Archivi tag: Saint Seiya

Saint Seiya: Rerise of Poseidon. A gennaio 2026 in Italia per Planet Manga

Quando un nuovo manga di Saint Seiya viene annunciato, l’intero fandom si scuote come se un colpo di cosmo attraversasse la rete. Succede raramente, e succede solo quando Masami Kurumada decide che l’universo creato quasi quarant’anni fa può espandersi ancora, spingendosi in zone inesplorate del mito. Saint Seiya – I Cavalieri dello Zodiaco: Rerise of Poseidon, attesissimo spin-off che Panini Comics porterà nelle fumetterie italiane a gennaio 2026, appartiene esattamente a quella categoria di opere capaci di generare un’onda d’urto emotiva prima ancora di arrivare sugli scaffali.

Il nome stesso di Poseidone, per chi è cresciuto con Seiya, Ikki e gli altri Bronze Saints, evoca un misto di nostalgia, timore reverenziale e una delle saghe più iconiche dell’intero franchise. L’idea di ritrovare l’Imperatore dei Mari in una nuova veste narrativa, questa volta non come antagonista ma come protagonista assoluto, rappresenta un vero ribaltamento di prospettiva che promette di affascinare vecchi lettori e nuove generazioni.

Masami Kurumada e Tsunakan Suda firmano una storia che pesca nella mitologia greca, negli eventi cataclismatici della saga di Hades e nella continua evoluzione dell’universo dei Saint, costruendo un tassello inedito e sorprendente. Pubblicato in Giappone su Champion RED dal 2022 e destinato a concludersi con il quarto volume, il manga arriva in Italia in edizione Planet Manga con un formato 13×18 cm, sovraccoperta e 192 pagine di puro combattimento cosmico.

Un mondo allo sbando: quando i Saint non possono proteggere la Terra

La trama si apre con un presupposto che colpisce al cuore qualunque fan: i Saint di Athena non sono presenti. Il loro cosmo, consumato dalla Guerra Sacra contro Ade, è ridotto a un sussurro. I guerrieri che hanno sempre proteggito l’umanità non possono rispondere all’ennesima chiamata al dovere, e questa assenza genera un senso di vulnerabilità rarissimo nella storia del franchise.

Proprio mentre i difensori della giustizia sono impegnati in un conflitto che ha risucchiato le energie dell’intero pantheon, una nuova minaccia prende forma. Nemesi, dea della vendetta e dell’equilibrio cosmico, decide di infliggere all’umanità la punizione definitiva. Non per semplice malvagità, ma come conseguenza karmica della caduta di Hypnos, Thanatos e dello stesso Ade. La sua furia non è cieca: è una sentenza, un verdetto divino contro un mondo che, a suo giudizio, ha oltrepassato ogni limite.

L’idea che il pericolo non provenga da un nuovo nemico, ma da una divinità che incarna la giustizia stessa in un pantheon ostile agli uomini, ricolloca il tono dello spin-off in una dimensione tragica e quasi profetica. Saint Seiya non racconta semplicemente scontri e tecniche segrete: racconta costantemente la sfida tra destino e volontà. Qui, quella sfida esplode nella sua forma più pura.

Il ritorno del Dio dei Mari: Poseidone risorge dalla sua tomba divina

Ed è a questo punto che avviene il miracolo narrativo: Ade, dissolto e sconfitto, invoca il fratello. La sua anima si manifesta come una farfalla ultraterrena, un ultimo messaggero prima dell’oblio definitivo. Nel momento più inaspettato, l’Olimpo stesso sembra scardinare le regole, e Poseidone riapre gli occhi in un mondo che non gli appartiene più ma che soltanto lui, paradossalmente, può salvare.

Il manga inverte il paradigma che tutti conosciamo. Poseidone non è più la minaccia suprema, bensì il baluardo contro una divinità ancora più inflessibile. La sua resurrezione non è il preludio di un nuovo Diluvio Universale, ma l’unica possibilità rimasta affinché la Terra non venga ridotta in cenere dall’asteroide Adrastea, arma cosmica che Nemesi dirige verso il pianeta come un pugno di pietra lanciato dagli dèi.

La sequenza del risveglio è potente, evocativa, carica di un lirismo drammatico che richiama le atmosfere del Poseidon Chapter originale ma le ribalta completamente. E nel momento in cui l’Imperatore dei Mari richiama a sé i suoi guerrieri, la storia sprigiona tutta la sua carica mitologica.

I Generali degli Abissi tornano dall’Oltretomba

L’effetto domino provocato dalla distruzione dell’Inferno nella saga di Hades libera le anime dei caduti, e tra queste emergono quelle dei Generali degli Abissi. Baian, Io, Kasa, Krishna, Isaac… figure che i fan ricordano bene, ma che mai avrebbero immaginato di ritrovare in una storia contemporanea.

Il manga di Suda non gioca con la nostalgia: la reinventa. I Marine risorgono con nuove armature, nuove motivazioni e soprattutto un nuovo ruolo. Per la prima volta, diventano protagonisti di una battaglia che li costringe a confrontarsi non solo con i nemici ma con le colpe del loro passato. Il rapporto con Kanon, ad esempio, evolve in una tensione continua tra diffidenza, rabbia e rispetto forzato, mentre l’ombra della manipolazione subita anni prima riapre ferite che parevano richiuse.

Le loro Scale non sono più quelle che conoscevamo. Hanno una doppia forma, una metamorfosi che permette un ritorno alle antiche Arch Scales, armature primordiali di potere superiore. Una trasformazione che ricorda, in spirito, l’evoluzione dei Cloth nelle saghe di Asgard e Hades, ma reinterpretata con un’estetica più moderna e un impatto visivo ancora più spettacolare.

Nemesi: la dea che vuole giudicare l’umanità

Nemesi non è una semplice villain. È un concetto, un principio incarnato. La sua visione è inflessibile, spietata, quasi matematica. L’umanità ha peccato, gli dèi sono caduti, l’equilibrio va ripristinato attraverso la distruzione. I suoi seguaci, gli Spirits, sono guerrieri ispirati alle muse e agli astri, creature in bilico tra divinità e simbolismo mitologico.

Tra loro spicca Terpsichore, assassina dimensionale che utilizza la musica come arma. L’idea di combattere attraverso vibrazioni cosmiche è uno dei momenti più affascinanti del manga, un omaggio implicito alla tradizione shonen che Kurumada ha contribuito a definire.

La presenza di Polluce, pugile fantasma che sogna di prendere il posto di Nemesi dopo la distruzione della Terra, aggiunge livelli di ambiguità e tragedia, portando la vicenda in territori quasi filosofici. Per la prima volta, la minaccia non nasce da un’ideologia di dominio, ma da una giustizia che ha perso la capacità di vedere il valore della vita.

Una corsa contro il tempo: dieci ore per salvare il mondo

L’asteroide Adrastea, arma di punizione divina, precipita verso la Terra. Dieci ore prima dell’impatto. Una scansione temporale che ricorda i momenti più epici dell’opera di Kurumada, quando il tempo non è solo uno sfondo narrativo, ma una morsa che stringe i personaggi e il lettore in un’unica tensione crescente.

Il manga alterna combattimenti, rivelazioni, flashback e dialoghi che approfondiscono i legami tra i personaggi. Il passato dei Marine, la loro connessione con i Gold Saints e il misterioso segreto legato al primo Cavaliere di Pegasus dell’Era del Mito, Xi-Xing, diventano elementi portanti della trama, offrendo un espansione dell’universo narrativo senza contraddire la continuity storica.

Un’opera che dialoga con il mito originale e con i fan

Rerise of Poseidon non è un semplice spin-off, ma un esperimento narrativo che permette ai lettori di entrare nei meccanismi più profondi della cosmologia di Saint Seiya. Suda e Kurumada costruiscono una storia che dialoga con gli eventi classici ma che osa anche deviare, approfondire e riscrivere la percezione di alcuni personaggi che i fan consideravano “chiusi” da decenni.

Il risultato è un manga che vive tra tradizione e rinnovamento, tra azione estrema e riflessione sulla natura del destino. L’idea di affidare la salvezza dell’umanità a un dio un tempo ostile apre a un racconto sul perdono, sulla redenzione e sul ruolo delle divinità nel mondo degli uomini.

Un gennaio che si tinge d’azzurro: il cosmo dei fan italiani sta per esplodere

A gennaio 2026, quando il volume 1 arriverà nelle mani dei lettori italiani, molti torneranno inconsciamente bambini. Sarà un momento di pura sincronia emotiva: l’apertura della sovraccoperta, il profumo della stampa nuova, le prime tavole del risveglio di Poseidone, il richiamo dei Marine… tutto contribuirà a creare un’esperienza che va oltre la lettura e sfocia nella memoria collettiva.

Il franchise di Saint Seiya continua a dimostrare quanto sia vivo, pulsante e capace di reinventarsi attraverso nuove interpretazioni. Rerise of Poseidon non è un semplice ritorno: è una ripartenza, una rinascita, un salto verso un nuovo orizzonte narrativo che unisce fedeltà e innovazione.

E ora la parola passa a voi: quale parte del mito di Poseidone vi ha sempre affascinato? Quale Marine vorreste vedere brillare di nuovo? E soprattutto… siete pronti a risvegliare il vostro cosmo per difendere la Terra ancora una volta?

Kojiro del clan Fuma: il ritorno del primo eroe di Masami Kurumada in una leggendaria edizione Hikari

Se siete appassionati di manga e anime, probabilmente conoscete il nome di Masami Kurumada, il celebre autore di Saint Seiya, meglio noto in Italia come I Cavalieri dello Zodiaco. Ma forse non sapete che prima di creare la sua opera più famosa, Kurumada aveva già realizzato altre storie di combattenti e guerrieri, tra cui una che ha per protagonista un giovane ninja molto molto simile al nostro amato Seiya: si tratta di Fuma no Kojiro un manga pubblicato su Weekly Shonen Jump dal 1982 al 1985, e successivamente trasposto in una serie di OAV tra il 1989 e il 1992. Oggi, grazie a Hikari Edizioni, questa perla del maestro torna a splendere in una edizione definitiva in tre volumi, restaurata con un’attenzione maniacale e arricchita da oltre 170 pagine a colori che restituiscono tutta la potenza del tratto di Kurumada nel suo periodo d’oro. Il primo tomo – un colosso di più di 750 pagine – è un monumento alla cultura manga classica, un viaggio nel tempo verso le origini di uno dei più grandi narratori shōnen di sempre.

Il ritorno di un classico

Pubblicato originariamente su Weekly Shōnen Jump tra il 1982 e il 1985, Fuma no Kojiro è il laboratorio in cui Kurumada sperimentò temi e dinamiche che avrebbe poi perfezionato in Saint Seiya: l’onore, la fratellanza, il destino e il sacrificio. Ma qui tutto vibra di una ferocia più primordiale, di un’energia che ancora non conosce la disciplina del cosmo, ma che esplode nel clangore delle spade sacre e nei duelli all’ultimo respiro. Hikari propone l’opera nella sua forma più spettacolare, rispettando le colorazioni originali dell’epoca e offrendo ai fan un oggetto da collezione destinato a diventare leggenda.

La Regular Edition presenta una copertina con vernice UV che ne esalta i dettagli in rilievo, mentre la Variant Edition, stampata su carta artistica di pregio e limitata a sole 300 copie, è pensata per i collezionisti più devoti, veri cavalieri del manga classico.

Tra ninja e destino: la leggenda dei Fuma

La storia di Fuma no Kojiro è un’epopea di arti marziali, antichi clan e guerre segrete combattute nell’ombra del Giappone moderno. Protagonista è Kojiro, giovane ninja del clan Fuma, erede della spada Furin Kazan — una delle dieci spade sacre che mantengono l’equilibrio dell’universo. Accanto a lui combattono altri quattro guerrieri, reincarnazioni degli spiriti elementali di fuoco, acqua, vento, terra e vuoto. Insieme rappresentano la nuova generazione del clan, un manipolo di ragazzi in bilico tra il dovere e la ricerca di sé.

L’avventura prende il via quando Kojiro riceve un disperato messaggio dalla sua amica Himeko, la quale chiede aiuto per salvare la sua scuola, la Hakao High, caduta nelle mani di una banda di teppisti. Ma dietro quella facciata di bullismo si nasconde una guerra segreta tra ninja: i nemici appartengono al clan Yasha, guidati dal misterioso Musashi Asuka, possessore della spada Ogonken. Lo scontro fra i due clan diventa presto un conflitto cosmico, in cui ogni battaglia mette a repentaglio il destino del mondo.

Un ponte tra passato e futuro

L’universo di Kojiro del clan Fuma è un mosaico di rivalità e fratellanza, di duelli spettacolari e momenti di intensa introspezione. Kurumada tratteggia un eroe impetuoso e testardo, pronto a sacrificare tutto per ciò che ritiene giusto. C’è già qui, in embrione, quell’archetipo del “guerriero dal cuore puro” che ritroveremo in Seiya e negli altri Cavalieri dello Zodiaco. Ma Fuma no Kojiro è più oscuro, più ruvido, quasi punk nella sua estetica: i ninja di Kurumada combattono come gladiatori spirituali, mossi da un codice d’onore che trascende la vita stessa.

Nel corso degli anni, la saga ha generato dieci volumi originali, un sequel (Fuma no Kojiro: Yagyū Ansatsuchō, disegnato da Satoshi Yuri tra il 2003 e il 2006) e persino un prequel del 2019 firmato dallo stesso Kurumada (Fuma no Kojiro: Jo no Maki). Un universo che continua a espandersi, alimentato da quella miscela di pathos, misticismo e testosterone che è marchio di fabbrica del suo autore.

Dal manga all’anime: il respiro degli anni ’80

Tra il 1989 e il 1992 Fuma no Kojiro è approdato anche nel mondo dell’animazione con una serie di OAV e un lungometraggio diretto da Shingō Araki e Michi Himeno — gli stessi leggendari artisti che avrebbero definito l’estetica de I Cavalieri dello Zodiaco. La prima parte, Kojiro – Lo spirito del vento, copriva la battaglia fra i clan Fuma e Yasha, mentre la seconda, Kojiro – La guerra per le spade sacre, spingeva l’azione verso la dimensione mitologica che i fan di Kurumada amano.
Nel 1992 arrivò infine Kojiro – La ribellione dei Fuma, conclusione epica che raccontava la guerra interna al clan, preludio simbolico alle tragedie eroiche del cosmo.

In Italia, gli OAV furono distribuiti da Dynamic Italia nel 2001, con un doppiaggio che annoverava voci storiche come Emanuela Rossi, Ivo De Palma e Isabella Pasanisi — un cast che, per molti fan, lega ancora di più l’opera al mito dei Saint Seiya.

L’arte del colpo di Kurumada

A rileggere oggi Kojiro del clan Fuma, si percepisce la potenza di una generazione di autori che concepivano il manga come un’arte marziale della narrazione. Il tratto di Kurumada è inconfondibile: volti fieri, corpi scolpiti, pose teatrali, esplosioni di energia che sembrano provenire da un universo di pura volontà. Ma dietro la spettacolarità dei combattimenti si nasconde un messaggio di fondo che è anche il manifesto di tutto il suo lavoro: la forza senza giustizia è solo violenza, e il vero guerriero è colui che combatte per un ideale, non per sé stesso.

Un’eredità per veri collezionisti

Con questa nuova edizione, Hikari non si limita a ristampare un classico: lo rilegge come un frammento di storia della cultura pop giapponese. Kojiro del clan Fuma è un tassello fondamentale nella formazione del mito di Kurumada, un’opera che getta ponti tra la tradizione del chanbara e il moderno shōnen di combattimento.
Per i fan dei Cavalieri dello Zodiaco, è l’occasione di riscoprire l’origine di quell’estetica eroica che avrebbe definito un’intera generazione di lettori e spettatori. Per i nuovi appassionati, invece, è un invito a esplorare un mondo di ninja, spade e spiriti elementali, dove l’onore conta più della vita stessa.

Hikari Edizioni firma così una delle pubblicazioni più attese dell’anno: un tributo a un autore che ha insegnato a milioni di lettori che la vera battaglia non si combatte con la spada, ma con il cuore.

Addio a Nobuo Yamada, la voce immortale di Pegasus Fantasy

Il 9 agosto 2025, alle 13:39 ora giapponese, si è spento a soli 61 anni Nobuo Yamada, conosciuto in tutto il mondo nerd come NoB: il cantante che ha regalato anima e potenza vocale a Pegasus Fantasy, la sigla d’apertura originale de Saint Seiya, arrivato in Italia come I Cavalieri dello Zodiaco. Una notizia che colpisce al cuore intere generazioni di appassionati di anime, perché NoB non era “solo” un interprete: era il respiro epico che accompagnava le corse di Seiya e compagni verso il destino.

La sua scomparsa è stata annunciata dall’agenzia MOJOST, che ha confermato una lunga battaglia contro un cancro ai reni diagnosticato sette anni fa. Nonostante la malattia, Yamada aveva continuato a esibirsi finché le forze glielo hanno permesso, rinunciando soltanto quest’anno a due eventi molto attesi, tra cui il “Saint Seiya ‘Pegasus Fantasy’ Grand Finale” in Messico. La famiglia ha chiesto privacy, organizzando un funerale riservato, ma ha promesso una cerimonia pubblica in suo onore.

La nascita di un mito musicale

Pegasus Fantasy non è una semplice opening: è un inno generazionale. Composta dai Make-Up, con testo di Machiko Ryuu e musica di Hiroaki Matsuzawa e dello stesso Yamada, fu pubblicata come singolo con Eien Blue sul lato B — sigla di chiusura dell’anime. In Giappone il brano divenne subito un fenomeno: nel sondaggio Anime Grand Prix di Animage del 1987 si piazzò settimo tra le sigle più amate, salendo addirittura al terzo posto l’anno successivo.

L’energia della voce di NoB, capace di alternare tonalità eroiche a grida quasi guerriere, si è fusa alla perfezione con l’estetica di Saint Seiya: un mix di mitologia greca, drammi umani e combattimenti incandescenti. Il risultato? Una sigla che, ancora oggi, basta ascoltare per rivedere nella mente l’armatura di Pegasus scintillare sotto il cielo notturno.

Cover, adattamenti e rinascite

Negli anni, Pegasus Fantasy è stata reinterpretata da artisti come Animetal, Hiroshi Kitadani, Akira Kushida e Yōko Ishida. È stata adattata in italiano (con la voce di Giacinto Livia) e in spagnolo per le rispettive edizioni dell’anime, senza mai perdere il suo carattere travolgente.

Quando Toei decise di lanciare Saint Seiya Ω, i Make-Up — di nuovo con NoB — tornarono per registrare una versione aggiornata: Pegasus Fantasy ver. Ω, arricchita dalla voce di Shoko Nakagawa, doppiatrice di Lady Isabel nella serie. Una mossa che cementò ulteriormente il legame indissolubile tra NoB e l’universo dei Cavalieri.

Oltre i Cavalieri dello Zodiaco

La carriera di Yamada non si è fermata a Seiya e compagni. NoB ha cantato per Go Go Sentai Boukenger, Tensou Sentai Goseiger, Kemono Michi: Rise Up e persino Kamen Rider Amazons: Last Judgement, dimostrando di essere una colonna portante della musica legata a tokusatsu e anime. Collaborò più volte con Shoko Nakagawa e con il compositore Taro Kobayashi, mantenendo viva la sua presenza sulla scena anche nei momenti più duri della malattia.

Un’eredità che non conosce fine

In un’epoca in cui le sigle anime spesso inseguono mode momentanee, Pegasus Fantasy è rimasta una costante, cantata a squarciagola nelle fiere cosplay, nei karaoke e nei raduni di fan. La voce di NoB è impressa nella memoria collettiva come simbolo di un’epoca in cui la musica per l’animazione giapponese puntava dritta al cuore, senza compromessi.

Ora che Nobuo Yamada non è più tra noi, la sua eredità continua a vivere ogni volta che qualcuno, davanti a un microfono o tra amici, intona quel leggendario “Make up!” dell’intro.

NoB ci lascia il suo canto, e con esso la sensazione che, come i Cavalieri, anche noi possiamo alzare lo sguardo al cielo e credere nelle nostre costellazioni guida.

E voi, lettori del CorriereNerd, qual è il vostro ricordo più forte legato a Pegasus Fantasy? Avete mai cantato la versione originale a un karaoke o in una fiera? Raccontatecelo nei commenti: celebriamo insieme la leggenda di NoB, perché i veri eroi — e le loro voci — non muoiono mai.

“Saintia Sho: Le Sacre Guerriere di Atena” – Un’ode (imperfetta ma sincera) al cosmo femminile dei Cavalieri dello Zodiaco

C’è qualcosa di estremamente affascinante e, lasciatemelo dire, profondamente rivoluzionario in Saintia Sho – Le Sacre Guerriere di Atena. È uno di quegli spin-off che, nonostante i suoi limiti evidenti, riesce a lasciare un segno proprio perché osa fare qualcosa che in tanti – troppi – avrebbero bollato come “inaccettabile”: dare il centro della scena a un gruppo di combattenti donne nel sacro universo dei Cavalieri dello Zodiaco. E no, non sono le solite Saint mascherate che conoscevamo nella serie classica. Le Saintia sono un’altra cosa: sono ancelle, guerriere, custodi del cuore di Atena. E soprattutto sono protagoniste.

Prima di addentrarmi nella mia esperienza con l’anime e le sue implicazioni, un po’ di contesto è doveroso. Saintia Sho nasce come manga seinen scritto e disegnato da Chimaki Kuori, pubblicato sulla rivista Champion Red dal 2013 al 2021, e in Italia da Panini Comics. L’adattamento anime, o meglio ONA (Original Net Animation), è stato prodotto dallo studio Gonzo in collaborazione con Toei Animation e distribuito su Crunchyroll tra dicembre 2018 e febbraio 2019. Dieci episodi, una manciata scarna per raccontare una storia con così tanto potenziale narrativo.

La trama si svolge parallelamente agli eventi della serie originale di Saint Seiya, ma ci presenta una nuova minaccia: la dea Eris, la Discordia, che torna a insidiare il regno di Atena. Proprio lei, Saori Kido, la giovane reincarnazione della dea della saggezza, si ritrova nuovamente al centro di un conflitto divino. Ma questa volta, a proteggerla, non ci sono solo Seiya e i suoi compagni Bronze Saint. Ci sono anche le Saintia, un corpo d’élite tutto al femminile, destinato a stare accanto alla dea in modo più intimo, più diretto, quasi sacrale.

La protagonista della serie è Shoko di Equuleus, una giovane determinata, con un passato segnato e un destino che le è stato imposto prima ancora di capire chi fosse. È lei il vero cuore pulsante della storia. Un personaggio che non solo si evolve in modo coerente e appassionante, ma che incarna il classico archetipo dell’eroina tragica e combattiva senza mai risultare stucchevole. La sua storia, quella con la sorella Kyoko e con il retaggio oscuro che porta dentro, è il motore emotivo dell’intera vicenda.

E parlando di Kyoko… la sua figura, seppur non presente a lungo nella serie, ha un peso drammatico enorme. Il suo sacrificio per salvare Shoko dall’essere posseduta da Eris è un momento potente, che definisce fin dall’inizio l’atmosfera della serie: qui si parla di amore, di devozione, di sorellanza e di coraggio. Cose che nei Cavalieri classici si respiravano, sì, ma qui trovano una declinazione tutta al femminile che mancava davvero.

La trama evolve rapidamente, forse troppo, portandoci da un confronto iniziale con le driadi (gli spiriti malvagi di Eris) a una guerra vera e propria con tanto di nuovo Tempio, tradimenti interni al Grande Tempio, nemici inaspettati come Deathmask e Aphrodite, fino al risveglio di Ares, il dio della guerra, generato dalla parte oscura di Saga dei Gemelli. Ecco, tutto questo succede in appena dieci episodi. Dieci! Ed è forse questo il peccato originale dell’adattamento animato: voler comprimere una narrazione così densa in così poco spazio, tagliando intere sequenze, dialoghi fondamentali e il tempo necessario per far respirare davvero i personaggi.

L’anime, va detto, non brilla certo per qualità tecnica. L’animazione è altalenante, a tratti persino trascurata. Alcune scene risultano piatte, non solo nel tratto ma anche nella regia e nel ritmo. Questo pesa molto soprattutto quando ci si trova di fronte a combattimenti che, in una serie come questa, dovrebbero essere epici e vibranti di energia cosmica. Invece, il più delle volte, si ha l’impressione che manchi quel guizzo, quel dinamismo che ha reso immortale l’anime originale.

Eppure, nonostante tutto questo, Saintia Sho riesce ad avere un’anima. Un’identità. Un cuore.

Forse perché, al di là dell’azione e degli effetti speciali, c’è qualcosa di più profondo nella narrazione. C’è un messaggio che parla alle donne (e non solo) che sono cresciute guardando i Cavalieri dello Zodiaco e si sono sempre chieste: “Ma perché dobbiamo stare sempre sullo sfondo? Perché dobbiamo indossare maschere per combattere? Perché non possiamo essere le protagoniste della nostra storia?”. Ecco, Saintia Sho dà una risposta, imperfetta ma sincera.

Mi rendo conto che molti fan storici della serie madre storcano il naso davanti a questo spin-off. Alcuni criticano l’idea stessa di inserire personaggi femminili così centrali in un universo che – fino a quel momento – era quasi esclusivamente maschile. Altri parlano di “femminismo forzato”, come se mettere una donna in primo piano fosse un attacco alla tradizione. Ma io credo che Saintia Sho non voglia riscrivere nulla, non voglia sostituire nessuno. Vuole semplicemente allargare lo sguardo. Dare spazio a una nuova voce. E per quanto questa voce, nell’anime, possa essere soffocata da limiti di budget, da tagli narrativi e da una produzione frettolosa, resta comunque una voce importante.

Personalmente, ho trovato in Shoko un’eroina con cui empatizzare davvero. La sua determinazione, il suo dolore, il modo in cui lotta per salvare chi ama e per non cedere all’oscurità che la perseguita… tutto questo mi ha colpita. Non è perfetta, come non lo è questa serie, ma è autentica.

Certo, il fatto che probabilmente non ci sarà mai una seconda stagione pesa come un macigno. Perché la storia di Saintia Sho è appena iniziata e già rischia di svanire nell’oblio. Con qualche episodio in più, magari tredici invece di dieci, si sarebbero potuti approfondire i comprimari, dare respiro alla trama, sviluppare meglio le dinamiche fra le Saintia e i Gold Saint. Invece, molti personaggi restano delle comparse. Alcuni eventi si susseguono a ritmo serrato, quasi fosse una sintesi accelerata di un’opera che meritava più tempo.

Nonostante ciò, io continuo a credere che Saintia Sho meriti una possibilità. Anche se non conoscete bene il mondo di Saint Seiya, anche se non siete fan degli spin-off, anche se l’animazione vi farà storcere il naso, vi invito a guardare oltre. A lasciarvi trasportare dalla storia di queste ragazze, dalla loro lealtà, dal loro coraggio. E, magari, a chiedervi: perché ci è voluto così tanto perché esistesse un anime come questo?

Se avete già visto la serie, sono curiosa di sapere cosa ne pensate: anche voi avete trovato Shoko una protagonista forte e interessante? Vi ha colpito il modo in cui la storia affianca e intreccia quella della serie classica? O siete tra quelli che hanno storto il naso davanti a questo cambio di prospettiva? Parliamone nei commenti o, ancora meglio, condividete questo articolo sui vostri social e apriamo insieme il cosmo delle Saintia Sho!

I Cavalieri dello Zodiaco: il live-action avrà un sequel? Netflix riaccende le speranze dei fan

Nel grande calderone degli adattamenti live action da anime e manga, pochi progetti hanno acceso discussioni (e polemiche) quanto il primo film dei Cavalieri dello Zodiaco (Knights of the Zodiac), il film del 2023 tratto dal leggendario Saint Seiya di Masami Kurumada. L’uscita nelle sale non fu certo un trionfo: critica tiepida, incassi poco brillanti e un pubblico diviso tra curiosità nostalgica e delusione. Insomma, sembrava destinato a finire nel dimenticatoio delle scommesse hollywoodiane andate male. E invece… qualcosa si è mosso. O meglio, è risorto.

A sparigliare le carte ci ha pensato Netflix. Il film, approdato in catalogo, ha cominciato a guadagnare terreno tra gli spettatori, specialmente quelli più giovani e affamati di anime-style. E così, quel progetto che pareva naufragato potrebbe trovare una seconda vita. Un caso non isolato, se pensiamo a come Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri sia stato rivalutato proprio grazie allo streaming. Anche i Cavalieri dello Zodiaco, quindi, potrebbero tornare a brillare. E le voci su un sequel iniziano a farsi sempre più insistenti.

Già in passato, Ikezawa Yoshi di Toei Animation aveva rivelato un piano ambiziosissimo: costruire un vero e proprio universo cinematografico in sei film, sulla scia dei Marvel Studios. Un progetto che cita senza timidezza saghe monstre come Harry Potter e Hunger Games. Il live action del 2023, in questo contesto, era solo l’inizio: il prologo dell’ascesa di Seiya, dal suo debutto come cavaliere di bronzo fino alla piena maturazione come eroe cosmico. Ogni film dovrebbe approfondire un nuovo arco narrativo, con battaglie sempre più epiche, colpi cosmici da lasciare il segno e, soprattutto, emozioni forti, legami profondi e il tema del sacrificio che da sempre è il cuore pulsante della saga.

Nonostante le critiche, il primo film aveva già messo in campo diversi indizi che facevano presagire un seguito. La misteriosa fuga di Nero, l’enigma della Tela del Sagittario e le parole di Sienna sulla ricerca di altri guerrieri sono solo alcuni dei semi narrativi piantati lungo il cammino. Ed è impossibile non immaginare l’arrivo di personaggi iconici come Shun, Shiryu e Hyoga, per non parlare dei mitici Cavalieri d’Oro. Se davvero verranno introdotti, l’hype potrebbe salire alle stelle, insieme al livello di mitologia e spettacolarità.

Secondo diversi rumor piuttosto insistenti, un sequel sarebbe già in fase di pre-produzione. Nessuna conferma ufficiale (per ora), ma pare che la sceneggiatura possa essere affidata a David Hayter, già penna dietro X-Men e Watchmen. In regia tornerebbe Tomasz Baginski, che avrebbe espresso la volontà di esplorare ancora più a fondo l’universo di Kurumada, rimanendo fedele al tono e al simbolismo dell’opera originale.

Il nuovo capitolo, se mai vedrà la luce, dovrebbe riprendere esattamente da dove ci eravamo fermati: con Seiya (interpretato da Mackenyu) pronto a difendere la reincarnazione della dea Atena, Sienna (Madison Iseman). E stavolta il viaggio li porterà nel cuore della saga del Grande Tempio, dove i Cavalieri di Bronzo, finalmente riuniti, dovranno affrontare i temibili Cavalieri d’Oro, protettori delle dodici case zodiacali e manipolati dal Gran Sacerdote. Una sfida non solo fisica, ma spirituale e morale, che rappresenta uno dei momenti più alti di tutta la serie.

Il successo su Netflix ha avuto un peso enorme in tutto questo. L’interesse del pubblico globale ha dato ossigeno a un progetto che sembrava morto, dimostrando che i Cavalieri sanno ancora colpire al cuore. L’interpretazione di Mackenyu, già amato per il suo ruolo in One Piece, ha sicuramente aiutato. Il ritorno del cast principale, da Sean Bean a Famke Janssen, passando per Diego Tinoco e Mark Dacascos, viene visto come fondamentale per mantenere coerenza e continuità emotiva.

Certo, il futuro del franchise è ancora incerto. Ma se guardiamo ai numeri, il potenziale c’è tutto: oltre 35 milioni di copie vendute del manga originale, decine di adattamenti, spin-off e una community globale attivissima. E nonostante la timida performance nei cinema americani, Knights of the Zodiac avrebbe incassato più di 200 milioni di dollari a livello mondiale. Non male per un progetto dato per spacciato.

Se la Toei dovesse davvero portare a compimento il suo piano, potremmo trovarci di fronte a un nuovo universo cinematografico ricco di battaglie cosmiche, drammi umani e mitologia greca rivisitata. Un mondo in cui l’onore, la fratellanza e la redenzione contano quanto la forza. Perché alla fine, i Cavalieri combattono non solo per vincere, ma per proteggere ciò che è giusto. E se c’è una lezione che Seiya ci ha lasciato, è che gli eroi non si arrendono mai.

Forse il cosmo ha ancora qualcosa da dire.

35 anni fa, in Italia, debuttava la prima serie de I Cavalieri dello Zodiaco (Saint Seiya)

Il 26 marzo 1990 segna una data storica per l’animazione giapponese in Italia: il debutto de “I Cavalieri dello Zodiaco” su Odeon TV. Questo evento non solo introdusse al pubblico italiano una delle serie anime più iconiche di tutti i tempi, ma contribuì anche a radicare profondamente la cultura anime nella quotidianità dei giovani telespettatori. Accanto a successi consolidati di una decade fondamentale per la definizione della pop culture contemporanea, “I Cavalieri dello Zodiaco” si distinse per il suo intreccio mitologico e la sua straordinaria epicità.

L’anime trae ispirazione dal manga “Saint Seiya – I Cavalieri dello Zodiaco” di Masami Kurumada ed è prodotto dalla Toei Animation. La storia è ambientata in un mondo in cui, nei momenti di maggiore crisi, quando l’umanità sembra sull’orlo della distruzione, un gruppo di guerrieri devoti alla dea Atena si erge a difesa della giustizia. Questi guerrieri, noti come Cavalieri dello Zodiaco, sono protetti da armature ispirate alle costellazioni e suddivisi in diverse categorie in base alla potenza e al materiale delle loro vestigia: i Cavalieri di Bronzo, i Cavalieri d’Argento e i Cavalieri d’Oro. Quest’ultima classe rappresenta l’élite dei combattenti, con dodici membri corrispondenti ai segni zodiacali. Tuttavia, non tutti i cavalieri servono la giustizia: esistono anche i Cavalieri Neri, antagonisti corrotti e nemici giurati di Atena.

L’avventura ha inizio a Nuova Luxor (una reinterpretazione di Tokyo), dove si organizza la Guerra Galattica, un torneo voluto dal Duca Alman di Thule per designare il più forte tra i Cavalieri e assegnargli l’ambita Armatura d’Oro del Sagittario. L’evento è supervisionato da Saori Kido, nipote adottiva del Duca, che presto scoprirà il suo vero destino. I protagonisti della serie sono cinque orfani, cresciuti per diventare guerrieri eccezionali: Seiya (Pegasus), Shiryu (Dragone), Hyoga (Cigno), Shun (Andromeda) e Ikki (Fenice). Ognuno di loro ha affrontato duri allenamenti in diverse parti del mondo, ottenendo infine la propria armatura.

Il torneo viene brutalmente interrotto dall’inaspettata apparizione di Ikki, accompagnato dai Black Saints, che ruba l’Armatura del Sagittario. Questo evento segna l’inizio di una serie di battaglie all’ultimo sangue tra i Cavalieri di Bronzo e i loro oscuri alter ego. Dopo duri scontri, Ikki viene sconfitto e si unisce ai protagonisti, rivelando però un pericolo ancora più grande: Arles, il sovrano usurpatore del Santuario di Atena, ha dichiarato guerra ai Cavalieri fedeli alla dea. Mentre i protagonisti si trovano a combattere battaglie sempre più difficili, scoprono la verità su Saori Kido: ella non è altro che la reincarnazione della dea Atena, destinata a riportare l’ordine nel mondo.

L’arco narrativo del Santuario è tra i più memorabili dell’intera serie. Atena, ferita da una freccia d’oro scagliata dai suoi nemici, può essere salvata solo se i Cavalieri di Bronzo riescono a raggiungere Arles entro dodici ore. Per farlo, devono attraversare le Dodici Case dello Zodiaco, ognuna presidiata da un Cavaliere d’Oro. Questo viaggio si trasforma in una vera e propria odissea, dove i giovani protagonisti affrontano battaglie all’ultimo respiro contro avversari incredibilmente potenti. Tra momenti di sacrificio e atti di eroismo, Shiryu arriva persino a perdere la vista pur di proteggere i suoi amici, dimostrando il valore e il coraggio che accomuna tutti i protagonisti della serie.

La rivelazione finale segna il culmine dell’epicità: Arles si rivela essere il Cavaliere della Terza Casa, diviso tra la sua parte buona e quella malvagia. Solo grazie alla luce riflessa dallo Scudo di Atena, i Cavalieri riescono a salvare la loro dea e a sconfiggere il tiranno. Il momento decisivo avviene quando Seiya, infondendo il potere di tutti i suoi compagni, riesce a scagliare Arles sulla Luna. Tuttavia, è lo scettro di Atena a porre fine definitivamente alle sue ambizioni di dominio.

Il successo della serie in Italia fu amplificato dal doppiaggio, con voci storiche come quella di Ivo De Palma nel ruolo di Pegasus. Le tematiche epiche, i combattimenti avvincenti e la profondità dei personaggi contribuirono a rendere “I Cavalieri dello Zodiaco” una pietra miliare dell’animazione giapponese nel nostro paese. Il suo impatto si estese ben oltre gli anni ‘90, influenzando generazioni di appassionati e consolidando il legame tra il pubblico italiano e la cultura anime. Guardando indietro, è innegabile che il debutto su Odeon TV abbia rappresentato l’inizio di una nuova era per l’animazione giapponese in Italia, facendo de “I Cavalieri dello Zodiaco” una leggenda senza tempo.

Saint Seiya: Rinasce un mito! Nuova saga in arrivo

Masami Kurumada è pronto a farci sognare ancora! Il maestro del manga, creatore dell’iconica saga dei Cavalieri dello Zodiaco, torna alla carica con una nuova avventura che promette di incantare milioni di fan in tutto il mondo.

Un tuffo nel passato e uno sguardo al futuro

Prima di addentrarci nelle novità, facciamo un breve ripasso. Saint Seiya, pubblicato per la prima volta nel 1985 sulla rivista Weekly Shonen Jump, ha conquistato generazioni di lettori con la sua storia epica di giovani guerrieri che combattono per proteggere la dea Atena. Il manga ha ispirato numerose serie animate, film e videogiochi, diventando un vero e proprio fenomeno culturale.

Saint Seiya: Next Dimension e oltre

Negli ultimi anni, Kurumada ha continuato a espandere l’universo di Saint Seiya con nuove opere, tra cui il manga Next Dimension, un sequel che esplora il passato dei Cavalieri d’Oro.

Ma le sorprese non finiscono qui!

Saint Seiya THEN: Haikyo no Hana: una nuova era inizia

Il numero 50 della rivista giapponese Weekly Shonen Champion (in uscita il 14 novembre) ci riserverà una grande emozione: un capitolo speciale di Saint Seiya, intitolato Saint Seiya THEN: Haikyo no Hana (Saint Seiya THEN: Fiori nelle Rovine).

Questo nuovo capitolo, lungo ben 8 pagine a colori, non sarà solo un semplice omaggio ai fan, ma darà il via a una nuova saga ufficiale che promette di riaccendere la passione per i Cavalieri dello Zodiaco.

Cosa ci aspetta?

  • Un ritorno alle origini: Il titolo “THEN” suggerisce un focus sul passato, ma è probabile che la storia si intrecci con eventi futuri, creando un affascinante mix di nostalgia e novità.
  • Nuove avventure: I Cavalieri dello Zodiaco sono pronti a sfidare nuovi nemici e a vivere nuove avventure, sempre al servizio della dea Atena.
  • Un’opera epica: Considerando il talento di Kurumada e l’importanza di Saint Seiya nel panorama dei manga, possiamo aspettarci un’opera ricca di azione, emozioni e colpi di scena.

Non perdere l’occasione di vivere una nuova emozionante avventura con i tuoi Cavalieri dello Zodiaco preferiti!

The Legend of StarStorm: il live action di Saint Seiya che non avreste mai immaginato

Preparatevi a un incredibile tuffo nel passato, precisamente nel lontano 1994, quando un audace progetto tentò di trasformare i mitici “Saint Seiya – I Cavalieri dello Zodiaco” in una serie live action. Immaginate l’emozione e l’ansia di un’intera generazione di fan, mentre si avventuravano in un mondo che oscillava tra il trash e il cult, tanto bizzarro da meritare una riscoperta. Questo universo, creato da Masami Kurumada, ha affascinato lettori di tutte le età sin dal suo debutto sulla rivista Weekly Shōnen Jump nel 1985. Le avventure di giovani guerrieri intenti a proteggere la reincarnazione della dea Atena hanno generato un fenomeno culturale che ha travalicato i confini giapponesi, dando vita a una miriade di adattamenti, tra cui anime, manga e giochi.

La magia dei “Cavalieri dello Zodiaco” è esplosa con la trasposizione in animazione realizzata dalla Toei Animation tra il 1986 e il 1989, un successo tale da portare alla realizzazione di una trilogia di OAV dal 2002 al 2008, che ha arricchito ulteriormente il panorama con 145 episodi indimenticabili. Nonostante il passare del tempo, la saga ha continuato a evolversi, con spin-off e sequel come “Saint Seiya – Next Dimension – Myth of Hades” e la recente “Final Edition”, pubblicata in Giappone nel 2021 e in Italia nel 2022. Ma nel vasto universo degli adattamenti dei Cavalieri, è ora emersa una vera gemma del passato: “The Legend of StarStorm“, un live action americano degli anni ’90.

La youtuber Ray Mona, già nota archeologa digitale per aver scoperto il pilot della serie americana di Sailor Moon e di Saint Seiya Guardians of the Cosmos, ha recentemente reso disponibile online un intero episodio di questa misteriosa serie. Questo progetto, prodotto da Renaissance Atlantic — la stessa compagnia dietro ai mitici “Power Rangers” — aveva l’intento di replicare il successo della serie originale, portando l’epica lotta dei Cavalieri in una nuova dimensione. Eppure, la qualità del prodotto finale ha sollevato più di qualche dubbio tra i fan. Non è difficile comprendere le ragioni che hanno portato alla sua cancellazione: il mix di elementi affascinanti e risultati deludenti ha reso evidente che il progetto non era all’altezza delle aspettative né del materiale di partenza.

E ora, il grande interrogativo: sarebbe stato “StarStorm” un tentativo migliore, considerando anche il flop del film del 2023?

Le premesse per un adattamento più rispettoso e di qualità c’erano, eppure il destino ha deciso che questa avventura rimanesse solo un ricordo di un’epoca in cui l’intrattenimento stava evolvendo. La riscoperta di “StarStorm” non è solo un atto nostalgico, ma anche una riflessione sul modo in cui i nostri amati eroi vengano reinterpretati nel corso degli anni. È un promemoria che anche i progetti più ambiziosi possono prendere pieghe inaspettate.

Ma ora parliamo del contenuto: in “StarStorm”, i Cavalieri dello Zodiaco non sono più i nobili guerrieri che conosciamo, ma una band di adolescenti che si destreggiano tra armature in plastica e poteri cosmici. Personaggi iconici come Pegasus, che qui diventa Centaurus, e Andromeda, trasformata in Electra, vivono avventure in un contesto che rasenta il sublime nel suo kitsch. I loro nemici? Dei cattivi generici con maschere da teschio e un’estetica che potrebbe far arrossire chiunque.

E perché dovremmo guardare “StarStorm”?

Se siete fan dei Cavalieri e avete una predilezione per il trash televisivo, questo è un must-see. L’episodio pilota è un concentrato di tutto ciò che amiamo e odiamo delle serie tv degli anni ’90: effetti speciali artigianali, dialoghi indimenticabili e una colonna sonora che vi farà viaggiare nel tempo. È un’occasione imperdibile per ridere e riflettere, un modo per apprezzare l’ingegno (o la follia) di chi ha creato questa serie.

Cosa ne pensate di questo esperimento televisivo? Avete mai visto altri adattamenti dei Cavalieri dello Zodiaco altrettanto bizzarri? Questo viaggio nella nostalgia è un’opportunità per riscoprire un pezzo di storia che, sebbene imperfetto, è ricco di passione e creatività. Condividete le vostre opinioni nei commenti e preparatevi a tornare indietro nel tempo, abbracciando l’assurdo e il meraviglioso che solo “StarStorm” può offrire!

Saint Seiya – Episode G “Requiem”. L’Inizio della Battaglia Finale

Nel vasto e avvolgente universo di “Saint Seiya”, una nuova epica saga si dispiega tra le fiamme e l’oscurità. Il destino dell’umanità è appeso a un filo sottile mentre il mondo si prepara a essere avvolto dall’oscurità eterna. È l’inizio di una battaglia finale che segnerà la sorte dell’intero pianeta, ei Gold Saints, i leggendari difensori di Atena, devono unirsi per affrontare il loro destino.

“Saint Seiya – Episode G – Requiem”, la terza serie della saga “Episode G”, è iniziata a gennaio 2020 come web-magazine con cadenza mensile. Questo capitolo avvincente non solo continua la tradizione dei suoi predecessori, ma si distingue per la sua intensità narrativa e per l’evoluzione del suo mondo. La serie, come nel caso di “Episode G: Assassin”, è stata preceduta da un capitolo speciale, lanciato in occasione dell’inizio dell’anno cinese del topo, che ha dato ai fan un assaggio del dramma e della grandiosità che stava per arrivare.

In questo drammatico capitolo, il mondo è immerso in una crisi senza precedenti. Un’antica minaccia risorge dalle ombre: gli dei primordiali, esseri di potere inimmaginabile e intenzionati a purificare il pianeta, stanno per compiere la loro ultima e catastrofica opera. La terra è avvolta dalle fiamme, e la devastazione è inesorabile. La dea Atena, ormai sola e accerchiata, lotta disperatamente per contenere l’irrompere di questo caos primordiale. In questa ora oscura, l’unico faro di speranza è Seiya, l’ultimo santo rimasto, che deve affrontare una battaglia impossibile contro le forze divine. La narrazione di “Episode G – Requiem” si intreccia con la tradizione eroica dei suoi predecessori, ma offre anche una prospettiva più oscura e complessa. La serie esplora la profondità della lotta interiore e del sacrificio, mentre i Gold Saints si preparano per la loro battaglia finale. Questi guerrieri leggendari, armati della loro determinazione e del loro potere, devono riunirsi e superare le loro paure ei loro limiti per salvare il mondo dalla distruzione.

Il lavoro di Yoshihiro Togashi e del team creativo è palpabile in ogni pagina, con un’attenzione meticolosa ai dettagli e una narrazione che affascina e coinvolge. La rappresentazione visiva delle battaglie e dei paesaggi devastati è mozzafiato, e il ritmo della storia è incalzante, mantenendo i lettori sulla punta della sedia. Ogni episodio della serie aggiunge nuovi strati di complessità e dramma, arricchendo il panorama già vasto e ricco del mondo di “Saint Seiya”. Nel cuore di “Episode G – Requiem”, c’è un messaggio universale di speranza e resilienza. Anche di fronte a una minaccia che sembra insormontabile, la determinazione dei Gold Saints e il loro impegno per proteggere il mondo risplendono come un faro nell’oscurità. La serie non è solo una celebrazione della forza e del coraggio, ma anche una riflessione sul valore dell’amicizia, della lealtà e del sacrificio.

Mentre la battaglia finale si avvicina e le fiamme dell’oscurità minacciano di inghiottire tutto, i lettori di “Saint Seiya – Episode G – Requiem” possono prepararsi un’esperienza coinvolgente e appassionante. La serie continua ad espandere l’universo di “Saint Seiya”, offrendo una nuova prospettiva e un’avventura indimenticabile per i fan di lunga data e nuovi lettori. In questo momento cruciale, il destino del mondo è nelle mani dei Gold Saints, e la loro lotta per la salvezza è appena cominciata.

Il modellino di Seiya di Pegasus by Giochi Preziosi del 2001

Iniziamo con una rubrica dedicata ai nostri amati modellini vintage e a qualche curiosità legata a uno dei personaggi più iconici: Seiya di Pegasus. Il modellino in questione è dell’edizione Giochi Preziosi uscita nel 2001, un pezzo davvero interessante per collezionisti e appassionati della serie.

Sapete perché questa edizione è considerata ufficiale, anche se non è un prodotto BANDAI?

Giochi Preziosi, celebre azienda italiana di giocattoli, deteneva i diritti di distribuzione per l’Italia grazie a specifici accordi con i detentori dei diritti originali, ovvero Kurumada, Toei, Shueisha e per l’Italia Yamato. Nonostante ciò, questa versione non è stata realizzata in collaborazione con Bandai, che invece era responsabile della produzione in Asia. Questo fatto rende questi modellini degli unicum interessanti nella storia dei prodotti legati a “I Cavalieri dello Zodiaco”.

Un segno distintivo di questa edizione rispetto a quelle degli anni ’90 sono le “orecchie” del casco di Pegasus: nella versione del 2001, queste hanno una maggiore inclinazione, mentre nelle edizioni precedenti risultano più dritte. Questo dettaglio, seppur piccolo, è uno dei dettagli fondamentale per distinguere le varie versioni del modellino e apprezzarne le differenze nella cura dei dettagli.

Altro segno distintivo risiede nella vernice cromata dell’armatura che in questa edizione risulta essere più opaca rispetto alle precedenti storiche versioni.

Il modello di Pegasus presenta nell’ armatura denominata V1, cioè quella di cui stiamo parlando, delle differenze rispetto all’anime da cui è tratta: in primis troviamo un elemento da sovrapporre al bracciale di destra, come se fosse uno scudo. Questo elemento è una ridondanza dell’armatura presente nel manga, infatti ha le sembianze proprio del bracciale destro di quella che è l’armatura v1 dell’opera cartacea, ma che non esiste invece nell’anime.

Altro elemento discostante dalla v1 comparsa nella serie animata è la presenza delle ali, montabili sul retro delle spalline, anche questa scelta è voluta poiché gli attacchi sul totem per le ali sono in un’altra posizione rispetto a dove si collocano gli spallacci, questo fa capire che BANDAI ha pensato il modellino di Pegasus con lo scudo sovrapposto al bracciale e con le ali montate anche nell’armatura indossata da Seiya, come testimoniano anche le foto sulla scatola e sul retro.

Il contesto culturale e il fascino dei modellini vintage:

Parlando della figura di Seiya di Pegasus, è impossibile non menzionare il forte impatto che “I Cavalieri dello Zodiaco” ha avuto su diverse generazioni. La serie, creata da Masami Kurumada negli anni ’80, ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare giapponese e internazionale. I modellini, sia quelli più recenti che quelli vintage, sono testimonianza di questo fenomeno. Essi non sono più solo giocattoli, ma veri e propri oggetti di culto per gli appassionati, che vedono in queste piccole opere un collegamento con la loro infanzia e l’universo dei Cavalieri dello Zodiaco.

Il fascino dei modellini vintage risiede proprio nella loro capacità di evocare ricordi ed emozioni. Ogni dettaglio riporta alla mente episodi epici della serie animata e le battaglie mozzafiato affrontate dai protagonisti. Collezionare modellini è un modo per preservare quel senso di meraviglia e ammirazione che si provava da bambini guardando le avventure di Seiya e dei suoi compagni.

Testi di: Mauro Carnevale & Marco Pollacchi

 

Saint Seiya Vintage Italia. La passione per i Cavalieri dello Zodiaco

Saint Seiya Vintage Italia è un’associazione culturale che ha visto la luce nel 2016 grazie alla passione condivisa tra fan su Facebook e si è ufficialmente costituita nel 2020. Questa realtà si dedica alla raccolta, allo studio e alla conservazione di tutto ciò che riguarda i Saint Seiya, conosciuti in Italia come “I Cavalieri dello Zodiaco”. La missione dell’associazione è preservare la magia di questo leggendario anime giapponese attraverso l’amore e l’impegno di appassionati e collezionisti.

L’Ascesa di una Leggenda

Creata da Masami Kurumada, la serie I Cavalieri dello Zodiac ha debuttato nel 1986 e ha immediatamente conquistato un vasto pubblico internazionale. L’opera, che ha avuto inizio con un manga di 28 volumi, è stata adattata in una serie animata televisiva da Toei Animation, che ha prodotto 114 episodi tra il 1986 e il 1989. Successivamente, la saga ha generato quattro film d’animazione, tre musical, numerosi videogiochi, modellini e un ampio merchandising. Il fenomeno non si è fermato lì: dal 2002, Saint Seiya ha conosciuto una rinascita commerciale con il sequel “Saint Seiya – Hades”, composto da 31 OAV divisi in tre parti. Questo rilancio ha portato alla creazione di nuovi manga, come “Episode G” e “The Lost Canvas”, un romanzo, diversi film animati e live action, nonché una serie TV spin-off e una serie di ONA, ampliando ulteriormente l’universo dei Cavalieri dello Zodiaco.

L’Incredibile Fascino delle Action Figure

Tra gli elementi più amati della saga ci sono le action figure vintage, che hanno conquistato i collezionisti grazie alla loro qualità e alla loro fedeltà ai personaggi dell’anime. Prodotte principalmente negli anni ’80 e ’90 da aziende come Bandai (e importate in Italia da Giochi Preziosi), queste figure rappresentano i Cavalieri con armature scintillanti e dettagliate, realizzate in metallo e plastica, e dotate di articolazioni che permettono pose dinamiche e realistiche. Le action figure dei Cavalieri dello Zodiaco sono diventate oggetti di culto per vari motivi. La nostalgia è uno dei principali fattori: per molti, collezionare queste figure è un modo per rivivere i momenti magici passati davanti alla TV a seguire le avventure di Seiya e dei suoi compagni. La qualità e i dettagli delle figure vintage sono notevoli, e la rarità di alcuni modelli ha accresciuto il loro valore collezionistico. Inoltre, una vivace comunità di collezionisti, che si ritrova in fiere, eventi e forum online, contribuisce a mantenere viva la passione per queste opere.

L’Impegno di Saint Seiya Vintage Italia

L’associazione Saint Seiya Vintage Italia  è un omaggio a tutti i collezionisti italiani e internazionali che si sono uniti  attraverso un gruppo Facebook dedicato. L’associazione si propone di raccogliere e catalogare tutto il materiale relativo ai “Saint Seiya Vintage Cloth” e alle “Saint Seiya Cloth Series”, che includono i modellini die cast lanciati nei primi anni ’90 in Europa e, precedentemente, in Giappone nel 1987. Attraverso un sito web dedicato, Saint Seiya Vintage Italia intende creare il più grande “dizionario” sui modellini dei Cavalieri dello Zodiaco, offrendo notizie, curiosità, foto e collezioni. Il gruppo ha lavorato con impegno per costruire una community attiva, partecipando a fiere e mostre rinomate come Lucca Comics & Games, Cartoomics di Milano e Bologna Nerd. Tra i soci onorari dell’associazione si annoverano nomi di spicco come Danja Cericola, Stefano Cerioni, Marco Albiero e Ivo De Palma, a ulteriore conferma dell’importanza e della serietà del progetto.

 

Il Gran Finale di Saint Seiya: Next Dimension

Cari appassionati di anime e manga, oggi è un giorno di grande attesa e trepidazione. È stato rivelato che il manga Saint Seiya: Next Dimension di Masami Kurumada terminerà con il prossimo numero della rivista Weekly Shōnen Champion di Akita Shoten, in uscita il 4 luglio. Un annuncio che segna la conclusione di un’epica avventura iniziata nel lontano 2006, portando con sé un misto di emozioni, nostalgie e aspettative.

Un Epico Viaggio tra Passato e Presente

Lo scorso maggio, la serie è entrata nell’arco finale, promettendo di svelare tutti i segreti e di chiudere il cerchio di questa straordinaria saga. Saint Seiya: Next Dimension ci ha trasportati indietro nel tempo di circa duecentoquaranta anni, collegandosi al violento scontro nell’Elysion tra Seiya e Hades. Ora, una nuova guerra sacra è imminente, una guerra che dividerà due giovani legati da una profonda amicizia. Passato e presente si intrecciano, creando una nuova leggenda che ci tiene col fiato sospeso.

La Visione di Masami Kurumada

Nel settembre 2022, Kurumada ha dichiarato che la “serie finale” del manga avrebbe avuto 16 capitoli, una dichiarazione che ha subito acceso la curiosità dei fan. Dopo averci regalato quindici volumi di pura magia, l’ottavo maggio scorso è stato pubblicato il quindicesimo volume, lasciandoci con l’attesa febbrile per il gran finale.

Il Ritorno Trionfale

Il ritorno di Saint Seiya: Next Dimension con il suo arco finale, annunciato sul numero 24 della rivista e uscito il 16 maggio, è stato accolto con entusiasmo dai lettori. Dopo una pausa nel giugno del 2023, al termine del “Final Series Prequel”, i fan possono finalmente gioire. Saint Seiya: Next Dimension, punto di riferimento nel mondo dei manga shonen, ha sempre offerto emozioni intense e colpi di scena mozzafiato, confermando il talento e la genialità di Kurumada.

Un’Avventura Intrecciata nei Tessuti del Tempo

La narrazione riprende dalla fine del combattimento contro Hades, durante il quale Seiya è riconosciuto come la reincarnazione dello stesso Saint di Pegasus. Da qui, la storia si sposta nel 1750, alla vigilia della Guerra Sacra. Sion e Doko, nuovi Gold Saint, affrontano una nuova minaccia mentre cercano la reincarnazione di Hades, un giovane pittore di nome Aaron. La loro missione li porta in un luogo simile all’Elisio, dove incontrano Tenma, amico d’infanzia di Aaron, e scoprendo in lui un potenziale Saint di Pegasus.

Scontri e Rivelazioni

Il racconto prosegue con scontri epici e rivelazioni sorprendenti. Pandora, reincarnazione di Hades, guida Aaron al castello donandogli la sua antica spada. Nel frattempo, Tenma affronta il proprio passato quando riconosce in Garuda il suo antico maestro, Suikyo di Crateris. Tra battaglie intense e visioni mistiche, i nostri eroi scoprono segreti che trascendono il tempo, preparando il terreno per l’inevitabile scontro finale.

Il Destino di Atena e dei Saint

Nel futuro, Atena e Shun si trovano nel tempio di Artemide, dea della Luna, cercando un modo per salvare Seiya dalla maledizione di Hades. Attraverso distorsioni spazio-temporali e incontri con divinità, la loro missione li porta ad affrontare sfide che mettono alla prova il loro coraggio e la loro fede. Il climax della storia ci porta al cospetto del dio Crono, l’unico in grado di alterare il flusso del tempo, in un crescendo di tensione e speranza.

Un Conclusione Epica

Il finale di Saint Seiya: Next Dimension promette di essere un evento memorabile per tutti i fan della saga. Con la conclusione di questa avventura epica, Masami Kurumada ci lascia con un’eredità di leggende, battaglie e amicizie immortali. Non ci resta che attendere con ansia il 4 luglio, pronti a vivere le ultime emozioni insieme ai leggendari Cavalieri dello Zodiaco.

“Saintia Shō” – Il volto femminile dei Cavalieri dello Zodiaco: le guerriere di Atena come non le avete mai viste

Nel vastissimo universo dei Cavalieri dello Zodiaco, ci sono opere che tentano di ampliare, rinnovare o reinterpretare la mitologia originale di Masami Kurumada. Ma poche ci riescono con la grazia, la potenza e il fascino che ritroviamo in Saintia Shō, lo spin-off scritto e illustrato da Chimaki Kuori, pubblicato in Giappone dal 2013 al 2021 e arrivato in Italia grazie a Panini Comics. Da grande appassionata di anime e manga – e innamorata da sempre delle epiche battaglie cosmiche dei Cavalieri – non potevo non lasciarmi travolgere dalla forza femminile che sprigiona questa serie. Saintia Shō è, a tutti gli effetti, una dichiarazione d’amore all’universo dei Saint Seiya, ma lo fa cambiando radicalmente prospettiva: al centro di tutto, questa volta, ci sono le donne.

E no, non parliamo delle solite guerriere costrette a indossare maschere per negare la propria femminilità. Le Saintia sono tutt’altra cosa. Sono combattenti sacre scelte direttamente dalla Dea Atena, che non solo proteggono il mondo ma anche la divinità stessa, divenendo le sue guardie del corpo personali. Sono fiere, forti, eppure ancora profondamente umane, con desideri, paure e legami familiari.

La protagonista assoluta, Shōko di Equuleus, è una ragazza che inizialmente non cerca la gloria né il potere, ma semplicemente la salvezza di sua sorella Kyōko. Il suo cammino da ragazza comune a guerriera cosmica è una parabola di sacrificio, crescita e coraggio. Ho adorato vedere come Chimaki Kuori abbia costruito il suo personaggio: fragile ma determinata, piena di dubbi ma capace di affrontare divinità ostili come Eris, Dea della Discordia, per amore e giustizia. E Kyōko? Il suo destino tragico – diventare il ricettacolo di Eris per salvare la sorella – è struggente, ma anche incredibilmente eroico. Tra loro due, il vincolo familiare si trasforma in un motore narrativo potentissimo.

Accanto a Shōko troviamo altre Saintia memorabili: Mii di Dolphin, che con il suo spirito combattivo ma anche il suo lato organizzativo (è la segretaria personale di Saori) rappresenta una perfetta alleata; Xiaoling di Ursa Minor, giovane e impulsiva ma con un cuore enorme; Katya di Corona Borealis, inizialmente ambigua ma sempre più convinta nella sua missione; ed Erda di Cassiopea, l’unica sopravvissuta al massacro della Sacra Accademia, il cui desiderio di vendetta è comprensibile e doloroso.

L’universo di Saintia Shō si espande in modo affascinante, intrecciandosi con i volti già noti della saga originale. È bellissimo vedere i Gold Saint in azione, da Milo di Scorpio – cavaliere dal cuore nobile che affronta le Driadi con la potenza della sua Cuspide Scarlatta – ad Aiolia di Leo e Aphrodite di Pisces. Ma il vero gioiello per noi fan storici è la presenza di Saga dei Gemelli, sempre diviso tra luce e tenebra, e di Death Mask, il cui arco narrativo, tra colpi di scena e redenzione, è tra i più intensi dell’intera serie.

Non manca naturalmente Atena, la giovane Saori Kido, stavolta più vulnerabile, alle prese con la sua prima vera prova come Dea incarnata. L’affetto e la fiducia che lega Saori alle sue Saintia è uno dei temi più belli della serie. Non è una semplice divinità distante: qui è sorella, amica, guida e talvolta anche coetanea delle sue protettrici. Questo legame emotivo rende la storia più intima rispetto alle battaglie epiche della serie classica, ma altrettanto coinvolgente.

E poi ci sono loro, gli antagonisti: Eris e le sue Driadi. Mai banali, mai prevedibili. Eris non è solo una divinità oscura, ma una madre crudele e possessiva, che dà vita a esseri spaventosi come Ate, Phonos, Emony e Disnomia. Ogni Driade ha un fiore simbolico, una personalità definita, un dolore dietro la rabbia. In particolare, mi ha colpito il personaggio di Mania, la Saintia perduta, divenuta Driade, che somiglia a Shōko ma è tutto ciò che lei potrebbe essere se si lasciasse divorare dall’oscurità. Lo scontro tra loro due è metaforico e potente: un duello tra identità, scelte e ciò che ci rende davvero noi stessi.

Il livello di cura con cui l’autrice ha gestito i dettagli, dai riferimenti mitologici al linguaggio dei fiori, dalle relazioni interpersonali agli stili di combattimento, è davvero impressionante. Saintia Shō non è un semplice spin-off, è un nuovo sguardo sull’universo Saint Seiya, un’opera che restituisce finalmente alle donne il ruolo di protagoniste attive in una guerra sacra che, da sempre, le riguardava tanto quanto gli uomini.

Se siete cresciuti con Pegasus, Sirio, Cristal, Andromeda e Phoenix, non potete perdervi la storia di queste straordinarie guerriere. E se invece cercate un modo per entrare nel mondo dei Cavalieri con un punto di vista fresco e moderno, Saintia Shō è il titolo perfetto.

Io ho amato ogni pagina di questa serie: l’ho letta col cuore in mano, col fiato sospeso, e con gli occhi pieni di meraviglia. Le Saintia sono il simbolo di un eroismo nuovo, non più fondato sulla negazione di sé, ma sull’accettazione della propria forza, sensibilità e umanità.

E ora tocca a voi: avete già letto Saintia Shō? Chi è la vostra Saintia preferita? Avete una guerriera del cuore? Raccontatemelo nei commenti oppure condividete questo articolo sui vostri social e taggateci: voglio sapere cosa ne pensate!

I cinque samurai: il clone di Saint Seiya che non ce l’ha fatta a diventare un cult!

“I cinque samurai” è un anime televisivo giapponese prodotto dalla Sunrise e dalla Nagoya Television composto da 39 episodi trasmessi in Giappone dal 30 aprile 1988 al 4 marzo 1989. L’anime è stato trasmesso per la prima volta in Italia nell’aprile 1990 su Italia 7, per poi approdare su altre reti come TMC e Junior TV. Nonostante l’assenza di violenza esplicita o presenza di sangue, non è mai andato in onda su reti Mediaset, fatta eccezione per il canale Hiro.

Anche grazie  alle bellissime action figure (al tempo superiori a quelle di Saint Seiya per molti aspetti), questa serie ha goduto di un discreto seguito in Italia, anche se è stata trasmessa solo su reti con minore copertura nazionale. Tuttavia, ha riscosso un grande successo in paesi come Giappone, Stati Uniti e Francia. Sono stati prodotti tre OAV ispirati alla serie, insieme a un manga, numerosi romanzi e audio drama. In Italia, sia la serie animata che gli OAV sono distribuiti dalla Yamato Video.

La storia di “I cinque samurai” si svolge circa mille anni prima dell’avventura narrata negli episodi. Il mondo era devastato da guerre alimentate da rancore e smania di potere, che hanno dato vita a Harago, uno spirito maligno dotato di un’armatura con immensi poteri di distruzione. Un monaco-guerriero di nome Hariel sconfisse e eliminò Harago, ma decise di dividere la sua armatura in nove pezzi destinati ad altrettanti uomini virtuosi per combattere il male. Ogni armatura rappresentava una virtù: giustizia, saggezza, fiducia, determinazione, sensibilità, fedeltà, clemenza, franchezza e tenacia. Secoli dopo, gli Spiriti del Male risvegliarono lo spirito di Harago, assegnando quattro armature corrotte a quattro uomini demoniaci. Le restanti cinque armature furono invece affidate a cinque nobili samurai per combattere il male. Durante la serie, compare l’armatura bianca, che rappresenta la fusione delle cinque armature dei samurai.

“I cinque samurai” rispecchia molte caratteristiche della cultura giapponese, con le armature che rappresentano gli elementi tradizionali e i demoni associati a concetti negativi. Nonostante alcuni spunti interessanti, la serie presenta alcune lacune logiche e manca di originalità. La grafica e la regia sono buone per l’epoca, ma la trama risulta piatta e prevedibile. In conclusione, “I cinque samurai” non è un clone de “I Cavalieri dello Zodiaco”, ma manca di originalità e logica. Nonostante alcuni temi interessanti, la serie non riesce a distinguersi e ad offrire una narrazione coinvolgente e appassionante. Oltre alle promesse non mantenute, la serie soffre di superficialità e mancanza di coerenza, che la rendono una visione deludente per chi cerca un’esperienza animata più profonda e coinvolgente.

La seconda serie di Saint Seiya: Knights of the Zodiac – Battle for Sanctuary

La seconda parte di Saint Seiya: Knights of the Zodiac – Battle for Sanctuary è finalmente in arrivo e i fan non vedono l’ora di immergersi nuovamente in questo fantastico mondo anime!

A partire dal 1 aprile, potremo goderci la serie su Crunchyroll in varie regioni del mondo, con un team di talentuosi creatori dietro alla produzione. Dalla regia di Yoshiharu Ashino alla colonna sonora di Yorihiro Ike, passando per il design dei personaggi di Terumi Nishii e le animazioni della Toei Animation, la seconda parte promette di essere ancora più avvincente e emozionante della prima.

In questa nuova fase della storia, i Cavalieri di Bronzo dovranno superare le dodici case protette dai Cavalieri d’Oro per salvare Atena. Con ancora tante sfide da affrontare, la tensione sale e nuove verità emergono durante il cammino verso la salvezza.

La serie si distingue per la sua straordinaria animazione in 3DCG, che ha reso l’iconico battle shonen di Masami Kurumada ancora più coinvolgente. Se non conoscete ancora la trama, vi consigliamo vivamente di recuperare la prima parte per non perdervi nessun dettaglio.

Quindi segnatevi questa data sul calendario, perché il 2024 si preannuncia come un anno da infuocare con Saint Seiya: Knights of the Zodiac – Battle for Sanctuary!