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Ferie Permettendo alla scoperta delle location di Guerre Stellari in Tunisia: il vero Tatooine e le meraviglie del deserto

Nel cuore di un’epopea spaziale che ha segnato intere generazioni, l’universo di Star Wars è riuscito a fondere in modo sublime la fantascienza con l’avventura, dando vita a una serie di pianeti iconici che hanno catturato l’immaginario collettivo. Tra questi, uno dei più noti e amati è Tatooine, il pianeta desertico dove la saga ha avuto inizio e che ha visto la nascita di alcune delle figure più leggendarie dell’universo di Star Wars, come Anakin e Luke Skywalker. Ma mentre milioni di fan sognano viaggi intergalattici, i veri esploratori del mondo dei nerd come Giulia “Juppina” e Paolo (Ferie Permettendo) si sono imbarcati in una rotta iperspaziale che li ha portati proprio lì: non in una galassia lontana lontana, ma in Tunisia. E sì, la Tunisia è il luogo che ha dato vita a Tatooine, seppur non in un contesto sci-fi, ma in un angolo affascinante del nostro pianeta, dove il deserto e le formazioni rocciose hanno fatto da sfondo a alcune delle scene più celebri della saga.

Tatooine, come molti sanno, è un pianeta dominato da sabbia e roccia, un luogo arido e inospitale, ma che ha visto crescere eroi destinati a cambiare il corso della galassia. La sua iconica posizione nel cuore della trilogia originale di Star Wars lo ha reso un simbolo stesso della saga. E mentre nella finzione, Tatooine è stato a lungo sotto il controllo degli Hutt, della Repubblica, dell’Impero, e infine dei Ribelli, nel mondo reale il suo nome è stato ispirato dalla città tunisina di Tataouine. Questo affascinante legame tra realtà e finzione è un richiamo irresistibile per ogni appassionato, che non può fare a meno di scoprire i luoghi reali che hanno dato vita a questo pianeta leggendario.

La Tunisia, infatti, è la patria di diverse location che hanno fatto da sfondo a Star Wars. Da Tataouine, che ha ispirato il nome del pianeta, a Matmata, il villaggio dove le case troglodite sono state trasformate nella casa di Owen Lars, il padre adottivo di Luke Skywalker. Non solo, Ksar Hadada, Medenine, e Ksar Ommarsia sono altre località dove sono state girate scene che hanno segnato la storia del cinema. Ogni angolo della Tunisia sembra raccontare una parte di Star Wars, come se George Lucas, quando ha girato il primo film della saga, avesse scelto quest’area per evocare l’atmosfera unica di Tatooine, con la sua aridità, le formazioni rocciose e l’atmosfera desolata.

Un luogo imperdibile per chiunque voglia rivivere le scene più iconiche della saga è l’hotel Sidi Driss, a Matmata. Qui, infatti, è stata realizzata la scena della casa di Luke, che in Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza vediamo nel deserto di Tatooine. Oggi, l’hotel ospita i visitatori in un ambiente che, pur ristrutturato, mantiene il fascino di un luogo che ha visto il passaggio dei più grandi eroi di Star Wars. Sebbene l’esterno della casa di Luke sia stato girato in un’altra location, l’interno è divenuto uno dei punti di pellegrinaggio per ogni fan della saga. Un po’ più lontano, tra i villaggi di Ksar Hadada e Ksar Ommarsia, è possibile vedere i luoghi che hanno ospitato la casa di Anakin Skywalker, mentre Medenine ha fatto da sfondo agli esterni del quartiere degli schiavi di Mos Espa, la città natale di Anakin.

Il fascino delle location tunisine non si limita solo alla loro funzione da set cinematografico, ma abbraccia anche la cultura e la storia della regione. La Tunisia, infatti, è stata il cuore di altre pellicole iconiche, tra cui Il Paziente Inglese, Predatori dell’Arca Perduta e Il Principe del Deserto. Le antiche strutture tunisine, come gli ksar (antichi granai fortificati) e le grotte di Matmata, sono diventate famose nel mondo intero per la loro bellezza e per il legame con un’epoca lontana, sia storicamente che cinematograficamente. Questi edifici, in una simbiosi perfetta con l’ambiente circostante, sembrano essere stati creati appositamente per ospitare le vicende di Star Wars.

La visita di queste location, con la loro forte impronta storica e cinematografica, è un viaggio che ogni appassionato di Star Wars dovrebbe intraprendere almeno una volta nella vita. Non solo per la bellezza paesaggistica, ma anche per l’emozione di essere immersi in un mondo che ha fatto sognare milioni di persone. Per gli appassionati italiani, l’esplorazione dei luoghi di Star Wars non si limita alla Tunisia: anche nel nostro paese sono state girate scene indimenticabili. Ad esempio, la Reggia di Caserta, che nel film diventa il Palazzo Reale di Naboo, o il Monte Etna, dove si è svolta la battaglia tra Anakin e Obi-Wan in Episodio III – La vendetta dei Sith.

Ma tornando a Tatooine, chiunque visiti queste terre si troverà di fronte a una geografia che, pur essendo reale, sembra provenire direttamente da una galassia lontana. E, se anche non si può fare un viaggio iperspaziale fino a Tatooine, la Tunisia offre la possibilità di immergersi completamente in questo universo parallelo, dove la fantascienza si fonde con la realtà, creando un’esperienza indimenticabile per ogni nerd che si rispetti.

Star Wars: il canone inverso. La Nuova Continuity e l’Eredità dell’Universo Espanso

Il canone di Star Wars, ovvero la continuity ufficiale che include tutti i prodotti riconosciuti dalla Lucasfilm, rappresenta il cuore pulsante dell’universo narrativo creato da George Lucas. Questo insieme di opere è l’unico a essere considerato ufficiale e all’interno di esso si trovano tutti i film della saga principale — la trilogia classica, la trilogia prequel e quella sequel — i film spin-off come quelli della serie Star Wars Anthology, e le numerose serie animate, tra cui Star Wars: The Clone Wars, Star Wars Rebels, Star Wars Resistance, e Star Wars: The Bad Batch. A partire dal 25 aprile 2014, data in cui la Disney acquisì Lucasfilm, sono stati inclusi nel canone anche i romanzi, i fumetti e i videogiochi usciti da quella data in poi, mettendo fine a una lunga era in cui l’Universo Espanso, ora noto come Star Wars Legends, faceva parte della continuity.

Questa trasformazione non è stata una semplice mossa editoriale: è il risultato di un processo che ha visto l’evoluzione di Star Wars da fenomeno cinematografico a vero e proprio multiverso narrativo, con prodotti derivati che nel corso degli anni hanno arricchito l’universo creato da Lucas. Negli anni precedenti, infatti, non esisteva un sistema definito per la gestione del canone. I film, i romanzi, i fumetti e perfino i drammi radiofonici venivano creati senza un controllo rigoroso da parte della Lucasfilm. Fu solo con l’arrivo di L’erede dell’Impero di Timothy Zahn nel 1991, un romanzo che segnò la nascita di una nuova era per Star Wars, che la situazione cambiò. Il reparto editoriale della Lucas Licensing decise di stabilire una connessione tra i vari romanzi, creando una trama unificata. Quella che era conosciuta come l’Universo Espanso si fece sempre più vasta, includendo opere di decine di autori sparsi in tutto il mondo.

Lo stesso Lucas ha dichiarato:

«Dopo l’uscita di Guerre stellari divenne apparente che la mia storia — indipendentemente dal numero di film che avrebbe richiesto per essere narrata — era solo una delle migliaia che si sarebbero potute raccontare sui personaggi che popolano la sua galassia. Ma queste erano storie che non ero destinato a narrare. Sarebbero nate invece dalla fantasia di altri scrittori, ispirati dalla visione della galassia che Guerre Stellari offriva. Oggi è un’eredità al tempo stesso sorprendente e inattesa di Guerre stellari, il fatto che così tanti scrittori di talento contribuiscano ad aggiungere nuove storie alla saga.»

Come sottolineato dallo stesso George Lucas, le storie che popolano la galassia di Star Wars sono infinite e non tutte sarebbero state narrate dal creatore originale. Lucas ha dichiarato che dopo l’uscita del primo Star Wars, divenne evidente che la sua storia era solo una delle migliaia possibili, nate dalla fantasia di altri scrittori. Questo ha dato vita a un filone narrativo che ha affascinato milioni di fan in tutto il mondo, e che, purtroppo, è stato in parte annullato dalla Disney a partire dal 2014.

Sue Rostoni, direttore editoriale della Lucas Licensing, ha dichiarato

«Per canone intendiamo una lista autorevole di libri ufficialmente riconosciuti dalla Lucas Licensing Editor e che consideriamo parte della storia di Guerre stellari. Il nostro obiettivo è quello di presentare una storia continua e unificata della galassia di Guerre stellari, non entrando mai in conflitto con le idee del signor Lucas sulla saga.»

Con l’acquisizione di Lucasfilm da parte della Disney, la nuova direzione per Star Wars ha portato alla creazione di una nuova saga cinematografica, iniziata con il settimo episodio (Il risveglio della Forza), ma soprattutto, ha sancito la separazione tra il canone ufficiale e l’Universo Espanso. Questo passaggio è stato annunciato pubblicamente in un post su StarWars.com, in cui si spiegava come gli episodi VII-IX avrebbero preso una strada diversa, non più legata ai racconti dell’Universo Espanso. In questo modo, i creatori dei nuovi contenuti avrebbero potuto godere di maggiore libertà creativa, pur mantenendo un legame con gli elementi più iconici della saga.

Il cambiamento non ha però comportato una cancellazione totale dei prodotti precedenti: sebbene l’Universo Espanso post Ritorno dello Jedi non fosse più considerato parte del canone, molti elementi di queste storie sono stati comunque riutilizzati in nuove opere. Un esempio significativo è l’inclusione dell’Inquisitore e dell’Imperial Security Bureau in Star Wars Rebels, una serie animata che ha pescato a piene mani dal vecchio materiale, dando nuova vita a concetti già esplorati negli anni ’80 nel gioco di ruolo di Star Wars.

Tuttavia, la creazione di un sistema ben definito per il canone non è stata una strada facile. Negli anni ’90, l’introduzione di nuovi media e la crescita dell’Universo Espanso portarono alla necessità di una gestione più precisa della continuità narrativa. Nel 2000, la Lucas Licensing istituì un sistema di classificazione dei prodotti tramite un database chiamato Holocron. Questo database comprendeva cinque livelli di canone, con il G-canon, relativo ai progetti di Lucas stesso (come i film originali e la trilogia prequel), al vertice. Seguivano il T-canon (per le serie TV), il C-canon (per la maggior parte dell’Universo Espanso) e il S-canon, che riguardava storie secondarie e meno coerenti con l’universo di Star Wars. Infine, il N-canon includeva storie alternative o quelle non conformi al resto della continuity, come il famoso The Star Wars Holiday Special.

Con il cambiamento radicale del 2014, la Disney ha messo fine a questa gerarchia, separando ufficialmente i contenuti pre-2014 sotto il marchio Star Wars Legends, ma dando comunque la possibilità ai creatori di accedere a tutto il materiale per trarre ispirazione. La linea di confine tra canone e non canone è quindi diventata più netta, ma non priva di spazio per la nostalgia e l’omaggio ai fan storici della saga.

Canone essnziale

La saga di Star Wars ha generato una delle più vaste e affascinanti collezioni di opere mai create nell’universo della cultura pop. Dai leggendari film alle serie TV, dai fumetti ai libri, l’universo di Star Wars si espande costantemente, creando mondi e storie che continuano a conquistare milioni di fan in tutto il mondo.Il canone cinematografico di Star Wars inizia nel lontano 1977 con il film che ha dato inizio a tutto: Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza. Questa pellicola ha cambiato per sempre il corso del cinema, introducendo personaggi iconici come Luke Skywalker, Leia Organa, Han Solo e Darth Vader. Da lì, sono seguiti i film della trilogia originale, tra cui L’Impero colpisce ancora (1980) e Il ritorno dello Jedi (1983), che hanno consolidato l’eredità di Star Wars come una delle saghe più amate.

Gli anni ’90 e 2000 hanno visto il ritorno di Star Wars sul grande schermo con la trilogia prequel, iniziata con Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999) e seguita da L’attacco dei cloni (2002) e La vendetta dei Sith (2005). Questi film, purtroppo divisi tra lodi e critiche, hanno dato una nuova dimensione alla mitologia di Star Wars, esplorando le origini di Darth Vader e l’ascesa dell’Impero.

Con il passare degli anni, la saga ha preso una nuova direzione, in particolare con la trilogia sequel, iniziata con Star Wars: Il risveglio della Forza (2015), che ha introdotto nuovi personaggi come Rey, Finn e Kylo Ren. Seguono Gli ultimi Jedi (2017) e L’ascesa di Skywalker (2019), che portano a conclusione la saga principale.

Accanto ai film principali, Star Wars ha visto una serie di spin-off, tra cui Rogue One: A Star Wars Story (2016) e Solo: A Star Wars Story (2018), che esplorano storie parallele e personaggi amati come Han Solo e il sacrificio di chi lotta contro l’Impero.

Oltre ai film, le serie TV hanno avuto un ruolo fondamentale nell’espandere ulteriormente l’universo di Star Wars. The Mandalorian (2019 – in corso) è uno dei successi più recenti, ambientato cinque anni dopo gli eventi di Il ritorno dello Jedi. La serie ha avuto un impatto enorme, soprattutto grazie al personaggio di Baby Yoda (Grogu). A seguire, serie come The Book of Boba Fett (2021), che esplora il ritorno di uno dei personaggi più amati della saga, e Obi-Wan Kenobi (2022), che riporta in scena il leggendario Jedi, hanno affascinato i fan con storie inedite e nuovi sviluppi. Anche serie come Andor (2022 – in corso), che esplora le origini di Cassian Andor, uno dei protagonisti di Rogue One, e Ahsoka (2023 – in corso), che segue la storica Jedi Ahsoka Tano, hanno contribuito ad arricchire l’universo narrativo di Star Wars.

Sul fronte delle serie d’animazione, Star Wars: The Clone Wars (2008-2020) è un altro pilastro fondamentale, raccontando gli eventi tra La minaccia fantasma e La vendetta dei Sith, mentre Star Wars Rebels (2014-2018) ha esplorato la nascita della Ribellione tra Episodio III e Episodio IV. Star Wars Resistance (2018-2020) ha invece introdotto nuovi personaggi poco prima degli eventi di Il risveglio della Forza.

Non meno importanti sono le numerose serie di fumetti e romanzi che arricchiscono l’universo di Star Wars, con titoli come Star Wars: Darth Vader – Dark Lord of the Sith di Charles Soule e Doctor Aphra di Kieron Gillen, che esplorano i retroscena di personaggi come il Signore Oscuro e la curiosa dott.ssa Aphra. I fumetti non solo raccontano storie parallele, ma approfondiscono anche alcuni aspetti poco esplorati nei film, dando ai fan l’opportunità di scoprire nuove avventure e nuovi dettagli sulle galassie lontane.I libri, da Una nuova alba di John Jackson Miller a Star Wars: Aftermath di Chuck Wendig, continuano a narrare le storie dei personaggi che hanno fatto la storia della saga, offrendo nuove prospettive su eventi e personaggi che vanno oltre le pellicole.

Il canone di Guerre stellari rappresenta oggi una delle più grandi narrazioni transmediali mai concepite. Non solo una serie di film, ma un universo che si estende attraverso libri, fumetti, videogiochi e serie TV, che ha saputo unire e coinvolgere diverse generazioni di appassionati. La decisione di Disney di riorganizzare il canone è stata una mossa coraggiosa, ma necessaria per garantire un futuro creativo alla saga. Allo stesso tempo, la divisione tra il nuovo canone e Star Wars Legends permette di preservare l’eredità del passato, offrendo una ricca biblioteca di storie che continueranno a vivere nel cuore dei fan.

Darth Maul: la tragica e affascinante storia del Signore dei Sith caduto e poi risorto

Darth Maul è uno dei personaggi più enigmatici e complessi dell’universo di Star Wars, una figura che ha catturato l’immaginazione di milioni di fan per la sua natura oscura e tragica. Apparso per la prima volta nel film Star Wars: Episodio I – La Minaccia Fantasma, Maul, un potente Sith, è stato interpretato dall’esperto di arti marziali Ray Park, che ha portato in scena il personaggio con movimenti agili e letali. Con la sua pelle rossa e nera, corna minacciose e una doppia spada laser rosso sangue, Darth Maul è diventato immediatamente un’icona del lato oscuro di Star Wars e una presenza temibile nell’immaginario collettivo.

La creazione del look di Darth Maul si deve al concept artist Iain McCaig, che si è ispirato a immagini disturbanti e ambigue, perfette per rappresentare l’intensità e la ferocia del personaggio. Questo aspetto visivo, unito alla recitazione e ai movimenti di Park, ha reso Darth Maul immediatamente riconoscibile e memorabile, tanto che il sito IGN lo ha inserito al 16° posto tra i migliori personaggi della saga di Star Wars. Sebbene il volto di Maul sia stato interpretato da Ray Park, la sua voce ha assunto sfumature diverse grazie a vari doppiatori, tra cui Peter Serafinowicz, Sam Witwer e, per il pubblico italiano, Edoardo Stoppacciaro, che hanno contribuito ad arricchire il personaggio con voci intense e taglienti.

La storia di Maul è complessa e attraversa numerose fasi della sua vita, con racconti che si espandono ben oltre i film e si sviluppano in serie animate, fumetti e romanzi (canonici e ancor prima “Legends”. Nato su Dathomir, una tetra e pericolosa pianeta popolato da creature oscure, Maul è figlio di una Sorella della Notte, un membro delle streghe di Dathomir, e appartiene alla specie degli Zabrak. Sin da piccolo, è stato rapito da Darth Sidious, il potente e crudele Sith che lo ha addestrato per anni, trasformandolo in una macchina da guerra e nel suo feroce apprendista. Maul ha sviluppato un odio profondo e ossessivo verso i Jedi, ritenendoli i principali responsabili della caduta dei Sith, e ha imparato l’arte del combattimento con la spada laser a doppia lama, un’arma unica e letale che avrebbe seminato paura tra i suoi nemici.

La sete di vendetta di Maul lo porta al suo primo obiettivo significativo: il Maestro Jedi Qui-Gon Jinn, che si trova a proteggere il giovane Anakin Skywalker su Tatooine. L’incontro culmina in un duello epico su Naboo, dove Maul riesce a uccidere Qui-Gon, ma è a sua volta sconfitto da Obi-Wan Kenobi, che lo taglia in due e lo fa precipitare in un pozzo. La sua storia avrebbe potuto concludersi qui, ma il destino di Maul riserva sorprese: spinto dal suo odio e dalla sua forza interiore, sopravvive all’incidente e si costruisce delle zampe meccaniche per sostituire quelle perdute. Lontano dalla civiltà, inizia a perdere memoria e sanità mentale, finché non viene ritrovato da suo fratello Savage Opress, che lo riporta da Madre Talzin, la strega che lo ha partorito, capace di restituirgli forza e dotarlo di nuove gambe cybernetiche.

Rinato, Darth Maul riprende la sua ricerca di vendetta, alleandosi con varie organizzazioni criminali e sfruttando la sua conoscenza e astuzia per costruire un proprio impero. Dalla Ronda della Morte ai Mandaloriani di Death Watch, Maul utilizza ogni risorsa a sua disposizione per dare la caccia ai Jedi e sfidare Darth Sidious. Ma Sidious, vedendo in Maul una minaccia, lo affronta personalmente e riesce a sconfiggerlo, imprigionandolo. Maul però è tenace: riesce a fuggire, continuando a tramare nell’ombra e a collezionare alleati e seguaci per sovvertire l’ordine dei Sith e liberarsi dall’ombra di Sidious.

Durante le Guerre dei Cloni, Maul è un nemico implacabile per i Jedi, affrontando avversari formidabili come Ahsoka Tano e Mace Windu. Anche dopo l’ascesa dell’Impero Galattico e la caduta dell’Ordine Jedi, Maul rimane uno dei pochi sopravvissuti della sua specie e continua la sua missione solitaria, spostandosi di pianeta in pianeta, cercando la conoscenza oscura che possa dargli un vantaggio sui Sith e permettergli di rovesciare il regime di Sidious e Darth Vader.

Infine, anni dopo, la sua ricerca lo porta su Malachor, un antico pianeta Sith dove incontra il giovane Jedi Ezra Bridger e cerca di farlo suo apprendista per vendicarsi. Qui, Maul si scontra anche con vecchi nemici come Kanan Jarrus e nuovi alleati del lato oscuro. La sua strada lo conduce infine di nuovo a Tatooine, dove ritrova il suo antico rivale Obi-Wan Kenobi. I due si affrontano in un breve, intenso duello che segna il destino finale di Maul. Sconfitto, Maul, ormai morente, chiede a Kenobi se Luke Skywalker sia il Prescelto, ricevendo una risposta affermativa che lo aiuta a trovare una sorta di pace prima di spirare.

Darth Maul rappresenta molto più di un semplice antagonista nella galassia di Star Wars: è una figura che incarna la rabbia, il dolore e il desiderio di vendetta, ma anche la determinazione e la volontà di non arrendersi mai. La sua complessità, accentuata dalle molte sfaccettature narrative che ha assunto attraverso film, serie e fumetti, lo rendono uno dei personaggi più intriganti della saga creata da George Lucas.

Star Wars The Vintage Collection: Mos Eisley Cantina

Hasbro Pulse ha svelato un nuovo e affascinante progetto HasLab che farà impazzire i fan della galassia lontana lontana. Questa volta, il focus è sulla creazione di uno degli ambienti più iconici di Star Wars: la Cantina di Mos Eisley. In omaggio a una delle scene più memorabili della saga, Hasbro Pulse presenta Star Wars The Vintage Collection: Mos Eisley Cantina. Questo progetto, se raggiungerà il numero necessario di sostenitori, permetterà ai fan di possedere un pezzo tangibile del polveroso rifugio dove Obi-Wan Kenobi e Luke Skywalker pianificarono la loro audace missione verso la Morte Nera.

Celebrare un’Icona del Cinema

La Cantina di Mos Eisley, un luogo leggendario immortalato nel film “Star Wars: Una nuova speranza”, rivivrà in tutta la sua gloria grazie a questo progetto HasLab. La campagna, che verrà lanciata il 7 giugno 2024, durerà fino al 9 luglio 2024, e offre due opzioni di supporto:

  • Offerta Base: Al prezzo di 469,99 € IVA inclusa, include il set della Cantina e tre action figures esclusive: Wuher, Brea Tonnika e Senni Tonnika, ciascuna dotata di accessori unici.
  • Offerta Deluxe: Per 579,99 € IVA inclusa, oltre agli articoli della base, questa opzione include un’espansione della Cantina con pareti aggiuntive, chioschi e mobili extra.

Dettagli e Specifiche

Gli appassionati che aderiranno al progetto avranno la possibilità di acquistare la collezione con spedizione gratuita per i membri Pulse Premium, mentre per gli altri ci sarà un costo di spedizione di 15 €. Il progetto avrà successo solo se raggiungerà almeno 8.000 finanziatori entro la data di chiusura della campagna. In caso di successo, la produzione partirà immediatamente, con consegna stimata entro ottobre 2025.

Un’Occasione Imperdibile

Hasbro Pulse EU offre ai fan l’opportunità di possedere un pezzo della storia di Star Wars attraverso questo progetto di crowdfunding. Ogni dettaglio è stato curato con attenzione per garantire un’esperienza autentica e memorabile.Non perdere questa occasione unica per aggiungere alla tua collezione un omaggio a uno dei locali più amati di Star Wars. Finanzia il progetto oggi stesso e immergiti nella nostalgia e nell’avventura della Cantina di Mos Eisley. Per ulteriori informazioni e per sostenere il progetto, visita il sito di Hasbro Pulse. Che la Forza sia con te!

Il latte blu di Star Wars: da Tatooine ai supermercati americani!

Il sogno di ogni fan di Star Wars si è finalmente avverato: il latte blu, la bevanda iconica della saga, ha fatto il suo debutto nei negozi americani grazie a una partnership insolita tra il colosso caseario TruMoo e Disney-Lucasfilm. Questa versione terrestre del Blue Milk, ispirata al latte di Bantha visto per la prima volta in “Una nuova speranza“, è realizzata con latte vaccino e ha un delizioso sapore di vaniglia. Per ottenere il caratteristico colore blu, viene utilizzato un colorante additivo non del tutto salutare, ma un piccolo compromesso per potersi gustare una bevanda così iconica.

A differenza del latte vegetale disponibile nei parchi a tema Disneyland, questa versione sarà distribuita in tutti i supermercati e negozi degli Stati Uniti a partire da metà aprile, proprio in tempo per celebrare il “May the Fourth”. Anche se può risultare un po’ costoso e poco salutare a causa del colorante artificiale, i veri fan di Star Wars saranno disposti a chiudere un occhio pur di assaporare questa bevanda leggendaria.

Per chi non ha la possibilità di recarsi negli Stati Uniti, c’è sempre la possibilità di provare a preparare il latte blu in casa seguendo il ricettario ufficiale di Star Wars, che offre tante specialità da sperimentare. Che sia comprato al supermercato o fatto in casa, il latte blu è un modo divertente e delizioso per immergersi nell’affascinante universo di Star Wars e festeggiare la saga con un tocco goloso. Un’esperienza unica che ogni fan non potrà lasciarsi sfuggire.

Vent’anni di Star Wars: Knights of the Old Republic: il canto della Forza che ha insegnato ai videogiochi a sognare

Ci sono compleanni che non invecchiano, accendono i sensi come un sabre laser brandito per la prima volta. Star Wars: Knights of the Old Republic compie vent’anni e sembra ieri. Il suo debutto su Xbox il 15 luglio 2003, seguito dall’arrivo su PC nel novembre dello stesso anno, fu uno di quei momenti in cui capisci che sta per succedere qualcosa di grosso. Non un tie-in qualunque, ma un’opera capace di parlare la lingua dei fan e, allo stesso tempo, di riscrivere le regole del gioco di ruolo su console. BioWare, all’epoca già maestra di sistemi e narrazioni grazie a Baldur’s Gate e Neverwinter Nights, si infilò nell’iperspazio dell’universo creato da George Lucas e scelse un’epoca vertiginosa: quattromila anni prima della trilogia originale, quando la Repubblica e i Sith non erano soltanto concetti, ma forze vive, spietate, romantiche.

Prima della Repubblica che conosciamo: la vertigine dell’Antica Repubblica

Ammettiamolo: l’idea di esplorare un’epoca remota, quasi mitologica, era già di per sé una scossa elettrica. Nessun obbligo di incastrarsi tra scene e personaggi dei film, nessuna gabbia nostalgica. Solo la promessa di una galassia giovane e feroce, spaccata tra i bagliori del Lato Chiaro e i sussurri seducenti del Lato Oscuro. In mezzo, il nostro eroe senza memoria, risvegliato nel fragore di un assalto Sith e subito catapultato nel caos. Bastava questa premessa per scatenare il brivido del “vecchio” Guerre Stellari che avevamo sempre immaginato e mai vissuto: Taris come metropoli assediata, Dantooine con l’Accademia Jedi che odora di erba e segreti, Kashyyyk con foreste abissali dove gli alberi raccontano storie antico-wookiee, Manaan sospesa tra diplomazia e mari insondabili, Korriban che suppura oscurità da ogni granello di sabbia, fino alla micidiale Star Forge, fabbrica di potere e dannazione.

L’avventura come scelta, la scelta come identità

Il colpo di genio di KOTOR non è solo dove ci porta, ma come ci costringe a guardarci allo specchio. Il personaggio non è un manichino in missione; è un prisma. Scegli classe, aspetto, inclinazioni; poi la Forza fa il resto, ma solo se glielo permetti. Ogni dialogo è una biforcazione, ogni missione un esperimento morale. La BioWare dell’epoca era già innamorata dell’arte della conversazione, e qui la porta a una maturità sorprendente: rispondere significa decidere chi sei. L’allineamento scivola, si macchia, si purifica, scolpisce il tuo rapporto con i compagni e piega persino l’epilogo. L’iconica “svolta” narrativa, quella rivelazione che ancora oggi si evita di spoilerare ai neofiti come un antico rituale, non è un semplice colpo di scena: è l’istante in cui capisci che il gioco non stava solo raccontando una storia a te; stava raccontando te alla storia.

Combattere a turni fingendo di correre: l’eleganza del sistema ibrido

KOTOR è un paradosso bellissimo. Il combattimento è a round, figlio di una struttura da carta e penna, ma il ritmo a schermo è continuo, quasi cinematografico. Metti in pausa, scegli, riprendi; un valzer tattico in cui spade laser, blaster, granate, mine e poteri della Forza intessono coreografie che non hanno mai bisogno di strafare. La matematica nascosta fa il suo lavoro, le probabilità sussurrano sotto la musica di Jeremy Soule, e noi, pad alla mano o mouse e tastiera, ci sentiamo sempre un passo avanti, come strateghi con il dono della preveggenza. Non serve l’iperrealismo quando hai scelte significative e risposte leggibili: colpire, fallire, tentare la persuasione, dominare con l’onda mentale o cedere all’abbaglio dei fulmini Sith. La Forza, per la prima volta, è davvero un albero di possibilità e non soltanto una barra da svuotare.

Compagni come costellazioni: perché ci ricordiamo i loro nomi

Se oggi ci emozioniamo per il party banter nei GdR story-driven, è anche per colpa di KOTOR. Bastano pochi pianeti perché ti ritrovi a difendere Mission Vao come una sorella minore, a fidarti e sospettare di Carth Onasi nello stesso respiro, a ridere davanti al sarcasmo assassino di HK-47, manuale ambulante di cattiveria e poesia meccanica. Jolee Bindo è il vecchio che non ti giudica ma ti spoglia con lo sguardo; Canderous Ordo è l’onore Mandaloriano che profuma di guerra antica; Juhani è una ferita che cammina, da comprendere prima di curare; Bastila Shan è la luce difficile, quella che costa fatica tenere accesa. Non sono NPC, sono orbite che ti trascinano e ti respingono, e ogni loro quest personale è un tassello di un mosaico che parla di scelte, responsabilità, redenzione.

Il viaggio come rito iniziatico: dal pazaak alla Star Forge

Una delle magie di KOTOR è la sua capacità di farti sentire in viaggio. Non è soltanto l’Ebon Hawk che ruggisce in iperspazio; sono i ritmi della galassia che ti entrano nelle ossa. Le corse di swoop ti fanno odorare l’asfalto alieno, il pazaak è la pausa da cantina dove la fortuna è un’altra forma di Forza, le incursioni su torrette spaziali sono l’adrenalina che spacca la routine. Poi torni ai dialoghi, ai misteri dei Star Map, agli incastri politici su Manaan, ai rituali nell’Accademia di Korriban, e capisci che ogni minigioco, ogni deviazione, ha il suo perché: mette in scena la quotidianità dell’epica. Non vivi solo l’evento, vivi il mondo che lo genera.

Un’opera che ha fatto scuola: scrittura, doppiaggio, colonna sonora

La grandezza di KOTOR non sta solo nelle idee, ma nella cura artigianale. Le voci – da Jennifer Hale a una costellazione di interpreti memorabili – danno consistenza emotiva a ogni battuta. La musica di Jeremy Soule non imita John Williams, lo evoca, sussurra Star Wars senza mai farsene parodia, tessendo temi originali che oggi suonano come ricordi d’infanzia. Il worldbuilding beneficia di una libertà rara: non è un derivato dei film, è una radice da cui i film sembrano quasi germogliare a ritroso. Per questo KOTOR è considerato uno dei videogiochi più iconici di Star Wars e, per molti, uno dei migliori GdR di sempre: perché unisce visione creativa e rispetto canonico, rischio e riconoscibilità.

La memoria del mito: piattaforme, edizioni, eredità

Dalla prima uscita su Xbox al porting PC, dal Mac al mobile, fino alle edizioni moderne su Nintendo Switch e alla retrocompatibilità su Xbox 360, One e Series, KOTOR ha viaggiato come un ologramma della Forza, riapparendo in epoche diverse e con pubblici nuovi. Ha generato un seguito amatissimo e ha spianato la strada a The Old Republic, l’MMO che ha continuato ad ampliare l’epopea dell’Antica Repubblica. Ma soprattutto ha inoculato nel medium una consapevolezza: le grandi licenze possono diventare grandi videogiochi solo quando osano essere se stesse e qualcos’altro. KOTOR ha osato, e noi gliene siamo ancora debitori.

Il remake fantasma: desiderio, timore, attesa

E poi c’è l’ombra dolce-amara dell’attesa. Un remake annunciato e ancora nebuloso, una promessa che tiene il cuore in sospeso come la pausa tattica prima del colpo decisivo. Forse è un bene che il tempo si prenda il suo tempo. Perché rifare KOTOR non è un’operazione grafica; è un atto di archeologia emotiva. Bisogna rimettere in forma la memoria senza frantumarla, aggiornare il ritmo senza ammutolire la melodia. Finché non avremo una data, resta il rito più potente: tornare all’originale. Ogni rigiocata è una linea temporale parallela, un nuovo allineamento, un’altra sfumatura nel rapporto con Bastila, una scelta differente davanti al Lato Oscuro.

Perché oggi, perché ancora

In un’epoca di open world sterminati e interfacce che inseguono l’iperrealismo, KOTOR parla ancora chiaro. Ricorda che la profondità non è quantità, è peso specifico delle decisioni. Ricorda che la forza di Star Wars non è nelle astronavi che esplodono, ma nelle persone che scelgono chi essere davanti a quelle esplosioni. Ricorda che un GdR può essere accessibile e, allo stesso tempo, stratificato, accogliente per i neofiti e micidiale per i veterani, capace di farti assaporare la leggerezza del pazaak e di schiacciarti con dilemmi morali che ti restano addosso come cicatrici luminose.

La Forza è una storia che ci racconta

Vent’anni dopo, KOTOR non si limita a resistere. Respira. Ogni volta che si riaccende il logo, ogni volta che l’Ebon Hawk stacca da un hangar polveroso, ogni volta che HK-47 ti chiama “sacco di carne” con l’amore tossico che solo un droide assassino sa provare, capisci che non stai semplicemente rigiocando un classico. Stai ripetendo un rito, un mantra nerd che dice: le storie contano quando ci costringono a guardarci dentro. E KOTOR, con la pazienza dei maestri Jedi e la crudeltà dei Sith, te lo ricorda a ogni scelta.

Se non l’hai mai giocato, ti invidio: davanti a te c’è la prima volta. Se l’hai finito più volte di quante ne vuoi ammettere, lo sai già: la prossima run sarà diversa, perché tu sei diverso. E finché il remake rimane una promessa nell’iperspazio, questa è la verità più nerd e più bella: KOTOR non ha bisogno di giustificarsi al presente. È il presente che, di tanto in tanto, ha bisogno di tornare a lui.

Che la Forza sia con te. Sempre. E ora tocca a te: quale scelta ti ha segnato di più? Luce o Oscurità? Raccontacelo nei commenti e facciamo quello che la community di CorriereNerd sa fare meglio: trasformare i ricordi in nuove storie.

Dune e Star Wars: gemelli a confronto

«Senza Dune, Guerre Stellari non sarebbe mai esistito.» George Lucas

Dune, romanzo scritto nel 1963 da Frank Herbert si può facilmente paragonare, per il genere fantascienza, a ciò che rappresenta il Signore degli Anelli per il fantasy. Una vera e propria prietra miliare che non solo a scritto le basi per il canone di un genere ma è diventato un fenomeno di cultura mediale collettiva. Prima del libro di Herbert il genere fantascienza mancava, in un certo senso, di “emotività” essendo volto alla celebrazione di un’ipotetica, futura tecnologia, che di umano e di “magia affettiva” aveva ben poco. Le storie appassionati a carattere fantascientifico erano invece rivolte la maggior parte delle volte ad una critica sociale contemporanea, scritta in prossimi futuri. Con Dune si è raggiunti invece una profondità letteraria consona alla “letteratura alta”.

Un po’ come è successo, nel cinema, proprio con la saga Star Wars di George Lucas.

L’attaccamento del regista e creativo americano per le opere di Frank Herbert è risaputo e le citazioni verso la saga degli Atredis erano notevolmente presenti sin dalle prime stesure di Episodio IV. Infatti oltre al palese concetto dell’Impero Galattico, nella prima stesura di Star Wars erano presenti diversi case feudali legate al governo centrale.

Leia era in fuga dall’impero per proteggere un favoloso tesoro: non i “piani della Morte Nera” ma un carico di “AuraSpezia”. Un carico simile era quello di proprietà di Jabba The Hutt, perso dal Millenium Falcon in fuga dagli Star Destoyer. Più recentemente, anche nei videogiochi di Star Wars, è molto presente la Spezia come carico dei contrabbandieri. Tra l’altro, lo stesso nome di Jabba ricordava l’ago avvelenato “Gom Jabbar“.

Nell’Impero Colpisce Ancora e ne Il Ritorno dello Jedi, Han solo dovrà affrontare 2 “vermoni intergalattici”, chiaro riferimento ai Vermi cavalcati dai Fremen sul pianeta Dune.

La crescita spirituale di Luke Skywalker ricorda molto quella di Paul Atredis, entrambi riescono ad accedere a grandi poteri insiti nel proprio sangue. Dopotutto anche Tatooine assomiglia tantissimo ad Arrakis.

Anche il termine Jedi porta con se un chiaro riferimento al ciclo di Dune di Frank Herbert: Giedi Prime era il pianeta della casata Harkonnen. Nella sceneggiatura originale di George Lucas, inoltre, Jedi erano indicati talvolta come Jedi Bendu: un altro riferimento a Dune, dove la sorellanza delle Bene Gesserit prepara le sue adepte con l’addestramento Prana-Bindu.

Ma sopratutto ciò che lega le due saghe, è lo spirito delle due opere, una fantascienza epica capace di generare un mito e scrivere i canoni per le opere future di settore: anche se ormai del Ciclo di Dune non se ne parla più tantissimo, molte cose che crediamo scontate nella fantascienza sono nate proprio dalla penna di Frank Herbert.

Fantawestern

Il Fantawestern nasce dalla combinazione di elementi western con il mondo del fantascientifico, fantasy ma anche horror. Nel tipico ambiente western ottocentesco si innestano elementi anacronistici che vengono giustificati in vario modo, ad esempio scenari post apocalittici o innesti steampunk. Facciamo un breve excurus citando solo alcuni degli innumerevoli capolavori e non, che spaziano dal cinema, alla tv, ai fumetti e manga che rientrano in questo settore.

Il precursore è di questo filone è il racconto The Huge Hunter, or the Steam Man of the Prairies di Edward S. Ellis, mentre nel cinema abbiamo il serial del 1935 The Phantom Empire.

In un ambiente più “nerd” troviamo questa contaminazione in Wild Wild West e anche in Ritorno al futuro Parte 3, Ghost Rider e, ovviamente Cowboys & Aliens, il discusso il lungometraggio del 2011 diretto da “favoloso” Jon Favreau con Harrison Ford e Daniel Craig,  basato sull’omonimo romanzo grafico di Scott Mitchell Rosenberg. Inoltre è in produzione un nuovo film per la regia di Chloé Zhao, che vedrà una reinterpretazione della figura di Dracula, sempre in chiave fantawestern. Nessuna novità, invece, sull’annunciato The Pinkerton di J.J. Abrams, un western dai toni soprannaturali incentrato sull’agenzia investigativa Pinkerton.

Passando allo spazio troviamo Star Trek, presentato da Roddenberry come “Carovane verso le stelle” facendo riferimento alla serie televisiva  Carovane verso il West, ma anche il primo Star Wars, Una Nuova Speranza, Episodio IV, insomma l’originale pellicola del ’77 di George Lucas ha rappresentato per molti una rivisitazione in chiave fantascientifica dei classici film western: in particolare lo scenario di Tatooine, pianeta desertico che ha dato i “natali” alla famiglia Skywalker e il personaggio del contrabbandiere  Han Solo, con il suo abbigliamento da “cowboy” e il suo iconico duello Greedo nella Cantina di Mos Eisley … che somiglia a un saloon. E come non soffermarsi al personaggio di Boba Fett, con la dichiarazione di Jeremy Bulloch che ha rivelato una somiglianza, a livello interpretativo, con la figura dell’Uomo senza Nome interpretato da Clint Eastwood, ma anche il più recente The Mandalorian, la fortunata serie di Disney+, creata sempre dal profilico Jon Favreau cui si nota l’influenza di Akira Kurosawa e di Sergio Leone. A proposito di opere che sono servite come “ispirazione” alla saga di Lucas, anche Dune, il film di David Lynch, tratto dalla saga letteraria di Frank Patrick Herbert, è considerato da molti critici come “western interstellare”, cioè annoverato tra i film di fantascienza avventurosa che “hanno invaso gli spazi un tempo occupati da film come Il grande cielo o Sentieri selvaggi”.

Per quanto riguarda i manga e anime sono sicuramente da citare Trigun, Outlaw Star e Cowboy Bebop. Nelle serie tv trovano posto, tra le altre, Doctor Who, il già citato Star Trek, Streghe, Supernatural, Firefly, Westworld.

La ricetta del Blue Milk Pudding, il dolce di Tatooine

In occasione dello Star Wars Day, vi proponiamo la ricetta ufficiale del dolce di Tatooine, Il Blue Milk Pudding, ossia il Budino di Latte Blu.  Sembra infatti che lo strano latte blu di Bantha, tanto amato da Luke, sia anche l’ingrediente base del dolce tradizionale di Tatooine. Qui vi proponiamo la ricetta ufficiale , ovviamente adattata agli ingredienti terrestri.

Quindi preparate gli olotablet ed appuntatevi gli ingredienti:

  • 2 Tazze di latte intero
  • 1/2 Tazza di zucchero molto fine ( tipo zefiro)
  • 3 Cucchiai di amido di mais
  • 1 punta di cucchiaino di Canella
  • 1 pizzico di sale
  • 1 cucchiaino e mezzo di Vaniglia
  • Colorante per alimenti azzurro
  • Panna Montata Q.B.
  • Cocco tritato.

Preparazione

Fase 1: Prendete una Casseruola e mescolate bene  assieme il latte, lo zucchero in polvere, l’amido di mais, la cannella e il sale.

Fase 2: Quindi accendete il fuoco a temperatura medio/bassa e aggiungere la vaniglia ed una goccia di colorante. Mescolate bene il composto.

Fase 3: Fate scaldare per 3/4 Minuti, montando finch il composto si condensa.


Fase 4: Mettete il composto dentro a dei recipienti adatti ( tazze, mug, bicchieri, coppette o tutto ciò che appaghi vostra fantasia), posizionato un foglio di pellicola sulla superficie. Mettete nel frigo per farli raffreddare.

Fase 5: Estrarre le tazzine dal frigo, togliete la pellicola, e guarnite con la panna montata, il cocco, ed una spolverata di cannella. Servite.

Buon Appetito!

Jabba the Hutt: il Signore del Crimine che ha Reso Star Wars Ancora più Oscuro

Quando si pensa a un criminale intergalattico senza scrupoli, pochi personaggi riescono a eguagliare l’infamia di Jabba the Hutt. Introdotto per la prima volta nel film “Il Ritorno dello Jedi” (1983), Jabba è il temibile signore del crimine che domina il pianeta desertico di Tatooine, una figura che incarna il potere e la corruzione in una galassia lontana lontana. Con il suo aspetto viscido e repellente, simile a quello di una gigantesca lumaca antropomorfa, Jabba è un colosso che incute timore e ribrezzo in chiunque abbia la sfortuna di incrociare il suo cammino.

Un Capo Mafia in una Galassia Lontana Lontana

Nonostante la sua prima apparizione fisica avvenga solo nel terzo episodio della trilogia originale, la presenza di Jabba era già palpabile fin dai primi film. In “Una Nuova Speranza” (1977) e “L’Impero Colpisce Ancora” (1980), viene citato come il misterioso mandante della taglia su Han Solo, alimentando un’aura di minaccia invisibile ma costante.

Il ruolo di Jabba all’interno della saga è quello di un capo mafia intergalattico: un hutt di circa 600 anni con un impero criminale che si estende su diverse galassie e che comprende contrabbandieri, assassini e cacciatori di taglie. Dalla sua opulenta dimora su Tatooine, un palazzo simile a una fortezza, Jabba gestisce traffici illeciti e intrattiene i suoi ospiti con spettacoli spesso crudeli, come l’alimentare il suo rancor con sventurate ballerine che osano sfidare la sua volontà. La scena in cui Leia, travestita da cacciatrice di taglie, tenta di liberare Han Solo congelato nella carbonite, solo per essere scoperta e fatta prigioniera, incarna perfettamente la brutalità e la perversione di questo personaggio.

Jabba nell’Universo Espanso

Il fascino malefico di Jabba non si limita ai film. Nell’universo espanso di Star Wars – ora conosciuto come Legends – Jabba è stato ulteriormente sviluppato in romanzi, fumetti e serie animate. Qui lo vediamo interagire con altri signori del crimine, tessere intrighi e persino mostrare un lato paterno nei confronti del figlio Rotta, affettuosamente soprannominato “Fagottino”. Questo piccolo barlume di umanità (o, dovremmo dire, “huttanità”) non basta comunque a redimerlo dal suo lato spietato e manipolatore.

L’universo espanso ci offre uno sguardo più approfondito sulle operazioni di Jabba e sulla sua influenza su Tatooine e oltre. Il suo impero criminale è vasto e complesso, e si estende ben oltre i confini del suo palazzo nel deserto. Jabba è coinvolto in traffici di schiavi, contrabbando di spezie e persino nel commercio di armi. In molte storie, viene ritratto come un astuto manipolatore, capace di usare il suo carisma e la sua influenza per controllare i destini di coloro che incrociano il suo cammino.

Il Simbolo della Decadenza

Jabba the Hutt è più di un semplice antagonista; è diventato un’icona culturale, spesso utilizzato come simbolo di corruzione e decadimento. La sua immagine è entrata nel linguaggio comune come metafora di avidità e lussuria. Critici come Roger Ebert lo hanno descritto come “un incrocio tra un rospo e il gatto del Cheshire”, mentre altri hanno notato la curiosa somiglianza del nome “Jabba” con il termine slavo “žaba”, che significa appunto “rospo”.

Jabba rappresenta tutto ciò che è marcio e corrotto nell’universo di Star Wars. La sua figura, grottesca e grottescamente affascinante, incarna la decadenza e l’eccesso, un promemoria costante delle tentazioni del potere e della ricchezza. La sua risata maligna e il suo modo di fare crudele sono diventati tratti distintivi, rendendolo uno dei villain più memorabili del grande schermo.

Creazione e Sviluppo: Da Lumaca a Gangster Digitale

Con la sua presenza imponente e il suo dominio sul crimine organizzato, Jabba ha giocato un ruolo chiave in diverse vicende, dalla Guerra dei Cloni fino all’ascesa dell’Impero Galattico. Ma pochi sanno che, nella visione originale di George Lucas, Jabba doveva essere rappresentato come una “creatura grassa simile a una lumaca”, con tratti ancora più grotteschi e animaleschi.

Inizialmente concepito come un alieno umanoide, Jabba sarebbe dovuto apparire nel primo film della trilogia originale, “Una Nuova Speranza” (1977), in una scena con Han Solo, interpretato da Harrison Ford. Tuttavia, per questioni tecniche e di budget, la scena fu girata con l’attore umano Declan Mulholland. Nonostante questa scelta provvisoria, l’intenzione di Lucas era sempre stata quella di trasformare Jabba in una creatura aliena più adatta al suo ruolo di boss del crimine. La scena, però, fu tagliata dalla versione finale del film, poiché le tecnologie dell’epoca non permettevano di realizzare in modo convincente la visione del regista.

Con il rilascio della Special Edition di “Una Nuova Speranza” nel 1997, Lucas ha finalmente potuto completare il quadro che aveva immaginato decenni prima. Grazie ai progressi della CGI, il Jabba umano fu rimpiazzato con una versione digitale ispirata al mostro che tutti conosciamo da “Il Ritorno dello Jedi” (1983). Ma Lucas non si fermò qui: nel 2004, con una nuova versione della Special Edition, migliorò ulteriormente l’aspetto di Jabba, rendendolo ancora più realistico e in linea con l’immagine che aveva in mente fin dal principio.

Il Jabba the Hutt che vediamo in “Il Ritorno dello Jedi” è una delle creature più iconiche e memorabili dell’intera saga. Realizzato come un’enorme marionetta pesante circa 900 kg, Jabba richiedeva la collaborazione di due operatori per muovere braccia e testa, e di un terzo per controllare gli occhi e la bocca. La struttura era fatta di lattice, fili, fibra di vetro e nastro adesivo, in un prodigio di ingegneria scenica che è diventato un simbolo degli effetti pratici del cinema degli anni ’80.

Un’Icona Senza Tempo

Che sia rappresentato da un colossale pupazzo o da un moderno modello CGI, Jabba the Hutt rimane una delle figure più emblematiche della saga di Star Wars. La sua presenza è così potente da trascendere la sua funzione narrativa, incarnando la quintessenza del male autoindulgente. Un personaggio tanto disgustoso quanto affascinante, destinato a rimanere impresso nell’immaginario collettivo dei fan di Star Wars per generazioni a venire. Jabba the Hutt è la perfetta incarnazione di ciò che rende l’universo di Star Wars così ricco e variegato: un mix di creature uniche, caratterizzazioni profonde e un’estetica che sa colpire l’immaginazione.

Nonostante il tempo e le tecnologie siano cambiate, il grosso hutt continua a dominare, non solo il crimine su Tatooine, ma anche i cuori degli appassionati, che non possono fare a meno di rimanere affascinati da questa disgustosa massa putrescente e verminosa. Nel corso della saga, Jabba svolge un ruolo cruciale come antagonista. È responsabile della cattura di Han Solo, che viene congelato nella carbonite e appeso come trofeo nel suo palazzo. La sua scena di morte, per mano di Leia Organa, è una delle più memorabili della trilogia originale.

Jabba the Hutt è diventato un simbolo della corruzione e del decadimento morale. La sua figura è stata ripresa in vari media, dai fumetti ai videogiochi, e continua a essere un punto di riferimento per i fan di Star Wars. In definitiva, il suo personaggio rappresenta non solo un pezzo fondamentale della mitologia di Star Wars, ma anche un riflesso delle ombre che si annidano nelle profondità della psiche umana e di un universo dove il male può prosperare anche tra le stelle.

Star Wars Day 2015 a Milano: 30.000 fan da una galassia lontana lontana

Lo Star Wars Day di Milano si è trasformato in una celebrazione galattica di proporzioni epiche, un vero e proprio viaggio nell’universo creato da George Lucas, che ha conquistato il cuore di 30.000 appassionati e curiosi di tutte le età. La giornata, tenutasi il 3 maggio, ha preso vita con una parata mozzafiato che ha attraversato le vie del centro di Milano, con i gruppi italiani di costuming Star Wars, la 501 Italica Garrison e la Rebel Legion Italian Base, a capitanare una carovana di personaggi iconici come Jedi, Stormtroopers, la Principessa Leia e molti altri. Ogni figura, dalla maestosità di Darth Vader agli eleganti Jedi, ha contribuito a creare un’atmosfera da sogno per i fan e i passanti, che non hanno potuto fare a meno di fermarsi e scattare foto con i protagonisti della leggendaria Galassia Lontana Lontana.

L’apice della giornata si è raggiunto in Piazza Duomo, dove, di fronte a migliaia di occhi stupiti, Darth Vader è apparso dalla terrazza della piazza, con il suo mantello nero che sembrava dominare l’intera scena. Un momento simbolico che ha segnato l’inizio della “conquista” di Milano da parte dell’Impero, dando il via a una giornata che ha mescolato magia e realtà. Un’invasione silenziosa, ma potentissima, che ha trasportato tutti nel cuore della saga, facendo sentire la Forza viva in ogni angolo della città.

Dopo la parata, l’Arena Civica Gianni Brera ha ospitato il vero cuore pulsante della manifestazione: lo Star Wars Village, dove i visitatori hanno avuto l’opportunità di immergersi in un’ambientazione straordinaria, suddivisa in aree tematiche che rievocavano i luoghi più iconici dell’universo di Star Wars. Il Tempio Jedi, Tatooine – il pianeta nativo della famiglia Skywalker – e la locanda di Mos Eisley sono state ricostruite in modo spettacolare, rendendo tangibile per tutti la sensazione di trovarsi all’interno di un film. Tra riproduzioni fedeli del caccia X-Wing dei Ribelli, del Landspeeder di Luke Skywalker e un maestoso AT-ST, i fan hanno potuto vivere un’esperienza immersiva senza precedenti.

Il vero trionfo di questa giornata è stato l’interazione tra i partecipanti, che hanno avuto la possibilità di incontrare i personaggi preferiti, dal più temibile Sith al più coraggioso pilota ribelle, e di cimentarsi in duelli con le mitiche spade laser, messe a disposizione da Hasbro. La gente si è lasciata trasportare, muovendosi liberamente tra Jedi, Sith, giovani padawan, stormtroopers e cloni, scoprendo l’emozione di fare parte, anche solo per un giorno, di questa leggendaria saga.

Ma lo Star Wars Day non è stato solo un evento per gli appassionati della saga cinematografica. Il fascino della giornata ha attirato anche coloro che hanno voluto semplicemente respirare l’atmosfera unica che circonda Star Wars. L’area Lego, ad esempio, ha offerto ai partecipanti la possibilità di costruire le proprie versioni dei personaggi più celebri, come Yoda e R2-D2, mettendo alla prova la propria creatività e dando vita a vere e proprie opere d’arte da fotografare come ricordo.

Il gran finale è stato un’esperienza sensoriale unica: un DJ set a cura di Alex Neri dei Planet Funk, che ha animato l’Arena con due ore di musica no-stop. La pista da ballo, affollata di fan entusiasti, ha continuato a vibrare al ritmo di bassi potenti, con luci psichedeliche e un’atmosfera da festa intergalattica che ha segnato il culmine di una giornata memorabile.

Ma c’è anche un lato storico dietro la scelta di celebrare lo Star Wars Day proprio il 4 maggio, giorno dedicato alla saga in tutto il mondo. Sebbene il gioco di parole tra “May the 4th Be With You” e la celebre frase “May the Force Be With You” dei Jedi sia intuitivo, pochi sanno che la vera origine risale al 1979, quando il partito di Margaret Thatcher, per celebrare la sua vittoria alle elezioni, dedicò un’intera pagina del London Evening News con il messaggio: “May the Fourth Be With You, Maggie. Congratulations”. Così, il 4 maggio divenne il giorno non ufficiale di Star Wars, un’occasione per tutti i fan di riunirsi e celebrare la Forza.

Milano, quest’anno, ha anticipato di un giorno l’appuntamento ufficiale, aprendo le porte all’evento con una giornata che si è distinta per la sua intensità, l’emozione e il coinvolgimento. L’Arena Civica Gianni Brera ha brillato come il vero epicentro di questa manifestazione straordinaria, con la città che ha accolto i suoi ospiti con calore, passione e la promessa di un ritorno ancora più grande il prossimo anno. Lo Star Wars Day Milano è riuscito a dare vita a un’esperienza che va oltre la semplice celebrazione di un film: è stata una vera e propria immersione in un mondo che continua a far sognare generazioni di spettatori.

Tatooine è salva!

Riportiamo una notizia appena battuta dall’Ansa. Tataouine, conosciuta anche come la “porta del Sahara” tunisino, ma ancor più come il luogo nei cui dintorni George Lucas girò gran parte delle scene della saga di StarWars (con il nome Tatooine, scelto da Lucas proprio al suo arrivo nel ’76 presso la location), è un luogo totalmente sicuro. Mohamed Sayem, delegato al Turismo del governatorato di Tozeur, smentisce i rumor che girano da qualche ora sui social che riguardano la “presa” della cittadella di  Ong Jmal da parte di gruppi terroristici.   A quanto pare una bufala, visto che gli alberghi, continua il politico, sono prenotati al 100% dai fan della saga stellare.

Nell’universo fantascientifico di George Lucas, Tatooine è un pianeta desertico con un sistema stellare binario, è inoltre il pianeta natale della famiglia Skywalker, dove nacquero Shmi Skywalker e probabilmente anche Anakin Skywalker e dove crebbe Luke Skywalker. Nella saga, il pianeta è visto e menzionato molte volte, al punto da essere diventato una icona della saga stessa.

La vera Tatouine, con il suo caratteristico paesaggio arido e roccioso e con le costruzioni berbere ormai entrate nell’immaginario collettivo, sono ancora oggi meta di pellegrinaggio dei fan diStar Wars – come d’altra parte testimonia il video dell’ente del turismo tunisino che incoraggia gli appassionati a visitare la zona di Tataouine/Tatooine.

Star Wars protagonista a Cartoomics 2015

La grande zona dedicata a Star Wars all’interno della Sci-Fi Area di Cartoomics 2015 quest’anno si trasformerà nel pianeta desertico di Tatooine, una delle locations più amate dai fans della saga. Oltre alle scenografie che riproducono gli ambienti del pianeta, saranno esposte numerose props a tema in scala reale, molte delle quali mai esposte prima e realizzate appositamente per la manifestazione milanese. Sempre numerosi saranno i membri delle due Legioni, la 501st Italica Garrison e laRebel Legion Italian Base (gli unici due gruppi italiani di costuming Star Wars approvati da Lucasfilm), che indosseranno gli accuratissimi costumi imperiali e ribelli e che saranno disponibili per fotografie e interazioni con i visitatori sia nello stand sia durante le parate ufficiali. All’interno dello spazio saranno molte le attività, anche dedicate ai più piccoli, ma non solo: per la prima volta verrà realizzata un’apposita mostra dedicata a un protagonista della saga, e questa iniziativa potrebbe essere la prima di una lunga serie che negli anni a venire farà conoscere meglio i vari personaggi creati da Lucasfilm. Come esordio è stato scelto di dedicare questa prima esposizione a Darth Vader, poiché la stessa 501st Legion è denominata “Vader’s Fist”, ossia il pugno di Vader: saranno esposti numerosi oggetti e memorabilia di vario genere, vere chicche da collezionista, ripercorrendo il merchandising dedicato al signore oscuro dal 1977 ad oggi.

Non mancherà l’ormai consueto Mercato di Watto, uno spazio dedicato alla vendita e scambio tra privati dove sarà possibile comprare e scambiare oggetti e merchandising nuovo e di antiquariato legato alla galassia Star Wars. Nel Mercato di Watto sarà inoltre possibile trovare anche i romanzi Star Wars di Multiplayer Edizioni [vai al catalogo].

Come in ogni evento dedicato all’universo di Star Wars non può mancare un’area dedicata ai set costruiti con il Lego, sia ufficiali Lego Star Wars sia costruiti appositamente da appassionati: diversi, fantastici diorami realizzati con i mitici mattoncini raffigureranno la trilogia originale di Star Wars, ma a far bella mostra di sé, al centro dell’area, sarà un magnifico plastico realizzato da Massimiliano Torzo Campaner con oltre 35.000 mattoncini raffigurante la mitica sequenza ambientata sulla Luna Boscosa di Endor in “Il Ritorno dello Jedi”, con tanto di scout troopers, speeder bike, altissimi alberi ed i simpaticissimi Ewoks!

Nell’Arena al centro dell’Area Stae Wars, oltre a Jedi e Sith della 501st Italica Garrison e della Rebel Legion Italian Base, saranno presenti icombattenti acrobatici di Jedi Generation e dell’accademia di combattimento LudosportLSCA. Ogni giorno sarà possibile assistere a spettacolari show di combattimento con spade laser; inoltre ai giovani appassionati saranno riservate lezioni sull’uso delle lightsaber. I piccoli Padawan (Jedi apprendisti) potranno farsi consegnare gratuitamente una spada laser per l’addestramento offerta da Hasbro.