Deep Fear: squali e cocaina, la ricetta del successo su Netflix

Siete pronti a tuffarvi in un thriller adrenalinico con squali e cocaina? Allora Deep Fear è il film che fa per voi!

Cosa c’è di meglio di un film di squali? Un film di squali con la cocaina!

Deep Fear ha conquistato Netflix USA in men che non si dica, scalando le classifiche dei film più visti in appena due giorni. La formula è semplice ma vincente: squali giganti, una trama ricca di azione e un pizzico di follia con la cocaina che finisce in mare e viene ingerita da uno squalo bianco.

Un cast da non perdere

Nel cast troviamo Ed Westwick, il famoso Chuck Bass di Gossip Girl, e Mădălina Diana Ghenea in un ruolo da protagonista.

Successo globale, ma non in Italia

Deep Fear è attualmente al sesto posto nella classifica mondiale dei film di Netflix e il numero uno nel Regno Unito. Peccato che non sia ancora disponibile in Italia, ma non disperate! Ci sono buone probabilità che arrivi presto anche sui nostri schermi.

Critica divisa

Nonostante il successo di pubblico, Deep Fear non ha convinto la critica, che gli ha assegnato una valutazione del 13% su Rotten Tomatoes. Ma non fatevi influenzare dalle recensioni: questo film è perfetto per chi è in cerca di puro intrattenimento e adrenalina.

La serie animata di Zum il delfino bianco

Il mare e l’oceano, hanno sempre dato ispirazione per la realizzazione di opere di vario genere, dal genere romantico, fino al genere horror, dai libri ai fumetti e dai film, alle serie televisive, storie tratte da eventi reali, come il “Titanic” fino ad opere di fantasia come “20,000 leghe sotto i mari”, alla fine queste enormi distese di acqua hanno regalato mille emozioni, dalla suspance con “lo Squalo” al romanticismo come “Love Boat”. Questa volta per voi ho ripescato, e proprio il caso di dirlo, una serie che parla un tipo particolare di pesce, più precisamente di un delfino, “Zum il deflino biano”. Questa serie di origine francese, infatti il titolo originale è “Oum le dauphin blanc”, realizzanta nei primissimi anni 70 fu creata da Vladimir Tarta e diretta da René Borg, però vi è anche una toicco nipponico, infatti una delle case di produzione fu la giapponese Eiken, per l’adattamento giapponese la serie era intitolata “Iruka to shonen”(traducibile come il delfino e il ragazzo). Realizzata una sola stagione di 13 episodi, venne trasmessa per la prima sui canali francesi della ORTF nel 1971, nel nostro paese invece su Rai 2 nel 1978 con il titolo appunto di “Zum il delfino bianco”; la serie in quel periodo divenne così famosa in Italia, tanto che la Nestlé ne acquisì i diritti di immagine e così Zum il bianco delfino divenne la mascotte ufficiale della sua tavoletta di cioccolato bianco Galak, nonostante nel 2003 i diritti di tale licenza siano decaduti, la Nestlé ha continuato ad utilizzare come simbolo per il Galak un delfino simile all’originale Zum.

Zum il Delfino Bianco - Sigla Iniziale (1971)

La trama si svolge nei pressi di un’isola tropicale dove abitano due ragazzi Gianni e Marina, due fratelli che vivono insieme allo zio Pietro un vecchio marinaio, qui il trio fa conoscenza di un delfino bianco a cui danno il nome di Zum. Il gruppo arricchito dal koala Raoul e dal merlo Seneca, che funge da traduttore tra gli umani e i delfini, e la compagna di Zum, Nanum e il loro piccolo cucciolo di delfino Titum. Così Gianni e Marina vivono splendide avventure subacquee alla scoperta di cose sempre più nuove e meravigliose, insieme al loro amico Zum, il delfino bianco.

Spot- Cioccolato GALAK Nestlè - 1987

Una serie poco longeva, solo 13 episodi, ma ricca di avventura, oltretutto prima di affrontare il mare, lo zio dei due ragazzi spiegava le varie insidie e pericoli che le pacifiche acque potevano nascondere, ed inoltre spiegava ai due ragazzi come comportarsi prima durante e dopo ogni immersioni, per evitare spiacevoli imprevisti, oltre ad una cultura di flora e fauna marina, una sorta di tutorial; poi era anche bello vedere quel simpatico delfino sulle confezioni di quel buon cioccolato bianco!

Oum le dauphin blanc : le clip

Una seconda serie, modernizzando i personaggi, è stata commissionata da TF1 e trasmessa dal 2015. In questa nuova serie la videografica è minimale e sintetica con un un effetto 2D (tecnica di ombreggiatura della celluloide), pochissimi effetti strutturali. L’animazione di questi nuovi 52 episodi (si possono reperire in streaming su Tf1 e, in alcune nazioni, su Netflix) di circa 11 minuti è molto fluida. Gli episodi possono essere visti in qualsiasi ordine, ma a volte possono essere accoppiati per formare uno lungo.

Jabber Jaw (Animated Series)

In questi giorni è uscito nei cinema di tutto il mondo Shark-il Primo Squalo, film tratto da un romanzo di avventure, intitolato MEG, dove si narra che dalle profondità marine rispunta una creatura creduta estinta da secoli, il Megalodonte, un gigantesco squalo, che si ipotizza possa arrivare oltre i 20 metri, somigliante al famoso squalo bianco, reso famoso da Spielberg nel famoso film Jaw (Lo Squalo). Gli squali bianchi hanno sempre affascinato il collettivo delle persone, ma sono sempre stati ritratti come creature malvagie il cui unico scopo è divorare i bagnanti delle spiagge di tutto il mondo e seminare il terrore tra la gente.

Vi è, però, una vecchia serie animata della Hanna&Barbera dei primi anni settanta, dove il protagonista è uno squalo bianco, dotato della capacità di parlare e anche di utilizzare la sua pinna di coda per camminare, ma invece di fare come i suoi “fratelli” cinematografici, oltre a essere una creatura di buon cuore, insieme ai suoi amici umani suona in una band musicale e a volte risolve dei misteri come la famosa Scooby-gang.

La serie era intitolata Jabber Jaw, composta da un totale di 16 episodi, trasmessa per la prima volta in Italia all’interno del contenitore per ragazzi Fanta Super Mega, e successivamente su Rai 1, Boomerang e Boing. Il persnaggio di Jabber venne ripreso all’interno di un episodio di Sccoby Doo Mistery Inc. intitolato la “Gara dei Misteri”.

https://www.youtube.com/watch?v=_DwpTQ3CL90

La serie è ambientata nel futuro nell’anno 2076, buona parte dei fondali marini sono stati colonizzati creando vere e proprie città subacquee. Viaggiando per le varie città in tour, vi è il gruppo musicale dei Nettuno composto da Biff Bolla, Testa di Vongola, Shelly e un batterista molto particolare Jabber Jaw, uno squalo che oltre ad avere la capacità di parlare, è anche anfibio, ciò infatti gli consente di potersi muovere anche fuori dall’acqua insieme ai suoi amici della band, utilizzando la coda come una sorta di piedi. In tutte le loro tournèe, Jabber e i suoi amici, finiscono regolarmente nei guai, ritrovandosi sempre a risolvere misteri oppure ad affrontare criminali della peggior specie oppure individui presi da forti manie di grandezza alla conquista dei territori sottomarini. Però alla fine riescono sempre a risolvere e ad assicurare il cattivo di turno alla giustizia, e alla fine i nostri eroi vengono portati in trionfo, finché Jabber non rivela che è un “Grande Squalo Bianco” scatenando la paura della gente e costringendo il povero Jabber alla fuga.

Jabberjaw | "Two Jabbers" Clip | Warner Bros. Entertainment

Una serie animata molto divertente, che per molti versi ricorda la Scooby Gang, e altre serie dello stesso filone, dove nel gruppo di risolvi misteri vi è sempre la presenza di un animale che molto spesso è il risolutore del mistero in questione. Alla fine anche gli Squali Bianchi possono far ridere e divertire, anche se solo in cartone animato.

Sealab 2020 animated series

Questo è l’anno 2020. Siamo al Challenger Sea Mount – la cima di una montagna subacquea, un complesso sotto il mare. Qui vivono duecentocinquanta uomini, donne e figli, ognuno un pioniere della scienza. Questa è la nostra ultima frontiera – un ambiente ostile che può contenere la chiave per il domani. Ogni giorno, in questi oceani dimorano nuove sfide nella costruzione della città sottomarina… Questo è il Sealab 2020.

Questa era l’intro, tradotta in italiano, che precedeva la sigla d’inizio di Sealab 2020, una delle serie animate della Hanna & Barbera, che secondo il mio modesto e imparziale punto di vista, è una delle serie più particolari che la famosa casa di produzione abbia mai creato, ma non per questo meno bella o divertente. Pur avendo i suoi personaggi principali, Sealab 2020 non aveva un vero e proprio protagonista, in quanto ogni puntata era completamente diversa e i protagonisti erano i vari personaggi presenti all’interno della base, in quanto il tutto si svolgeva in una Colonia sottomarina, in cui vivevano gli “addetti ai lavori” e le loro famiglie. Prodotta all’inizio degli anni ’70 e trasmessa negli USA nel 1972 sul canale americano NBC, nel contenitore dei cartoni animati del sabato mattina, in Italia venne trasmessa sulle reti locali, verso la fine degli anni ’70 inizi anni ’80, una cosa curiosa e neanche tanto bella, era che dei 15 episodi previsti della serie, alcuni vennero cancellati, così che alla fine ne trasmisero solo 13 in totale.

Sealab 2020 | Intro | Warner Bros. Entertainment

Come viene citato nella intro, siamo nel futuro anno 2020, l’oceano è diventato la nuova frontiera per l’umanità, questo immenso mondo sommerso completamente sconosciuto e ostile, sembra essere la chiave per la sopravvivenza futura del genere umano; infatti un consorzio mondiale, aveva organizzato una serie di colonie per studiare l’eventuale colonizzazione del fondale marino e lo sfruttamento delle sue risorse, mantenendo il giusto equilibrio ecologico della biosfera sottomarina, oltre ovviamente a studiare sia la flora che la fauna subacquea. Il punto cardine di tutta la storia si svolge all’interno di una di queste colonie, un’enorme struttura sottomarina, denominata Sealab, nel cui interno interno vivono scienziati, tecnici, esperti di biologia marina, medici e botanici che insieme collaborano per poter realizzare il sogno di poter colonizzare gli oceani. Per poter meglio adempiere a questo non facile compito di adattabilità, oltre al personale della Sealab, vivono anche le rispettive famiglie, che cercano di adattarsi al nuovo futuro, vivendo ogni giorno avventure più o meno pericolose, come sfuggire agli squali, cercare naufraghi, oppure semplicemente esplorare nuovi fondali marini collaudando nuove apparecchiature, o ancora far fronte a nuove malattie. Come si suol dire ogni giorno una nuova avventura sia grande che piccola.

Serie animata breve, come buona parte delle serie di Hanna & Barbera, anche se a parer mio meritava di durare almeno un altra ventina di episodi, con un tema cardine, la vita sottomarina, e varie situazioni. Nonostante la moltitudine di personaggi, che si frappongono tra di loro, grazie proprio alle varie storie e vicissitudini che si intrecciano tra loro, a parte il comandante dello Sealab che fa da punto cardine, non vi è un solo protagonista che primeggia ogni volta come in altre serie televisive. Un altro punto di forza di tale serie, oltre ai disegni ben definiti per l’epoca e l’ambientazione sottomarina, era il messaggio ecologico che veniva trasmesso senza però essere sottolineato in maniera pedante come altri programmi televisivi sia contemporanei che postumi di Sealab.

Sealab 2020 | What Can Scare A Whale? | Warner Bros. Entertainment

Alla prossima

by Marco Talparius Lupani

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