Perché facciamo gli incubi? Viaggio tra scienza, psiche e cultura pop

Sogni vividi e sconvolgenti, incubi che ci svegliano sudati e con il cuore a mille: i fenomeni onirici, da sempre affascinanti e misteriosi, continuano ad incuriosire e spaventare l’uomo. Ma perché facciamo gli incubi? Quali sono le loro cause e i loro significati? E come vengono rappresentati nella cultura pop?

Sogni e incubi: tra scienza e psiche

La scienza non ha ancora una risposta definitiva sul perché facciamo gli incubi. Diverse teorie cercano di spiegarne le origini:

Fattori psicologici: stress, ansia, traumi, eventi negativi recenti o preoccupazioni per il futuro possono scatenare incubi.
Disturbi mentali: alcune condizioni come depressione, disturbo bipolare e disturbo post-traumatico da stress (PTSD) possono aumentare la frequenza degli incubi.
Farmaci e sostanze: alcuni farmaci, l’abuso di alcol e droghe possono influenzare il sonno e causare incubi.
Cause fisiologiche: apnee notturne, reflusso gastroesofageo e dolori cronici possono disturbare il sonno e portare ad incubi.

Mentre la scienza indaga le cause, la psicanalisi offre un’interpretazione differente. Secondo Freud, gli incubi rappresenterebbero la manifestazione di desideri e conflitti inconsci che la mente razionale reprime durante il giorno.

Il significato degli incubi

Non esiste un significato univoco per gli incubi. Ogni individuo li vive in modo personale e possono assumere diverse interpretazioni. Tuttavia, alcuni elementi comuni possono fornire indizi sul loro significato:

Le emozioni: paura, ansia, rabbia, tristezza o senso di colpa provate durante l’incubo possono riflettere emozioni reali che stiamo reprimendo o con cui fatichiamo a confrontarci.
I personaggi e le ambientazioni: possono rappresentare aspetti di noi stessi, persone significative della nostra vita o situazioni che ci creano disagio.
La trama: può simboleggiare ostacoli da superare, problemi da risolvere o scelte difficili da affrontare.

Sogni e incubi nella cultura pop

Il mondo dei sogni e degli incubi ha da sempre ispirato artisti, scrittori e registi. Dai miti greci alle fiabe popolari, la narrativa è ricca di storie che esplorano i confini tra realtà e immaginazione, spesso intrecciando elementi onirici con tematiche universali.

Anche il cinema e la televisione hanno ampiamente sfruttato il potere evocativo dei sogni e degli incubi. Da classici come “La vita è meravigliosa” di Frank Capra a pellicole più recenti come Inception di Christopher Nolan, il sogno viene utilizzato per creare atmosfere surreali, esplorare la psiche dei personaggi e raccontare storie che sfidano le leggi della fisica e della logica.

Sogni e incubi nei fumetti

Anche il mondo dei fumetti non è immune al fascino dell’onirico. Basti pensare a saghe come Sandman di Neil Gaiman, dove il Sogno è il protagonista indiscusso, o a opere come “Little Nemo in Slumberland” di Winsor McCay, che ci trasportano in mondi onirici fantastici e avventurosi.

Ma i fumetti non esplorano solo il lato positivo del sogno. Opere come “Batman: The Dark Knight Returns” di Frank Miller e “Akira” di Katsuhiro Otomo utilizzano gli incubi per rappresentare le paure più profonde dell’uomo e i lati oscuri della società.

Come affrontare gli incubi

Se gli incubi diventano frequenti e disturbanti, causando disagio significativo nella vita quotidiana, è consigliabile rivolgersi a un professionista. Un terapeuta può aiutare a comprenderne le cause e sviluppare strategie per affrontarli, come la terapia cognitivo-comportamentale o tecniche di rilassamento.

Conclusione

Sogni e incubi rappresentano un aspetto affascinante e complesso dell’esperienza umana. Esplorando questi mondi onirici attraverso la scienza, la psicanalisi, la letteratura, il cinema e i fumetti, possiamo acquisire una maggiore comprensione di noi stessi e del nostro mondo interiore.

Afantasia: quando il “cinema della mente” è spento

Immaginate di chiudere gli occhi e pensare a un amico che vedete spesso. Riuscite a visualizzare i suoi tratti somatici, l’espressione del viso, i vestiti che indossa? Oppure provate a immaginare un’alba: vedete il sole che sorge, il cielo che si colora di rosa, i primi raggi di luce che illuminano il paesaggio? Se la risposta è no, potreste soffrire di afantasia, una condizione caratterizzata dall’incapacità di generare immagini mentali.

Un mondo senza immagini

Per chi ha l’afantasia, il “cinema della mente” è spento. Non riescono a visualizzare volti, paesaggi, oggetti o scene vissute. Questa condizione non è da confondere con la mancanza di fantasia o creatività: le persone con afantasia possono comunque pensare in modo astratto, risolvere problemi e sviluppare idee originali.

Quanto è diffusa l’afantasia?

Si stima che circa il 1-3% della popolazione mondiale sia affetto da afantasia in forma severa, mentre una percentuale più alta presenta forme più lievi. La condizione è stata scoperta nel 1880 da Francis Galton, ma solo negli ultimi anni è stata oggetto di studi approfonditi.

Come funziona il cervello di chi ha l’afantasia?

Le ricerche suggeriscono che l’afantasia sia causata da differenze nella connettività tra diverse regioni cerebrali. Quando a una persona viene chiesto di immaginare qualcosa, il suo cervello deve attivare diverse aree per recuperare il concetto, l’aspetto e la rappresentazione mentale dell’oggetto o della scena. Nelle persone con afantasia, questo processo potrebbe essere compromesso.

Afantasia e sogni

Pur non riuscendo a creare immagini da svegli, molte persone con afantasia sognano in modo vivido. Questo perché il sogno è un’attività più spontanea e profonda del pensiero cosciente.

Afantasia e creatività

Paradossalmente, l’afantasia può essere un incentivo alla creatività. Per gli artisti con questa condizione, l’impossibilità di visualizzare immagini mentali li spinge a usare altri canali espressivi, come la musica, la scrittura o la pittura, per comunicare le loro idee e emozioni.

Afantasia e salute mentale

L’afantasia potrebbe avere anche un lato positivo. Le persone con questa condizione sembrano essere meno soggette a disturbi post-traumatici da stress (PTSD), in quanto non riescono a rivivere mentalmente i traumi vissuti.

Afantasia e autismo

Alcune ricerche suggeriscono una possibile correlazione tra afantasia e autismo, ma le evidenze sono ancora deboli.

L’afantasia non è un handicap

È importante sottolineare che l’afantasia non è una malattia o un handicap. Si tratta di una semplice variazione del funzionamento cerebrale che non pregiudica le capacità cognitive o la qualità della vita.

Sogni d’oro, oggi è la Giornata mondiale del sonno

Ogni venerdì che precede l’equinozio di primavera, ricorre la Giornata Mondiale del Sonno (World Sleep Day), un evento che ha lo scopo di consolidare la consapevolezza dell’importanza del sonno e dei suoi disturbi. La Giornata mondiale del sonno è un evento organizzato a partire dal 2008 dalla Commissione della Giornata mondiale del sonno della World Association of Sleep Medicine (WASM) il cui scopo è quello di celebrare i benefici di un sonno salutare e di richiamare l’attenzione sulle problematiche legate ai disturbi del sonno, nonché di promuoverne la prevenzione e gestione.

 

10 consigli per dormire meglio

    1. Evitare cibi pesanti, piccanti o eccessivamente zuccherati 4 ore prima di mettersi a letto;
    2. Usare una biancheria da letto pulita e comoda;
    3. Regolare quotidianamente un orario per andare a dormire e per svegliarsi;
    4. Evita la caffeina preferibilmente 6 ore prima di andare a dormire;
    5. Trovare la giusta temperatura della camera da letto per favorire il sonno e mantenere la stanza ben ventilata;
    6. Fare allenamento regolarmente, ma non subito prima di andare a dormire;
    7. Cercare di eliminare tutti i rumori fastidiosi e bloccare più luce ambientale possibile;
    8. Non fare mai una “pennichella” che duri più di 45 minuti;
    9. Riservare il letto per dormire (e divertirvi con il vostro partner) ma non ci si lavora, studia e gioca;
    10. Evitare di “ubbriacarsi” e di eccedere con sostanze alcoliche 4 ore prima di coricarsi e … non fumare a letto!

Il 17 marzo 2017, la Giornata mondiale del sonno ha iniziato ad avere risonanza mediatica anche grazie a un Tweet del famoso attore indiano Amitabh Bachchan che, attraverso il suo account @SrBachchan, seguito da oltre 25 milioni di utenti, ha comunicato che il proprio in quella giornata si sarebbe festeggiata “(…) la Giornata Mondiale del Sonno… qualunque cosa significhi !!“. Così è nato il trend relativo a questa giornata con migliaia di condivisioni e commenti di persone di tutto il mondo. Primi, grandi sostenitori della Giornata Mondiale del Sonno sono stati Liborio Parrino, MD, Professore Associato di Neurologia presso l’Università di Parma, Italia e Antonio Culebras, MD, Professore di Neurologia, Upstate Medical University, e Consulente, The Sleep Center, Community General Hospital, Syracuse, New York, USA.

World Sleep Day 2022 Slogan Heard Around the World

L’obiettivo di questo festeggiamento non è “passare la giornata a sonnecchiare” ma ricordare i benefici del sonno nell’economia della vita di una persona e i gravi  danni che possono sussistere per la sua mancanza di sonno: dopotutto “dormire” è un’attività che occupa un terzo della nostra vita. Numerosi studi scientifici stanno dimostrando il legame tra qualità del sonno e stato di salute di un individuo. La scarsità di sonno, come la frammentazione dello stesso, è legata ad un maggior rischio di eventi cardiovascolari, come ictus ed infarto del miocardio, di demenza precoce, rischio di morbo di Alzehimer, ed anche una maggior possibilità di incorrere in patologie tumorali. Risulta chiaro quindi come una buona salute del sonno sia importante per un invecchiamento in salute.

L’importanza del dormire bene è ormai un tema sempre più sentito dagli italiani e non solo; ma come cambia il rapporto con il sonno nei diversi paesi?

La pennichella nella penisola

In occasione della Giornata Mondiale del Sonno, Emma – The Sleep Company, attraverso una recente ricerca,  ha rivelato alcuni dati curiosi sul sonno degli italiani, sempre più stanchi e insoddisfatti della qualità del proprio riposo. Solo il 44,8% ha, infatti, dichiarato di riuscire a dormire tra le 7 e le 8 ore a notte e ben il 69% degli intervistati dichiara di avere un sonno leggero, caratterizzato da risvegli continui e ripetuti durante la notte. Per facilitare l’addormentarsi esistono numerose tecniche diverse ma, nonostante ciò, ben il 42,6% degli italiani dichiara di non avere un rituale particolare per prendere sonno più in fretta e in maniera naturale.

Tra i metodi preferiti, la ricerca ha evidenziato: la lettura di un libro o di una rivista (28%), l’ascolto di playlist musicali e realizzate appositamente per il sonno (12%) o l’ascolto di podcast e audiolibri (10,6%). Nonostante il boom del trend ASMR, solo il 6,6% degli italiani dichiara di utilizzare questa tipologia di video/audio prima di dormire. Filippo Calderaro, Sleep Expert italiano per Emma, ha confermato una problematica che riscontrano molti italiani: l’utilizzo dello smartphone prima di andare a dormire. Dall’analisi condotta è emerso, infatti, come ben il 56,2% degli italiani utilizzi il proprio cellulare poco prima di abbandonarsi tra le braccia di Morfeo, abitudine che influisce negativamente sulla qualità del sonno a causa dell’esposizione alle luci blu

La siesta spagnola

Gli spagnoli si differenziano dal resto dell’Europa in fatto di sonno per un’abitudine diventata molto popolare e oggetto spesso di battute: la siesta. Gli spagnoli sono infatti soliti fare un pisolino subito dopo pranzo, tra le 14.00 e le 16.00, per agevolare la digestione e riprendersi dopo un pasto abbondante a base di tapas. Al di fuori delle grandi città, la maggior parte delle aziende e negozi chiude in questa finestra di tempo, così che i dipendenti possano andare a casa, godersi il pranzo con la propria famiglia e riposare. I lavoratori, infatti, tornano in ufficio più tardi rispetto al resto d’Europa e finiscono di lavorare intorno alle 21.

Gli “inemuri” Giapponesi

I Giapponesi sono un popolo di grandi lavoratori, con ritmi serrati che impediscono di poter dormire le canoniche 8 ore a notte, e proprio per questo in Giappone è consentito (e consigliato) dormire sul posto di lavoro, a scuola, in attesa dei mezzi pubblici e persino durante le riunioni. Questa “arte” è ben diversa da quelli che potremmo definire dei classici “sonnellini” e si chiama Inemuri. Secondo la cultura e la tradizione locale, addormentarsi in pubblico non è visto come un segno di pigrizia ma, al contrario, è indice di duro lavoro e studio, così stancante da non riuscire a rimanere sveglio.

La Germania e i cuscini EXTRA

Il cuscino è forse uno degli oggetti della camera da letto più personali che ci sia, c’è a chi piace molto basso, a chi morbido e soffice mentre altri necessitano di cuscini appositi come quelli per la cervicale. In Germania però sembra esserci un amore spassionato per i cuscini maxi e di forma quadrata, generalmente di misura 80×80 centimetri, con imbottitura di piumino o piuma d’oca.
Keanu Raab, Sleep Expert tedesco per Emma spiega il motivo di questo simpatico aneddoto: “L’abitudine di utilizzare cuscini di grandi dimensioni dura oramai da secoli e la ragione per molti è la possibilità di piegare il cuscino rendendolo comodo da abbracciare e in grado di supportare tutto il corpo e non solo la testa.”
Ma la passione per il corredo notte dei tedeschi non finisce qui! A causa del clima molto rigido in Germania le coppie sono solite avere due piumini singoli anche sul letto matrimoniale. L’abitudine nasce dalla necessità di mantenere la temperatura corporea sempre costante senza il rischio del “furto della coperta” da parte del partner.

I pisolini “rinfrescanti” in Islanda

In Islanda e in molti paesi Scandinavi il sonnellino all’aperto è molto comune e considerato salutare, soprattutto per i bambini e neonati. Si ritiene infatti che la natura e il rumore del vento aiutino nel rilassamento e a cullare i bimbi in un sonno profondo. Questa pratica è molto comune anche d’inverno e non è raro vedere passeggini e carrozzine parcheggiati fuori dai negozi e ristoranti con bimbi ben coperti che riposano tranquilli. Tutto ciò è possibile anche grazie al basso tasso di criminalità del Paese, che permette ai genitori di lasciar dormire serenamente i propri bimbi all’aria aperta.

L’ultima tendenza negli Stati Uniti: Rumore bianco, marrone e rosa

L’America sappiamo essere sempre un passo avanti in fatto di trend, anche per quanto riguarda il sonno! L’ultima tendenza nata su TikTok ha come protagonista non solo il rumore bianco, conosciuto e ampiamente utilizzato per l’addormentamento, ma anche quello marrone, verde e rosa. La differenza sostanziale sta nel suono più basso e la potenza delle frequenze: quello rosa, ad esempio, somiglia molto al suono di una cascata, mentre quello marrone diminuisce di frequenza ogni ottava, imitando il suono della pioggia o dell’acqua della doccia.
Emma Merritt, Sleep Expert americana per Emma ritiene che l’ascolto di rumori rilassanti possa aiutare nel processo di addormentamento “Ci sono ancora pochi studi che possono confermare l’effettiva correlazione tra rumori bianchi e qualità del sonno, ma è una tendenza che sta prendendo piede e che effettivamente aiuta molte persone non solo a dormire meglio ma anche a ridurre ansia e stress durante le attività di tutti i giorni. Io, per esempio, tendo ad utilizzarlo per addormentarmi meglio dopo una giornata molto impegnativa o stressante accompagnato da una bella camomilla calda.”

Trattdo da: Emma – The Sleep Company

Il reportage di Roberto Di Vito al Museum of Dreamers, la mostra immersiva dedicata ai sognatori

Dopo il successo ottenuto a Milano, il Museum of Dreamers è arrivata anche a Roma. Dal 6 ottobre fino al 18 maggio 2024, il MOD ha aperto le sue porte al pubblico nel PratiBus District, occupando un’area di 4.000 mq e offrendo un’esperienza immersiva attraverso installazioni interattive pensate per coinvolgere ed emozionare il pubblico. Questa proroga permette ai visitatori di continuare ad immergersi nelle 21 installazioni immersive dedicate ai sogni e alla cultura dei sogni presenti nel PratiBus District.

Il fotografo Roberto Di Vito ha avuto l’opportunità di visitare personalmente la mostra e ha descritto il suo percorso emozionale attraverso ognuna delle installazioni artistiche, legate ad un messaggio motivazionale con la precisa ambizione di rieducare alla cultura dei sogni.

La mostra è adatta alle famiglie con bambini e offre un’esperienza coinvolgente per coloro che hanno “un cuore grande”. Tra le installazioni più iconiche vi è “Change Perspective”, un intero appartamento capovolto che stimola a guardare le cose da un altro punto di vista per raggiungere gli obiettivi desiderati. Inoltre, c’è “Do What You Love”, un tunnel che ricorda l’importanza di seguire la propria passione e il famoso pool di palline, simbolo di divertimento. La mostra offre anche l’opportunità di vivere un momento di relax e spensieratezza con l’installazione “Enjoy Today”, e di sdraiarsi sul letto matrimoniale per non smettere mai di sognare, come suggerisce l’installazione “The Sky is Not the Limit”.

Uno dei momenti più suggestivi della mostra è rappresentato da un tunnel di cuori colorati che si può attraversare, insieme a un viaggio attraverso la magia e l’incanto dei sogni, riflettendo sul concetto di “Never Stop Dreaming”. Inoltre, è presente uno specchio come tramite verso un mondo riflessivo, ispirato alle storie delle favole.

Le installazioni sono state ideate dalle designer milanesi Elena e Giulia Sella, fondatrici di Postology, un’agenzia specializzata nell’offrire esperienze immersive ed emozionali legate al mondo fisico e digitale. Per l’edizione romana, le due fondatrici hanno deciso di aumentare il numero delle installazioni da 15 a 21, inserendo nuovi temi come un mondo di ghiaccio tra archi di cristallo e spettacoli luminosi, la scoperta della magia delle stelle, l’esplorazione di nuovi orizzonti e una sfida in un campo da basket illuminato con luci UV.

Una delle installazioni che colpisce maggiormente è il “Wall of Dreams”, il muro dei sogni, dove è possibile attaccare i propri pensieri scritti su appositi post-it. La mostra è interamente dedicata ai sognatori ed è particolarmente adatta ai ragazzi e ai bambini, assomigliando più a Disneyland che a un museo tradizionale. L’interazione è assicurata grazie a spazi e installazioni molto interattive.

Il motto del Museum of Dreamers è “Your dreams are calling you”, i tuoi sogni ti stanno chiamando. Tuttavia, è necessario rispondere a questa chiamata? Il giornalista ha tentato di rispondere personalmente, ma ha ammesso di non aver sentito nessuna risposta, tuttavia ha apprezzato l’esperienza di ascolto.

La mostra trae ispirazione anche dalle favole e in particolare dal romanzo “Alice nel Paese delle Meraviglie” di Lewis Carroll, pubblicato nel 1865. L’idea del museo è quella di concentrarsi sull’esperienza fisica e musicale, creando commenti sonori per ogni stanza. Inoltre, richiede anche un movimento fisico attivo, come lanciare delle grosse palle in dei canestri illuminati da parole luminose.

Le altalene nel cielo sono una delle attrazioni principali della mostra, permettendo al pubblico di dondolarsi e immergersi nell’atmosfera onirica. La mostra offre anche momenti di relax, come sedersi sulla mezzaluna o tuffarsi nella grande vasca di palline rosa. Infine, il Museum of Dreamers si ispira al celebre motto della Walt Disney Company “If you can dream it, you can do it” (Se puoi sognarlo, puoi farlo), che ha sempre rappresentato uno stimolo per i motivatori di tutto il mondo.

La mostra interattiva del Museum of Dreamers è un’esperienza unica, dedicata a sognatori di tutte le età. Grazie alle installazioni immersive e coinvolgenti, il pubblico viene trasportato in un mondo di sogni e fantasia, stimolando l’immaginazione e invitando a credere nel potere dei propri sogni. Se si è pronti a rispondere alla chiamata dei propri sogni, il Museum of Dreamers offre un’occasione unica per vivere un’esperienza magica e incantata.

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Andrea Starchild Di Virgilio: “Power Rangers” un sogno che si realizza

Dopo la sua meritatissima vittoria presso il Power Morphicon, qui di seguito abbiamo l’intervista in esclusiva con il simpatico, bravissimo e disponibile Andrea “Starchild” Di Virgilio.

1 – Ti aspettavi di vincere alla Convention?

In realtà, non era neanche in programma la nostra partecipazione alla gara! Sapevo che si sarebbe svolto un importante Cosplay Contest alla Power Morphicon, ma non avevamo in programma di partecipare! Però una volta lì in fiera, sono stati gli organizzatori stessi a proporci di partecipare, avendoci notati ed essendo rimasti colpiti per la qualità dei nostri costumi. Una volta iscritti, abbiamo fatto un minimo di prova d’improvvisazione, e siamo saliti sul palco un’ora dopo. Quando hai i Power Rangers nel sangue fin da piccolo, conosci ogni mossa e posizione a memoria, è facile creare anche uno show base da portare sul palco.

2 – Cosa rappresenta per te aver vinto questo titolo?

Già senza la vittoria, essere presente alla Power Morphicon, è stata una delle esperienze più belle della mia vita! La vittoria è stata la ciliegina perfetta sulla torta! Poter vincere un Contest Ufficiale dedicato ai Power Rangers, nella fiera organizza per il 25° Anniversario della serie, con due costumi interamente realizzati da me, è senza dubbio una delle più grandi soddisfazioni personali che abbia mai avuto! Forse anche più di aver vinto la Yamato Cup anni fa ormai. Importante è stata questa vittoria, anche perché si è trattato della mia primissima partecipazione in gara con Virginia, la mia ragazza, che ha interpretato il Ranger Slayer, uno dei nuovissimi personaggi appena usciti del Multiverso Power Rangers. Sono veramente fiero di lei, perché alla sua primissima esperienza sul palco in cosplay, ha saputo essere all’altezza della situazione, si è calata perfettamente nel personaggio, e ha seguito alla lettera le direttive, cosa non da poco, considerando l’importanza del Contest e soprattutto, il mio carattere competitivo e puntiglioso. Va detto anche per via del lavoro che faccio, è una vittoria importante per i miei costumi, in particolare quello indossato da me, il Red Ranger Slayer. Il design è originale e disegnato da me, ispirandomi al design del Pink Ranger Slayer, ho voluto creare la controparte rossa, non presente nei fumetti. Col senno di poi, si è rivelata una scelta azzeccatissima visto il successo di questa coppia di personaggi sia nel Contest, che nella fiera. Non c’era una persona che non parlasse di noi il giorno dopo, centinaia di complimenti per i nostri costumi. Sicuramente, una soddisfazione immensa.

3 – Tra molte serie tv, comics e serie animate, perché la tua scelta è caduta sui Power Ranger?

I Power Rangers sono sempre stati per me, fin da piccolo, un grandissimo amore. Li ho sempre visti come la versione migliorata dei classici supereroi americani! Armi all’avanguardia, robot giganti, veicoli di tutti i tipi, e tutine bellissime. Sicuramente, è stato amore a prima vista! E fin da subito, il mio colore è sempre stato il rosso. Anche quando giocavamo a scuola, il Red Ranger era mio, e non si toccava. Probabilmente, quello che maggiormente mi aveva colpito da bambino nei Power Rangers, era il fatto che non avevano super poteri, ne erano ricchi, ne predestinati. Erano dei semplici ragazzi, scelti da un’entità aliena, semplicemente per ciò che erano. Erano persone normali, che ogni giorno dovevano affrontare i problemi della vita quotidiana, ma allo stesso tempo salire su robot e combattere mostri giganti. Il bello dei Power Rangers, era proprio il messaggio, che tutti possiamo essere Power Rangers.

4 – Quanto tempo dedichi ai Power Ranger?

Ormai I Power Rangers fanno parte in modo fisso delle mie giornate. Da un anno a questa parte, nel mio lavoro, mi sono specializzato sempre di più nella realizzazione di repliche e costumi tratti dalle varie serie, cercando di raggiungere vette sempre più alte per accuratezza e perfezione nei dettagli. A oggi, posso ritenermi veramente fiero del mio percorso e delle mie creazioni, anche se mi rendo conto di essere solo all’inizio del mio percorso. Il mio sogno? Vedere i miei elmi e le mie creazioni addosso ai veri Rangers nelle puntate. Un sogno a cui sto lavorando giorno dopo giorno. Non sarà mai abbastanza il tempo che dedicherò ai Power Rangers!

5 – Per quanto riguarda i costumi e gli accessori vari, te ne occupi in prima persona oppure ti avvali di terze persone?

Realizzo tutto in prima persona, sia per quanto riguarda i vari accessori, che i costumi interi. All’inizio, creavo solo per me, poi ho aperto Starchild Props, la mia, ancora piccola, attività, iniziando ad esportare anche all’estero i miei Rangers e i miei accessori. Le tecniche variano dalla scultura manuale, alla modellazione e stampa 3D, passando per lavorazioni in pelle e cuoio e l’utilizzo di resine e gomme. Curo sempre ogni minimo dettaglio dei miei Rangers, e punto sempre ad un livello di accuratezza fuori dall’ordinario. Ormai dedico più tempo al mio shop online, che alla realizzazione dei miei costumi personali, ma la cosa non mi dispiace affatto! Finché si tratta di Rangers, tutto va bene. Di progetti ne ho ancora tanti in cantiere, ora come ora sento il bisogno di portare alto il nome dei Power Rangers anche su qualche importante palco nazionale.

6 – Come ti sei sentito ad aver conosciuto i tuoi eroi?

Sembrava di vivere un sogno ad occhi aperti. Ero li, a migliaia di KM di distanza da casa, insieme a quei ragazzi e quelle ragazze che da piccolo mi hanno fatto sognare. Una sensazione indescrivibile. 15 anni fa non avrei mai immaginato possibile tutto questo, e adesso ho foto, autografi, numeri e contatti per future  collaborazioni, con gli idoli della mia infanzia ( e diciamolo, idoli anche attuali). Non smetterò mai di ringraziare l’organizzazione, la Hasbro e l’ormai passata Saban, per aver reso questa Power Morphicon l’evento più bello a cui abbia mai preso parte. Già inizio a prepararmi per prendere parte alla prossima edizione tra 2 anni!

7 – Al di fuori dei Power Ranger, quali sono le tue altre passioni?

Non sono mai stato un ragazzo a corto di passioni, nella mia vita ho provato molti hobby, odiavo e odio tuttora stare fermo. La mia vita attuale gira principalmente intorno al mio lavoro, al creare oggetti e repliche, il che mi toglie molto tempo da altre attività. Ultimamente, ho messo da parte anche la partecipazione a gare e selezioni internazionali, proprio per incanalare tutte le energie nella mia crescita come prop maker e come, soprattutto, Ranger Maker! Non manca mai però ritagliare qualche momento di svago, tra modellismo (ora ho la fissa per i Gundam) e la fantastica KISS Tribute Band, in cui canto. Se vi piacciono in KISS, dovete assolutamente venire ad un nostro concerto! Posso ritenermi un ragazzo veramente fortunato, soprattutto grazie ai miei genitori che mi hanno permesso di costruire il mio sogno, mattone dopo mattone. Senza il loro supporto, ora non sarei qui, e probabilmente avrei fatto parte di quelle persone che purtroppo non possono inseguire i propri sogni. Chissà, magari alla prossima fiera farò anche a loro dei costumi da Rangers e tirerò su una mia squadra personale!

 

Benvenuti a Fantasilandia!

“L’aeroplano! L’aeroplano! Capo! L’aeroplano!” E’ con questa frase, urlata forte dall’alto della torre di avvistamento dal simpatico Mr. Tatoo, il braccio destro di Mr. Roarke che veniva introdotta l’inizio della puntata di una delle serie televisive più fantasiose e divertenti degli anni ’80, Fantasy Island conosciuta qui in Italia come Fantasilandia.

Prodotta dalle Spelling-Goldberg Productions e Columbia Pictures Television, venne trasmessa dal 1978 fino al 1984 sul canale ABC per un totale di 158 episodi suddivisa in 7 stagioni, in Italia venne trasmessa sulle reti locali e nazionali. La serie è stata girata prevalentemente nelle isole Hawaii per mantenere l’ambientazione tropicale e alcune scene vennero girate in California.

I due protagonisti fissi della serie sono, nei panni del Sig. Roarke, un bravissimo Ricardo Montalban, famoso attore che ricordiamo come villain di turno nel film “La Pallottola Spuntata” e il malvagio Khan di Star Trek, mentre nei panni del suo aiutante Tatoo vi è l’attore Hervè Villechatze, visto in “007 L’uomo dalla pistola d’oro” e in “L‘aereo più pazzo del mondo”. Nel susseguirsi degli episodi ad affiancare il duo di Star, si sono alternati molte Guest Star: personaggi come Linda Blair, Joan Collins, Geena Davis, Lorenzo Lamas, Leslie Nielsen, Michelle Pfeiffer, Tori Spelling e Adam West, per citarne alcuni. La serie ha avuto un così grande successo che nel 1983 la Warner Bros le  dedicò un lungometraggio con protagonista Duffy Duck nel film “Duffy Duck e l’Isola Fantastica” e in tempi recenti vi è una citazione in una puntata dei Teen Titans Go.

Fantasy Island TV Show Opening Theme Season One 1978

Nel bel mezzo dell’oceano Pacifico, sorge una curiosa isola, benché a prima vista sembri la solita isola tropicale, piena di verdi foreste, acque cristalline e spiagge dalla sabbia fine e dorata, al suo interno vi è edificato un villaggio vacanze molto speciale, dove gli indigeni dell’isola sono alle dipendenze di una persona misteriosa: il Signor Roarke, che, insieme al suo assistente, il “piccolo” Tatoo, ha reso questo villaggio vacanze unico al mondo. Infatti, qui vengono “fisicamente” realizzati i desideri e i sogni degli ospiti che via via si susseguono ogni settimana. In alcuni casi, per realizzare i desideri degli ospiti, il Signor Roarke si avvale di attori pagati e di scenografie sparse per l’isola, in quanto la maggior parte di essi sono puramente di natura “materiale”, e per soddisfare gli ospiti bastava solo un po’ di ingegno: a molti piaceva, per un breve periodo, essere considerati dei vip pieni di fans, oppure dei ricconi immersi nel lusso, o semplicemente passare un periodo completamente in tranquillità. Invece, per i desideri più spirituali, il Signor Roarke sembra che utilizzi una sorta di “poteri speciali”, quando gli ospiti chiedono, ad esempio, di poter vivere nel passato, in una particolare epoca storica, di essere “letteralmente” nei panni di un altra persona, oppure incontrare il genitore morto in guerra prima della propria nascita. Tutte queste situazioni particolari, però, a volte non si svolgono come i “protagonisti” del “desiderio” si aspettavano e, molto spesso, ritornano alla realtà di tutti i giorni, mentre in altri casi, decidono di vivere quel desiderio fino in fondo rinunciando a ritornare alla loro vita di tutti i giorni. In ogni caso a ogni fine puntata, il Signor Roarke e Tatoo sfoggiando il loro amabile sorriso, salutavano gli ospiti in procinto di lasciare l’isola soddisfatti dei servigi trovati presso Fantasy Island.

Serie allegra, movimentata che in base ai “desideri” che gli ospiti volevano esaudire, vede anche delle atmosfere noir e alcune in tinta horror: in un episodio appare Satana in persona. Divertente sotto ogni punto di vista e con un finale spesso moralistico, che spesso si riduce nel classico adagio “attento a ciò che desideri, potresti ottenerlo”. Il personaggio di Roarke , mantiene un’aura di mistero,  che in certi episodi sembra addirittura angelica, una specie di emissario del cielo, se non il “capo” stesso, anche il personaggio di Tatoo è ben strutturato e non risulta per nulla essere la classica macchietta comica come ci si potrebbe aspettare, ma un assistente capace e professionale. Poi, come detto all’inizio, è divertente anche l’alternarsi nei vari episodi di Guest Star famose che danno quel pizzico di Hollywood che piace sempre.

alla prossima

by Marco Talparius Lupani

 

 

 

 

Sotto il ristorante cinese

Il cinema è pieno di film che danno emozioni ed esse sono sempre di vario tipo, la tipologia che trovo sempre interessante e che non riesco mai a classificare, sono i film onirici. Essi sono molto particolari, in quanto, per via della trama che abbinata a una buona fotografia e scenografia e anche in alcuni casi una buona colonna sonora,  riescono a catapultarci in mondi e situazioni completamente fuori dal mondo, come in un sogno appunto. Ovviamente mi vengono in mente vari film che possono rientrare in questo genere, come Jurassic Park, è bello vedere la marcia dei dinosauri per le praterie dell’Isola con sottofondo il tema principale, oppure film come Avatar, che con quelle belle ambientazioni ci catapulta in un mondo completamente nuovo e fantastico. L’elenco dei film sarebbe ancora più lungo, e quasi tutti ovviamente Hollywoodiani; però mi soggiunge un titolo di un vecchio film italiano diretto da un regista che i sogni riusciva a rappresentarli molto bene, anche se con l’animazione: il grande  Bruno Bozzetto, autore di pellicole come West & Soda, Allegro non troppo e Vip mio fratello superuomo. Il titolo di questo film che, a tutt’ora è l’unico che girò con attori in carne e ossa, di cui scrisse anche la sceneggiatura, è “Sotto il Ristorante Cinese”, un film del 1987, in cui crea una versione “liveaction” de “I sogni del signor Rossi”, altra creatura del regista italiano.

Sotto il ristorante cinese

La trama ruota ad Ivan, un ragazzo che frequenta l’università che, nonostante la sua voglia di indipendenza, vive ancora con la madre. Per mantenersi gli studi Ivan lavora per  Ursula, che oltre a essere il suo principale, è anche la sua fidanzata e i due sono anche in procinto di sposarsi: In pratica Ivan vive una normale vita, casa, lavoro e studio, preparativi delle nozze, tutti i giorni le stesse cose e situazioni. Un giorno però, mentre sta sbrigando una commistione, incontra un suo vecchio amico dei tempi dell’università, dopo anni che non si vedevano, iniziano a parlare dei vecchi tempi, ma, mentre stanno trascorrendo il tempo a parlare, accade che tre rapinatori assaltano una banca. Nonostante Ivan cerchi di star fuori dalla situazione, ne viene purtroppo coinvolto, infatti per una serie di circostanze, vede i volti dei rapinatori, ma anche loro vedono lui e, sapendo che potrebbe riconoscerli, gli danno la caccia per eliminarlo. Durante la fuga Ivan, capita all’interno di un ristorante cinese, ma, non sentendosi ancora sicuro, si dirige nei sotterranei del locale sperando di poter trovare una via di fuga e mettersi in salvo dai tre rapinatori, per dimenticare tutta la brutta faccenda. Mentre vaga alla ricerca di un nascondiglio, Ivan trova rifugio dentro un ripostiglio, ma appena vi mette piede, invece di trovarsi dentro un buio sgabuzzino, si trova davanti a un varco, dentro il quale vede un panorama da sogno, infatti Ivan vede un immensa spiaggia tropicale e un infinito oceano azzurro cristallino. Con la paura alle spalle, Ivan decide andare al di là del varco, così si trova catapultato in quel mondo di sogno. In un primo momento Ivan pensa di sognare, invece scopre che è tutto reale, ma allo stesso tempo anche irreale, infatti quella spiaggia da sogno è abitata da varie creature, una più curiosa dell’altra, anche lo scorrere del tempo per Ivan sembra diverso dal “suo mondo”. Mentre sta girovagando in questo nuovo paradiso terrestre, si imbatte in una stupenda ragazza. La nuova venuta si presenta a Ivan con il nome di Eva, e gli racconta che lei è sempre vissuta lì con suo padre, un professore che grazie al suo genio, è riuscito a inventare uno speciale telecomando con cui  ha potuto aprire il varco che collega i due mondi. Eva, avendo vissuto praticamente tutta la sua vita in quel mondo da sogno, non ha mai visto e conosciuto nessun’altra persona oltre suo padre e di conseguenza non ha mai visto nulla del “mondo” di Ivan, ed è per questo che rimane affascinata da quanto racconta il nuovo venuto. Dopo varie insistenze, Eva riesce a convincere Ivan ad accompagnarla a conoscere i posti e i luoghi di cui ha solo sentito raccontare dal padre. Ivan ritorna così “a casa” accompagnato da Eva. Vedendo l’entusiasmo della ragazza, Ivan cerca di farle conoscere il più possibile del suo “mondo”, ed Eva ogni minuto che passa con Ivan rimane sempre più affascinata da ciò che la circonda, ma, suo malgrado, per via della sua ingenuità e anche della sua bellezza, coinvolge Ivan in tutta una serie di equivoci imbarazzanti. Nel frattempo, però, Ivan pian piano si sta innamorando di Eva, colpito dalla sua genuina sincerità e dal suo carattere allegro e solare. Però, come si suol dire, le disgrazie non vengono mai da sole, infatti, i tre manigoldi della rapina alla banca, non si sono dimenticati di Ivan, l’unico testimone che potrebbe mandarli in galera, e sono ancora sulle sue tracce. Il tempo dei giochi è finito, come dice un vecchio adagio, e, a causa dell’amore, ricambiato, che prova per Eva, la vendetta di Ursula, che pensa di essere tradita e dai tre rapinatori, Ivan e Eva si dirigono verso il varco sotto il Ristorante Cinese. Qui Ivan prenderà la decisione finale che gli cambierà completamente la vita. Ovviamente finisce con un bell’Happy End, nel perfetto stile di Bruno Bozzetto.

Sotto il ristorante cinese

Per chi li ha visti, questo film assomiglia molto ai film d’animazione di Bruno Bozzetto, sia come situazioni paradossali che come ambientazione. Come detto in precedenza, sembra davvero la versione in carne ed ossa di uno dei suo cavalli di battaglia “I sogni del signor Rossi”, begli gli effetti speciali, ben fatti e curati nonostante l’epoca in cui è stato girato il film, ma, lo ammetto, io ho sempre adorato i lavori di Bruno Bozzetto e anche questo non è da meno. Spero che anche voi lo troviate soddisfacente come l’ho trovato io.

Alla prossima

 

 

Superleo: Cosplay e Calcio per beneficienza

A volte abbiamo l’occasione di utilizzare le nostre passione per fare qualcosa di bello ed utile. Il fenomeno Cosplay può tradursi dunque in qualcosa di meraviglioso, sopratutto quando ci si ricorda che alla base c’è la fantasia e la voglia di regalare emozioni. Quella che vi stiamo per proporre è proprio una di quelle iniziative nella quale la parola “cosplay” si può tradurre in qualcosa di più del semplice “apparire” ma piuttosto in voglia di utilizzare la propria arte e la propria creatività per offrire a qualcuno un’opportunità di vivere una vita migliore.

Leo ha 11 anni ed è in attesa di essere operato ad un tumore alle ossa: le persone che lo amano hanno organizzato per lui una bella partita di calcio qui a Roma con l’obiettivo di trovare i fondi necessari. Una partita amichevole tra gli “Assocentauri” e una squadra composta da artisti e attori di cabaret. L’evento si svolgerà il prossimo 20 Novembre, con inizio alle ore 16, a via di Tor Bellamonaca 497, presso il Campo Sportivo “Lupa Castelli Romani” e sarà presentato da Anthony Peth e Antonella Salvucci. Madrina l’attrice Vania de Moraes. Non stiamo parlando ovviamente della “nazionale cantanti” ne di nomi antisonanti dello show business: ma piuttosto di tanti ottimi artisti che danno con amore il loro tempo e i loro “stinchi” per questa iniziativa.

L’organizzazione della manifestazione ha richiesto la gentile presenza di amici in Cosplay, per animare l’evento e per fare foto da “viralizzare” per far conoscere l’iniziativa: Fotoesogni (Davide Bartoli) curerà una serie di photoset a tema.

Cosplayer di Roma vi lasciamo questo link per avere maggiori info sull’iniziativa:

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