GuerreStellari.Net compie 25 anni: appuntamento 15 giugno 2024 a Milano!

In una galassia lontana, lontana, tanto tempo fa, nasceva un piccolo portale che avrebbe rivoluzionato la vita dei fan di Star Wars in Italia. GuerreStellari.Net compie 25 anni e sabato 15 giugno 2024 tutti sono invitati a festeggiare questo importante traguardo presso il WOW Museo del Fumetto a Milano.

Nel lontano 1999, Angelo Licata, appassionato della saga di Guerre Stellari, decise di creare il primo sito italiano dedicato interamente a questo universo. In una notte, con grande entusiasmo, creò una piattaforma interattiva, tradusse news dalla rete e diede inizio a quello che sarebbe diventato un punto di riferimento per i fan italiani di Star Wars. Nonostante la scarsa risposta iniziale dagli amici, Raffaele Perni e Mirko Burlando si unirono a Licata nel progetto. Il portale crebbe velocemente grazie all’iniziativa di Laura Rossi, che mise in piedi un forum chiamato Galaxy, e in breve tempo il sito raggiunse il milione di visite. Con il passare degli anni, il sito passò attraverso varie gestioni, ma il cuore pulsante di GuerreStellari.Net non smise mai di battere. Nel 2017, Fabrizio Fenner prese le redini del portale, riportandolo alle sue origini e coinvolgendo Carlo Porciatti nella gestione.

Da 25 anni, GuerreStellari.Net ha fornito a migliaia di fan italiana una fonte affidabile di news, curiosità e leaks dall’universo di Star Wars. Il portale invita tutti i fan, indipendentemente dalla loro fazione preferita, a partecipare alla grande festa di compleanno sabato 15 giugno a Milano, con esposizioni, attività e ospiti speciali. Un’occasione da non perdere per celebrare insieme un quarto di secolo di passione e dedizione al mondo di Star Wars.

Gianni De Luca e la Nona Arte: una rivoluzione nel fumetto. Dal 2 marzo al 12 maggio 2024

Il Fumetto è da tempo denominato “la Nona Arte”, in tutto il mondo. Gianni De Luca, a sua volta, è riconosciuto come uno dei maggiori artisti italiani di ogni epoca. WOW – Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano (Viale Campania, 12), che ha già ospitato nel suo passato capolavori di De Luca nelle varie mostre allestite, questa volta presenta la più ampia e articolata scelta di tavole originali – oltre 130 – che consente di apprezzarne sia il valore in termini assoluti di bellezza estetica sia l’apporto di innovazione davvero rivoluzionaria a questo grande mezzo espressivo.

La mostra racconta infatti l’evoluzione di Gianni De Luca (1927-1991) dalle sue prime collaborazioni con il giornale per ragazzi “Il Vittorioso”, nell’immediato dopoguerra, fino ai capolavori per il “Giornalino”, soffermandosi in particolare sugli episodi del noto commissario Spada (ambientate nella Milano degli anni Settanta) e sulle tragedie shakespeariane, il vertice artistico e narrativo più alto.

Tra gli autori italiani più importanti, Gianni De Luca (Catanzaro, 1927-Roma, 1991) a 14-15 anni si disegna già le sue prime storie a fumetti, quando i suoi riferimenti sono i pochi giornalini – per lo più di propaganda bellica – che filtrano attraverso le maglie della censura fascista. Nel clima decisamente diverso del dopoguerra trova subito spazio sulle pagine del più diffuso giornalino cattolico, Il Vittorioso, accanto all’umoristico Jacovitti, all’avventuroso Caesar e a decine di autori nuovi o, comunque, finalmente liberi di esprimersi e di misurarsi sempre più alla pari con i maggiori artisti d’Oltreoceano.

La qualità delle sue pagine a fumetti, nonché delle illustrazioni per copertine e racconti, è tale da non concedergli tregua, e del resto il Fumetto gli è talmente caro da investire nel lavoro anche una grande quantità di energia per ricercare sempre il massimo risultato e padroneggiare tutti gli strumenti (dalle matite ai pennini e ai pennelli) con una maestria eccezionale.

Mai pago dei risultati, quando si sarebbe detto che avesse raggiunto i vertici di efficacia e precisione, per tutta la sua carriera artistica ha continuato a sperimentare nuove modalità e un utilizzo sempre più avanzato degli strumenti, sia nel “bianco e nero” (al punto che ancora gli esperti si interrogano sugli strumenti utilizzati, sembrando “impossibile” un’abilità davvero assoluta) sia nel “colore”, dove viene spontaneo pensare ai più grandi maestri della pittura italiana ma senza poterlo accostare a uno soltanto.

Il suo livello espressivo e narrativo, grafica e impaginazione, uso del colore, raggiungono il massimo quando Il Vittorioso (di Roma) chiude e passa il testimone al Giornalino (di Milano): sempre una testata cattolica (San Paolo) ma con una maggiore apertura a temi anche laici e obiettivi più moderni. De Luca continua a vivere a Roma, godendo di una dimensione meno frenetica di quella che avrebbe offerto Milano a lui e alla sua famiglia, ma realizza in questa seconda metà della sua carriera i maggiori capolavori.

Troviamo così diversi classici della letteratura trasposti in fumetto (gareggiando quindi con Battaglia, Toppi, Caprioli, Piffarerio per fare solo qualche nome), ma anche riuscendo a portare sulla carta opere “impossibili” come le tragedie di Shakespeare, mantenendo il senso della rappresentazione teatrale e aggiungendo il fascino degli interpreti, introducendo una terza dimensione e violando lo spazio pur operando su superficie piana e, ultima sfida, superando anche la quarta dimensione (il tempo). I risultati sono una grande affermazione di diversità e di malleabilità della Nona Arte, il Fumetto, nei confronti di tutte le altre.

Fatti storici, personaggi dello spettacolo (la sua Marilyn Monroe, il suo Totò, davvero unici), perfino una grafica che poteva sembrare altro campo d’azione, quella di un raffinato umorismo grafico per un’originale interpretazione a fumetti del “Giornalino di Giamburrasca”, sono state tante sfide che l’hanno fatto amare da generazioni di lettori.

Ha sempre preferito storie “concluse”, romanzi e racconti a fumetti, ma quando si è cimentato nella creazione de un personaggio seriale – il commissario Spada, su testi di Gian Luigi Gonano, il risultato è stato un ulteriore capolavoro, il suo impegno più riconosciuto.

Tutti episodi concatenati, ambientati a Milano negli anni Settanta, ruotanti attorno a una metropoli in trasformazione epocale, giovani in cerca di libertà e identità ma anche insidiati da nuovi pericoli, insicurezza, droga e violenza, scontri generazionali e sfumature di malessere. Temi difficili che Gonano affronta e De Luca traduce in immagini, settimana dopo settimana, segnando un nuovo grande obiettivo raggiunto nell’universo della narrazione per immagini.

De Luca ha realizzato inoltre una quantità di splendide copertine per i grandi albi di Brick Bradford e di alcuni altri personaggi classici del fumetto statunitense.

La mostra si apre con una presentazione biografica dell’autore, a cui seguono alcuni autoritratti, realizzati in vari momenti della sua vita e due tavole della primissima storia a fumetti realizzata a soli tredici anni, in cui il giovane De Luca dimostra già una straordinaria maturità nel segno, in una storia di guerra che sembra particolarmente ispirata alle opere di un futuro “collega” sulle pagine del Vittorioso: Kurt Caesar.

Altre opere non pensate per la pubblicazione sono una serie di indovinate caricature di personaggi del mondo dello spettacolo e della politica, da Maurizio Costanzo a Aldo Moro, e un’opera astratta che dimostra come l’artista amasse disegnare anche nel tempo libero, mettendosi alla prova con lavori molto distanti da quelli pensati per la pubblicazione.

Più legate al fumetto sono invece due tavole di “prove tecniche”, che De Luca realizzava per controllare la resa dei suoi strumenti di lavoro, e in cui è possibile scorgere anche elementi ripresi poi nelle storie a fumetti.

Il percorso prosegue con due copertine inedite per gli Albi del Vittorioso che contenevano due delle primissime storie disegnate da De Luca (“Anac il distruttore”, 1946, e “Nel regno di Kamrasi”, 1947) e alcune preziose tavole originali di due delle storie realizzate per Il Vittorioso (“La sfinge nera”, 1950, e “Gli ultimi sulla Terra”, 1951). In queste prime produzioni De Luca è poco più che ventenne, eppure dimostra una straordinaria maturità grafica, che ha inciso sul successo del settimanale. È poi possibile individuare tratti distintivi del suo segno, che ricorreranno anche nei decenni successivi, come la particolarissima costruzione del viso di alcuni personaggi, dai tratti quasi geometrici.

La lunga collaborazione con Il Giornalino, settimanale con cui De Luca collaborerà fino alla fine, è caratterizzata da una grande varietà di stili e di generi: il racconto biblico delle storie “I due amici” (1955) e “L’ebreo errante” (1955), l’umorismo venato di giallo di “Non fumar la dinamite” (1960), “L’ultima Atlantide” (1967) che racconta la fine della mitica civiltà posta oltre le Colonne d’Ercole, il western di “Bob Jason” (1969). Per ogni storia De Luca riesce nell’impresa di mantenere uno stile inconfondibile, innovandolo però ogni volta per meglio adattarsi alla storia che vuole raccontare, su testi di alcuni tra i migliori sceneggiatori italiani di quegli anni, come Roudolph (nome d’arte di Raoul Traverso) e Mario Basari.

Ancora sulle pagine del Giornalino, l’opera più conosciuta e ricordata di Gianni De Luca è sicuramente il ciclo di storie del Commissario Spada, su testi di Gianluigi Gonano, pubblicato tra il 1970 e il 1982.

Eugenio Spada è un uomo serio, apparentemente burbero ma molto umano. È un poliziotto integerrimo e tenace, padre vedovo di un ragazzo di nome Mario, e gli vengono affidate indagini complesse e delicate, che permettono agli autori di raccontare storie cupe e realistiche, che toccano temi come la mafia, il terrorismo, la droga e le sette sataniche, pur all’interno di una pubblicazione rivolta ai giovanissimi e pubblicata da una casa editrice cattolica, in uno spaccato della vita sociale e politica dell’Italia degli anni Settanta, con epicentro milanese. Il tratto di Gianni De Luca evolve storia dopo storia, con soluzioni visive sempre innovative ma anche ogni volta perfette per la storia narrata. In mostra sono esposte tavole di episodi esemplari di questo straordinario personaggio, dalla prima “Il ladro d’uranio” all’ultima “Fantasmi”. Accanto ad esse, due preziosi “dietro le quinte”: uno studio dell’evoluzione del viso del commissario, che dopo le prime storie è vittima di un terribile incidente stradale e cambia totalmente fisionomia, e il bozzetto di una tavola mai pubblicata, forse facente parte di una storia del personaggio mai conclusa.

Tra il 1975 e il 1976 le avventure del Commissario Spada si “interrompono” per un altro ambizioso progetto: l’adattamento di tre capolavori teatrali di William Shakespeare, su testi di Raoul Traverso: “La tempesta”, “Amleto”, “Romeo e Giulietta”. In queste storie De Luca affina ulteriormente le proprie capacità espressive, spingendo oltre i limiti conosciuti il medium fumettistico, abbandonando la tradizionale gabbia a vignette per consegnarci tavole straordinarie in cui i personaggi sembrano muoversi come su un palcoscenico. Il lettore può seguire i movimenti dei personaggi come se si trovasse di fronte ai fotogrammi di un film, in un’innovazione a cui anni dopo giungeranno autori come Will Eisner e Frank Miller e che lo stesso De Luca utilizzerà in particolare nell’ultima storia del commissario Spada, “Fantasmi”.

Gli ultimi anni della carriera di De Luca mostrano ancora una volta la sua capacità di saper creare immagini eccezionali spaziando tra generi diversi. Nel 1983 disegna su testi di Claudio Nizzi “Il Giornalino di Gian Burrasca”, adattamento del classico per ragazzi di Vamba, in cui De Luca spinge al massimo gli aspetti più caricaturali del suo segno, senza perdere in eleganza.

Altre storie ancora mostrano una perizia tecnica ineguagliata e forse ineguagliabile, sempre al servizio della storia. Ne sono un esempio il grande uso della puntinatura, come in “Totò” e “Marilyn” (1985, biografie a fumetti dei due mitici attori sui testi di Marco Di Tillo), e in “La freccia nera” (1988, scritta da Paola Ferrarini e tratta dal romanzo storico di Robert Louis Stevenson).

“Paulus” (1987), scritto da Tommaso Mastandrea, unisce il racconto fantascientifico a quello biblico attraverso l’uso nella stessa tavola di stili molto diversi: l’artista usa il pennino per le scene nel futuro e tempere e pennelli, con una colorazione più calda, per mostrare ai lettori la vita di San Paolo.

Ultima storia di Gianni De Luca, rimasta incompiuta per la scomparsa dell’autore, è “I giorni dell’impero” (1992, su testi di Mauro Cominelli): un’avventura storica che, quasi a chiudere un cerchio, si avvicina nelle tematiche alle storie disegnate agli inizi della sua carriera.

Un altro aspetto importante dell’opera di Gianni De Luca è la sua produzione come illustratore. Autore di decine e decine di copertine e illustrazioni, principalmente per le due testate a cui ha più a lungo collaborato, Il Vittorioso e Il Giornalino, De Luca anche in questo ambito realizza immagini estremamente suggestive, con la consueta ricerca di nuove formule espressive.

Ne è un perfetto esempio una copertina, poi non utilizzata, ispirata alla storia “Fantasmi”, in cui il profilo inconfondibile del commissario Spada contiene situazioni e personaggi che compaiono nella vicenda: è stata scelta come manifesto della mostra.

Gli elementi di racconto della società contemporanea, presenti nelle storie di De Luca, sono potenti anche nelle copertine, come nell’illustrazione del 1966 a tema natalizio realizzata per Il Giornalino “È Natale anche per loro”, che mostra un gruppo di ragazzi raccolti sotto un ponte, mentre suonano la chitarra attorno a un fuoco. Suggestiva e quasi psichedelica anche la copertina per una delle prime storie del commissario Spada “L’uomo senza ricordi” (1970) in cui un volto umano è virato in blu, con gli occhi sostituiti da due vortici.

La mostra, curata da Luca Bertuzzi, espone circa 130 opere originali, scelte con l’indispensabile collaborazione di Laura De Luca, figlia dell’artista, studiosa e interprete della sua carriera.

Accanto alle opere esposte in originale, grazie agli archivi della Fondazione Franco Fossati e del collezionista Pier Giuseppe Barbero, saranno in mostra le pagine più belle del Vittorioso e del Giornalino, libri illustrati da De Luca, rare edizioni estere delle sue opere e le ristampe, che nel corso degli anni hanno consentito e consentono a nuove generazioni di lettori di conoscere questo straordinario artista.

L’esposizione è completata dal corredo di giornali e albi stampati, che coprono significativamente tutto il periodo della sua produzione, e opere inedite o non destinate alle pubblicazioni a fumetti saranno l’ultimo originale elemento per la giusta valorizzazione dell’autore. Le opere sono esposte in cornici museali Cquadro, per consentirne una visione perfetta.  Come di consueto sarà utilizzata la speciale webapp del museo per ampliare l’informazione a corredo della mostra, in collaborazione con Fabio Castagna (GlobalMedia): si attiva solo temporaneamente su smartphone o tablet personale, senza costi, e funziona geolocalizzata all’interno del museo.

La mostra, apre al pubblico sabato 2 marzo.

Domenica 3 marzo alle ore 16.30 si terrà al museo un incontro pubblico (a ingresso libero) con Laura De Luca, figlia dell’artista, per conoscere meglio l’opera di Gianni De Luca, l’uomo “nato con la matita in mano” che è stato dietro a tutto questo. La mostra si protrarrà per oltre due mesi, fino a domenica 12 maggio, per consentire anche visite guidate e laboratori.

 

INFO: www.giannideluca.net

Castelli & Friends a WOW Spazio Fumetto di Milano

La mostra “Castelli & Friends”, allestita a WOW Spazio Fumetto dal 13 maggio al 17 settembre 2023, curata da Alex Dante e Luca Bertuzzi, racconta l’evoluzione della vita professionale e la carriera di Alfredo Castelli, uno dei più importanti sceneggiatori di fumetto a cui dobbiamo capolavori come Martin Mystère e Gli Aristocratici, e quella dei vari “Friends” che l’hanno accompagnato nel mondo del fumetto con occasionali incursioni in quello del cinema e della pubblicità. In mostra non si trova soltanto una quantità di disegni originali, pubblicazioni, oggetti e filmati, che dagli anni Sessanta arriva ai giorni nostri, ma anche reperti dimenticati e, soprattutto, “insoliti e curiosi”: il tipo di cose, insomma, che piacciono a Martin Mystère, personaggio principe della produzione castelliana da più di quarant’anni. Tra gli inediti vi sono anche progetti non accettati e altri rimasti nel cassetto, disegni e schizzi estemporanei di amici e collaboratori che, per la prima volta, vengono mostrati al pubblico.

Ad arricchire la mostra una timeline ripercorre visivamente tutta la carriera di Alfredo Castelli e uno spazio dedicato a ritratti e caricature realizzate da Graziano Origa, Daniele Caluri, Lola Airaghi e altri.

La mostra, che fa seguito a una prima versione allestita da Alex Dante per la Sergio Bonelli Editore a Lucca con lusinghiero successo, è arricchita e completata da materiali della Fondazione Franco Fossati e ulteriori ritrovamenti dell’archivio privato di Alfredo Castelli. Offre quindi al curioso e all’appassionato anche una corposa selezione di pubblicazioni originali, videogiochi, dvd, il solo e unico Mac di Martin Mystère e libri scritti da Alfredo Castelli, che spaziano dalle uniformi militari (progetto di autori come Roy Dami e Mario Faustinelli) a rivelazioni sui precursori del fumetto, albi e volumi a fumetti da tutto il mondo, in un affascinante percorso inedito tra curiosità e sorprese. In più, uno spazio dedicato agli AMys, l’Associazione Culturale Nipoti di Martin Mystère nata nel 2003 dalla passione dei lettori per Alfredo Castelli e per il suo Detective dell’Impossibile.

Per info: museowow.it.

A Milano: “Giovanni Romanini. Una Lunga Cavalcata Fra Le Nuvole Parlanti”

Dopo l’esposizione a Bologna, la mostra “Giovanni Romanini. Una lunga cavalcata fra le nuvole parlanti” arriva a Milano, con l’inserimento di alcune opere mai esposte in precedenza, ripercorrendo la carriera di un grande artista del fumetto italiano. L’esposizione al Museo WOW si apre con una selezione delle illustrazioni western realizzate soprattutto negli ultimi anni di carriera e prosegue con una selezione di tavole e illustrazioni che ripercorrono la carriera di un artista proseguita per oltre cinquant’anni. Per ricordare l’importante collaborazione con l’Editoriale Corno, che coincide con l’inizio dello strettissimo rapporto lavorativo e di amicizia con Magnus, si inizia con Alan Ford, per proseguire con Kriminal e Satanik. L’opera forse più significativa della collaborazione tra Romanini e Magnus è La Compagnia della Forca, rappresentata da tavole originali e illustrazioni con il cast della serie. Per le collaborazioni con Sergio Bonelli Editore sono esposte tavole tratte da Zona X, Martin Mystère oltre a un’illustrazione con protagonisti Martin Mystère e Java. Spazio anche agli eroi Disney con illustrazioni a colori dedicate a Zio Paperone e Paperinik e una tavola inedita con protagonista Topolino.

Giovanni Romanini nasce a Bologna nel dicembre del 1945, e cresce nell’Italia della ricostruzione post bellica. I punti di riferimento del suo immaginario provengono soprattutto dagli Stati Uniti: i film d’animazione Disney, i western di John Ford, i fumetti di Flash Gordon, Prince Valiant, Steve Canyon e Terry and the Pirates. Da giovanissimo approda al disegno animato, entrando nel neonato studio Vimder Film di Guido De Maria, che realizza filmati e spot pubblicitari per Carosello, come il pirata Salomone per l’amarena Fabbri e Tacabanda per i biscotti Doria. Nel 1969 avviene l’incontro determinante con il fumetto: una cliente che frequenta il salone da parrucchiere del padre gli presenta Roberto Raviola, alla ricerca di un aiutante. È così che Giovanni inizia a lavorare con Magnus, di cui diventa grande amico e da cui apprende i segreti del mestiere. Per Magnus è il periodo della collaborazione con l’Editoriale Corno. Romanini disegna storie per Kriminal e Satanik e inchiostra le tavole di Magnus per Alan Ford, iniziando con il numero 16 della serie, per oltre 40 albi realizzati in collaborazione. Sono anni di lavoro forsennato, in cui Romanini consolida le sue doti di disegnatore e la sua amicizia con Magnus. Il suo studio diventa tra gli anni Settanta e Ottanta un punto di riferimento per artisti talentuosi e alle prime armi votati al fumetto, come Lucio Filippucci, Nicola Mari, Germano Bonazzi. All’inizio degli anni Settanta inizia a collaborare con la Edifumetto di Renzo Barbieri, disegnando albi pocket horror ed erotici, e ideando insieme a Magnus nel 1977 La compagnia della forca. Nei primi anni Novanta inizia una collaborazione con Disney, durata cinque anni, realizzando storie con protagonisti gli abitanti di Paperopoli, mentre dal 1995 è tra gli autori della Sergio Bonelli Editore con Zona X e Martin Mystère, in una collaborazione che prosegue fino alla scomparsa dell’artista, nel 2020.

Il 17 dicembre 2022, al Wow di Milano… Una slitta piena di libri

Sabato 17 dicembre 2022 dalle 17.00 alle 18.00, presso il Wow – Museo del Fumetto, viale Campania 12 a Milano, si festeggierà con un brindisi pre-natalizio  con la partecipazione di ospiti in equilibro tra narrativa disegnata e non disegnata: tra questi anche il romanziere e sceneggiatore Adriano Barone, autore del recente Nathan Never/Justice League e co-autore della graphic novel Sindrome 75; lo scrittore Mario Gazzola e l’illustratrice Roberta Gurdascione, creatori del mondo visionario di Buio in scena; e Andrea Carlo Cappi, autore di thriller e fantascienza, noto anche per i suoi romanzi con Martin Mystère e con Diabolik & Eva Kant.
 

Un invito a regalare o regalarsi libri per Natale, esplorando scenari insoliti e affascinanti, e un’occasione per incontrare alcune delle figure più interessanti e innovative della narrativa e del fumetto italiani.

Si presenteranno la graphic novel Sindrome 75 (scritta da Lugli-Margheriti-Barone) e l’antologia di autori vari Sindrome 75 – Cronache dall’apocalisse (a cura di Lugli-Margheriti), ambientate in una Milano distopica e misteriosa, edite da Excalibur-RaccontaMi; il romanzo Buio in scena e il graphic drama Buio in scena – Il teatro della dannazione di Gazzola e Guardascione, pubblicati da PostHuman; il romanzo fantanoir LUV e la raccolta dal noir all’apocalittico Neri amori di Cappi & Ermione, editi da DrawUp. Questi e altri titoli saranno disponibili alla libreria del Museo del Fumetto.

Per info: museowow.it/eventi/Una+slitta+piena+di+libri/711.

Fumetto – i comics made in Italy si incontrano al Wow

Per la prima volta sabato 26 marzo si ritrovano insieme le organizzazioni pubbliche e private senza scopo di lucro aventi come finalità la promozione del Fumetto e che gestiscono luoghi dove si svolgono stabilmente attività culturali quali esposizioni, manifestazioni, servizi bibliotecari e archivistici, incontri ed eventi. Il progetto “Fumetto – i comics made in Italy” vincitore dell’avviso pubblico “Promozione Fumetto 2021” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea (Ministero della Cultura) si conclude nel museo milanese con un incontro da tempo atteso in Italia.

Alcuni in presenza, nella sala Metropolis del museo WOW di Milano, altri collegati in diretta Internet proiettati sul grande schermo, i rappresentanti di 14 realtà italiane si ritroveranno per la prima volta tutti insieme. Presenteranno – al pubblico in sala e a quanti seguiranno l’evento in streaming – la loro importante presenza nei rispettivi territori (spesso con rilevanza nazionale e internazionale), che non si limita a generare eventi ma costituisce una presenza costante e una base culturale fondamentale per il Paese.

Il medium Fumetto ha visto riconosciuto da molti anni anche in Italia il proprio valore comunicativo, artistico e culturale, come il confratello Cinema, e viene sempre più accolto e studiato nelle scuole e negli ambiti accademici. Le realtà presenti all’incontro, diffuse in tante regioni, da Sicilia e Sardegna al Trentino, sono veri portali all’arte del Fumetto e preziosi ambiti di creatività e di sperimentazione. Una svolta significativa sta avvenendo anche a livello governativo, dove il Ministero della Cultura non ha soltanto osservato il fenomeno (per esempio l’ingresso del Fumetto in molti ambiti museali prestigiosi) ma per la prima volta opera per promuovere questa arte, il suo valore e la sua conoscenza.

Il riconoscimento ministeriale allinea finalmente l’Italia ad altri Paesi europei (come la Francia e il Belgio, per fare due importanti esempi) dove da sempre il Fumetto è apprezzato ai massimi livelli e dove sono pubblicati e premiati molti autori italiani, punte di diamante della Nona Arte.

Se le fiere italiane del Fumetto, grandi e piccole, si sono già associate per fare rete e costituire nei confronti delle istituzioni una voce unitaria e collaborativa, con risultati importanti, così a maggior motivo si presenta la rete dei “luoghi culturali del Fumetto”, che opera tutto l’anno in modo costante e capillare, più o meno supportata dalle istituzioni locali a seconda delle sensibilità culturali delle diverse amministrazioni. Le due reti non solo non sono contrapposte (molti “luoghi” fanno e faranno parte di entrambe), ma potranno rappresentare al meglio le esigenze dei propri aderenti, ognuna secondo le proprie specificità. Quindi tutti i partecipanti all’Incontro concordano nella necessità di far emergere le azioni e le modalità del Terzo Settore nell’ambito della Nona Arte, con l’impatto artistico, sociale, professionale che stanno esercitando e naturalmente quello didattico (disegno, narrazione, espressione attraverso testo e disegno, nonché preziosa promozione del libro e della lettura).

Una funzione certamente non secondaria dei “luoghi culturali del Fumetto” è quella di costituire un polo di attrazione turistica: l’inserimento di questi “luoghi” nelle offerte turistiche è un valore importante, non per nulla sviluppatissimo in altri Paesi, ed ha grandi potenzialità interculturali.

Realtà che partecipano all’incontro del 26 MARZO 2022

 

– Anonima Fumetti – Torino (Piemonte)

– Archivio del Fumetto d’Alta Quota – Andreis (Friuli-Venezia Giulia)

– Biblioteca delle Nuvole – Biblioteca di fumetti – Perugia (Umbria)

– Centro Fumetto “Andrea Pazienza” – Cremona (Lombardia)

– CIF, Centro Internazionale del Fumetto – Cagliari (Sardegna)

– Fondazione Marco Montalbano – Viscalori (Sicilia)

– Fumettomania Factory – Barcellona Pozzo di Gotto (Sicilia)

– Fumettoteca Regionale Alessandro Callegati “Calle” – Forlì (Romagna)

– Museo del Fumetto di Cosenza – Cosenza (Calabria)

– Museo del Fumetto Xanadu – S. Croce Camerina (Sicilia)

– PAFF, Palazzo Arti Fumetto Friuli – Pordenone (Friuli)

– Studio d’Arte Andromeda – Trento (Trentino-Alto Adige)

– Il Tempio della Nona Arte – Acireale (Sicilia)

– WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto – Milano (Lombardia)

 

Sarà presente all’incontro Mattia Morandi, capo Ufficio Stampa e Comunicazione del Ministero della Cultura.

Le Strade del Paesaggio: Festival del Fumetto di Cosenza

Dal 30 giugno al 17 luglio 2021 torno il Festival del Fumetto Le Strade del Paesaggio: questa XIV edizione  si  svolge nel cuore di Cosenza, toccando e ridisegnando vari luoghi in uno scenario incantato: il Museo del Fumetto, un antico convento splendidamente restaurato, il MAM, il Teatro cittadino “A.Rendano”, il Palazzo della Provincia e la villa comunale.  Tanti gli artisti che in dieci anni hanno fatto parte della storia del Festival e hanno attraversato questi luoghi: Milo Manara, Gilbert Shelton, Tanino Liberatore, Ivo Milazzo, Riccardo Mannelli, Charlie Hebdo, Angelo Stano, Bruno Brindisi, Davide Toffolo, Enrique Breccia, Alessandro Rak.

Attraverso la maestria del disegno e della parola, gli ospiti hanno raccontato storie antiche e vecchie leggende, popolando le strade e i vicoli della città con supereroi, cowboy e mostri venuti da mondi lontani, grazie alla popolarità di personaggi cult, come Martin Mystère e Dylan Dog, ai quali abbiamo dedicato due albi speciali ormai introvabili. Con questa pratica le tradizioni e la cultura del territorio sono arrivate agli occhi di tanti, nuovi, lettori, permettendo l’incremento del turismo culturale e la creazione di una nuova immagine del territorio.

Il claim di questa XIV edizione è “Al di là dell’amore” e il fil rouge di questa annualità sarà il rapporto fra musica e fumetto, illustrazione, arte disegnata.

Tra gli obiettivi del festival Le Strade del Paesaggio anche la formazione di talenti mediante la promozione di workshop con professionisti del settore, videomaker, sceneggiatori, artisti, nel rispetto di un dialogo continuo tra le arti e riscoprendo la buona pratica della “bottega d’arte” come luogo di scambio e di acquisizione di competenze specifiche. Un percorso che, con il passare degli anni, ha portato alla creazione di una Scuola di Fumetto stabile che oggi include nella sua programmazione corsi di disegno, sceneggiatura, colorazione digitale e animazione.

Le Strade del Paesaggio, per chi lo ha vissuto e continua a seguirlo, è più di ogni altra cosa un festival che vuole innovarsi seguendo le tendenze vicine al mondo dei comics e dell’arte contemporanea, dove si aggiungono sempre nuove sezioni e nuovi mondi che, di anno in anno, incrementano un’offerta culturale sempre più ampia, con #mostre dedicate a grandi icone del fumetto internazionale, incontri, un’area dedicata agli editori, spazi per Cosplay , Youtubers e appassionati di videogames e giochi di ruolo tradizionali e dal vivo.

Il Festival Le Strade del Paesaggio è a cura di Cluster Società Cooperativa. Per info lestradedelpaesaggio.it oppure facebook.com/lestrade.delpaesaggio.

L’arte di Romano Scarpa in mostra

Dal 16 gennaio al 13 marzo 2016 WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano (Viale Campania 12) omaggia la figura di Romana Scarpa, il più grande artista Disney italiano, apprezzatissimo autore di indimenticate storie di Topolino e Paperino, con una mostra davvero unica che, grazie alla collezione di Marco Castelletta e all’archivio della Fondazione Franco Fossati, porta per la prima volta al pubblico più di 150 tavole originali oltre a schizzi, bozzetti, illustrazioni, sceneggiature e altro materiale raro e inedito. Un’occasione unica per rivivere le storie che sulle pagine di Topolino hanno fatto sognare migliaia di bambini (e non), dando vita a personaggi amatissimi come Brigitta MacBridge e Trudy. Grazie alla grande quantità e qualità del materiale esposto, la mostra consente anche di compiere un affascinante viaggio all’interno del lavoro che precede la pubblicazione di un fumetto, dalla sceneggiatura al disegno: Romano Scarpa, infatti, oltre che grande disegnatore, fu anche un instancabile sceneggiatore. La mostra è realizzata in collaborazione con il settimanale Topolino.

La mostra “Dallunghia di Kalì allultimo Balabù”: l’arte di Romano Scarpa, il più grande disegnatore Disney italiano, che già nel titolo celebra due tra le sue storie più amate, espone la straordinaria produzione di questo artista poliedrico che ha saputo lasciare un segno indelebile nella produzione Disney italiana e internazionale. Grazie alla preziosa collaborazione di Marco Castelletta, il maggior collezionista italiano di opere di Romano Scarpa, sarà possibile ammirare il suo lavoro non solo grazie alle oltre 150 tavole originali tratte dalle sue storie più amate, ma anche preziosi “dietro le quinte” per la prima volta esposti al pubblico, come i dettagliatissimi story board a matita, in cui Scarpa verificava che tutto fosse al posto giusto prima di passare al disegno vero e proprio. Saranno esposte pagine tratte dalle sceneggiature originali, illustrazioni e copertine, ancora impresse nella mente di tantissimi lettori anche a decenni di distanza. Inoltre verranno indagate, approfondite e svelate le ispirazioni più diverse che hanno stimolato la fantasia di Scarpa: grande appassionato di cinema, il grande artista veneziano seppe infatti trasporre nel mondo Disney le atmosfere del grande schermo, guardando alla produzione di ammiratissimi registi come Frank Capra e Alfred Hitchcock. Attraverso riproduzioni a colori e ingrandimenti scenografici sarà anche possibile rivivere le storie più belle di Scarpa alla scoperta delle sue trovate più inusitate e geniali. Tra le molte tavole originali esposte in mostra, solo per citarne alcune, si potranno ammirare quelle della sua prima storia pubblicata Biancaneve e Verde Fiamma (1953), ma anche quelle di Topolino e le delizie natalizie (1954, prima storia con Mickey Mouse), Zio Paperone e l’ultimo balabù (1960, prima apparizione di Brigitta), la storia a strisce Topolino e la banda dello sternuto (1990) e tantissime altre, oltre alla pagina conclusiva di Orazio e le riparazioni a catena, ultima storia pubblicata da Topolino nel 1998.

Non mancheranno alcune tavole delle storie realizzate da Scarpa direttamente per le pubblicazioni Disney all’estero negli ultimi anni della sua straordinaria carriera. Inoltre un rodovetro originale per la cosiddetta Camminata Disney, cortometraggio animato realizzato come sigla per Topolino Show, in onda nel 1982 su Rete 4, unica animazione con la banda Disney realizzata in Italia.

Ai visitatori che vogliono leggere per intero le storie di cui vengono esposte le tavole viene messa a disposizione una piccola fumettoteca con albi completi da consultare. Infine, grazie a un’installazione multimediale realizzata da GlobalMedia, con un semplice click sarà possibile scoprire i segreti e la storia di 25 tra grandi personaggi e degli oggetti creati da Scarpa.

Romano Scarpa: un artista completo. Fin da bambino Romano Scarpa (Venezia, 1927 – Malaga, 2005) è affascinato dal mondo del fumetto e dell’animazione. Avido lettore di Topolino, tanto da inviare alla redazione del giornale un un disegno della sua Venezia poi pubblicato, si appassiona in particolare alle meravigliose storie di Mickey Mouse disegnate dal grande Floyd Gottfredson. Intrapresi gli studi al liceo artistico, costretto ad abbandonarli a causa della guerra, inizia a studiare tecniche dell’animazione da autodidatta, armato solo di tanta voglia di sperimentare e di una piccola cinepresa Pathé.

Dopo aver prodotto il film d’animazione “… E poi venne il diluvio” (1946), mette in piedi un piccolo studio d’animazione con cui, nel 1953, confeziona il cortometraggio animato “La piccola fiammiferaia”, distribuito nei cinema di tutt’Italia. I primi anni Cinquanta sono per Scarpa un periodo magico, perché inizia la sua collaborazione con Topolino sorprendendo l’allora direttore Mario Gentilini con magnifiche tavole disegnate per una storia scritta da lui stesso, intitolata “Paperino agente investigativo”. Ma Gentilini lo vuole mettere alla prova seriamente proponendogli di cimentarsi con un autentico classico disneyano come “Biancaneve e i Sette Nani”. E’ così che Scarpa inizia la sua carriera, proprio con una storia ispirata a Biancaneve, “Biancaneve e Verde Fiamma”, disegnata su testi di Guido Martina. Anche se il sodalizio con lo scrittore piemontese può dirsi praticamente obbligatorio, dato che all’epoca Martina firma tutte le storie italiane, Scarpa non abbandona il proposito di cimentarsi come autore completo, tanto che nel 1956 riesce a produrre la sua prima storia come sceneggiatore e disegnatore: “Paperino e i gamberi in salmì”, nella quale compare per la prima volta Gedeone, fratello di Zio Paperone. Pochi mesi dopo vede la luce la sua prima avventura con Topolino protagonista in qualità di autore completo: “Topolino e il mistero di Tapioco Sesto”, primo tassello di una lunga saga che proseguirà per anni e nella quale Scarpa dimostrerà con il suo straordinario talento l’amore per le storie americane che aveva letto e riletto da ragazzo.

Per tutta la sua carriera, costellata di centinaia di storie indimenticabili, Scarpa si dimostra l’interprete più fedele dello spirito Disney originale, sia per le storie dei Paperi che per quelle di Topolino. Altri autori avevano scelto di reinterpretare il carattere dei personaggi per adeguarli ai gusti dei lettori nostrani, mentre Scarpa, al contrario, cerca di tenere sempre a mente la lezione di grandi maestri come Gottfredson e Barks. Nelle mani di Scarpa i personaggi diventavano veri, umani, pieni di sfaccettature e contraddizioni, in storie di ampio respiro, ricche di spunti affascinanti, di trovate geniali, di trame complesse degne di un film di Hitchcock.

Grazie a Scarpa Topolino sventa un complotto spionistico ne “L’unghia di Kalì” (1958), rincontra il geniale Dottor Enigm e conosce il simpatico Atomino Bip-Bip ne “La dimensione delta” (1959), fa i conti con un fatto oscuro del proprio passato ne “La collana Chirikawa” (1960). Nelle storie dei Paperi si può invece scoprire un Paperone testardo e generosissimo, ben lontano dal semplice avaraccio di tante storie italiane. Pur trovandosi alle prese con un universo già ricchissimo di personaggi, Scarpa seppe trovare spiragli in cui esercitare la sua straordinaria capacità inventiva: se Topolino aveva una fidanzata, perché Gambadilegno doveva essere da solo? E come mai nessuna vuole impalmare il papero più ricco del mondo Paperon de’ Paperoni?

Il grande artista veneziano sa sempre reinventarsi, collaborando anche a saghe storiche come “Storia e gloria della dinastia dei Paperi” (1970), in tandem con Giovan Battista Carpi. Disegna moltissime storie reinventando soggetti provenienti direttamente dallo Studio Disney americano, contribuendo a rendere l’Italia uno dei maggiori produttori al mondo di storie Disney. Negli anni Settanta inventa personaggi come Plottigat, geniale inventore malvagio cugino di Gambadilegno, e il rampollo di Gancio il Dritto Bruto detto Gancetto, spalla di Topolino in innumerevoli avventure. Tra gli anni Ottanta e Novanta produce le “Paperolimpiadi”, una delle saghe più lunghe mai pubblicate su Topolino, in occasione dei Giochi Olimpici di Seoul del 1988. Dal 1990, poi, riprende ancora una volta il suo amatissimo Topolino, con alcune storie pubblicate sul settimanale in un insolito formato a due strisce sovrapposte, che si sviluppavano su due pagine affiancate. In queste avventure Scarpa riversa tutto l’amore per il Topolino classico di quando era ragazzo, mantenendo la stessa struttura “un colpo di scena al giorno” che rendeva così avvincenti le storie di un tempo. Negli ultimi anni continua a collaborare soprattutto con i mercati Disney esteri, fino alla scomparsa avvenuta nel 2005. Le sue storie sono ancora ristampate e lette dalle nuove leve e non è un caso che Scarpa sia stato il primo artista italiano a cui è stata dedicata una ristampa integrale delle sue produzioni, una vera opera omnia di vaste dimensioni.

Per info, www.museowow.it.

Il Museo del Fumetto di Sellia

Nel borgo medievale di Sellia, situato nell’entroterra catanzarese, è presente da ormai qualche anno, un nuovo progetto che aggiunge una nota di colore in più al piccolo comune, rendendolo ancora più speciale: il Museo del fumetto. Il Museo del fumetto nasce nel 2011 grazie a una felice intuizione di Luigi Bonizzi, grandissimo appassionato di fumetti (soprattutto italiani) e tutt’ora responsabile del progetto.

Sebbene possa sembrare a un primo impatto piccolino, non bisogna lasciarsi ingannare: il Museo accoglie attualmente circa 10000 volumi, raccolti sia grazie a donazioni sia per merito dello stesso Bonizzi, il quale cerca ogni volume personalmente. I fumetti vengono poi catalogati con cura in un database fornitissimo e sistemati nelle varie aree del museo. Tra le aree bisogna ricordare anche 2 piccole sale lettura, di cui una dotata di terrazzo con vista panoramica, e la “Sala Bonelli”, piena zeppa delle opere prodotte dalla famosissima casa editrice; non mancano ovviamente fumetti americani e manga.

Oltre a ciò, sono presenti anche cartelloni in cui vengono spiegate e riassunte alcune delle più famose opere del fumetto italiano e alcuni rarissimi fumetti risalenti addirittura ai primi del ‘900.

Il museo ha inoltre conosciuto alcuni importanti fumettisti, che hanno lasciato le loro dediche come segno di gratitudine e supporto all’idea. “Crediamo che la forza del museo del fumetto sia quella di poter raccontare un pezzo di storia dell’Italia attraverso i disegni, i racconti e la fantasia di molti artisti”, commenta il signor Bonizzi, aggiungendo inoltre che il Museo del fumetto vuole essere anche una piccola biblioteca del fumetto: versando una caparra cautelativa e una copia del proprio documento è possibile prendere in prestito qualsiasi volume, per leggerlo a casa.

I progetti attivi al momento sono rivolti soprattutto alle scuole e ai paesi limitrofi, senza parlare del sogno nel cassetto del curatore: un evento in cui le persone di tutte le età possano avvicinarsi a questo fantastico mondo grazie alla presenza di alcuni importanti fumettisti. Il museo è aperto tutti i giorni su prenotazione: sono disponibili inoltre visite guidate, con particolare riguardo per le scuole e le associazioni. Il tutto gratuitamente!

Per info e contatti:

Luigi Bonizzi, responsabile del Museo del fumetto: 340 4649776
Museo del fumetto, 88050, Sellia (CZ)

Inviato da Anselmo

WOW, Dante che mito!

dante-che-mito-6L’Inferno di Dante raccontato a fumetti secondo Luigi Maio tra i gironi di Doré, Disney e Dossi. Una mostra a cura di Luigi F. Bona e Martina Mazzotta. «L’Inferno non è così terribile come lo si dipinge!» ironizza Luigi Maio che, dopo i successi di Genova, Mantova, Londra e Firenze, approda finalmente a Milano con la sua “Divina Commedia”, inserita in un progetto la cui simultaneità interdisciplinare ne fa il più originale e completo omaggio all’Alighieri nel 750° anniversario della nascita: una mostra inedita visitabile dal 12 settembre al 22 novembre presso WOW Spazio Fumetto (Viale Campania 12) e uno spettacolo già definito dal celebre medievista Francesco Mosetti Casaretto il «primo Dante in “3D”» in scena il 20 settembre (Teatro Sala Fontana di Milano).

Luigi Maio, in qualità di Musicattore® e Disegnattore®, si collega alla tematica di EXPO 2015 per rendere un ghiotto e triplice omaggio (grafico – teatrale – musicale) al Sommo Poeta in un doppio evento, in quanto la mostra “WOW, Dante che MITO!”, che inaugurerà il 12 Settembre al WOW Spazio Fumetto, si gemella allo spettacolo “Inferno da Camera – in Taverna coi Ghiottoni”, in scena per “Festival MITO Settembre Musica 2015” il 20 Settembre al Teatro Sala Fontana di Milano.

Nata da un’idea di Maio, la mostra “WOW, Dante che MITO!” segna l’inizio di una sinergica collaborazione tra WOW Spazio Fumetto/Fondazione Franco Fossati, Fondazione Antonio Mazzotta, MITO Settembre Musica e Fondazione Amadeus.

Così Maio ha messo insieme una mostra e uno spettacolo nel segno di Dante, il cui mondo visionario verrà offerto in «2D» ai visitatori della mostra presso WOW Spazio Fumetto, e in «3D» agli spettatori del recital con il Trio Malebranche al Teatro Sala Fontana. E dal «3D» si passa al «4D», nell’ottica della dimensione del Tempo (teatrale, musicale e storico); le quattro “D” sono anche quelle di Dante, Doré, Disney e Dossi, figure amate dal Musicattore® che, nella mostra, ruotano attorno alle sue grafiche dantesche. Maio, partendo dal tema di cibo e nutrizione caro a Expo 2015 – ma secondo l’ottica rovesciata e ironica dei diavoli d’Alighieri – ritrae demòni e golosi «NEL MEZZO D’UNA TAVOLA IMBANDITA», come iniziano le parodiche terzine di quest’«opera da recitare», secondo la definizione di Martina Mazzotta.

La mostra, curata da Martina Mazzotta e da Luigi F. Bona, attingerà dall’Archivio Fondazione Fossati e dall’Archivio FAM prezioso materiale iconografico a corredo del Cenacolo Infernale di Luigi Maio, pietra angolare dell’allestimento, spaziando dalle antiche illustrazioni della Divina Commedia alle sue contemporanee rappresentazioni fumettistiche. Un viaggio appassionante che, partendo dai primi incunaboli medievali – quasi prodomi degli odierni comics – avrà massimo sviluppo nell’ottocento di Gustave Doré, per raggiungere la tappa fumettistica nel 1947 con “La rovina in commedia”, parodia di Jacovitti pubblicata per il giornale satirico Bel-ze-bù (odissea infernale nell’Italia post bellica), proseguendo con una tavola originale della parodia disneyana “L’Inferno di Topolino” disegnata da Bioletto e sceneggiata da Martina in perfette e ‘aggiornate’ terzine dantesche. Sempre dalla penna di Martina uscirà anche la sceneggiatura di “Paolino Pocatesta e la bella Franceschina”, dove Paolo e Francesca diventano Paperina e Paperino, futuro protagonista de “L’Inferno di Paperino”, scritto da Marconi e dipinto da Chierchini con la tecnica con cui realizzavano i cartoni animati. “Fatti non foste a legger comics bruti, ma per seguir storielle di valenza” recita il Dante di Marcello Toninelli sulle pagine di Off-Side nel 1969, versione a strisce della Commedia che, alla chiusura della rivista, verrà ripresa su Undercomics e poi su Il Giornalino, pubblicando tutte e tre le cantiche nella versione più completa mai realizzata. Il viaggio fumettistico della Commedia prosegue sulle pagine di Nathan Never, Cattivik e il diavoletto Geppo di Sandro Dossi, costeggia il Giappone col manga di Go Nagai e festeggia il ritorno in patria col gaudente banchetto di diavoli e golosi del Cenacolo di Maio, sintesi grafica, pittorica e fumettistica con cui vogliamo ribadire (all’ombra di Dante) l’assunzione del Fumetto nel Paradiso dell’arte cosiddetta colta.

Parte dell’esposizione sarà dedicata a libri e riviste che hanno raccontato non l’opera ma il poeta, dal Corriere dei Piccoli al recente volume intitolato semplicemente “Dante Alighieri” pubblicato da Kleiner Flug, dalla “Storia d’Italia a fumetti” di Enzo Biagi a un comic book horror presentato da Boris Karloff! La mostra esporrà non solo materiale proveniente dagli archivi Fossati e FAM, ma anche da collezioni private, come il fac-simile del codice Riccardiano-Braidense, manufatto tra i più raffinati dell’antica tradizione della Commedia, in cui compare il commento di Jacopo della Lana.

12 settembre – 22 novembre 2015

WOW SPAZIO FUMETTO

Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano

Viale Campania 12 – Milano

Info: 02 49524744/45 – www.museowow.it – Ingresso gratuito

Orario mostra: da martedì a venerdì, ore 15.00-19.00; sabato e domenica, ore 15.00-20.00.

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