C’è una voce che torna a risuonare tra le nebbie del tempo, un’eco che attraversa epoche e generazioni con la solennità di una profezia scolpita nel destino del cinema: “Ne resterà solo uno.” Sì, avete capito bene. Highlander, il mito, la leggenda, il cult immortale degli anni ’80, è pronto a rinascere con un reboot che promette di far tremare la terra sotto i piedi dei nostalgici e degli appassionati di nuova generazione. Ma attenzione: questa non è una semplice operazione revival. È una dichiarazione d’intenti. È il ritorno di un’epica. E a guidarlo ci sarà nientemeno che Henry Cavill.
Eh già, proprio lui. L’uomo d’acciaio, il cacciatore di mostri, il nerd affascinante che cita Warhammer nei talk show. Cavill indosserà i panni — e brandirà la spada — del nuovo Connor MacLeod, l’eroe scozzese condannato all’immortalità, in un film diretto da Chad Stahelski, mente e cuore della saga di John Wick. Un’accoppiata che sa di adrenalina, ma anche di profondità emotiva, visione estetica e rispetto per il materiale originale. Perché Highlander non è solo spade e fulmini. È tragedia, è destino, è il dolore di vivere per sempre mentre tutto ciò che ami svanisce.
Il progetto è in cantiere da tempo immemore — ironico, per un film sugli immortali — e ha attraversato più rinascite di MacLeod stesso. Annunciato per la prima volta nel 2008, ha visto passare team creativi, sceneggiature, silenzi assordanti e, più recentemente, il caos degli scioperi di Hollywood. Ma ora ci siamo davvero. Lionsgate ha ufficializzato la presentazione del film al prestigioso American Film Market, con un budget da oltre 100 milioni di dollari. Un investimento che grida fiducia, visione e volontà di creare non solo un film, ma un universo espanso.
E sì, si parla già di spin-off, serie TV e persino un prequel cinematografico. L’obiettivo? Raccontare le origini degli Immortali, svelare i misteri del “Grande Incontro”, dare corpo e anima a un mondo mitologico che merita di essere esplorato fino in fondo. Stahelski non vuole solo rifare Highlander. Vuole reinventarlo. Vuole scavare nell’anima tormentata dei suoi protagonisti, nella malinconia di chi è condannato a guardare il mondo cambiare, senza mai potersi fermare.
Certo, anche gli Immortali hanno bisogno di un calendario. Le riprese, inizialmente previste per settembre 2024, sono slittate a maggio 2025, a causa dei numerosi impegni di Cavill — tra cui un altro progetto che fa battere il cuore nerd: il live-action di Voltron. Ma la produzione è già in fermento e ha scelto location che promettono un impatto visivo mozzafiato: le Highlands scozzesi, l’Italia e la Cina faranno da sfondo a una narrazione che si muove tra epoche, continenti e leggende.
E a proposito di leggende, ecco il colpo di scena che ha infiammato il fandom: Russell Crowe sarà Ramírez. Proprio lui, il gladiatore per eccellenza, darà vita all’immortale mentore di MacLeod, un ruolo che fu di Sean Connery nel film originale del 1986. Crowe ha annunciato la sua partecipazione con un post epico su Twitter, citando clan scozzesi reali nei suoi hashtag e scrivendo, senza giri di parole, “Ce ne può essere solo uno.” Il suo Ramírez sarà una presenza potente, anche se breve, e porterà con sé tutta l’intensità di un personaggio che deve ispirare, educare e segnare il cammino dell’eroe.
La sceneggiatura, affidata a Mike Finch, non si limita a omaggiare il passato. Mira a dargli nuova linfa, espandendo temi e mitologia. L’idea è di restituire profondità ai conflitti interiori degli Immortali, tra il desiderio di connessione umana e il fardello della loro eterna solitudine. Highlander è sempre stato questo: un racconto sull’identità, sul tempo, sul dolore della perdita, sulla responsabilità che comporta essere destinati a sopravvivere a tutto e a tutti.
E come dimenticare la musica? Il legame tra Highlander e i Queen è qualcosa di più di una colonna sonora: è alchimia pura. Brani come Who Wants to Live Forever o Princes of the Universe non sono solo canzoni: sono parte integrante dell’identità emotiva del film. Stahelski ha lasciato intendere che c’è l’intenzione di rendere omaggio a quel patrimonio musicale, magari con nuovi arrangiamenti o presenze inedite, ma sempre con il cuore rivolto a quel sound leggendario che ha fatto venire i brividi a intere generazioni.
Il film, secondo le prime stime, potrebbe uscire tra il 2026 e il 2028, ma le sfide non mancano. Dovrà confrontarsi con un’agguerrita concorrenza nel panorama fantasy: Il Signore degli Anelli: Caccia a Gollum e il live-action di The Legend of Zelda sono solo alcuni dei colossi in arrivo. Ma Highlander ha dalla sua un fandom consolidato, un immaginario potente e una frase che vale più di mille trailer: “Ne resterà solo uno.”
Henry Cavill ha dichiarato di essere cresciuto con Highlander e di amare non solo i film, ma anche la serie TV con Adrian Paul. Per lui, non si tratta di essere un semplice eroe d’azione, ma di incarnare la malinconia di chi porta il peso del tempo. E diciamocelo: chi meglio di Cavill può affrontare questo viaggio? Un volto iconico, una voce profonda, uno sguardo che sa essere tanto fiero quanto dolente. È pronto. Noi siamo pronti. E le Highlands ci aspettano.
Insomma, il mito degli Immortali è più vivo che mai. Spade, tempeste, duelli sotto la pioggia, flashback storici, drammi personali, antichi codici d’onore e un pizzico di rock epico: tutto è pronto per farci tornare nel mondo dove vivere per sempre non è un dono, ma una condanna.
E ora tocca a voi. Cosa ne pensate di Henry Cavill come nuovo Connor MacLeod? Vi entusiasma il ritorno di Russell Crowe nei panni di Ramírez? E quanto vi mancano le note immortali dei Queen? Parliamone insieme nei commenti e… non dimenticate di condividere questo articolo sui vostri social! Più siamo, più la leggenda si fa grande. Perché sì, ne resterà solo uno, ma possiamo essere in tanti a celebrarlo!