Il 24 giugno 2025, il nostro paese ha perso un pezzo importante del suo immaginario pop: Alvaro Vitali, l’attore romano noto per aver incarnato il mitico Pierino e simbolo immortale della commedia sexy all’italiana, ci ha lasciati all’età di 75 anni. La notizia della sua scomparsa ha fatto rapidamente il giro dei social, delle testate giornalistiche e dei cuori di migliaia di italiani cresciuti negli anni ’70 e ’80, quando i cinepanettoni ancora non erano stati inventati e la risata si serviva scollacciata, sincera, sfacciata.
In un’epoca in cui l’umorismo era più anarchico che corretto, più grezzo che filtrato, Vitali rappresentava un baluardo dell’irriverenza nostrana. Un’icona nerd a modo suo: non aveva una spada laser, ma un diario scolastico pieno di freddure; non guidava un’astronave, ma si muoveva tra cattedre, bidelli, professori, e un esercito di Edwige Fenech, Lino Banfi, Renzo Montagnani e Gloria Guida.
Da comparsa felliniana a supereroe delle risate
Per noi nerd (e cinefili) Alvaro Vitali non era solo Pierino. Era l’“uomo piccolo” che aveva avuto l’occhio di Federico Fellini, capace di scolpirlo tra i corpi bizzarri e poetici di Roma, I Clowns e Amarcord. Non è un caso: Fellini sapeva riconoscere le maschere italiane più autentiche e universali, e Vitali con quella sua faccia stralunata, un po’ da pagliaccio, un po’ da bambino eterno, ne incarnava l’anima.
Ma fu il passaggio alla commedia erotica a trasformarlo in leggenda. Nei panni di Pierino – scolaro insolente, genio della battuta spinta, paladino del doppi sensi – Vitali divenne un’icona. I suoi film, da Pierino contro tutti a Pierino colpisce ancora, erano gli equivalenti trash della nostra mitologia greca: ogni spettatore sapeva che sarebbero stati volgari, sconclusionati e ripetitivi… ma li si guardava lo stesso, con lo stesso spirito con cui oggi si riguardano meme o si bingeano serie animate vintage.
Pierino era l’anti-eroe perfetto per l’Italia post-sessantottina: ribelle, scorretto, incapace di rispettare l’autorità, ma capace di conquistare il pubblico di ogni estrazione, dalla classe operaia al borghese con il giornale sotto il braccio.
L’icona che ha anticipato il meme
Nel nostro tempo iperconnesso, dove i tormentoni vivono e muoiono in 24 ore, Alvaro Vitali è stato un meme vivente ante litteram. Quelle sue smorfie, le battute nonsense, le gag reiterate all’infinito, i doppi sensi martellanti: tutto in lui era un’anticipazione del linguaggio virale che oggi domina TikTok e YouTube. E infatti, su TikTok, Pierino era rinato negli ultimi anni tra remix audio, reazioni ironiche e montaggi deliranti. Anche chi non aveva mai visto un suo film ne conosceva la voce, le espressioni, gli “accidenti!” gridati con gli occhi sgranati.
Come Totò e Fantozzi, Pierino-Vitali appartiene alla schiera delle maschere comiche italiane che sono entrate nel codice genetico della cultura popolare. Solo che dove Totò era arte, e Fantozzi era tragedia, Pierino era la caciara pura, l’umorismo da ricreazione, il fischio nell’aula scolastica, il motorino truccato sotto casa. Era la periferia romana che rideva di se stessa, ma anche un pezzo di Italia che non si prendeva sul serio.
Un eroe nerd a modo suo
Se oggi abbiamo i supereroi della Marvel, Vitali è stato il nostro Deadpool ante litteram: irriverente, sboccato, fuori controllo, fuori contesto. Ma a differenza dei supereroi digitali, lui era carne, sudore, voce stridula e risata “live”. Nessuna CGI, solo fisicità comica e un talento mimico da scuola d’avanspettacolo. Nessun addestramento da ninja, solo la scuola della strada e un istinto comico naturale.
Anche i nerd hanno bisogno di ridere, e Alvaro Vitali ha avuto il merito di rendere accessibile il comico a tutti, senza filtri, senza intellettualismi. I suoi film – ora reliquie da cult – erano l’equivalente italiano delle VHS grattate e consumate, i “film proibiti” che si guardavano di nascosto a casa del cugino più grande. Erano la controparte popolare ai robottoni giapponesi e agli episodi di Lupin trasmessi in seconda serata. E sì, anche questo è cultura nerd.
Addio, Pierino. Ora puoi marinare la scuola del cielo
Ora che Alvaro ci ha lasciati, immaginiamo che abbia finalmente “marinato la scuola per sempre”, come avrebbe detto lui. Forse lassù ci sono cattedre con prof. severissime, e lui è già lì a farle impazzire. Forse c’è un cielo a luci rosse tutto per lui, con gli amici del cinema di una volta: Banfi, Fenech, Bombolo, Montagnani. E forse, in un angolo, Federico Fellini sorride ancora del suo Pierino come della maschera più sfrontata dell’Italietta post-boom.
Il mondo ha perso un attore. L’Italia nerd ha perso un simbolo.
Grazie, Alvaro Vitali. Per le risate, per la faccia, per le barzellette. Per averci insegnato che anche un bulletto senza peli sul petto può diventare una leggenda.
Pierino non fa più parte della classe, ma sarà sempre primo in condotta… del cuore.