al doppio concerto prenderanno parte infatti anche i figuranti della Legione 501st Italica Garrison e della Rebel Legion Italian Base, i due gruppi di costuming Star Wars ufficializzati da Lucasfilm: i coraggiosi cavalieri Jedi con le loro spade laser, il temibile Darth Vader, i mitici Stormtroopers, l’eroico Han Solo e tanti altri personaggi saranno presenti all’Auditorium di Milano per far conoscere al pubblico il magnifico universo di Star Wars e rendere omaggio alla musica di Williams che tanto ha concorso a crearne il mito. Nel foyer dell’Auditorium saranno inoltre esposte le statue di Darth Vader, R2D2 e di Yoda, costruite con migliaia di mattoncini Lego.

Non è tutto. Giovedì 3, al M.A.C. di piazza Tito Lucrezio Caro (ore 18.00), una pre-concert talk di introduzione al concerto vedrà Massimo Privitera e Maurizio Caschetto, direttore e vicedirettore della testata web ColonneSonore.net., intervistare Simone Pedroni insieme a Emilio Audissino, autore del primo libro-analisi sulla musica di John Williams (John Williams’s Film Music: Jaws, Star Wars, Raiders of the Lost Ark and the Return of the Classical Hollywood Music Style, University of Wisconsin, 2014, 346 pp).

Caschetto parlerà dell’esalogia di Guerre Stellari tramite esempi audio e video sulla saga lucasiana. (Biglietti euro 35,00/15,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it ).
Cena dopo concerto

Domenica 6, al termine del concerto (ore 20.00 circa), cena al M.A.C. di piazza Tito Lucrezio Caro (€ 12 a persona, cena a buffet con bevanda). Info e prenotazioni: tel. 02.83389334/401/402/403 o alle biglietterie in Auditorium e via Clerici 3; e-mail info@auditoriumdimilano.org

IL PROGRAMMA, BRANO PER BRANO

Main Title

Anakin

The Flag Parade

Master Yoda

The Adventures of Jar Jar

Duel of the Fates

Across the Stars

Anakin’s Betrayal

Darth Vader’s Theme (Imperial March)

Battle of the Heroes

The Desert – The Little People

Princess Leia

The Battle of Yavin

Han Solo and the Princess

The Asteroid Field

Jabba the Hutt

Parade of the Ewoks

Luke & Leia

The Forest Battle

The Throne Room and Finale

LE RAGIONI DI UN PROGRAMMA

Star Wars: A Musical Journey di Simone Pedroni
“Nel 900 il cinema ha assunto lo stesso grado di popolarità che nell’800 aveva il melodramma e noi, compositori di musica per film, abbiamo un’enorme opportunità e responsabilità, sapendo che la nostra musica raggiungerà milioni di persone” Così si esprimeva pìù di 30 anni fa John Williams, ed è questa la frase che ha generato in me il desiderio di proporre un programma incentrato sull’integrale degli arrangiamenti concertistici scritti da Williams per la saga cinematografica di Star Wars. Nessuna orchestra sinfonica ha mai inserito in stagione tutti questi brani in un unico evento, ma solo qualche estratto: sono quindi particolarmente fiero che la Verdi abbia con entusiasmo accettato questa proposta per il mio debutto come direttore d’orchestra. La serietà, la complessità, l’efficacia e la bellezza delle musiche di Williams stanno sempre più interrogando la critica, specialmente quella più avversa alla musica per film tout-court: basti ricordare il caso del cinematografaro Nino Rota, le cui musiche, come quelle di Williams, hanno una assoluta coerenza musicale intrinseca che le rende autonome anche slegate dalle immagini per cui sono state pensate. Williams possiede inoltre il dono, proprio solo dei grandi compositori, di saper raccontare con il suono l’indicibile, ciò che né recitazione né sceneggiatura, né regia né montaggio potranno mai esprimere. Non si può non trascurare che ci sono due generazioni di giovani e anche di non più giovani che hanno conosciuto il suono di un’orchestra sinfonica per l’esclusivo tramite delle musiche scritte da Williams per i più svariati generi di film, da Schindler’s List a E.T., da Indiana Jones a Incontri ravvicinati del terzo tipo, da Nato il 4 di luglio a JFK, da Lo squalo ai recentissimi Lincoln e Storia di una ladra di libri. Lo stesso, all’età di 14 anni, dopo aver intrapreso già da alcuni anni lo studio della musica, ricordo, come fosse oggi, lo stupore provato nell’accorgermi che ciò che rendeva esilaranti le immagini di Return of the Jedi era una orchestra sinfonica che eseguiva una difficilissima partitura di due ore: tale fu la sorpresa che lo vidi tre volte di seguito. Ignaro del successo che la sua musica per Star Wars avrebbe avuto (l’unico album di musica sinfonica che abbia venduto più di 4 milioni di copie), Williams si è anche reso protagonista preminente del ritorno della grande orchestra sinfonica per l’incisione delle colonne sonore per film, ridonando legittimità e onore a un genere per cui si era strenuamente battuto un compositore della generazione precedente, Bernard Herrmann. Avvalendosi Williams della tecnica wagneriana del leitmotiv, che in Star Wars lega un personaggio, una situazione, un momento scenico ad un proprio tema musicale, ho deciso di strutturare il programma come “Opera senza canto”, ispirandomi al titolo del bellissimo libro di Emilio Sala: solo così si potrà capire come il tema musicale del piccolo Anakin si trasformerà nella malvagia Imperial March che accompagna Darth Vader. I venti brani del programma sono quindi disposti in ordine cronologico in una sorta di fantastico Musical Journey che ci farà ritornare bambini, trasportandoci, anche se solo per un istante, in una galassia lontana.
 
Chi è John Williams? John Towner Williams nasce a Flushing, Queens (New York), l’8 febbraio 1932. Il padre è John Francis Williams, percussionista membro del celebre “Raymond Scott Quintette.” John inizia a suonare il pianoforte a sette anni, studiando anche il trombone, il clarinetto, la tuba, il violoncello e il fagotto. Nel 1948 si trasferisce a Los Angeles con la famiglia. Dirige e arrangia per le orchestre studentesche fin dai tempi del liceo. Diventa allievo del pianista e orchestratore hollywoodiano Robert Van Epps e in seguito del compositore Mario Castelnuovo Tedesco. Frequenta anche i corsi di musica della UCLA – University of California at Los Angeles. Dal 1952 al 1954 svolge il servizio militare in aeronautica, arrangiando e dirigendo musica per la banda militare. Si trasferisce poi a New York, dove viene ammesso alla prestigiosa Juillard School of Music studiando pianoforte con la famosissima Rosina Lhévinne ed avendo come compagno di classe Van Cliburn. Contemporaneamente lavora come pianista jazz nei locali della città. Nel 1956 si trasferisce a Los Angeles e viene assunto dalla Columbia Pictures and Records come pianista. Attivo come compositore cinematografico dall’inizio degli anni ’60 – con il nome di “Johnny Williams” – nel 1969 riceve la prima nomination all’Oscar per Boon il saccheggiatore (The Reivers) e nel 1972 vince il primo dei suoi cinque Oscar per la direzione e gli arrangiamenti musicali di Il violinista sul tetto (Fiddler on the Roof). Sugarland Express (1974) segna l’inizio di un lungo e fruttuoso sodalizio artistico con Steven Spielberg, che con Lo squalo (Jaws, 1975) darà enorme visibilità a entrambi – il film fa vincere a Williams il suo secondo Oscar (ma il primo per musiche originali). Nel 1977 inizia il lungo percorso a fianco di George Lucas nella saga di Star Wars e vince il terzo Oscar. Williams continuerà a lavorare alla saga di Star Wars per i successivi 38 anni. Nel 1980 viene nominato direttore della Boston Pops Orchestra (l’orchestra più famosa d’America). Nel 1985 compie la prima tournee americana con i Boston Pops e nel 1987 la prima tournee in Giappone. Alla fine del 1993 lascia la carica e diventa direttore emerito, mantenendo un’attiva collaborazione con l’orchestra. Nel 1984 viene chiamato a scrivere il tema ufficiale delle Olimpiadi di Los Angeles (Olympic Fanfare and Theme), iniziando una lunga collaborazione con il Comitato Internazionale Olimpico: nel 1987 scrive We’re Looking Good per le Paralimpiadi; nel 1988 Olympic Spirit per i giochi di Seul, e nel 1996 il tema ufficiale del centenario delle Olimpiadi moderne (Summon the Heroes). Nel 2002, nel giorno del suo settantesimo compleanno, dirige in mondovisione Call of the Champions, per le Olimpiadi invernali di Salt Lake City. Williams è stato insignito dell’Ordine Olimpico. Nel 2006, è candidato all’Oscar per due film – cosa non inusuale per lui – e sorpassa così le 43 nomination del compositore Alfred Newman, diventando la seconda persona con più candidature nella storia – dopo Walt Disney. Ad oggi, Williams ne ha accumulate 49. Compositore di molta musica concertistica oltre che di musica per film, Williams è tutt’ora attivissimo: questa estate è stato eseguito a Lenox (Massachusetts, U.S.A.) Just Down West Street…On the Left, commissionatogli per il 75° anniversario del Tanglewood Music Center, e sta attualmente completando la registrazione delle musiche del settimo episodio di Star Wars, in uscita il prossimo dicembre.
 
Biografie

Questo concerto segna il debutto come direttore d’orchestra del pianista Simone Pedroni. Novarese di nascita, si è diplomato nel 1990 al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano sotto la guida del Maestro Piero Rattalino. Ha studiato inoltre con Lazar Berman e Franco Scala all’Accademia pianistica “Incontri col Maestro” di Imola, dove nel 1995 ha conseguito il “Master Degree“. Dopo aver ottenuto nel 1992 il Secondo premio al Concorso Arthur Rubinstein di Tel-Aviv e il Primo premio al Concorso Queen Sonja di Oslo, nel 1993, a 24 anni, vince il Primo Premio (Gold Medal) ed il Premio di musica da camera alla nona edizione del Concorso Van Cliburn in Texas. È stato solista con alcune tra le più prestigiose orchestre in Italia e all’estero, tra cui la Royal Philharmonic Orchestra diretta da Sir Yehudi Menuhin, l’Orchestra Nazionale della RAI diretta da Eliahu Inbal, l’Orchestra Filarmonica di Oslo diretta da Pinchas Steinberg, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra da Camera di Praga (con cui ha realizzato una tournée di 29 concerti negli Stati Uniti), I Musici di Montreal diretti da Yuli Turovsky, la Filarmonica di Mosca, l’Orchestra Nazionale del Belgio, la Israel Chamber Orchestra, la Wiener Kammerorchester, la Dallas Symphony Orchestra, l’Orquesta Nacional de España. È pianista “in residence” all’Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi con la quale ha eseguito il Concerto n. 2 di Brahms con Leonard Slatkin, la Fantasia op. 80 di Beethoven e il raro Concerto in Re minore di Martucci con Riccardo Chailly (anche in tournée in Spagna e nell’ambito del Festival de Música de Canarias), i 5 Concerti di Beethoven con Gianandrea Noseda, il Concerto n.1 di Tchaikovsky con Louis Langrée, il Concerto di Schumann con Lu Jia. Nel giugno 2009 ha debuttato con grande successo al Parco della Musica di Roma con l’Orchestra ed il Coro di Santa Cecilia, diretti da Vladimir Ashkenazy. Tra gli ultimi impegni, il debutto in Cina (Recital e Masterclasse a Pechino), il ritorno in Giappone con le Variazioni Goldberg di Bach, la tournée in Spagna con l’Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi diretta da Oleg Caetani, il Concerto n.2 di Rachmaninoff in Norvegia (Trondheim), il Concerto n.1 di Brahms a Milano con Aldo Ceccato, il Concerto in Re di Haydn con Giuseppe Grazioli, l’apertura della stagione de laVerdi al Teatro alla Scala di Milano diretto da Zhang Xian e il Concerto in mi “Piccolo mondo antico” di Nino Rota a Palermo e a Messina col l’Orchestra Sinfonica Siciliana diretta da Oleg Caetani. Tra gli impegni del 2011 la partecipazione all’omaggio a Nino Rota dell’Orchestra Verdi di Milano nel primo centenario della nascita (Concerto “Piccolo mondo antico”, Concerto Soirée e Fantasia su 12 note del Don Giovanni), la prima esecuzione, sempre a Milano, del Concerto per pianoforte e orchestra di Luis Bacalov, scritto per Pedroni e laVerdi, diretto dall’autore, la versione originale del Concerto n.1 di Tchiaikovsky e il Triplo Concerto di Beethoven con Zhang Xian. Tra gli impegni recenti si ricordano tre concerti con l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali con Giancarlo Andretta, il concerto in mondo-visione in memoria di Van Cliburn da Fort Worth in Texas ed una serie di recitals e masterclasses negli U.S.A. Tra i prossimi impegni la partecipazione alla seconda edizione al Festival Da Bach A Williams da lui ideato e diretto ad Alagna Valsesia, un recital con Fausto Ghiazza ed una nuova tournée negli Stati Uniti tra febbraio e marzo. Per Philips-Classics ha inciso, dal vivo, un cd con opere di Mussorgski, Rachmaninoff ed Hindemith, per U.I.O.G.D. “Simone Pedroni Live in Concert”, per La Bottega Discantica (www.discantica.it) le Variazioni Goldberg di Bach ed un recital dedicato a Liszt, e per LOL-Records (www.lolproductions.it), i Quadri di una esposizione di Mussorgsky , opere di Arvo Pärt, la Sonata D. 960 di Schubert con sei Lieder trascritti da Liszt e Solo Recital. Tutte le sue incisioni sono disponibili su ITunes. Per Decca ha inciso il Concerto in mi “Piccolo mondo antico” di Nino Rota con laVerdi diretta da Giuseppe Grazioli.

Erina Gambarini, Maestro del Coro. Figlia d’arte, ha iniziato la sua attività artistica a 13 anni al Teatro alla Scala di Milano, come voce bianca, protagonista nell’opera di Britten Il giro di vite. Dopo alcuni anni di intensa attività solistica, ha proseguito lo studio del pianoforte con il padre, lo studio del canto, come soprano, con Teresa Stich Randall a Vienna, direzione interpretazione corale e musica da camera con Marcel Couraud, tecnica vocale e interpretazione con Schmidt-Gaden. Ha collaborato con la RSI, la RAI, la Fenice di Venezia, Teatro Sociale di Como, Teatro Olimpico e Valle di Roma, Teatro Carignano di Torino, Verdi di Trieste, La Pergola di Firenze, Teatro Grande di Brescia. Ha inciso numerosi CD per Nuova Era, Carrara e Ricordi. Nel 1989 fonda il gruppo corale Canticum Novum, che in pochi anni si distingue per la qualificata e ricca attività artistica e parallelamente dirige vari gruppi strumentali. Nel 1996 inizia la sua collaborazione con il Maestro Romano Gandolfi, che nel 1998 la chiama come sua assistente e maestro del coro in occasione della costituzione del Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, incarico che ricopre tuttora. Ha collaborato con molti direttori d’orchestra, tra i quali Riccardo Chailly, Claudio Abbado, Gianandrea Gavazzeni, Aldo Ceccato, Ettore Gracis, Oleg Caetani, Claus Peter Flor, Christopher Hogwood, Rudolf Barshai, Vladimir Jurowski, Helmuth Rilling, Leonard Slatkin, Nevil Marriner, Roger Norrington, Vladimir Fedoseyev, Robert King. Dal 1997 è membro dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo per i suoi meriti artistici.

Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi

Ufficio Stampa Massimo Colombo

+39 02 83389.329 – C. +39 393 5285464

massimo.colombo@laverdi.org – www.laverdi.org

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