Giuseppe Chiara: il samurai siciliano che ispirò Martin Scorsese

Un’incredibile storia di fede, tradimento e redenzione. Chi era Giuseppe Chiara?

Giuseppe Chiara, nato a Chiusa Sclafani (Palermo) nel 1602, fu un gesuita siciliano che divenne samurai in Giappone. La sua storia è tanto affascinante quanto tragica, segnata da fede incrollabile, torture brutali e un’inaspettata conversione.

Un viaggio verso l’ignoto

Nel 1643, Chiara intraprese un pericoloso viaggio verso il Giappone, all’epoca sotto il rigido dominio dello Shogunato Tokugawa. La sua missione: trovare il successore di Cristóvão Ferreira, un gesuita che aveva abiurato la fede sotto tortura.

In trappola in terra straniera

Al suo arrivo, Chiara fu catturato e imprigionato. Subì torture atroci che lo portarono a negare la sua fede. Assistette all’esecuzione di molti compagni e fu indotto a credere che i gesuiti e i portoghesi fossero visti come una minaccia dai giapponesi.

Una nuova vita come samurai

Convinto che la Chiesa avesse interessi puramente politici ed economici in Giappone, Chiara abiurò definitivamente il cattolicesimo e abbracciò le tradizioni giapponesi. Divenne un samurai, assumendo il nome e il ruolo di Okamoto San’emon, sposando una vedova locale.

Al servizio dello Shogun

Chiara si distinse come diplomatico e confidente del daimyo locale, guadagnando la fiducia dello Shogun. Analizzò la posta di sospetti cristiani e contribuì a mantenere l’ordine durante il periodo di pace instaurato dai Tokugawa.

Tradimento e riscatto

Nonostante la sua nuova vita, Chiara non dimenticò mai le sue origini cristiane. La sua storia, seppur controversa, ispirò diverse opere, tra cui il film “Silence” di Martin Scorsese.

Un’eredità complessa

In Sicilia, la figura di Chiara è ancora poco conosciuta, in parte a causa della sua “conversione” e del suo ruolo al servizio dello Shogun. Tuttavia, la sua storia rimane una testimonianza potente della resilienza umana e della complessità delle scelte di fronte a persecuzioni e torture.

La tradizione culinaria giapponese nel mondo dei manga: un viaggio tra sapori e cultura

Hiro Cartoon Food, Le ricette del cuore di Chef Hiro è un libro di Hirohiko Shoda pubblicato da Mondadori Electa: “Ci penso io!”. Questo è l’invito di Chef Hiro per questo insolito viaggio alla scoperta del Giappone. Un Paese affascinante, ricco di colori, aneddoti e curiosità, ingredienti e segreti, in un continuo intrecciarsi di fantasia e realtà, miti e leggende, profonde tradizioni e avanzate tecnologie.

Chef Hiro ci trasporta in un viaggio emozionante alla scoperta del Giappone attraverso i suoi piatti più iconici e amati. Il cibo diventa un vero e proprio messaggero di emozioni, raccontando le storie dei protagonisti dei manga e anime e offrendoci uno spaccato della cultura giapponese.Le ricette del cuore di Chef Hiro sono un mix di passato e presente, tradizione e innovazione, che ci permettono di immergerci nel mondo affascinante della cucina giapponese. Con più di 50 ricette ispirate alle serie manga e anime più popolari, ci vengono presentati piatti come il ramen, l’okonomiyaki, il dorayaki e la zuppa di miso, che ormai sono familiari anche al pubblico italiano grazie all’influenza dei fumetti e dei cartoni animati nipponici.

I manga e gli anime sono ricchi di riferimenti al cibo, che assume spesso significati simbolici e viene utilizzato per rappresentare tradizioni e festività. Chef Hiro esplora il cibo attraverso il “suono dell’anima”, associando ogni ricetta a un’onomatopea che evoca un’emozione, creando così un’esperienza multisensoriale che coinvolge anche il nostro animo.

Oltre a presentarci i piatti più iconici dei manga, Chef Hiro ci guida in un viaggio alla scoperta della cultura giapponese, mostrandoci le usanze, le abitudini e le tradizioni del Sol Levante. Il cibo diventa quindi un punto di partenza per comprendere meglio un Paese affascinante e ricco di colori, aneddoti e segreti, dove passato e presente si incontrano in un intreccio di fantasia e realtà.

Hiro Cartoon Food è un libro che ci invita a sperimentare senza timore, lasciandoci catturare dai rumori del cibo e dai suoni dell’animo, facendoci scoprire il legame profondo tra cibo e narrazione in Giappone. Chef Hiro, ambasciatore della cucina giapponese in Italia e grande esperto di manga, ci regala un’esperienza culinaria unica, che ci permette di assaporare non solo piatti deliziosi, ma anche emozioni e storie che resteranno nel nostro cuore per sempre.

Rumiko Takahashi: la regina del manga svela i segreti del suo magico universo!

Conoscete Rumiko Takahashi? Se amate i manga, la risposta è sicuramente sì!

Da oltre 40 anni questa straordinaria mangaka ci incanta con le sue storie piene di umorismo, romanticismo e azione, che hanno rivoluzionato il panorama del manga shonen e seinen.

Ma qual è il segreto del suo successo?

Rumiko lo ha svelato sui social: la lettura dei grandi classici della letteratura internazionale!

Passione per i libri e talento innato per il disegno: nata a Niigata, in Giappone, il 10 ottobre 1957, Rumiko ha esordito come mangaka nel 1978 con “Katsute Shika…”, conquistando subito il premio Shogakukan Newcomer Award.

Il suo primo grande successo è stato “Lamù” (Urusei Yatsura): una commedia romantica con una protagonista extraterrestre in bikini e uno studente sfortunato che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo.

Ma Rumiko non si è fermata qui! Nel corso della sua prolifica carriera ha dato vita a tantissimi altri manga di successo, tra cui:

  • Maison Ikkoku: commedia romantica ambientata in un condominio di Tokyo
  • Ranma ½: commedia fantasy con un protagonista che si trasforma in ragazza quando viene bagnato da acqua fredda
  • Inuyasha: serie fantasy che narra le avventure di una ragazza del liceo trasportata nel Giappone feudale
  • Rinne: commedia soprannaturale con un ragazzo che può vedere gli spiriti

Lo stile di Rumiko è inconfondibile

Tratto fluido e dinamico, personaggi memorabili e una sapiente miscela di umorismo, romanticismo e azione. Le sue storie ci appassionano e ci commuovono, trasportandoci in mondi fantastici e divertenti.

Ispirazione dai maestri e passione per la cultura

Rumiko ha dichiarato di essere stata influenzata da grandi mangaka come Osamu Tezuka, Shotaro Ishinomori e Go Nagai, ma la sua vera venerazione è per la letteratura, il cinema e la musica.

Riconoscimenti e premi

Rumiko ha vinto pressoché tutti i principali premi e riconoscimenti in materia di manga e anime, tra cui il Shogakukan Manga Award, il Tezuka Osamu Cultural Prize e il Prix Asie-ACBD. È stata inoltre insignita dell’Ordine del Sol Levante, Cavaliere d’Oro, per il suo contributo alla cultura giapponese.

Un’influenza enorme sul mondo del manga

Le opere di Rumiko Takahashi hanno ispirato generazioni di altri mangaka e hanno contribuito a diffondere la cultura giapponese in tutto il mondo. È considerata una delle autrici più importanti del XX secolo e un vero e proprio maestro del manga.

Una routine quotidiana ricca di creativit

Rumiko ha raccontato sui social come si svolgono le sue giornate lavorative: prima di mezzogiorno si dedica all’inchiostrazione dei personaggi, poi pranza e si occupa delle faccende di casa, mentre nel pomeriggio si immerge nella lettura dei classici. Infine, dopo cena, torna al disegno.

Una vera e propria leggenda per gli amanti del manga: con la sua incredibile capacità di creare storie e personaggi indimenticabili, Rumiko Takahashi ha conquistato il cuore di milioni di lettori in tutto il mondo.

Se amate i manga, non potete non conoscere Rumiko Takahashi! Le sue opere sono un tesoro prezioso da scoprire e riscoprire, fonte di divertimento, emozione e ispirazione.

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Yutori: Alla scoperta del concetto giapponese di “pausa”

Nel frenetico mondo odierno, dove la produttività e l’efficienza sembrano essere le uniche metriche di successo, il concetto giapponese di Yutori potrebbe apparire come un’idea rivoluzionaria, quasi utopica. Eppure, dietro questa filosofia apparentemente semplice si nasconde una profonda saggezza che invita a riconsiderare il nostro rapporto con il tempo, lo stress e il benessere.

Cosa significa Yutori?

Yutori, letteralmente tradotto come “pausa” o “rilassamento”, rappresenta un approccio alla vita che enfatizza l’importanza di concedersi del tempo per ricaricare le batterie, sia mentalmente che fisicamente. Si tratta di un concetto che va oltre il semplice riposo, abbracciando una visione più olistica del benessere che include attività come la meditazione, la lettura, il trascorrere del tempo nella natura o semplicemente il non fare nulla.

Le origini dello Yutori

Lo Yutori ha avuto origine negli anni ’90 in Giappone, in risposta alle crescenti pressioni sociali e lavorative che stavano causando un aumento significativo di stress, ansia e depressione tra la popolazione. Il governo giapponese, preoccupato per gli effetti negativi di questo stile di vita frenetico, ha introdotto una serie di riforme educative e sociali volte a promuovere un approccio più equilibrato alla vita.

I benefici dello Yutori

Numerosi studi hanno dimostrato che adottare una filosofia Yutori può apportare numerosi benefici alla nostra salute e al nostro benessere. Ridurre lo stress e l’ansia può migliorare la qualità del sonno, rafforzare il sistema immunitario e aumentare la creatività. Inoltre, concedersi del tempo per rilassarsi e ricaricare le batterie può migliorare la nostra concentrazione, la nostra produttività e la nostra capacità di gestire le emozioni difficili.

Come adottare lo Yutori nella propria vita

Incorporare lo Yutori nella propria vita non significa stravolgere completamente le proprie abitudini quotidiane. Si tratta piuttosto di piccoli passi e di cambiamenti graduali nel nostro modo di pensare e di agire. Ecco alcuni consigli per iniziare:

  • Pianifica del tempo per te stesso: Dedica almeno 30 minuti al giorno a un’attività che ti permette di rilassarti e di ricaricare le batterie. Può essere la lettura, la meditazione, una passeggiata nella natura o semplicemente il non fare nulla.
  • Impara a dire di no: Non aver paura di rifiutare impegni o richieste che ti causerebbero ulteriore stress. È importante saper dare priorità al proprio benessere.
  • Sii presente nel momento: Concentrati sul presente e cerca di non preoccuparti per il futuro o per il passato. Prenditi il tempo per apprezzare le piccole cose della vita.
  • Pratica la gratitudine: Prenditi del tempo ogni giorno per riflettere su tutte le cose positive della tua vita. La gratitudine può aiutare a ridurre lo stress e ad aumentare la felicità.

Yutori: un invito a rallentare e a vivere meglio

In un mondo che ci spinge costantemente ad andare più veloci e a fare sempre di più, lo Yutori ci invita a rallentare, a prenderci cura di noi stessi e a vivere in modo più consapevole. Si tratta di un concetto semplice ma potente che può avere un impatto positivo significativo sulla nostra salute, sul nostro benessere e sulla nostra qualità della vita.

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Indirizzi in Giappone: come orientarsi tra quartieri, isolati e… numeri civici ballerini!

Hai mai immaginato una città senza nomi di vie? In Giappone è realtà! Ma non temere, perdersi non è così facile come sembra. Ecco una guida pratica per orientarti tra quartieri, isolati e numeri civici… un po’ ballerini.

Niente nomi, solo quartieri e numeri: scordati di Corso Vittorio Emanuele o Via Roma. In Giappone, l’indirizzo inizia con il nome del distretto (ad esempio, Shinjuku-ku a Tokyo), seguito da quello del quartiere (come Shibuya). Poi, la parte divertente: tre numeri. Il primo indica l’isolato (chome), il secondo il blocco di edifici e l’ultimo il numero civico.

Logico, no? In teoria sì. In pratica, il numero civico potrebbe non corrispondere all’ordine di posizione lungo la strada, ma seguire un criterio cronologico. I palazzi più vecchi hanno numeri più bassi, indipendentemente dalla posizione. Se ci sono nuove costruzioni, prendono un numero nuovo. Insomma, un po’ di flessibilità è d’obbligo!

Come ritrovarsi? Niente paura, i giapponesi hanno pensato anche a questo. Oltre all’indirizzo, spesso forniscono un punto di riferimento nella zona, come un negozio o una stazione. In passato, addirittura, si usavano mappe dettagliate del quartiere. Oggi, con Google Maps, tutto è più semplice… anche se i tassisti giapponesi, a quanto pare, si perdono ancora un po’!

Consigli per un viaggio in Giappone:

  • Memorizza i nomi dei distretti e dei quartieri principali che visiterai.
  • Appunta i punti di riferimento forniti insieme all’indirizzo.
  • Munisciti di una buona mappa (cartacea o digitale) e impara a usarla.
  • Non aver paura di chiedere indicazioni, i giapponesi sono generalmente molto cortesi e disponibili.
  • Con un po’ di pratica, ti muoverai come un vero ninja tra le vie senza nome del Giappone!

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Yasuke: Il Samurai Africano del Giappone

Nel XVI secolo, nel cuore dell’aristocrazia guerriera del Giappone, spiccava una figura imponente: Yasuke, il primo samurai di origini africane. La sua storia è un affascinante intreccio di cultura, coraggio e cambiamento.Le sue origini sono avvolte nel mistero. Yasuke giunse in Giappone nel 1579, in compagnia dei missionari gesuiti, e immediatamente attirò l’attenzione del signore della guerra Oda Nobunaga per la sua statura imponente e la pelle scura. Nobunaga lo accolse alla sua corte e, affascinato dalla sua forza e abilità, lo nominò samurai, un onore mai concesso prima a uno straniero.

Yasuke si distinse subito in battaglia, guadagnandosi il rispetto dei suoi compagni samurai e il favore di Nobunaga. La sua lealtà e il suo coraggio erano senza pari, e la sua presenza divenne simbolo di potenza per il signore della guerra.

Intorno a Yasuke si crearono leggende e miti. Alcuni credevano che la sua pelle scura fosse il segno di un legame con lo spirito della morte, aggiungendo un’aura di mistero e reverenza alla sua figura. Tuttavia, Yasuke continuò a servire con onore, ignorando le superstizioni.La storia di Yasuke è un esempio di come le barriere culturali possano essere superate attraverso il rispetto reciproco e la determinazione. La sua vita rimane un capitolo affascinante nella storia del Giappone, un racconto di integrazione e rispetto che continua a ispirare anche oggi. Yasuke non fu soltanto un samurai; fu un ponte tra mondi diversi, un uomo che sfidò le convenzioni e cambiò per sempre il corso della storia giapponese.

SiVola porta il Giappone al Comicon Napoli 2024

SiVola, Travel Tech Company italiana leader nel mercato dei viaggi di gruppo, sarà presente dal 25 al 28 aprile alla ventiquattresima edizione del Comicon Napoli, il Festival Internazionale della Cultura Pop che attira ogni anno oltre 170 mila visitatori.  SiVola sarà presente all’evento con uno stand customizzato e con Nicolò Balini (sui social Human Safari), che prenderà parte il 26 aprile – alle ore 17 – ad un talk dedicato al tema viaggi e Giappone, con un particolare focus su manga e anime, e che incontrerà i partecipanti del Comicon in un esclusivo meet&greet il 27 aprile alle ore 11.

Nicolò Balini, ventottenne bergamasco, è uno dei travel influencer più affermati in Italia e uno dei sei fondatori di SiVola: viaggiatore da sempre, con un bagaglio di 82 Paesi esplorati, tra le sue mete del cuore conserva un posto speciale proprio per il Giappone. Per questo sarà lui a raccontare dell’esperienza di viaggio nel Paese del Sol Levante, delle sue tradizioni e della sua cultura, di cui il fenomeno del cosplay è parte integrante ormai da decenni, una vera e propria forma d’arte che interessa tutte le età.

Comicon Cosplay Challenge: da Napoli al Giappone con SiVola

La presenza di SiVola al Comicon Napoli porta con sé anche un’altra novità per tutti gli appassionati: la possibilità di vincere un viaggio in Giappone, la patria per eccellenza del cosplay.

Sergio De Luca, CEO di SiVola, ha affermato:

“È la nostra prima volta al Comicon Napoli siamo davvero emozionati di farne parte e poter far scoprire il mondo SiVola ad un pubblico nuovo…. Per l’occasione, vogliamo offrire, come primo premio del Comicon Cosplay Challenge, un nostro viaggio verso il Giappone, una meta da sempre presente nei nostri itinerari. Proponendo esperienze di viaggio non convenzionali, i nostri tour in questo Paese ricco di storia e cultura danno anche la possibilità di immergersi proprio nel magico mondo del cosplay, attraverso la scoperta del quartiere di Harajuku della vibrante Tokyo.”

Durante l’evento sarà previsto un contest, il “Comicon Cosplay Challenge”, nel quale i concorrenti si esibiranno indossando un costume di propria produzione e interpretando una performance in linea con il personaggio scelto. I partecipanti saranno valutati da una giuria composta dai più autorevoli protagonisti del mondo cosplay e settori affini, che esaminerà, oltre alla somiglianza al personaggio e all’interpretazione dei tratti caratteristici dello stesso, la fattura del costume, l’originalità e il valore artistico della performance. L’evento si concluderà proprio con la scelta del vincitore del contest. Al miglior cosplayer andrà il premio “Over the Top”, un viaggio unico offerto proprio da SiVola, il Giappone Rail Adventure: un itinerario indimenticabile e immersivo alla scoperta del Paese del Sol Levante e delle sue affascinanti tradizioni, che porterà il vincitore a conoscere la vibrante Tokyo, l’elegente Kyoto e la coloratissima Osaka.

Scomparsa una leggenda del Visual Kei: il bassista dei the GazettE, REITA, ci lascia all’età di 42 anni

Lutto nel mondo della musica giapponese: il bassista e co-fondatore dei the GazettE, REITA, è scomparso improvvisamente il 15 aprile 2024 all’età di 42 anni.

La notizia è stata diffusa dal sito ufficiale della band, che ha voluto ricordare l’artista con un messaggio commovente: “La sua energia e la sua passione per la musica continueranno a illuminare il nostro futuro.“.

REITA, pseudonimo di Suzuki Akira, nato nella prefettura di Kanagawa, era un membro iconico dei the GazettE fin dalla loro fondazione nel 2002. Il suo talento e la sua dedizione al gruppo lo hanno reso uno dei bassisti più amati e apprezzati della scena visual kei.

I funerali si terranno in forma privata, su richiesta della famiglia. Al momento non sono state diffuse le cause del decesso.

La scomparsa di REITA rappresenta una grande perdita per il mondo della musica e per i fan dei the GazettE. I suoi cari, i compagni di band e i suoi numerosissimi ammiratori lo ricorderanno per sempre come un artista di grande talento e un uomo dal cuore generoso.

#REITA #theGazettE #VisualKei #MusicaGiapponese

Il posto delle bambine di Ebine Yamaji

L’opera “Il posto delle bambine” di Ebine Yamaji, edita in Italia da Coconino Press, si rivela un profondo e toccante racconto sulle vite di cinque ragazze di dieci anni provenienti da luoghi completamente diversi. Queste bambine, dall’Arabia Saudita al Marocco, dall’India al Giappone fino all’Afghanistan, osservano il mondo degli adulti con occhi spalancati, pronte a reclamare il loro posto nel mondo.

Nel 2023, questa opera è stata riconosciuta come Miglior Storia Breve al 27° Premio Osamu Tezuka, confermando la bellezza e la potenza di queste storie. Yamaji Ebine ci regala un’opera lieve nel narrare le vicende delle sue eroine, ma ferma e implacabile nel denunciare le ingiustizie di una società patriarcale che opprime le bambine e le donne. Attraverso le esperienze di queste protagoniste, ci viene offerto uno sguardo profondo sulla condizione femminile in contesti culturali e sociali molto diversi, ma accomunati dalla presenza di ingiustizie e oppressioni. Le aspirazioni negate, le imposizioni sociali e le rinunce imposte alle bambine vengono affrontate con coraggio e determinazione. Le protagoniste chiedono di poter avere le proprie matite e i propri quaderni, di poter essere libere di muoversi e di esprimere sé stesse senza essere rinchiuse nelle loro case.

“Il posto delle bambine” è un prezioso e necessario sguardo sulle sfide e le lotte delle bambine di tutto il mondo, offrendoci una nota di speranza indomabile di fronte alle difficoltà e alle ingiustizie. Con la sua prosa delicata ma incisiva, Ebine Yamaji ci invita a riflettere sulla condizione femminile e a lottare per un mondo più equo e libero per tutte le bambine del mondo.

La Sampdoria e i Power Rangers: una storia mai raccontata

Nel 1997, un giovane giapponese accende la TV e si ritrova davanti a una scena surreale: la maglia della Sampdoria indossata dai cattivi di una serie TV di supereroi.

Cos’è successo? Come è possibile che la squadra italiana sia finita in un telefilm nipponico?

La risposta ci porta nel mondo di Denji Sentai Megaranger, la 21esima serie di Super Sentai, franchise da cui hanno origine i Power Rangers. Nell’episodio 34, intitolato “Ti farò vedere il tiro miracoloso del fratellone!”, Shinji, un ragazzino che sogna di giocare a calcio come il fratello maggiore Koichiro (un Megaranger), viene umiliato dal suo allenatore e dai compagni. Disperato, si rivolge a Koichiro, che però, impegnato a salvare il mondo dai cattivi alieni, non può aiutarlo.

Shinji viene quindi circuito dal Porcospino Nejira, un malvagio allenatore che trasforma i suoi calciatori in armi umane usando le loro maglie della Sampdoria. La scelta della maglia blucerchiata non è casuale: in quegli anni, la Serie A era il campionato più seguito in Giappone, e la Sampdoria, con la sua divisa riconoscibile e i suoi giocatori iconici come Roberto Mancini, era una delle squadre più amate.

Tuttavia, la scelta di far indossare la maglia della Sampdoria ai cattivi potrebbe essere stata influenzata anche da motivi più banali. Lo sponsor tecnico della squadra era Asics, un marchio giapponese, e quindi la maglia potrebbe essere stata semplicemente la più facilmente reperibile.

Nonostante l’aiuto del Porcospino Nejira, Shinji non riesce a conquistare il mondo con i suoi tiri potentissimi. A sconfiggere i cattivi ci pensa proprio Koichiro, con un tiro miracoloso che ricorda quello di Roberto Baggio.

La storia della Sampdoria e i Power Rangers è un aneddoto curioso e divertente che ci ricorda l’impatto globale del calcio italiano negli anni ’90. La Serie A era seguita con passione in tutto il mondo, e i suoi giocatori erano idoli per milioni di tifosi. E la Sampdoria, con la sua maglia iconica e la sua storia ricca di successi, era una delle squadre più amate e conosciute.

Oltre a questo episodio di Denji Sentai Megaranger, la Sampdoria è stata recentemente menzionata anche da Liu Cixin, autore del romanzo di fantascienza “Il problema dei 3 corpi”. Cixin ha raccontato di essersi ispirato alla sua esperienza da spettatore di un’amichevole tra Sampdoria e Cina giocata a Pechino nel 1994 per alcune idee del suo libro.

Questi episodi dimostrano come la Sampdoria abbia lasciato un segno indelebile nella cultura popolare, non solo in Italia ma anche nel resto del mondo. La sua maglia blucerchiata è un simbolo riconoscibile e amato, che ha ispirato storie e immaginari anche in contesti lontani come il Giappone.

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