21mila visitatori a Megacon Genova!

Che due giorni fantastici! Megacon, la fiera del fumetto e del gioco a Genova, è stata un vero e proprio successo, con un’affluenza di pubblico da record: ben 21.000 visitatori! Con un pubblico proveniente da tutto il nord-ovest, l’evento ha dimostrato di offrire una vasta gamma di attività dinamiche legate al gioco e all’intrattenimento, accanto alla mostra mercato di gadget e fumetti.

I visitatori hanno affollato il Padiglione Blu Jean Nouvel della Fiera di Genova, partecipando con entusiasmo alle diverse aree tematiche come la sala giochi anni Ottanta, la Gamers Arena e i giochi da tavolo. Giorgio Vanni e Cristina D’Avena hanno fatto cantare a squarciagola grandi e piccini con le sigle dei cartoni animati, mentre Giovanni Muciaccia ha intrattenuto il pubblico con la sua contagiosa simpatia. L’astronauta Paolo Nespoli ha emozionato tutti con i racconti della sua esperienza sulla Stazione Spaziale Internazionale, mentre Chef Hiro ha deliziato i palati con i segreti della cucina giapponese. E non sono mancati neanche i grandi nomi del fumetto, come Yumiko Igarashi (Candy Candy) e Yoshiko Watanabe (La principessa Zaffiro).

Megacon 2024 è stato un successo travolgente che ha saputo coinvolgere e appassionare migliaia di visitatori, confermandosi come un punto di riferimento per tutti gli amanti della pop culture.Gli organizzatori sono già al lavoro per l’edizione 2025, con l’obiettivo di far diventare Megacon una delle cinque manifestazioni più grandi d’Italia in questo settore. Megacon è stata un’esperienza davvero unica, che ha dimostrato come la passione per il fumetto, il gioco e la cultura pop possa unire persone di tutte le età. Un grande successo che rimarrà impresso nella memoria di tutti i partecipanti.

Manga e Anime: un fenomeno culturale in continua evoluzione

I fumetti e i cartoni animati giapponesi, noti in Occidente come manga e anime, sono una forma di intrattenimento che ha conquistato milioni di appassionati in tutto il mondo. Ma come è nata e si è evoluta questa forma d’arte? E quali sono i cambiamenti nella percezione e nei consumi dei suoi fruitori? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande, analizzando il fenomeno dal punto di vista antropologico.

Le origini dei manga e degli anime

I manga e gli anime hanno radici antiche nella cultura giapponese, che ha sempre mostrato una grande attenzione per la narrazione visuale. Già nel periodo Kamakura (1185-1333) venivano realizzati gli emaki, rotoli di pergamena con storie illustrate, che presentavano alcune caratteristiche tipiche del fumetto moderno, come la vignetta, i filatteri e le linee cinetiche. Tra questi, si distinguevano i Chōjū-giga (Caricature di personaggi della fauna selvatica), attribuiti all’abate Toba Sōjō, che rappresentavano scene umoristiche e irriverenti con animali antropomorfi. Il termine manga, che significa “immagini stravaganti”, fu usato per la prima volta alla fine del XVIII secolo da alcuni artisti, tra cui il celebre Hokusai, che pubblicò una serie di libri d’illustrazioni chiamati Hokusai manga. Il termine entrò nell’uso comune solo nel XX secolo, grazie al lavoro di Rakuten Kitazawa, considerato il primo disegnatore di manga moderni.

Gli anime, invece, sono il frutto dell’incontro tra la tradizione giapponese e le influenze occidentali. Il primo film d’animazione giapponese risale al 1917, ma fu solo negli anni ’50 che il medium si sviluppò grazie al pioniere Osamu Tezuka, creatore di Astro Boy, il primo anime televisivo di successo. Tezuka fu anche un prolifico autore di manga, e stabilì una stretta relazione tra i due media, che spesso si influenzavano e si adattavano a vicenda. Tezuka introdusse anche alcune innovazioni stilistiche, come gli occhi grandi e le espressioni esagerate, che divennero distintivi degli anime e dei manga.

L’espansione globale dei manga e degli anime

I manga e gli anime iniziarono a diffondersi al di fuori del Giappone a partire dagli anni ’60, ma fu solo negli anni ’80 e ’90 che il fenomeno divenne globale, grazie alla trasmissione di serie di successo come Goldrake, Candy Candy, Dragon Ball, Sailor Moon, Pokémon e molti altri. Queste serie catturarono l’interesse di un pubblico giovane e variegato, che si appassionò alla ricchezza e alla diversità delle storie, dei personaggi e dei generi proposti dai manga e dagli anime. Inoltre, i manga e gli anime offrivano una visione alternativa e originale della cultura giapponese, che esercitava un fascino esotico e misterioso sugli spettatori occidentali5.

Tuttavia, la diffusione dei manga e degli anime non fu priva di ostacoli e resistenze. In molti paesi, infatti, i manga e gli anime furono oggetto di censure, tagli, modifiche e adattamenti, che ne alteravano spesso il significato e il messaggio originale. Questo era dovuto sia a motivi commerciali, per rendere i prodotti più appetibili al mercato locale, sia a motivi morali, per eliminare o attenuare gli elementi ritenuti violenti, erotici, controversi o inadatti a un pubblico infantile. Inoltre, i manga e gli anime furono spesso visti con sospetto o disprezzo da parte di una parte della critica e dell’opinione pubblica, che li considerava un fenomeno di bassa qualità, superficiale, omogeneo e alienante.

I cambiamenti nella percezione e nei consumi dei manga e degli anime

Negli ultimi vent’anni, però, la situazione è cambiata radicalmente. I manga e gli anime hanno acquisito una maggiore legittimazione e riconoscimento come forma d’arte e di espressione culturale, sia in Giappone che nel resto del mondo. Questo è dovuto a diversi fattori, tra cui:

  • La maturazione e la diversificazione dei manga e degli anime, che hanno saputo affrontare temi e stili sempre più complessi, originali e vari, rivolgendosi a un pubblico più ampio e eterogeneo.
  • Lo sviluppo di Internet e delle nuove tecnologie, che hanno facilitato la diffusione e la fruizione dei manga e degli anime, rendendoli più accessibili, interattivi e personalizzabili.
  • L’emergere di una cultura fan globale, che ha creato una rete di scambio, di partecipazione e di produzione di contenuti tra gli appassionati di manga e anime, che si sono organizzati in comunità, club, forum, blog, siti, eventi, ecc.
  • Il riconoscimento e il sostegno da parte di istituzioni, media, industrie e celebrità, che hanno valorizzato e promosso i manga e gli anime come espressione di creatività, di innovazione e di soft power.

In questo contesto, i fruitori di manga e anime sono diventati sempre più consapevoli, critici e attivi, non limitandosi a consumare passivamente i prodotti, ma cercando di approfondirne la conoscenza, di apprezzarne le sfumature, di confrontarsi con le altre culture, di esprimere la propria opinione, di creare le proprie opere. Inoltre, i fruitori di manga e anime hanno sviluppato una sensibilità e una competenza specifiche, che li rendono capaci di cogliere e interpretare i codici, i simboli, i riferimenti e le convenzioni tipiche di questo medium.

Conclusioni

I manga e gli anime sono una forma d’arte e di cultura in continua evoluzione, che ha saputo conquistare e coinvolgere milioni di persone in tutto il mondo. Il loro successo è dovuto alla loro capacità di raccontare storie avvincenti, emozionanti, divertenti, ma anche profonde, riflessive, provocatorie, che riflettono e interrogano la realtà e la società in cui viviamo. I manga e gli anime sono anche un fenomeno che stimola la curiosità, la creatività, il dialogo e la partecipazione, che favorisce la formazione di una cultura globale, ma al tempo stesso rispettosa delle diversità. I manga e gli anime, insomma, sono un modo di vedere e di vivere il mondo.

Mediaset: il ruolo chiave nella diffusione degli anime giapponesi in Italia

Per molti fan di anime, tra gli anni ’80 e ’90 la Fininvest/Mediaset è stata l’unica fonte di animazione giapponese. La loro “library” comprende sia prodotti originariamente giapponesi, sia quelli americani. Per rispondere ai palinsesti televisivi, Fininvest/Mediaset ha scelto di censurare alcune parti del proprio materiale, soprattutto per evitare violenza eccessiva.

Ma se guardiamo la situazione con gli occhi di oggi, possiamo dire che Fininvest/Mediaset ha fatto qualcosa di buono? Assolutamente sì, visto che la Fininvest/Mediaset ha reso possibile l’arrivo degli anime in Italia, che altrimenti sarebbero rimasti sconosciuti. I loro adattamenti, seppur controversi, hanno fatto parte di un processo importante per la sopravvivenza del sistema televisivo: introiti, slot prefissati, fasce d’età e merchandising.

Inoltre, visto che fino alla fine degli anni ’90 il pubblico di nippo-fan non era ancora così vasto, Fininvest/Mediaset ha fatto sì che anime come One Piece, Detective Conan, Doraemon, Pokémon o Dragon Ball non rimanessero relegati solo ai Paesi nipponici. Perciò, con le dovute correzioni, si può dire che Fininvest/Mediaset abbia affermato l’amore degli italiani per l’animazione giapponese.

Negli anni80, un programma conosciuto comeBim Bum Bam fu uno dei primi e più duraturi programmi Tv italiani dedicati ai cartoni animati giapponesi. Negli anni i programmi di cartoni animati hanno preso sempre più piede in Italia, diventando una parte importante della cultura televisiva per tutte le generazioni.

Bim Bum Bam fu il primo programma televisivo in Italia dedicato interamente ai cartoni animati giapponesi. È stato lanciato nel 1984 ed è diventato subito un successo. Il programma è stato condotto da giovani presentatori e due pupazzi di pezza che intrattenevano gli spettatori con scenette esilaranti e disegni e scenette sullo schermo, preparando la strada per i successivi cartoni animati.

Oltre a intrattenere il pubblico, Bim Bum Bam ha anche avuto un enorme impatto sui cartoni animati giapponesi disponibili in Italia. Grazie al programma, i giapponesi sono diventati progressivamente più conosciuti e riconosciuti dal pubblico italiano. Bim Bum Bam ha introdotto i telespettatori al mondo degli anime giapponesi, più famosi comeDragon Ball“,Sailor Moon eCandy Candy“. Infatti, prima della diffusione di Bim Bum Bam nel 1984, solo pochi cartoni animati giapponesi erano disponibili per il pubblico italiano. E anche quelli erano spesso adattati alla cultura italiana con cambiamenti nella trama e nel cast di doppiatori. Il successo duraturo del programma ha aperto la strada al suo boom successivo, portando i telespettatori italiani a conoscere.

Le politiche culturali degli anime e dei manga: tra soft power e diplomazia culturale

Gli anime e i manga sono due forme di espressione artistica originarie del Giappone, che hanno conquistato il pubblico mondiale grazie alla loro originalità, creatività e diversità. Si tratta di prodotti culturali che riflettono la storia, la società, la cultura e i valori del paese asiatico, ma che allo stesso tempo sono in grado di dialogare con le altre culture e di adattarsi ai diversi contesti. Gli anime e i manga sono quindi diventati degli strumenti di soft power per il Giappone, ovvero della capacità di influenzare le preferenze e i comportamenti degli altri attori internazionali attraverso l’attrattiva e la persuasione, piuttosto che con la forza o la coercizione.

Il concetto di soft power è stato introdotto dallo studioso americano Joseph Nye nel 1990, e si basa sull’idea che la potenza di uno stato non dipende solo dalle sue risorse militari ed economiche, ma anche dalla sua capacità di attrarre e convincere gli altri con la sua cultura, i suoi valori, le sue istituzioni e le sue politiche. Il soft power si esercita attraverso tre canali principali: la cultura, i valori e le politiche. La cultura è l’insieme delle espressioni artistiche, linguistiche, religiose, culinarie, sportive e di intrattenimento che caratterizzano una nazione e che possono generare simpatia e ammirazione negli altri. I valori sono i principi etici, morali, politici e sociali che guidano le azioni di uno stato e che possono essere condivisi o apprezzati dagli altri. Le politiche sono le scelte strategiche che uno stato compie in ambito internazionale e che possono essere percepite come legittime, giuste e coerenti dagli altri.

Il Giappone è uno stato che ha saputo sfruttare il suo soft power per aumentare la sua influenza e il suo prestigio nel mondo, soprattutto dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando ha dovuto rinunciare alla sua potenza militare e ha subito una forte occupazione americana. Il Giappone ha puntato sulla sua cultura, sui suoi valori e sulle sue politiche per ricostruire la sua immagine e la sua identità, e per stabilire rapporti di cooperazione e di fiducia con gli altri paesi. Tra gli elementi di soft power giapponese, gli anime e i manga hanno avuto un ruolo fondamentale, in quanto hanno contribuito a diffondere la cultura e i valori giapponesi nel mondo, e a creare una rete di relazioni e di scambi con le altre culture.

Gli anime e i manga sono nati in Giappone nel dopoguerra, come forme di intrattenimento popolare e di evasione dalla realtà. Gli anime sono dei cartoni animati, spesso tratti dai manga, che sono dei fumetti giapponesi. Gli anime e i manga si distinguono per il loro stile grafico, caratterizzato da personaggi con grandi occhi, capelli colorati e proporzioni esagerate, e per la loro varietà di generi e di tematiche, che spaziano dalla fantascienza alla commedia, dal romantico all’horror, dal drammatico all’erotico. Gli anime e i manga trattano spesso di argomenti legati alla storia, alla società, alla cultura e ai valori del Giappone, ma anche di questioni universali, come l’amore, l’amicizia, la guerra, la pace, la vita e la morte.

Gli anime e i manga hanno iniziato a diffondersi al di fuori del Giappone a partire dagli anni ’60, grazie alla distribuzione internazionale di alcune opere di successo, come Astro Boy, Kimba il leone bianco, Heidi, Goldrake, Candy Candy e Lupin III. Queste opere hanno conquistato il pubblico di diversi paesi, soprattutto in Europa e in America, e hanno creato una generazione di appassionati e di estimatori della cultura giapponese. Negli anni successivi, la diffusione degli anime e dei manga è aumentata grazie alla nascita di nuovi canali di comunicazione, come le videocassette, i DVD, i siti web, i blog, i forum, i social network e le piattaforme di streaming, che hanno permesso una maggiore accessibilità e una maggiore interattività tra i fan. Inoltre, la diffusione degli anime e dei manga è stata favorita dalla creazione di eventi, come le fiere, i festival, le mostre, i concorsi e i cosplay, che hanno offerto occasioni di incontro, di condivisione e di partecipazione per gli appassionati.

Gli anime e i manga hanno avuto un impatto positivo sull’immagine e sull’identità del Giappone nel mondo, in quanto hanno mostrato aspetti positivi, interessanti e affascinanti della cultura e dei valori giapponesi, come la creatività, l’innovazione, la tradizione, il rispetto, l’armonia, la spiritualità e la resilienza. Gli anime e i manga hanno anche contribuito a creare una rete di relazioni e di scambi tra il Giappone e le altre culture, in quanto hanno stimolato la curiosità, l’interesse e l’apprezzamento per il paese asiatico, e hanno favorito la cooperazione, il dialogo e la comprensione tra i popoli. Gli anime e i manga sono quindi diventati degli strumenti di diplomazia culturale per il Giappone, ovvero della capacità di promuovere la pace, la stabilità e lo sviluppo attraverso la cultura.

Il Giappone ha riconosciuto il valore e il potenziale degli anime e dei manga come strumenti di soft power e di diplomazia culturale, e ha adottato delle politiche per sostenere e valorizzare questi prodotti culturali. Tra queste politiche, si possono citare la creazione di istituzioni dedicate, come l’Agenzia per gli Affari Culturali, il Ministero degli Affari Esteri, il Japan Foundation e il Cool Japan Fund, che si occupano di finanziare, promuovere e diffondere gli anime e i manga nel mondo; la realizzazione di progetti e di iniziative, come il Japan Media Arts Festival, il Japan Expo, il Japan Film Festival e il Japan Anime Award, che mirano a premiare, esporre e far conoscere le opere e gli autori di anime e manga; la nomina di ambasciatori culturali, come Doraemon, Hello Kitty, Astro Boy e Pikachu, che rappresentano il Giappone e la sua cultura in vari paesi e contesti; la collaborazione con le organizzazioni internazionali, come l’UNESCO, l’ONU e l’UNICEF, che coinvolgono gli anime e i manga in campagne e in progetti di sensibilizzazione e di educazione su temi importanti, come i diritti umani, l’ambiente, la salute e lo sviluppo sostenibile.

In conclusione, gli anime e i manga sono delle forme di espressione artistica che hanno contribuito a diffondere la cultura e i valori del Giappone nel mondo, e a creare una rete di relazioni e di scambi con le altre culture. Gli anime e i manga sono quindi degli strumenti di soft power e di diplomazia culturale per il Giappone, che ha adottato delle politiche per sostenere e valorizzare questi prodotti culturali. Gli anime e i manga rappresentano quindi un esempio di come la cultura possa essere una risorsa e una forza per la pace, la cooperazione e lo sviluppo nel mondo.

Eravamo tutti innamorate di Terence…

Dal romanzo al fumetto e dal fumetto al cartone animato. Le avventure di Candy Candy rivisitate a trent’anni dal suo arrivo in Italia, la verità sul finale della storia (in Italia pesantemente modificato), le ragioni del suo successo e le controversie legali tra i detentori dei diritti che ne impediscono nuove messe in onda. Candy è stata unica, perchè cresceva, esattamente come le sue giovani spettatrici, e crescendo sperimentava nuove emozioni. Per molte bambine, oggi divenute giovani donne, quella di Candy è stata la prima vera avventura romantica, una tenera iniziazione ai turbamenti dell’amore…

 

Sfogliare queste pagine e ripercorrere le sue appassionanti avventure sarà come ritrovare una cara vecchia amica, che ci ha aiutati e accompagnati nel turbinoso passaggio dall’infanzia all’adolescenza. E rivedere i suoi libri, i fumetti, gli astucci, le bambole sarà anche un’occasione unica per ripensare a noi stessi bambini e ricordare ancora quei primi batticuori! Come tutti i volumi di questa collana, imperdibile il ricco apparato iconografico. Quasi un “come eravamo” delle emozioni. Elena Romanello, otaku di prima generazione, vive soprattutto nel web che le ha dato il dono dell’obiquità e l’ha resa famosa per i suoi fulminanti interventi sui serial televisivi più amati: da X-files a Buffy l’Ammazzavampiri. Appassionata di manga, anime, cinema e letteratura, sta completando un master di giornalismo. Per questa collana ha curato il volume dedicato a Capitan Harlock.

Candy Candy Il Film rimasterizzato

Versione rimasterizzata  del lungometraggio di montaggio tratto  dalla serie televisiva “Candy Candy” e distribuiti nelle sale italiane alla fine degli anni ’70.“Candy Candy” nasce come shojo manga (manga per ragazze) ad opera della scrittrice Kyoko Mizuki e della disegnatrice Yumiko Igarashi, ed approda in televisione nel 1976 per la regia di Hiroshi Shidara.  “Candy Candy” è difatti la prima vera soap-opera in animazione. Suor Maria, anima pia dell’orfanotrofio “Casa di Pony” trova tra la neve candida vicino all’orfanotrofio due ceste contenenti due bambine: Annie e Candy, “candida come la neve”.

 

Nonostante la sua indole dolce, Candy ha anche comportamenti da maschiaccio: è esuberante, non ha peli sulla lingua e all’occorrenza fa anche a botte con i maschi. Quando Annie viene adottata dalla ricca famiglia dei Brighton, Candy sprofonda in una grande tristezza, e mentre piange su un prato, viene consolata da un ragazzo in abiti scozzesi che suona una cornamusa. Questo ragazzo rimane impresso nei ricordi di Candy come il “principe della collina”. Anche per Candy arriva il momento dell’adozione: viene adottata dai nobili Legan, ma solo per diventare dama di compagnia della perfida Iriza, di cui diventa vittima di tremendi scherzi. Per fortuna a prendere le parti di Candy intervengono i tre cugini della famiglia Andrew: Archie, Stear e Anthony, che alla ragazza ricorda tanto il suo il principe. Tra i due sboccia l’amore ma il destino crudele li separa per sempre perché Anthony muore cadendo da cavallo…

Pregiudizi sugli anime

Quando regnava ancora la semplicità, la capacità di stupirsi, la gioia di chi ha meno di dieci anni e tutto un mondo da scoprire… quando guardare la TV non era una semplice evasione dalla realtà, ma un momento importante dove apprendere i valori più importanti della vita attraverso il linguaggio della fantasia… quando guardare i semplici (si fa per dire) cartoni animati significava per molti inoltrarsi in un mondo adulto e bambino contemporaneamente e non solo di magìa e stupore fini a sé stessi… io ero lì… grazie a Dio!

Goldrake, Heidi, Ryu, Kimba, Remì, Jeeg Robot, Candy Candy, Daitarn III, fino ad arrivare a centinaia di storie indimenticabili di altrettanti personaggi che tuttora persistono nel cuore di milioni di adulti: quanti dischi, robot, giochi, fumetti, magliette e quant’altro ho fatto comprare ai miei genitori… e com’era bello mostrarli agli altri, ma soprattutto sapere di possederli.

Era come avere accanto il tuo eroe preferito in carne ed ossa, o quasi. E poi… si cresce. Gli anni passano, i problemi aumentano (a chi più, a chi meno), gli amici cambiano e con loro cambia il nostro spirito puro; la vita non ci dà tregua ed oggi molta della magìa che si aveva dentro si è dissolta nel quotidiano agire. Molti la chiamano maturità, o crescita, o divenire adulti attraverso le difficoltà… io la chiamo follìa! Bisogna semplicemente avere equilibrio; bisogna che il bambino che è in noi (custode di creatività, di passione, di sensibilità e quant’altro di positivo) non muoia mai schiacciato dalla quotidianità, ma attraverso di essa si esalti e, di conseguenza, ci esalti. Eppure eminenti psicologi, saggi di svariate etnìe e periodi storici e… i nostri eroi preferiti ce lo ricordano da sempre! Mah!

Vi sembra impossibile? Guardate (tanto per fare un esempio) qualche serie televisiva giapponese come Jeeg Robot, Remì, L’Uomo Tigre, Sampei, Ken il guerriero, Tommy la stella dei Giants; ripuliteli poi di tutti gli elementi prettamente fantastici ed andate oltre quello che vedete… avrete molto da imparare! Per molti come me la passione per le tematiche del fantastico non è solo un’evasione dalla realtà attraverso il passato o un semplice commercio (per chi lo pratica); conoscere altri appassionati, riscoprire vecchi e nuovi eroi, possedere rarità, significa principalmente mantenere vivo il bambino che è in noi, quindi noi stessi e la nostra vitalità… alla faccia di tutto lo schifo e la falsità che ci circonda.

Significa inoltre ricordarci di non perdere mai di vista quello che siamo in realtà, mantenere il più possibile intatta una propria integrità morale e spirituale, avere la forza di rialzarci nei momenti difficili anche (…e soprattutto…) senza l’aiuto di nessuno, saper prendere la vita in tutte le sue sfaccettature senza chiedersi perché.
Per chi non lo sapesse, tutte queste opere sono sempre state catalogate come “rigorosamente per bambini”: niente di più falso. I giapponesi hanno sempre alternato le situazioni dei loro cartoons passando attraverso vari generi: fantascienza, horror, romanzi storici, soap opera, avventura, commedia comica e demenziale, sport, favole e leggende, sia per grandi che per i più piccoli (per non parlare del genere sexy o splatter). Eppure, nonostante siano passati decenni e siano state spese miriadi di parole, sviluppate molteplici testate, organizzati dibattiti e manifestazioni, creato scuole e tanto altro ancora, qui in Italia abbiamo ancora una cultura altamente retrograda e piena di pregiudizi nei confronti di queste tematiche.

Inoltre, per anni queste serie TV hanno subìto censure, alterazione dei dialoghi e quant’altro di osceno affinché non venisse tutelata l’opera in sé, ma solo l’impatto emotivo con i minori, badando ad accrescere il merchandising e nulla più (vendite di diari scolastici, cartelle, gadgets, giocattoli, carte, videogiochi,etc…). Per cercare di sensibilizzare il più possibile i “non addetti ai lavori”, affinché possano ricevere un’educazione cinematografica a tutela della propria cultura e della propria sensibilità nel lasciare un minore davanti al cartone animato adatto alla propria fascia di età, dal 1999 ho realizzato un sogno in lenta e costante crescita: l’Associazione Culturale Japanimation di Ostia Lido.

Chi vuole collaborare con noi può contattarci al sito www.japanimation.it (info@japanimation.it), oppure su www.myspace.com/japanimationweb.

Vincenzo D’Amico
www.japanimation.it

Candy Candy

Candy Candy è uno dei manga shōjo più famosi e amati di tutti i tempi, una saga romantica e avventurosa che ha appassionato milioni di lettori in tutto il mondo. La protagonista è Candy, una dolce e coraggiosa orfana che vive in un orfanotrofio sulle colline del Michigan, insieme al suo amico d’infanzia Annie. La vita di Candy cambia quando viene adottata dalla ricca famiglia Legrand, che la tratta come una serva e la separa da Annie. Candy non si perde d’animo e cerca di farsi degli amici nella sua nuova casa, tra cui il ribelle Terry, il figlio di un famoso attore, e il gentile Archie, il nipote dei Legrand. Candy scopre anche di avere una misteriosa benefattrice, che le invia dei regali e delle lettere, e che si firma con le iniziali A.A.

Il manga segue le vicende di Candy dalla sua infanzia alla sua maturità, attraverso vari paesi e continenti, tra amori, amicizie, rivalità, tragedie e speranze. Candy incontra molti personaggi indimenticabili, come il principe dei colli, il cowboy Anthony, il medico Albert, la perfida Eliza, la nobile Susanna, e molti altri. Candy deve affrontare molte sfide e prove, ma non perde mai il suo sorriso e la sua voglia di vivere.

Candy Candy è un manga che sa emozionare, divertire, commuovere e far sognare. Il disegno di Yumiko Igarashi è delicato e raffinato, con una grande cura per i dettagli e le espressioni dei personaggi. La sceneggiatura di Kyoko Mizuki è ricca di colpi di scena, di humor, di pathos e di poesia. Il manga è diviso in nove volumi, che raccontano le diverse fasi della vita di Candy, dalla sua nascita alla sua felicità finale. Il manga ha avuto anche una trasposizione animata, che ha riscosso un enorme successo in tutto il mondo, e un romanzo, che approfondisce alcuni aspetti della storia.

Candy Candy - Sigla Iniziale

L’anime, prodotto da Toei Animation, è andato in onda in Giappone dal 1976 al 1979, per un totale di 115 episodi. In Italia, l’anime è stato trasmesso per la prima volta nel 1980 da alcune televisioni locali, e successivamente replicato da varie emittenti. L’anime segue le vicende di Candy dalla sua infanzia alla sua maturità, attraverso vari paesi e continenti, tra amori, amicizie, rivalità, tragedie e speranze. Candy incontra molti personaggi indimenticabili, come il principe dei colli, il cowboy Anthony, il medico Albert, la perfida Eliza, la nobile Susanna, e molti altri. Candy deve affrontare molte sfide e prove, ma non perde mai il suo sorriso e la sua voglia di vivere.

Dolce Candy (Sigla italiana)

Candy Candy è un anime che ha fatto la storia dell’animazione giapponese, e che ha conquistato il cuore di milioni di spettatori in tutto il mondo. L’anime è caratterizzato da un disegno delicato e raffinato, con una grande cura per i dettagli e le espressioni dei personaggi. La colonna sonora, composta da Takeo Watanabe, è composta da brani melodici e coinvolgenti, che accompagnano le scene più emozionanti e commoventi. L’anime è fedele al manga, anche se presenta alcune differenze e aggiunte, come l’OAV del 1992, che racconta il finale della storia.

Candy Candy è un anime che sa emozionare, divertire, commuovere e far sognare. È un anime che parla di amore, di amicizia, di crescita, di libertà, di coraggio, di speranza. È un anime che fa piangere e ridere, che fa innamorare e soffrire, che fa riflettere e sognare.

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