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Baloo è un orso labiato: tra realtà e finzione Disney

Se sei cresciuto con il VHS de Il libro della giungla sempre pronto sul mobile del salotto o se ti sei mai ritrovato a canticchiare Lo stretto indispensabile sotto la doccia, allora sai bene chi è Baloo. Ma c’è molto di più dietro quel panzone peloso che balla felice tra le liane. Perché Baloo non è solo uno dei personaggi più iconici dell’universo Disney, ma anche una figura ricca di storia, simbolismo e – sorpresa sorpresa – zoologia.

Tutto parte da Il libro della giungla di Rudyard Kipling, pubblicato per la prima volta nel 1894. Qui, Baloo è descritto come un orso che insegna ai cuccioli del Popolo Libero – ovvero i lupi che crescono il piccolo Mowgli – la Legge della Giungla. Già da queste prime righe, l’autore britannico ci regala un personaggio lontano dall’immagine buffa e rilassata a cui siamo abituati oggi. Baloo è severo, saggio, e incarna un’autorità quasi paterna. Ma attenzione, non è un villain: è un educatore, un mentore, uno che vuole davvero che i giovani della giungla imparino come sopravvivere in un mondo selvaggio e spietato.

E poi c’è il nome. Baloo, traslitterazione dell’indostano भालू (bhālū), significa semplicemente “orso”. Ma dietro questa semplicità linguistica si nasconde una struttura simbolica affascinante. Alcuni studiosi vedono Baloo come parte di una triade con Kaa e Bagheera, dove lui rappresenta la forza, Kaa la conoscenza e Bagheera l’amore. Altri, invece, lo leggono come incarnazione della resistenza e dell’esperienza, un totem della giungla che ha visto tutto e sopravvissuto a tutto.

Ora, veniamo al dibattito che da anni appassiona sia accademici sia nerd appassionati di zoologia: che tipo di orso è Baloo? Kipling lo descrive come un orso bruno, ma c’è un piccolo problema: l’orso bruno non vive in India, o almeno non nella zona di Seoni, dove è ambientato il libro. Ecco allora che entra in scena un possibile sostituto più plausibile: l’orso labiato, noto anche come Melursus ursinus.

Questo animale, reale e tutto sommato poco conosciuto, è una specie notturna che vive nei bassopiani dell’India, del Nepal, del Bangladesh, dello Sri Lanka e, più raramente, del Bhutan. L’orso labiato è tutt’altro che il simpaticone Disney: è un essere solitario, potenzialmente aggressivo se si sente minacciato, e capace di cacciare termiti con una tecnica da vero esperto, grazie al suo muso allungato, alle labbra flessibili e alla fessura tra gli incisivi che gli permette di aspirare gli insetti come con una cannuccia.

Fisicamente è imponente: può pesare da 55 a 145 kg, ma in casi eccezionali raggiunge anche i 192 kg. La sua lunghezza varia tra 1,5 e 1,9 metri, e l’altezza al garrese arriva fino a 91 cm. Si adatta facilmente all’ambiente circostante e sfrutta risorse alimentari che molti altri animali evitano. Tuttavia, è anche una specie vulnerabile, inserita nella lista rossa dell’IUCN. Il suo habitat naturale è in costante diminuzione, minacciato dalla deforestazione e dagli scontri con l’uomo. Incontrarlo in natura sta diventando sempre più raro – e sempre più pericoloso.

Ma ora cambiamo completamente tono e passiamo alla parte più pop: Disney. Per molti, il vero Baloo è quello che compare nel classico animato del 1967. Qui prende vita grazie alla voce e alla personalità di Phil Harris, cantante e attore che accettò il ruolo solo a condizione di poter improvvisare. E Disney, con l’intuito che lo contraddistingueva, accettò. Il risultato? Un Baloo jazzato, rilassato, quasi beatnik, che fa da perfetto contraltare al piccolo e testardo Mowgli. La canzone “Lo stretto indispensabile”, rimasta nel film nonostante il licenziamento del suo autore Terry Gilkyson per divergenze creative, è diventata un inno generazionale. Un invito a vivere con leggerezza, ma anche con intelligenza.

Questo Baloo ha fatto breccia nei cuori del pubblico e della critica. La rivista Empire lo ha addirittura inserito al terzo posto nella classifica dei migliori personaggi animati di sempre. Non male per un orso, eh? Secondo alcuni storici dell’animazione, il rapporto tra Baloo e Mowgli riflette anche quello tra due leggende dell’animazione Disney: Ollie Johnston e Frank Thomas, due dei famosi “Nine Old Men”, amici per la pelle e creativi in simbiosi.

Quindi chi è davvero Baloo? Un personaggio letterario carico di simbolismo? Un mammifero reale da proteggere? Un’icona dell’animazione che ci insegna a vivere con leggerezza? La verità è che Baloo è tutto questo insieme. È la perfetta fusione tra natura, narrativa e cultura pop. Un orso che insegna, intrattiene e resiste, proprio come le migliori storie.

E allora, la prossima volta che sentirai partire le prime note di Lo stretto indispensabile, ricorda che dietro quella voce roca e quel panciotto c’è molto più di un semplice personaggio: c’è una storia lunga oltre un secolo, un animale in via di estinzione e un’eredità che continua a vivere tra le pagine, tra gli alberi… e nei cuori di tutti noi nerd.