45 anni di Lady Oscar: la mostra celebrativa a Milano del capolavoro intramontabile

Lady Oscar è senza dubbio una delle serie anime più amate di tutti i tempi, e il fatto che stia celebrando il suo 45º anniversario è un traguardo che merita di essere festeggiato in grande stile. Proprio per questo motivo, a Milano presso il WOW Spazio Fumetto, verrà allestita una mostra speciale dedicata a questo capolavoro intramontabile del genere storico-drammatico.

La serie ha affascinato e appassionato generazioni di spettatori in tutto il mondo grazie alla sua trama avvincente, ai personaggi ben caratterizzati e alla colonna sonora indimenticabile.

Dal 25 maggio al 15 settembre, presso il WOW, Museo del Fumetto di Milano, sito in viale Campania 15, sarà possibile immergersi completamente nell’universo di Lady Oscar grazie all’esposizione di storyboard originali, gadget esclusivi, rare edizioni, costumi e approfondimenti storici che hanno contribuito a creare il mito di Madamigella Oscar.

L’inaugurazione dell’evento è prevista per domenica 26 maggio alle 15 e 30, con la presenza di ospiti speciali e altri momenti conviviali in programma. La mostra è curata da Yamato Video, Enrico Ercole, Angelo Capozzi e Luca Bertuzzi, con il supporto del Lady Oscar Italian Fan Club. Nonostante una pausa estiva prevista dal 29 luglio al 30 agosto, l’esposizione rimarrà aperta per tutti coloro che desiderano celebrare insieme a Lady Oscar questa importante pietra miliare.

La storia di Lady Oscar è ambientata nella Francia del XVIII secolo, durante la rivoluzione francese, e segue le vicende di Oscar François de Jarjayes, una nobildonna cresciuta come un ragazzo per poter ricoprire il ruolo di capitano delle guardie del corpo della regina Maria Antonietta. La serie ha saputo catturare l’attenzione del pubblico grazie alla forza, determinazione e coraggio del personaggio di Lady Oscar, diventato un’icona femminista e un simbolo di speranza in un periodo cruciale della storia. La regia di Tadao Nagahama e le magnifiche musiche di Koji Makaino hanno reso Lady Oscar un vero capolavoro visivo e sonoro, che continua ad essere amato e apprezzato da migliaia di fan in tutto il mondo. La mostra a Milano è un’occasione unica per rivivere e celebrare questa epica saga che rimarrà per sempre nel cuore di chi l’ha seguita con passione e dedizione.

Enrico Ercole, curatore della mostra, ha espresso la sua incredulità nel poter organizzare un evento del genere su un anime così iconico e memorabile. Ma è proprio questo il bello dei sogni che ci accompagnano per tutta la vita e si concretizzano in esperienze straordinarie come questa mostra su Lady Oscar. Un appuntamento da non perdere per tutti gli appassionati e i nostalgici di questa straordinaria serie che ha segnato la storia dell’animazione giapponese.

I Simpson: la morte di Larry Dalrymple scatena le reazioni dei fan. Il produttore spiega perché è accaduto

La morte di Larry Dalrymple, avvenuta nell’episodio “Cremains of the Day” de I Simpson, ha scosso i fan della serie animata. Il personaggio, presente fin dagli albori dello show, era un avventoriere abituale della taverna di Boe.

Tim Long, produttore della serie, ha voluto scusarsi con i fan per la scelta di eliminare il personaggio, spiegando che la sua morte è stata utilizzata per trasmettere un messaggio importante: “anche le persone più periferiche nelle nostre vite hanno dignità e valore”.

Long ha sottolineato che la morte di Larry non è stata presa alla leggera:

“Nessuno sarebbe stato sconvolto se i Flintstones avessero ucciso il Grande Gazoo. Anzi, ne sarebbero stati entusiasti”.

L’episodio “Cremains of the Day” affronta il tema della morte e dell’ansia che essa provoca. Homer e i suoi amici si ritrovano a confrontarsi con la loro mortalità e con il valore delle relazioni interpersonali.

La morte di Larry, seppur inaspettata, ha avuto un impatto significativo sui personaggi e sui fan.

È un evento che li ha spinti a riflettere sulla vita e sulla morte, e sul significato di essere amici.

Anche se la scomparsa di Larry ha lasciato un vuoto nella taverna di Boe, la sua morte ha permesso di approfondire i temi dell’amicizia e della mortalità, rendendo l’episodio “Cremains of the Day” un capitolo importante nella storia de I Simpson.

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Cenerentola: arriva la versione horror con protagonista la sorellastra Elvira!

Pronti a ribaltare il classico? Nei prossimi mesi approderà al cinema “The Ugly Stepsister”, un film audace e inaspettato che rivisita la favola di Cenerentola dalla prospettiva della sorellastra, Elvira.

Una nuova luce sulla storia: Diretto dalla regista norvegese Emilie Blichfeldt al suo debutto dietro la macchina da presa, il film seguirà la tormentata Elvira nella sua lotta per competere con la sua bellissima sorellastra in un regno dove l’estetica regna sovrana. Determinata a conquistare l’attenzione del principe, Elvira si spingerà fino all’estremo.

Lea Myren, al suo primo ruolo da protagonista, interpreterà Elvira, mentre Thea Sofie Loch Naess (“The Last Kingdom”) e Ane Dahl Torp (“The Wave”) saranno rispettivamente Cenerentola e la matrigna.

Un’anticipazione dalla regista: Emilie Blichfeldt ha confessato di essersi “immediatamente identificata” con la sorellastra dopo aver “riscoperto la versione dei fratelli Grimm in cui Elvira si taglia le dita dei piedi per calzare la scarpa di vetro”.

Un messaggio potente: “Con questo ‘beauty horror’ voglio sedurre il pubblico mostrando una ragazza che sogna di sposare il principe”, ha dichiarato la regista, “per poi rivelarne il vero e crudo lato interiore. È ora che la storia della brutta sorellastra esca dall’ombra di Cenerentola e diventi l’iconica femminista contro la narrativa della tirannia della bellezza che è”.

Un film atteso: Memento International, distributrice del film, ha elogiato l’interpretazione unica del classico, definendola “ugualmente divertente, audace, scioccante e destinata a diventare un cult per una generazione”. La compagnia ha inoltre sottolineato l’estrema attualità del film, che esplora “ciò che le donne sono disposte a fare per soddisfare gli standard di bellezza imposti dalla società”.

Preparatevi a un viaggio oscuro e intrigante nel mondo di Cenerentola, dove la bellezza non è tutto come sembra!

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I cinque samurai: il clone di Saint Seiya che non ce l’ha fatta a diventare un cult!

“I cinque samurai” è un anime televisivo giapponese prodotto dalla Sunrise e dalla Nagoya Television composto da 39 episodi trasmessi in Giappone dal 30 aprile 1988 al 4 marzo 1989. L’anime è stato trasmesso per la prima volta in Italia nell’aprile 1990 su Italia 7, per poi approdare su altre reti come TMC e Junior TV. Nonostante l’assenza di violenza esplicita o presenza di sangue, non è mai andato in onda su reti Mediaset, fatta eccezione per il canale Hiro.

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Anche grazie  alle bellissime action figure (al tempo superiori a quelle di Saint Seiya per molti aspetti), questa serie ha goduto di un discreto seguito in Italia, anche se è stata trasmessa solo su reti con minore copertura nazionale. Tuttavia, ha riscosso un grande successo in paesi come Giappone, Stati Uniti e Francia. Sono stati prodotti tre OAV ispirati alla serie, insieme a un manga, numerosi romanzi e audio drama. In Italia, sia la serie animata che gli OAV sono distribuiti dalla Yamato Video.

La storia di “I cinque samurai” si svolge circa mille anni prima dell’avventura narrata negli episodi. Il mondo era devastato da guerre alimentate da rancore e smania di potere, che hanno dato vita a Harago, uno spirito maligno dotato di un’armatura con immensi poteri di distruzione. Un monaco-guerriero di nome Hariel sconfisse e eliminò Harago, ma decise di dividere la sua armatura in nove pezzi destinati ad altrettanti uomini virtuosi per combattere il male. Ogni armatura rappresentava una virtù: giustizia, saggezza, fiducia, determinazione, sensibilità, fedeltà, clemenza, franchezza e tenacia. Secoli dopo, gli Spiriti del Male risvegliarono lo spirito di Harago, assegnando quattro armature corrotte a quattro uomini demoniaci. Le restanti cinque armature furono invece affidate a cinque nobili samurai per combattere il male. Durante la serie, compare l’armatura bianca, che rappresenta la fusione delle cinque armature dei samurai.

“I cinque samurai” rispecchia molte caratteristiche della cultura giapponese, con le armature che rappresentano gli elementi tradizionali e i demoni associati a concetti negativi. Nonostante alcuni spunti interessanti, la serie presenta alcune lacune logiche e manca di originalità. La grafica e la regia sono buone per l’epoca, ma la trama risulta piatta e prevedibile. In conclusione, “I cinque samurai” non è un clone de “I Cavalieri dello Zodiaco”, ma manca di originalità e logica. Nonostante alcuni temi interessanti, la serie non riesce a distinguersi e ad offrire una narrazione coinvolgente e appassionante. Oltre alle promesse non mantenute, la serie soffre di superficialità e mancanza di coerenza, che la rendono una visione deludente per chi cerca un’esperienza animata più profonda e coinvolgente.

12 poster di Star Wars made in Japan!

Durante l’anno prossimo la Star Wars Celebration sbarcherà in Giappone e in vista di questo ritorno, vale la pena esplorare alcuni dei rari poster di film giapponesi di Star Wars che mostrano disegni unici e che non sono stati utilizzati in nessun’altra parte del mondo. I fan e i collezionisti sono sempre alla ricerca di articoli esclusivi e il mercato giapponese ha da sempre offerto una vasta gamma di prodotti creati appositamente per il suo pubblico. Tra giocattoli, premi alimentari, abbigliamento e poster, i fan di Star Wars possono trovare una varietà di articoli che non si trovano altrove.

Durante la trilogia originale negli anni ’70 e ’80, i team di marketing di tutto il mondo avevano la libertà di creare campagne di poster di Star Wars su misura per soddisfare le esigenze del pubblico locale. Questo ha portato alla creazione di una vasta gamma di immagini pubblicitarie accattivanti e originali. Tuttavia, con l’avvento della trilogia dei prequel, molti mercati hanno condiviso le stesse immagini pubblicitarie, ad eccezione degli Stati Uniti. Ma negli ultimi anni, la tendenza è tornata a creare design di poster regionali, offrendo ai fan la possibilità di aggiungere pezzi unici alla propria collezione.

I 12 poster di film giapponesi di Star Wars presentati qui sono particolarmente interessanti per i fan che desiderano avere una visione completa e dettagliata della loro collezione. Noterete che i poster dei prequel non sono inclusi, poiché durante quel periodo non erano stati creati design esclusivi per il Giappone.

Uno dei primi poster in anteprima di Star Wars prodotti in Giappone mostrava un campo stellare azzurro intenso e uno slogan accattivante che anticipava l’avventura epica del film. Un altro poster illustrato dall’artista Seito riprendeva la composizione del poster americano, ma con modifiche ai volti dei personaggi e al posizionamento dei droidi. Questi due esempi dimostrano l’attenzione ai dettagli e l’impegno nel creare design distinti per il mercato giapponese.

Uno dei poster più rari è il teaser della “Revenge of the Jedi“, unico al di fuori degli Stati Uniti a utilizzare il titolo provvisorio del film. Questo poster è estremamente difficile da trovare e rappresenta una vera gemma tra i collezionisti. Altri poster di collage fotografico per Il ritorno dello Jedi mostrano la vastità epica del film e trasmettono l’atmosfera cinematografica in modo magistrale.

Anche poster per i film spin-off come L’avventura degli Ewoks e Il Ritorno degli Ewoks mostrano l’attenzione ai dettagli e il fascino fantasy dei film. Infine, due poster esclusivi per Rogue One: A Star Wars Story e Solo: A Star Wars Story mettono in mostra immagini suggestive e originali che rappresentano i personaggi chiave e l’azione dei film. Questa carrellata di poster unici offre uno sguardo approfondito e dettagliato sulla varietà di design creati esclusivamente per il mercato giapponese. I fan e i collezionisti avranno la possibilità di aggiungere pezzi unici e rari alla propria collezione, catturando l’essenza e lo spirito di Star Wars in un modo nuovo e affascinante.

Fonte: starwars.com/news/star-wars-japanese-posters

Evercade: la mini console portatile per gli amanti del retrogaming a un prezzo imbattibile!

Rivivi i classici arcade anni ’80 e ’90 con questa console portatile in stile Game Boy

Siete appassionati di retrogaming e desiderate rivivere i classici arcade degli anni ’80 e ’90? Allora non potete perdervi la mini console portatile Evercade, un’autentica gemma per gli amanti dei videogiochi vintage!

Un design accattivante e una vasta libreria di giochi

Questa mini console, disponibile in una dinamica colorazione nero e verde, vanta un design compatto e accattivante che rievoca le iconiche console portatili del passato. La vera forza di Evercade, però, risiede nella sua ampia libreria di giochi: oltre 500 titoli classici distribuiti su diverse cartucce intercambiabili, pronte a riportarvi indietro nel tempo con le loro grafiche pixelate e il loro gameplay coinvolgente.

Taito Edition: 18 classici arcade inclusi

La versione speciale Taito Edition di Evercade include 18 giochi cult della celebre casa giapponese, tra cui:

  • Bubble Bobble
  • Space Invaders
  • Space Invaders 91′
  • Operation Wolf
  • The New Zealand Story
  • Rastan
  • Puzzle Bobble
  • Cadash
  • Chack’n Pop
  • Don Doko Don
  • Elevator Action
  • The Fairyland Story
  • Football Champ
  • Growl
  • Kiki Kaikai
  • The Legend of Kage
  • Liquid Kids
  • Volified

Ore di divertimento assicurate con un’autonomia eccellente

Grazie alla batteria integrata, la mini console Evercade garantisce un’autonomia di oltre 40 ore, permettendovi di giocare ai vostri titoli preferiti ovunque vi troviate. La ricarica avviene tramite il cavo USB-C incluso nella confezione.

Un prezzo imbattibile e la garanzia di Amazon

Il tutto a un prezzo davvero imbattibile: solo 53,99 euro!

Cosa aspettate? Correte ad acquistare la vostra Evercade e preparatevi a rivivere le emozioni del retrogaming!

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MS-DOS 4.0: un tuffo nostalgico negli anni ’80!

Amanti dei computer vintage e del retrogaming, preparate i vostri floppy disk! Microsoft, in collaborazione con IBM, ha rilasciato il codice sorgente di MS-DOS 4.00, riportandoci indietro agli albori dell’informatica personale.

Un pezzo di storia del software

MS-DOS, acronimo di Microsoft Disk Operating System, è stato il sistema operativo dominante per i PC IBM negli anni ’80 e ’90. La sua interfaccia a riga di comando e il suo sistema di file basato su FAT hanno rivoluzionato il modo in cui le persone interagivano con i computer.

Un’edizione speciale: MS-DOS 4.00 Multitasking

La versione 4.00, rilasciata nel 1986, introduceva una funzione innovativa per l’epoca: il multitasking. Questa funzionalità permetteva di eseguire più programmi contemporaneamente, una vera rarità all’epoca. Tuttavia, a causa di alcune limitazioni tecniche e della scarsa compatibilità con l’hardware dell’epoca, questa versione non ebbe il successo sperato.

Un regalo per gli appassionati di retrocomputing

Nonostante la sua breve vita commerciale, MS-DOS 4.00 Multitasking rappresenta un pezzo importante della storia del software. Il rilascio del suo codice sorgente rappresenta un’occasione unica per gli appassionati di retrocomputing di esplorare il funzionamento di questo sistema operativo e di sperimentare con il multitasking degli anni ’80.

Come rivivere l’esperienza MS-DOS 4.00

Il codice sorgente di MS-DOS 4.00 è disponibile gratuitamente su GitHub. Gli utenti possono compilarlo e eseguirlo su emulatori di PC IBM come PCem o 86Box. Inoltre, è disponibile un video su YouTube che mostra MS-DOS 4.00 Multitasking in esecuzione su un IBM PC XT.

Un tuffo nel passato per guardare al futuro

Il rilascio di MS-DOS 4.00 rappresenta un passo importante nella preservazione della storia del software. Offre a una nuova generazione di utenti la possibilità di sperimentare un sistema operativo che ha avuto un impatto significativo sullo sviluppo dell’informatica personale. Inoltre, il codice sorgente aperto può ispirare nuovi progetti di sviluppo software e contribuire all’innovazione nel campo del retrogaming.

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Simone & Matteo, ovvero Bud Spencer e Terence Hill in versione tarocca!

Nel panorama cinematografico degli anni ’70, il duo di attori Bud Spencer e Terence Hill ha rappresentato un’icona indiscussa del genere action-comedy italiano, noto per le sue scene di combattimento e il suo umorismo bonario. Al culmine della loro popolarità, un fenomeno curioso si verificò: la nascita di una coppia di sosia, Paul L. Smith e Michael Coby, meglio conosciuti come Simone e Matteo.

Simone e Matteo un gioco da ragazzi 1975 ( M. Coby e P. Smith )

Simone e Matteo: Gli Inquietanti Sosia Dimenticati

Smith e Coby, nei panni di Simone e Matteo, hanno incarnato la versione “fasulla” di Spencer e Hill, interpretando cinque film tra il 1974 e il 1976. Questi film seguivano il filone del “grosso” e del “bello”, un tema ricorrente nel cinema italiano dell’epoca che aveva trovato il suo apice con Spencer e Hill.

La coppia di sosia non si limitò a emulare l’aspetto fisico dei loro famosi predecessori, ma estese l’imitazione allo stile cinematografico e persino alla scelta dei doppiatori, che erano gli stessi di Spencer e Hill. Inoltre, le musiche dei film furono composte dagli Oliver Onions sotto diverso nome, contribuendo così a creare un’esperienza quasi autentica per il pubblico.

La Rivolta nei Cinema Tedeschi

Il tentativo di cavalcare l’onda del successo di Spencer e Hill non fu sempre ben accolto. In Germania, ad esempio, si verificò un episodio di protesta quando il pubblico, accortosi dell’inganno durante la proiezione di uno dei film di Simone e Matteo, reagì lanciando le sedie contro lo schermo.

Il Legame con Bud Spencer e Terence Hill

Nonostante le polemiche, la coppia di sosia ha avuto un certo successo, riuscendo a catturare l’attenzione di una parte del pubblico che apprezzava il genere. Tuttavia, il loro legame con Bud Spencer e Terence Hill rimane una nota curiosa nella storia del cinema, un esempio di come la popolarità di un duo possa generare imitazioni e fenomeni paralleli.

La Fine di un’Era

Dopo l’esperienza come sosia, Smith e Coby decisero di proseguire le loro carriere con i loro nomi reali. Smith si distinse in film come “Fuga di Mezzanotte”, “Dune” e “Braccio di ferro”, mentre Coby lavorò come caratterista in numerose produzioni, l’ultima delle quali nel 2004 nel film “Il cartaio” di Dario Argento. Paul L. Smith è poi scomparso nel 2012 in circostanze mai chiarite.

La storia della coppia di Simone e Matteo è un affascinante capitolo del cinema italiano, un fenomeno che riflette la cultura popolare e l’industria cinematografica di un’epoca. La loro eredità, sebbene controversa, rimane un interessante spunto di riflessione sull’originalità e sull’imitazione nell’arte e nell’intrattenimento.

Neteb – La principessa del Nilo

Neteb – La principessa del Nilo” è una serie a cartoni animati francese che ci porta indietro nel tempo all’epoca dell’Antico Egitto, al regno del faraone Ramses II e alla vita avventurosa della principessa Neteb. La serie, prodotta da France 2 insieme a Marina Productions e Victory, è stata trasmessa per la prima volta in Francia il 11 settembre 1999 su France 2 e in Italia dal 15 luglio 2001 su Italia 1. La sigla italiana è interpretata da Cristina D’Avena, che aggiunge un tocco speciale alla narrazione.

«… Ramses II costruì un tempio scavato nella roccia, opera eterna per la prima regina Nefertari amata da Mut in Nubia per sempre e in eterno… Nefertari colei per la quale il Sole splende…»

Ci troviamo nell’anno 1275 a.C., in un periodo di splendore per l’Impero egiziano, ma anche di pericoli nascosti. Ramses II regna sul paese con l’amata regina Nefertari, una donna di straordinaria bellezza e potenza. Ma la sorpresa di Neteb, la dolce e vivace sorella della regina, è destinata a portare nuove avventure e intrighi alla corte reale. Neteb è l’unica ragazza ammessa alla Casa della Vita, una scuola riservata a pochi eletti seguiti dal Sacerdote Setne. Qui fa amicizia con Merempah, figlio di un importante funzionario del faraone, destinato a diventare un valoroso soldato. Insieme, i due giovani si troveranno ad affrontare il malvagio sacerdote Reshep, alleato del perfido dio Seth, in una lotta per proteggere il regno e la famiglia reale.

NETEB, LA PRINCIPESSA DEL NILO - VIDEOSIGLA OP/ED - CRISTINA D'AVENA

La serie, nonostante non abbia ottenuto un grande successo, riesce a trasportare lo spettatore nell’atmosfera affascinante dell’Antico Egitto, con le sue tradizioni, la sua spiritualità e la sua bellezza senza tempo. “Neteb – La principessa del Nilo” è un tesoro nascosto da scoprire, un’opportunità per conoscere e apprezzare la storia in modo coinvolgente e educativo, soprattutto per i giovani. Vale sicuramente la pena di recuperarla e lasciarsi trasportare dalle avventure di Neteb e Merempah.

Guglielmo Marconi: la radio, ieri ed oggi

Oggi omaggiamo il genio di Guglielmo Marconi, nato esattamente centocinquant’anni fa, il 25 aprile 1874 a  Palazzo Marescalchi in Bologna, che ha rivoluzionato il mondo delle comunicazioni e dell’elettronica. Considerato il “Genio delle onde”, Marconi ha contribuito in modo significativo allo sviluppo della radio e di altri strumenti tecnologici che sono diventati parte integrante della nostra vita quotidiana, come il cellulare.
Marconi non ha solo brillato nel campo scientifico, ma è stato anche un uomo di cultura e letteratura, facendo amicizia con personaggi illustri come Pirandello, Puccini e D’Annunzio. Con un’innata capacità di guardare al futuro con chiarezza e determinazione, ha anticipato le trasformazioni che avrebbero rivoluzionato il mondo delle telecomunicazioni.
Ricordiamo inoltre che cento anni fa, in Italia, nasceva l’Unione Radiofonica Italiana (URI), con sede a Roma, aprendo le porte alla trasmissione radiofonica che avrebbe cambiato il modo di comunicare e di diffondere informazioni. La prima trasmissione radiofonica avvenuta il 6 ottobre di quell’anno era ancora rudimentale, ma rappresentava il primo passo verso un nuovo modo di comunicare, con programmi musicali, bollettini meteorologici e notizie di attualità.

La radio, ieri ed oggi

La prima trasmissione viene datata al 24 Dicembre 1906 per opera di Reginal Fessenden, ma la nascita della prima stazione radio con trasmissioni dedicate al “pubblico” si colloca nel 1919, per opera di un ingegnere della Westinghouse, Frank Conrad, che iniziò una serie di trasmissioni dal suo garage di Pittsburg.  Il 2 Novembre del 1920 la KDKA trasmise in diretta il secondo turno delle elezioni presidenziali statunitense e sebbene si calcola che gli apparecchi sintonizzati fossero tra i 500 e i 1000, all’avvenimento fu data una grande risonanza tale da far scattare la corsa alla costruzione di nuove stazioni e la progettazione e la vendita di nuovi apparati riceventi.
Di gran lunga diversa la situazione in Italia; mentre in America si era scatenata la corsa alla radiodiffusione, in territorio italiano si discuteva ancora sull’opportunità di varare la radiodiffusione a uso civile poiché considerata uno strumento di uso esclusivamente militare. Finalmente nel 1924 si completò la prima stazione trasmittente da parte dell’URI (Unione Radiofonica Italiana), una società costruita da Marconi, dopo la “Radiofono”; sei anni dopo furono terminate anche le emittenti di Milano e Napoli. Si  comprese l’importanza del nuovo media e furono costituiti nuovi enti e stazioni  a Roma, Genova, Firenze, Napoli, Palermo, Trieste e Torino.
L’unico grosso problema era il costo della radio: il prezzo medio di una radio era attorno alle 2.000 lire e il reddito annuo medio era ancora al di sotto delle 3.000 lire. Si capisce allora come la radio in Italia fosse un bene estremamente costoso alla portata della sola alta borghesia. Nel 1937 si incominciarono a produrre apparecchi di ottima qualità al di sotto delle 1.000 lire e questo comportò un aumento del numero degli utenti radiofonici. Durante la seconda guerra mondiale la radio assunse un enorme potenziale propagandistico.

 

Tipologie di radio. Negli anni la radio ha cambiato volto, ha studiato nuovi metodi comunicatici, si è diversificata. Della radio del 1906, oggi, resta tanto ma ripartite nelle tante tipologie moderne di radio. L’innovazione, oggi, è il Podcast: una serie di file audio digitali che possono essere scaricati o riprodotti in streaming su dispositivi come computer, smartphone o lettori MP3. I podcast possono coprire una vasta gamma di argomenti e possono essere episodici o a tema unico. Gli ascoltatori possono sottoscrivere un podcast per ricevere automaticamente gli episodi più recenti ogni volta che vengono pubblicati.
La radio è sempre stata vista come volano delle libertà, strumento di emancipazione dei popoli, voce autorevole di innovazione e tradizione, ha conosciuto momenti di crisi, incontrato ostacoli e scogli irti, sfidato i nuovi media, ma è stata l’unica a riuscire a tenersi al riparo dalle polemiche dei programmi televisivi, l’unica a non immolarsi alla logica dell’audience. Oggi, attraverso il ruolo delle web radio,la nostra vecchietta, se saprà sfruttare, come credo, a pieno le potenzialità di internet, sarà più arzilla che mai.

 

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