Boku no Son Gokū. Il mio Son Goku di Osamu Tezuka

Lontano dai riflettori e dal clamore dei successi di Dragon Ball e Gensōmaden Saiyūki, Goku ha fatto la sua prima comparsa nei fumetti giapponesi molto prima che queste opere diventassero famose. È il lontano 1952 quando Akita Shoten commissiona al maestro Osamu Tezuka un nuovo manga umoristico, e Tezuka, sempre in cerca di nuove sfide e sperimentazioni, decide di adattare uno dei testi epici più celebri della letteratura asiatica: il “Viaggio Verso Occidente“.

Così prende vita l’avventura della scimmietta Son Goku e del monaco Sanzo, un’opera che mescola lezioni spirituali a combattimenti emozionanti e peripezie mozzafiato. Il risultato è una delle versioni più apprezzate e memorabili di questa storia millenaria, adatta a un pubblico di tutte le età e portata sullo schermo da Tezuka stesso in una fortunata serie animata negli anni Sessanta.

Son Goku è una creatura magica nata da una roccia, dotata di poteri straordinari ma anche di un carattere dispettoso ed egoista che lo porta fuori controllo. Questo comportamento porta Buddha a imprigionarlo sul Monte Gogyo, ma è il monaco Sanzohoshi a salvarlo, diventando il suo compagno di viaggio in un’avventura epica alla ricerca di spiritualità e saggezza.

La storia della scimmia dorata Son Goku, tratta dal classico letterario cinese, è qui riportata per la prima volta in forma di fumetto grazie al genio creativo di Osamu Tezuka, il più grande mangaka di tutti i tempi. Son Goku si rivela un personaggio intrigante e complesso, che attraverso il suo viaggio in India affronta pericoli e sfide che lo porteranno a crescere e a maturare spiritualmente.Con questo adattamento, Tezuka ha reso omaggio alla ricca tradizione letteraria asiatica e ha contribuito a diffondere la storia di Son Goku e del monaco Sanzo in tutto il mondo, creando un’opera indimenticabile che continua a ispirare generazioni di lettori e spettatori.

La recensione Pluto: l’anime ispirato a Astro Boy

La serie anime di Pluto, tratta dall’acclamato manga di Naoki Urasawa, è finalmente arrivata sulla piattaforma di streaming Netflix. Con la regia di Toshio Kawaguchi presso lo Studio M2, il character design di Shigeru Fujita e le musiche di Yugo Kanno, Pluto ha già catturato l’attenzione del pubblico per la sua trama avvincente e la sua profondità narrativa.

Ispirata alla serie manga di Osamu Tezuka, “Astro Boy“, Pluto racconta la storia del detective Gesicht che si trova ad indagare sulla misteriosa morte di Mont Blanc, uno dei robot più potenti sulla Terra. Il viaggio di Gesicht attraverso una serie di omicidi e rivelazioni lo porterà a scoprire una rete intricata di segreti e complotti che coinvolgono la società robotica e umana in modi inaspettati.

PLUTO | Teaser ufficiale | Netflix

Il manga Pluto è stato insignito di numerosi premi prestigiosi e apprezzato da critica e pubblico per la sua rielaborazione intelligente di temi complessi come l’intelligenza artificiale, la guerra e la discriminazione. Naoki Urasawa ha saputo creare un’opera che va oltre il semplice intrattenimento, invitando gli spettatori a riflettere sulle implicazioni etiche e sociali delle tecnologie emergenti.

Uno degli aspetti più affascinanti di Pluto è la sua ambientazione futuristica, in cui la robotica e l’intelligenza artificiale sono diventate parte integrante della società umana. Con riferimenti ad opere come Evangelion e Ghost In The Shell, Pluto esplora le potenzialità e le sfide di un mondo in cui i confini tra uomo e macchina si fanno sempre più labili.

Tuttavia, Pluto non è solo un anime di fantascienza; è anche un thriller avvincente che tiene lo spettatore con il fiato sospeso fino all’ultima puntata. Con una cura meticolosa per i dettagli e una narrazione intricata, Pluto offre un’esperienza coinvolgente che invita alla riflessione e al dibattito su temi di attualità.

Nonostante alcuni rallentamenti nella trama e alcune trame secondarie poco approfondite, Pluto resta un anime di elevato livello che merita di essere visto con la giusta attenzione e concentrazione. La qualità della produzione, la profondità dei personaggi e la potenza emotiva delle tematiche trattate fanno di Pluto un’opera d’arte moderna che lascia un’impronta duratura nella mente dello spettatore.

In conclusione, Pluto è un anime che sfida le convenzioni del genere e mette in discussione le nostre concezioni di umanità e tecnologia. Con una narrazione avvincente e una riflessione profonda sul futuro della società, Pluto si distingue come una delle opere più significative nel panorama dell’animazione contemporanea.

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Pluto: la recensione

Scritto da MarcoF

Manga e Anime: un fenomeno culturale in continua evoluzione

I fumetti e i cartoni animati giapponesi, noti in Occidente come manga e anime, sono una forma di intrattenimento che ha conquistato milioni di appassionati in tutto il mondo. Ma come è nata e si è evoluta questa forma d’arte? E quali sono i cambiamenti nella percezione e nei consumi dei suoi fruitori? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande, analizzando il fenomeno dal punto di vista antropologico.

Le origini dei manga e degli anime

I manga e gli anime hanno radici antiche nella cultura giapponese, che ha sempre mostrato una grande attenzione per la narrazione visuale. Già nel periodo Kamakura (1185-1333) venivano realizzati gli emaki, rotoli di pergamena con storie illustrate, che presentavano alcune caratteristiche tipiche del fumetto moderno, come la vignetta, i filatteri e le linee cinetiche. Tra questi, si distinguevano i Chōjū-giga (Caricature di personaggi della fauna selvatica), attribuiti all’abate Toba Sōjō, che rappresentavano scene umoristiche e irriverenti con animali antropomorfi. Il termine manga, che significa “immagini stravaganti”, fu usato per la prima volta alla fine del XVIII secolo da alcuni artisti, tra cui il celebre Hokusai, che pubblicò una serie di libri d’illustrazioni chiamati Hokusai manga. Il termine entrò nell’uso comune solo nel XX secolo, grazie al lavoro di Rakuten Kitazawa, considerato il primo disegnatore di manga moderni.

Gli anime, invece, sono il frutto dell’incontro tra la tradizione giapponese e le influenze occidentali. Il primo film d’animazione giapponese risale al 1917, ma fu solo negli anni ’50 che il medium si sviluppò grazie al pioniere Osamu Tezuka, creatore di Astro Boy, il primo anime televisivo di successo. Tezuka fu anche un prolifico autore di manga, e stabilì una stretta relazione tra i due media, che spesso si influenzavano e si adattavano a vicenda. Tezuka introdusse anche alcune innovazioni stilistiche, come gli occhi grandi e le espressioni esagerate, che divennero distintivi degli anime e dei manga.

L’espansione globale dei manga e degli anime

I manga e gli anime iniziarono a diffondersi al di fuori del Giappone a partire dagli anni ’60, ma fu solo negli anni ’80 e ’90 che il fenomeno divenne globale, grazie alla trasmissione di serie di successo come Goldrake, Candy Candy, Dragon Ball, Sailor Moon, Pokémon e molti altri. Queste serie catturarono l’interesse di un pubblico giovane e variegato, che si appassionò alla ricchezza e alla diversità delle storie, dei personaggi e dei generi proposti dai manga e dagli anime. Inoltre, i manga e gli anime offrivano una visione alternativa e originale della cultura giapponese, che esercitava un fascino esotico e misterioso sugli spettatori occidentali5.

Tuttavia, la diffusione dei manga e degli anime non fu priva di ostacoli e resistenze. In molti paesi, infatti, i manga e gli anime furono oggetto di censure, tagli, modifiche e adattamenti, che ne alteravano spesso il significato e il messaggio originale. Questo era dovuto sia a motivi commerciali, per rendere i prodotti più appetibili al mercato locale, sia a motivi morali, per eliminare o attenuare gli elementi ritenuti violenti, erotici, controversi o inadatti a un pubblico infantile. Inoltre, i manga e gli anime furono spesso visti con sospetto o disprezzo da parte di una parte della critica e dell’opinione pubblica, che li considerava un fenomeno di bassa qualità, superficiale, omogeneo e alienante.

I cambiamenti nella percezione e nei consumi dei manga e degli anime

Negli ultimi vent’anni, però, la situazione è cambiata radicalmente. I manga e gli anime hanno acquisito una maggiore legittimazione e riconoscimento come forma d’arte e di espressione culturale, sia in Giappone che nel resto del mondo. Questo è dovuto a diversi fattori, tra cui:

  • La maturazione e la diversificazione dei manga e degli anime, che hanno saputo affrontare temi e stili sempre più complessi, originali e vari, rivolgendosi a un pubblico più ampio e eterogeneo.
  • Lo sviluppo di Internet e delle nuove tecnologie, che hanno facilitato la diffusione e la fruizione dei manga e degli anime, rendendoli più accessibili, interattivi e personalizzabili.
  • L’emergere di una cultura fan globale, che ha creato una rete di scambio, di partecipazione e di produzione di contenuti tra gli appassionati di manga e anime, che si sono organizzati in comunità, club, forum, blog, siti, eventi, ecc.
  • Il riconoscimento e il sostegno da parte di istituzioni, media, industrie e celebrità, che hanno valorizzato e promosso i manga e gli anime come espressione di creatività, di innovazione e di soft power.

In questo contesto, i fruitori di manga e anime sono diventati sempre più consapevoli, critici e attivi, non limitandosi a consumare passivamente i prodotti, ma cercando di approfondirne la conoscenza, di apprezzarne le sfumature, di confrontarsi con le altre culture, di esprimere la propria opinione, di creare le proprie opere. Inoltre, i fruitori di manga e anime hanno sviluppato una sensibilità e una competenza specifiche, che li rendono capaci di cogliere e interpretare i codici, i simboli, i riferimenti e le convenzioni tipiche di questo medium.

Conclusioni

I manga e gli anime sono una forma d’arte e di cultura in continua evoluzione, che ha saputo conquistare e coinvolgere milioni di persone in tutto il mondo. Il loro successo è dovuto alla loro capacità di raccontare storie avvincenti, emozionanti, divertenti, ma anche profonde, riflessive, provocatorie, che riflettono e interrogano la realtà e la società in cui viviamo. I manga e gli anime sono anche un fenomeno che stimola la curiosità, la creatività, il dialogo e la partecipazione, che favorisce la formazione di una cultura globale, ma al tempo stesso rispettosa delle diversità. I manga e gli anime, insomma, sono un modo di vedere e di vivere il mondo.

Black Jack: il ritorno del chirurgo dai mille volti

Il 2024 sarà un anno importante per Black Jack, il celebre manga di Osamu Tezuka che quest’anno compie cinquant’anni. Per celebrare l’anniversario, TV Asahi ha annunciato la produzione di una nuova serie televisiva live action, che andrà in onda il prossimo anno.

Il protagonista sarà interpretato da Issei Takahashi, attore versatile che ha già recitato in diversi film e serie televisive, tra cui “Così parlò Rohan Kishibe” e “Heaven & Hell: Soul exchange”.

La serie adatterà alcuni specifici episodi dell’opera originale, che racconta le storie di Black Jack, un chirurgo senza licenza che è in grado di compiere miracoli salvando vite umane, ma che richiede compensi esorbitanti per i suoi interventi.

La regia sarà affidata a Hideo Jōjō, mentre la sceneggiatura a Yoshiko Morishita. Le musiche saranno composte da Takashi Omama e i costumi e il character design saranno supervisionati da Isao Tsuge.

Oltre alla serie live action, sono in programma anche altri progetti legati al manga di Black Jack. La Beijing Enlight Pictures sta infatti producendo una trasposizione live action cinese, mentre la Tezuka Productions ha annunciato una versione teatrale che debutterà a Tokyo nel marzo del 2024.

Il manga di Black Jack è stato pubblicato in Italia per la prima volta nel 2002 da Hazard Edizioni, e di recente è stato ripubblicato da J-Pop in una nuova edizione nell’ambito della Osamushi Collection.

Un personaggio iconico che continua a ispirare

Black Jack è uno dei personaggi più iconici della storia del manga. Il suo carisma, la sua abilità chirurgica e la sua complessità morale lo rendono un personaggio affascinante e sempre attuale.

La sua storia è stata adattata in diverse forme, tra cui film, serie animate, videogiochi e persino un musical. Il nuovo progetto live action di TV Asahi è un’occasione per celebrare questo personaggio immortale e per scoprire o riscoprire le sue affascinanti avventure.

Phoenix: Eden17, la fenice risorgente

La fenice sta per tornare, e questa volta ci porta in un futuro distopico

Il 13 settembre 2023, Disney+ distribuirà in tutto il mondo Phoenix: Eden17, il nuovo anime ispirato a uno dei manga più importanti e complessi di Osamu Tezuka.

La fenice è un manga serializzato su rivista da Tezuka per oltre 30 anni, dal 1967 al 1988, e successivamente raccolto in 12 volumi. Si tratta di un’opera complessa e stratificata, che spazia avanti e indietro nel tempo raccontando la storia della fenice, l’animale mitologico che rende immortali dopo aver bevuto il suo sangue, e di diversi personaggi le cui vicende ruotano attorno ad essa.

Phoenix: Eden17 è ispirato al Libro della nostalgia, il sesto volume della saga della Fenice. La storia è ambientata nel futuro e vede Romi giungere insieme al marito sul pianeta Eden 17 per scampare alla distruzione della Terra.

L’anime, realizzato dallo Studio 4°C, sarà composto da quattro episodi.

Dopo la sua uscita in Giappone, Phoenix: Eden17 ha ricevuto recensioni positive da parte della critica, che ha elogiato la sua grafica, la sua storia e la sua fedeltà al materiale originale.

Ma cosa aspettarsi da Phoenix: Eden17?

Beh, se vi piacciono le storie di reincarnazione, eterna giovinezza e immortalità, allora questa serie fa proprio per voi.

Ma attenzione, perché Phoenix: Eden17 non è un’opera per tutti. Il manga originale è noto per la sua complessità e il suo tono spesso drammatico.

Atom Cat di Osamu Tezuka!

Dopo le ultimissime uscite Umani sull’attenti! e il primo volume di Ikki Mandala, dramma storico sulla Rivolta dei Boxer in Cina, la collana ’Osamushi Collection si arricchisce di un nuovo imperdibile volume del Dio del Manga Osamu TezukaDal 24 maggio arriva in libreria, fumetteria e in tutti gli store online per J-POP Manga il volume unico Atom Cat, una geniale rilettura di Astro Boy in chiave… felina!

Per il piccolo Tsugio, ragazzino sensibile e pauroso, l’unico rifugio dai bulli della sua scuola sembra essere la lettura del manga di Astro Boy (Tetsuwan Atom). Quando Tsugio adotta un gattino abbandonato, gli viene quindi naturale dargli il nome dell’eroe robot. Ma in seguito allo strano incontro con una coppia di alieni, in luna di miele sulla Terra, il micio viene dotato sul serio degli straordinari poteri del personaggio dei fumetti con il quale condivide il nome. La Terra, e soprattutto il suo padroncino, hanno ora un nuovo e invincibile difensore: il potente Atom Cat! Il geniale Osamu Tezuka rilegge il mito della sua più famosa creatura di carta, il mitico Astro Boy, in un’incredibile avventura con un protagonista unico e irripetibile.

Microid S di Osamu Tezuka

In Microid S gli insetti della Terra hanno deciso di ribellarsi. Con l’ausilio di una tecnologia capace di ridurre gli esseri umani a dimensioni microbiche, una razza di insetti super intelligenti, i Gidoron, sta pianificando di rendere schiava l’umanità, invertendo di fatto i ruoli tra persone e insetti stessi. Solo tre ragazzi, Yanma, Ageha e Mamezo possono sperare di difendere la nostra società da questa minaccia, contando sulla capacità di trasformarsi a loro volta in esseri piccolissimi e con fenomenali poteri. Riusciranno nella loro impresa di soccorso? E un mondo dominato dagli insetti sarebbe poi peggiore di quello, inquinato e morente, che l’uomo ha costruito per sé?

Microid S è un classico della fantascienza d’azione dalla sfrenata e irraggiungibile fantasia del Dio del manga Osamu Tezuka, la cui idea di base venne sviluppata dal maestro — in una diversa direzione narrativa — anche per la scrittura dell’anime Microsuperman.

Garon di Osamu Tezuka

Alla fine degli anni Cinquanta, Osamu Tezuka si cimenta in quest’opera seminale per la storia dei robot giganti (molto amata da un maestro come Go Nagai) lasciando la sua indelebile impronta anche su questo genere.

Due meteoriti precipitano sulla Terra e in uno di essi viene ritrovato il gigante Garon, un robot di origine aliena con il potere di distruggere l’umanità intera. Nell’altro c’è invece un bambino che negli anni viene cresciuto come un terrestre. All’insaputa di tutti, i due sono stati volontariamente inviati sul nostro pianeta da una razza aliena per testare l’intelligenza e la saggezza degli abitanti della Terra. Riuscirà l’umanità a non porre fine a sé stessa utilizzando le potenti armi di Garon?

 

Cosa vuol dire Kawaii?

Il termine Kawaii, che molti di voi avranno già sentito, è un aggettivo giapponese corrispondente all’inglese “cute”, in italiano “carino”. Le origini del termine sono da ricercare nell’espressione kao hayushi che letteralmente significa “faccia raggiante”, che si riferisce all’arrossire, infatti in origine indicava proprio i concetti di “timido”, “imbarazzato”, e solo secondariamente amabile e piccolo, che poi nell’uso moderno assumeranno il significato principale.

Anche se già riscontrabile in tempi molto antichi, si tratta di una parola o modo di essere “entrato in voga” a partire dal XX secolo, cioè quando diventa una vera e propria cultura giovanile, si collega all’esplosione dei gadget relativi a personaggi di anime, per poi indicare genericamente un oggetto carino, dalle fattezze piccole e di solito dai colori chiari pastello. Con il passare degli anni assumerà un significato relativo a un vero e proprio stile di vita, diventando una cultura, un modo di vivere che conquisterà ragazzi e ragazze anche al di fuori dei confini giapponesi.

Anche l’industria del fumetto e dell’animazione giapponese si legò fin da subito alla cultura kawaii, in particolare col fumetto umoristico e lo shōjo e il primo a introdurre elementi riconducibili dell’estetica kawaii fu Osamu Tezuka negli anni quaranta, ispirato dalle produzioni Disney.

Il kawaii diventa nel XXI secolo una moda che investe un cambiamento di tipo estetico e comportamentale caratterizzato da una spiccata timidezza e dall’uso di un linguaggio che comprende onomatopeiche, il parlare di sé in terza persona e l’uso dei suffissi tan e chan. Anche se non naturale, questo aspetto di ingenuità bambinesca è molto apprezzato in una fascia di età più giovane, che contrappone questa idea di restare eterni fanciulli, eterni Peter Pan con la frenetica vita degli adulti che si barcamena tra serietà e lavoro. 

 

Anime, guida al cinema d’animazione giapponese 1958 – 1969

L’animazione giapponese è divenuta una delle massime espressioni della cultura pop e dell’immaginario per milioni di persone in tutto il mondo. Ma, prima di essere riconosciuta come uno dei settori industriali del Sol Levante di maggiore importanza nazionale, ha attraversato più di un secolo di cambiamenti, tra false partenze, picchi di successo, periodi di crisi, folgoranti riprese e innovazioni stilistiche.
 
Grazie alla fervente passione e professionalità degli operatori del settore, questo mezzo narrativo ha potuto godere di una costante evoluzione in un variopinto caleidoscopio costituito da migliaia di meravigliosi lungometraggi d’animazione e iconiche serie televisive, in cui si sono formati e affermati grandissimi autori e registi come Osamu Tezuka, Isao Takahata, Osamu Dezaki e perfino un premio Oscar, Hayao Miyazaki. Negli ultimi decenni la mole di produzione di anime (ovvero i cartoni animati giapponesi) è aumentata a dismisura in Giappone e spesso è difficile perfino per un appassionato trovare il bandolo della matassa in questo vasto oceano.
 
 
 
Attraverso un sistema di schede presentate in ordine cronologico, complete di dati tecnici, trame, analisi e curiosità, questo volume costituisce un prezioso strumento per chiunque desideri avvicinarsi o approfondire la conoscenza delle opere di animazione realizzate nel Sol Levante. Il primo volume della più completa e celebre enciclopedia cronologica dell’animazione giapponese mai realizzata, in una nuova edizione enormemente ampliata; con un’intervista esclusiva a Isao Takahata (Studio Ghibli).
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