Archivi tag: dracula

Guillermo del Toro reinterpreta Frankenstein: il sogno di una vita diventa realtà su Netflix

C’è qualcosa di profondamente emozionante quando un grande artista riesce finalmente a dare vita a un sogno coltivato per decenni. Guillermo del Toro, regista visionario dietro capolavori come La forma dell’acqua e Crimson Peak, è pronto a compiere la sua personale resurrezione cinematografica: Frankenstein. Non un semplice adattamento del celebre romanzo di Mary Shelley del 1818, ma una vera e propria lettera d’amore alla figura tragica della creatura, all’ambizione cieca di Victor Frankenstein e a tutto ciò che il mito rappresenta per l’umanità. Dopo anni di speranze infrante, il progetto sta finalmente per vedere la luce grazie alla collaborazione con Netflix.

La produzione di Frankenstein è stata un viaggio epico in sé: le riprese sono iniziate a gennaio 2024 e si sono concluse a ottobre dello stesso anno. Nove mesi intensi, come una lunga gestazione simbolica per un’opera che promette di essere tra le più personali e intense di tutta la carriera di del Toro. E ora, finalmente, abbiamo il nostro primo sguardo ufficiale: una still che mostra Oscar Isaac nei panni del dottor Frankenstein, mentre tiene una fiala misteriosa tra le mani e sfoggia un look che, senza mezzi termini, è assolutamente magnetico.

Oscar Isaac, attore amatissimo per la sua versatilità in opere come Ex Machina e la trilogia sequel di Star Wars, sembra perfetto per incarnare il tormento e l’ambizione di Victor Frankenstein. Nella prima immagine diffusa da Netflix, la sua interpretazione promette già di essere intensa e sfaccettata, fatta di ombre, misteri e disperazione. Non sappiamo ancora chi stia fronteggiando nella scena o cosa contenga esattamente la fiala che tiene tra le mani, ma ciò che è chiaro è che Guillermo del Toro sta puntando tutto su una messa in scena sontuosa, dettagliatissima, e su un’estetica gotica di rara potenza visiva. Perfino il corsetto che stringe il gilet di Victor Frankenstein racconta già qualcosa del personaggio: la sua rigidità emotiva, la sua ossessione per il controllo, la sua disperata sfida contro i limiti imposti dalla natura.

Non sorprende che del Toro abbia scelto di dedicarsi a Frankenstein: la figura della Creatura lo affascina da sempre. Sin da bambino, quando rimase folgorato dalla performance indimenticabile di Boris Karloff nel film del 1931, il regista messicano ha coltivato un’ossessione per quella che vede non come una storia di mostri, ma come una struggente parabola sull’ambizione, la solitudine e il desiderio inappagabile di superare la morte.

Per Guillermo del Toro, Frankenstein è soprattutto una riflessione sulla condizione umana. Non si limiterà quindi a una trasposizione letterale del romanzo di Mary Shelley: la sua versione mira a scavare in profondità nei temi universali dell’opera, esplorando non solo l’orrore della creazione, ma anche la sete di amore e accettazione della Creatura, troppo spesso relegata al ruolo di semplice mostro nelle versioni cinematografiche precedenti.

Il film seguirà fedelmente le tappe fondamentali della storia: Victor Frankenstein, geniale ma arrogante scienziato, sfida le leggi della natura per creare la vita, salvo poi dover affrontare l’orrore delle conseguenze del suo atto. Tuttavia, grazie alla sensibilità narrativa di del Toro, possiamo aspettarci un ritratto più umano e dolente del mostro, capace di suscitare empatia e commozione.

Accanto a Oscar Isaac troviamo Jacob Elordi, che dopo aver conquistato critica e pubblico in Euphoria, interpreterà la Creatura. Elordi avrà il compito di dare corpo e anima a un mostro che, nelle anticipazioni, viene descritto come fortemente ispirato alle illustrazioni di Bernie Wrightson per la Marvel Comics del 1983: capelli neri, sottili e disordinati, fisico emaciato e occhi carichi di struggente malinconia. Accanto a loro, un cast di straordinario talento: Mia Goth, regina del nuovo cinema horror, avrà un ruolo centrale nella storia, mentre nomi come Lars Mikkelsen, David Bradley, Felix Kammerer, Charles Dance e Christoph Waltz contribuiranno a rendere ancora più ricca e sfaccettata questa epica tragica.Come sempre, del Toro non lascia nulla al caso. La fotografia sarà affidata a Dan Laustsen, già suo collaboratore in opere come La forma dell’acqua e Crimson Peak, assicurando un’atmosfera visiva gotica, inquietante e, al tempo stesso, straordinariamente raffinata. Gli effetti speciali e la scenografia, marchi di fabbrica del regista, avranno il compito di trasportarci in un mondo che sarà al contempo familiare e alieno, crudele e commovente.

Una lunga attesa che promette di essere ampiamente ripagata

Non è stato facile arrivare fin qui. Guillermo del Toro ha inseguito per anni il sogno di realizzare il suo Frankenstein, attraversando fallimenti produttivi, cambi di studio e rinvii su rinvii. Già nel 2007 aveva dichiarato il suo desiderio di girare un adattamento fedele al romanzo di Mary Shelley, ma il progetto è rimasto a lungo in stand-by. Solo grazie all’intervento di Netflix, sempre più decisa a investire in grandi produzioni cinematografiche d’autore, il film ha potuto prendere forma. E ora, finalmente, possiamo iniziare a contare i giorni.Frankenstein farà la sua anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia e arriverà ufficialmente su Netflix nel novembre 2025. Una lunga attesa, certo, ma considerando la cura maniacale che del Toro sta dedicando al progetto, sarà senza dubbio ripagata.

Un nuovo mito per una nuova generazione di spettatori

In definitiva, Frankenstein di Guillermo del Toro non sarà soltanto un film horror. Sarà un’esperienza cinematografica intensa, visivamente sbalorditiva ed emotivamente devastante. Un’opera che si interroga sulle radici della nostra umanità, sulla nostra paura della morte e sul nostro disperato desiderio di sfidare l’inevitabile. Un film destinato a lasciare il segno, tanto negli annali della cultura pop quanto nei cuori degli spettatori.

Preparatevi a vedere Frankenstein come non lo avete mai visto prima: attraverso gli occhi di Guillermo del Toro, il maestro che da sempre sa trovare poesia nell’orrore e bellezza nell’incubo.

Il mostro della laguna nera: il ritorno della creatura in un’avventura mozzafiato nel nuovo graphic novel Universal Monsters

Nel vasto universo delle storie dell’orrore che hanno segnato la storia del cinema e della letteratura, i “Universal Monsters” rappresentano una pietra miliare che continua a influenzare generazioni di appassionati. SaldaPress, sempre pronta a offrire ai lettori italiani nuove emozioni nel mondo del fumetto, presenta con orgoglio Il mostro della laguna nera, il nuovo graphic novel che si inserisce nell’acclamata collana Universal Monsters. Questo volume, scritto dal talentuoso duo Dan Watters e Ram V, con i disegni di Matthew Roberts, si propone di espandere e arricchire l’universo già conosciuto della creatura che ha fatto la storia dell’orrore, portando con sé un nuovo capitolo della sua inquietante saga.

Sequel diretto dell’iconico film Creature from the Black Lagoon del 1954, questo graphic novel si inserisce perfettamente nel contesto di una serie che, fino ad ora, ha visto protagonisti altri mostri leggendari come Dracula e Frankenstein. L’intento di questo progetto è chiaro: mantenere viva l’essenza dei classici, ma rinnovandola attraverso un racconto che si sviluppa decenni dopo gli eventi narrati nel film originale. Con un tono che mescola l’horror puro alla suspense e all’avventura, Il mostro della laguna nera si propone di risvegliare nei lettori quel senso di terrore e mistero che i film di mostri sono riusciti a suscitare per decenni.

La trama del graphic novel è tanto avvincente quanto inquietante. Anni dopo la presunta distruzione della leggendaria creatura, riemersa dai fondali paludosi della Laguna Nera, una nuova minaccia fa la sua comparsa. I fondali del Rio delle Amazzoni diventano teatro di un’avventura che mette in gioco il destino di chi si avventura nelle sue acque torbide. Kate Marsden, giornalista investigativa e protagonista del fumetto, si trova immersa in una delle storie più terrificanti della sua carriera. Decisa a risolvere un caso legato a un serial killer che terrorizza l’Amazzonia, la sua indagine prende una piega inaspettata quando si imbatte in un’entità che, pur non essendo né pesce né umano, incarna la definizione stessa di orrore. Ma chi è questa creatura? Un nemico che riemerge dal passato, o una sorta di alleato ambiguo che potrebbe cambiarle la vita per sempre?

In un crescendo di tensione narrativa e visuale, Il mostro della laguna nera riesce a restituire l’atmosfera opprimente del film del 1954, espandendo al contempo il lore della creatura e delle sue origini. I disegni di Matthew Roberts, insieme alla sceneggiatura coinvolgente di Watters e Ram V, danno vita a una storia che non solo soddisfa le aspettative degli amanti dell’horror classico, ma offre anche nuovi spunti di riflessione sul ruolo del mostro nelle storie moderne. La creatura, che un tempo era simbolo di paura incontrollata, diventa ora un’ombra oscura che tormenta la protagonista, costringendo il lettore a porsi domande sul confine tra il bene e il male, e su cosa sia realmente il “mostro” in una narrazione che oscilla tra realtà e mito.

Il graphic novel non è solo un tributo al cinema horror degli anni ’50, ma anche un’opera che, grazie alla sua narrazione tesa e alla caratterizzazione complessa dei protagonisti, offre una riflessione più profonda sul nostro rapporto con il terrore. La presenza della giornalista Kate Marsden, protagonista indiscussa della storia, rappresenta una forza dinamica che spinge la narrazione verso nuove direzioni, mettendo in evidenza temi come il coraggio, la determinazione e la lotta contro il male.

Per gli appassionati di cinema, di fumetti e di horror in generale, Il mostro della laguna nera è un volume imperdibile, capace di catturare l’essenza dei classici Universal Monsters mentre arricchisce la mitologia della creatura con nuove sfumature, nuove storie e, soprattutto, nuovi orrori. In un’epoca in cui il ritorno dei classici horror sembra essere sempre più apprezzato da nuovi e vecchi fan, SaldaPress dimostra ancora una volta di saper trattare con rispetto e passione questi mostri leggendari, offrendoci un’opera che sa essere moderna e al contempo fedele alle radici del genere.

Lucy Undying. Caccia a Dracula di Lucy Westenra: la rinascita del mito in un Gotico Moderno

Per oltre un secolo, Lucy Westenra è stata poco più di una nota a margine nel capolavoro gotico di Bram Stoker. Una figura tragica, seducente e al tempo stesso ingenua, destinata a cadere vittima del vampiro più celebre della letteratura. Ma cosa succederebbe se Lucy non fosse rimasta una semplice pedina nel gioco di Dracula? Kiersten White, autrice esperta nel reinventare personaggi classici con una prospettiva moderna, prova a rispondere con il suo romanzo “Lucy Undying. Caccia a Dracula”, offrendo al personaggio un futuro ben diverso da quello immaginato da Stoker. Il risultato è un’opera gotica e contemporanea, che mescola vendetta, amore e identità in una narrazione affascinante e immersiva.

La storia prende il via dopo la tragica fine di Lucy nel romanzo originale: trasformata in vampira da Dracula e poi brutalmente uccisa dai suoi stessi amici, Lucy dovrebbe essere morta per sempre. Eppure, non lo è. Anzi, sopravvive e si trasforma. Il suo corpo ritorna alla vita, o meglio, a una non-vita che la lega indissolubilmente al destino delle creature della notte. Ma invece di abbracciare la sua nuova condizione come un mostro senza coscienza, Lucy decide di ribellarsi. Per secoli vaga nell’ombra, in cerca di un senso, fuggendo dall’influenza di Dracula e cercando di capire chi sia davvero.

La sua esistenza tormentata la conduce nella Londra del XXI secolo, dove incontra Iris, una giovane donna prigioniera di una famiglia potente e soffocante. L’incontro tra le due segna una svolta nella vita di Lucy: per la prima volta da secoli, l’idea di un legame autentico sembra possibile. Tuttavia, la felicità resta un lusso pericoloso per chi vive nell’oscurità. Dracula non ha mai dimenticato la sua creatura e la madre di Iris nasconde segreti tanto inquietanti quanto letali. La battaglia per la libertà si trasforma presto in una caccia senza tregua, in cui passato e presente si intrecciano in un crescendo di tensione e mistero.

Uno degli aspetti più affascinanti del romanzo è il modo in cui White ricostruisce Lucy Westenra. Da vittima indifesa e inconsapevole, Lucy si trasforma in una cacciatrice di mostri, ribaltando il ruolo che la letteratura gotica le aveva assegnato. La sua evoluzione non è solo fisica, ma anche psicologica: Lucy impara a padroneggiare la propria forza, a imporsi in un mondo che l’ha sempre vista come fragile e sacrificabile. In questo senso, “Lucy Undying” diventa anche un romanzo di emancipazione, un’opera che riscrive la narrativa delle donne nel genere horror e dark fantasy. White non si limita a restituire a Lucy la sua voce, ma la trasforma in un simbolo di resistenza e autodeterminazione.

L’ambientazione moderna aggiunge un ulteriore livello di fascino alla storia. La Londra contemporanea in cui si muove Lucy non ha dimenticato il suo passato gotico: le ombre si allungano ancora tra le strade, i mostri non sono scomparsi, solo si sono adattati. Lucy stessa incarna questa tensione tra epoche: è un’anima antica in un mondo nuovo, una creatura fuori dal tempo che deve fare i conti con il peso della propria immortalità. White riesce a bilanciare con maestria il senso del meraviglioso e del macabro, creando un’atmosfera densa e avvolgente.

Ma il cuore del romanzo non è solo la vendetta, bensì l’amore e la sua ineluttabilità. Il legame tra Lucy e Iris non è una semplice parentesi romantica, ma una forza trainante che mette in discussione tutto ciò che Lucy credeva di sapere su se stessa. Per una creatura abituata a pensare alla propria esistenza come una condanna, l’amore rappresenta una speranza tanto inebriante quanto spaventosa. Eppure, come ogni elemento della sua vita, anche questo sentimento è intriso di pericoli: Dracula non è disposto a lasciarla andare, e la madre di Iris ha piani che potrebbero rivelarsi ancora più terribili.

Se il “Dracula” di Stoker rispecchiava le ansie e le repressioni della società vittoriana, “Lucy Undying” incarna i conflitti e le aspirazioni del pubblico moderno. Il romanzo si inserisce perfettamente nella corrente delle riscritture femministe dei classici horror, dando a Lucy la possibilità di essere molto più di un semplice simbolo di purezza violata. Kiersten White ha il merito di restituirle una complessità e una forza che la rendono un’eroina del tutto nuova, perfettamente adatta al panorama letterario contemporaneo.

Con una scrittura evocativa e un ritmo serrato, “Lucy Undying. Caccia a Dracula” è una lettura imperdibile per chi ama il gotico moderno, le storie di rivalsa e i personaggi femminili forti. Non si tratta solo di un retelling, ma di una vera e propria rinascita per Lucy Westenra, un’opera che affascina e incanta, trascinando il lettore in un viaggio oscuro e appassionante.

Dracula 2168: Shadows On The Future – Il Vampiro del Futuro in un Mondo Distopico

Nel panorama fumettistico contemporaneo, dove la fusione di generi è sempre più comune, un titolo che sta suscitando molta curiosità è senza dubbio Dracula 2168: Shadows On The Future. Questo fumetto, creato dalla casa editrice Whaleden Comics, prende il celebre mito del conte Dracula e lo immerge in un contesto futuristico completamente nuovo. Il primo numero, lanciato con entusiasmo il 20 febbraio 2025 tramite una campagna su Kickstarter, segna una reinvenzione audace del leggendario vampiro, trasportandolo in un futuro distopico dominato dalla tecnologia avanzata e dall’intelligenza artificiale.

Il fumetto inizia con un risveglio sorprendente: Dracula, il conte immortale che per secoli è stato considerato solo una leggenda, si ritrova catapultato in un mondo che non riconosce. La sua figura mitica non è più relegata a racconti spaventosi o favole da raccontare ai bambini, ma diventa una presenza concreta, viva e pericolosa. In questo futuro tecnologicamente avanzato, il confine tra mito e realtà sembra dissolversi, e la leggenda del vampiro, che per secoli ha attraversato le pagine di libri e film, acquisisce nuova forza, presentandosi come una minaccia concreta.

Il mondo che accoglie Dracula è un ambiente freddo e alienante, governato da sistemi artificiali, dove la tecnologia è onnipresente. Questo contrasto con l’oscurità gotica che tradizionalmente accompagna il personaggio di Dracula è affascinante e arricchisce la narrazione, donandole una profondità mai vista prima. In un contesto in cui l’uomo sembra essersi progressivamente allontanato dalla sua umanità, la presenza di Dracula emerge come un simbolo del passato che si confronta con la realtà di un futuro disumanizzato.

Il progetto Dracula 2168: Shadows On The Future non si limita a raccontare una storia di vampiri, ma esplora temi molto più ampi e complessi. Tra i principali elementi trattati ci sono il conflitto tra passato e futuro, la lotta per la sopravvivenza in un mondo sempre più alienante, e il potere intramontabile di una figura iconica come Dracula, che si trova a confrontarsi con una realtà che potrebbe minacciarlo tanto quanto lui minaccia gli altri. Questi temi sono trattati con una narrazione che mescola sapientemente horror, fantascienza e introspezione psicologica, invitando il lettore a riflettere non solo sulla figura di Dracula, ma anche sul nostro rapporto con la tecnologia e l’evoluzione del nostro mondo.

La campagna Kickstarter, che ha lanciato il progetto, è stata un successo immediato. Il fumetto è stato annunciato con grande entusiasmo dalla Whaleden Comics, che ha svelato anche la copertina ufficiale del primo numero, realizzata dall’artista Marco Santucci. I primi 50 sostenitori della campagna hanno ricevuto una stampa in edizione limitata di questa illustrazione esclusiva, un’ulteriore dimostrazione dell’attenzione ai dettagli e alla qualità del prodotto.

Se sei un appassionato di storie di vampiri, di reinterpretazioni moderne dei classici o semplicemente di narrazioni che sfidano i limiti dei generi, Dracula 2168: Shadows On The Future #1 rappresenta un’opportunità unica di immergersi in un universo affascinante e complesso. Il fumetto promette di portare il mito di Dracula in una direzione completamente inedita, in un futuro dove il suo potere non solo sopravvive, ma si rinnova in una realtà che mescola la tradizione gotica con la tecnologia più avanzata.

Per maggiori informazioni sul progetto e per scoprire come sostenere la campagna, è possibile visitare la pagina ufficiale su Kickstarter. Se sei un fan di storie che sfidano le convenzioni e rielaborano miti iconici con un tocco futuristico, non puoi assolutamente perderti questa nuova incarnazione di Dracula.

Paolo Barbieri omaggia i classici dell’horror

Paolo Barbieri, uno dei maestri più apprezzati del fantastico illustrato a livello nazionale e internazionale, si unisce a saldaPress per un progetto che farà la gioia degli appassionati di horror e graphic novel. Il celebre illustratore firmerà una serie di copertine variant esclusive per l’Italia dedicate alla collana Universal Monsters, un’iniziativa che celebra le leggendarie creature cinematografiche della Universal, tra cui Dracula, Frankenstein, Il Mostro della Laguna Nera e La Mummia.

Universal Monsters è una serie di graphic novel prodotta da Skybound che reinterpreta i grandi classici dell’horror attraverso la sensibilità di autori contemporanei. L’ingresso di Paolo Barbieri in questo progetto aggiunge un ulteriore tocco di magia visiva, grazie al suo stile inconfondibile capace di fondere il realismo pittorico con un immaginario gotico e suggestivo.

Lo stesso Barbieri racconta con entusiasmo questa nuova avventura artistica:

“Ho sempre amato il cinema e ora, grazie a saldaPress e Skybound, ho l’opportunità di partecipare a un grande progetto: illustrare le copertine dei fumetti dedicati ai mostri classici dei film cult di Universal, potendo così trasmettere ai lettori italiani quella che per me è la vera magia di queste creature fantastiche. Sono sempre stato attratto dai miti antichi e per me è ora una vera gioia poter disegnare quei mostri che da sempre mi hanno terrorizzato e affascinato.”

L’esordio della collaborazione sarà con Universal Monsters: Dracula, il graphic novel scritto da James Tynion IV e dipinto da Martin Simmonds, che ha aperto la collana con un’interpretazione affascinante e spaventosa del vampiro per eccellenza. La variant cover realizzata da Barbieri sarà una sovracoperta illustrata con un’imponente illustrazione wraparound (che si estende su fronte e retro) e impreziosita da una stampa in lamina metallica dorata del logo, un dettaglio che esalta le atmosfere oscure e suggestive del graphic novel.

Barbieri ha spiegato nel dettaglio la sua visione artistica per la copertina:

“Ho disegnato questa variant cover con l’idea di creare un parallelismo tra arte moderna e opere classiche, non solo ispirandomi all’immortale romanzo di Bram Stoker, ma con un omaggio alla locandina originale del cult movie del 1931 interpretato da Bela Lugosi. Nell’illustrazione che ho realizzato, il colore rosso si fonde alla rosa e al sangue, con i petali che trasmutano nelle gocce vitali per la terribile fame del Conte. L’atmosfera crepuscolare trova un’ideale prosecuzione nella quarta di copertina in cui architetture diroccate si ergono sopra a rocce, erba e rovi, richiamando la splendida opera ‘Abbazia nel querceto’ di Caspar Friedrich.”

L’anteprima assoluta della variant cover di Paolo Barbieri per Universal Monsters: Dracula avverrà durante il Nerd Show Bologna, in programma l’1 e il 2 febbraio, con la presenza dell’autore allo stand saldaPress per firme e dediche ai fan. Successivamente, l’edizione speciale con sovracoperta sarà disponibile esclusivamente nelle fiere a cui parteciperà la casa editrice e sul sito ufficiale saldapress.com.

Per gli appassionati di fumetti, horror e illustrazione fantastica, questa collaborazione rappresenta un evento imperdibile. Il talento visionario di Barbieri unito ai grandi miti dell’horror cinematografico promette di regalare al pubblico italiano un’esperienza visiva straordinaria, capace di evocare il fascino e il terrore di queste iconiche creature con una sensibilità artistica senza pari.

Shin Nosferatu: La Rivelazione di Nosferatu in una Nuova Visione Grafica di Roberto Recchioni

Immaginate un mondo in cui la figura del celebre Nosferatu, creato da Friedrich Wilhelm Murnau nel 1922, viene travolta da un nuovo spirito, fresco e audace, eppure ricco di tributi al suo passato. Questo è ciò che Roberto Recchioni, creatore noto per il suo lavoro in fumetti, libri, giochi e film, ha realizzato con Shin Nosferatu, un’opera che si distacca dalle reinterpretazioni classiche per abbracciare una visione personale e provocatoria, ricca di riferimenti alla cultura punk e al manga.

Nosferatu, nato come un adattamento non autorizzato del Dracula di Bram Stoker, è diventato uno dei pilastri del cinema horror, con il suo iconico conte Orlok che, da subito, ha catturato l’immaginario collettivo. Con il tempo, il film di Murnau ha ispirato numerosi remake, tra cui quelli di Werner Herzog e l’attesissimo progetto di Robert Eggers, che arriverà nelle sale italiane nel gennaio 2025. Eppure, Shin Nosferatu non è un semplice rifacimento: è un salto in un’altra dimensione, un’esperienza visiva e narrativa che riesce a mantenere intatto l’orrore e la bellezza del mito, mentre lo reinterpreta in chiave moderna.

Il racconto, scritto e disegnato dallo stesso Recchioni, si immerge nelle tenebre e nei silenzi del capolavoro murnauiano, ma aggiunge un nuovo strato di significato, filtrato attraverso la sensibilità dell’autore e la sua passione per il manga. I cani ululano nella notte, il vento si alza più forte dei lupi, e un incubo oscuro si insinua nella mente della giovane Ellen, portando con sé un richiamo di sangue e desiderio. L’ombra di Nosferatu, un essere antico e terribile, arriva dal mare, annunciando un’ineluttabile fine e la stessa eternità del vampiro che, come in un rito senza fine, continua a tornare.

A completare questo viaggio, una prefazione emozionante del regista Marco Manetti dei Manetti Bros. che, confessando la sua ossessione per Dracula, rivela di essersi trovato nuovamente rapito dalla lettura di Shin Nosferatu, scoprendo nuovi dettagli pur restando affascinato dalla familiarità del mito che ancora una volta lo perseguita.

Le pagine di Shin Nosferatu sprigionano un potere di attrazione irresistibile, un’interpretazione che non solo rende omaggio al film, ma lo reinventa, intrecciando orrore, malìa e sensualità in un affresco che si riflette attraverso il cinema, l’arte e la tradizione del fumetto. Nosferatu emerge come mai prima d’ora, un vampiro che non solo seduce ma, ancora una volta, fa paura, trasmettendo un fascino senza tempo.

Non perdete l’appuntamento con Shin Nosferatu di Roberto Recchioni, un’opera destinata a restare nel cuore dei lettori. Il volume sarà disponibile in librerie, fumetterie e negli store online a partire dal 2 gennaio 2025, distribuito sotto l’etichetta J-POP Manga di Edizioni BD.

Porfiria, la “malattia del vampiro”. Una malattia Rara tra Scienza e Leggende

La porfiria è un termine che racchiude un insieme eterogeneo di malattie metaboliche rare, causate da malfunzionamenti in uno degli otto enzimi che partecipano alla sintesi dell’eme. Questo componente è fondamentale non solo per l’emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno nel sangue, ma anche per molti altri enzimi, compresi quelli coinvolti nel metabolismo epatico dei farmaci. Quando uno di questi enzimi non lavora come dovrebbe, si verifica un accumulo di sostanze tossiche, la cui natura varia a seconda dell’enzima interessato.

Le diverse forme di porfiria si distinguono principalmente in base alle manifestazioni cliniche, che possono essere neurologiche o cutanee, e in base all’organo dove si verifica il difetto enzimatico, che può riguardare il midollo osseo o il fegato. Questa varietà di sintomi e manifestazioni rende la diagnosi e la gestione di queste malattie un compito complesso per i medici.

Una delle forme più conosciute è la porfiria acuta intermittente (AIP), spesso associata a sintomi debilitanti che colpiscono la salute generale del paziente. In particolare, questa condizione tende a manifestarsi nelle donne e presenta una gamma di sintomi che può andare dai dolori addominali intensi a disturbi neurologici come ansia, insonnia e convulsioni. La variabilità dei sintomi, insieme alla loro natura aspecifica, rende spesso difficile una diagnosi tempestiva e precisa.

La porfiria acuta intermittente è causata da una carenza dell’enzima porfobilinogeno deaminasi (PBGD), il che porta a un accumulo di porfobilinogeno, una sostanza tossica che può provocare attacchi acuti. Durante questi episodi, i pazienti possono avvertire dolori addominali severi, nausea e sintomi cardiovascolari come ipertensione e tachicardia. La diagnosi di AIP si basa su una combinazione di valutazioni cliniche e test di laboratorio, tra cui l’analisi delle urine per rilevare elevati livelli di porfobilinogeno e test genetici per identificare eventuali mutazioni nel gene HMBS.

Per quanto riguarda il trattamento, l’obiettivo principale è la gestione degli attacchi acuti e la prevenzione di episodi futuri. Durante un attacco, è comune somministrare emina per via endovenosa e infusioni di glucosio, che aiutano a ridurre la produzione di sostanze tossiche e ad alleviare i sintomi. Tuttavia, la gestione a lungo termine richiede una vigilanza costante per evitare fattori scatenanti noti, come l’assunzione di determinati farmaci, l’alcol e il digiuno.

Un aspetto affascinante della porfiria è il suo legame con la cultura popolare e le leggende. Spesso definita “malattia dei vampiri”, questa nomenclatura si deve alla fotosensibilità causata da alcune forme di porfiria, come la porfiria cutanea tarda e la protoporfiria. I pazienti che soffrono di queste condizioni devono evitare l’esposizione alla luce solare, contribuendo così alla nascita del mito del vampiro, temuto dalla luce del giorno. Inoltre, l’ipersensibilità di alcuni pazienti a sostanze presenti nell’aglio ha ulteriormente alimentato queste leggende. Tuttavia, esperti come Paolo Ventura, dell’Unità operativa di Medicina Interna dell’Ospedale Policlinico di Modena, avvertono che non esiste una chiara correlazione tra l’aglio e i sintomi della porfiria acuta intermittente.

Un collegamento storico interessante si trova nella figura di Vlad III di Valacchia, noto anche come Vlad l’Impalatore, spesso considerato l’ispirazione per il conte Dracula. Si ipotizza che Vlad III potesse soffrire di una forma di porfiria, il che potrebbe spiegare alcune delle sue caratteristiche legate al mito vampirico, come l’avversione alla luce solare e la sua reputazione sanguinaria.

Oltre a questi aspetti storici e culturali, il progresso tecnologico ha portato innovazioni significative nel monitoraggio delle malattie. Di recente, è stato introdotto un nuovo smartwatch in grado di monitorare la glicemia in modo indolore, rappresentando un passo avanti nella gestione di condizioni come il diabete. Anche se non è ancora stato approvato ufficialmente dalla FDA, questo dispositivo potrebbe migliorare notevolmente la qualità della vita per chi affronta malattie metaboliche.

In Italia, si stima che circa 2.000 persone siano affette da qualche forma di porfiria, e il Gruppo italiano porfiria (GrIP) è attivamente impegnato a migliorare la consapevolezza e la gestione di queste malattie. Medici e biologi ospedalieri e universitari lavorano per formare professionisti e sensibilizzare i pazienti, affinché possano ricevere diagnosi e trattamenti adeguati.

La porfiria acuta intermittente è purtroppo una malattia complessa e debilitante, ma grazie agli sforzi nella ricerca e all’innovazione tecnologica, ci sono speranze per un futuro migliore nella diagnosi e nel trattamento. Le storie di personaggi storici come Vlad III e le connessioni culturali che si intrecciano con la scienza dimostrano come le malattie possano influenzare non solo la vita dei pazienti, ma anche il nostro immaginario collettivo.

Dracula di James Tynion IV e Martin Simmonds

“Dracula”, il primo graphic novel della nuova collana Universal Monsters edita da saldaPress. Questo progetto, che unisce il talento dello sceneggiatore pluripremiato James Tynion IV e le meravigliose illustrazioni di Martin Simmonds, si propone di rivisitare e rielaborare i mostri classici del cinema, portando sulla carta il fascino intramontabile dell’horror.

La storia di Dracula, figura archetipica del vampirismo, è stata interpretata e rappresentata innumerevoli volte nel corso dei decenni. Tuttavia, la reinterpretazione di Tynion e Simmonds si distingue per il suo approccio fresco e visivamente straordinario. La trama si apre in un contesto inquietante, dove il dottor John Seward accoglie nel suo Istituto per malattie mentali un nuovo paziente, Renfield, unico superstite di una nave ritrovata alla deriva nel porto di Whitby. Renfield, un personaggio che incarna la follia e il terrore, racconta storie di un demone che si sarebbe insediato nella sua mente. Questa narrazione, che inizialmente appare assurda e incomprensibile, si intreccia con la vita di Seward e della sua famiglia, specialmente con quella di Mina, che diventa vittima del misterioso e temuto Conte Dracula.

Le illustrazioni di Martin Simmonds, candidato al premio Eisner, danno vita a questa storia con uno stile pittorico che cattura l’essenza dell’orrore e della suspense, facendo rivivere l’atmosfera del film classico del 1931 con Bela Lugosi. Le tavole sono ricche di dettagli e profondità, creando un impatto visivo che coinvolge il lettore sin dalle prime pagine. Simmonds riesce a trasmettere emozioni complesse attraverso i suoi disegni, rendendo ogni scena non solo un’immagine, ma un’esperienza immersiva.

La collana Universal Monsters, promossa da Skybound, si propone di rendere omaggio a questi iconici personaggi dell’epoca d’oro di Hollywood, attraverso volumi autoconclusivi che rispettano la tradizione e il folklore che li circondano. Secondo Andrea G. Ciccarelli, direttore editoriale di saldaPress, il progetto rappresenta un importante passo per la casa editrice, che ha sempre avuto un forte legame con il genere horror. L’intento di saldaPress è quello di portare in Italia opere di alta qualità che riescano a onorare e ampliare il mito dei mostri classici, offrendo ai lettori un’esperienza arricchita e coinvolgente. Con il suo mix di narrazione avvincente e arte straordinaria, questo graphic novel è destinato a catturare l’attenzione di lettori e appassionati di cinema horror, confermando il suo posto nella lunga tradizione di storie che esplorano l’oscurità dell’animo umano e il mistero dell’aldilà. Non resta che attendere con trepidazione il prossimo capitolo di questa affascinante collana, sperando che riesca a mantenere vivo l’interesse per i mostri che hanno fatto la storia del cinema e della narrativa horror.

Crema si tinge di rosso: una mostra dedicata ai vampiri

Dalle tenebre dell’anima alle pagine di un libro, il mito del vampiro ha affascinato l’umanità per secoli. Ora, il Museo Civico di Crema e del Cremasco ci invita a un viaggio nel cuore delle tenebre con la mostra “Vampiri. Illustrazione e letteratura tra culto del sangue e ritorno dalla morte”.

Dal 19 ottobre 2024 al 12 gennaio 2025, oltre 200 opere d’arte e letterarie ci trasporteranno in un mondo oscuro e affascinante, dove creature della notte si nutrono del sangue dei vivi.

Dalla leggenda al mito

Le origini del mito del vampiro affondano le radici nelle antiche credenze popolari, mescolando paura della morte, desiderio di immortalità e culto del sangue. La mostra di Crema ne traccia l’evoluzione, dalle prime testimonianze letterarie fino alle iconiche rappresentazioni cinematografiche e letterarie del XX secolo.

Bram Stoker e oltre

Il conte Dracula di Bram Stoker è solo uno dei tanti protagonisti che incontreremo durante questo percorso. Attraverso illustrazioni, litografie e prime edizioni di romanzi gotici, potremo ammirare come la figura del vampiro sia stata interpretata e reinventata nel corso dei secoli, diventando un’icona culturale di portata universale.

Il vampiro nell’immaginario collettivo

La mostra non si limita a esplorare le origini del mito, ma indaga anche il suo impatto sulla cultura contemporanea. Dai film horror ai romanzi gotici, dai fumetti ai videogiochi, il vampiro continua a esercitare un fascino irresistibile sull’immaginazione collettiva.

Un’esperienza unica

Vampiri. Illustrazione e letteratura tra culto del sangue e ritorno dalla morte è un’occasione imperdibile per tutti gli appassionati di letteratura gotica, storia del cinema e cultura popolare. Un’esposizione che ci invita a riflettere sulla nostra paura della morte, sul fascino del male e sulla nostra continua ricerca di ciò che è al di là della realtà.

Il Castello di Bran: il maniero di Dracula tra Storia e Mistero nel cuore della Transilvania

Immaginatevi, se potete, una maestosa fortezza che si erge, fiera e silenziosa, sulle aspre colline della Transilvania. Un luogo dove le ombre danzano al crepuscolo e i venti sussurrano antichi segreti tra le sue mura. Questo è il Castello di Bran, un monumento gotico medievale che risveglia emozioni oscure e misteriose, alimentate dal fascino senza tempo della leggenda di Dracula.

L’Alba di un Mito

Il Castello di Bran, o come è conosciuto da molti, il Castello di Dracula, sorge solitario vicino al comune di Bran, nei pressi di Brașov. Situato all’antico confine tra la Transilvania e la Valacchia, questo luogo carico di storia e leggenda riceve ogni anno mezzo milione di visitatori, attratti non solo dall’architettura imponente, ma anche dalle oscure storie che permeano ogni pietra.

Un Castello, Mille Leggende

Nel 1897, lo scrittore irlandese Bram Stoker pubblicò il suo celebre romanzo “Dracula”, donando al mondo una figura iconica del male: il Conte Dracula. Sebbene Stoker non avesse mai visitato la Romania, la sua immaginazione dipinse un quadro vivido di un castello situato in una valle remota della Transilvania, evocando immagini di tenebre e terrore.

Ma chi era realmente Dracula? Nella cultura romena, il vampiro non esiste, essendo un’invenzione letteraria. Tuttavia, il nome Dracula deriva dall’Ordine del Drago, a cui apparteneva Vlad III, conosciuto come Vlad l’Impalatore. Questo principe della Valacchia, vissuto nel XV secolo, è ricordato per la sua spietata giustizia e i suoi metodi brutali, tra cui l’impalamento di migliaia di nemici. Il suo soprannome, Dracul, significa “figlio del drago” in latino, ma in romeno moderno assume il sinistro significato di “figlio del diavolo”.

Il Fascino Oscuro della Transilvania

La Transilvania è una terra di misteri, avvolta da leggende di spettri e creature della notte. Il Castello di Bran, con le sue torri gotiche e i suoi passaggi segreti, incarna perfettamente l’immaginario gotico creato da Stoker. Nonostante la distanza tra il castello reale e quello descritto nel romanzo, Bran è diventato il simbolo del vampiro più famoso del mondo.

Storia e Architettura

L’origine del Castello di Bran risale al 1211, quando l’ordine dei Cavalieri Teutonici eresse una struttura in legno per difendere il passaggio tra Valacchia e Transilvania. Nel 1377, Luigi I d’Angiò-Valois autorizzò la costruzione di una fortezza in pietra, destinata a proteggere il regno dall’espansione dell’Impero ottomano. Attraverso i secoli, il castello passò di mano in mano, dalle famiglie reali ai principi di Transilvania, sopravvivendo a guerre e decadenza.

Nel corso della sua storia tumultuosa, il castello fu rinnovato e adattato, ma mantenne sempre il suo fascino medievale. Dal 1920, divenne una residenza estiva per la famiglia reale rumena, fino a quando il regime comunista lo nazionalizzò. Oggi, il castello è un museo che celebra la storia della Transilvania e le collezioni della famiglia reale, attirando visitatori da ogni angolo del globo.

Un Viaggio nel Tempo

Visitare il Castello di Bran è come entrare in un’altra epoca. La sua posizione strategica, ai piedi dei Carpazi, offre una vista mozzafiato sulle valli e sui massicci montuosi circostanti. Percorrendo le sue stanze e i suoi corridoi, si può quasi sentire l’eco delle antiche battaglie e delle storie di eroi e mostri che popolano questa terra.

La Magia del Castello di Dracula

Nonostante le innumerevoli leggende, il Castello di Bran mantiene un’aura di mistero che continua a incantare. Ogni pietra, ogni angolo, racconta una storia diversa, intrecciata con la ricca trama della storia e del folklore della Transilvania. E così, tra verità e finzione, il Castello di Bran rimane un simbolo eterno del mistero, invitando tutti coloro che osano a esplorare i suoi segreti e a lasciarsi trasportare dalla magia oscura che solo un luogo come questo può offrire.

Foto di copertina di Dobre Cezar 

saldaPress porta in Italia i fumetti di “Universal Monsters”

Arrivano in Italia per saldaPress i graphic novel prodotti da Skybound e dedicati agli Universal Monsters, vere e proprie icone dell’immaginario collettivo legato all’horror come Draculail mostro della Laguna NeraFrankenstein e molti altri ancora.Queste storie, affidate ognuna a grandi nomi del fumetto USA, offrono una nuova prospettiva sulle classiche pellicole di Universal, esplorandone il passato e il futuro o approfondendo particolari delle storie originali.

Come dichiara il direttore editoriale di saldaPress, Andrea G. Ciccarelli: 

“L’horror e il cinema hanno sempre avuto un ruolo di primo piano nella proposta editoriale di saldaPress. Portare finalmente in Italia questo importante progetto in cui i grandi autori scelti da Skybound omaggiano ed ampliano il mito dei mostri classici di Universal, significa confermare una scelta di qualità per la quale, da anni, i lettori premiano la nostra casa editrice”.

Il primo appuntamento è fissato per ottobre con Dracula, un suggestivo graphic novel scritto dal pluripremiato sceneggiatore James Tynion IV e il disegnato da Martin Simmonds. Quest’opera, che ha visto Simmonds candidato a premio Eisner, fa rivivere con tavole di impatto pittorico il film classico del 1931 che ha consacrato Bela Lugosi nel ruolo archetipico del vampiro.

Nel 2025, sarà la volta di Creature Of Black Lagoon Lives! – l’interpretazione del Mostro della Laguna Nera a firma di Dan WattersRam V Matthew Roberts,  seguita da Frankenstein, una reinterpretazione della storia del Dottor Frankenstein e della sua creatura, firmata da Michael Walsh.

Van Helsing compie 20 anni!

Van Helsing, il noto cacciatore di vampiri, è reclutato da una misteriosa organizzazione per sradicare il male rappresentato dal Principe delle Tenebre, conte Dracula. Nel corso della sua missione, Van Helsing si trova ad affrontare una schiera di mostri leggendari, tra cui l’uomo lupo e la creatura di Frankenstein, che hanno giurato fedeltà a Dracula. L’unica alleata di Van Helsing in questa battaglia è la principessa Anna Valerius, interpretata da Kate Beckinsale, che si unisce a lui nella sua crociata contro il male. A differenza delle donne delicate dell’epoca vittoriana, Anna è una guerriera forte e indipendente, determinata a vendicare la sua famiglia, da secoli in lotta contro Dracula. Insieme, Van Helsing e Anna, armati fino ai denti da Carl, l’ingegnoso assistente di Van Helsing, si lanciano in una caccia senza quartiere contro i mostri più famosi della letteratura horror. Tuttavia, le tre mogli di Dracula non resteranno a guardare e faranno di tutto per proteggere il loro segreto e garantire la sopravvivenza della loro specie.

Il film, uscito nelle sale nel 2004 e prodotto dalla Universal Pictures, è un omaggio ai film horror gotici degli anni ’60 e ’70, con una trama che richiama pellicole come “Al di là del mistero” e “La casa degli orrori”. Nonostante il budget elevato di 148 milioni di dollari, il film ha incassato oltre 300 milioni di dollari in tutto il mondo, di cui 121 negli Stati Uniti. In concomitanza con l’uscita del film, è stato pubblicato anche un videogioco per Xbox, PlayStation 2 e Game Boy Advance, che ha permesso ai fan di immergersi ancora di più nell’universo di Van Helsing.”

La porta dell’irreale di Gerald Biss

Gerald Biss è un autore che ha lasciato il segno nel genere dell’orrore soprannaturale con il suo unico romanzo, intitolato “La porta dell’irreale”. Il leggendario autore H.P. Lovecraft ha lodato l’opera, mettendola sullo stesso piano di altre icone del genere come “Dracula” di Bram Stoker.

Il romanzo di Biss, pubblicato nel 1919, si distingue per la sua struttura simile a quella epistolare di “Dracula”, dove diversi personaggi narrano la propria esperienza nella lotta contro una minaccia soprannaturale. La figura del licantropo, così ben codificata da Biss, rappresenta un punto di svolta nel genere dell’orrore, ancor prima che il cinema se ne impadronisse.

“La porta dell’irreale” è considerato uno dei primi classici sulla licantropia, e finalmente è disponibile anche in italiano, arricchito dalle illustrazioni originali di Edmund Frederick, utilizzate nella sua serializzazione negli Stati Uniti. Grazie alla traduzione di Gianluca Venditti, i lettori italiani possono finalmente immergersi nella dimensione dell’orrore creata da Biss, scoprendo quanto sia abile nel narrare il soprannaturale.

Demeter – Il risveglio di Dracula

Demeter – Il risveglio di Dracula (The Last Voyage of the Demeter) è un film diretto da André Øvredal prendendo liberamente spunto dal settimo capitolo del celebre romanzo Dracula di Bram Stoker, pubblicato nel 1897. Il film racconta la spaventosa storia della tragica nave Demeter, imprigionata in un orrore senza fine. Affittata per trasportare un enigmatico carico di legno marchiato misteriosamente, questa maestosa imbarcazione si incammina verso Londra dai Carpazi, ignara del destino avverso che la attende. Il viaggio si trasforma ben presto in un inferno inimmaginabile per gli sventurati marinai che devono affrontare presenze oscure e sinistre che si annidano tra le spire di legno sulla nave. Il dark e libera interpretazione del settimo capitolo del romanzo “Dracula” di Bram Stoker, in cui l’equipaggio del Demeter viene selvaggiamente massacratodi dai poteri malefici del Conte Dracula, prende vita in questa pellicola.

Inizialmente, la sceneggiatura del film era stata scritta da Bragi F. Schut e il regista previsto era Robert Schwentke nel 2003. Tuttavia, il progetto è stato accantonato per vent’anni, rimanendo nel cosiddetto “development hell”. Nel corso degli anni, diversi registi, tra cui Stefan Ruzowitzky, Marcus Nispel, David Slade e Neil Marshall, si sono succeduti alla regia, mentre i principali attori considerati per il film sono stati Noomi Rapace, Ben Kingsley e Viggo Mortensen. Nonostante gli sforzi, il progetto non è mai decollato. Nel 2019, la Amblin Partners ha acquisito i diritti per il film, scegliendo André Øvredal come regista e Zak Olkewicz per riscrivere la sceneggiatura originale di Schut.

“Demeter – Il risveglio di Dracula” sta per diventare uno dei film horror più intensi in circolazione, sebbene abbandoni ogni pretesa di fedeltà al romanzo originale. Il regista André Øvredal non esita a conferire a Dracula un’immagine grottesca e infernale, rendendo il suo personaggio ancora più terrificante e demoniaco di quanto abbia mai apprezzato sul grande schermo. Nonostante qualche piccolo difetto, come un ritmo talvolta lento e un’eccessiva familiarità con i cliché del cinema horror contemporaneo, il film riesce a tenere gli spettatori incollati allo schermo grazie alla sua suspense avvincente e incandescente. Non solo le scene crudeli e straordinariamente realistiche creano tensione, ma anche la magistrale costruzione dei personaggi e l’atmosfera deliziosamente lugubre contribuiscono al coinvolgimento totale.

Il modo in cui il “mostro” è interpretato nel film è di una raffinatezza insuperabile e non ha nulla da invidiare ad altri celebri predecessori come il Dracula di Herzog o di Coppola. Pertanto, anche se probabilmente non diventerà un “classico” del genere, “Demeter – Il risveglio di Dracula” ha indubbiamente tutte le qualità necessarie per essere una versione del mythos intelligente e inquietante, in grado di conquistare sia gli appassionati del genere che i neofiti.

In conclusione, “Demeter – Il risveglio di Dracula” è un film cupo e spaventoso, capace di divertire e inquietare qualsiasi tipo di spettatore, sia gli amanti del genere che i semplici curiosi. Nessuno può sfuggire all’orrore che permea ogni fotogramma di questa pellicola, che affonda le sue radici in un terrore ancestrale, pronto a trascinare chiunque nel suo abisso infernale.

Elizabeth Bathory, Bloody Lady

Elizabeth Bathory (Erzsébet Báthory), soprannominata Bloody Lady, è il primo – di cui si hanno testimonianze storiche – e più efferato serial killer della storia umana. Le sue vittime si aggirano sulle 650 unità. Un personaggio leggendario, a cui sono stati dedicati dipinti, libri, canzoni, film e fumetti, tanto da trasformare questa terrificante storia vera in una leggenda: la leggenda della prima Vampira.

La contessa è nata nel 1560 in una famiglia nobiliare della Transilvania legata ai regnanti d’Ungheria. Elizabeth ha ricevuto un’educazione degna dei principi, a differenze delle sue coetanee che a malapena sapevano leggere, lei parlava e scriveva fluentemente in latino. A 10 anni, dopo la morte del padre fu promessa sposa al giovane nobile Ferencz Nadasdy, soprannominato, per la sua condotta in battaglia, l’Eroe Nero di Ungheria.

Trasportata in una realtà differente da quella della sua infanzia,la ragazza crebbe covando odio e risentimento soprattutto nei confronti della suocera,Orsola,e detestando l’atmosfera cupa e opprimente del castello,che si animava solo quando rientrava,da qualche campagna di guerra,il castellano padre del marito. Da questa unione nacquero quattro figli, ma l’amore coniugale non è mai stato preso in considerazione dalla coppia: Elizabeth tradì Ferencz con il suo servo Thorko che la iniziò probabilmente ai riti pagani e alla magia nera.

Quando la dama aveva 40 anni rimase vedova dell’Eroe nero ed iniziò a dare libero sfogo ai suoi turbamenti. La solitudine,il sentirsi lontana da casa,la mancanza di affetti crearono ben presto problemi alla fragile psiche della ragazza,che ben presto rivolse un’ossessiva attenzione al suo corpo e alla cura della sua comunque notevole bellezza. Passava le giornate davanti allo specchio,in compagnia delle sue damigelle,che tiranneggiava in ogni modo,costringendole a cambi frequenti di vestiti. Contemporaneamente Elizabeth impiantò un piccolo laboratorio,nel quale sperimentava strane pozioni,distillati di erbe che avrebbero dovuto servirle a conservare la sua superba bellezza. Il suo maniero,  nei boschi di Csejthe, divenne la sede di sedicenti maghi e streghe che scappavano dall’inquisizione Cattolica. Da questi fattucchieri , la contessa credette di scoprire il modo per rimanere sempre giovane e bella tramite un elisir basato sul sangue di una vergine. La sua psiche iniziò a funzionare in maniera diversa; era disturbata da numerose crisi nervose, emicranie e lunghi stati catatonici, dai quali ella si risvegliava, ci raccontano i documenti dell’epoca, con una irrefrenabile istinto violento.

La contessa si rese conto che il fatto stesso di torture a morte le sue serve, provocasse in lei una sensazione di pace facendo scomparire i mal di testa e le convulsioni e spesso subito dopo subentrava in lei uno stato simile ad un’estasi mistica. Elizabeth aveva una feroce immaginazione, arrivando a progettarne lei stessa, facendosele costruire appositamente su commissione da un orologiaio svizzero. Si pensa che la famosa “vergine di ferro” sia stata un’invenzione della Contessa stessa. Tra le tecniche di tortura che non necessitavano veri e propri macchinari o strutture, la Contessa utilizzava aghi e spilli per perforare labbra e capezzoli delle vittime o infilare loro aghi sotto le unghie, pinze d’argento (per strappare la carne), ferri per la marchiatura e attizzatoi roventi, fruste e forbici. A Elizabeth piaceva anche mordere le malcapitate sulle guance e sui seni, cavando loro il sangue con i denti o legare le vittime per poi poter ridurre i loro seni a brandelli o ustionarne i genitali con la fiamma di alcune candele, mordendo via grossi lembi di carne da viso e corpo. Una delle vittime fu costretta a cuocere e mangiare un pezzo del suo stesso corpo, altre furono lasciate, bagnate di acqua fredda, a morire assiderate sulla neve all’esterno del castello, altre ancora, venivano cosparse di miele e legate su alberi attirando api e insetti vari.

Ben presto le segrete di Csejthe si riempirono di giovani donne prese tra il popolo, che una volta giunte al castello, venivano sacrificate in oscuri riti presieduti dalla Bathory che utilizzava il loro sangue come ingrediente base per il suo filtro dell’eterna giovinezza. Si raccontava anche che ella dissanguasse le sue vittime e tutto il sangue delle giovani fanciulle finisse in vasche entro cui faceva il bagno. Accecata dalla sua “sete di sangue” e avendo esaurito le giovani contadine della zona e di quelle adiacenti, iniziò a concentrarsi sulle ragazze provenienti da famiglie nobili minori. I parenti delle giovani non avendone più notizie, iniziarono a insospettirsi e denunciarne la scomparsa. Quando queste voci arrivarono alla Chiesa cattolica, l’imperatore Mattia II intervenne ordinando un’indagine sulla nobildonna. Gli inviati dell’imperatore colsero sul fatto la Bzthory mentre torturava alcune ragazze. Il 30 dicembre 1610 Elizabeth fu arrestata e con la donna furono rinchiusi in prigione i suoi collaboratori. Nelle segrete del castello furono ritrovate molte ragazze, vittime segnate da piccole ferite prodotte dagli aguzzini della contessa per prelevare da esse il sangue da offrire alla terribile contessa. Furono anche ritrovati molti cadaveri sotterrati nelle segrete del castello. Al termine dell’inchiesta furono rinvenuti in totale i resti di seicentodieci vittime. Il processo fu celebrato a Bicse il 2 gennaio 1611 e terminò il 7 dello stesso mese ma la contessa non vi partecipò mai. Tutti i collaboratori della Bathory furono giustiziati dopo essere stati sottoposti alla tortura mentre le donne che avevano collaborato con la contessa finirono sul rogo con l’accusa di stregoneria. Elizabeth Bathory invece non fu mai condannata ma fu comandato che le finestre e le porte della sua camera, nel castello di Csejthe, fossero murate con lei dentro, lasciando solo un piccolo spazio utile per il quotidiano passaggio del cibo. Per la sanguinaria contessa Bathory fu chiesta la condanna a morte ma la sua esecuzione fu sempre rimandata. Dopo quattro anni di questa segregazione solitaria venne trovata morta il 14 agosto 1614.

Da notare i curiosi legami tra i Bathory ed i Dracula: il comandante che aiutò Vlad a riconquistare il suo trono nel 1476 era un principe Bathory; un feudo di Dracula divenne un possedimento dei Bathory e inoltre entrambe le famiglie hanno l’immagine di un drago nello stemma di famiglia. Inoltre negli scritti di Padre Laslo Turáczi, in quelli Wagener nel 1785 e di Sabine Baring-Gould ai primi dell’800, si inizia ad associare la Contessa Bathory al vampirismo . In molti hanno perciò ipotizzato che il Conte Dracula, il vampiro di Bram Stoker, sia ispirato a Elizabeth  Bathory e non, come tanti pensano, a Vlad III. Il Conte di Valacchia, ed eroe nazionale Rumeno, non ha mai bevuto sangue né esistono racconti in questo senso.  Báthory ha vissuto molti anni in Transilvania e, secondo McNelly, lo scrittore che per primo ha avanzato questa teoria nel suo libro “Dracula era una Donna”, anche il personaggio del servo, Renfield, ricorderebbe la figura di Thorko . Dunque Bram Stoker, prima di scrivere il “Dracula”, ha letto le pagine del reverendo Sabine Baring-Gould? Questa ipotesi viene comunque dibattuta, a colpi di libri, da molto tempo.

“Quando il tuo servitore è in pericolo, manda in suo soccorso un esercito di 99 gatti, poiché dei gatti tu sei il signore. I 99 gatti arriveranno con grande velocità e mangeranno il cuore del nemico, e del tuo servitore sarà salva la vita.”

(Uno dei riti del dio Isten che probabilmente era iscritta sulla pergamena di Erzsébet Bathóry).