La recensione Pluto: l’anime ispirato a Astro Boy

La serie anime di Pluto, tratta dall’acclamato manga di Naoki Urasawa, è finalmente arrivata sulla piattaforma di streaming Netflix. Con la regia di Toshio Kawaguchi presso lo Studio M2, il character design di Shigeru Fujita e le musiche di Yugo Kanno, Pluto ha già catturato l’attenzione del pubblico per la sua trama avvincente e la sua profondità narrativa.

Ispirata alla serie manga di Osamu Tezuka, “Astro Boy“, Pluto racconta la storia del detective Gesicht che si trova ad indagare sulla misteriosa morte di Mont Blanc, uno dei robot più potenti sulla Terra. Il viaggio di Gesicht attraverso una serie di omicidi e rivelazioni lo porterà a scoprire una rete intricata di segreti e complotti che coinvolgono la società robotica e umana in modi inaspettati.

PLUTO | Teaser ufficiale | Netflix

Il manga Pluto è stato insignito di numerosi premi prestigiosi e apprezzato da critica e pubblico per la sua rielaborazione intelligente di temi complessi come l’intelligenza artificiale, la guerra e la discriminazione. Naoki Urasawa ha saputo creare un’opera che va oltre il semplice intrattenimento, invitando gli spettatori a riflettere sulle implicazioni etiche e sociali delle tecnologie emergenti.

Uno degli aspetti più affascinanti di Pluto è la sua ambientazione futuristica, in cui la robotica e l’intelligenza artificiale sono diventate parte integrante della società umana. Con riferimenti ad opere come Evangelion e Ghost In The Shell, Pluto esplora le potenzialità e le sfide di un mondo in cui i confini tra uomo e macchina si fanno sempre più labili.

Tuttavia, Pluto non è solo un anime di fantascienza; è anche un thriller avvincente che tiene lo spettatore con il fiato sospeso fino all’ultima puntata. Con una cura meticolosa per i dettagli e una narrazione intricata, Pluto offre un’esperienza coinvolgente che invita alla riflessione e al dibattito su temi di attualità.

Nonostante alcuni rallentamenti nella trama e alcune trame secondarie poco approfondite, Pluto resta un anime di elevato livello che merita di essere visto con la giusta attenzione e concentrazione. La qualità della produzione, la profondità dei personaggi e la potenza emotiva delle tematiche trattate fanno di Pluto un’opera d’arte moderna che lascia un’impronta duratura nella mente dello spettatore.

In conclusione, Pluto è un anime che sfida le convenzioni del genere e mette in discussione le nostre concezioni di umanità e tecnologia. Con una narrazione avvincente e una riflessione profonda sul futuro della società, Pluto si distingue come una delle opere più significative nel panorama dell’animazione contemporanea.

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Pluto: la recensione

Scritto da MarcoF

Mangasia: Wonderlands of asian comics

Quella di “Mangasia: Wonderlands of asian comics” è la prima mostra al mondo sulla storia del fumetto asiatico, visitabile a Palazzo delle Esposizioni fino al 21 gennaio 2018. In anteprima mondiale, l’esposizione è pronta a stregare i cultori del genere con 281 tavole originali (molte delle quali di rado uscite dall’Asia), 200 fumetti e 300 autori provenienti dall’intero continente. In scena un caleidoscopio di colori, personaggi, significati, storie e sensualità della tradizione secolare del fumetto asiatico. Per un viaggio lungo oltre due secoli, dalle prime forme rintracciabili nei libri indiani e nelle stampe ukiyo-e giapponesi fino ai popolarissimi webtoon per smartphone realizzati in Corea del sud, analizzando i precursori di questo genere e l’impatto esercitato su altre espressioni d’arte, come i film, le serie tv d’animazione, la musica, i videogame, la moda e l’arte contemporanea.

Dallo spirito de ”La casa dei piatti rotti”, che soffia nella notte cobalto disegnata nel 1830 dal giapponese Katsushika Hokusai, ai primissimi numeri di Modern Sketch, rivista satirica di grande successo nella Cina anni ’30. Senza dimenticare le controverse tavole del ”Viaggio in Occidente a fumetti” di Zhang Guangyu, l’Astro Boy di Tetsuwan Atomu e l’immensa scultura gonfiabile firmata dall’artista contemporanea Aya Takano, che nonostante la posa ammiccante invita nel titolo a ”fare un giro sulla barca dello spirito” (”Taking a ride on the spirit boat”).

Sei i percorsi tematici che costituiscono la mostra: mappare Mangasia, Favole e folclore, Ricreare e rivisitare il passato, Storie e narratori, Censura e sensibilità, Manga multimediali. Si va così da Osamu Tezuka a Eiji Otsuka, Gogho Aoyama, Fujiko F Fujio, Kuniyoshi Utagawa, Goseki Kojima, Kim Junggi, Tiger Tateishi e Takashi Murakami.

Mangasia: Wonderlands of asian comics raccoglie anche molti oggetti cult come la scrivania originale di un mangaka, i kaavad (santuari portatili usati dai cantastorie del Rajasthan) e l’installazione realizzata da Shoji Kawamori (designer di successo anche del cane robot AIBO della Sony), che consente di pilotare un gigantesco mecha utilizzando la tecnologia del body tracking.

Accompagna l’esposizione anche un ricco calendario di eventi, sempre a Palazzo delle Esposizioni, con gli Incontri con alcuni tra i maggiori esperti, disegnatori, sceneggiatori, editor e traduttori di manga attivi in Italia. W la rassegna “Anime – Capolavori del cinema d’animazione giapponese” dedicata all’immaginario sorprendente creato da Miyazaki, Takahata – fondatori della mitica casa di produzione Studio Ghibli – e altri grandi autori nipponici.

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