Neteb – La principessa del Nilo

Neteb – La principessa del Nilo” è una serie a cartoni animati francese che ci porta indietro nel tempo all’epoca dell’Antico Egitto, al regno del faraone Ramses II e alla vita avventurosa della principessa Neteb. La serie, prodotta da France 2 insieme a Marina Productions e Victory, è stata trasmessa per la prima volta in Francia il 11 settembre 1999 su France 2 e in Italia dal 15 luglio 2001 su Italia 1. La sigla italiana è interpretata da Cristina D’Avena, che aggiunge un tocco speciale alla narrazione.

«… Ramses II costruì un tempio scavato nella roccia, opera eterna per la prima regina Nefertari amata da Mut in Nubia per sempre e in eterno… Nefertari colei per la quale il Sole splende…»

Ci troviamo nell’anno 1275 a.C., in un periodo di splendore per l’Impero egiziano, ma anche di pericoli nascosti. Ramses II regna sul paese con l’amata regina Nefertari, una donna di straordinaria bellezza e potenza. Ma la sorpresa di Neteb, la dolce e vivace sorella della regina, è destinata a portare nuove avventure e intrighi alla corte reale. Neteb è l’unica ragazza ammessa alla Casa della Vita, una scuola riservata a pochi eletti seguiti dal Sacerdote Setne. Qui fa amicizia con Merempah, figlio di un importante funzionario del faraone, destinato a diventare un valoroso soldato. Insieme, i due giovani si troveranno ad affrontare il malvagio sacerdote Reshep, alleato del perfido dio Seth, in una lotta per proteggere il regno e la famiglia reale.

NETEB, LA PRINCIPESSA DEL NILO - VIDEOSIGLA OP/ED - CRISTINA D'AVENA

La serie, nonostante non abbia ottenuto un grande successo, riesce a trasportare lo spettatore nell’atmosfera affascinante dell’Antico Egitto, con le sue tradizioni, la sua spiritualità e la sua bellezza senza tempo. “Neteb – La principessa del Nilo” è un tesoro nascosto da scoprire, un’opportunità per conoscere e apprezzare la storia in modo coinvolgente e educativo, soprattutto per i giovani. Vale sicuramente la pena di recuperarla e lasciarsi trasportare dalle avventure di Neteb e Merempah.

La serie animata di Dungeons & Dragons

Chi nella propria vita non ha mai sentito parlare del GdR (Gioco di Ruolo) di Dungeons & Dragons, abbreviato da molti se non da tutti D&D, oppure chi non ha mai fatto interminabili sessioni di gioco col proprio gruppo, sfidando pericoli e improbabili e irrisolvibili enigmi proposti di volta in volta dal Dungeon Master (narratore) di turno? Non so voi, ma a volte rimpiango con nostalgia le partite che facevo col mio vecchio gruppo, quasi tutti i venerdì sera per ore interminabili, ma che scorrevano veloci come il lampo, in quanto ci si divertiva moltissimo e alla fine si smetteva di giocare perché finivano gli approvvigionamenti, snack e bibite, e allora in quel caso eravamo obbligati a smettere con tristezza, ma felici di sapere che la settimana successiva, salvo imprevisti, ci saremmo di nuovo riuniti per continuare la nostra avventura. Perdonate la digressione nei ricordi, ma serviva come introduzione per l’argomento di cui volevamo parlare oggi; come penso molti sanno, D&D è un famosissimo Gioco di Ruolo, conosciuto da decenni in tutto il mondo, che con il passare degli anni, ha avuto un numero elevato di versioni, aggiornamenti e di espansioni, creando un vero e proprio mito. Da D&D sono stati anche tratti due film, di cui il primo era stato interpretato da Jeremy Irons, solo che a parte il titolo e l’ambientazione, avevano poco a che fare con la vera essenza di D&D; però, forse non tutti sanno che da Dungeons & Dragons, fu tratta anche una serie animata.

Prodotta nel 1983 da Marvel Production e dalla mitica TSR (Tactical Studies Rules) e animata dalla nipponica Toei Animetion, composta da ben 3 stagioni per un totale di 27 episodi,mentre la quarta stagione, per via di imprevisiti legati ai problemi finanziari della Tactical Studies Rules, venne abbandonata, come altri progetti legati alla TSR. In Italia ci fu solo un passaggio televisivo a metà degli anni 80, sulla rete mediaset Rete 4, mentre a quanto sembra in Sud America la serie è rimasta così piacevolmente impressa che tutt’ora viene replicata, specie in Brasile. Questa serie, a differenza dei film dei libri e dei fumetti tratti da D&D, mantiene l’idea di base del gioco stesso, infatti i protagonisti sono un gruppo di ragazzi, che vengono catapultati in un mondo fantasy, e, grazie alla loro guida che trovano in quel mondo, vivono avventure diverse in ogni puntata, come una vera sessione di gioco.

DUNGEONS AND DRAGONS Cartoon Intro

La serie inizia con un gruppo di ragazzi, che recatisi al Luna Park per passare la giornata in piacevole compagnia, decidono di visitare un’attrazione che assomiglia molto al Tunnel dell’Orrore, intitolata appunto Dungeons & Dragons. Però, mentre sono a metà dell’attrazione, dal nulla si materializza davanti a loro un enorme vortice di energia, così potente che risucchia i malcapitati e li catapulta in un’altra dimensione. Appena si riprendono, i 6 ragazzi capiscono di non essere più all’interno dell’attrazione del Luna Park, e nemmeno di essere sulla Terra, infatti, davanti a loro appare un mondo completamente differente da quello a cui sono abituati dei ragazzi di città: vedono enormi valli, invalicabili montagne e sterminate foreste e tra questi si scorgono anche alcuni villaggi dominati da fiabeschi castelli. Mentre sono estasiati e anche intimoriti da quello che li circonda, vengono attaccati da due creature, un enorme Drago a più teste, simile a King Ghidora, e un essere con fattezze demoniache a cavallo di un destriero nero alato. Mentre i ragazzi cercano scampo, appare in loro aiuto una misteriosa figura, che gli dona degli oggetti magici e delle armi magiche per difendersi dall’attacco. “Tu sarai un arciere, tu un cavaliere, voi una coppia di maghi, tu un acrobata e tu un giovane barbaro”. Grazie a questi doni inaspettati, i ragazzi riescono a mettere in fuga le due creature, e si avvicinano al loro misterioso salvatore, che gli spiega che il drago si chiama Tiamat e il demone Venger, e continua rivelando: “Io sono Dungeon Master e vi guiderò nelle vostre avventure, benvenuti nel mondo di Dungeon & Dragons”. In ogni inizio puntata mentre i nostri eroi sono alla ricerca di un modo per tornare al loro mondo, dal nulla appare Dungeon Master, che ogni volta gli affida una missione da compiere fornendogli pochi e sibillini messaggi e alcuni oggetti magici che potrebbero servire durante la missione, e nel loro cammino per risolvere l’enigma e arrivare al fondo della missione, affrontano pericoli sempre differenti e a volte le apparizioni di Tiamat o di Venger, che oltre a ostacolarli nella missione cercheranno anche di sottrargli gli oggetti donati da Dungeon Master. A ogni fine avventura, dopo aver risolto con successo la missione affidatagli da Dungeon Master, oltre ad avvicinarsi sempre più alla possibilità di tornare a casa, apprendono sempre di più sui loro poteri e su loro stessi, pronti per poter affrontare la sfida successiva.

 

 

Dungeons & Dragons (cartoon) - end credits

Come specificato nell’introduzione della sigla iniziale e nelle prime puntate, D&D sembra che sia la prima serie animata che ricalca le basi del gioco, infatti non sono i protagonisti a scegliere i loro ruoli, ma è il Dungeon Master che li decide fornendogli le armi e gli oggetti e apparendo all’inizio della puntata per affidare la missione al gruppo e in certi casi anche durante la missione, per dispensare consigli o aiuto quando il gruppo è in difficoltà e senza nessuna via d’uscita, infine, naturalmente alla fine della puntata per congratularsi e dispensare la ricompensa finale; è somigliante se non identico al comportamento del Master (narratore) del gioco stesso, dove il Master dà l’incipit iniziale e dei provvidenziali aiuti, ma senza esporsi troppo, in quanto sono i giocatori che devono sviluppare e risolvere la trama, e anche la crescita dei ragazzi durante la serie, è da considerarsi come l’avanzamento di livello che avviene nel gioco. In pratica ogni puntata non era altro che una delle tante sessioni di gioco che si svolgono in D&D, e, se ci pensiamo bene, potevamo immedesimarci nei protagonisti, in quanto anche se inconsapevoli, erano dei giocatori proprio come noi.

Colgo l’occasione per salutare il mio gruppo di GdR del “Toga Club” Max, Santo, Dome, Greg, le Roi, Roby  e Postir, ragazzi abbiamo passato anni divertendoci moltissimo, questa recensione e dedicata a voi! E naturalmente a tutti gli amanti come me dei Giochi di Ruolo di qualunque tipo, genere e marca.

Alla prossima!

By Marco Talparius Lupani

La serie animata di Zum il delfino bianco

Il mare e l’oceano, hanno sempre dato ispirazione per la realizzazione di opere di vario genere, dal genere romantico, fino al genere horror, dai libri ai fumetti e dai film, alle serie televisive, storie tratte da eventi reali, come il “Titanic” fino ad opere di fantasia come “20,000 leghe sotto i mari”, alla fine queste enormi distese di acqua hanno regalato mille emozioni, dalla suspance con “lo Squalo” al romanticismo come “Love Boat”. Questa volta per voi ho ripescato, e proprio il caso di dirlo, una serie che parla un tipo particolare di pesce, più precisamente di un delfino, “Zum il deflino biano”. Questa serie di origine francese, infatti il titolo originale è “Oum le dauphin blanc”, realizzanta nei primissimi anni 70 fu creata da Vladimir Tarta e diretta da René Borg, però vi è anche una toicco nipponico, infatti una delle case di produzione fu la giapponese Eiken, per l’adattamento giapponese la serie era intitolata “Iruka to shonen”(traducibile come il delfino e il ragazzo). Realizzata una sola stagione di 13 episodi, venne trasmessa per la prima sui canali francesi della ORTF nel 1971, nel nostro paese invece su Rai 2 nel 1978 con il titolo appunto di “Zum il delfino bianco”; la serie in quel periodo divenne così famosa in Italia, tanto che la Nestlé ne acquisì i diritti di immagine e così Zum il bianco delfino divenne la mascotte ufficiale della sua tavoletta di cioccolato bianco Galak, nonostante nel 2003 i diritti di tale licenza siano decaduti, la Nestlé ha continuato ad utilizzare come simbolo per il Galak un delfino simile all’originale Zum.

Zum il Delfino Bianco - Sigla Iniziale (1971)

La trama si svolge nei pressi di un’isola tropicale dove abitano due ragazzi Gianni e Marina, due fratelli che vivono insieme allo zio Pietro un vecchio marinaio, qui il trio fa conoscenza di un delfino bianco a cui danno il nome di Zum. Il gruppo arricchito dal koala Raoul e dal merlo Seneca, che funge da traduttore tra gli umani e i delfini, e la compagna di Zum, Nanum e il loro piccolo cucciolo di delfino Titum. Così Gianni e Marina vivono splendide avventure subacquee alla scoperta di cose sempre più nuove e meravigliose, insieme al loro amico Zum, il delfino bianco.

Spot- Cioccolato GALAK Nestlè - 1987

Una serie poco longeva, solo 13 episodi, ma ricca di avventura, oltretutto prima di affrontare il mare, lo zio dei due ragazzi spiegava le varie insidie e pericoli che le pacifiche acque potevano nascondere, ed inoltre spiegava ai due ragazzi come comportarsi prima durante e dopo ogni immersioni, per evitare spiacevoli imprevisti, oltre ad una cultura di flora e fauna marina, una sorta di tutorial; poi era anche bello vedere quel simpatico delfino sulle confezioni di quel buon cioccolato bianco!

Oum le dauphin blanc : le clip

Una seconda serie, modernizzando i personaggi, è stata commissionata da TF1 e trasmessa dal 2015. In questa nuova serie la videografica è minimale e sintetica con un un effetto 2D (tecnica di ombreggiatura della celluloide), pochissimi effetti strutturali. L’animazione di questi nuovi 52 episodi (si possono reperire in streaming su Tf1 e, in alcune nazioni, su Netflix) di circa 11 minuti è molto fluida. Gli episodi possono essere visti in qualsiasi ordine, ma a volte possono essere accoppiati per formare uno lungo.

Le Fantastiche Avventure dell’Astronave Orion

I decenni che partono dagli anni 50, fino agli anni 70, sono stati un’epoca d’oro per la fantascienza, anche perché molte di queste pellicole sia film che serie televisive traevano spunto dalle tensioni della Guerra Fredda creatasi tra il blocco Sovietico e quello Statunitense, infatti alcuni film che parlavano di invasioni aliene, sembravano quasi un velato avvertimento di fare attenzione al “nemico” facendo intendere che invece dall’altra parte dello spazio, poteva provenire da “oltre cortina”… Comunque non siamo qui per fare politica ma per parlare di fantascienza, e scusatemi per l’introduzione prolissa. Questa volta volevo parlare di una serie televisiva davvero interessante, che io considero un vero cult degli anni 60 pari a UFO SHADO, e come sempre questo è solo il mio parere personale, ricca di colpi di scena, azione e battaglie nello spazio.

La serie in questione si intitola “Raumpatrouille – Die phantastischen Abenteuer des Raumschiffes Orion”, tradotto da noi con il titolo “Le fantastiche avventure dell’astronave Orion”, serie televisiva trasmessa nel 1966 dalla rete televisiva tedesca ARD, divenne in breve la serie più seguita dell’allora Germania Ovest, in quanto all’epoca la Germania era divisa in due blocchi, vennero prodotti un totale di 7 episodi, poi visti gli alti costi di produzione venne cancellata dopo il settimo e ultimo episodio, in Italia vi furono due passaggi televisivi, uno sulla Televisione Svizzera Italiana e l’altro passaggio su Telemontecarlo, la Rai trasmise la serie solo parzialmente.

Le avventure dell'astronave Orion - Sigla

 

Siamo nell’anno 3000, la Terra si è unita sotto un’unica federazione, e l’umanità ha colonizzato il sistema solare e buona parte del cosmo, a difendere le basi e le colonie umane, nonché la Terra stessa, è un corpo spaziale d’élite che viaggia per il cosmo su veloci e futuristici incrociatori a forma di disco volante, al comando di uno di essi, l’astronave Orion vi è il coraggioso e a volte spavaldo, comandante McLane, che con il suo fedele equipaggio, pattuglia ogni angolo dello spazio governato dall’uomo per difenderlo da ogni minaccia che gli si presenta, infatti dallo spazio remoto, giunge una terribile minaccia, una razza spaziale di umanoidi di aspetto translucido che si fa chiamare Frogs, il cui unico scopo e dominare la razza umana e i pianeti che essi hanno faticosamente conquistato, utilizzando ogni mezzo per raggiungere tale scopo. Però il comandate McLane a bordo della Orion, riesce senza non poche difficoltà a mettere sempre i bastoni tra le ruote agli invasori, impedendogli di realizzare le loro trame e ricacciandoli sempre nello spazio profondo da dove essi provengono.

Astronave Orion Theme

Visti gli alti costi all’epoca, per realizzare la serie dopo il 7° episodio venne cancellata, nonostante il successo che ebbe in Europa, in quanto la serie piaceva al pubblico, sorte avversa anche quando venne trasmessa negli Stati Uniti, in quanto essa era totalmente in bianco e nero, e il pubblico Americano era già abituato a vedere le serie televisive a colori, cosa che ha penalizzato molto la serie, oltre al fatto che in quel periodo veniva già trasmessa Star Trek e così il pubblico americano preferì di gran lunga la visone di quest’ultima. Nonostante la cancellazione della serie, non vi è il pericolo di un finale aperto, in quanto ogni episodio, della durata di 60 minuti, era autoconclusivo, anche se essi avevano un filo conduttore comune, si riesce a godere appieno la serie senza trovare buchi narrativi, come accade in altre serie televisive cancellate dall’oggi al domani. Si riesce ancora a trovare la serie in quanto ne venne realizzato un cofanetto in DVD contenente oltre agli episodi, anche molti contenuti speciali.

Han Solo, il guerriero stellare di Brian Daley

Manca poco all’uscita del nuovo film Disney dedicato alla The Star Wars Story, più precisamente al film dedicato a un personaggio affascinate quanto controverso nella storia di Star Wars: Han Solo.  Affascinate, in quanto la sua figura di contrabbandiere che sfida le regole e le leggi per seguire il suo istinto avventuroso, e che alla fine si lascia tutto alle spalle per abbracciare una causa che all’inizio sembra persa, in nome di un amicizia e di un amore ricambiato da una principessa, nato dalla battaglia; e controverso, perché nella prima versione del film Star Wars, Han Solo per sfuggire da Greedo, tirapiedi di Jabba the Hutt, spara per primo, mentre come si è visto nella versione rimasterizzata del film, è stato aggiunto un colpo da parte di Greedo come se Han avesse sparato per legittima difesa, spaccando così i fan in due fazioni, chi voleva Han leale e chi invece piaceva la figura del fuorilegge spaziale.

Nel film che deve uscire si narra la giovinezza di Han Solo, prima dei fatti di Yavin 4, e ci racconterà chi era e cosa faceva prima di diventare il “Solo” che oggi conosciamo. Però questo film non è il primo che parla di Han Solo. Prima degli eventi di Star Wars The New Hope, parte del passato di Han Solo ci viene svelato anche in un libro uscito decenni fa anche qui in Italia,“Han Solo Stars End” tradotto in “Han Solo Guerriero Stellare”.

Questo libro che ho trovato nella libreria del mio collega/compagno Talparius e che mi ha consigliata vivamente di leggere, cosa che ho fatto e di cui non mi pento, era stato editato da Urania, collana di libri della casa editrice Mondadori interamente dedicata alla fantascienza, questa edizione è del 1980, l’autore è Brian Daley che creò una trilogia  dedicata ad Han Solo intitolata “Han Solo Adventures”  però qui da noi venne solo editato uno dei libri Han Solo Stars End appunto e gli altri due sono tutt’ora inediti qui in Italia, mentre invece negli Stati Uniti oltre a essere uscita tutta la trilogia di libri, visto il successo, ne è divenuta anche una serie a fumetti facente parte dell’Universo Espanso di Star Wars.

 

La storia è ambientata prima della battaglia di Yavin contro la Prima Death Star, circa due anni prima che Han Solo incontrasse in una taverna di Mos Eisley su Tatooine, il Maestro Jedi Obi-Wan Kenobi e il futuro eroe della galassia Luke Skywalker. Il tutto si svolge in un lontano settore della galassia, uno dei pochi fuori dal controllo dell’Impero Galattico di Palpatine, questo settore viene chiamato “Settore Collegato” e la massima autorità che governa all’interno di questo settore è un’organizzazione criminale che si è autodefinita Autorità. Tale organizzazione grazie alle sue risorse, ha preso il possesso di tutti i mondi del “Sistema Collegato”. Questi mondi per la maggior parte sono completamente privi di forme di vita senzienti, ma in compenso sono ricchissimi di risorse naturali e minerali.  Con la promessa di una facile ricchezza vista la vastità di tale settore e dell’abbondanza di materie prime, in molti sono venuti dai vari angoli della galassia, specie senzienti provenienti da pianeti privi di risorse, reietti, diseredati, o semplici coloni, che si sono diretti nel “Settore Collegato” per fare fortuna, avere una vita migliore o semplicemente ricominciare da capo e avere una seconda possibilità. Però, per colpa dell’Autorità, essi vivono quasi alla stregua di schiavi sotto il loro giogo, e anche se in molti cercano di ribellarsi, quello che manca non è il coraggio, ma le armi e altre risorse per contrastare l’Autorità; ed è qui che entra in gioco il nostro eroe, infatti Han Solo insieme al suo copilota e amico Chewie il gigantesco Wookiee, a bordo del Millenium Falcon, prendono l’occasione al volo e iniziano a contrabbandare all’interno del “Settore Collegato” armi e altri generi, ai ribelli e ai lavoratori del sistema stesso, facendola in barba all’Autorità. Per un bel periodo sembra che gli affari per i due contrabbandieri vadano benissimo, tanto che per Han sembra la volta buona per poter finalmente saldare i vari debiti che lui e Chewie hanno lasciato in giro per la galassia, finché un giorno una vecchia conoscenza proveniente dal passato di Han Solo, non gli chiede un aiuto per un impresa pericolosa in ricordo dei vecchi tempi e anche di un facile e favoloso guadagno, da quel momento in poi per Han Solo e Chewie i guai non mancheranno e nemmeno nuovi e potenti nemici per i due contrabbandieri, che tra scontri stellari e colpi di blaster, cercheranno non solo di guadagnare un buon bottino ma anche di portare sana e salva la pelle.

Un romanzo molto carino e ricco di colpi di scena, non eccelso come altri romanzi di fantascienza, ma in certi momenti la lettura vi trascinerà fino a scoprire come si svolge un certo evento e in altri casi vi strapperà un largo sorriso, consigliato per chi ama il personaggio  Han shoots first (Han spara per primo) invece dell’Han corretto, però questo libro era stato scritto in un momento in cui il “politicamente corretto” non esisteva ancora e si poteva scrivere e disegnare ogni cosa, in quanto tutte queste avventure erano frutto di pura e semplice fantasia. Una nota non negativa, ma direi comica è l’adattamento e la traduzione di alcune cose, infatti non spaventatevi se nel leggere il romanzo troverete Raggio Trattore invece di Traente e invece di Millennium Falcon leggerete Falcone Millenario o semplicemente Falcone, dopotutto erano altri tempi; se avete la fortuna di trovarlo in qualche libreria o bancarella di libri usati, se siete dei veri appassionati di Star Wars senza pregiudizio, vi consiglio di prenderlo in quanto è una bella lettura veloce e divertente.

 

 

Full Throttle Remastered

Per Ben non c’era nulla come la sensazione di libertà che provava in sella alla sua moto; asfalto, rombo del motore e orizzonte davanti a se. Questa era la sua vita prima dell’incontro con Maureen… Dopo ben 22 anni eccoci tornare a cavalcare la mitica moto del capo dei Polecats in questa versione Remastered della classica avventura (non proprio) punta e clicca Lucas Arts del 1995. Al termine di una piacevole bevuta con Malcom Corley, ultimo magnate delle industrie motociclistiche, Ben si ritrova svenuto in un cassonetto dell’immondizia, abbandonato dalla sua banda e privato delle chiavi della sua preziosissima moto; questa è brevemente la storia dell’avventura più da “centauri” di sempre.

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DAI GAS: In questo gioco la storica interfaccia SCUMM venne sostituita da una versione più “metal” rappresentata da un teschio, un pugno e uno stivale. Selezionando gli occhi il protagonista osserva quanto indicato dal puntatore, con la bocca si fanno partire i dialoghi, il pugno serve per utilizzare gli oggeti o “manipolare” alcune scene e il calcio è indispensabile per… scalciare ovviamente! Questa tipologia di interfaccia ha però reso le interazioni e gli enigmi in media molto più semplici di quelli proposti nei passati titoli Lucas Arts, adirittura in Full Throttle non capiterà mai di dover “combinare” due oggetti assieme (impensabile ai tempi di Monkey Island o Maniac Mansion). Diversamente dagli altri classici però in questo gioco ci troveremo a dover affrontare alcune sessioni di folli pestaggi su due ruote per proseguire nella trama. Quindi mentre il gameplay semplice e intuitivo può aiutare anche i neofiti delle avventure ad avvicinarsi al gioco, la longevità non risulta certo essere uno dei punti forti dello stesso. Pochi veri enigmi, nessuna manipolazione di oggetti, mancanza di passaggi fuori di testa tipici della Lucas Arts; purtroppo Full Throttle non risulta molto lungo da terminare. Questa versione Remastered esce su Pc e Ps 4 con una grafica pulita e priva dei simpatici pixelloni di una volta, questa operazione di “lifting” svecchia sicuramente il titolo ma ne compromette un pò il feeling per i più nostalgici. In questa edizione sono stati anche aggiunti i commenti dei programmatori, i bozzetti delle location visitate e una specie di juke box con le canzoni presenti nel gioco (queste features vengono sbloccate mano a mano proseguendo nel gioco). La cosa più piacevole di Full Throttle sono le decine di “easter eggs” da assaporare in caso foste appassionati, in generale, delle opere di Lucas (movies and games): citazioni da Star Wars, loghi visibili in tatuaggi, etc. Tante piccole chicche che potrebbero mandare in sollucchero qualsiasi fan!


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FERMATI ALL’AUTOMATICO: In definitiva Full Throttle Remastered ricade nella campagna “amarcord” che ultimamente va di moda per le classiche avventure grafiche di un tempo, ovvero qualche ammodernamento e qualche extra per riproporre i giochi che hanno fatto la storia su pc. Purtroppo rispetto ad altri titoli Lucas Arts soffre di semplicità e breve durata. Ma l’umorismo di Ben vi strapperà sicuramente più di una risata!

VOTO: 7.5

DISPONIBILITA’: PC – PS4

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