La Millennial Pause: perché i nati negli anni ’80 fanno quel gesto sui social?

Vi è mai capitato di imbattervi nella “Millennial Pause” su TikTok o Instagram? Si tratta di quel breve ritardo, una frazione di secondo, che i nati negli anni ’80 tendono a fare prima di iniziare a parlare in un video. Un gesto che ha scatenato l’ilarità e le critiche da parte della Generazione Z, ma che in realtà nasconde un interessante spaccato sociologico.

Perché lo fanno?

La “Millennial Pause” è un retaggio dell’era pre-digitale. Quando i video venivano registrati su VHS o con le prime videocamere digitali, era necessario attendere un attimo per far partire la registrazione e assicurarsi che non ci fossero interruzioni all’inizio. Un’abitudine rimasta impressa nei Millennial, che la portano avanti anche nell’era degli smartphone, dove in realtà è inutile.

Un segno di spaesamento?

Secondo alcuni esperti, la “Millennial Pause” potrebbe anche essere interpretata come un segno di disagio e spaesamento di fronte ai nuovi mezzi di comunicazione. I Millennial, dopo essere stati i pionieri dell’era digitale, si ritrovano ora a dover fare i conti con le nuove generazioni e con i loro codici comunicativi. Il ritardo iniziale potrebbe quindi essere un modo per cercare di adattarsi, di prendere fiato prima di immergersi nel flusso frenetico dei social.

Millennial vs Gen Z: due generazioni a confronto

La “Millennial Pause” si contrappone al “Gen Z Shake”, il tremolio del telefono che la Generazione Z spesso fa prima di iniziare a registrare un video. Un gesto che, secondo alcuni, serve a dare un’impressione di spontaneità e autenticità, anche se in realtà l’inquadratura è spesso studiata a tavolino.

La nostalgia del passato?

C’è chi vede nella “Millennial Pause” anche un pizzico di nostalgia per un’epoca in cui i video erano meno patinati e più genuini. Un modo per riconnettersi con le proprie radici digitali e con un modo di comunicare più semplice e diretto.

Indipendentemente dalle interpretazioni, la “Millennial Pause” rimane un fenomeno curioso e interessante che ci aiuta a capire meglio le differenze tra le generazioni e il loro rapporto con la tecnologia.

8BitDo lancia una tastiera che fa impazzire i nostalgici del Commodore 64!

Amanti del Commodore 64, unitevi! 8BitDo ha appena rilasciato una tastiera che vi farà fare un tuffo nel passato.

8BitDo Retro Mechanical Keyboard - C64 Edition

Ispirata al mitico home computer degli anni ’80, questa tastiera compatta e dal design iconico è perfetta per i moderni computer.

Tasti meccanici rumorosi, proprio come quelli di una volta, vi faranno rivivere le emozioni di giocare a Maniac Mansion o Impossible Mission.

Connessione Bluetooth, wireless 2.4 GHz e USB-C, la tastiera 8BitDo è versatile e compatibile con qualsiasi dispositivo.

Manopole per la regolazione del volume e due pulsanti programmabili, oltre a un mini joystick stile anni ’80, completano il look retrò di questa tastiera davvero unica.

Disponibile in preordine a 110 dollari con consegna a partire dal 26 maggio, la tastiera 8BitDo Commodore 64 è un regalo perfetto per i nostalgici e per tutti gli amanti del vintage.

Non solo un accessorio per computer, ma un vero e proprio pezzo da collezione!

Cosa aspetti? Ordina subito la tua tastiera 8BitDo Commodore 64!

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He-Man: Nostalgia, Marketing e Segreti Nascosti!

Vi ricordate l’emozione di impugnare la Spada del Potere e urlare “Per il Potere di Grayskull!”? Beh, preparatevi a un tuffo nostalgico con “L’effetto He-Man”, il fumetto che svela i segreti del marketing e della nostalgia!

Cos’è questo fumetto?

Un saggio a fumetti che viaggia nel tempo, dall’Antica Roma a Stranger Things, per mostrarci come la nostalgia viene usata per venderci di tutto, dai giocattoli ai film.

Cosa ci trovate dentro?

  • La storia segreta di He-Man: Nato per far concorrenza a Star Wars, He-Man ha conquistato il nostro cuore con la sua forza e il suo coraggio. Ma sapevate che era solo un giocattolo per vendere più prodotti?
  • Nostalgia: un’arma segreta del marketing: Le aziende usano la nostalgia per farci rivivere i bei tempi andati e convincerci a comprare cose che non ci servono. Ma come funziona questa magia?
  • Un viaggio nel tempo tra media e pubblicità: Dal cinema alla TV, fino al web, scopriamo come la nostalgia è stata usata per conquistare la nostra attenzione nel corso del tempo.

Perché leggerlo?

  • Per scoprire i segreti del marketing e della nostalgia.
  • Per capire come le aziende ci influenzano con i ricordi.
  • Per rivivere le emozioni dei cartoni animati e dei giocattoli degli anni ’80.

A chi piacerà?

  • A tutti i nostalgici degli anni ’80 e ’90.
  • A chi è appassionato di marketing e comunicazione.
  • A chi vuole capire come funzionano i media.

Cosa NON aspettarsi?

Un manuale di marketing approfondito. Questo è un fumetto leggero e divertente che offre una panoramica generale del tema.

Quindi, Nerdoni, siete pronti a farvi un tuffo nel passato e scoprire i segreti della nostalgia? Correte a leggere “L’effetto He-Man”!

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The Making of Karateka: Un viaggio interattivo nella storia dei videogiochi

Dopo il successo di “Atari 50: The Anniversary Celebration”, Digital Eclipse Software sta lavorando su una nuova serie di documentari interattivi dedicati ai classici videogiochi. La prima uscita della serie Gold Master è “The Making of Karateka”, un’analisi dettagliata della creazione di uno dei più importanti videogiochi per personal computer degli anni ’80.

The Making of Karateka - Announcement Trailer

Karateka, sviluppato da uno studente di informatica dell’Università di Yale, Jordan Mechner, ha rivoluzionato il genere dei videogiochi di arti marziali. A differenza dei giochi dell’epoca, che erano spesso conversioni da coin-op, Karateka offriva un gameplay più realistico e una trama coinvolgente.

Il documentario interattivo “The Making of Karateka” racconta la storia dietro la creazione del gioco, dalle prime idee alla pubblicazione. Include interviste con Mechner e altri membri del team di sviluppo, nonché immagini e video d’archivio.

Disponibile a 19,90 euro, “The Making of Karateka” offre un’esperienza immersiva che permette ai giocatori di esplorare la storia del gioco attraverso testi, immagini e video. Come nel caso di “Atari 50: The Anniversary Collection”, il documentario presenta un menu interattivo e una linea del tempo che gli utenti possono scorrere liberamente.

“The Making of Karateka” è un must per tutti gli appassionati di videogiochi retro e offre uno sguardo unico sulla storia dei videogiochi.

La signora in giallo: un ritorno al cinema?

La popolare serie televisiva degli anni ’80 e ’90, La signora in giallo, potrebbe presto tornare sul grande schermo. A rivelarlo sono le sceneggiatrici Lauren Schuker Blum e Rebecca Angelo, che hanno annunciato di aver scritto una versione cinematografica del detective dilettante Jessica Fletcher.

Il film, prodotto da Amy Pascal con la sua Pascal Pictures e Universal, è attualmente in sospeso a causa dello sciopero di attori e sceneggiatori, ma le due autrici sono fiduciose che si potrà realizzare in futuro.

“Siamo davvero entusiaste di questa opportunità” ha dichiarato Schuker Blum in una recente intervista. “La signora in giallo è un classico intramontabile, e abbiamo grandi progetti per il film.”

La serie originale, trasmessa su CBS dal 1984 al 1996, conobbe un successo planetario, con nomination e vittorie agli Emmy e ai Golden Globe. Il personaggio di Jessica Fletcher, interpretato da Angela Lansbury, è diventato uno dei più iconici della storia della televisione.

Dopo la scomparsa di Angela Lansbury, avvenuta nel 2022, è difficile immaginare chi possa interpretare la Fletcher in un film. Tuttavia, Schuker Blum e Angelo hanno dichiarato di essere alla ricerca di un’attrice di talento che possa incarnare lo spirito del personaggio.

Restiamo in attesa di ulteriori notizie su questo progetto, che potrebbe portare sul grande schermo un’eroina amata da milioni di fan in tutto il mondo.

Grazie a Lady Oscar tutti noi festeggiamo il 14 luglio!

Lady Oscar è uno degli anime più amati di sempre nel nostro bel Paese, se non il più amato, senz’altro come repliche.  Cosa si può dire ancora che non si sappia già di quella che è forse la protagonista più famosa degli anime di sempre, amata anche dai non otaku, tanto che ogni anno dal 12 al 14 luglio sui social ci si scatena con hastags per ricordare il suo grande amore per André finalmente realizzato e la tragica morte di entrambi?

Le rose di Versailles, il manga che ha ispirato l’anime, realizzato da Riyoko Ikeda a partire dal 1972, è considerato ancora oggi un classico del genere, da leggere e rileggere, capace davvero di forgiare l’immaginario e di essere coraggioso, proponendo un personaggio di eroina fuori dagli schemi, che ha fatto scuola, al centro di una storia d’amore veramente struggente, che fece scalpore nel Paese del Sol levante perché per la prima volta in un shojo si vedevano i due protagonisti fare l’amore, consumazione commovente di un sentimento purtroppo destinato a finire troppo presto.

Lady Oscar anime, diretto prima da Tadao Nagahama e Osamu Dezaki, nonostante la cura estrema con cui fu realizzato e che lo rende ancora oggi memorabile, non fu assolutamente un successo in Giappone, tanto che gli iniziali 52 episodi previsti furono ridotti a 40. Solo nel 1986, sette anni dopo la prima, sfortunata messa in onda, la serie fu riproposta sull’onda del successo ottenuto dal disegnatore Shingo Araki per I cavalieri dello zodiaco, trovando allora un suo posto nel fandom nipponico, a cui sono seguite pubblicazioni di art book e della splendida colonna sonora fino ad oggi, in attesa di un più volte annunciato remake animato per ora fermo.

In Italia è ancora oggi uno dei grandi successi degli anime di sempre, ancora celebrata da cosplayer, autori di fanfiction, fanart, gruppi sui social e eventi, e il manga è uscito in più edizioni a partire dagli anni Ottanta. Il tutto senza contare il rock drama realizzato da Andrea Palotto e lo spettacolo teatrale e il fan film de I Giocolieri delle Stelle, altri tributi davvero ad una storia che non smette mai di stancare.

Una storia comunque coraggiosa, politicamente scorretta in un momento in cui si vuole censurare tutto quello che fa emozionare in nome di non voler offendere nessuno, capace di parlare di morte, amore, libertà, giustizia, passioni totalizzanti (come dimenticare la famosa e conturbante dichiarazione d’amore di André ad Oscar?) rinunciando al lieto fine, anzi lasciando nella disperazione gli appassionati con uno dei più tragici anche se catartici finali di sempre, ma lasciando dentro non poco, anche a chi oggi a distanza di decenni lo ricorda come uno dei punti fermi della sua infanzia e adolescenza, un classico da rivedere e rileggere sempre.

MythForce: il nuovo rpg “stile anni’80”

Gli sviluppatori di Beamdog, formato da ex sviluppatori BioWare e noto per le sue Enhanced Edition dei primi due giochi della serie di Baldur’s Gate, ha annunciato MythForce, un nuovo roguelite fantasy in prima persona ispirato ai cartoni animati degli anni ’80. Finalmente, la data di uscita su PC, PlayStation, Xbox e Switch è stata rivelata: preparatevi a immergervi nell’avventura più esilarante di sempre a partire dal 12 settembre 2023.

MythForce Gameplay Trailer

Il CEO di Beamdog, Trent Oster, abbia dichiarato:

“Sono davvero entusiasta di mostrare finalmente il lavoro originale del nostro team. MythForce è puro, puro divertimento, uscito dai sabati mattina della mia infanzia. Con un ciclo di gioco semplice ma soddisfacente, è un grande allontanamento dai classici dei giochi di ruolo per cui siamo conosciuti, ma il DNA di Beamdog è evidente se sai dove cercare.”

Questo fantastico gioco, presentato durante l’ID@Xbox di luglio 2023, ha conquistato il cuore dei giocatori con il suo stile grafico ispirato ai mitici cartoni animati americani degli anni ’80. Chi non amava quei colori sgargianti e le trame assurde di quei cartoni? Ebbene, MythForce vi permetterà di rivivere quelle emozioni travolgenti mentre combattete orde di nemici e vi aprite strada verso la gloria.

Ma non si tratta solo di uno stile grafico nostalgico, MythForce è dotato anche di meccaniche da roguelite. Cosa significa? Semplice! Se venite sconfitti, dovrete ricominciare tutto da capo. Ma non temete, perché ogni volta che ripartirete, sarete un po’ più forti. Quindi, anche se sembrerà di ripetere le stesse azioni all’infinito, ogni tentativo vi porterà un passo più vicino alla vittoria finale. Un po’ come il proverbio “la speranza è l’ultima a morire”!

La versione 1.0 di MythForce porterà con sé tre episodi, invece di uno solo come nella versione in early access. Quindi, preparatevi ad affrontare nuove sfide e a scoprire ogni angolo di questo mondo cartoonistico. Inoltre, potrete scegliere tra diversi livelli di difficoltà, per mettervi alla prova in base alle vostre capacità (o alla vostra voglia di soffrire).

Ma la vera chicca di MythForce è la modalità cooperativa drop-in / drop-out online. Che cosa significa? Beh, potrete giocare con i vostri amici e unirvi a loro in qualsiasi momento, senza dover seguire una trama lineare. Avrete la libertà di saltare dentro e fuori dalla partita come se steste cambiando canale in TV. Fantastico, no?

Quindi, fatevi un favore e segnatevi la data del 12 settembre 2023 in tutti i vostri calendari. MythForce sta per arrivare, pronto a ridisegnare i confini dell’umorismo negli action RPG. Gettatevi a capofitto in questa avventura cartoon, perché ridere è solo l’inizio!

Ginguiser

Anche se, come ho sempre affermato, preferisco le serie live-action in confronto agli anime, non ho mai disdegnato di poter vedere e rivedere alcune serie, ovviamente di fantascienza, e alcune di esse per un qualche motivo mi sono rimaste nel cuore e nella memoria, tra di queste ce n’è una che per la sua particolarità di mescolare scienza e magia con i giochi di carte, mi era sempre rimasta in mente, tale serie era Chōgattai Majutsu Robo Gingaizā, qui dai noi arrivata col titolo di Ginguiser.

Questa serie ebbe i natali dopo la metà degli anni 70, prodotta dalla Nippon Animation, vennero realizzati 26 episodi racchiusi in un’unica stagione, qui da noi venne trasmessa nei primi anni 80 con un passaggio su Rete 4, nel contenitore Ciao Ciao e successivamente altri brevi sulle reti locali.

Ginguiser - Sigla Iniziale

Decine millenni fa nello spazio venne combattuta una spaventosa guerra galattica tra il malvagio impero dei Sazoriani e i Plasmani, mentre i primi utilizzavano il loro potere e le loro risorse per conquistare e soggiogare la galassia ai loro voleri, i secondi invece utilizzarono ogni risorsa per poter sconfiggere definitivamente i Sazoriani, tanto da riuscire a sottrarre l’arma definitiva dell’Impero conosciuta come “Sfere di Anderes”, tre sfere in grado di concentrare l’energia della costellazione dello Scorpione e ottenere un potere infinito. Alla fine, l’epilogo di tale guerra millenaria, avvenne sulla Terra dove vennero nascoste le Sfere di Anderes e l’Impero Sazoriano si ritirò sconfitto aspettando il momento propizio per poter ritornare a riprendersi l’arma. Passano i secoli, fino ai giorni nostri, e le Sfere di Anderes cominciano a emanare il loro potere, tanto da risvegliare il sopito impero dei Sazoriani che parte per conquistare le sfere e anche la Terra, però il dottor Godo, ultimo della razza dei Plasmati, rimasto in vita grazie ai sui poteri, per poter affrontare definitivamente i Sazoriani, crea quattro veicoli da combattimento, tre robot il Grand Fighter, il Bull Gator, lo Spin Lancer e l’astronave Air Roin, e come piloti sceglie quattro ragazzi Goro, Miki, Torajiro e Zanta che per poter utilizzare al meglio tali macchine da guerra ottengono il potere magico del “Punto Barriera”, grazie al quale, oltre ad usare al meglio in maniera autonoma i 4 veicoli, essi possono unirsi in una super macchina da battaglia chiamata Ginguiser, e con essa riuscire a sconfiggere i malvagi Sazoriani.

Ginguiser Launch

Come accennato all’inizio, di questa serie mi era sempre piaciuta questa perfetta mescolanza di magia e tecnologia, e poi vedere i veicoli che compongono il Ginguiser, che come emblema hanno i semi delle carte e che come arma utilizzavano dei missili a forma di carta da gioco letale per i nemici, la trovavo un’idea molto spassosa, poi come base segreta utilizzare un parco di divertimento è geniale, come se dal castello di Disneyland uscisse un megarobot a forma di topolino.

Misfits of Science (serie televisiva 1985)

Sempre per l’argomento serie televisive ormai quasi dimenticate, non solo dal tubo catodico ma anche dal tempo, mi viene alla mente una serie televisiva statunitense, a metà tra la commedia e la fantascienza, dove i protagonisti, grazie a super poteri innati oppure acquisiti, lottano contro i prepotenti per difendere i più deboli. Potrebbe quasi considerarsi una specie di progenitore dal quale hanno tratto spunti altre serie televisive come Heroes oppure Alpha, la serie in questione si intitola “Misfits”.

Uscita negli Stati Uniti nel 1985 prodotta dalla Universal TV con il titolo originale “Misfits of Science”, vennero realizzati 16 episodi compreso il pilot e vennero racchiusi in una sola stagione che poi venne cancellata dalla programmazione. Il tutto gira sulle avventure e vicissitudini dei protagonisti che cercano di uscire dai guai, a volte con la legge, oppure di aiutare gli altri grazie ai loro super poteri, molto spesso con risultati esilaranti. Qui in Italia la serie è stata trasmessa sulle reti locali del circuito Euro TV.

Misfits Of Science - Intro 1

Presso un centro di ricerca privato, la Humanidyne, specializzato nella ricerca sulle anomalie  del genoma umano, oltre a una numerosa equipe di ricercatori, lavorano anche due scienziati, Billy Hayes e Elvin “El” Lincoln, famosi all’interno del centro per la loro metodologia di studio poco ortodossa, durante i loro esperimenti vengono chiamati per esaminare il ritrovamento di un uomo criogenizzato negli anni 30, durante dei lavori stradali, giunti sul posto scoprono che “l’ibernato” si chiama Arnold Biefneiter ed era un operaio che venne ibernato per sbaglio e che per via della lunga esposizione alla “criogenia”, riesce a congelare ogni cosa solo toccandola con le mani e a creare getti a bassa temperatura.

Mentre Billy e Elvin stanno studiando la composizione biologica di Arnold per poter vedere se potevano invertire il processo, il direttore della Humanidyne con l’aiuto di alcuni militari porta via, senza dare nessuna spiegazione ai due scienziati, il corpo di Arnold chiuso in uno scafandro tipo palombaro, verso una destinazione sconosciuta. Le proteste di Billy verso il direttore della compagnia per l’abuso di potere avuto da parte sua e dei militari, danno come unica soluzione il licenziamento immediato di entrambi dalla Humanidyne.

Trovando la cosa poco chiara, i due fanno delle indagini, scoprendo che alcuni ufficiali dell’esercito con la complicità del direttore della compagnia utilizzano le scoperte effettuate per venderle al miglior offerente; purtroppo non avendo prove a sostegno, i due sono considerati alla stregua di millantatori e fuorilegge, e l’unico modo che hanno per uscirne non solo puliti, ma vivi, è cavarsela da soli. Ma Billy ha un’idea e decide di prendere con sé due ex “pazienti” della Humanidyne che nei mesi passati avevano studiato in quanto in possesso di particolari poteri, uno è un musicista rock John “Johnny B” Bukowski, che ha lasciato la vita pubblica perché durante un concerto è stato colpito da una potente scarica elettrica, che invece di ucciderlo gli ha donato il potere di assorbire elettricità e di scagliarla come fulmini, la seconda è una ragazzina di nome Gloria Dinallo detta “Glo” è dalla nascita una telecineta, ossia ha il potere di spostare gli oggetti con la mente; prima di andare a smascherare i loschi figuri e liberare Arnold dallo loro grinfie, Elvin confessa al collega di essersi sottoposto a un esperimento di manipolazione della crescita, infatti Elvin toccandosi la base del collo riesce a ridurre le proprie dimensioni a pochi centimetri per un lasso di tempo di 15 minuti.

Con non poche difficoltà, il gruppo che si autodefinisce “Misfits of Science”, riesce a raggiungere la località segreta dove si trovano i criminali e oltre a liberare Arnold. Riescono anche a rivelare il losco piano ai danni del Governo, così la reputazione di Billy e Elvin ritorna immacolata e vengono riassunti dal nuovo direttore alla Humanidyne e Glo e Johnny B possono ritornare alla loro vita di sempre. Però, se dovesse servire ad aiutare il prossimo, i “Misfits of Science” useranno la loro intelligenza e i loro poteri per aiutare i deboli contro i prepotenti e i criminali.

1985 - Misfits of Science - Johnny B. Goode

Tra gli interpreti del telefilm vi erano Courteney Cox, famosa per a serie Friends e la saga cinematografica di Scream, Kevin Peter Hall che vista la sua mole veniva utilizzato per interpretare mostri in film Horror e di fantascienza come l’alieno cacciatore in Predator e Predator 2. Anche questa serie, come altre, ha goduto di quei pochi attimi di gloria del momento per poi alla fine sparire pian piano dalla memoria dei fan, forse per via che serie simili tempestavano le televisioni a ciclo continuo, forse perché hanno avuto poca pubblicità i motivi posso essere molti, però è un vero peccato perché anche questa, come altre serie che sono state cancellate, avrebbero meritato un destino migliore.

Challenge of the GoBots: Optimus Prime non era solo!

Aprendo il cassetto dei ricordi, mentre stavo visionando le puntate della serie dei Transformers, mi si è accesa la solita lampadina della memoria: c’è stata un’altra serie televisiva, tanto tanto tempo fa, che prendeva spunto dalla celebre saga di Hasbro: Challenge of the Gobots. Una serie animata di metà anni ’80, prodotta dalla Hanna-Barbera, basata sugli omonimi personaggi della linea di giocattoli prodotta dalla Tonka, che si presentava in maniera assai simile al gruppo di Autorobot in lotta con i Deception che tutti noi conosciamo

C’era un pianeta robotico dal quale provenivano (come Cybertron), vi erano due schieramenti in lotta da millenni e i robot protagonisti si trasformavano da robot a veicoli terrestri: la differenza della serie consisteva proprio nella trasformazione, infatti mentre i più noti Transformers si trasformavano in veicoli contemporanei o spaziali e le loro trasformazioni erano così complesse che i primi giocattoli usciti differenziavano da essi deludendo molti bambini, le trasformazioni nella serie Gobots erano praticamente identiche alla loro versione giocattolo, ed essi si trasformavano non solo in veicoli contemporanei e futuristici, ma anche in veicoli della seconda guerra mondiale e di altro genere, infatti questa serie venne realizzata per pubblicizzare la linea di giocattoli della Tonka, però per via dell’acquisizione della stessa da parte di Hasbro e Bandai, oltre alla linea di giocattoli venne interrotta anche la serie animata.

Challenge of the Gobots Intro

La serie ruota tutto intorno all’eterna lotta tra robot trasformabili senzienti divisi in due fazioni i Guardiani comandati dal coraggioso e leale Leader-1 che si trasforma da robot ad aereo F-15 Eagle, che sono i baluardi del bene e della luce e i Rinnegati con a capo il crudele e malvagio Cy-Kill che si trasforma da robot a motocicletta. I loro scontri li porteranno ad affrontarsi fino ad arrivare sulla Terra dove i Guardiani troveranno fedeli amici ad aiutarli nella lotta e i perfidi Rinnegati cercheranno di prendervi il potere per dominare sull’intero universo.

Nonostante la trama di ogni episodio sia molto similare ai transformers, con alcune differenze e la grafica sia nettamente inferiore, i Gobots avevano il loro fascino in quanto era bello vedere come le trasformazioni che i robot eseguivano in veicolo e viceversa erano simili a quelle dei giocattoli e questo era molto divertente, in quanto almeno io, dopo ogni puntata mi divertivo a rivivere quegli episodi o mi inventandovo nuove storie. Ma non solo, la serie era molto più ironica e divertente ricca di battute finali, si può dire che era versione “allegra” dei transformers.

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