Viaggio nel minuscolo: la mostra “Small is Beautiful” porta a Milano l’arte in miniatura

Un universo racchiuso in un granello di sabbia: ecco la magia che vi aspetta alla Fabbrica del Vapore di Milano, dove la mostra “Small is Beautiful” svela al pubblico un mondo microscopico di meraviglie artistiche. Dal 9 maggio al 10 settembre 2024, preparatevi a stupirvi di fronte a opere d’arte talmente piccole da richiedere lenti d’ingrandimento per essere ammirate.

Un viaggio tra realtà e fantasia: l’esposizione, curata da Serge Victoria, vi condurrà in un’avventura tra il reale e l’immaginario. Pacchetti di patatine trasformati in grotte inesplorate, angurie che diventano campi da tennis, lacci per le scarpe che si animano come mostri marini e pozzanghere che si aprono su oasi selvagge: ogni opera è un capolavoro di meticolosa cura e dettaglio, capace di stupire e divertire grandi e piccini.

Un omaggio all’arte in miniatura: nata dai social network, dove migliaia di artisti condividono le loro creazioni con l’hashtag #MiniatureArt, “Small is Beautiful” è un tributo a questa forma d’arte spesso sottovalutata. Serge Victoria, il curatore, spiega: “Volevamo riunire artisti di tutto il mondo e far conoscere al pubblico la bellezza e la potenza espressiva di queste opere minuscole. L’arte in miniatura non è solo questione di dimensioni, ma di talento, passione e immaginazione”.

Un successo planetario e un futuro pieno di sorprese: dopo il trionfo a Parigi, New York e Bruxelles, “Small is Beautiful” approda a Milano con un entusiasmo travolgente. E il futuro? Le idee di Serge Victoria sono tante: un ristorante o un bar in miniatura, un negozio e un museo permanenti, esperienze immersive di realtà virtuale… le possibilità sono infinite, proprio come la fantasia degli artisti miniaturizzati.

Preparatevi a vivere un’esperienza unica e indimenticabile: “Small is Beautiful” non è solo una mostra, è un invito a guardare il mondo con occhi nuovi, a scoprire la bellezza nascosta nei dettagli più piccoli e a lasciarsi stupire dalla creatività umana. Un’avventura imperdibile per gli amanti dell’arte, della cultura e per chiunque sia pronto a sognare in grande, anche se in miniatura.

Informazioni utili:

  • Titolo: Small is Beautiful
  • Luogo: Fabbrica del Vapore, Milano
  • Date: 9 maggio – 10 settembre 2024
  • Sito web: https://smallisbeautifulart.com/
  • Hashtag: #SmallisBeautifulMilano

Non perdete l’occasione di immergervi in un mondo di meraviglie microscopiche!

Fumetto: il Centre Pompidou di Parigi celebra la nona arte con una mostra senza precedenti!

Amanti del fumetto, preparatevi a un viaggio mozzafiato nel mondo della nona arte! Dal 29 maggio al 4 novembre 2024, il Centre Pompidou di Parigi ospiterà la mostra “La BD à tous les étages” (“Fumetto su tutti i piani”), un’occasione unica per immergersi nella storia e nell’evoluzione di questa forma espressiva tanto amata.

Un percorso espositivo ricco e articolato

La mostra, curata da Anne Lemonnier ed Emmanuèle Payen, con la collaborazione di Thierry Groensteen e Lucas Hureau, si snoderà su tutti i sei piani dell’iconico edificio, trasformando ogni livello in un universo dedicato a un tema specifico. I visitatori avranno la sensazione di “entrare” e “uscire” dalle pagine di una grande enciclopedia del fumetto, esplorando generi, personaggi e influenze che hanno segnato questo medium.

Un viaggio “dantesco” attraverso la storia del fumetto

Il percorso espositivo seguirà una struttura “dantesca”, partendo dall’alto verso il basso. Al sesto piano, la mostra “Comics, 1964 – 2024” offrirà un’ampia panoramica sull’evoluzione del fumetto dal secondo dopoguerra ad oggi, suddivisa in dodici capitoli che ripercorrono i principali stili grafici e le tematiche emerse a livello internazionale dagli anni Sessanta. Tra i punti salienti, la nascita della rivista Garo in Giappone e le vignette sovversive di Robert Crumb.

Incontro tra arte visiva e fumetto

Al quinto piano, arte visiva e fumetto si incontreranno in un dialogo affascinante. I visitatori potranno ammirare accostamenti tra i maestri della tradizione pittorica europea e gli autori di culto del fumetto contemporaneo. Tra gli esempi, le analogie tra la pittura di Henri Matisse e le vignette di Philippe Dupuy, il dialogo tra le opere di Francis Picabia e Anna Sommer, e l’imperdibile confronto tra i dipinti di Francis Bacon e le illustrazioni di Lorenzo Mattotti.

Omaggio a Corto Maltese

Al secondo piano, la Bibliothèque publique d’information del museo ospiterà la mostra monografica “Corto Maltese. A novelistic life”, dedicata al celebre marinaio creato da Hugo Pratt. Curata da Emmanuèle Payen e Monika Prochniewicz, in collaborazione con Patrizia Zanotti, storica assistente di Pratt, la mostra offrirà un’analisi approfondita delle storie e dei significati impliciti nei fumetti di Corto Maltese, attraverso un gran numero di documenti originali, disegni, studi preparatori e tavole inedite.

Più che una mostra: un’esperienza immersiva

“La BD à tous les étages” non sarà solo una mostra, ma un’esperienza immersiva a 360 gradi nel mondo del fumetto. Un ricco programma di talk, conferenze e laboratori (al livello sotterraneo, nell’ambito della sezione “Comics out of the box”) arricchirà l’offerta, offrendo spunti di riflessione e approfondimenti su questa forma d’arte sempre più popolare e amata.

Un’occasione imperdibile per gli amanti del fumetto

Se siete appassionati di fumetto, questa mostra è assolutamente da non perdere! Un’occasione unica per scoprire la ricchezza e la varietà di questo medium, per riflettere sulla sua storia e sul suo impatto culturale, e per ammirare da vicino le opere di alcuni dei più grandi maestri del fumetto di tutti i tempi.

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Jean Cocteau: La rivincita del giocoliere – Una mostra imperdibile alla Collezione Peggy Guggenheim

Dal 13 aprile al 16 settembre 2024, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia ospita “Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere“, la prima grande retrospettiva italiana dedicata a questo artista poliedrico e geniale. Un’occasione unica per scoprire il suo talento inestimabile e la sua influenza profonda sulla cultura del XX secolo.

La mostra, curata da Kenneth E. Silver, autorevole esperto di Cocteau, presenta oltre 150 opere provenienti da prestigiose istituzioni museali internazionali e collezioni private. Un percorso espositivo ricco e articolato che ripercorre la carriera di Cocteau attraverso le sue diverse espressioni artistiche: disegni, opere grafiche, gioielli, arazzi, documenti storici, libri, riviste, fotografie, documentari e film.

Cocteau, poeta, scrittore, drammaturgo, critico d’arte e regista, era anche un brillante artista visivo. La mostra celebra la sua incredibile versatilità e la sua capacità di spaziare con maestria tra diverse tecniche e generi. Si definì un “giocoliere” per la sua abilità nel destreggiarsi tra le arti, e la mostra ne cattura perfettamente la spirito eclettico e innovativo.

Tra i punti salienti della mostra:

  • Disegni: Ammirate la maestria di Cocteau nel disegno, con opere che spaziano da ritratti a paesaggi, a scene ispirate alla mitologia e alla letteratura.
  • Opere grafiche: Scoprite le litografie, le incisioni e le acqueforti di Cocteau, caratterizzate da una forte espressività e da una grande originalità.
  • Gioielli e arazzi: Lasciatevi affascinare dai raffinati gioielli disegnati da Cocteau per artisti come Coco Chanel e Jean Arp, e dagli arazzi realizzati con i suoi disegni.
  • Documenti storici: Approfondite la vita e l’opera di Cocteau attraverso documenti d’archivio, lettere, manoscritti e fotografie.
  • Film: Godetevi una selezione di film diretti da Cocteau, come “Il sangue di un poeta” e “La bella e la bestia”, capolavori del cinema surrealista.

Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere è una mostra imperdibile per tutti gli amanti dell’arte, della cultura e della storia. Un’occasione unica per scoprire un artista straordinario che ha lasciato un segno indelebile nel XX secolo.

Informazioni sulla mostra:

  • Titolo: Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere
  • Luogo: Collezione Peggy Guggenheim, Calle Dogana 4202, Venezia
  • Date: 13 aprile – 16 settembre 2024
  • Orari: Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00 (la biglietteria chiude alle 17.30).
  • Biglietti: Intero € 15; Ridotto € 10; Gratuito under 10 anni.
  • Sito web: https://www.guggenheim-venice.it/

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Tatuaggio: Storie dal Mediterraneo – Un viaggio affascinante tra arte, culture e tradizioni al MUDEC di Milano

Amanti del tatuaggio, della storia e delle culture mediterranee, preparatevi a immergervi in un’esperienza unica! Dal 28 marzo al 28 luglio 2024, il MUDEC – Museo delle Culture di Milano ospita la mostra “Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo“, un viaggio affascinante alla scoperta di questa antica arte e del suo profondo legame con le tradizioni e le identità dei popoli mediterranei.

Oltre 200 opere provenienti da musei, collezioni private e istituzioni di tutto il mondo saranno esposte al MUDEC, raccontando la storia del tatuaggio dalle sue origini preistoriche fino ai giorni nostri. La mostra esplorerà le diverse tecniche di tatuaggio, i simboli e i significati utilizzati in diverse culture mediterranee, e il ruolo del tatuaggio nell’espressione di identità, appartenenza sociale e riti spirituali.

Un percorso espositivo ricco e articolato guiderà i visitatori attraverso le diverse sezioni della mostra, dalle testimonianze archeologiche del tatuaggio nell’antico Egitto, Grecia e Roma, alle tradizioni ancora vive in diverse regioni del Mediterraneo, come il Maghreb, la Turchia, i Balcani e l’Italia meridionale.

La mostra “Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo” non si limita a presentare opere d’arte, ma offre anche un’occasione per approfondire la conoscenza delle culture mediterranee e per riflettere sul tema del corpo come luogo di espressione e identità.

Un’ampia gamma di eventi collaterali accompagnerà la mostra, tra cui workshop, conferenze, concerti e proiezioni cinematografiche, per offrire al pubblico un’esperienza ancora più ricca e coinvolgente.

Se siete appassionati di tatuaggi, di culture mediterranee o semplicemente curiosi di scoprire un mondo affascinante e ricco di storia, la mostra “Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo” è un’occasione da non perdere!

Informazioni sulla mostra:

  • Titolo: Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo
  • Luogo: MUDEC – Museo delle Culture, Via Paolo Lomazzo 14, Milano
  • Date: 28 marzo – 28 luglio 2024
  • Orari: Lunedì 14.30 – 19.30; Martedì – mercoledì – venerdì – domenica 9.30 – 19.30; Giovedì – sabato 9.30 – 22.30. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.
  • Biglietti: Intero € 15; Ridotto € 10; Gratuito under 12 anni.
  • Sito web: https://www.mudec.it/tatuaggio

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Roma: Mangano & Marieke van Rooy raccontano l’umanità alla Nomas Foundation

Dal 27 marzo al 18 maggio 2024, la Nomas Foundation di Roma ospita una mostra imperdibile del duo artistico Domenico Mangano & Marieke van Rooy. “Do you want to be my faded copy?” vi condurrà in un viaggio profondo e toccante attraverso la psiche umana, esplorando i temi della memoria, dell’identità e della fragilità dell’esistenza.

Mangano e van Rooy, coppia nella vita e nel lavoro, sono noti per il loro approccio interdisciplinare che combina fotografia, scultura, video e installazioni. Le loro opere, spesso di grande impatto emotivo, indagano la condizione umana con uno sguardo empatico e poetico.

“Do you want to be my faded copy?” è un progetto site-specific creato appositamente per la Nomas Foundation. La mostra si sviluppa in un percorso articolato che comprende opere inedite e alcune delle creazioni più rappresentative del duo.**

I visitatori saranno immersi in un ambiente suggestivo e surreale, dove immagini, suoni e oggetti si intrecciano per creare un’esperienza sensoriale unica. Le opere di Mangano e van Rooy ci invitano a riflettere sulla nostra immagine riflessa, sulla nostra identità in perenne mutamento e sul rapporto con gli altri.

La mostra è un’occasione preziosa per scoprire due artisti di grande talento e per approfondire la nostra comprensione della natura umana.

Informazioni sulla mostra:

  • Titolo: Do you want to be my faded copy?
  • Artisti: Domenico Mangano & Marieke van Rooy
  • Date: 27 marzo – 18 maggio 2024
  • Luogo: Nomas Foundation, Via del Babuino 12, Roma
  • Orari: Mercoledì – domenica, 15:00 – 20:00
  • Sito web: https://nomasfoundation.com/

Armin Boehm: un viaggio pittorico tra realtà e immaginazione a Milano

L’artista tedesco Armin Boehm approda a Milano con una mostra personale che vi condurrà in un affascinante viaggio tra realtà e immaginazione. Le sue opere, caratterizzate da architetture urbane stravolte e atmosfere surreali, stimoleranno la vostra riflessione e vi lasceranno senza fiato.

Dal 3 aprile all’11 maggio 2024, la galleria Francesca Minini di Milano ospiterà “Et les yeux pour me dire”, la prima mostra personale in Italia di questo talentuoso pittore. Un’occasione imperdibile per scoprire il suo stile unico e immergersi nel suo mondo visionario.

Boehm, nato ad Aquisgrana nel 1972, è considerato uno degli artisti tedeschi più interessanti della sua generazione. Le sue tele, spesso di grandi dimensioni, catturano l’attenzione degli spettatori con la loro imprecisione geometrica e la loro atmosfera onirica. L’artista gioca con la prospettiva e con le proporzioni, creando scenari urbani che sembrano usciti da un sogno.

I lavori di Boehm sono spesso interpretati come una metafora della società contemporanea. L’artista ci invita a riflettere sulla fragilità del nostro mondo e sulla difficoltà di distinguere tra realtà e illusione. Le sue opere ci ricordano che la nostra percezione del mondo è sempre filtrata dalle nostre esperienze e dai nostri pregiudizi.

La mostra milanese presenterà una selezione delle opere più recenti di Boehm, tra cui alcuni dipinti di grandi dimensioni mai esposti prima in Italia. Un’occasione unica per ammirare dal vivo la maestria tecnica di questo artista e per lasciarsi catturare dalla sua poetica visionaria.

Se siete amanti dell’arte contemporanea e vi piacciono le opere che sfidano la percezione e stimolano la riflessione, questa mostra è assolutamente da non perdere.

Informazioni sulla mostra:

  • Titolo: Armin Boehm: Et les yeux pour me dire
  • Date: 3 aprile – 11 maggio 2024
  • Luogo: Galleria Francesca Minini, Via Massimiano 25, Milano
  • Orari: Martedì – sabato, 11:00 – 19:00
  • Sito web: https://www.francescaminini.it/

Nasce Cult Cars&Movies, la mostra sulle auto icone del cinema e del fumetto

Nell’universo della cultura pop pochi elementi hanno il potere evocativo e l’attrattiva delle automobili apparse nelle pellicole cinematografiche e nei fumetti. Spesso questi veicoli hanno assunto un ruolo che va ben oltre la loro funzione primaria di trasporto, diventando veri e propri protagonisti, simboli di avventura, libertà, eroismo. Attraverso decenni di cinema e fumetti, alcune di queste automobili hanno assunto lo status di icone, testimoniando come, in questo particolare incrocio tra arte e ingegneria, si possa trovare una fonte inesauribile di fascino e ispirazione.

Proprio da questa ispirazione nasce Cult – Cars&Movies, un progetto trasversale di exhibit design a cura di GL events Italia che vuole unire cinema e automotive, cultura e tradizione, presentando al pubblico di Torino i veicoli simbolo di alcuni film cult della cultura pop & comics.

Dal leggendario Herbie, il Maggiolino Tutto Matto protagonista di folle corse nei film Disney alla mitica Jeep con cui i protagonisti di Jurassic Park fuggono dai dinosauri, fino alle Mini Cooper che sfrecciano tra le strade di Torino in The italian Job: queste e altre icone dell’automotive, che hanno segnato indelebilmente la cultura pop e cinematografica, sono le protagoniste di Cult – Cars&Movies.

I veicoli sono ospitati all’interno di due manifestazioni in programma ad aprile a Lingotto Fiere: Torino Comics, – da venerdì 12 a domenica 14 aprile – e AMTS – Auto Moto Turin Show, – da venerdì 19 a domenica 21 aprile – la nuova manifestazione interamente dedicata alla passione delle due e quattro ruote.

La mostra è realizzata in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, il Museo dell’Automobile di Torino e Film Commission Torino Piemonte. Il progetto è presentato venerdì 19 aprile alle ore 17 – Sala Azzurra (Padiglione 3) durante l’evento AMTS – Auto Moto Turin Show in una tavola rotonda moderata da Andrea Farina di Motor1. 

Ecco i modelli in esposizione, che saranno accompagnati dalle locandine dei film e delle serie.

Jeep Wrangler – “Jurassic Park” (1993, Steven Spielberg)

Questo robusto veicolo non è solo un mezzo di trasporto, ma un simbolo di avventura e sopravvivenza nel cuore di un’isola popolata da dinosauri. La sua presenza è emblematica della tensione e dell’eccitazione che caratterizzano il film, rendendola un’icona indimenticabile della saga.

Jaguar E-type – “Diabolik” (2021, Manetti Bros)

Questa elegante auto sportiva è il compagno ideale per le avventure dell’astuto e affascinante ladro Diabolik. La sua linea sinuosa e la velocità fulminea ne fanno il mezzo perfetto per i colpi audaci e le fughe mozzafiato del personaggio.

Mini Cooper – “The Italian Job” (1969, Peter Collinson)

La Mini Cooper non è solo un’auto, ma un simbolo di astuzia e agilità. Nel film, queste piccole ma potenti auto si destreggiano tra le strade di Torino e sfrecciano in un inseguimento epico sulla pista del Lingotto per una delle più memorabili rapine al mondo, dimostrando che anche il più piccolo dei veicoli può compiere imprese grandiose.

Fiat 500 – Lupin (manga e anime, 1967-1981)

La Fiat 500 di Arsenio Lupin incarna perfettamente lo spirito del celebre ladro gentiluomo. Questa vettura, agile e discreta, che si muove con l’eleganza e l’ingegnosità del suo proprietario, è diventata un simbolo di libertà e di sfida alle convenzioni. Nonostante le sue dimensioni contenute, la 500 di Lupin è capace di grandi imprese ed è più di un semplice mezzo di trasporto: è una compagna fedele.

Ferrari 308 GTS – Magnum P.I. (serie tv, 1980-1988)

Un’icona degli anni ’80 su cui sfreccia il detective privato Thomas Magnum, interpretato da Tom Selleck. La vettura, con le sue linee eleganti e la sua potenza inconfondibile, è spesso protagonista di folli corse per le strade hawaiane di Oahu, e riflette lo stile di vita avventuroso e l’approccio non convenzionale alle indagini del suo proprietario. Un’auto simbolo di un’epoca, che incarna il sogno di libertà e avventura che ha catturato l’immaginazione di milioni di spettatori.

Autobianchi Bianchina – Fantozzi (1975, Luciano Salce)

La Bianchina di Ugo Fantozzi è simbolo della sua vita fatta di sfortuna e comicità involontaria. L’auto, con le sue dimensioni modeste e la sua velocità limitata, è protagonista di numerose vicende tragicomiche che vedono Fantozzi alle prese con le piccole grandi disavventure della vita di tutti i giorni. Dalle code interminabili nel traffico cittadino alle gare improbabili contro treni e mezzi di trasporto pubblico, la Bianchina è al fianco di Fantozzi, simbolo di quella dolce amarezza che caratterizza la vita del suo sfortunato proprietario.

Mercedes 204 D – In viaggio con papà (1982, Alberto Sordi)

Un simbolo del confronto generazionale e dei contrasti tra padre e figlio che si dipanano lungo le strade d’Italia. Questa affidabile e spaziosa Mercedes è la compagna inseparabile della straordinaria coppia formata da Alberto Sordi e Carlo Verdone nel loro viaggio ricco di equivoci, momenti di tensione e riconciliazioni. La vettura, con la sua eleganza sobria e la sua solidità, riflette le qualità del personaggio interpretato da Sordi, un uomo di altri tempi, legato a valori tradizionali e a una certa idea di rispetto e decoro. Allo stesso tempo, la vettura è testimone delle evoluzioni e dei cambiamenti nei rapporti familiari, diventando scenario di dialoghi memorabili, risate e riflessioni sul senso del viaggio e della vita stessa.

VW Maggiolino – “Herbie” (2005, Angela Robinson)

Herbie, il Maggiolino con una personalità tutta sua, ha conquistato il cuore di milioni di spettatori di tutte le età. Questo adorabile Maggiolino bianco, contraddistinto dal numero 53, non è solo un’auto da corsa eccezionalmente dotata, ma anche un amico fedele e un compagno di avventure per i suoi proprietari, un vero e proprio eroe a quattro ruote con una personalità vivace e un cuore grande. La sua resilienza, l’astuzia e la capacità di sorprendere e ispirare coloro che lo circondano lo rendono un personaggio unico e amato, simbolo di speranza e di riscatto.

Gli eventi che ospiteranno la mostra

Torino Comics

Dal 12 al 14 aprile torna a Lingotto Fiere Torino Comics. L’evento, organizzato da GL events Italia in joint venture con Just for fun, nel 2024 festeggia 30 anni di vita e continua a richiamare ogni anno nel capoluogo piemontese decine di migliaia di appassionati di fumetto, manga, anime, cinema, games, esport, videogames e naturalmente gli immancabili cosplayer, provenienti da tutta Italia. Techno-Fantasy è il tema della XXVIII edizione di Torino Comics, un genere che combina elementi fantastici con le meraviglie della tecnologia futuristica, creando un universo dove stregoni e macchine, draghi cibernetici e avventure high-tech coesistono in armonie sorprendenti. https://torinocomics.com/

AMTS – Auto Moto Turin Show

Torino torna ad essere la capitale degli appassionati di auto e moto. La prima edizione di AMTS è in programma dal 19 al 21 aprile 2024 negli spazi di Lingotto Fiere, per tre giorni dedicati interamente alla passione per le due e quattro ruote a 360°, dalla storia dell’auto alle ultime produzioni automobilistiche. Un evento di cultura e mercato delle automobili, che raccoglie e reinventa la vocazione automobilistica della città di Torino: AMTS – Auto Moto Turin Show, organizzato da GL events Italia, si preannuncia un momento di incontro per appassionati, collezionisti, curiosi e professionisti del settore automobilistico e motoristico. L’evento nasce dal gemellaggio con l’omonimo show ungherese, AMTS – Auto Moto Tuning Show. https://amtstorino.it

UKIYOE: Il Mondo Fluttuante. Visioni dal Giappone a Roma

Un’immersione nell’arte giapponese del periodo Edo: la mostra “UKIYOE. Il Mondo Fluttuante. Visioni dal Giappone” al Museo di Roma offre un affascinante viaggio attraverso la cultura e la società del Sol Levante tra il XVII e il XIX secolo.

Oltre 150 capolavori: dipinti, rotoli, stampe, paraventi e oggetti d’arte applicata raccontano la vita quotidiana, le mode, i divertimenti e i costumi del tempo, con una particolare attenzione al “mondo fluttuante”, ossia la sfera effimera e sensuale dei quartieri di piacere.

I maestri dell’ukiyoe: da Utamaro a Hokusai, da Sharaku a Hiroshige, la mostra presenta le opere dei più grandi artisti del genere, offrendo una panoramica completa di questa forma d’arte rivoluzionaria.

Testimonianza di un’epoca: l’ukiyoe non solo documenta la vita quotidiana del Giappone di Edo, ma riflette anche i cambiamenti sociali, economici e politici del periodo.

Un’esperienza multisensoriale: la mostra è arricchita da strumenti musicali, giochi da tavolo, abiti e accessori, creando un’esperienza immersiva che trasporta il visitatore nella cultura giapponese del tempo.

Un’occasione imperdibile: per appassionati d’arte, cultura giapponese e storia, la mostra “UKIYOE. Il Mondo Fluttuante. Visioni dal Giappone” è un’occasione unica per ammirare opere di inestimabile valore e scoprire un mondo affascinante e lontano.

Informazioni utili:

  • Sede: Museo di Roma, Palazzo Braschi
  • Date: 20 febbraio – 23 giugno 2024
  • Orari: martedì-venerdì 10:00-19:00, sabato, domenica e festivi (lunedì 1°e giovedì 25 aprile) dalle 10:00 alle 21:00
  • Biglietti: € 7,00 + acquisto del biglietto di ingresso alla mostra secondo la tariffazione vigente

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Gianni De Luca e la Nona Arte: una rivoluzione nel fumetto. Dal 2 marzo al 12 maggio 2024

Il Fumetto è da tempo denominato “la Nona Arte”, in tutto il mondo. Gianni De Luca, a sua volta, è riconosciuto come uno dei maggiori artisti italiani di ogni epoca. WOW – Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano (Viale Campania, 12), che ha già ospitato nel suo passato capolavori di De Luca nelle varie mostre allestite, questa volta presenta la più ampia e articolata scelta di tavole originali – oltre 130 – che consente di apprezzarne sia il valore in termini assoluti di bellezza estetica sia l’apporto di innovazione davvero rivoluzionaria a questo grande mezzo espressivo.

La mostra racconta infatti l’evoluzione di Gianni De Luca (1927-1991) dalle sue prime collaborazioni con il giornale per ragazzi “Il Vittorioso”, nell’immediato dopoguerra, fino ai capolavori per il “Giornalino”, soffermandosi in particolare sugli episodi del noto commissario Spada (ambientate nella Milano degli anni Settanta) e sulle tragedie shakespeariane, il vertice artistico e narrativo più alto.

Tra gli autori italiani più importanti, Gianni De Luca (Catanzaro, 1927-Roma, 1991) a 14-15 anni si disegna già le sue prime storie a fumetti, quando i suoi riferimenti sono i pochi giornalini – per lo più di propaganda bellica – che filtrano attraverso le maglie della censura fascista. Nel clima decisamente diverso del dopoguerra trova subito spazio sulle pagine del più diffuso giornalino cattolico, Il Vittorioso, accanto all’umoristico Jacovitti, all’avventuroso Caesar e a decine di autori nuovi o, comunque, finalmente liberi di esprimersi e di misurarsi sempre più alla pari con i maggiori artisti d’Oltreoceano.

La qualità delle sue pagine a fumetti, nonché delle illustrazioni per copertine e racconti, è tale da non concedergli tregua, e del resto il Fumetto gli è talmente caro da investire nel lavoro anche una grande quantità di energia per ricercare sempre il massimo risultato e padroneggiare tutti gli strumenti (dalle matite ai pennini e ai pennelli) con una maestria eccezionale.

Mai pago dei risultati, quando si sarebbe detto che avesse raggiunto i vertici di efficacia e precisione, per tutta la sua carriera artistica ha continuato a sperimentare nuove modalità e un utilizzo sempre più avanzato degli strumenti, sia nel “bianco e nero” (al punto che ancora gli esperti si interrogano sugli strumenti utilizzati, sembrando “impossibile” un’abilità davvero assoluta) sia nel “colore”, dove viene spontaneo pensare ai più grandi maestri della pittura italiana ma senza poterlo accostare a uno soltanto.

Il suo livello espressivo e narrativo, grafica e impaginazione, uso del colore, raggiungono il massimo quando Il Vittorioso (di Roma) chiude e passa il testimone al Giornalino (di Milano): sempre una testata cattolica (San Paolo) ma con una maggiore apertura a temi anche laici e obiettivi più moderni. De Luca continua a vivere a Roma, godendo di una dimensione meno frenetica di quella che avrebbe offerto Milano a lui e alla sua famiglia, ma realizza in questa seconda metà della sua carriera i maggiori capolavori.

Troviamo così diversi classici della letteratura trasposti in fumetto (gareggiando quindi con Battaglia, Toppi, Caprioli, Piffarerio per fare solo qualche nome), ma anche riuscendo a portare sulla carta opere “impossibili” come le tragedie di Shakespeare, mantenendo il senso della rappresentazione teatrale e aggiungendo il fascino degli interpreti, introducendo una terza dimensione e violando lo spazio pur operando su superficie piana e, ultima sfida, superando anche la quarta dimensione (il tempo). I risultati sono una grande affermazione di diversità e di malleabilità della Nona Arte, il Fumetto, nei confronti di tutte le altre.

Fatti storici, personaggi dello spettacolo (la sua Marilyn Monroe, il suo Totò, davvero unici), perfino una grafica che poteva sembrare altro campo d’azione, quella di un raffinato umorismo grafico per un’originale interpretazione a fumetti del “Giornalino di Giamburrasca”, sono state tante sfide che l’hanno fatto amare da generazioni di lettori.

Ha sempre preferito storie “concluse”, romanzi e racconti a fumetti, ma quando si è cimentato nella creazione de un personaggio seriale – il commissario Spada, su testi di Gian Luigi Gonano, il risultato è stato un ulteriore capolavoro, il suo impegno più riconosciuto.

Tutti episodi concatenati, ambientati a Milano negli anni Settanta, ruotanti attorno a una metropoli in trasformazione epocale, giovani in cerca di libertà e identità ma anche insidiati da nuovi pericoli, insicurezza, droga e violenza, scontri generazionali e sfumature di malessere. Temi difficili che Gonano affronta e De Luca traduce in immagini, settimana dopo settimana, segnando un nuovo grande obiettivo raggiunto nell’universo della narrazione per immagini.

De Luca ha realizzato inoltre una quantità di splendide copertine per i grandi albi di Brick Bradford e di alcuni altri personaggi classici del fumetto statunitense.

La mostra si apre con una presentazione biografica dell’autore, a cui seguono alcuni autoritratti, realizzati in vari momenti della sua vita e due tavole della primissima storia a fumetti realizzata a soli tredici anni, in cui il giovane De Luca dimostra già una straordinaria maturità nel segno, in una storia di guerra che sembra particolarmente ispirata alle opere di un futuro “collega” sulle pagine del Vittorioso: Kurt Caesar.

Altre opere non pensate per la pubblicazione sono una serie di indovinate caricature di personaggi del mondo dello spettacolo e della politica, da Maurizio Costanzo a Aldo Moro, e un’opera astratta che dimostra come l’artista amasse disegnare anche nel tempo libero, mettendosi alla prova con lavori molto distanti da quelli pensati per la pubblicazione.

Più legate al fumetto sono invece due tavole di “prove tecniche”, che De Luca realizzava per controllare la resa dei suoi strumenti di lavoro, e in cui è possibile scorgere anche elementi ripresi poi nelle storie a fumetti.

Il percorso prosegue con due copertine inedite per gli Albi del Vittorioso che contenevano due delle primissime storie disegnate da De Luca (“Anac il distruttore”, 1946, e “Nel regno di Kamrasi”, 1947) e alcune preziose tavole originali di due delle storie realizzate per Il Vittorioso (“La sfinge nera”, 1950, e “Gli ultimi sulla Terra”, 1951). In queste prime produzioni De Luca è poco più che ventenne, eppure dimostra una straordinaria maturità grafica, che ha inciso sul successo del settimanale. È poi possibile individuare tratti distintivi del suo segno, che ricorreranno anche nei decenni successivi, come la particolarissima costruzione del viso di alcuni personaggi, dai tratti quasi geometrici.

La lunga collaborazione con Il Giornalino, settimanale con cui De Luca collaborerà fino alla fine, è caratterizzata da una grande varietà di stili e di generi: il racconto biblico delle storie “I due amici” (1955) e “L’ebreo errante” (1955), l’umorismo venato di giallo di “Non fumar la dinamite” (1960), “L’ultima Atlantide” (1967) che racconta la fine della mitica civiltà posta oltre le Colonne d’Ercole, il western di “Bob Jason” (1969). Per ogni storia De Luca riesce nell’impresa di mantenere uno stile inconfondibile, innovandolo però ogni volta per meglio adattarsi alla storia che vuole raccontare, su testi di alcuni tra i migliori sceneggiatori italiani di quegli anni, come Roudolph (nome d’arte di Raoul Traverso) e Mario Basari.

Ancora sulle pagine del Giornalino, l’opera più conosciuta e ricordata di Gianni De Luca è sicuramente il ciclo di storie del Commissario Spada, su testi di Gianluigi Gonano, pubblicato tra il 1970 e il 1982.

Eugenio Spada è un uomo serio, apparentemente burbero ma molto umano. È un poliziotto integerrimo e tenace, padre vedovo di un ragazzo di nome Mario, e gli vengono affidate indagini complesse e delicate, che permettono agli autori di raccontare storie cupe e realistiche, che toccano temi come la mafia, il terrorismo, la droga e le sette sataniche, pur all’interno di una pubblicazione rivolta ai giovanissimi e pubblicata da una casa editrice cattolica, in uno spaccato della vita sociale e politica dell’Italia degli anni Settanta, con epicentro milanese. Il tratto di Gianni De Luca evolve storia dopo storia, con soluzioni visive sempre innovative ma anche ogni volta perfette per la storia narrata. In mostra sono esposte tavole di episodi esemplari di questo straordinario personaggio, dalla prima “Il ladro d’uranio” all’ultima “Fantasmi”. Accanto ad esse, due preziosi “dietro le quinte”: uno studio dell’evoluzione del viso del commissario, che dopo le prime storie è vittima di un terribile incidente stradale e cambia totalmente fisionomia, e il bozzetto di una tavola mai pubblicata, forse facente parte di una storia del personaggio mai conclusa.

Tra il 1975 e il 1976 le avventure del Commissario Spada si “interrompono” per un altro ambizioso progetto: l’adattamento di tre capolavori teatrali di William Shakespeare, su testi di Raoul Traverso: “La tempesta”, “Amleto”, “Romeo e Giulietta”. In queste storie De Luca affina ulteriormente le proprie capacità espressive, spingendo oltre i limiti conosciuti il medium fumettistico, abbandonando la tradizionale gabbia a vignette per consegnarci tavole straordinarie in cui i personaggi sembrano muoversi come su un palcoscenico. Il lettore può seguire i movimenti dei personaggi come se si trovasse di fronte ai fotogrammi di un film, in un’innovazione a cui anni dopo giungeranno autori come Will Eisner e Frank Miller e che lo stesso De Luca utilizzerà in particolare nell’ultima storia del commissario Spada, “Fantasmi”.

Gli ultimi anni della carriera di De Luca mostrano ancora una volta la sua capacità di saper creare immagini eccezionali spaziando tra generi diversi. Nel 1983 disegna su testi di Claudio Nizzi “Il Giornalino di Gian Burrasca”, adattamento del classico per ragazzi di Vamba, in cui De Luca spinge al massimo gli aspetti più caricaturali del suo segno, senza perdere in eleganza.

Altre storie ancora mostrano una perizia tecnica ineguagliata e forse ineguagliabile, sempre al servizio della storia. Ne sono un esempio il grande uso della puntinatura, come in “Totò” e “Marilyn” (1985, biografie a fumetti dei due mitici attori sui testi di Marco Di Tillo), e in “La freccia nera” (1988, scritta da Paola Ferrarini e tratta dal romanzo storico di Robert Louis Stevenson).

“Paulus” (1987), scritto da Tommaso Mastandrea, unisce il racconto fantascientifico a quello biblico attraverso l’uso nella stessa tavola di stili molto diversi: l’artista usa il pennino per le scene nel futuro e tempere e pennelli, con una colorazione più calda, per mostrare ai lettori la vita di San Paolo.

Ultima storia di Gianni De Luca, rimasta incompiuta per la scomparsa dell’autore, è “I giorni dell’impero” (1992, su testi di Mauro Cominelli): un’avventura storica che, quasi a chiudere un cerchio, si avvicina nelle tematiche alle storie disegnate agli inizi della sua carriera.

Un altro aspetto importante dell’opera di Gianni De Luca è la sua produzione come illustratore. Autore di decine e decine di copertine e illustrazioni, principalmente per le due testate a cui ha più a lungo collaborato, Il Vittorioso e Il Giornalino, De Luca anche in questo ambito realizza immagini estremamente suggestive, con la consueta ricerca di nuove formule espressive.

Ne è un perfetto esempio una copertina, poi non utilizzata, ispirata alla storia “Fantasmi”, in cui il profilo inconfondibile del commissario Spada contiene situazioni e personaggi che compaiono nella vicenda: è stata scelta come manifesto della mostra.

Gli elementi di racconto della società contemporanea, presenti nelle storie di De Luca, sono potenti anche nelle copertine, come nell’illustrazione del 1966 a tema natalizio realizzata per Il Giornalino “È Natale anche per loro”, che mostra un gruppo di ragazzi raccolti sotto un ponte, mentre suonano la chitarra attorno a un fuoco. Suggestiva e quasi psichedelica anche la copertina per una delle prime storie del commissario Spada “L’uomo senza ricordi” (1970) in cui un volto umano è virato in blu, con gli occhi sostituiti da due vortici.

La mostra, curata da Luca Bertuzzi, espone circa 130 opere originali, scelte con l’indispensabile collaborazione di Laura De Luca, figlia dell’artista, studiosa e interprete della sua carriera.

Accanto alle opere esposte in originale, grazie agli archivi della Fondazione Franco Fossati e del collezionista Pier Giuseppe Barbero, saranno in mostra le pagine più belle del Vittorioso e del Giornalino, libri illustrati da De Luca, rare edizioni estere delle sue opere e le ristampe, che nel corso degli anni hanno consentito e consentono a nuove generazioni di lettori di conoscere questo straordinario artista.

L’esposizione è completata dal corredo di giornali e albi stampati, che coprono significativamente tutto il periodo della sua produzione, e opere inedite o non destinate alle pubblicazioni a fumetti saranno l’ultimo originale elemento per la giusta valorizzazione dell’autore. Le opere sono esposte in cornici museali Cquadro, per consentirne una visione perfetta.  Come di consueto sarà utilizzata la speciale webapp del museo per ampliare l’informazione a corredo della mostra, in collaborazione con Fabio Castagna (GlobalMedia): si attiva solo temporaneamente su smartphone o tablet personale, senza costi, e funziona geolocalizzata all’interno del museo.

La mostra, apre al pubblico sabato 2 marzo.

Domenica 3 marzo alle ore 16.30 si terrà al museo un incontro pubblico (a ingresso libero) con Laura De Luca, figlia dell’artista, per conoscere meglio l’opera di Gianni De Luca, l’uomo “nato con la matita in mano” che è stato dietro a tutto questo. La mostra si protrarrà per oltre due mesi, fino a domenica 12 maggio, per consentire anche visite guidate e laboratori.

 

INFO: www.giannideluca.net

Emozioni a fior di pelle: immergiti nell’arte contemporanea con la mostra “Emotion” a Roma!

Dal desiderio alla gioia, dal delirio alla paura, “Emotion. L’arte contemporanea racconta le Emozioni” ti porta in un viaggio introspettivo attraverso le sfaccettature dell’animo umano.

Oltre 20 artisti e 20 opere ti aspettano al Chiostro del Bramante, nel cuore di Roma, fino al 1° aprile 2024.

Più di venti artisti, più di venti opere molte delle quali site specific: EMOTION porta il pubblico in un viaggio di emozioni  perché se ne possano sentire molte molte di più.  Sorpresa, confusione, desiderio, gioia, paura, attesa, angoscia, felicità, orgoglio, eccitazione, nostalgia, ammirazione, sollievo, tranquillità, imbarazzo.

Lasciati travolgere dalle maestose sculture di Mainolfi, esplora i labirinti emotivi di Schneider e immergiti nell’incanto dei colori di Kimsooja.

Un’esperienza unica che ti farà vivere l’arte in modo nuovo, coinvolgendoti a 360 gradi.

EMOTION conferma l’idea di DART Chiostro del Bramante e di Danilo Eccher di poter realizzare grandi narrazioni contemporanee in cui da una prima idea/tema, in questo caso il contrasto tra la verità e la finzione nell’arte, con l’emozione come effetto di questa dicotomia, l’arte possa entrare in relazione in un contesto più ampio con la filosofia, la letteratura, l’architettura.

Non solo guardare, ma immergersi, per letture sempre diverse e migliori.

Informazioni utili:

  • Dove: Chiostro del Bramante, Via della Pace, Roma
  • Quando:
    • Lunedì-venerdì: 10:00-20:00
    • Sabato, domenica e festivi: 10:00-21:00
  • Biglietti:
    • 15 euro (lunedì-venerdì)
    • 18 euro (sabato, domenica e festivi)

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