Neuralink: i primi 100 giorni di Noland Arbaugh

Neuralink, la startup visionaria fondata da Elon Musk nel campo delle neurotecnologie, ha appena raggiunto un traguardo epocale: il primo paziente impiantato con il dispositivo ha sperimentato un’ampia gamma di nuove capacità, aprendo le porte a un futuro in cui il controllo dei dispositivi attraverso il pensiero diventa una realtà tangibile. Elon Musk stesso ha esclamato con entusiasmo sui social media: “100 giorni di successo” dall’implantazione del chip sviluppato da Neuralink.

Il dispositivo di punta di Neuralink, chiamato Telepathy, permette il controllo intuitivo di dispositivi come telefoni e computer attraverso i processi neurali del cervello umano. L’implantazione di questo dispositivo è stata eseguita con una precisione chirurgica, coinvolgendo la rimozione di una sezione cranica e l’inserimento di 64 fili ultra sottili, noti come “Stentrode”, che si estendono attraverso i vasi sanguigni fino alle regioni cerebrali pertinenti. Questi sensori sono poi controllati da remoto attraverso un dispositivo chiamato “Synchron Switch”, un ricevitore wireless impiantato sotto la pelle del torace, che digitalizza gli impulsi neurali e li trasmette a dispositivi esterni come computer, tablet e smartphone, consentendo agli utenti di attivare comandi semplicemente pensandoci.

L’interfaccia cervello-computer sviluppata da Neuralink è progettata con cura per essere completamente impiantabile e esteticamente discreta, consentendo alle persone di recuperare un livello di controllo e autonomia senza precedenti sui dispositivi digitali.

Il primo paziente ad essere sottoposto all’impianto del chip è stato Noland Arbaugh, 29enne che ha vissuto un’esperienza trasformativa grazie a questa tecnologia. Arbaugh testimonia che il chip gli ha restituito una sensazione di indipendenza e libertà, consentendogli di ricollegarsi con il mondo circostante, interagire con amici e familiari, e svolgere attività quotidiane senza il bisogno di assistenza continua.

Il principale obiettivo di Neuralink è quello di sviluppare un’interfaccia cervello-computer in grado di migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità motorie, restituendo loro un senso di autonomia e libertà. Il monitoraggio continuo del paziente zero, Noland Arbaugh, è fondamentale per valutare l’efficacia e la sicurezza di questa tecnologia innovativa.

Nonostante i progressi entusiasmanti, ci sono ancora sfide da affrontare. Neuralink ha segnalato che alcuni fili del chip si sono ritirati dal cervello di Arbaugh, riducendo temporaneamente l’efficacia degli elettrodi e la velocità di trasmissione dei segnali neurali. Tuttavia, grazie a miglioramenti nell’algoritmo di registrazione e nelle tecniche di traduzione dei segnali neurali, è stato possibile ottenere un rapido miglioramento delle prestazioni, superando persino le aspettative iniziali.

Per Arbaugh, questa tecnologia rappresenta una nuova frontiera nell’interazione con il mondo digitale, eliminando la necessità di dispositivi di assistenza fisica e consentendogli di esplorare un nuovo livello di indipendenza e connettività. Sebbene ci sia ancora molto lavoro da fare per perfezionare questa tecnologia, i progressi finora raggiunti sono una testimonianza della straordinaria potenza delle neurotecnologie nel migliorare la vita delle persone.

Star Wars: New Jedi Order

Il prossimo film di Star Wars “New Jedi Order”, ambientato 15 anni dopo Episodio IX, sta suscitaando una serie di emozioni contrastanti tra i fan della saga. Il ritorno di Rey Skywalker come protagonista ha diviso il pubblico, ma, nonostante ciò, recenti sondaggi indicano un notevole interesse per il progetto. La pellicola seguirà le avventure di Rey nel suo tentativo di ripristinare l’Ordine Jedi, assumendo il ruolo di mentore per due giovani studenti destinati a diventare futuri leader. Con l’introduzione di nuovi personaggi e di un cattivo principale, ci si prefigura un’espansione della trama che approfondirà il percorso della protagonista e il ruolo degli Jedi nell’universo di Star Wars.

Secondo l’insider Richtman, il film non rientrerà nella linea di una nuova trilogia, ma potrebbe fungere da sequel. Circolavano voci riguardanti il titolo “Episodio X: Un nuovo inizio”, che sono state smentite, sebbene al momento l’unico nome interno sia New Jedi Order (Nuovo Ordine Jedi). Tuttavia, il titolo potrebbe subire modifiche in seguito, poiché solitamente viene scelto dopo le riprese. Le riprese sono pianificate nel Regno Unito verso la fine di quest’anno. Nonostante le incertezze, l’anticipazione per il nuovo film è palpabile e i fan non vedono l’ora di immergersi nella storia che verrà raccontata.

Recentemente, lo scrittore Steven Knight ha condiviso informazioni sul suo coinvolgimento e lo sviluppo della pellicola durante un’intervista a NME. Knight ha confermato di essere coinvolto nella scrittura del film e sembra che il lavoro stia procedendo positivamente. Anche se c’è stata una falsa notizia riguardante il suo presunto abbandono del progetto, è bello sapere che la sceneggiatura dovrebbe essere presto completata. Restiamo in attesa di ulteriori aggiornamenti sulle riprese.

Che sia un nuovo inizio per la saga o una continuazione del passato, una cosa è certa: la Forza continuerà a guidare i destini dei personaggi di Star Wars e dei fan che li seguono con fedeltà. Continuate a seguirci per ulteriori aggiornamenti su questo atteso capitolo della saga!

Hel e Helel: Lucifero e Hela. Corrispondenze tra la religione norrena e quella ebraica?

Tutti conosciamo la parola “Hell” che in Inglese significa Inferno. Questo termine, come il tedesco Hölle, trae le sue radici nella Mitologia norrena, in cui il regno degli Inferi è chiamato Hel, come anche il nome della dèa che governa questo regno popolato di spettri tremanti di morti senza onore. Vuoi per assonanza fonetica, vuoi per somiglianza di funzioni, si potrebbe ipotizzare un possibile collegamento tra il Lucifero ebraico (Helel), e la Dea degli inferi norrena (Hel o Hela): tale possibile corrispondenza è un argomento che ha attirato l’interesse degli appassionati di mitologia. Anche se non esiste una connessione diretta tra le due figure mitologiche, ci sono delle somiglianze e alcuni elementi dei rispettivi miti che vale la pena esplorare.

Innanzitutto sfatiamo un mito. Nella mitologia ebraica originaria non esiste un vero e proprio Demone Maligno di nome Lucifero. La figura di Helel, dalla radice ebraica הֵילֵל, compare in Isaia 14:12 per indicare “portatore di luce” o “stella del mattino. Viene ripreso in epoca post-cristiana e nel libro di Enoch (un testo apocrifo del I sec.) ma con riferimenti vaghi parlando di un astro che cade come Babilonia, non di una reale entità “personificata”. Dopotutto, la Bibbia di entità angeliche ne ha a bizzeffe (Asmodeo, Azazel,) come anche divinità nemiche di matrice assiro-babbilonese (Baal, Molok). Solo nel nuovo testamento (Luca 10:18) si inizia a parlare di effettivamente di un “nemico di Dio” ispirandosi ad una derivazione Mahzdista. Inoltrre c’è un’altra concetto che si è stratificato nei secoli che non trova nessuna corrispondenza nei testi sacri: in nessuna parte della Bibba si fa riferimento a Lucifero come signore degli Inferi. Questo è un accostamento relativamente moderno, derivato probabilmente alla sovrapposizione “politica” con le precedenti figure pagane (Ade).

Tutti i nerd hanno conosciuto il personaggio di Hel, o meglio Hela, grazie ai fumetti Marvel e come antagonista del Dio del Tuono in Thor: Ragnarok (interpretata da Cate Blanchett). Nella “vera” mitologia norrena, Hel è la dea degli inferi, figlia (e non sorella) di Loki. Nata metà viva e metà morta, per la sua duplice natura, nessun regno esistente era pronto ad accettarla. Hela non si ribella al suo Odino ma chiede al Padre degli Dei un regno che fosse adatto a lei. Hela avrebbe dunque regnato su Helheim, ovvero i luogo mitologico dove risiedono i morti senza onore, coloro che non sono morti in battaglia, e non deni quindi di elevarsi Valhalla. La figura di Hel è complessa e ambivalente, e il suo regno è descritto come un luogo freddo e desolato.

Hel è dunque una dea dei morti a tutti gli effetti, Lucifero non lo è: nella mitologia ebraica arcaica non ci sono diretti riferimenti a cosa succeda “dopo la morte”. Non c’è un reame dei morti: la Gehenna infatti è un luogo fisico, che verrà concettualizzato con l’Infero solo dopo la nascita del Cristianesimo.

Bisogna inoltre precisare che la mitologia nordica che conosciamo è per lo più una reinterpretazione ottocentesca, con connotazioni nazionaliste e anti-cristiane. La mitologia originale, di cui sappiamo poco, è molto più complessa e varia a seconda del luogo e dell’epoca. Inoltre, ciò che definiamo come mito “vichingo” è influenzato moltissimo dalla cultura celtica; ad esempio, i Galli e gli Iberici credevano che l’Aldilà fosse un luogo fisico al di là del mare;; una credenza antica che risale all’impero medo identificava il “paradiso” (parola persiana che significa giardino chiuso) ad est, oltre il deserto, e il regno dei morti ad ovest.

Quindi nonostante entrambe le figure abbiano ruoli che solo apparentemente possono sembrare simili, non esiste dunque nessuna corrispondenza diretta o storica tra Helel e Hel. Le somiglianze si fermano principalmente ad un ruolo superficiale, più “moderno” delle rispettive mitologie, ma le loro origini, storie e contesti culturali sono distinti e non collegati direttamente. Dopotutto, i contatti tra le due culture erano limitati e qualsiasi influenza reciproca sarebbe stata, in caso, indiretta, probabilmente attraverso intermediari culturali come i Romani o i popoli germanici: durante il Medioevo e in periodi successivi, ci sono stati scambi culturali tra il mondo nordico e quello cristiano, specialmente con la cristianizzazione della Scandinavia, ma questi scambi sono avvenuti, ribadiamolo, ben dopo la formazione delle narrazioni principali della mitologia norrena.

In conclusione, sebbene le somiglianze tra Helel e Hel siano affascinanti, sembrano essere più il risultato di analisi “estetiche” senza veri fondamenti storici: tuttavia, lo studio delle mitologie e delle loro interconnessioni rimane un campo aperto a interpretazioni e scoperte sempre nuove.

Gli angeli caduti

Gli angeli caduti sono una figura avvincente che fa parte della tradizione ebraica e che ha trovato spazio in diverse interpretazioni religiose e culturali. Nella tradizione ebraica, gli angeli caduti vengono spesso associati a demoni o esseri ribelli che sono stati banditi dal paradiso per aver disobbedito o ribellato contro Dio.

Il più famoso tra gli angeli caduti è Lucifero, conosciuto come la “stella del mattino” o il “figlio dell’aurora”, che è stato descritto come colui che è caduto dal cielo a causa della sua superbia e del desiderio di essere simile a Dio. Questa narrazione è supportata da interpretazioni di passaggi biblici come Isaia 14:12.

Altri angeli caduti menzionati nella tradizione ebraica includono Astaroth, Belfagor, Belzebù, Belial, Lilith, Asmodeus, Azazel, Baal, Dagon, Moloch, Mammona, Mefistofele e Samael. Questi nomi derivano spesso da divinità adorate dai popoli antichi della Palestina e delle regioni circostanti, come i moabiti, cananei ed edomiti, e sono stati reinterpretati nel contesto ebraico come figure opposte al culto di Yahweh.

La caduta degli angeli è un tema che si trova anche in altre fonti storiche e religiose e spesso simboleggia la lotta tra il bene e il male, la ribellione contro l’ordine divino e le conseguenze della superbia e dell’ambizione. Gli angeli caduti, con le ali spezzate, rappresentano il dolore e il rimorso per essere stati allontanati dalla presenza di Dio, ma anche la ribellione e il desiderio di conoscenza e potere che sfida l’autorità suprema.

In sintesi, gli angeli caduti della tradizione ebraica costituiscono un intricato insieme di credenze e interpretazioni che riflettono la costante lotta umana tra aspirazioni celesti e terrene, tra obbedienza e ribellione, e tra la luce della grazia e le tenebre dell’esilio.

Qual è differenza tra Lucifero e Satana?

Recentemente, abbiamo tutti apprezzato Lucifero nella sua “interpretazione” nell’iconica serie Hazbin Hotel. Nella serie di Vivienne Medrano, Lucifer Morningstar (Stella del Mattino), il re dell’Inferno e padre di Charlie, rappresenta il “Peccato della Superbia”. Ma chi è in realtà Lucifero nella religione ebraico/cristiana e quali differenze ci sono con la figura di Satana?

La figura di Satana, conosciuta anche come Satanael, e quella di Lucifero, o Helel, sono due entità che hanno avuto significati diversi nel corso dei secoli attraverso varie tradizioni e testi religiosi. Inizialmente associate al male e all’oscurità nella tradizione cristiana, queste figure hanno origine e caratteristiche che si sono evolute nel tempo.

Iniziamo dicendo che ne Satana  Lucifero non viene mai citato nel vecchio testamento, che tuttavia cita  molti angeli “ribelli” tra cui Semihazia, primo tra i Nephilim ( coloro che unendosi con le figlie dell’uomo crearono i giganti), Asmodai, ( il demone tentatore di Sarah e probabilmente il serpente del paradiso terrestre).

il termine Lucifero (o Helel, dalla radice ebraica הֵילֵל che compare in Isaia 14:12 per indicare “portatore di luce” o “stella del mattino”) era associato alla caduta  Re di Babilonia (Isaia 14:3-20).

Satana, termine ebraico che significa “avversario” o “contraddittore”, è spesso associato al serpente dell’Eden (che in realtà si chiama Asmodai, il demone tentatore di Sarah) o all’arcangelo Samaele, che si ribellò a Dio per gelosia nei confronti di Adamo, ma ancora una volta non esiste un singolo avversario di Dio nella tradizione ebraica. Esistono numerosi “avversari” che sono spesso Dei protettori dei popoli vicini agli Ebrei, primo tra tuti Baal-Molok, divinità dei Cananei, e veri e propri demoni come Azazel, Belzebù.

Infatti un’altra figura chiave di questa querelle è Ba’al Zebub, noto anche come Belzebù. Nel Secondo libro dei Re si narra di come il re d’Israele Acazia invocò questa divinità per sapere se sarebbe guarito dalla sua malattia, suscitando l’ira del profeta Elia. Esistono due interpretazioni del carattere di Ba’al Zebub presenti nella letteratura biblica. Una suggerisce che sia un dio che controlla la Porta verso l’Oltretomba, con potere sulla vita e sulla morte, influenzando guarigione e malattia. Si pensa che possa essere simile al dio mesopotamico Nintu, il Signore delle mosche, associato alla salute e alle malattie. Il nome Ba’al Zebub ha assunto nella cultura occidentale e islamica il ruolo di entità diabolica suprema, conosciuto come Beelzebub, uno dei “sette prìncipi dell’Inferno” spesso identificato con Satana. Questo personaggio è visto come l’Avversario e è considerato una figura malvagia e demoniaca.

Asmodai è un’altro principio del male presente nell’antico testamento. Egli è un entità melliflua e tentatrice.  Nella tradizione rabbinica ( Quindi estranea alla Bibbia ebraica), si accoppia con Lilith ( a sua volta un demone mesopotamico confluito nell’ebraismo)  generando una stirpe di demoni, è il serpente tentatore che dona all’uomo la consapevolezza esiliandolo però dal paradiso terrestre, è il demone che ostacola Sarah, la moglie di Abramo. Nella tradizione Asmodai viene assoggettato da Salomone perchè costruisca il primo tempio.

Tutto questo però cambia nel cristianesimo, perchè nel nuovo testamento Satana ” l’avversario” è citato molto più spesso, come “nemico” dell’uomo.  In Apocalisse  12:3-41. Nel Nuovo Testamento Lucifero viene identificato con Satana, come riportato in Luca 10:18 e II lettera ai Corinzi XI, 14.

I vangeli sembrano infatti suggerire un concetto di “spirito del male” che agisce per il male ed è nemico ed avversario dell’uomo. Questo concetto è estraneo all’ebraismo classico, dove non esiste un’entità che si contrappone a Dio. E’ invece un concetto di probabile derivazione zoroastraiana, l’antica religione persiana, dove lo spirito santo ” Ahura Maju” si contrappone al principio del male incarnato da Ahriman.

Prima del cristianesimo, il concetto di “demone malvagio” era presente, ma si trattava di figure isolate.

Nella tradizione assiro-babilonese, le figure demoniache non erano considerate necessariamente incarnazioni del male assoluto, ma piuttosto entità potenti con ruoli ambigui. Gli Assiri presero ad adorare un gran numero di queste figure, come Lilith, Pazuzu, Dagon, al punto che sia i Persiani che gli Ebrei li consideravano un popolo empio.

Con l’influenza della teologia cristiana, però, il concetto di demonio ha assunto una connotazione più globale, come avversario principale di Dio e simbolo del male.

Un concetto molto discusso nella teologia cristiana, perchè portatore di una serie di contraddizioni che sembrano mettere in dubbio l’onnipotenza divina.  La stessa presenza di una figura “nemica” di Dio implica una “diminuito” dei suoi poteri, cosi come la presenza di angeli o creature ribelli: Perchè la ribellione non è stata prevista prima che avvenisse? La presenza di ” culti rivali”  nell’antico testamento contro cui il popolo eletto deve combattere complica ulteriormente lo scenario.

La Chiesa cattolica ha affrontato l’evoluzione della figura del demonio nel contesto della dottrina sulla creazione e sul peccato originale. Dopo il Concilio Vaticano II, la teologia cattolica ha esplorato la relazione tra fede ed evoluzionismo, cercando di definire questioni fondamentali sulla creazione dell’uomo e sull’azione di Dio nel mondo.

Un’altro aspetto interessante è la credenza che Satana sia, in qualche modo, a capo dell’inferno, ossia del luogo dove sono perseguitati gli uomini malvagi per i loro peccati. Questo è un elemento estraneo sia al vecchio testamento che al nuovo, ma che si è stratificato nella credenza popolare associando il male “ebraico-cristiano- zoroastriano” alla figura del demone custode dell’oltretomba della mitologia Greco-romana e celtica.

Lucifero e Satana possono essere considerati aspetti diversi della stessa entità ribelle nei testi cristiani, ma la loro storia e le loro caratteristiche variano notevolmente se esaminate attraverso le diverse tradizioni religiose e culturali. La comprensione di queste figure è strettamente legata al contesto storico e teologico in cui sono state interpretate e rappresentate.

Il mistero delle Piramidi di Snefru

Quando si parla di piramidi egizie, tutti pensano immediatamente all’imponente Grande Piramide di Giza, ovvero quella di Cheope (Khufu), alta 140 metri e il perimetro della sua base è di quasi 1 chilometro. In realtà ce ne sono alcune che, seppur sconosciute, hanno alle spalle delle storie eccezionali!

Le piramidi di Snefru sono tra le più affascinanti e misteriose dell’antico Egitto.

Snefru fu il fondatore della IV dinastia e il padre di Cheope, il costruttore della grande piramide di Giza. Snefru è considerato uno dei più grandi faraoni della storia, sia per le sue imprese militari e commerciali, sia per le sue innovazioni architettoniche. Snefru fu infatti il primo a realizzare una piramide a facce lisce, dopo aver sperimentato diverse soluzioni per superare i problemi strutturali delle piramidi a gradoni.

Snefru è attribuito con la costruzione di almeno tre piramidi, tutte situate nella regione di Dahshur, a sud di Saqqara. La prima è la piramide di Meidum, che originariamente era una piramide a gradoni, ma che fu poi modificata da Snefru per renderla a facce lisce. Tuttavia, la trasformazione non fu riuscita e la piramide collassò in parte, lasciando solo il nucleo interno a gradoni. La seconda è la piramide romboidale, che deve il suo nome alla sua forma insolita, con due diverse inclinazioni delle facce. Si pensa che questa sia stata una soluzione di emergenza per evitare il crollo della piramide, che era stata inizialmente progettata con una pendenza troppo ripida. La terza è la piramide rossa, che è considerata la prima vera piramide a facce lisce dell’antico Egitto. Questa piramide ha una pendenza più moderata e una struttura più solida delle precedenti, ed è anche la più grande delle tre.

Il motivo per cui Snefru costruì tre piramidi diverse non è chiaro.

Forse era insoddisfatto delle sue opere precedenti e voleva raggiungere la perfezione architettonica. Forse voleva dimostrare il suo potere e la sua ricchezza con monumenti sempre più imponenti. Forse voleva assicurarsi una sepoltura adeguata per la sua vita ultraterrena. O forse voleva semplicemente sperimentare nuove tecniche e forme per le sue tombe reali.

Qualunque fosse la sua intenzione, Snefru lasciò un’eredità inestimabile per l’architettura egizia e per la storia dell’umanità. Le sue piramidi sono testimonianze della sua genialità e della sua ambizione, e sono ancora oggi fonte di ammirazione e di mistero per gli studiosi e i visitatori.

Uno strumento per identificare le AI generated content su Instagram

Meta sta lavorando a un nuovo strumento per identificare le immagini generate da intelligenza artificiale (IA) che vengono caricate sul social network.

Non c’è ancora un annuncio ufficiale, ma il ricercatore e sviluppatore italiano Alessandro Paluzzi, ha rivelato di aver trovato un nuovo menu nel codice dell’app che mostra un avviso quando viene visualizzato un post con contenuti generati da IA.

L’obiettivo è ridurre la diffusione del deep fake?

L’obiettivo di questa nuova funzionalità potrebbe essere quello di limitare la diffusione di fake news e deep fake, ovvero foto e video falsi che sembrano reali ma che vengono creati al computer, spesso utilizzando chatbot o altri programmi, o almeno avvisare gli utenti con un disclaimer.

Questo aiuterebbe a mitigare polemiche inutili riguardo a contenuti fake casualmente o volutamente diffusi in rete.

Secondo Paluzzi, Instagram potrebbe inviare un messaggio all’apertura di un post creato da IA, che avvisa l’utente della generazione artificiale del contenuto.

Meta, l’azienda madre di Instagram, non ha ancora specificato come riuscirà a individuare questi post, ma questa mossa segue gli impegni presi dalle grandi aziende tecnologiche nei confronti del governo americano nel documento “Ensuring Safe, Secure, and Trustworthy AI” (Garantire un’intelligenza artificiale sicura, protetta e affidabile). Il rapporto si focalizza principalmente sul miglioramento degli strumenti a disposizione dei consumatori per distinguere tra immagini e video reali e quelli creati digitalmente, al fine di evitare truffe e manipolazioni. Paluzzi ha anche scoperto segnali di altri strumenti generativi basati sull’IA su Instagram, come una funzione di riepilogo dei messaggi per creare sintesi delle conversazioni private sulla piattaforma e opzioni di editing per le storie.

Pericolo 81: il regno dell’orrore a Vermicino

Se stai cercando un po’ di brividi nella tua vita, ti consigliamo di visitare Vermicino, una piccola località tra Frascati e Roma, dove si trova una villa abbandonata che fa tramre persino i fantasmi. Conosciuta come Pericolo 81, questa vecchia dimora è infestata di presenze inquietanti e fenomeni paranormali a non finire.

Sei pronto a provare un’esperienza da brivido?

Basta cercare su Google la posizione esatta e lasciarti guidare dal navigatore GPS. Non è complicato, basta percorrere qualche chilometro tra campi e ruderi, parcheggiare la macchina a bordo strada e voilà, sei arrivato. L’ingresso è facilissimo, la rete di recinzione è piena di buchi come il Formaggio svizzero e la porta sembra un varco per l’inferno. Tutto sembra invitarti ad entrare… e noi, pazzi come siamo, entriamo.

Ma cosa c’è dietro la leggenda di Pericolo 81?

Le fonti sul web sostengono che il nome derivi dal numero civico dell’abitazione, ma in realtà siamo al numero 112 di Via Colle Pizzuto. La storia che circonda questa casa ha tutto il sapore del gotico più truculento. Negli anni ’80, un uomo, sua moglie e la loro bambina di 7 anni vivevano qui. Questo è l’unico punto su cui tutti concordano.

Ma ora arriviamo alla parte interessante. Cosa è successo successivamente?

Beh, ci sono diverse versioni, ma tutte concordano su un punto: il padre della bambina è scomparso nel nulla. Alcuni dicono che lui sia morto in guerra, altri sostengono che sia semplicemente scappato e non sia mai più tornato. Ma il bello viene dopo. La moglie, presa dalla disperazione più totale, ha perso la testa e ha commesso un gesto irreparabile. Mentre la figlia giocava beata sull’altalena in giardino, la madre si è avvicinata e l’ha uccisa. Non si sa bene se l’abbia strangolata o le abbia tagliato la testa (le due versioni sono altrettanto credibili, ovviamente). Dopo aver finito con la bambina, la madre ha tagliato il corpo a pezzi e ha seppellito i resti in angoli diversi del giardino. Ma le sorprese non sono finite qui. La donna, ossessionata dal rimorso, si è suicidata lanciandosi dalla finestra del secondo piano.

Da quel giorno, si dice che gli spiriti della madre e della figlia abbiano preso possesso di Pericolo 81, tormentando chiunque abbia il coraggio di avventurarsi all’interno. Grida, passi misteriosi, altalene che si muovono da sole, occhi rossi che brillano nel buio… le testimonianze sono numerose. Persone coraggiose (o folli) hanno riferito di aver avuto contatti con forze sovrannaturali maligne, camminando tra quei maledetti muri.

Ma non sono solo i fantasmi a essere attratti da questa casa.

Anche Sandro Pertini, allora presidente della Repubblica, si è recato sul posto per investigare su questi avvenimenti paranormali. Con l’aiuto dei tecnici della RAI e di un’elettrosonda a filo, sono stati trasmessi in diretta televisiva 18 ore di “divertimento” supernatural. Sfortunatamente, non possiamo dirti il finale, perché si è perso il segnale. Ma non ti preoccupare, abbiamo il riassunto: tutto si è risolto con un finale molto… mortale.

Quindi, se sei in cerca di emozioni forti e non hai paura di incontrare fantasmi che ti straziano, vieni a visitare Pericolo 81 a Vermicino. Ma ricordati di portare una scorta extra di mutande perché potrebbe diventare una delle esperienze più spaventose della tua vita. E se non credi nella storia dei fantasmi, almeno avrai una bella scusa per andare a esplorare una vecchia villa abbandonata. Buona caccia alle ombre!

Misteriosi Reperti Egiziani trovati in Arizona

Avete mai sentito parlare degli antichi manufatti egiziani ritrovati in Arizona, nel Gran Canyon? Il 5 Aprile 1909 su un’articolo dell”Arizona Gazette il 5 aprile 1909, veniva riportata una scoperta eccezionale di  una città sotterranea, abbastanza grande da ospitare circa 50.000 persone, fatta da un esploratore di nome GE Kinkaid, che l’ha trovata accidentalmente durante una discesa in rafting sul fiume Colorado.

L'ingresso alla città sotterranea egiziana in Arizona trovata da Kinkaifd nel 1909.
L’ingresso ad cavità sotterranea che secondo gli appassionati di misteri americani porterebbe alla città sotterranea. 

Durante un’esplorazione mineraria svolta assieme a dei ricercatori dello Smithsonian institute, Kincaid si accorse di alcune formazioni rocciose poste sulla parete del Gran Canyon che potevano nascondere vene minerarie.

Dopo aver cercato inutilmente un sentiero, decise di avvicinarsi alle formazioni risalendo i muraglioni.

Arrivato a destinazione scoprì la presenza di un terrazzamento artificiale che nascondeva l’ingresso ad un tunnel.

Era quasi inaccessibile, situato a circa 450 metri sotto la parete ripida del canyon e in una zona protetta dal governo.

Kinkaid scoprì un tunnel che si estendeva per più di 1600 metri sottoterra arrivando ad una città sotterranea. Assieme a lui c’era il professor S.A. Jordan dello Smithsonian.

Una scoperta eccezionale

L’architettura della città sotterranea suggeriva competenze ingegneristiche avanzate. L’asse centrale della città era una gigantesca camera da cui partivano passaggi simili ai raggi di una ruota.

Le pareti erano decorate con armi di rame e tavolette coperte di simboli e caratteri geroglifici simili a quelli egiziani.

Durante l’esplorazione sono stati trovati vari manufatti, inclusi attrezzi in rame così forti come l’acciaio e un metallo grigio simile al Platino.

In una delle grotte sono state trovate corpi mummificati, che hanno fatto subito pensare ad  origine egiziana. Poi sono state ritrovate statue, monili ed artefatti.

Ulteriori esplorazioni hanno rivelato una stanza con una pianta a forma di croce, che conteneva un idolo simile a Buddha. Sono state anche scoperte ceramiche e altri manufatti con caratteristiche di fabbricazione provenienti da diverse parti del mondo.

Durante una delle esplorazioni sarebbe stato ritrovato un cunicolo profondo e senza prese d’aria che emanava il lezzo dei serpenti, forse un passaggio per una camera segreta protetta da un gas tossico di qualche tipo.

Questa scoperta sarebbe di importanza senza precedenti, in quanto potrebbe rappresentare una miscela di culture molto rare nei reperti archeologici.

Verità nascosta o Bufala?

Sarebbe davvero interessante poter esplorare la grotta, ma questa è inserita in un area militare protetta e difficilmente accessibile. Quindi questa strada non è percorribile.

Non ci sono riferimenti ufficiali o versioni ufficiali di questa scoperta. Lo Smithsonian Institute ha negato di averne mai sentito parlare. Molti ricercatori ritengono che questa sia la prova che la scoperta è stata occultata perché sconvolgerebbe la storia dell’umanità così come è stata scritta.

Le varie foto presenti nei siti di esperti di misteri americani sembrano non coincidere con la descrizione riportata da Kinkaid.

Alcuni sostenitori di questa teoria citano esempi di altri reperti e scoperte che sono stati occultati o distrutti dal governo o dallo Smithsonian Institute.

These Gold Artifacts from Kincaid Tunnel are the only Artifacts on display in the Smithsonian Institute at Washington DC. from the Grand Canyon..jpg

In rete si trovano foto come questa a fianco che testimonierebbero l’esistenza dei reperti egiziani scoperti ed in seguito nascosti dallo  Smithsonian Museum.

Si tratterebbe di due busti in oro e pietre preziose rappresentati il faraone Akenathon e la regina Nefertiti risalenti al tempo di Ramsess II e alcune statuette di divinità egizie. Il che è di per sé abbastanza insensato.

Akenathon fu un faraone eretico che mosse guerra, assieme alla moglie Nefertiti che proveniva probabilmente dal Medio Oriente, ai culti delle divinità egizie promulgando per un breve tempo un monoteismo incentrato sul dio sole Athon.

Il faraone eretico: Akhenaton | Storie di Storia

Fece costruire una nuova capitale dell’Egitto, Amarna ed inaugurò un nuovo stile artistico in netto contrasto con le raffigurazioni tipiche egiziane del suo periodo.Alla morte del faraone i culti politeisti ripresero il potere, la memoria del faraone stesso fu  cancellata, e Armana venne abbandonata.

In pratica il busto Akenathon è incompatibile con la presenza di statue di divinità. Inoltre si coglie immediatamente che i manufatti sembrano tutti troppo ben conservati per avere migliaia di anni: sembrano più souvenir per turisti.

Delle foto originali, le catalogazioni dei reperti e gli altri reperti tra cui alcune mummie, non si ha alcuna traccia nemmeno negli archivi.

Nessuno è finora riuscito a trovare delle informazioni su questo Kinkaid che sembra essere stato un avventuriero, nè del professore SA Jordan con cui l’esploratore avrebbe collaborato.

L’articolo dell’Arizona Gazette è l’unica prova documentata di questa scoperta, ma molti sono convinti che il governo americano stia nascondendo la verità sulle antiche civiltà e sulle scoperte archeologiche.

The Hoax of 1909: Egyptian Artifacts in the Grand Canyon?

Cosa c’è di vero?

Sono state effettivamente trovate delle mummie umane nel Gran Canyon, ma in una località differente rispetto a quella identificata da Kinkaid. Erano cadaveri mummificati di uomini appartenenti a popolazioni indigene sepolti secondo usanze riferibili agli Anasazi, antico popolo americano che ebbe il suo maggior sviluppo attorno al X secolo.

 

La conclusione del Fumetto “Star Wars: The High Repubblic Adventures” secondo Daniel José Older

Le avventure della giovane Jedi Savina Malagan, protagonista del fumetto di Dark Horse, Star Wars: The High Repubblic Adventures si sono concluse la settimana scorsa negli States. In queste ultime puntate, Savina Besatrix “Sav” Malagán ha vissuto un’avventura da ricordare a un equipaggio eterogeneo di pirati (compresa Maz Kanata) per vivere avventure attraverso i pianeti. Di conseguenza, ha lottato con bande di pirati, viaggiato tra le stelle e dovuto spiegare tutto al suo maestro.

Vi riportiamo l’intervista su StarWars.com con lo scrittore della serie Daniel J. Older che racconta la genesi e la conclusione dell’opera.

 

The High Republic Adventures è stato molto divertente, con un’atmosfera molto anni ’80 alla Amblin, dove Sav intraprende una grande avventura emozionante ma pericolosa. Quali sono Quali sono state le tue influenze e ispirazioni per la storia?

Grazie! Adoro I Goonies e l’avventura pirata divertente di quel film era sicuramente nella mia mente, ma ero anche molto consapevole che si trattava di una storia dal punto di vista dei pirati, e a tal proposito, Peaky Blinders è stata una grande ispirazione. Amo il senso di comunità e famiglia di quella serie e il modo in cui i personaggi fuori legge lottano con tutte le sfumature impossibili di grigio che la loro esistenza richiede. È l’idea che, per quanto disordinati siano, c’è ancora un codice in gioco e ci sono persone molto peggiori con cui confrontarsi.

Sav è stata un ottimo sostituto per i giovani lettori, è una Padawan ma sta davvero vedendo per la prima volta la galassia. Era questa la tua intenzione?

: Oh, sicuramente! È allo stesso tempo piena di meraviglia e molto scaltra (senza giochi di parole), e questo particolare crocevia della crescita può essere molto divertente e molto pericoloso allo stesso tempo. Trova un gruppo di persone fuori dalle righe, fuorilegge dal cuore buono, che sanno come lasciarla essere esattamente ciò che è, ed è questa la grazia salvifica di tutta l’avventura. Ma ovviamente ciò comporta cento altri problemi.

Come hai scelto chi sarebbe stato nel suo equipaggio assortito? Vedere insieme Therm Scissorpunch e Dexter Jettster non era qualcosa che si poteva prevedere.

 Quella parte era già pianificata per questo ciclo, almeno nella mia testa. Ho sempre amato Therm e, ovviamente, Dex è Dex, cosa c’è da aggiungere? Sembrava una combinazione naturale avere entrambi nello stesso equipaggio. La parte complicata è arrivata quando mi sono reso conto di aver inserito così tanti personaggi divertenti e caotici in questa storia, sia ereditati che nuovi, e volevo assicurarmi di dare a ognuno di loro almeno un momento per brillare. Fortunatamente, è andata ancora meglio di quanto mi aspettassi!

Con la conclusione della serie, cosa speri che i fan giovani e adulti abbiano tratto da essa?

La cosa che mi ha sorpreso di più nel viaggio di Sav durante questa serie è stata quanto sia emotiva e personale. Ho iniziato a scrivere una storia avventurosa di pirati e caos, e sicuramente l’ho fatto. Ma ho scoperto che stavo anche scrivendo la storia di una giovane persona che lotta contro la corrente per essere esattamente ciò che è e scopre alleati e cattivi nei luoghi più inaspettati lungo il cammino. Sav sa di non essere in grado di spiegare le ali completamente all’inizio di questa storia, ed è quello che la spinge ad unirsi all’equipaggio di Maz e infine a tornare alla fonte dei suoi problemi. In definitiva, questa è una storia sulla ricerca della propria famiglia e, nel farlo, della scoperta di sé stessi.

Exit mobile version