Microsoft Places: rivoluzionare il lavoro ibrido con l’intelligenza artificiale

Nel panorama lavorativo odierno, in continua evoluzione, Microsoft compie un passo avanti epocale con l’introduzione di Places.

Questa nuova app, basata sull’intelligenza artificiale, si propone come strumento rivoluzionario per la gestione dei luoghi di lavoro, ottimizzando il “lavoro flessibile” e adattandosi alle esigenze del mondo odierno. Integrata perfettamente con Microsoft 365, Places sfrutta il potere dell’intelligenza artificiale per guidare i dipendenti nella scelta di quando, dove e con chi lavorare, favorendo la collaborazione e la produttività.

Addio confusione, benvenuto coordinamento:

Places nasce per rispondere alle esigenze del lavoro ibrido, un modello ormai consolidato nel quale la flessibilità si intreccia con la presenza in ufficio. L’applicazione diviene così un alleato prezioso per i manager, impegnati a promuovere la connessione tra i dipendenti e a bilanciare efficacemente spazi fisici e digitali.

Dimenticatevi la “coordination tax”, ovvero il tempo sprecato a coordinare incontri e presenze in ufficio. Places la elimina alla radice, permettendo ai dipendenti di impostare e condividere il proprio orario di lavoro, visualizzando anche quello dei colleghi. In questo modo, la collaborazione diventa fluida e spontanea, con la possibilità di organizzare incontri ad hoc e massimizzare il tempo trascorso in ufficio.

Un’esperienza lavorativa più smart e connessa:

Places non si limita a semplificare il coordinamento, ma va oltre. L’app integra la visualizzazione della presenza in ufficio in tutte le app Microsoft 365, rendendo immediato sapere chi è in sede e facilitando la pianificazione di incontri e connessioni.

Inoltre, Places offre agli amministratori IT e ai professionisti immobiliari preziose informazioni sull’utilizzo degli spazi aziendali. Grazie ai dati raccolti, è possibile ottimizzare la disposizione degli uffici e prendere decisioni informate sulla pianificazione degli spazi, creando un ambiente di lavoro più efficiente e funzionale.

Places: il futuro del lavoro ibrido è qui

Accessibile su tutte le piattaforme di comunicazione e collaborazione aziendali, come Outlook e Microsoft Teams, Places si integra perfettamente nel flusso di lavoro quotidiano.

Dalla seconda metà del 2024, la funzionalità Copilot porterà l’esperienza a un livello ancora superiore. Copilot infatti suggerirà i giorni migliori per recarsi in ufficio, basandosi su fattori come riunioni, presenza dei colleghi e priorità lavorative.

Con Places, Microsoft compie un passo decisivo verso il futuro del lavoro, offrendo uno strumento indispensabile per le aziende che desiderano abbracciare la flessibilità e la produttività del lavoro ibrido.

Preparatevi a rivoluzionare il vostro modo di lavorare con Microsoft Places!

MAI-1: Microsoft entra in gioco con un colosso da 500 miliardi di parametri. Sfida aperta per OpenAI?

Nel panorama dell’intelligenza artificiale, si prepara una nuova sfida epocale. Secondo indiscrezioni provenienti da The Information, Microsoft sta sviluppando internamente un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) chiamato MAI-1, con ben 500 miliardi di parametri. Un vero e proprio gigante che potrebbe ridefinire il panorama competitivo del settore, aprendo nuovi scenari e mettendo sotto pressione il rivale OpenAI.

Un progetto ambizioso sotto la guida di Mustafa Suleyman:

Alla guida del progetto MAI-1 troviamo Mustafa Suleyman, figura di spicco nel settore dell’IA. Cofondatore di DeepMind e successivamente CEO di Inflection AI, Suleyman è stato recentemente assunto da Microsoft per guidare la nuova divisione Microsoft AI.

Inflection AI: un tassello fondamentale per MAI-1:

Parte del team di Inflection AI è stato integrato in Microsoft, portando con sé competenze e tecnologie chiave. Inoltre, Microsoft ha acquisito la proprietà intellettuale della startup per un valore di 650 milioni di dollari. Si presume che parte dei dati di addestramento di MAI-1 provengano proprio da Inflection AI, sebbene fonti interne a Microsoft sottolineino che si tratta di un progetto separato dalle precedenti attività della startup.

Un modello colossale con ambizioni da leader:

Con i suoi 500 miliardi di parametri, MAI-1 si posiziona come uno dei modelli linguistici più potenti al mondo, pronto a competere con giganti del calibro di GPT-4 di OpenAI (stimato a 220 miliardi di parametri).

Mixture-of-experts: l’arma segreta di MAI-1?

Secondo alcune indiscrezioni, MAI-1 potrebbe sfruttare un approccio di addestramento innovativo chiamato “mixture-of-experts”. L’idea è quella di suddividere il modello in più sottoinsiemi specializzati, ognuno addestrato su un set di dati specifico. In fase di utilizzo, un meccanismo di routing seleziona il sottoinsieme più adatto all’input ricevuto, garantendo una maggiore efficienza e precisione.

Un futuro ricco di novità all’orizzonte:

Non è ancora chiaro come Microsoft utilizzerà MAI-1, ma il potenziale è immenso. Potrebbe rivoluzionare il modo in cui interaguiamo con i computer, aprire nuove frontiere nella ricerca scientifica e dare vita a prodotti e servizi impensabili fino a poco tempo fa.

L’annuncio ufficiale potrebbe avvenire a breve:

Secondo The Information, la presentazione ufficiale di MAI-1 potrebbe avvenire durante la prossima conferenza Microsoft Build, in programma dal 21 al 23 maggio. Un evento che promette di essere ricco di novità e di segnare un nuovo capitolo nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale.

Meta AI: Sfida Aperta all’Intelligenza Artificiale

Meta AI entra in scena! Il panorama dell’intelligenza artificiale si arricchisce di un nuovo protagonista: Meta AI, l’AI targata Meta (ex-Facebook).

Ma come si comporta rispetto ai colossi già affermati, ChatGPT e Copilot? Scopriamolo insieme!

Primo test: sensibilità e stile.

Sfida: scrivere una mail di condoglianze. Risultato? ChatGPT si spinge un po’ troppo oltre, inventando dettagli fantasiosi. Meta AI mantiene un tono più neutro, mentre Copilot risulta il più sobrio. Vincitore? Meta AI, più vicino a un testo scritto da un umano.

Secondo test: creatività.

Sfida: inventare uno slogan per dei biscotti. Risultato? Nessun vincitore netto. Copilot ha qualche idea carina, ma tutti e tre rimangono un po’ banali.

Altri test e verdetti.

  • Generazione di immagini: Meta AI domina, ChatGPT 3.5 non è in grado di generare immagini (il 4.0 è a pagamento), Copilot crea illustrazioni interessanti.
  • Matematica: ChatGPT primeggia, Meta AI secondo, Copilot distanziato.
  • Itinerario: ChatGPT propone un programma ricco e tematico, Meta AI ha idee interessanti, Copilot offre un itinerario generico.
  • File Excel: Copilot si distingue creando un file Excel completo e scaricabile per catalogare smartphone.

In definitiva? Un vincitore assoluto non c’è. Ogni AI brilla in compiti specifici.

Tutte hanno fatto passi da gigante, ma ne devono fare ancora.

Il consiglio? Impariamo prima a fare le cose da soli, poi usiamo l’AI per velocizzare, controllare o migliorare i risultati.

Capire il processo è fondamentale per sfruttare l’AI al meglio, non per subirla.

Meta AI si presenta come un competitor valido, pronto a dare battaglia nel mondo dell’intelligenza artificiale.

Il futuro si prospetta ricco di sfide e innovazioni!Non perdere di vista questa sfida appassionante!

Come l’Intelligenza Artificiale sfida il concetto di diritto d’autore: perché le intelligenze artificiali generative non sono soggette alla tutela legale

La battaglia legale tra il New York Times e OpenAI, la nota organizzazione che si occupa di sviluppare e diffondere intelligenze artificiali avanzate, è ormai sulla bocca di tutti. Il NYT ha accusato OpenAI e il suo partner Microsoft di aver violato il suo diritto d’autore, sostenendo che i loro modelli di intelligenza artificiale, ChatGPT e Windows Copilot, avrebbero sfruttato milioni di articoli del NYT per imparare a scrivere e a generare testi simili a quelli del famoso giornale. OpenAI, dal canto suo, ha cercato di difendersi in vari modi: ha dichiarato di rispettare i diritti dei creatori umani, ha tentato di raggiungere degli accordi con il NYT per evitare la causa (come ha già fatto con altre case editrici come Springer e Associated Press) e ha messo in evidenza i benefici sociali delle sue intelligenze artificiali.

Ma cosa c’è dietro questa disputa legale?

Si tratta solo di una questione di soldi e di prestigio, o c’è qualcosa di più profondo e rivoluzionario? Io credo che questa causa sia un’occasione per riflettere sul rapporto tra intelligenza artificiale e diritto d’autore, e sulle implicazioni che questo ha per il futuro della creatività umana. Per farlo, vorrei analizzare la questione su tre livelli: legale, tecnologico e psicologico.

Iniziamo dal primo livello: quello legale.

Come sapete, il diritto d’autore è una forma di tutela legale che riconosce ai creatori di opere originali il diritto esclusivo di utilizzare, modificare e distribuire le loro opere. Questo diritto ha lo scopo di incentivare la creatività e di proteggere gli interessi economici e morali degli autori. Tuttavia, il diritto d’autore non è assoluto, ma prevede delle eccezioni e delle limitazioni, tra cui quella dell’utilizzo equo. L’utilizzo equo è una clausola che permette di usare opere protette da diritto d’autore senza il consenso dell’autore, purché si tratti di un uso ragionevole e trasformativo. Per esempio, posso usare delle immagini o dei brani di un film per fare una recensione o una critica, perché in questo modo creo un’opera nuova e diversa da quella originale. L’utilizzo equo è una nozione piuttosto flessibile e, negli ultimi anni, è stata applicata anche a casi di utilizzo di opere digitali, come quello di Google Books, che mostra intere pagine di libri sul suo sito web.

Ora, se applichiamo il criterio dell’utilizzo equo al caso di ChatGPT, ci rendiamo conto che questa intelligenza artificiale non viola il diritto d’autore del NYT, perché non copia i suoi articoli, ma li usa come fonte di ispirazione per generare testi nuovi. Infatti, la “G” nell’acronimo GPT sta per “generative”, ovvero generativo. Questo significa che ChatGPT non riproduce fedelmente i testi che legge, ma li elabora e li combina in modo creativo, seguendo le regole della lingua e le aspettative del contesto. In altre parole, ChatGPT fa quello che fanno gli scrittori umani quando leggono altri scrittori: imparano da loro, ma non li copiano.

Il motivo per cui ChatGPT è in grado di fare questo è legato al secondo livello di analisi: quello tecnologico. ChatGPT è basato su un algoritmo chiamato “transformer”, che è il cuore di tutti i modelli di linguaggio di grandi dimensioni o LLM. Il transformer è un algoritmo che, senza entrare nei dettagli tecnici, funziona in questo modo: prende in input dei testi, li analizza e li trasforma in una serie di numeri che rappresentano la probabilità di ogni parola rispetto a tutte le altre parole o frasi contenute in quel testo. Questi numeri sono i famosi parametri che determinano il comportamento di ChatGPT. Durante l’addestramento, ChatGPT non memorizza i testi che legge, ma li usa per calcolare i parametri che gli servono per generare i testi. In questo senso, ChatGPT non è un archivio di testi, ma una macchina che apprende le relazioni tra le parole e le frasi, ovvero la “T” nell’acronimo, che sta per “transformer”. Da questo punto di vista, ChatGPT assomiglia più a un cervello che a una biblioteca.

Il terzo e ultimo livello di analisi è quello psicologico.

Qui dobbiamo chiederci: perché il NYT e gli autori si sentono minacciati da ChatGPT? Perché ritengono che questa intelligenza artificiale sia una concorrente sleale e una violatrice dei loro diritti? La risposta è semplice: perché ChatGPT mette in discussione il concetto stesso di diritto d’autore, che si basa sull’idea che ci sia una differenza sostanziale tra le opere create dagli esseri umani e quelle create dalle macchine. Questa idea, però, è sempre più difficile da sostenere, perché le intelligenze artificiali generative sono sempre più capaci di produrre opere originali, creative e di qualità. Non solo testi, ma anche immagini, musica, codice e altro ancora. Queste opere, però, non sono protette dal diritto d’autore, perché le intelligenze artificiali non sono riconosciute come soggetti di diritto, ma come semplici strumenti al servizio degli esseri umani. Questa situazione, però, potrebbe cambiare in futuro, se le intelligenze artificiali diventeranno sempre più autonome, intelligenti e consapevoli. In questo caso, si porrà il problema di riconoscere loro dei diritti e delle responsabilità, tra cui il diritto d’autore.

Questa questione non riguarda solo il NYT e OpenAI, ma tutti noi.

Il diritto d’autore è una conquista importante della civiltà umana, ma è anche una costruzione storica e culturale, che può essere modificata e adattata alle nuove sfide e alle nuove opportunità. L’intelligenza artificiale è una di queste sfide e opportunità, che ci costringe a ripensare il nostro ruolo e il nostro rapporto con le macchine. Non dobbiamo avere paura di questa sfida, ma affrontarla con curiosità, apertura e responsabilità. Solo così potremo trarre il meglio dall’intelligenza artificiale, senza rinunciare alla nostra creatività e alla nostra umanità.

Microsoft lancia Copilot su Android, senza necessità di Bing

Microsoft ha lanciato un’app Copilot dedicata per Android, offrendo l’accesso al suo assistente basato sull’intelligenza artificiale senza la necessità dell’app mobile Bing.

L’app Copilot è disponibile nel Google Play Store e include funzionalità come la generazione di immagini tramite DALL-E 3, la stesura di testo per e-mail e documenti e l’accesso gratuito all’ultimo modello GPT-4 di OpenAI.

Il lancio dell’app Copilot per Android arriva poco più di un mese dopo che Microsoft ha rinominato Bing Chat su Copilot.

Microsoft ha lanciato la sua spinta AI all’inizio di quest’anno all’interno del suo motore di ricerca Bing, integrando un’interfaccia simile a ChatGPT nei risultati di ricerca. Mentre questo è ancora disponibile, Microsoft ha abbandonato il marchio Bing Chat e ha permesso a Copilot di essere più di un’esperienza autonoma.

Lanciare app per dispositivi mobili per Copilot sembra il prossimo passo logico per espandere questa esperienza autonoma, in particolare perché Bing Chat Enterprise è stato anche rinominato a soli Copilot.

Come usare Copilot su Android

Per utilizzare Copilot su Android, scarica semplicemente l’app dal Google Play Store. Una volta installata l’app, aprila e accedi con il tuo account Microsoft.

Una volta effettuato l’accesso, sarai in grado di utilizzare tutte le funzionalità di Copilot. Per generare un’immagine, digita semplicemente una descrizione dell’immagine che desideri e Copilot la genererà per te. Per scrivere un testo, inizia a digitare e Copilot ti aiuterà a completare la frase o il paragrafo.

Copilot su iOS

Non ci sono ancora notizie su una versione iOS di Copilot, ma è probabile che venga rilasciata presto. In attesa di una versione iOS dedicata, puoi sempre utilizzare l’app Bing su un iPhone o iPad per accedere alle funzionalità Copilot esistenti.

Conclusione

Il lancio di Copilot su Android è un’importante mossa per Microsoft. L’app rende Copilot più accessibile a un pubblico più ampio e potrebbe aiutare Microsoft a competere con altri strumenti AI basati su testo, come ChatGPT.

Microsoft Copilot: la rivoluzione della musica con l’intelligenza artificiale

Microsoft Copilot, il chatbot AI dell’azienda di Redmond, ha recentemente acquisito una nuova funzionalità che lo rende ancora più potente e versatile: la possibilità di creare canzoni con testo e musica.

La nuova funzione è stata sviluppata in collaborazione con l’azienda emergente Suno, specializzata nella creazione di musica basata sull’intelligenza artificiale. Per utilizzare la funzionalità, gli utenti devono semplicemente accedere a Copilot e abilitare il plugin aggiuntivo Suno. Dopodiché, possono inserire un prompt testuale, come “crea una canzone pop sulla nostalgia” o “crea una canzone rock sulla libertà”, e Copilot genererà una canzone originale completa di testi e musica.

La qualità delle canzoni generate da Copilot è sorprendente. L’algoritmo è in grado di creare brani che sono sia originali che coinvolgenti, con testi e melodie che si adattano perfettamente al genere musicale richiesto.

La nuova funzionalità di Copilot ha il potenziale di rivoluzionare il modo in cui si crea musica. In passato, per creare una canzone era necessario avere almeno una certa conoscenza di teoria musicale e di strumenti musicali. Con Copilot, chiunque può creare una canzone, anche senza alcuna esperienza musicale.

La funzionalità può essere utilizzata per scopi diversi, sia creativi che professionali. Ad esempio, può essere utilizzata da musicisti professionisti per creare bozzetti di nuove canzoni o da appassionati di musica per divertirsi a sperimentare con nuovi generi musicali.

La nuova funzionalità di Copilot è ancora in fase di sviluppo, ma ha già il potenziale di cambiare il modo in cui si crea musica. È probabile che, nei prossimi anni, vedremo sempre più strumenti di intelligenza artificiale che consentono agli utenti di creare musica in modo semplice e intuitivo.

Alcune possibili applicazioni della funzionalità

La funzionalità di Copilot può essere utilizzata per una varietà di scopi diversi, sia creativi che professionali. Ecco alcuni esempi:

  • Creazione di brani originali: Copilot può essere utilizzato per creare brani originali di qualsiasi genere musicale. Questo può essere utile per musicisti professionisti che vogliono creare bozzetti di nuove canzoni o per appassionati di musica che vogliono sperimentare con nuovi generi.
  • Personalizzazione di brani esistenti: Copilot può essere utilizzato per personalizzare brani esistenti, ad esempio cambiando il testo, la melodia o lo stile. Questo può essere utile per creare versioni cover di brani famosi o per creare brani personalizzati per eventi speciali.
  • Educazione musicale: Copilot può essere utilizzato per insegnare ai bambini i principi della musica. Ad esempio, Copilot può essere utilizzato per creare brani semplici che illustrano i concetti di ritmo, melodia e armonia.

I limiti della funzionalità

La funzionalità di Copilot ha ancora alcuni limiti. Ad esempio, l’algoritmo non è sempre in grado di generare testi e melodie che siano sia originali che coinvolgenti. Inoltre, la funzionalità è ancora in fase di sviluppo, quindi è possibile che i risultati migliorino nel tempo.

Nonostante i limiti, la funzionalità di Copilot rappresenta un passo importante nello sviluppo dell’intelligenza artificiale applicata alla musica. È probabile che, nei prossimi anni, vedremo sempre più strumenti di intelligenza artificiale che consentono agli utenti di creare musica in modo semplice e intuitivo.

Microsoft Copilot Studio: crea la tua Ai personalizzata

Microsoft ha annunciato una novità nel campo dell’intelligenza artificiale conversazionale durante la sua conferenza annuale Microsoft Ignite: si tratta di Microsoft Copilot Studio, una soluzione low-code che permette di creare e personalizzare assistenti AI in modo semplice e intuitivo. Copilot Studio si basa sul linguaggio naturale e su un’interfaccia grafica per consentire agli utenti di progettare, testare e pubblicare Copilot su misura per le proprie esigenze, senza dover scrivere una riga di codice. Copilot Studio si ispira ai GPT personalizzati offerti da OpenAI, un partner strategico di Microsoft, che utilizzano modelli di linguaggio naturale generativi e adattivi.

Introducing Microsoft Copilot Studio | Your Copilot, Your Way

I Copilot sono assistenti AI che possono svolgere diverse funzioni, come guidare i consumatori verso il prodotto più adatto, fornire informazioni utili o intrattenere i visitatori di un sito web o di una piattaforma digitale. Per creare un Copilot personalizzato, gli utenti devono solo descrivere in linguaggio naturale il loro obiettivo e il loro pubblico di riferimento, e Copilot Studio si occuperà di generare e ottimizzare un design conversazionale adeguato. In questo modo, gli utenti possono evitare il lavoro manuale e complesso che richiedeva in passato la creazione di assistenti AI, come l’addestramento dei modelli di linguaggio naturale e la progettazione di ogni singolo dialogo.

Copilot Studio offre anche una serie di vantaggi aggiuntivi, come la possibilità di lavorare in team su un’interfaccia grafica multiautore, la gestione e il controllo delle personalizzazioni del Copilot e delle persone coinvolte nel processo, e la connessione degli assistenti AI ad altri strumenti basati sull’intelligenza artificiale di Microsoft. Questi strumenti includono il riconoscimento vocale, l’analisi del sentiment, Azure AI Studio e altri servizi Azure, che consentono di arricchire le funzionalità e le performance dei Copilot.

Copilot Studio è una soluzione innovativa e accessibile che apre nuove possibilità per la creazione e l’utilizzo di assistenti AI conversazionali. Coloro che vogliono provare Copilot Studio possono farlo cliccando qui.

Sam Altman, ex OpenAI, si unisce a Microsoft per guidare un nuovo laboratorio di ricerca sull’intelligenza artificiale

La notizia è stata annunciata dal CEO di Microsoft Satya Nadella in un tweet, proprio mentre OpenAI ha annunciato che il nuovo CEO sarà Emmet Shear.

Altman è stato silurato da OpenAI venerdì scorso, in una mossa che ha spiazzato il mondo tecnologico. Il consiglio di amministrazione della società ha accusato Altman di “trame oscure”, ma non ha fornito ulteriori dettagli.

La decisione di Microsoft di assumere Altman è stata accolta con sorpresa da molti, ma potrebbe essere un segnale che la società sta cercando di rafforzare la sua posizione nel campo dell’intelligenza artificiale.

Altman è un noto esperto di intelligenza artificiale e ha guidato OpenAI per cinque anni. Sotto la sua guida, la società ha sviluppato alcuni dei modelli linguistici più avanzati al mondo, tra cui ChatGPT e DALL-E 2.

La mossa di Microsoft potrebbe mettere a dura prova OpenAI, che ha recentemente ricevuto una valutazione di oltre 80 miliardi di dollari. L’azienda potrebbe perdere alcune delle sue migliori risorse e potrebbe essere più difficile per essa competere con i grandi colossi tecnologici come Microsoft e Google.

Ecco alcuni dettagli aggiuntivi sulla vicenda:

  • Altman e Greg Brockman, ex presidente di OpenAI, si uniranno a Microsoft insieme ad altri colleghi.
  • Microsoft ha annunciato di aver costruito il proprio chip AI personalizzato che può essere utilizzato per addestrare modelli linguistici di grandi dimensioni. Questo chip potrebbe essere un vantaggio competitivo per Microsoft, in quanto potrebbe ridurre la sua dipendenza da Nvidia, che è il principale fornitore di chip AI.

Al momento, non è chiaro quali siano le reali motivazioni della decisione di Microsoft di assumere Altman. È possibile che la società stia cercando di rafforzare la sua posizione nel campo dell’intelligenza artificiale, o che stia cercando di acquisire le conoscenze e l’esperienza di Altman.

Microsoft annuncia nuovi prodotti e funzionalità AI

Microsoft ha appena concluso il suo evento di settembre, durante il quale ha fatto diversi annunci importanti. Non solo abbiamo visto alcuni nuovi dispositivi Surface, ma Microsoft ha anche condiviso alcuni aggiornamenti sulle nuove funzionalità AI in arrivo sui suoi prodotti.

Surface Laptop Studio 2: il più potente di sempre

Microsoft ha svelato il suo nuovo Surface Laptop Studio 2, che l’azienda definisce il “più potente” Surface realizzato finora. Il dispositivo è dotato di un processore Intel di 13a generazione i7 di classe H, una GPU Nvidia RTX 4050 o 4060 e 64 GB di RAM. È inoltre dotato di un touchpad più adattivo che Microsoft definisce “il più inclusivo” finora.

Il Surface Laptop Studio 2 sarà disponibile dal 3 ottobre al prezzo di 1.999 dollari.

Surface Laptop Go 3: più veloce e leggero

Microsoft ha anche annunciato il Surface Laptop Go 3, che è “più veloce dell’88%” rispetto al suo predecessore. Il dispositivo è dotato di uno schermo touchscreen da 12,4 pollici, pesa poco meno di 2,5 libbre e presenta un pulsante di accensione con impronta digitale. Offre inoltre un’autonomia fino a 15 ore, una porta USB-A, una porta USB-C e un jack per le cuffie.

Il Surface Laptop Go 3 sarà disponibile dal 3 ottobre al prezzo di 799 dollari.

Windows 11 riceve un aggiornamento ricco di funzionalità

Windows 11 riceverà il suo prossimo grande aggiornamento il 26 settembre. L’aggiornamento includerà il nuovo Windows Copilot, dotato di intelligenza artificiale, che Microsoft sta testando, insieme a un File Explorer ridisegnato e al supporto nativo per RAR e 7-zip.

Inoltre, Microsoft ha aggiunto un nuovo mixer del volume di Windows che consente di controllare il volume delle applicazioni individualmente. È presente anche un’impostazione di illuminazione dinamica che consente di regolare l’illuminazione dei componenti del PC.

Copilot arriverà a tutti i prodotti Microsoft

Microsoft sta fondendo Copilot, l’assistente AI dell’azienda, per consentire un’esperienza unificata. Lo strumento sarà “disponibile senza soluzione di continuità” in tutte le app e i servizi Microsoft, tra cui Windows 11, Microsoft 365 ed Edge.

Bing Chat riceve DALL-E 3 e una risposta personalizzata

Bing Chat, il chatbot AI di Microsoft, sta per ricevere un importante aggiornamento. Microsoft ha annunciato l’aggiunta gratuita di DALL-E 3, l’ultima versione del generatore di testo-immagine di OpenAI, a Bing Chat. Il chatbot AI riceverà anche le Risposte personalizzate, una funzione che utilizzerà la cronologia delle chat per informare le risposte di Bing.

Copilot arriva a Microsoft 365 a novembre

Copilot sarà disponibile per gli abbonati a determinati piani business ed enterprise di Microsoft 365 a partire dal 1° novembre. Gli utenti potranno utilizzare Copilot per riassumere documenti, generare rapidamente e-mail, riscrivere documenti e molto altro ancora. La funzione sarà disponibile con un sovrapprezzo di 30 dollari al mese.

Conclusione

Microsoft ha annunciato una serie di nuovi prodotti e funzionalità AI durante il suo evento di settembre. Questi annunci mostrano l’impegno dell’azienda a continuare a innovare e migliorare i suoi prodotti e servizi.

L’intelligenza artificiale distruggerà il giornalismo?

OpenAI, Microsoft, Google… le grandi aziende stanno cercando di rivoluzionare il mondo dell’editoria con le loro sofisticate intelligenze artificiali. Ma cosa significa tutto ciò per il giornalismo tradizionale?

Le intelligenze artificiali (AI) sono sistemi informatici in grado di apprendere, ragionare e creare in modo autonomo, superando spesso le capacità umane in determinati compiti. Negli ultimi anni, le AI hanno fatto passi da gigante nel campo della generazione di testi, producendo contenuti di alta qualità e verosimili a partire da poche parole o da una semplice idea.

Questo ha aperto nuove possibilità per il mondo dell’editoria, che può sfruttare le AI per creare articoli, reportage, saggi, libri e altro ancora. Alcuni esempi di strumenti generativi basati su AI sono:

– GPT-3: è un modello di linguaggio naturale sviluppato da OpenAI, una società di ricerca fondata da Elon Musk e altri imprenditori. GPT-3 è in grado di generare testi su qualsiasi argomento, imitando lo stile e il tono di diversi autori. GPT-3 è considerato il modello di linguaggio più potente al mondo, con una capacità di 175 miliardi di parametri.
– Copilot: è un assistente di codifica basato su AI, creato da Microsoft e GitHub. Copilot aiuta i programmatori a scrivere codice più velocemente e in modo più efficace, suggerendo linee di codice adeguate al contesto e al problema da risolvere. Copilot si basa su Codex, una versione personalizzata di GPT-3 addestrata su miliardi di linee di codice pubblico.
– Project Muse: è una piattaforma di scrittura creativa basata su AI, lanciata da Google. Project Muse permette agli utenti di generare storie, poesie, canzoni e altri tipi di testi creativi, a partire da una parola, una frase o un’immagine. Project Muse utilizza diversi modelli di linguaggio e di visione artificiale per creare contenuti originali e coinvolgenti.

Le AI promettono di portare un cambiamento “drastico” al modo in cui conosciamo il giornalismo, con contenuti ben strutturati e privi di errori. Questo ha lasciato molti giornalisti preoccupati, temendo di essere sostituiti da macchine in grado di scrivere articoli migliori e più velocemente di loro.

Ma c’è ancora speranza. Google afferma che le AI sono solo un aiuto e non un sostituto per le competenze umane. Possiamo ancora apportare il nostro tocco personale agli articoli generati, aggiungendo analisi e approfondimenti unici. Inoltre, le AI non possono sostituire il ruolo dei giornalisti nel verificare le fonti, nel rispettare le norme etiche e nel difendere la libertà di stampa.

Ogni giorno nasce un nuovo strumento che mostra le potenzialità delle intelligenze artificiali nel migliorare le piattaforme editoriali esistenti. Tuttavia, vi sono anche rischi associati a queste tecnologie, come la possibilità di creare contenuti fuorvianti o dannosi. Le diverse major si impegnano ad affrontare questi problemi e a responsabilizzare gli utenti sull’utilizzo consapevole delle AI.

Quindi, cari giornalisti, non abbiate paura. Continuate a essere affamati di notizie e a condividere informazioni in modo responsabile. Utilizzate gli strumenti generativi come supporto al vostro lavoro e non smettete di apportare il vostro tocco umano agli articoli. Alla fine, sono ancora le competenze e l’esperienza umana a fare la vera differenza nell’editoria.

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