Il 2 maggio è il World Password Day

Il World Password Day, celebrato ogni 2 maggio, ci fa riflettere sull’importanza di proteggere le nostre password e adottare le giuste misure di sicurezza per evitare che i criminali informatici possano accedere alle nostre informazioni sensibili. Le password non sono solo delle semplici combinazioni di caratteri che usiamo per accedere ai nostri account online, ma sono fondamentali per proteggerci da possibili attacchi e violazioni della nostra privacy. In un’epoca in cui trascorriamo sempre più tempo online, la sicurezza dei nostri dati personali è diventata ancora più cruciale.

Il numero di password che dobbiamo gestire è cresciuto notevolmente e questo sta diventando sempre più complicato per gli utenti, sia a livello personale che professionale. Le richieste di reset delle password costituiscono spesso la maggior parte dei ticket dell’help desk IT, portando a una perdita di produttività e ad un aumento dei costi di supporto per le aziende. Inoltre, le password sono vulnerabili e facilmente compromettibili, come dimostrano i dati del Verizon Data Breach Investigation Report che indicano che l’81% delle violazioni avviene attraverso il furto delle credenziali.

Dati allarmanti rivelano che milioni di persone in tutto il mondo utilizzano ancora password deboli come “123456” e che un utente su quattro scrive ancora la propria password su un foglio di carta. Queste informazioni sono preziose per gli hacker che possono sfruttarle per accedere ai nostri profili online. L’aumento delle infezioni informatiche e degli attacchi di hacking ci spinge a proteggere la nostra vita digitale, adottando misure di sicurezza come l’uso di password complesse e il blocco dei file sensibili.

Il sondaggio di Kaspersky evidenzia che una buona parte degli utenti ha subito tentativi di hacking e ha dovuto affrontare costi come conseguenza. Proteggere la nostra privacy e tenere al sicuro le nostre informazioni personali è fondamentale per evitare conseguenze spiacevoli. È importante adottare le misure di sicurezza più appropriate e utilizzare le password in modo corretto per garantire la protezione dei nostri dati online. Solo così possiamo evitare brutte sorprese e mantenere la nostra privacy al sicuro.

Happy 501st Legion Day

Oggi, 1 maggio è il Giorno della 501st Legion, a.k.a. Vader’s Fist. Un giorno speciale che sfrutta l’assonanza della data (scritta nella maniera anglosassone 5-01) per festeggiare il più grande club di costumi imperiali di Star Wars al mondo che, nel 2022, ha festeggiato i 25 anni di attività!

Con più di 10.000 membri attivi (il numero raddoppia vertiginosamente  quando si fa il conto dei membri in pensione o inattivi) divisi in “Guarnigioni” (Garrison) in circa 50 nazioni, la 501st Legion ha il preciso intento di radunare fan dei costumi della saga creata da George Lucas, dando loro una identità collettiva sotto il cui nome operare con un regolamento preciso e condiviso.

La mission del gruppo si riassume in 3 punti fondamentali:

  • promuovere Star Wars, celebrare la sua mitologia e promuovere il marchio, dando ai fan una comunità nella quale farlo;
  • portare nella realtà il fascino dei costumi della saga, studiando, realizzando ed indossando questi costumi, per soddisfazione personale (hobby) e per l’intrattenimento del pubblico che può finalmente interagire dal vivo con gli spettacolari personaggi della saga;
  • contribuire alla comunità utilizzando questi costumi e le nostre risorse collaborando con associazioni benefiche, visite negli ospedali e contribuendo con raccolte fondi destinate ad aiutare chi è meno fortunato di noi. Nel 2013 le attività della 501st hanno raccolto ben 16 milioni di dollari in tutto il mondo!

Grazie alla serietà dimostrata negli anni ed all’accuratezza dei costumi, 501st Legion è l’unico gruppo di costuming imperiale ufficialmente riconosciuto ed autorizzato dalla LucasFilm Limited (LFL) come Star Wars testimonial; i membri del gruppo collaborano attivamente con Disney/Lucasfilm per la promozione del brand Star Wars prestando l’immagine per eventi ufficiali oltre a partecipare attivamente a numerose altre iniziative tra cui spiccano eventi di beneficenza.

Nel 2004, il noto scrittore Timothy Zahn, dietro approvazione della Lucasfilm, rese onore alla legione incorporando la “501st Legion Elite Stormtrooper Unit” nel suo romanzo Survivor’s Quest. Da allora molti altri scrittori hanno inserito la 501st Legion nei loro racconti inserendone il nome a tutti gli effetti nell’universo di Guerre stellari. In omaggio al gruppo, in Star Wars: Episodio III La Vendetta dei Sith, la legione di cloni blu che Darth Vader conduce nel Tempio Jedi durante lo sterminio dei cavalieri è stata nominata proprio con il numero 501, rendendo cosi ufficialmente il nome del gruppo nella timeline Canon della saga. Nel film del 2015, Star Wars: Episode VII The Force Awakens, si può invece vedere il logo della  501st può essere visto nel rifugio di Maz Kanata.

Tutto è iniziato con un solo uomo, il fondatore Albin Johnson.

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Quando Johnson iniziò a raccogliere le sue prime truppe era il lontano 1997, tramite il suo sito web, Detention Block 2551, non poteva di certo immaginare che la sua idea di trasformare normali appassionati in truppe d’assalto imperiali, i leggendari stormtrooper potesse espandersi in 25anni nell’associazione mondiale;  lo stesso , dice Johnson ha affermato:

“Nei tuoi sogni fantasiosi lo speri… Ma quando cresci, smetti di credere che una possibilità così fantasiosa possa avverarsi … ma tu hai sempre dei sogni. Tutti noi abbiamo un’obiettivo a cui non possiamo rinunciare. Non ho mai quantificato coscientemente dove saremo potuti arrivare insieme. Se avessimo avuto un gruppo di 100 stormtrooper sarebbe già stato un grandioso risultato!”. Ma questo non bastava al ragazzo della Carolina del Sud che ha voluto semplicemente avviare un club per incontrare persone. Ora, a 20 anni di distanza, quando si trova ad eventi mastodontici come la Star Wars Celebration o anche una semplice convention, Johnson è circondato da “anime gemelle”. Quello era il suo obiettivo a lungo termine: “Volevo essere in grado di andare agli eventi ed avere un gruppo così riconoscibile anche da persone che non ho mai incontrato prima!”.

Johnson sottolinea l’idea di essere connessi: sostiene infatti che una volta si riconoscevamo i membri di un gruppo per la loro “stretta di mano” segreta, in effetti, indossare le armature imperiali non è poi così lontano perchè anche questi candidi indumenti corazzati  sono in grado di fondare legami più duraturi del cemento:

“Volevamo qualcosa in cui c’era un senso di fraternità, cameratismo. Con le persone giuste si diventa un gruppo coeso in cui ci si sente fieri, dopotutto l’emozione di indossare un’armatura da assaltatore è di per se un’emozione speciale, ma indossarla con altre 20 o 30 persone in contemporanea la rende unica”.

La Star Wars Celebration del 2002, cinque anni dopo la nascita della legione, ha segnato un punto di svolta per l’organizzazione: lo storico incontro con Mary Franklin. “Non dimenticherò mai quanto fossi nervoso ad incontrare una persona che lavorava per Lucasfilm”, racconta Johnson. “Volevo davvero fare una buona prima impressione e volevo che capissero quale fosse l’intento dietro tutto”.

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Ma Johnson deve aver fatto proprio una buona impressione visto che la Franklin e Steve Sansweet hanno riposto la loro fiducia nella 501 tanto da utilizzarla per rafforzare la sicurezza dell’evento, semplicemente grazie alla loro presenza. In particolare, il gruppo è stato particolarmente utile nella sala da ballo Sagamore del Centro Congressi di Indiana, dove è stata mostrata una clip esclusiva del film Attack of the Clones. L’evento si è concluso dunque con il legame tra Lucasfilm e la 501 e l’inizio di una collaborazione che dura ancora oggi. “Credo davvero che sia stato un punto molto importante della nostra storia perché Mary e Steve hanno visto che potevamo essere utili, in maniera professionale, al brand Star Wars. In quel momento il matrimonio tra Lucasfilm e 501st Legion è nata “, racconta Johnson.

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Mentre la Legione continuava ad aumentare i propri adepti, Johnson doveva trovare un sistema per consolidare la crescita della community dandole una organizzazione dal respiro internazionale: l’idea era quella di creare le così dette “Garrison” (come, nel nostro paese la 501st Italica Garrison) utilizzando una gerarchia simile a quella che contraddistingueva l’Impero nelle pellicole cinematografiche. “E’ una grande sfida creare un sistema coerente con il giusto rispetto della gerarchia creata per premiare chi ha lavorato in maniera eccellente per il gruppo facendogli compiere un’ascesa verso i gradi imperiali, gradi che creano emozione e ispirano rispetto. Non una struttura totalitaria però che ponga il rischio di tarpare le ali all’intero gruppo”. Per questo l’invenzione delle unità locali, via via in tutto il mondo con una struttura agile capace di adattarsi senza tradire i valori del gruppo. “Abbiamo costruito le Garrison come la spina dorsale della Legione. Siamo tutti più forti come Garrison che fanno parte della Legione internazionale, ma ognuno si deve sentire a casa nella propria guarnigione locale con la quale collabora” continua Johnson.

Nel 2004 Albin Johnson ha affrontato la sua sfida più terribile, alla sua piccola figlia Katie venne diagnosticato un tumore al cervello che non le avrebbe lasciato la possibilità di crescere. Katie, espresse un ultimo desiderio: affrontare questo suo triste destino con accanto un droide come R2-D2 come Padmè ne “L’attacco dei Cloni”. Per amore di Katie fu costrutito il droide rosa R2-KT che iniziò a girare gli States per raccogliere fondi. Proprio in ricordo di questa triste storia, il droide è diventato una mascotte per la Lucasfilm che ne ha fatto uno dei personaggi della sua saga stellare facendolo apparire nel settimo capitolo di Star Wars e in numerosi episodi delle proprie serie animate. Proprio per la partecipazione di R2-KT in The Force Awakens, così il padre di Katie racconta dell’idea di questo cameo:

“Mary Franklin della Lucasfilm mi ha chiesto di sottoporre l’idea a Kathleen Kennedy (Presidente Lucasfilm), e dopo aver sentito la storia del nostro ambasciatore di speranza rosa ci ha richiesto di spedirla a Londra nei primi mesi dello scorso anno. Abbiamo fatto delle riparazioni veloci e se ne è andata per 6 mesi” dice Johnson in una e-mail. Anche se non può svelare quando potremmo aspettarci di vedere il droide rosa, ci ha assicurato che apparirà sicuramente”. 

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Johnson è ancora molto coinvolto nei vari aspetti della Legione, sia sulle Garrison locali che rispondendo direttamente a chi chiede informazioni sulle armature, dopotutto possiede tre set TK armor e un’armatura Boba Fett. Anche dopo 25 anni, Johnson spende moltissimo tempo, ogni giorno, nel contatto diretto con i membri di legione. “Sono sempre a disposizione per rispondere ai questi, sinceramente non credo si possa immaginare quanto tempo si spende ogni giorni per rispondere alle mail o a Facebook cercando di mantenere un rapporto con i membri regolari della Legione, dando consigli alle persone che vorrebbero entrare in qualche Garrison e che mi vogliono semplicemente conoscere! Per le domande tecniche cerco sempre di indirizzare le persone che mi scrivono all’ufficiale di Legione più adatto a prendersi cura della richiesta … ma è veramente un’enorme quantità di tempo…!”.

Immaginando come il gruppo continuerà a crescere nei prossimi 25 anni, probabilmente Johnson non si metterà mai in pensione. Durante la grande festa per i 20 anni che si è svolta alla Celebration Orlando, Johnson  ha commentato:

“Proprio festeggiare è una delle espressioni più pure dell’obiettivo originale che avevo in mente, circondato da persone speciali che condividono questa energia positiva!”

La 501st Italica Garrison il distaccamento Italiano della 501st LegionIl gruppo vede ufficialmente la luce il 25 Novembre 2001 a Roma, all’interno della manifestazione Romics, in cui si ritrova finalmente in costume quello che è, di fatto, il nucleo fondatore e da cui si darà inizio ad una serie di partecipazioni ad eventi quali fiere del fumetto e ludiche, conventions di fantascienza, uscite promozionali e collaborazioni ufficiali in occasione della distribuzione dei film, eventi tematici collegati al brand SW, eventi sportivi, parate, eventi di beneficenza.e altre presenze pubbliche riscuotendo un sempre maggior successo da parte del pubblico. Tra le collaborazioni più importanti citiamo quelle con: Lucasfilm LTD,  Disney, Warner Bros, RAI, 20th Century Fox, Microsoft, Activision, Lego, Croce Rossa Italiana, UNICEF, AMREF, LILT Lega Italiana per la lotta contro i tumori.  501italica.com/

Molte dell’informazioni di questo articolo sono state riprese dall’articolo di Amy Ratcliffe su Star Wars.com.

Combattere la voglia di pane e pizza: guida scientifica per un’alimentazione consapevole

Pane e pizza, due capisaldi della dieta mediterranea, possono talvolta diventare protagonisti di voglie irresistibili. Cedere a questi impulsi, però, può portare a un consumo eccessivo di carboidrati, con il rischio di sviluppare disturbi metabolici come obesità e diabete di tipo 2.

In questo articolo, esploreremo le cause scientifiche dietro la “carb craving” e forniremo soluzioni concrete per placare la voglia di pane e pizza in modo sano e consapevole.

Le cause della “carb craving”

Il desiderio di pane e pizza spesso deriva da piccoli errori alimentari:

  • Carenza di nutrienti sazianti: Un apporto insufficiente di fibre, proteine e verdure nei pasti principali aumenta la fame e la predisposizione ai carboidrati.
  • Eccesso di zuccheri semplici: Consumare cibi ricchi di glucosio (salse, intingoli, dolci) innesca un circolo vizioso di picchi glicemici e voglia di zuccheri.
  • Variazioni glicemiche: Bruschi aumenti e cali della glicemia stimolano la produzione di insulina, l’ormone che regola il metabolismo degli zuccheri, aumentando la fame di cibi ricchi di carboidrati.

Strategie per contrastare la “carb craving”

  1. Scegliere carboidrati integrali: Optare per pane e pizza integrali garantisce un assorbimento più lento degli zuccheri e un maggior senso di sazietà grazie al contenuto di fibre.
  2. Iniziare il pasto con verdure: Consumare un’insalata mista o verdure crude prima di pane e pizza aiuta a rallentare l’assimilazione degli zuccheri e a ridurre la quantità di cibo ingerito.
  3. Evitare abbinamenti ipercalorici: Evitare di accompagnare pane e pizza con cibi salati (pesto, sughi pronti, salumi) o bevande zuccherate (birra, vino, bibite gassate) che aumentano il carico glicemico e la fame.
  4. Regolare la glicemia: Mantenere livelli glicemici stabili aiuta a controllare la fame e a ridurre le voglie di cibi ricchi di zuccheri. Consumare pasti regolari e bilanciati, fare attività fisica costante e limitare gli zuccheri semplici sono strategie chiave per la regolazione glicemica.

Conclusione

Combattere la “carb craving” non significa eliminare pane e pizza dalla propria dieta, ma imparare a consumarli con moderazione e consapevolezza. Seguendo le strategie illustrate in questo articolo, è possibile soddisfare il palato senza compromettere la salute e mantenere un rapporto sano con il cibo.

CAPTCHA: La storia del test di Turing online per distinguere gli umani dai bot

Nel mondo digitale odierno, i CAPTCHA sono diventati una presenza ubiqua. Li incontriamo ogni volta che ci iscriviamo a un sito web, effettuiamo un acquisto online o accediamo a un forum. Ma cosa sono esattamente i CAPTCHA e come sono nati?

Le origini del CAPTCHA: un test di intelligenza per distinguere gli umani dai bot

La storia dei CAPTCHA inizia nel 2000, quando Luis von Ahn e Manuel Blum, due ricercatori della Carnegie Mellon University, si resero conto del crescente problema degli spam e degli attacchi automatici ai siti web. Per contrastarli, proposero un nuovo sistema di autenticazione basato sul test di Turing, un test ideato da Alan Turing nel 1950 per valutare la capacità di una macchina di esibire un comportamento intelligente equivalente o indistinguibile da quello umano.

Come funzionano i CAPTCHA?

I CAPTCHA presentano all’utente una sfida che solo un essere umano può risolvere, come distinguere immagini sfocate, leggere testo distorto o identificare oggetti in fotografie. I bot, non possedendo le stesse capacità cognitive degli umani, falliscono miseramente in queste sfide.

L’evoluzione dei CAPTCHA: dalla semplice digitazione alla multimodalità

Inizialmente, i CAPTCHA consistevano in semplici compiti di digitazione di testo distorto. Tuttavia, con l’avanzare della tecnologia, anche i bot sono diventati più sofisticati, rendendo necessario lo sviluppo di CAPTCHA più complessi. Oggi, i CAPTCHA possono includere attività come il riconoscimento di oggetti in immagini, la risoluzione di puzzle o l’ascolto e la trascrizione di audio.

L’inventore del CAPTCHA: Luis von Ahn

Luis von Ahn, nato in Guatemala nel 1978, è un informatico e imprenditore noto per il suo lavoro nel campo della sicurezza informatica e dell’interazione uomo-computer. Oltre all’invenzione del CAPTCHA, von Ahn ha co-fondato reCAPTCHA, un sistema CAPTCHA più avanzato che sfrutta il lavoro umano per digitalizzare libri e giornali.

Il futuro dei CAPTCHA: verso sistemi più accessibili e inclusivi

Nonostante la loro efficacia nel contrastare gli attacchi automatici, i CAPTCHA non sono privi di critiche. Alcune persone li trovano frustranti e difficili da completare, specialmente per chi ha disabilità visive o cognitive. Per questo motivo, i ricercatori stanno sviluppando nuovi sistemi di autenticazione più accessibili e inclusivi, basati su tecniche di intelligenza artificiale e biometria.

In conclusione, i CAPTCHA hanno svolto un ruolo fondamentale nella lotta allo spam e agli attacchi automatici sui siti web. Sebbene non siano perfetti, continuano ad evolversi per rimanere al passo con le minacce informatiche in continua evoluzione. Il futuro dei CAPTCHA potrebbe includere sistemi più accessibili e basati su intelligenza artificiale, garantendo la sicurezza online senza discriminazioni.

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Baloo è un orso labiato: tra realtà e finzione Disney

L’orso labiato, noto anche come Melursus ursinus, è l’ispirazione di uno dei personaggi più amati della Disney, Baloo de “Il libro della giungla”. Tuttavia, a differenza della rappresentazione amichevole e giocosa di Baloo, l’orso labiato è un animale selvatico che richiede rispetto e attenzione.

Questo mammifero notturno abita le foreste di bassopiano in India, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka, con sporadici avvistamenti anche in Bhutan. Dotato di un muso allungato e flessibile, l’orso labiato si nutre principalmente di termiti, larve, miele, frutta e carogne. Le sue labbra mobili e la spaziosa fessura tra gli incisivi superiori gli permettono di succiare le termiti dai loro nidi.

Le dimensioni dell’orso labiato variano da 55 a 145 kg, con alcuni esemplari che possono raggiungere i 192 kg. La lunghezza del corpo va da 1,5 a 1,9 metri, con un’altezza al garrese che parte dai 61 fino ai 91 cm. Si adatta facilmente alla disponibilità di risorse alimentari, specializzandosi nell’utilizzo di fonti che altri animali non consumano.

Anche se può sembrare rancoroso o pericoloso, l’orso labiato mostra aggressività principalmente quando si sente minacciato o per proteggere il proprio territorio o la prole. L’interazione con gli esseri umani può essere rischiosa, specialmente a causa della continua distruzione del suo habitat naturale che porta a incontri più frequenti.

Classificato come vulnerabile dall’IUCN, l’orso labiato è minacciato dalla perdita di habitat, dal bracconaggio e dal conflitto con gli esseri umani. È essenziale continuare gli sforzi di conservazione per garantire che queste creature possano continuare a prosperare nel loro ambiente naturale.

In definitiva, mentre Baloo può essere un personaggio affascinante, l’orso labiato reale è un animale complesso che merita comprensione e protezione. Dobbiamo impegnarci a preservare la loro esistenza e a consentire loro di vivere in armonia nel loro mondo naturale.

Perché facciamo gli incubi? Viaggio tra scienza, psiche e cultura pop

Sogni vividi e sconvolgenti, incubi che ci svegliano sudati e con il cuore a mille: i fenomeni onirici, da sempre affascinanti e misteriosi, continuano ad incuriosire e spaventare l’uomo. Ma perché facciamo gli incubi? Quali sono le loro cause e i loro significati? E come vengono rappresentati nella cultura pop?

Sogni e incubi: tra scienza e psiche

La scienza non ha ancora una risposta definitiva sul perché facciamo gli incubi. Diverse teorie cercano di spiegarne le origini:

Fattori psicologici: stress, ansia, traumi, eventi negativi recenti o preoccupazioni per il futuro possono scatenare incubi.
Disturbi mentali: alcune condizioni come depressione, disturbo bipolare e disturbo post-traumatico da stress (PTSD) possono aumentare la frequenza degli incubi.
Farmaci e sostanze: alcuni farmaci, l’abuso di alcol e droghe possono influenzare il sonno e causare incubi.
Cause fisiologiche: apnee notturne, reflusso gastroesofageo e dolori cronici possono disturbare il sonno e portare ad incubi.

Mentre la scienza indaga le cause, la psicanalisi offre un’interpretazione differente. Secondo Freud, gli incubi rappresenterebbero la manifestazione di desideri e conflitti inconsci che la mente razionale reprime durante il giorno.

Il significato degli incubi

Non esiste un significato univoco per gli incubi. Ogni individuo li vive in modo personale e possono assumere diverse interpretazioni. Tuttavia, alcuni elementi comuni possono fornire indizi sul loro significato:

Le emozioni: paura, ansia, rabbia, tristezza o senso di colpa provate durante l’incubo possono riflettere emozioni reali che stiamo reprimendo o con cui fatichiamo a confrontarci.
I personaggi e le ambientazioni: possono rappresentare aspetti di noi stessi, persone significative della nostra vita o situazioni che ci creano disagio.
La trama: può simboleggiare ostacoli da superare, problemi da risolvere o scelte difficili da affrontare.

Sogni e incubi nella cultura pop

Il mondo dei sogni e degli incubi ha da sempre ispirato artisti, scrittori e registi. Dai miti greci alle fiabe popolari, la narrativa è ricca di storie che esplorano i confini tra realtà e immaginazione, spesso intrecciando elementi onirici con tematiche universali.

Anche il cinema e la televisione hanno ampiamente sfruttato il potere evocativo dei sogni e degli incubi. Da classici come “La vita è meravigliosa” di Frank Capra a pellicole più recenti come Inception di Christopher Nolan, il sogno viene utilizzato per creare atmosfere surreali, esplorare la psiche dei personaggi e raccontare storie che sfidano le leggi della fisica e della logica.

Sogni e incubi nei fumetti

Anche il mondo dei fumetti non è immune al fascino dell’onirico. Basti pensare a saghe come Sandman di Neil Gaiman, dove il Sogno è il protagonista indiscusso, o a opere come “Little Nemo in Slumberland” di Winsor McCay, che ci trasportano in mondi onirici fantastici e avventurosi.

Ma i fumetti non esplorano solo il lato positivo del sogno. Opere come “Batman: The Dark Knight Returns” di Frank Miller e “Akira” di Katsuhiro Otomo utilizzano gli incubi per rappresentare le paure più profonde dell’uomo e i lati oscuri della società.

Come affrontare gli incubi

Se gli incubi diventano frequenti e disturbanti, causando disagio significativo nella vita quotidiana, è consigliabile rivolgersi a un professionista. Un terapeuta può aiutare a comprenderne le cause e sviluppare strategie per affrontarli, come la terapia cognitivo-comportamentale o tecniche di rilassamento.

Conclusione

Sogni e incubi rappresentano un aspetto affascinante e complesso dell’esperienza umana. Esplorando questi mondi onirici attraverso la scienza, la psicanalisi, la letteratura, il cinema e i fumetti, possiamo acquisire una maggiore comprensione di noi stessi e del nostro mondo interiore.

27 aprile: la Giornata Mondiale del disegno

Il 27 aprile ricorre la Giornata Mondiale del disegno, nata da un’iniziativa del Consiglio internazionale delle associazioni di disegno grafico, fondato nel 1963 a Londra e sancito dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Questa celebrazione è un’importante occasione per celebrare e valorizzare l’arte e la creatività umana.

La capacità di esprimersi e comunicare attraverso il disegno a mano libera rappresenta un talento unico che va ben oltre la semplice rappresentazione di immagini. Ogni tratto, ogni dettaglio è il risultato di anni di pratica, abilità tecniche e un processo creativo che riflette la personalità e l’essenza dell’artista.

Nonostante i rapidi progressi dell’intelligenza artificiale, il disegno a mano libera conserva un importante ruolo nel mondo dell’arte e del design. La sua capacità di esprimere emozioni, di trasmettere unicità e di stabilire connessioni umane profonde è ciò che lo rende irrinunciabile per gli artisti e per chi apprezza il valore dell’arte come veicolo di espressione e comunicazione.

La pratica del disegno a mano libera va al di là della semplice creazione di immagini, è un percorso di crescita personale, di apprendimento continuo e di esplorazione delle proprie capacità creative. È un viaggio che porta l’artista a esplorare nuove possibilità, a sperimentare, a commettere errori e a imparare dai propri fallimenti.

In un mondo sempre più dominato dalla tecnologia e dalla velocità, la celebrazione della Giornata Mondiale del disegno è un’importante occasione per ricordare e valorizzare il talento, la passione e l’impegno degli artisti che continuano a scegliere la strada della creatività a mano libera. Il disegno grafico rimane un potente strumento di comunicazione e di espressione che merita di essere apprezzato e preservato come parte integrante della cultura umana.

Thermonator: il cane robot lanciafiamme che fa discutere

Negli Stati Uniti è possibile acquistare Thermonator, un cane robot dotato di lanciafiamme. Un prodotto controverso che ha acceso un acceso dibattito sulla sua reale utilità e sui potenziali rischi.

Come nasce Thermonator?

L’idea nasce dall’unione di due progetti distinti: il lanciafiamme ARC prodotto da Throwflame e il cane robot Unitree Go2. Il lanciafiamme ARC, dal costo di 699 dollari, funziona ad arco elettrico e può essere alimentato a benzina o miscela benzina/diesel. Il cane robot Unitree Go2, invece, ha un prezzo base di 1.600 dollari e vanta un LIDAR, navigazione remota in prima persona e un’autonomia di circa 2 ore.

Caratteristiche e funzioni di Thermonator

Dall’unione di queste due componenti nasce Thermonator, un cane robot lanciafiamme dal costo di 9.420 dollari. Sul sito ufficiale lo si definisce come “il primo cane robot che maneggia un lanciafiamme”.

Grazie al suo design e alle sue tecnologie, Thermonator si muove con agilità su qualsiasi terreno, dalla neve al bosco, anche di notte grazie a un raggio ad alta illuminazione. Secondo l’azienda produttrice, Thermonator può essere impiegato per molteplici scopi, tra cui:

  • Prevenzione e controllo degli incendi
  • Gestione agricola
  • Conservazione ecologica
  • Rimozione di neve e ghiaccio
  • Intrattenimento ed effetti speciali

Thermonator in Italia: è legale?

L’esportazione di Thermonator al di fuori degli Stati Uniti è regolamentata dall’ITAR (International Traffic in Arms Regulations). In Italia, l’acquisto di Thermonator è possibile, ma il suo utilizzo è soggetto a severe restrizioni. I lanciafiamme sono infatti considerati armi e il loro utilizzo è consentito solo per fini industriali e tecnici a persone autorizzate.

Elon Musk

Noi non riusciamo a non pensare al 2017-2018, quando Elon Musk iniziò a parlare di lanciafiamme…prima con un semplice Tweet…

Poi producendoli e vendendoli, con grandi ricavi e molti dubbi sulla legalità…

Polemiche e dubbi

L’idea di un cane robot lanciafiamme ha sollevato numerose perplessità e preoccupazioni. In molti si interrogano sulla reale utilità di un simile prodotto e sui potenziali rischi per la sicurezza pubblica.

Il futuro di Thermonator

Nonostante le controversie, Thermonator rappresenta un prodotto innovativo che apre nuove frontiere nel campo della robotica e dell’automazione. Il suo successo dipenderà dalla capacità di trovare applicazioni concrete e sicure che ne giustifichino l’utilizzo.

Mushoku Tensei – Jobless Reincarnation

Mushoku Tensei – Jobless Reincarnation è una serie di light novel che racconta la storia avvincente di un uomo senza lavoro e senza speranza che viene reincarnato in un mondo fantastico, mantenendo i ricordi della sua vita passata e determinato a vivere senza rimpianti. Autore della serie è Rifujin na Magonote, il quale ha iniziato a pubblicare la storia originariamente sul sito di “web novel” Shōsetsuka ni narō il 22 novembre 2012. Un anno dopo, è stata annunciata la pubblicazione della versione cartacea sotto l’etichetta MF Books di Media Factory, con illustrazioni realizzate da Shirotaka, un utente di Pixiv.

Il manga basato sulla serie, disegnato da Yuka Fujikawa, è stato serializzato a partire dal numero di giugno 2014 di Monthly Comic Flapper. Seven Seas Entertainment ha acquisito i diritti per la pubblicazione dei volumi del manga in Nord America, così come delle light novel originali.

Mushoku Tensei – Jobless Reincarnation ha ottenuto un grande successo anche sul sito web di Syosetu, classificandosi come una delle opere più popolari. Nel gennaio 2021, è stato annunciato un adattamento anime prodotto da Studio Bind che ha anticipato l’uscita della serie.

La storia di un NEET giapponese di 34 anni senza nome è stata rivoluzionata da un evento eccezionale che ha sconvolto la sua vita. Dopo essere stato sfrattato dalla sua casa a causa della morte dei suoi genitori, l’uomo si trova a riflettere sulla sua esistenza e giunge alla conclusione che la sua vita è stata priva di significato. In un gesto estremo per dare un senso alla propria esistenza, intercetta un camion in corsa che minaccia un gruppo di adolescenti affinché possa salvarli. Nell’atto eroico perde la vita, ma si trova ad avere una seconda possibilità in un mondo fantastico con spade e magia.

Rinato come Rudeus Greyrat, il protagonista decide di abbracciare completamente la sua nuova vita e mettere da parte la sua identità passata. Grazie al suo talento innato e all’addestramento precoce, diventa incredibilmente abile nella magia. Durante la sua crescita, diventa studente di Roxy Migurdia, stringe amicizia con Sylphiette e diventa mentore di Eris Boreas Greyrat. In un viaggio affrontato con coraggio, Rudeus deve superare molte sfide e riceve saggi consigli dal misterioso Dio-Umano. La sua determinazione lo porta a costruire legami significativi con altri personaggi, come Ruijerd Supardia, e a gestire situazioni complesse come quella con Eris, che lo lascia con il cuore spezzato.

Mentre Rudeus continua il suo viaggio, affronta nuove sfide e si imbatte in situazioni sorprendenti. Dopo un periodo di impotenza che lo costringe a iscriversi a un’università di magia per curarsi, Rudeus trova l’amore e la felicità con Sylphiette e Roxy, entrambe diventate le sue mogli. L’incontro con una versione futura di sé stesso lo mette di fronte a prospettive inaspettate e difficile scelte da compiere per proteggere la sua famiglia e il suo futuro. Grazie all’amicizia e all’alleanza con Orsted, Rudeus guida la sua famiglia attraverso avventure e pericoli, dimostrando capacità sorprendenti e un cuore generoso.

La trama si sviluppa attraverso una serie di archi narrativi che mostrano la crescita e l’evoluzione di Rudeus, la sua lotta contro il destino e le sue relazioni con gli altri personaggi. L’Uomo-Dio si rivela una minaccia costante, ma la determinazione di Rudeus e il suo impegno per proteggere coloro che ama lo portano alla vittoria. Alla fine della sua vita, Rudeus può guardare indietro con soddisfazione e serenità, sapendo di aver compiuto un viaggio straordinario e di aver lasciato un’eredità di amore e coraggio.

In conclusione, Mushoku Tensei – Jobless Reincarnation è una serie che si distingue nel genere isekai per la sua trama avvincente e i personaggi ben sviluppati. Non si tratta solo di un personaggio super potente, ma di un protagonista che vive esperienze contrastanti e cerca di crescere nonostante le difficoltà del mondo che lo circonda. Nonostante un inizio un po’ lento, la storia decolla dopo i primi capitoli e offre ai lettori un’esperienza coinvolgente e emozionante. Dal punto di vista artistico, il manga è semplice ma ben equilibrato, con disegni che trasmettono emozioni e ambientazioni ben curate. In sintesi, Mushoku Tensei è una serie che merita di essere letta e apprezzata per la sua originalità e profondità.

Animali: arriva la svolta scientifica sulla coscienza? La Dichiarazione di New York fa chiarezza

Finalmente una svolta epocale nel mondo scientifico che apre le porte ad una nuova era di rispetto per gli animali? Quasi 40 tra i più rinomati scienziati del pianeta hanno firmato la Dichiarazione di New York sulla Coscienza Animale, un documento rivoluzionario che sancisce ciò che molti di noi hanno sempre sospettato: gli animali sono esseri senzienti.

Presentata ufficialmente durante una conferenza alla New York University, la Dichiarazione rappresenta un punto di svolta fondamentale nel dibattito sulla coscienza animale. Ma cosa significa davvero?

Capire la coscienza: oltre l’istinto, verso una nuova consapevolezza

Per comprendere appieno la portata di questa scoperta, è necessario innanzitutto definire cosa si intende per “coscienza”. Con questo termine ci riferiamo alla capacità di un animale di essere consapevole di sé stesso e dell’ambiente circostante. La sensibilità, invece, rappresenta un aspetto fondamentale della coscienza e descrive la capacità di provare ed esperire emozioni come piacere, dolore, paura e altro ancora.

“La sensibilità non è solo istinto: gli animali provano emozioni”

Come sottolineano i firmatari della Dichiarazione, tra cui spiccano gli esperti del team di investigazione sulla sensibilità del polpo della Wild Animal Initiative: “La sensibilità si riferisce alla capacità di un animale di provare esperienze soggettive, come piacere, dolore, paura e altre emozioni. Sebbene questi concetti possano essere correlati, la sensibilità si riferisce esplicitamente alla capacità di un animale di ‘sentire’ il mondo”.

Polpi, corvi, cani e oltre: il regno animale brulica di esseri senzienti

E le prove a sostegno di questa teoria non mancano. Basti pensare ai polpi, creature straordinarie dotate di un’intelligenza sorprendente e capaci di risolvere problemi complessi. Diversi studi suggeriscono inoltre che i polpi siano in grado di provare dolore fisico ed emotivo, un indizio inequivocabile della loro coscienza.

Ma non sono gli unici. Anche corvi, cani, topi, elefanti e persino piccoli insetti come api e mosche manifestano comportamenti che indicano una probabile coscienza, ben oltre i semplici istinti.

La scienza parla chiaro: animali senzienti, non solo macchine

La Dichiarazione, pur ammettendo che “rimane ancora molta incertezza” sull’argomento, afferma con chiarezza che “esiste un forte supporto scientifico per l’attribuzione di esperienze coscienti ad altri mammiferi e uccelli”. E non si ferma qui: “L’evidenza empirica indica almeno una possibilità realistica di esperienza cosciente in tutti i vertebrati (compresi rettili, anfibi e pesci) e in molti invertebrati (compresi, come minimo, molluschi cefalopodi, crostacei decapodi e insetti)”.

Nuove sfide e orizzonti: verso un futuro più rispettoso per gli animali

Tuttavia, come sottolineano alcuni studiosi, non tutti concordano con questa visione. C’è chi sostiene che le prove raccolte finora non siano sufficienti a dimostrare inequivocabilmente la coscienza negli animali.

Indipendentemente dalle diverse posizioni, la Dichiarazione di New York rappresenta un passo fondamentale verso una maggiore comprensione del mondo animale e apre la strada a nuove sfide e orizzonti.

La speranza di Blanquita e un futuro migliore per tutti gli esseri viventi

I firmatari della Dichiarazione, ispirati anche dalla sfortunata vita di Blanquita, un’orca unica nel suo genere tenuta in cattività, sperano che questo documento possa stimolare ulteriori ricerche sulla coscienza animale e gettare nuova luce su un tema tanto complesso quanto cruciale.

L’obiettivo ultimo è quello di promuovere un ripensamento profondo del nostro rapporto con gli animali, non solo a livello scientifico, ma anche legislativo e sociale, per un futuro più rispettoso e giusto per tutti gli esseri viventi.

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