Intelligenza Artificiale e Chatbot: Riscrivendo il Web con ChatGPT, Gemini e Oltre

Il mondo dell’intelligenza artificiale (AI) sta vivendo una rivoluzione guidata da chatbot come ChatGPT, Gemini e altri. Questi sistemi, basati su modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), permettono agli utenti di interagire con le macchine in modo naturale e intuitivo, aprendo nuove frontiere per la comunicazione, l’apprendimento e l’intrattenimento.

Come funzionano i chatbot AI?

ChatGPT, Gemini e simili sfruttano l’apprendimento automatico per analizzare enormi quantità di dati testuali. Attraverso questo processo, i modelli imparano a riconoscere schemi linguistici e a generare risposte pertinenti e coerenti al contesto della conversazione.

Benefici e opportunità:

L’utilizzo di chatbot AI offre numerosi vantaggi:

  • Accessibilità all’informazione: Chatbot come Gemini possono fornire informazioni e rispondere a domande in modo rapido e semplice, facilitando l’accesso alla conoscenza a un pubblico più ampio.
  • Supporto personalizzato: L’interazione con un chatbot può offrire un’esperienza personalizzata, adattandosi alle esigenze individuali dell’utente.
  • Apprendimento interattivo: I chatbot possono essere utilizzati per creare esperienze di apprendimento interattive e coinvolgenti, rendendo l’educazione più accessibile e divertente.
  • Assistenza clienti: Chatbot possono essere impiegati per fornire assistenza clienti 24/7, rispondendo a domande e risolvendo problemi in modo efficiente.
  • Creatività e intrattenimento: Chatbot possono essere utilizzati per generare storie, poesie, script e altri contenuti creativi, offrendo nuove forme di intrattenimento.

Sfide e rischi:

Nonostante i benefici, l’utilizzo di chatbot AI presenta alcune sfide e rischi:

  • Disinformazione: Chatbot mal progettati o utilizzati in modo improprio possono diffondere informazioni errate o fuorvianti.
  • Mancanza di empatia: I chatbot non sono in grado di comprendere appieno le emozioni umane, potendo risultare freddi o distaccati in determinate situazioni.
  • Dipendenza: Un uso eccessivo di chatbot potrebbe portare a una diminuzione delle interazioni sociali reali e ad un’eccessiva dipendenza dalla tecnologia.
  • Bias algoritmici: I modelli linguistici su cui si basano i chatbot possono incorporare bias presenti nei dati di addestramento, perpetuando stereotipi e discriminazioni.

Il futuro dei chatbot AI:

L’intelligenza artificiale e i chatbot sono in continua evoluzione, con nuove funzionalità e applicazioni in via di sviluppo. È fondamentale utilizzare questi strumenti in modo responsabile e consapevole, sfruttando i loro benefici per migliorare la nostra vita senza sottovalutare i potenziali rischi.

Conclusione:

I chatbot AI rappresentano una nuova frontiera per l’interazione uomo-macchina, con il potenziale di rivoluzionare il modo in cui comunichiamo, apprendiamo e ci divertiamo. È importante utilizzare questi strumenti in modo consapevole e responsabile, sfruttando i loro benefici per migliorare la nostra vita senza sottovalutare i potenziali rischi.

IA Generativa: Nascono Nuove Professioni. Gi Group e Microsoft Preparano i Professionisti del Futuro

L’intelligenza artificiale generativa (IA GenAI) sta rivoluzionando il panorama lavorativo, creando nuove esigenze e opportunità professionali. Per supportare questa trasformazione, Gi Group Holding e Microsoft Italia uniscono le forze per selezionare e formare i professionisti del futuro.

Nuove Figure Professionali per l’IA GenAI

L’analisi di Gi Group, condotta in collaborazione con il Politecnico di Milano e INTWIG, evidenzia la crescente domanda di figure professionali specializzate in IA GenAI. Tra queste, troviamo:

  • Prompt Engineer: Progetta e ottimizza i prompt, ovvero le istruzioni che guidano i modelli di IA generativa.
  • GenAI Designer: Crea esperienze utente innovative utilizzando tecnologie di IA generativa.
  • GenAI Artist: Sfrutta l’IA generativa per la creazione di contenuti artistici e multimediali.
  • GenAI Functional Consultant: Supporta le aziende nell’implementazione e nell’utilizzo responsabile di soluzioni di IA generativa.

Partnership per la Selezione e la Formazione

Per rispondere a questa domanda in evoluzione, Gi Group entra a far parte dell’AI L.A.B. di Microsoft Italia, un progetto che promuove l’adozione responsabile dell’IA GenAI. La collaborazione prevede:

  • Ricerca e Selezione: La divisione QiBit di Gi Group si occuperà di selezionare i profili adatti su scala nazionale.
  • Percorsi Formativi: In collaborazione con Digital Thinks, Gi Group realizzerà percorsi formativi specifici per le nuove professioni in ambito IA GenAI.
  • Studio sull’Impatto dell’IA GenAI: Entro la fine dell’anno, verrà condotto uno studio approfondito sull’impatto dell’IA GenAI sull’evoluzione dei profili lavorativi.

“L’intelligenza artificiale, in particolare l’IA generativa, richiede nuove competenze e professionalità”, afferma Elisabetta Paddeu, Division Senior Manager ICT di Gi Group. “La collaborazione con Microsoft ci permette di offrire alle aziende soluzioni concrete per rispondere a questa domanda”.

“L’IA GenAI ha un potenziale enorme per innovare e migliorare le nostre vite”, dichiara Sara Anselmi, Direttrice della Divisione Global Partner Solutions di Microsoft Italia. “Gi Group sarà un partner fondamentale per aiutare le aziende a cogliere appieno queste opportunità”.

Conclusione

L’ingresso di Gi Group nell’AI L.A.B. di Microsoft Italia rappresenta un passo importante per preparare il mercato del lavoro al futuro dell’IA generativa. La partnership tra le due aziende garantirà alle aziende l’accesso a professionisti qualificati e a percorsi formativi innovativi, permettendo loro di sfruttare al meglio il potenziale di questa tecnologia rivoluzionaria.

Gamification sul Lavoro: Motivazione Reale o Mera Distrazione?

Nel mondo del lavoro contemporaneo, la ricerca di metodi per incrementare la produttività e la soddisfazione dei dipendenti è costante. Una delle strategie emergenti è la gamification, un approccio che trasforma le attività lavorative in un’esperienza più coinvolgente e stimolante, ispirata ai giochi.

Secondo l’imprenditore Luis Von Ahn, cofondatore di Duolingo, la sfida sta nel rendere le attività “sgradevoli” altrettanto attraenti di quelle “piacevoli”. L’impiego delle dinamiche ludiche al di fuori dell’ambito dei giochi è diventato una pratica diffusa per rendere più piacevoli attività altrimenti noiose o sgradevoli, come fare esercizio fisico o apprendere nuove competenze linguistiche. Tuttavia, la gamification introduce elementi tipici dei giochi, come puntilivelliclassifiche e ricompense, per creare un ambiente lavorativo dinamico. Questi strumenti sono progettati per stimolare la competizione sana tra colleghi e per offrire un riconoscimento tangibile delle prestazioni individuali.

Obiettivi e Sfide

Gli obiettivi da raggiungere e le sfide da superare sono parte integrante della gamification. I dipendenti sono incoraggiati a stabilire e perseguire traguardi personali e di gruppo, con il supporto di feedback immediati e gratificazioni che rafforzano il loro impegno e dedizione. Le strategie di gioco applicate al lavoro permettono di delineare percorsi di crescita chiari e motivanti. Le ricompense, sia materiali che simboliche, fungono da incentivo per il raggiungimento di risultati superiori, spingendo i dipendenti a superare i propri limiti.

La gamification sfrutta meccanismi psicologici simili a quelli dei social network, soddisfacendo bisogni umani come la ricerca, la scoperta, la socializzazione, la competitività e la collaborazione.

Questi aspetti sono particolarmente efficaci in chi apprezza già le dinamiche di gioco. Tuttavia, numerose aziende adottano tali meccanismi per aumentare la produttività, ma spesso ciò comporta conseguenze negative. Sebbene studi dimostrino che la gamification possa rendere i compiti meno noiosi nel breve periodo, i benefici a lungo termine sono meno evidenti e possono persino portare a una diminuzione della qualità del lavoro o della motivazione dei dipendenti, vanificando lo scopo iniziale.

Aziende come Deloitte e Google hanno introdotto processi di onboarding e gestione delle spese basati su giochi per coinvolgere i dipendenti, mentre giganti come Microsoft e Samsung utilizzano simili strategie per aumentare la produttività. Tuttavia, l’efficacia della gamification dipende dal grado di coinvolgimento dei dipendenti: se percepita come forzata, può avere effetti positivi solo su alcuni, demotivando gli altri. Mentre alcuni esperimenti hanno dimostrato un aumento dell’attività grazie alla gamification, altri, come quello condotto su agenti di commercio, hanno evidenziato risultati meno significativi sulle vendite e sulla percezione del lavoro.

La gamification, se utilizzata in modo eccessivo o distorto, potrebbe dunque anche avere effetti negativi sul benessere mentale dei dipendenti, come evidenziato dal caso di Sarah Mason, autista di Lyft. La pressione per ottenere valutazioni positive può portare a comportamenti dannosi e ossessivi. Sebbene la gamification possa migliorare temporaneamente la motivazione e la produttività, a lungo termine potrebbe non cambiare sostanzialmente il modo in cui si lavora o l’ambiente di lavoro. Inoltre, esiste il rischio che diventi una mera distrazione da problemi più complessi e profondi nell’ambito lavorativo.

In definitiva, mentre la gamification può rendere il lavoro più piacevole e aumentare la produttività sul breve termine, è importante monitorare gli effetti a lungo termine e assicurarsi che non si creino dinamiche negative. Un uso equilibrato e consapevole della gamification può trasformare il lavoro in un’esperienza più gratificante e produttiva.

MAI-1: Microsoft entra in gioco con un colosso da 500 miliardi di parametri. Sfida aperta per OpenAI?

Nel panorama dell’intelligenza artificiale, si prepara una nuova sfida epocale. Secondo indiscrezioni provenienti da The Information, Microsoft sta sviluppando internamente un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) chiamato MAI-1, con ben 500 miliardi di parametri. Un vero e proprio gigante che potrebbe ridefinire il panorama competitivo del settore, aprendo nuovi scenari e mettendo sotto pressione il rivale OpenAI.

Un progetto ambizioso sotto la guida di Mustafa Suleyman:

Alla guida del progetto MAI-1 troviamo Mustafa Suleyman, figura di spicco nel settore dell’IA. Cofondatore di DeepMind e successivamente CEO di Inflection AI, Suleyman è stato recentemente assunto da Microsoft per guidare la nuova divisione Microsoft AI.

Inflection AI: un tassello fondamentale per MAI-1:

Parte del team di Inflection AI è stato integrato in Microsoft, portando con sé competenze e tecnologie chiave. Inoltre, Microsoft ha acquisito la proprietà intellettuale della startup per un valore di 650 milioni di dollari. Si presume che parte dei dati di addestramento di MAI-1 provengano proprio da Inflection AI, sebbene fonti interne a Microsoft sottolineino che si tratta di un progetto separato dalle precedenti attività della startup.

Un modello colossale con ambizioni da leader:

Con i suoi 500 miliardi di parametri, MAI-1 si posiziona come uno dei modelli linguistici più potenti al mondo, pronto a competere con giganti del calibro di GPT-4 di OpenAI (stimato a 220 miliardi di parametri).

Mixture-of-experts: l’arma segreta di MAI-1?

Secondo alcune indiscrezioni, MAI-1 potrebbe sfruttare un approccio di addestramento innovativo chiamato “mixture-of-experts”. L’idea è quella di suddividere il modello in più sottoinsiemi specializzati, ognuno addestrato su un set di dati specifico. In fase di utilizzo, un meccanismo di routing seleziona il sottoinsieme più adatto all’input ricevuto, garantendo una maggiore efficienza e precisione.

Un futuro ricco di novità all’orizzonte:

Non è ancora chiaro come Microsoft utilizzerà MAI-1, ma il potenziale è immenso. Potrebbe rivoluzionare il modo in cui interaguiamo con i computer, aprire nuove frontiere nella ricerca scientifica e dare vita a prodotti e servizi impensabili fino a poco tempo fa.

L’annuncio ufficiale potrebbe avvenire a breve:

Secondo The Information, la presentazione ufficiale di MAI-1 potrebbe avvenire durante la prossima conferenza Microsoft Build, in programma dal 21 al 23 maggio. Un evento che promette di essere ricco di novità e di segnare un nuovo capitolo nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale.

Happy 501st Legion Day

Oggi, 1 maggio è il Giorno della 501st Legion, a.k.a. Vader’s Fist. Un giorno speciale che sfrutta l’assonanza della data (scritta nella maniera anglosassone 5-01) per festeggiare il più grande club di costumi imperiali di Star Wars al mondo che, nel 2022, ha festeggiato i 25 anni di attività!

Con più di 10.000 membri attivi (il numero raddoppia vertiginosamente  quando si fa il conto dei membri in pensione o inattivi) divisi in “Guarnigioni” (Garrison) in circa 50 nazioni, la 501st Legion ha il preciso intento di radunare fan dei costumi della saga creata da George Lucas, dando loro una identità collettiva sotto il cui nome operare con un regolamento preciso e condiviso.

La mission del gruppo si riassume in 3 punti fondamentali:

  • promuovere Star Wars, celebrare la sua mitologia e promuovere il marchio, dando ai fan una comunità nella quale farlo;
  • portare nella realtà il fascino dei costumi della saga, studiando, realizzando ed indossando questi costumi, per soddisfazione personale (hobby) e per l’intrattenimento del pubblico che può finalmente interagire dal vivo con gli spettacolari personaggi della saga;
  • contribuire alla comunità utilizzando questi costumi e le nostre risorse collaborando con associazioni benefiche, visite negli ospedali e contribuendo con raccolte fondi destinate ad aiutare chi è meno fortunato di noi. Nel 2013 le attività della 501st hanno raccolto ben 16 milioni di dollari in tutto il mondo!

Grazie alla serietà dimostrata negli anni ed all’accuratezza dei costumi, 501st Legion è l’unico gruppo di costuming imperiale ufficialmente riconosciuto ed autorizzato dalla LucasFilm Limited (LFL) come Star Wars testimonial; i membri del gruppo collaborano attivamente con Disney/Lucasfilm per la promozione del brand Star Wars prestando l’immagine per eventi ufficiali oltre a partecipare attivamente a numerose altre iniziative tra cui spiccano eventi di beneficenza.

Nel 2004, il noto scrittore Timothy Zahn, dietro approvazione della Lucasfilm, rese onore alla legione incorporando la “501st Legion Elite Stormtrooper Unit” nel suo romanzo Survivor’s Quest. Da allora molti altri scrittori hanno inserito la 501st Legion nei loro racconti inserendone il nome a tutti gli effetti nell’universo di Guerre stellari. In omaggio al gruppo, in Star Wars: Episodio III La Vendetta dei Sith, la legione di cloni blu che Darth Vader conduce nel Tempio Jedi durante lo sterminio dei cavalieri è stata nominata proprio con il numero 501, rendendo cosi ufficialmente il nome del gruppo nella timeline Canon della saga. Nel film del 2015, Star Wars: Episode VII The Force Awakens, si può invece vedere il logo della  501st può essere visto nel rifugio di Maz Kanata.

Tutto è iniziato con un solo uomo, il fondatore Albin Johnson.

501st01

Quando Johnson iniziò a raccogliere le sue prime truppe era il lontano 1997, tramite il suo sito web, Detention Block 2551, non poteva di certo immaginare che la sua idea di trasformare normali appassionati in truppe d’assalto imperiali, i leggendari stormtrooper potesse espandersi in 25anni nell’associazione mondiale;  lo stesso , dice Johnson ha affermato:

“Nei tuoi sogni fantasiosi lo speri… Ma quando cresci, smetti di credere che una possibilità così fantasiosa possa avverarsi … ma tu hai sempre dei sogni. Tutti noi abbiamo un’obiettivo a cui non possiamo rinunciare. Non ho mai quantificato coscientemente dove saremo potuti arrivare insieme. Se avessimo avuto un gruppo di 100 stormtrooper sarebbe già stato un grandioso risultato!”. Ma questo non bastava al ragazzo della Carolina del Sud che ha voluto semplicemente avviare un club per incontrare persone. Ora, a 20 anni di distanza, quando si trova ad eventi mastodontici come la Star Wars Celebration o anche una semplice convention, Johnson è circondato da “anime gemelle”. Quello era il suo obiettivo a lungo termine: “Volevo essere in grado di andare agli eventi ed avere un gruppo così riconoscibile anche da persone che non ho mai incontrato prima!”.

Johnson sottolinea l’idea di essere connessi: sostiene infatti che una volta si riconoscevamo i membri di un gruppo per la loro “stretta di mano” segreta, in effetti, indossare le armature imperiali non è poi così lontano perchè anche questi candidi indumenti corazzati  sono in grado di fondare legami più duraturi del cemento:

“Volevamo qualcosa in cui c’era un senso di fraternità, cameratismo. Con le persone giuste si diventa un gruppo coeso in cui ci si sente fieri, dopotutto l’emozione di indossare un’armatura da assaltatore è di per se un’emozione speciale, ma indossarla con altre 20 o 30 persone in contemporanea la rende unica”.

La Star Wars Celebration del 2002, cinque anni dopo la nascita della legione, ha segnato un punto di svolta per l’organizzazione: lo storico incontro con Mary Franklin. “Non dimenticherò mai quanto fossi nervoso ad incontrare una persona che lavorava per Lucasfilm”, racconta Johnson. “Volevo davvero fare una buona prima impressione e volevo che capissero quale fosse l’intento dietro tutto”.

501st02

Ma Johnson deve aver fatto proprio una buona impressione visto che la Franklin e Steve Sansweet hanno riposto la loro fiducia nella 501 tanto da utilizzarla per rafforzare la sicurezza dell’evento, semplicemente grazie alla loro presenza. In particolare, il gruppo è stato particolarmente utile nella sala da ballo Sagamore del Centro Congressi di Indiana, dove è stata mostrata una clip esclusiva del film Attack of the Clones. L’evento si è concluso dunque con il legame tra Lucasfilm e la 501 e l’inizio di una collaborazione che dura ancora oggi. “Credo davvero che sia stato un punto molto importante della nostra storia perché Mary e Steve hanno visto che potevamo essere utili, in maniera professionale, al brand Star Wars. In quel momento il matrimonio tra Lucasfilm e 501st Legion è nata “, racconta Johnson.

501st03

Mentre la Legione continuava ad aumentare i propri adepti, Johnson doveva trovare un sistema per consolidare la crescita della community dandole una organizzazione dal respiro internazionale: l’idea era quella di creare le così dette “Garrison” (come, nel nostro paese la 501st Italica Garrison) utilizzando una gerarchia simile a quella che contraddistingueva l’Impero nelle pellicole cinematografiche. “E’ una grande sfida creare un sistema coerente con il giusto rispetto della gerarchia creata per premiare chi ha lavorato in maniera eccellente per il gruppo facendogli compiere un’ascesa verso i gradi imperiali, gradi che creano emozione e ispirano rispetto. Non una struttura totalitaria però che ponga il rischio di tarpare le ali all’intero gruppo”. Per questo l’invenzione delle unità locali, via via in tutto il mondo con una struttura agile capace di adattarsi senza tradire i valori del gruppo. “Abbiamo costruito le Garrison come la spina dorsale della Legione. Siamo tutti più forti come Garrison che fanno parte della Legione internazionale, ma ognuno si deve sentire a casa nella propria guarnigione locale con la quale collabora” continua Johnson.

Nel 2004 Albin Johnson ha affrontato la sua sfida più terribile, alla sua piccola figlia Katie venne diagnosticato un tumore al cervello che non le avrebbe lasciato la possibilità di crescere. Katie, espresse un ultimo desiderio: affrontare questo suo triste destino con accanto un droide come R2-D2 come Padmè ne “L’attacco dei Cloni”. Per amore di Katie fu costrutito il droide rosa R2-KT che iniziò a girare gli States per raccogliere fondi. Proprio in ricordo di questa triste storia, il droide è diventato una mascotte per la Lucasfilm che ne ha fatto uno dei personaggi della sua saga stellare facendolo apparire nel settimo capitolo di Star Wars e in numerosi episodi delle proprie serie animate. Proprio per la partecipazione di R2-KT in The Force Awakens, così il padre di Katie racconta dell’idea di questo cameo:

“Mary Franklin della Lucasfilm mi ha chiesto di sottoporre l’idea a Kathleen Kennedy (Presidente Lucasfilm), e dopo aver sentito la storia del nostro ambasciatore di speranza rosa ci ha richiesto di spedirla a Londra nei primi mesi dello scorso anno. Abbiamo fatto delle riparazioni veloci e se ne è andata per 6 mesi” dice Johnson in una e-mail. Anche se non può svelare quando potremmo aspettarci di vedere il droide rosa, ci ha assicurato che apparirà sicuramente”. 

501st04

Johnson è ancora molto coinvolto nei vari aspetti della Legione, sia sulle Garrison locali che rispondendo direttamente a chi chiede informazioni sulle armature, dopotutto possiede tre set TK armor e un’armatura Boba Fett. Anche dopo 25 anni, Johnson spende moltissimo tempo, ogni giorno, nel contatto diretto con i membri di legione. “Sono sempre a disposizione per rispondere ai questi, sinceramente non credo si possa immaginare quanto tempo si spende ogni giorni per rispondere alle mail o a Facebook cercando di mantenere un rapporto con i membri regolari della Legione, dando consigli alle persone che vorrebbero entrare in qualche Garrison e che mi vogliono semplicemente conoscere! Per le domande tecniche cerco sempre di indirizzare le persone che mi scrivono all’ufficiale di Legione più adatto a prendersi cura della richiesta … ma è veramente un’enorme quantità di tempo…!”.

Immaginando come il gruppo continuerà a crescere nei prossimi 25 anni, probabilmente Johnson non si metterà mai in pensione. Durante la grande festa per i 20 anni che si è svolta alla Celebration Orlando, Johnson  ha commentato:

“Proprio festeggiare è una delle espressioni più pure dell’obiettivo originale che avevo in mente, circondato da persone speciali che condividono questa energia positiva!”

La 501st Italica Garrison il distaccamento Italiano della 501st LegionIl gruppo vede ufficialmente la luce il 25 Novembre 2001 a Roma, all’interno della manifestazione Romics, in cui si ritrova finalmente in costume quello che è, di fatto, il nucleo fondatore e da cui si darà inizio ad una serie di partecipazioni ad eventi quali fiere del fumetto e ludiche, conventions di fantascienza, uscite promozionali e collaborazioni ufficiali in occasione della distribuzione dei film, eventi tematici collegati al brand SW, eventi sportivi, parate, eventi di beneficenza.e altre presenze pubbliche riscuotendo un sempre maggior successo da parte del pubblico. Tra le collaborazioni più importanti citiamo quelle con: Lucasfilm LTD,  Disney, Warner Bros, RAI, 20th Century Fox, Microsoft, Activision, Lego, Croce Rossa Italiana, UNICEF, AMREF, LILT Lega Italiana per la lotta contro i tumori.  501italica.com/

Molte dell’informazioni di questo articolo sono state riprese dall’articolo di Amy Ratcliffe su Star Wars.com.

MS-DOS 4.0: un tuffo nostalgico negli anni ’80!

Amanti dei computer vintage e del retrogaming, preparate i vostri floppy disk! Microsoft, in collaborazione con IBM, ha rilasciato il codice sorgente di MS-DOS 4.00, riportandoci indietro agli albori dell’informatica personale.

Un pezzo di storia del software

MS-DOS, acronimo di Microsoft Disk Operating System, è stato il sistema operativo dominante per i PC IBM negli anni ’80 e ’90. La sua interfaccia a riga di comando e il suo sistema di file basato su FAT hanno rivoluzionato il modo in cui le persone interagivano con i computer.

Un’edizione speciale: MS-DOS 4.00 Multitasking

La versione 4.00, rilasciata nel 1986, introduceva una funzione innovativa per l’epoca: il multitasking. Questa funzionalità permetteva di eseguire più programmi contemporaneamente, una vera rarità all’epoca. Tuttavia, a causa di alcune limitazioni tecniche e della scarsa compatibilità con l’hardware dell’epoca, questa versione non ebbe il successo sperato.

Un regalo per gli appassionati di retrocomputing

Nonostante la sua breve vita commerciale, MS-DOS 4.00 Multitasking rappresenta un pezzo importante della storia del software. Il rilascio del suo codice sorgente rappresenta un’occasione unica per gli appassionati di retrocomputing di esplorare il funzionamento di questo sistema operativo e di sperimentare con il multitasking degli anni ’80.

Come rivivere l’esperienza MS-DOS 4.00

Il codice sorgente di MS-DOS 4.00 è disponibile gratuitamente su GitHub. Gli utenti possono compilarlo e eseguirlo su emulatori di PC IBM come PCem o 86Box. Inoltre, è disponibile un video su YouTube che mostra MS-DOS 4.00 Multitasking in esecuzione su un IBM PC XT.

Un tuffo nel passato per guardare al futuro

Il rilascio di MS-DOS 4.00 rappresenta un passo importante nella preservazione della storia del software. Offre a una nuova generazione di utenti la possibilità di sperimentare un sistema operativo che ha avuto un impatto significativo sullo sviluppo dell’informatica personale. Inoltre, il codice sorgente aperto può ispirare nuovi progetti di sviluppo software e contribuire all’innovazione nel campo del retrogaming.

#MSDOS #MSDOS400 #Retrocomputing #OpenSource #StoriaDelSoftware #IBM #PC #Anni80 #Multitasking #GitHub #Emulatori #PCem #86Box #Video #Nostalgia #Tecnologia

Intelligenza artificiale per tutti: arriva Phi-3 Mini, il modello AI leggero di Microsoft pronto per il tuo smartphone!

Dimenticate i complessi modelli di intelligenza artificiale basati su cloud: Microsoft ha appena svelato Phi-3 Mini, il suo nuovo sistema AI leggero e potente pensato per smartphone e altri dispositivi locali.

Con i suoi 3,8 miliardi di parametri, Phi-3 Mini è il primo di una serie di tre modelli compatti che Microsoft lancerà a breve. L’obiettivo? R rendere l’intelligenza artificiale accessibile a tutti, anche alle piccole aziende e organizzazioni che non dispongono di grandi risorse informatiche.

Ma cosa rende Phi-3 Mini così speciale?

  • Prestazioni elevate: Nonostante le sue dimensioni ridotte, Phi-3 Mini vanta prestazioni sorprendenti, superando addirittura il suo predecessore Phi-2 Mini e raggiungendo i livelli di modelli ben più grandi come Llama 2. Microsoft sostiene che Phi-3 Mini sia in grado di fornire risposte precise e complete quasi come modelli 10 volte più grandi.
  • Efficienza imbattibile: Phi-3 Mini è progettato per funzionare su dispositivi locali, riducendo al minimo la necessità di connessioni internet e ottimizzando l’utilizzo della batteria. Questo lo rende ideale per l’utilizzo in contesti offline o con connettività limitata.
  • Addestramento innovativo: Il segreto del successo di Phi-3 Mini risiede nel suo set di dati di addestramento, un mix di “dati web pesantemente filtrati e dati sintetici” ispirato ai libri per bambini. Questo approccio garantisce che il modello sia in grado di comprendere e rispondere a un’ampia gamma di domande e richieste, utilizzando un linguaggio semplice e chiaro. ️

Cosa significa tutto questo?

Con Phi-3 Mini, l’intelligenza artificiale diventa uno strumento alla portata di tutti. Potrai utilizzarlo per generare testi, tradurre lingue, scrivere email, creare contenuti e molto altro ancora, direttamente sul tuo smartphone o su qualsiasi altro dispositivo locale.

Phi-3 Mini rappresenta un passo avanti significativo nel rendere l’intelligenza artificiale democratica e inclusiva.Preparati a vivere un futuro dove l’AI è sempre al tuo fianco, pronta ad aiutarti in ogni momento e in ogni luogo!

#Phi3Mini #IntelligenzaArtificiale #AI #Microsoft #Smartphone #DispositiviLocali #ModelliLeggeri #Accessibilità #Prestazioni #Efficienza #AddestramentoInnovativo #Futuro #Democratizzazione #Inclusività

Vasa-1: Microsoft crea deepfake canterini!

Il framework Vasa-1 di Microsoft rappresenta un passo avanti nel mondo dell’intelligenza artificiale, in grado di trasformare ritratti fotografici di teste umane in video che parlano e cantano in maniera molto realistica. Questo sistemasviluppato da Microsoft Research Asia, ha l’obiettivo di creare avatar realistici che possano interagire in tempo reale con comportamenti umani naturali. Vasa-1 è dunque capace di creare deepfake credibili utilizzando solo una foto e un file audio, sollevando interessanti questioni sul futuro della manipolazione digitale.

Utilizzando il machine learning, il modello sincronizza i movimenti del volto e del capo con il lip-sync per ottenere un effetto credibile e naturale. Questa tecnologia è in grado di generare video ad alta risoluzione con una buona frequenza di frame, rendendola adatta anche per videoconferenze e interazioni in tempo reale.

Nonostante le potenzialità impressionanti di Vasa-1, sorge il timore che l’avvento di sistemi così avanzati possa rendere sempre più difficile distinguere tra video reali e manipolati. Tecnologie simili, come Emo di Alibaba e Sora di OpenAI, stanno già dimostrando le incredibili capacità dell’intelligenza artificiale nell’ambito della generazione di contenuti audiovisivi. Anche se al momento il codice di Vasa-1 non è disponibile al pubblico, è fondamentale continuare a sviluppare sistemi che possano rilevare con precisione contenuti generati artificialmente, al fine di contrastare la diffusione di fake news e disinformazione. La necessità di una maggiore consapevolezza sull’origine e l’autenticità dei contenuti digitali diventa sempre più evidente in un’era in cui la manipolazione dei media è sempre più sofisticata e diffusa.

Humane Ai Pin: il nuovo dispositivo indossabile arriva a marzo 2024

Humane AI Pin è un nuovo e intrigante dispositivo indossabile che ha attirato l’attenzione di molti appassionati di tecnologia. Questa spilla innovativa si propone di offrire un’esperienza di intelligenza artificiale senza precedenti, superando le limitazioni degli smartphone tradizionali. Il lancio ufficiale di Humane AI Pin era previsto per il mese di marzo, tuttavia alcuni problemi, inclusi aspetti di natura economica, hanno causato dei ritardi nel debutto del prodotto sul mercato. L’azienda ha deciso di scusarsi per questo inconveniente offrendo ai primi acquirenti un abbonamento gratuito per i primi 3 mesi, considerando che il costo mensile è di 24 dollari.

Dal punto di vista tecnico, Humane AI Pin è dotato della potente piattaforma hardware Qualcomm Snapdragon, che garantisce elevate prestazioni e basso consumo energetico. Il dispositivo è alimentato dal modello GPT-4 di OpenAI e offre funzionalità come il riconoscimento vocale, la traduzione, la generazione di immagini e molto altro. A differenza degli smartphone, Humane AI Pin non dispone di uno schermo tradizionale ma consente all’utente di interagire attraverso comandi vocali o con un proiettore laser che visualizza le informazioni sul palmo della mano. Inoltre, il dispositivo è dotato di fotocamera, microfono, altoparlante, batteria ricaricabile e connessione wireless.

L’obiettivo ambizioso di Humane AI Pin è quello di rendere gli smartphone obsoleti, offrendo un’alternativa più naturale, intuitiva e personale. La sfida principale sarà convincere gli utenti a rinunciare agli smartphone, che sono ormai parte integrante della vita quotidiana di molte persone. Inoltre, il dispositivo dovrà dimostrare di essere affidabile, sicuro e compatibile con le altre applicazioni e servizi disponibili.

Humane AI Pin può essere considerato un prodotto intrigante e originale, ma le prime recensioni sono state piuttosto deludenti. Al momento, il dispositivo sembra ancora acerbo e non completamente funzionale, il che potrebbe suggerire di non acquistarlo a questo punto. Inoltre, il prezzo di 699 dollari, escluse tasse e spese, e l’abbonamento mensile di 24 dollari potrebbero rappresentare un deterrente per alcuni acquirenti.

Nonostante le potenzialità di Humane AI Pin come dispositivo avanzato e promettente, al momento sembra non essere in grado di sostituire completamente gli smartphone tradizionali. Il suo utilizzo quotidiano può risultare frustrante e alcune funzionalità possono essere limitate o non completamente efficienti. Sarà interessante vedere come il prodotto evolverà e come verrà accolto sul mercato una volta che sarà disponibile per l’acquisto.

Exit mobile version