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25 anni di Galaxy Quest: quando la parodia diventa tributo!

Il 25 dicembre del 1999, proprio nel cuore delle festività natalizie, approdava nelle sale cinematografiche statunitensi una delle commedie di fantascienza più amate di sempre: Galaxy Quest. Venticinque anni dopo, il film diretto da Dean Parisot continua a incantare il pubblico con la sua miscela unica di umorismo, avventura spaziale e una riflessione profonda sul fandom e sull’identità. Il film, pur parodiando le serie di fantascienza, ha il pregio di farlo con affetto, mai con sarcasmo gratuito, rendendolo un cult che ha saputo trascendere i suoi riferimenti al mondo di Star Trek.

Galaxy Quest racconta le disavventure di un gruppo di attori che, una volta finita la serie di culto Protector, continuano a vivere all’ombra dei loro iconici personaggi, accettando inviti a convention e fiere con un certo disinteresse, consapevoli che ormai il loro successo televisivo è un ricordo lontano. La loro vita prende una piega inaspettata quando un gruppo di alieni, i Termiani, scambia le loro performance televisive per realtà e li coinvolge in una vera missione spaziale contro il perfido Sarris. I protagonisti, impreparati e completamente fuori posto, dovranno diventare degli eroi veri e propri, facendo un salto evolutivo che li porterà a riscoprire il valore dei loro ruoli e ad affrontare il destino con coraggio.

Il cuore del film sta nella sua capacità di celebrare e al contempo fare una satira intelligente sulle serie di fantascienza e sul fandom. La pellicola non è una semplice parodia: è una riflessione sul legame profondo che si crea tra i fan e le storie di cui si innamorano. Nonostante si prenda gioco dei luoghi comuni del genere e dei suoi interpreti, Galaxy Quest lo fa con rispetto, creando un tributo affettuoso ai suoi protagonisti e ai fan. La cultura pop e il mondo delle serie tv sci-fi vengono omaggiati in ogni scena, con citazioni e riferimenti che, pur mantenendo una sottile ironia, non rinunciano mai a un sentimento di riconoscimento nei confronti dei fan più appassionati.

Il cast è uno degli elementi che rende Galaxy Quest un film indimenticabile. Tim Allen, nel ruolo del capitano Jason Nesmith, è perfetto nel ritrarre l’ex star televisiva, un uomo che ha fatto fatica a lasciarsi alle spalle il successo della sua serie. Sigourney Weaver, nei panni della bionda Gwen DeMarco, è una presenza di charme che mescola il suo lato eroico, ormai legato alla saga di Alien, con una vena di autoironia. Ma il vero capolavoro del film è Alan Rickman, il cui personaggio, Alexander Dane, è un attore che odia il suo ruolo di “Mr. Spock”, intrappolato nel cliché del tipo burbero e sempre serio. La performance di Rickman è un mix perfetto di sarcasmo e una sorprendente profondità emotiva, che rende il suo personaggio uno dei più amati della pellicola.

A supporto di questo gruppo di attori c’è un cast di supporto che aggiunge ulteriore spessore alla trama: Sam Rockwell, nel ruolo del goffo Guy Fleegman, Tony Shalhoub, che dà vita al tecnico Fred Kwan, e il resto della troupe, tra cui un giovanissimo Justin Long e Rainn Wilson, che completano il quadro di un gruppo che, da attori dilettanti, si ritroverà a vivere un’avventura spaziale più grande di loro.

La sceneggiatura, scritta da David Howard e Robert Gordon, riesce a mantenere l’equilibrio perfetto tra commedia e avventura, donando ai personaggi una crescita che li porta da figure comiche e un po’ inadeguate a veri eroi. La direzione di Parisot sa quando osare e quando rallentare, facendo sì che il film non diventi mai troppo serio, ma allo stesso tempo riesca a mantenere una certa tensione e spettacolarità. La trama si sviluppa in modo lineare, ma non manca di sorprese, con momenti di azione che sono bilanciati da sequenze più riflessive in cui i protagonisti si confrontano con la loro identità e con il valore del lavoro che hanno svolto.

Ma Galaxy Quest non è solo una parodia né una semplice commedia spaziale. È anche una riflessione sul potere della finzione, sul ruolo che le storie e i personaggi hanno nella vita di chi le segue, e su come la consapevolezza di sé e l’accettazione del proprio ruolo possano portare a una vera trasformazione. La battaglia contro Sarris è il cuore della pellicola, ma la vera lotta è quella che ciascun membro dell’equipaggio affronta dentro di sé, superando le proprie insicurezze e riscoprendo il valore di essere “eroi”, anche quando la telecamera non è accesa.

Con 25 anni di distanza dalla sua uscita, Galaxy Quest rimane una commedia che non invecchia mai, un film che, pur appartenendo al genere della fantascienza, parla a tutti coloro che hanno mai sognato di essere parte di qualcosa di più grande, di lanciarsi nell’ignoto e di diventare protagonisti di una storia incredibile. Il film è un’ode al potere del fandom, alla magia delle storie che creano legami indissolubili, e al coraggio di diventare eroi, non solo sullo schermo, ma anche nella vita reale.

In conclusione, Galaxy Quest è un classico senza tempo, che riesce a far ridere, emozionare e far riflettere con una leggerezza che nasconde una profondità inaspettata. A distanza di un quarto di secolo, continua a essere un film che saprà sempre divertire, ispirare e, soprattutto, ricordarci che, talvolta, la finzione può rivelarsi più vera di quanto pensiamo.

“Anatomy of a Cosplayer”: un viaggio dietro le quinte del cosplay con James Hannon

Cosplay. Solo pronunciare questa parola può scatenare una valanga di immagini e reazioni: supereroi in fiera, parate spettacolari, anteprime di film e persino eventi di beneficenza. È un mondo fatto di maschere, costumi e personaggi di ogni genere, dai fumetti ai videogiochi, fino ai meme più improbabili. Ma dietro queste armature scintillanti e costumi elaborati ci sono persone comuni: medici, poliziotti, avvocati, informatici… in poche parole, gente come noi. E chi meglio di James Hannon, cosplayer di lunga data, poteva raccontare questo universo? Con il suo libro “Anatomy of a Cosplayer: Tales From Behind the Mask”, ci porta dentro le vite e le storie di chi ha trasformato una passione in una forma d’arte.

Cos’è il cosplay (e perché ci affascina così tanto)

Il libro non si limita a spiegare che cos’è il cosplay (se ancora non lo sapete, si tratta di creare e indossare costumi che rappresentano personaggi della cultura pop). Hannon va oltre, esplorando perché le persone si immergono in questo mondo. Racconta di come è nato tutto, con i primi fan di Star Trek e Star Wars, e ci accompagna fino al cosplay moderno, una comunità globale dove chiunque può essere un eroe (o un villain, perché no?).

La parte più bella del libro? Le storie. Hannon ha raccolto le esperienze di oltre 70 cosplayer, persone che condividono le loro gioie, sfide e, sì, anche i momenti imbarazzanti. Scoprirete come costruiscono i costumi, come affrontano le difficoltà di questo hobby – e persino come sopravvivono al caos di una convention.

Ma non aspettatevi solo un manuale tecnico. Anatomy of a Cosplayer è anche una celebrazione dell’umanità dietro i costumi: persone che, grazie al cosplay, hanno trovato un modo per esprimersi, divertirsi e connettersi con gli altri.

L’autore: un nerd in prima linea

James Hannon non è uno che guarda il cosplay da lontano. È uno di quelli che ci mette la faccia (e il costume). Da Stormtrooper a Cylon, passando per supercattivi e wrestler, Hannon ha visto il cosplay crescere da una nicchia di appassionati a un fenomeno globale. E il bello è che non ha mai perso il senso dell’umorismo.

Cresciuto nel Bronx negli anni ’70, probabilmente non immaginava che un giorno avrebbe passato anni della sua vita a indossare spandex e armature di plastica. Eppure, eccolo qui: un cosplayer con un amore smisurato per la cultura nerd e una capacità unica di raccontarne i retroscena.

Perché leggere questo libro?

Se siete curiosi di sapere perché il cosplay è più di “giocare a travestirsi”, questo libro fa per voi. È divertente, emozionante e pieno di informazioni. Imparerete a conoscere i cosplayer, le loro avventure e i loro sacrifici. Scoprirete le grandi organizzazioni che uniscono i fan di tutto il mondo e capirete come il cosplay sia diventato una parte fondamentale della cultura nerd. E la cosa migliore? È scritto da qualcuno che ci è dentro fino al collo. Hannon sa di cosa parla, e il suo entusiasmo è contagioso. Insomma, che siate veterani del cosplay o semplicemente curiosi, “Anatomy of a Cosplayer” è una lettura che vale il vostro tempo. Preparatavi a ridere, emozionarvi e, magari, a trovare l’ispirazione per il vostro prossimo costume!

Cosplayers: Gender and Identity. Identità, Genere e Narrazione nel Mondo del Cosplay

Cosplay: un termine che richiama subito alla mente costumi elaborati, personaggi iconici e convention piene di energia. Ma dietro questa pratica creativa si cela molto di più. Nel suo saggio Cosplayers: Gender and Identity, la studiosa A. Luxx Mishou ci guida attraverso le complesse dinamiche di genere, identità e narrazione personale che caratterizzano il mondo del cosplay.

Mishou parte da un’idea rivoluzionaria: il cosplay non è solo un modo per impersonare un personaggio, ma un vero e proprio atto di esplorazione dell’identità. Spesso si tende a dare per scontata una connessione diretta tra i costumi che indossiamo e chi siamo, ma l’autrice sfida questa visione semplicistica. Attraverso le voci dei cosplayer stessi, il libro indaga le esperienze vissute da chi sceglie di incarnare un personaggio, dimostrando come questa pratica possa superare i confini del genere, della sessualità e della nostalgia.

L’analisi di Mishou tocca temi cruciali come la sessualizzazione negli spazi pubblici, la fluidità di genere e il ruolo della nostalgia nel fandom. Uno dei punti più interessanti è il rischio che le osservazioni esterne – prive delle storie personali dei cosplayer – finiscano per rafforzare aspettative rigide sull’identità, riducendo una pratica così ricca a semplici cliché. Per evitarlo, Mishou adotta un approccio multidisciplinare che combina sociologia, studi culturali e narrazioni individuali, restituendo un quadro complesso e sfaccettato.

Questo saggio è molto più di un testo accademico: è una lettura accessibile e stimolante, perfetta per chiunque sia interessato a temi come il genere, il fandom e la cultura pop. A. Luxx Mishou non è nuova a questi argomenti. Con un dottorato in letteratura vittoriana e studi di genere, è una studiosa appassionata di moda, fumetti e cultura gotica. I suoi contributi spaziano dal celebre Fan Phenomena: Rocky Horror Picture Show a saggi sul ruolo della moda e dell’identità nei fandom, fino a presentazioni accademiche su cosplay, fumetti e narrativa queer.

Con Cosplayers: Gender and Identity, Mishou dimostra ancora una volta la sua capacità di collegare mondi apparentemente distanti: la critica culturale e l’esperienza dei fan. Un’opera che non solo celebra il cosplay come forma d’arte, ma lo riconosce come un potente mezzo di espressione personale e collettiva.

Se siete appassionati di cosplay o semplicemente curiosi di scoprire cosa si nasconde dietro le maschere e i costumi, questo libro è una tappa obbligata. Un invito a esplorare il fandom non solo come spettacolo, ma come un viaggio nell’identità.

George Weasley è Willy Wonka? La sorprendente teoria che unisce due mondi magici

Immagina un mondo dove i confini tra magia e fantasia si dissolvono, dove la tragicità di una perdita si trasforma in un’avventura all’insegna della creatività. Questo è ciò che propone una teoria dei fan che sta facendo impazzire il web: George Weasley, il gemello sopravvissuto della saga di Harry Potter, potrebbe essere nientemeno che il futuro Willy Wonka, il geniale cioccolatiere di La fabbrica di cioccolato.

Ma come possono due universi tanto diversi intrecciarsi in modo così affascinante? Tutto parte da un’ipotesi che unisce il lutto, la rinascita e una spiccata passione per l’eccentricità.

Da mago a cioccolatiere: l’evoluzione di George Weasley

Dopo la devastante battaglia di Hogwarts, la vita di George cambia per sempre. La perdita del fratello gemello, Fred, lo lascia spezzato, ma anche determinato a costruire qualcosa di nuovo. Incapace di restare legato ai ricordi dolorosi del mondo magico, George decide di intraprendere un viaggio. È qui che, secondo la teoria, inizia la sua trasformazione. La sua naturale inclinazione per gli scherzi e le invenzioni trova una nuova espressione nella creazione di dolci straordinari, un modo per onorare l’allegria che Fred rappresentava.

Indizi e connessioni sorprendenti

Chi sostiene questa teoria punta il dito verso alcune somiglianze innegabili tra George e Wonka. Entrambi condividono un’incontenibile passione per il bizzarro e il creativo. Le invenzioni di George, viste nella Tana e nel negozio Tiri Vispi Weasley, non sono forse un preludio alle incredibili meraviglie della fabbrica di cioccolato?

Poi c’è il tema del lutto. La fabbrica di Willy Wonka, con il suo caos organizzato e le sue invenzioni a tratti incompiute, sembra quasi rappresentare il rifugio di un uomo che cerca di colmare un vuoto interiore. Proprio come George potrebbe aver trovato nella dolcezza una via per sopravvivere al dolore.

Infine, c’è l’eccentricità: il cappello a cilindro, i modi stravaganti, il senso dell’umorismo pungente. Tutti dettagli che sembrano calzare a pennello sia per il giovane mago che per il leggendario cioccolatiere.

Magia e zucchero: quando le storie si incontrano

Certo, questa teoria è ben lontana dall’essere canonica, ma la bellezza di speculazioni come questa risiede nella loro capacità di unire mondi apparentemente lontani, alimentando la creatività e il desiderio di sognare dei fan.

Quindi, cosa ne pensi? È solo una suggestiva coincidenza, o c’è una scintilla di verità in questa idea? In ogni caso, una cosa è certa: che tu stia leggendo un libro di Harry Potter o guardando Willy Wonka distribuire biglietti d’oro, il confine tra magia e fantasia è più sottile di quanto pensiamo.

Jujutsu Kaisen: l’epilogo si avvicina!

Una notizia che farà tremare i fan: Jujutsu Kaisen sta per concludersi! Dopo anni di avventure mozzafiato e battaglie all’ultimo sangue, il manga di Gege Akutami raggiungerà il suo epilogo il 30 settembre 2024.

La fine di un’era

L’annuncio ufficiale è arrivato direttamente da Shonen Jump, lasciando i fan di tutto il mondo con un misto di emozione e tristezza. La notizia segue di poco quella della conclusione di My Hero Academia, un altro pilastro del panorama manga.

Paure e aspettative

Con così pochi capitoli rimasti, molti fan si chiedono se Akutami riuscirà a dare una conclusione soddisfacente a tutte le trame e ai personaggi. Le aspettative sono altissime, e c’è la paura che alcune storyline rimangano incompiute.

Un successo senza precedenti

Lanciato nel 2018, Jujutsu Kaisen è diventato in pochissimo tempo uno dei manga più amati e venduti al mondo. L’anime, prodotto da Studio Mappa, ha ulteriormente aumentato la popolarità della serie, conquistando numerosi premi e un seguito di fan fedelissimi.

Il futuro di Jujutsu Kaisen

Nonostante la conclusione del manga, l’universo di Jujutsu Kaisen continuerà a vivere. La terza stagione dell’anime è già stata annunciata e promette di essere ancora più epica delle precedenti. Inoltre, non è escluso che in futuro possano arrivare nuovi adattamenti, come film o spin-off.

Cosa ne pensi di questa notizia? Sei pronto a dire addio a Itadori e agli altri personaggi? Lascia un commento e condividi le tue emozioni!

Khaleesi: Un nome da regina, una battaglia burocratica!

In un reame dove le passioni ardono come draghi, i fan di “Il Trono di Spade” hanno spesso cercato di portare un pezzo di Westeros nella loro vita. Tatuaggi ispirati a spade valiriane, gioielli a forma di ferrotrono, e persino nomi di personaggi sono diventati simboli di devozione per gli appassionati della saga.

Lucy, una madre devota, sognò di regalare alla sua piccola un nome che evocasse forza e regalità, proprio come Daenerys Targaryen, la Madre dei Draghi. E così, la sua bambina fu chiamata Khaleesi, un nome che risuonava come un incantesimo.

Ma la gioia di questa scelta si trasformò ben presto in una battaglia burocratica.

Quando Lucy tentò di far rilasciare il passaporto a sua figlia, si scontrò con un ostacolo inaspettato: la Warner Bros., detentrice del marchio registrato “Il Trono di Spade”, avrebbe dovuto autorizzare l’uso del nome Khaleesi.

“Era come se mi avessero strappato il cuore”, confida Lucy alla BBC. “Khaleesi non era solo un nome, era un legame con un mondo che amavo profondamente.”

Fortunatamente, un avvocato intervenne a chiarire la situazione, spiegando che il marchio registrato non si estendeva ai nomi propri. Lucy, sollevata ma ancora sconcertata, si domandò come fosse possibile che un simile equivoco potesse sorgere, soprattutto considerando che il nome era già stato registrato all’anagrafe.

Dopo una lunga e faticosa battaglia, la giustizia trionfò e Lucy ottenne finalmente il passaporto per sua figlia. L’Ufficio passaporti, riconoscendo l’errore, inviò una lettera di scuse alla famiglia.

Buon compleanno Star Trek Italian Club

1 Giugno 1986, il giorno del “Primo Contatto” tra l’Italia e la saga di Star Trek. In questa storica data nasce infatti lo Star Trek Italian Club “Alberto Lisiero” (meglio conosciuto come Stic), raccogliendo una stretta cerchia di amici uniti da una comune passione: l’universo creato dal genio di Gene Roddenberry in tutte le sue forme e i suoi aspetti.

In un primo tempo, il gruppo limita la propria attività ad una serie di incontri: ai fan manca un punto di riferimento vero e proprio, in quanto i mass media danno ben poco spazio a Star Trek. Il piccolo gruppo d’appassionati inizia ben presto la pubblicazione di Inside Star Trek (IST), un bollettino contenente tutte quelle notizie reperibili all’estero in merito all’equipaggio della mitica nave stellare Enterprise. Nel 1986, nell’ambito dell’annuale Convention Italiana di Fantascienza, a Montepulciano, questi amici organizzano la prima Star Trek Convention mai tenutasi in Italia, ottenendo un notevole successo. Incoraggiati dal risultato ottenuto fondano, nel giugno 1986, lo Stic.

Il club cresce rapidamente, e il ”Ponte di Comando” (il direttivo formato dai soci fondatori) decide di impegnarsi in altre attività, oltre alla semplice diffusione di notizie. Nascono collane di fanzine e di pubblicazioni amatoriali, si moltiplicano i momenti di aggregazione. Nel frattempo, il bollettino Inside Star Trek si evolve, diventando una rivista semiprofessionale.

Ma la fama di Star Trek non si deve solo al fatto di essere un buona serie di fantascienza, bensì anche, e soprattutto, alla sua filosofia, che rende ottimisti nel guardare al futuro e che fa amare ogni tipo di diversità. Questo modo di vedere le cose porta inevitabilmente i trekker ad offrire solidarietà a coloro che sono che sono meno fortunati e hanno bisogno di aiuto: così nel 1991 lo Stic inizia a far uscire pubblicazioni (sempre a livello amatoriale) il cui ricavato viene devoluto in beneficenza.

Il 25 aprile 2001 lo Star Trek Italian Club riceve dalla Paramount il riconoscimento delle proprie attività e diviene il club ufficiale italiano di Star Trek. Questo porta all’unione delle forze con Ultimo Avamposto e il bollettino dello STIC viene integrato con la rivista ufficiale Star Trek Magazine, dando vita ad Inside Star Trek Magazine.

Lo Star Trek Italian Club ha sempre rappresentato, per i fondatori Alberto Lisiero e Gabriella Cordone, un’impresa da visionari. All’inizio di questa avventura non c’erano ovviamente ne internet ne tanto meno i social e il coordinamento tra i diversi appassionati sparsi per il territorio era difficile e non lineare. La bravura della coppia stellare e stata prendere per mano tutti i trekker italiani e condividere una passione comune. L’ammiraglio Alberto Lisiero è venuto a mancare, purtroppo nel gennaio 2013, ma la sua visione è stata portata avanti con coraggio e determinazione da sua moglie Gabriella e da tutte le splendide persone che ieri e oggi fanno parte dello Stic che, dal quel triste momento, ha preso il nome del suo amato fondatore.

Nato inizialmente come SticCon, e poi abbracciando numerose altre “saghe fantascientifiche”, lo Starcon è l’iniziativa annuale più importante dello Star Trek Italian Club. Si tratta di un’iniziativa che riunisce le convention ufficiali dei club e dei gruppi di fantascienza più numerosi e attivi nel nostro paese: appassionati da tutta Italia si riuniscono per divertirsi insieme e incontrare i loro beniamini. Oltre ad ospiti internazionali (attori delle serie più importanti) nel programma di questa convention sono incluse conferenze scientifiche e letterarie, cosplay, giochi, banchi vendita gadgets.

Negli ultimi anni Star Trek, anche grazie ai film della “timeline Kelvin” inaugurata da J.J. Abrams, è tornato ad essere un fenomeno anche in Italia, seppure sempre su scala minore rispetto ai paesi anglosassoni, e lo Stic  ha ricevuto un’attenzione sempre crescente da parte dei media e, di conseguenza, si sono moltiplicate anche le apparizioni televisive di rappresentanti del club, invitati a parlare di Star Trek in numerose trasmissioni di grande ascolto.

Per infowww.stic.it

Empira presenta il progetto “Star Wars Nomads”

Nel vasto universo di Star Wars, l’epopea galattica non si limita ai Jedi, ai Sith e ai Mandaloriani. Alcuni tra i più affascinanti dettagli si trovano proprio nei recessi più nascosti di questo mondo, tra i personaggi che popolano gli angoli remoti e trascurati della galassia. Questo è il mondo che ha catturato l’immaginazione di EmpiRa, uno dei gruppi più importanti di appassionati italiani di Star Wars.

EmpiRa, da sempre innamorato della trama e dell’estetica che caratterizzano l’universo creato da George Lucas, ha intrapreso un progetto unico: Nomads. Questo ambizioso progetto si distacca dalle figure iconiche e si concentra su coloro che, pur non essendo protagonisti, aggiungono una dimensione di verosimiglianza e profondità all’ambientazione di Star Wars. I Nomads sono figure che si muovono tra le ombre della galassia: meccanici, ex soldati, locandieri, lavoratori, cacciatori di taglie e semplici abitanti di avamposti remoti, tutti segnati dalla guerra e dal decadimento di un mondo in rovina.

Il progetto Nomads è caratterizzato dalla creazione di costumi “fai da te” che evocano l’aspetto autentico dell’universo Star Wars. Lontano dalle luci dei Jedi e dai luccicanti armature dei Mandaloriani, i costumi dei Nomads si ispirano a un’estetica più grezza e realistica, fatta di parti di ricambio, vecchie radio e componenti vintage. Questi costumi sono progettati per apparire usurati e polverosi, come se fossero stati indossati per anni in una periferia dimenticata della galassia. L’obiettivo è quello di creare una rappresentazione credibile e coinvolgente di una vita vissuta ai margini, riflettendo l’atmosfera di desolazione e realtà che permea l’universo di Star Wars.

Una delle caratteristiche distintive del progetto è la volontà di permettere a chiunque di realizzare il proprio costume, senza dover investire somme considerevoli. Con un semplice poncho, un paio di occhiali e dettagli come cinture rovinate e stivali da moto usurati, chiunque può immergersi nel mondo dei Nomads. Questa filosofia è in perfetta sintonia con il manifesto del progetto, che stabilisce come regola principale che i costumi devono essere rovinati e sporchi, mantenendo lo stile caratteristico di Star Wars. La libertà creativa è totale, e i dettagli sono lasciati alla fantasia di ognuno.

Per dare un’identità visiva al progetto, EmpiRa ha introdotto il logo dei Nomads, raffigurante un teschio di nutria. Questo simbolo, scelto con cura, non è solo un omaggio alla fauna locale, ma anche una rappresentazione simbolica della vita ai margini e della sopravvivenza in condizioni difficili. Il termine “Noot”, creato da Gabriele Galli, si riferisce a una razza umanoide con caratteristiche simili a quelle delle nutrie, una scelta che riflette sia l’ispirazione del gruppo che il loro desiderio di restare radicati alla propria terra.

Uno dei momenti salienti del progetto è la realizzazione di “The Noot’s Den”, un ambiente interattivo e itinerante che ha fatto il suo debutto a Milano Gamesweek & Cartoomics 2023. Questo spazio non è solo uno stand, ma un vero e proprio ambiente che permette ai fan di vivere un’esperienza immersiva. Il “The Noot’s Den” rappresenta la punta di diamante del progetto Nomads e si prepara a fare la sua apparizione nelle principali fiere del fumetto e della pop culture italiane.

EmpiRa, con il suo progetto Nomads, dimostra come la passione per un universo cinematografico possa spingere a esplorare e reinventare dettagli che spesso passano inosservati. Attraverso il loro lavoro, questi appassionati non solo onorano il mondo di Star Wars, ma creano anche uno spazio dove ogni fan può sentirsi parte di una galassia lontana lontana, contribuendo a costruire e arricchire un mito che continua a affascinare e ispirare generazioni.

Per ulteriori dettagli sul progetto e per immergerti nel mondo dei Nomads, visita starwarsnomads.com.

Star Wars What If…? Il sogno impossibile: un crossover tra Star Wars e Marvel

Molti fan di Star Wars e Marvel hanno sognato a lungo di vedere un crossover tra i due universi cinematografici, un incontro epico che avrebbe unito le leggende dei supereroi Marvel con le mitiche storie di Star Wars. L’idea ha iniziato a farsi strada nella mente degli appassionati soprattutto con l’introduzione del concetto di multiverso nel Marvel Cinematic Universe, un dispositivo narrativo che, in teoria, avrebbe potuto permettere l’incontro tra queste due galassie lontane. La serie animata What If…?, ad esempio, ha mostrato che il multiverso può generare realtà alternative, dando vita a situazioni in cui personaggi familiari si trovano in contesti inaspettati. Tuttavia, i sogni dei fan sono stati spezzati dal presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, che ha categoricamente escluso la possibilità di un crossover tra Star Wars e Marvel.

Il concetto di multiverso e la sua connessione con Star Wars

Il multiverso, un concetto che consente di esplorare infinite realtà parallele, è stato uno degli strumenti narrativi chiave nei Marvel Studios, particolarmente nelle serie come What If…? e nei film più recenti. La serie ha dato vita a scenari affascinanti, come quello in cui Peggy Carter assume il ruolo di Captain America, o in cui T’Challa diventa Star-Lord invece di Peter Quill. In un episodio della serie, inoltre, è stato fatto un interessante riferimento a Star Wars, con una scena che sembrava ambientata sul pianeta Mustafar, luogo emblematico della saga di George Lucas, dove Anakin Skywalker affronta Obi-Wan Kenobi e compie la sua trasformazione in Darth Vader. Questo accenno ha fatto sorgere nei fan la speranza di un possibile crossover tra i due universi, alimentando le speculazioni su un incontro tra i personaggi di Marvel e Star Wars. Tuttavia, queste voci sono state rapidamente smentite da Feige, che ha chiarito che non ci sarà mai un incontro tra i due mondi, almeno non nei film o nelle serie ufficiali.

La posizione di Kevin Feige e le ragioni dietro il rifiuto

In un’intervista con Yahoo! Entertainment, Kevin Feige ha spiegato che non c’è alcuna ragione valida per giustificare un crossover tra Star Wars e Marvel. Secondo lui, i due universi hanno identità distinte e non dovrebbero essere mescolati, un punto che ha sollevato molte discussioni tra i fan. Feige ha inoltre dichiarato di non aver mai consultato Lucasfilm, la casa di produzione di Star Wars, riguardo a questa possibilità. Sebbene molti appassionati abbiano accolto questa decisione con favore, ritenendo giusto che ogni universo abbia la propria coerenza, altri fan non hanno condiviso questa posizione, sognando da tempo un incontro tra le leggende di Luke Skywalker, Darth Vader, Iron Man e Thor.

Un altro aspetto che ha giocato un ruolo fondamentale nella scelta di Feige riguarda il rispetto per i fan di Star Wars. Questi ultimi, infatti, vedono la saga come un’entità sacra, con una propria mitologia e un proprio universo narrativo che non deve essere “contaminato” da elementi esterni, come viaggi nel tempo o realtà parallele. Per loro, Star Wars è una saga unica che non ha bisogno di essere mescolata con altri mondi. La serie Legends, per esempio, racconta storie alternative non ufficiali che soddisfano la curiosità dei fan senza alterare la continuità ufficiale.

Le proposte alternative: un sogno che non si realizza

Nonostante la posizione di Feige, non tutti all’interno del Marvel Studios sono stati d’accordo con questa decisione. Alcuni membri del team di What If…? avevano infatti proposto un episodio crossover che avrebbe visto personaggi di Star Wars e Marvel interagire. Matthew Chauncey, uno degli sceneggiatori della serie, aveva immaginato una trama in cui Luke Skywalker si univa agli Avengers, mentre Darth Vader affrontava Thanos in una battaglia epica. Bryan Andrews, regista della serie, aveva descritto questa idea come una “lettera d’amore alla vecchia scuola di Star Wars“, convinto che il crossover avrebbe funzionato. Purtroppo, Feige ha respinto l’idea, ritenendola inadatta e non autorizzando la realizzazione dell’episodio.

I pro e i contro di un crossover Marvel-Star Wars

Sebbene il sogno di un crossover sembri ormai irrealizzabile, è interessante esplorare i pro e i contro di un progetto del genere, se mai dovesse vedere la luce. In primo luogo, la coerenza narrativa sarebbe una delle sfide più difficili. I mondi di Star Wars e Marvel sono profondamente diversi, sia dal punto di vista temporale che da quello stilistico. Marvel è ambientata in un presente o futuro prossimo sulla Terra, con tecnologie avanzate e un’interpretazione scientifica dei superpoteri, mentre Star Wars è un universo lontano e mitologico, dove la Forza e la magia dominano le storie. Le due saghe hanno anche approcci narrativi distinti: Marvel segue una continuità lineare, mentre Star Wars ha una cronologia più frammentata. Trovare un modo credibile per far interagire questi mondi sarebbe una sfida enorme.

In secondo luogo, la compatibilità dei personaggi sarebbe un altro ostacolo. I personaggi di Marvel sono spesso caratterizzati da un umorismo e una leggerezza che li distingue dalle figure drammatiche e solennemente mitologiche di Star Wars. La sfida sarebbe far convivere questi toni senza creare dissonanze tra i protagonisti. Alcuni fan, tuttavia, si sono divertiti a immaginare come i personaggi di entrambi gli universi potrebbero interagire, magari trovando soluzioni creative come il contrasto di personalità o il gioco tra le differenze tra i protagonisti.

Infine, c’è il rispetto per i fan. Entrambi i franchise vantano fan di lunga data, con aspettative molto alte e distinte. Un crossover potrebbe deludere alcune di queste aspettative se non fosse realizzato con la giusta attenzione e rispetto per le peculiarità di ciascun universo. Tuttavia, un crossover ben pensato potrebbe anche risultare divertente e accattivante, a patto che fosse trattato con la giusta dose di ironia e omaggi ai fan di entrambe le saghe.

Un crossover che rimane solo un sogno

Alla fine, il sogno di vedere un incontro tra i mondi di Star Wars e Marvel sembra destinato a rimanere tale. Nonostante le speculazioni e le speranze di molti fan, i due universi continueranno a seguire i propri percorsi, creando nuove storie, nuovi personaggi e nuove leggende, senza mai incontrarsi davvero. Per ora, resta solo la possibilità di immaginare cosa sarebbe potuto succedere se i personaggi di questi due mondi si fossero davvero incontrati, o di sperare che, un giorno, la visione di Kevin Feige possa cambiare. Fino ad allora, ci rimarranno i nostri sogni di un crossover impossibile.

StarCon Italia ed. 2023: tutti gli ospiti!

La StarCon, lo storico raduno italiano di appassionati di fantascienza (in particolare di Star Trek ma non solo!) ritorna al Palacongressi di Bellaria Igea Marina dal 12 al 14 maggio 2023 per offrire ai propri ospiti un luogo dove incontrarsi e giocare, un palcoscenico per sfilare e condividere le proprie passioni. L’evento nasce nel 2011 dalla collaborazione tra gli organizzatori delle tre convention di fantascienza più longeve e ricche di attività d’Italia: Sticcon, Italcon e Yavincon. Si tratta quindi di un contenitore a tema per i raduni nazionali delle associazioni e dei gruppi più numerosi e attivi d’Italia, l’evento-sogno di tutti gli appassionati.

” … è un grande evento aggregante, un’occasione per rivedersi, uno spettacolo per appassionare. E’ chiacchierare fino a notte fonda sui divanetti di un albergo pasteggiando a vino e pane e salame, è indossare un costume per sentirsi più vicini ai propri eroi, è vivere per qualche giorno in un’altra dimensione. E’ dove i fan club si uniscono per tenere le loro convention. È gioco, follia, intrattenimento, risate e amicizia. E’ il luogo in cui ci si ritrova a distanza di un anno, e ci si comporta come se ci si fosse visti soltanto il giorno prima. E’ un’isola fuori dal mondo, ma mai lontana dal mondo. Un luogo dove chi si affaccia per la prima volta non ha mai difficoltà a trovare nuovi amici. E nessuno viene lasciato da solo. E’ una categoria dello spirito, ma anche un luogo reale, che cambia e si rinnova ogni anno, aggiungendo nuove realtà e nuovi amici. E’ la nostra casa quando siamo fuori casa. E solo il cielo come limite”.

Una vera e propria “convention” di fantascienza, non una “fiera del fumetto”. Questo vuol dire che alla StarCon si deve dimenticare la classica folla impersonale intenta solo a fare shopping: l’atmosfera che si respira durante la convention è quella di una vacanza con gli amici, una full immersion nell’immaginazione, circondati solo da persone con gli stessi interessi. Sono tante infatti le possibilità di approfondimento e socializzazione che gli organizzatori offrono ai partecipanti: ci sono giochi, proiezioni, incontri con gli attori… ma non ci si limita solo alla parte di pura fantasia, infatti ci sono anche dibattiti scientifici tenuti da studiosi e scienziati che spiegano i più recenti risultati in campo tecnologico e scientifico. La convention si ferma ogni giorno negli orari dei pasti, che vengono consumati in un unico luogo, per offrire un’importante pausa dedicata alla socializzazione. Sta dunque agli ospiti scegliere cosa fare: si può essere semplici spettatori e usufruire di tutte le opportunità offerte, o spingervi un po’ più in là e, magari, offrirsi come concorrenti dei numerosi giochi (sul palco e non), partecipare alla sfilata dei costumi.

Il team Starcon è composto da un comitato organizzatore e da oltre 80 volontari, soci delle associazioni non a scopo di lucro coinvolte e provenienti da tutta Italia. Oltre ai membri dei consigli direttivi di tali associazioni, partecipano attivamente all’organizzazione dell’evento anche due case editrici.

La locandina StarCon Italia ed. 2023 è stata realizzata dal grande artista Maurizio Manzieri. Illustratore e grafico italiano, la produzione artistica di Maurizio Manzieri è nota per le illustrazioni di genere fantasy e fantascientifico, soprattutto in Italia e Stati Uniti. Nel corso della carriera ha conseguito diversi riconoscimenti tra cui un Premio Chesley assegnato dalla Associazione americana degli Artisti di Fantascienza e Fantasy. Nel 2021 ha vinto l’European Grandmaster, conferito dalla European Science Fiction Society, per il suo contributo nell’arte fantastica e nel biennio 2021-2022 è giunto Finalista al Premio Hugo (miglior artista professionista), presentato dalla Worldcon, il congresso mondiale degli appassionati di fantascienza.

Il primo grande nome dell’edizione 2023 della convention è Peter Weller che racconterà ai presenti le sue esperienze in Star trek Enterprise e qualche anno dopo con l’ammiraglio Alexander Marcus in Star Trek Into Darkness. Molti altri fantastici personaggi riempiono la sua incredibile biografia da RoboCop di Paul Verhoeven al Dr. Buckaroo Banzai vera icona degli anni 80 citato anche nella pellicola “Ready player one”. Molte le sue passioni e le apparizioni sul grande e piccolo schermo vi rimandiamo alla sua biografia per saperne di più ecco la sua biografia.

Da una galassia lontana lontana o se preferite da oltre la Barriera arriva Richard Brake! Poliedrico attore noto per aver interpretato The Night king ne il Trono di spade (2011) e il generale Valin Hess in un episodio di Star Wars The Mandalorian e per molteplici ruoli in film e serie tv molto acclamate a tema fantascienza, fantasy e horror, molto spesso interpreta personaggi sinistri ; l’avreste mai detto? Brake è apparso in Batman Begins (2005), Hannibal Lecter – Le origini del male ( 2007), Doom (2005), 31 (2016) , Kingsman: Secret Service (2014). Il suo primo ruolo da attore è stato quello del giudice Danforth in The Crucible di Arthur Miller mentre era studente alla W.R.A. nel 1982. Al seguente link potrete scoprire gli innumerevoli pellicole a cui ha partecipato.

Ricky Dean Logan, attore poliedrico, nel corso di una carriera lunga tre decenni tutt’ora in corso, ha dimostrato di essere un talento versatile e in continua evoluzione, sia davanti che dietro la macchina da presa.Con un solo film per la TV all’attivo, Logan ha fatto il suo debutto cinematografico in uno dei blockbuster del 1989, Ritorno al futuro: Parte II, interpretando il ruolo di “Data”, un componente della banda di Griff che insegue Marty McFly in una Hill Valley futuristica. L’interpretazione dell’attore ha talmente impressionato il regista Bob Zemeckis e il co-creatore/produttore Bob Gale, che hanno riportato Logan in un ruolo completamente diverso per Ritorno al futuro parte III.

Oltre a questi grandi star internazionali, al StarCon Italia 2023 ci saranno altre guest star che intratterranno gli ospiti con i loro approfondimenti.

L’artista Maurizio Manzieri, due volte finalista al Premio Hugo, ha illustrato copertine di riviste di primo piano come AnalogAsimov’sFantasy & Science Fiction e realizzato cover per editori italiani e stranieri come Arnoldo Mondadori, Fanucci, Editrice Nord, Subterranean Press, Penguin, Bragelonne, Macmillan. Ha vinto il premio European Grand Master, il Premio Chesley, il Premio Italia.

Le schede di partecipazione all’evento, che gli appassionati possono scaricare, compilare e inviare agli indirizzi indicati, sono due. La prima comprende i vari pacchetti con gli alberghi e gli ingressi alla convention, mentre la seconda prevede un ingresso speciale al sabato o alla domenica per chi è interessato solo al primo ospite annunciato, Peter Weller. Affrettatevi a spedire la vostra scheda e quando verranno annunciati altri ospiti potrete integrarla con le nuove schede che prepareremo.

Per maggiori informazioni starconitalia.it

StarCon Italia: dal 19 al 22 maggio 2022

StarCon 202 si terrà sempre al Palacongressi di Bellaria Igea Marina dal 19 al 22 maggio 2022. Dopo il forzato stop dell’edizione 2021, lo storico raduno italiano di appassionati di fantascienza (in particolare di Star Trek ma non solo!) ritorna per offrire ai propri ospiti un luogo dove incontrarsi e giocare, un palcoscenico per sfilare e condividere le proprie passioni. L’evento nasce nel 2011 dalla collaborazione tra gli organizzatori delle tre convention di fantascienza più longeve e ricche di attività d’Italia: Sticcon, Italcon e Yavincon. Si tratta quindi di un contenitore a tema per i raduni nazionali delle associazioni e dei gruppi più numerosi e attivi d’Italia, l’evento-sogno di tutti gli appassionati.

” … è un grande evento aggregante, un’occasione per rivedersi, uno spettacolo per appassionare. E’ chiacchierare fino a notte fonda sui divanetti di un albergo pasteggiando a vino e pane e salame, è indossare un costume per sentirsi più vicini ai propri eroi, è vivere per qualche giorno in un’altra dimensione. E’ dove i fan club si uniscono per tenere le loro convention. È gioco, follia, intrattenimento, risate e amicizia. E’ il luogo in cui ci si ritrova a distanza di un anno, e ci si comporta come se ci si fosse visti soltanto il giorno prima. E’ un’isola fuori dal mondo, ma mai lontana dal mondo. Un luogo dove chi si affaccia per la prima volta non ha mai difficoltà a trovare nuovi amici. E nessuno viene lasciato da solo. E’ una categoria dello spirito, ma anche un luogo reale, che cambia e si rinnova ogni anno, aggiungendo nuove realtà e nuovi amici. E’ la nostra casa quando siamo fuori casa. E solo il cielo come limite”.

Una cera e propria “convention” di fantascienza, non una “fiera del fumetto”. Questo vuol dire che bisogna dimenticare la classica folla impersonale intenta solo a fare shopping: l’atmosfera che si respira alla Starcon è quella di una vacanza con gli amici, una full immersion nell’immaginazione, circondati solo da persone con gli stessi interessi. Sono tante infatti le possibilità di approfondimento e socializzazione che gli organizzatori offrono ai partecipanti: ci sono giochi, proiezioni, incontri con gli attori… ma non ci si limita solo alla parte di pura fantasia, infatti ci sono anche dibattiti scientifici tenuti da studiosi e scienziati che spiegano i più recenti risultati in campo tecnologico e scientifico. La convention si ferma ogni giorno negli orari dei pasti, che vengono consumati in un unico luogo, per offrire un’importante pausa dedicata alla socializzazione. Sta dunque agli ospiti scegliere cosa fare: si può essere semplici spettatori e usufruire di tutte le opportunità offerte, o spingervi un po’ più in là e, magari, offrirsi come concorrenti dei numerosi giochi (sul palco e non), partecipare alla sfilata dei costumi.

Il team Starcon è composto da un comitato organizzatore e da oltre 80 volontari, soci delle associazioni non a scopo di lucro coinvolte e provenienti da tutta Italia. Oltre ai membri dei consigli direttivi di tali associazioni, partecipano attivamente all’organizzazione dell’evento anche due case editrici.

Direttamente da Star Trek: Discovery, abbiamo con noi l’attrice interprete della presidente T’Rina di Ni’Var, Tara Rosling. Tara Rosling (16 novembre 1970) una celebre attrice teatrale canadese che ha interpretato molti ruoli da protagonista sui palcoscenici del suo paese negli ultimi 20 anni. Tara ha anche intrapreso con successo una carriera davanti alla telecamera. Tara si è innamorata della recitazione alla tenera età di 13 anni e non ha mai guardato indietro. Cresciuta a Vancouver e nelle piccole città dell’interno della Columbia Britannica, si è laureata in recitazione presso la York University. Poco dopo, si è trasferita a Toronto e ha iniziato a lavorare nel cinema, alla televisione e nel teatro indipendente. Attrice di scena, ha trascorso due stagioni con lo Stratford Festival a Stratford, Ontario, e undici stagioni con lo Shaw Festival a Niagara-on-the-Lake. I suoi ruoli sono principalmente televisivi, in serie come Highlander: The RavenTotal Recall 2070The Dresden FilesCra$h & BurnRansomThe Handmaid’s TaleThe Expanse, e I misteri di Murdoch. È apparsa nel 1998 nel remake televisivo di The Taking of Pelham 1-2-3, nella biografia televisiva del 1999 Ricky Nelson: Original Teen Idol, e coprotagonista nel film TV del 2006 Time Bomb. Nel 2018-19 Tara Rosling ha interpretato il ruolo ricorrente di Esther Miller nelle prime due stagioni di Impulse, serie di fantascienza. Ha anche appena concluso le riprese di Happy Place, un film diretto da Helen Shaver con un insieme di donne straordinarie. I suoi ruoli cinematografici includono Extreme Measures – Soluzioni estreme (1996, con Paul Guilfoyle e David Cronenberg) e The Uncles (2000, con Alan van Sprang). Più di recente, ha adorato interpretare T’Rina, la Presidente di Ni’Var, in Star Trek: Discovery nelle stagioni 3 e 4. Tara risiede appena fuori Toronto, in Canada, con la sua bellissima figlia, Eliana, il suo incredibile aiutante, Patrick, e il suo amato cucciolo, Millie.

Come di consueto il sabato sera della StarCon Italia 2022 sarà dedicato alla sfilata dei costumi. Chi desidera partecipare può trovare il regolamento al seguente link: https://starconitalia.it/2403-2/

Per qualsiasi informazione è possibile contattare lo staff al seguente indirizzo email: info@ultimoavamposto.com; visitare il sito ufficiale, oppure l’Evento Facebook dedicato all’evento.

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Emavox: Il talento più stellare d’Italia

Per continuare il nostro viaggio attraverso il fandom di Star Wars, a vogliamo approfondire il lavoro e la passione di Emanuele Emavox Terzano, uno dei pilastri della fitta galassia di appassionati italiani della saga di George Lucas: un artista marziale ma anche un grande creativo che ha fondato il club Jedi Generation (di cui abbiamo già parlato negli scorsi appuntamenti) e ha saputo infondere il suo “saper fare” nella costruzione di light saber custom. 

“…ho conosciuto Star Wars nell’87 mentre guardavo un film in televisione che non conoscevo come “Guerre Stellari” ma come la “Morte nera”. Il giorno dopo ero così affascinato dalla filosofia Jedi, dalla storia magica, dai poteri della forza e soprattutto dalle spade laser che accompagnato dai miei genitori cercai in diversi negozi queste famose armi Jedi, ma purtroppo tornai a mani vuote, la mia delusione di quando avevo 6 anni! A questa tenera età, però, è difficile definirla passione perché si hanno tante cose da scoprire; quella è venuta molti hanno dopo, quando ho voluto costruirmi un costume di Darth Vader e la spada laser per sfilare ad una festa di Halloween. Era il 1999, non so perché decisi per quel costume, forse influenzato dai trailer de “La minaccia fantasma”, che aveva risvegliato in me qualcosa di latente. Dopo essermi costruito la spada laser appresi che finalmente nei negozi stavano arrivando delle riproduzioni fedeli marchiate Lucas: erano le Master replica, e dopo 12 anni dalla mia richiesta ero stato accontentato! Avevo la mia spada laser!!! Credo che da lì nacque la vera passione per Star Wars. Eccoci al primo tassello del puzzle, la Passione! Devo ammetterlo, ho un cuore artistico e mi piace creare, ho studiato musica, danza, e sono scultore, ho lavorato per tanti anni da Arnaldo Pomodoro dove ho imparato tantissimo, ma l’arte non va frenata in una unica cosa, quando qualcuno la percepisce deve lasciarla libera di scorrere!”.

Emavox è un Artigiano ha lavorato nello studio dello scultore Arnaldo Pomodoro e, con altri scultori, collaborò al lavoro in alcune delle sue opere. Con le sue doti e la sua passione per Star Wars è stato il primo costruttore di spade laser in Italia e ha fatto di ciò il suo lavoro. Il nome d’arte Emavox non deriva dal’universo di Star Wars, bensì dalla sua passione per la musica. Per un periodo della sua vita è stato il cantante di un tributo agli U2 e alcune amiche hanno cominciato a chiamarlo Emavox, un soprannome nato dall’unione di Emanuele e Bono Vox. La sua passione per Star Wars è nata quando aveva solo 5 anni, venne introdotto ai film dal padre e da allora Star Wars ha fatto parte della sua vita.

Con parecchi anni di esperienza nel mondo cosplay spaziando da Jurassic Park a Hit Man e altri ancora i costumi di Star Wars di Emavox che porta agli eventi sono Darth Maul, l’iconico apprendista di Darth Sidious, una versione danneggiata di Darth Vader e un Sith Lord in armatura ispirato a Darth Malgus. Emavox è molto legato al personaggio di Darth Maul, negli anni ha studiato le movenze, lo stile di combattimento e la recitazione del suo interprete originale Ray Park ed è così riuscito a dare vita ad uno dei Darth Maul più realistici nel mondo dello spettacolo Italiano. Con questo personaggio è membro ufficiale della 501 Italica Garrison.

Non è facile trovare costumi fatti e finiti su misura, da artigiano Emavox crea props e parti dei suoi costumi, per la parte sartoriale fa riferimento alla sua costumista di fiducia. Diventare un performer riconosciuto a livello nazionale richiede anni studio intenso e dedizione, allenamento, pratica e soprattutto esperienza.

Il pensiero di Emavox sui costumi origianal è che la realizzazione di personaggi originali è un processo creativo e divertente, si può inoltre arrivare a creare qualcosa di veramente unico e personale.  Nel 2019 ha creato un personaggio original ispirato a Darth Malgus ma decisamente nello stile di Emavox, un sith in giacca di pelle e armatura tecnologica con una mezza maschera inferiore con effetti di luce per illuminare gli occhi e rendere il personaggio ancora più incredibile.

“…faccio molti eventi, ma non ho un preferito, sono tutti belli a loro modo, e spero che con il prox anno ci rimandano l’invito”.

Ad oggi, Emavox non si è mai trovato ad avere a che fare con persone che lo deridessero per il cosplay o le sue esibizioni, probabilmente è successo ma nessuno ha mai osato dirglielo in faccia… sono stati bravi a non farsi scoprire, così facendo hanno solo dato la conferma ad Emavox che quello che fa lo fa molto bene. Mai mettersi contro un Signore Oscuro dei Sith.

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