Manga e Anime: un fenomeno culturale in continua evoluzione

I fumetti e i cartoni animati giapponesi, noti in Occidente come manga e anime, sono una forma di intrattenimento che ha conquistato milioni di appassionati in tutto il mondo. Ma come è nata e si è evoluta questa forma d’arte? E quali sono i cambiamenti nella percezione e nei consumi dei suoi fruitori? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande, analizzando il fenomeno dal punto di vista antropologico.

Le origini dei manga e degli anime

I manga e gli anime hanno radici antiche nella cultura giapponese, che ha sempre mostrato una grande attenzione per la narrazione visuale. Già nel periodo Kamakura (1185-1333) venivano realizzati gli emaki, rotoli di pergamena con storie illustrate, che presentavano alcune caratteristiche tipiche del fumetto moderno, come la vignetta, i filatteri e le linee cinetiche. Tra questi, si distinguevano i Chōjū-giga (Caricature di personaggi della fauna selvatica), attribuiti all’abate Toba Sōjō, che rappresentavano scene umoristiche e irriverenti con animali antropomorfi. Il termine manga, che significa “immagini stravaganti”, fu usato per la prima volta alla fine del XVIII secolo da alcuni artisti, tra cui il celebre Hokusai, che pubblicò una serie di libri d’illustrazioni chiamati Hokusai manga. Il termine entrò nell’uso comune solo nel XX secolo, grazie al lavoro di Rakuten Kitazawa, considerato il primo disegnatore di manga moderni.

Gli anime, invece, sono il frutto dell’incontro tra la tradizione giapponese e le influenze occidentali. Il primo film d’animazione giapponese risale al 1917, ma fu solo negli anni ’50 che il medium si sviluppò grazie al pioniere Osamu Tezuka, creatore di Astro Boy, il primo anime televisivo di successo. Tezuka fu anche un prolifico autore di manga, e stabilì una stretta relazione tra i due media, che spesso si influenzavano e si adattavano a vicenda. Tezuka introdusse anche alcune innovazioni stilistiche, come gli occhi grandi e le espressioni esagerate, che divennero distintivi degli anime e dei manga.

L’espansione globale dei manga e degli anime

I manga e gli anime iniziarono a diffondersi al di fuori del Giappone a partire dagli anni ’60, ma fu solo negli anni ’80 e ’90 che il fenomeno divenne globale, grazie alla trasmissione di serie di successo come Goldrake, Candy Candy, Dragon Ball, Sailor Moon, Pokémon e molti altri. Queste serie catturarono l’interesse di un pubblico giovane e variegato, che si appassionò alla ricchezza e alla diversità delle storie, dei personaggi e dei generi proposti dai manga e dagli anime. Inoltre, i manga e gli anime offrivano una visione alternativa e originale della cultura giapponese, che esercitava un fascino esotico e misterioso sugli spettatori occidentali5.

Tuttavia, la diffusione dei manga e degli anime non fu priva di ostacoli e resistenze. In molti paesi, infatti, i manga e gli anime furono oggetto di censure, tagli, modifiche e adattamenti, che ne alteravano spesso il significato e il messaggio originale. Questo era dovuto sia a motivi commerciali, per rendere i prodotti più appetibili al mercato locale, sia a motivi morali, per eliminare o attenuare gli elementi ritenuti violenti, erotici, controversi o inadatti a un pubblico infantile. Inoltre, i manga e gli anime furono spesso visti con sospetto o disprezzo da parte di una parte della critica e dell’opinione pubblica, che li considerava un fenomeno di bassa qualità, superficiale, omogeneo e alienante.

I cambiamenti nella percezione e nei consumi dei manga e degli anime

Negli ultimi vent’anni, però, la situazione è cambiata radicalmente. I manga e gli anime hanno acquisito una maggiore legittimazione e riconoscimento come forma d’arte e di espressione culturale, sia in Giappone che nel resto del mondo. Questo è dovuto a diversi fattori, tra cui:

  • La maturazione e la diversificazione dei manga e degli anime, che hanno saputo affrontare temi e stili sempre più complessi, originali e vari, rivolgendosi a un pubblico più ampio e eterogeneo.
  • Lo sviluppo di Internet e delle nuove tecnologie, che hanno facilitato la diffusione e la fruizione dei manga e degli anime, rendendoli più accessibili, interattivi e personalizzabili.
  • L’emergere di una cultura fan globale, che ha creato una rete di scambio, di partecipazione e di produzione di contenuti tra gli appassionati di manga e anime, che si sono organizzati in comunità, club, forum, blog, siti, eventi, ecc.
  • Il riconoscimento e il sostegno da parte di istituzioni, media, industrie e celebrità, che hanno valorizzato e promosso i manga e gli anime come espressione di creatività, di innovazione e di soft power.

In questo contesto, i fruitori di manga e anime sono diventati sempre più consapevoli, critici e attivi, non limitandosi a consumare passivamente i prodotti, ma cercando di approfondirne la conoscenza, di apprezzarne le sfumature, di confrontarsi con le altre culture, di esprimere la propria opinione, di creare le proprie opere. Inoltre, i fruitori di manga e anime hanno sviluppato una sensibilità e una competenza specifiche, che li rendono capaci di cogliere e interpretare i codici, i simboli, i riferimenti e le convenzioni tipiche di questo medium.

Conclusioni

I manga e gli anime sono una forma d’arte e di cultura in continua evoluzione, che ha saputo conquistare e coinvolgere milioni di persone in tutto il mondo. Il loro successo è dovuto alla loro capacità di raccontare storie avvincenti, emozionanti, divertenti, ma anche profonde, riflessive, provocatorie, che riflettono e interrogano la realtà e la società in cui viviamo. I manga e gli anime sono anche un fenomeno che stimola la curiosità, la creatività, il dialogo e la partecipazione, che favorisce la formazione di una cultura globale, ma al tempo stesso rispettosa delle diversità. I manga e gli anime, insomma, sono un modo di vedere e di vivere il mondo.

Atom Cat di Osamu Tezuka!

Dopo le ultimissime uscite Umani sull’attenti! e il primo volume di Ikki Mandala, dramma storico sulla Rivolta dei Boxer in Cina, la collana ’Osamushi Collection si arricchisce di un nuovo imperdibile volume del Dio del Manga Osamu TezukaDal 24 maggio arriva in libreria, fumetteria e in tutti gli store online per J-POP Manga il volume unico Atom Cat, una geniale rilettura di Astro Boy in chiave… felina!

Per il piccolo Tsugio, ragazzino sensibile e pauroso, l’unico rifugio dai bulli della sua scuola sembra essere la lettura del manga di Astro Boy (Tetsuwan Atom). Quando Tsugio adotta un gattino abbandonato, gli viene quindi naturale dargli il nome dell’eroe robot. Ma in seguito allo strano incontro con una coppia di alieni, in luna di miele sulla Terra, il micio viene dotato sul serio degli straordinari poteri del personaggio dei fumetti con il quale condivide il nome. La Terra, e soprattutto il suo padroncino, hanno ora un nuovo e invincibile difensore: il potente Atom Cat! Il geniale Osamu Tezuka rilegge il mito della sua più famosa creatura di carta, il mitico Astro Boy, in un’incredibile avventura con un protagonista unico e irripetibile.

Mangasia: Wonderlands of asian comics

Quella di “Mangasia: Wonderlands of asian comics” è la prima mostra al mondo sulla storia del fumetto asiatico, visitabile a Palazzo delle Esposizioni fino al 21 gennaio 2018. In anteprima mondiale, l’esposizione è pronta a stregare i cultori del genere con 281 tavole originali (molte delle quali di rado uscite dall’Asia), 200 fumetti e 300 autori provenienti dall’intero continente. In scena un caleidoscopio di colori, personaggi, significati, storie e sensualità della tradizione secolare del fumetto asiatico. Per un viaggio lungo oltre due secoli, dalle prime forme rintracciabili nei libri indiani e nelle stampe ukiyo-e giapponesi fino ai popolarissimi webtoon per smartphone realizzati in Corea del sud, analizzando i precursori di questo genere e l’impatto esercitato su altre espressioni d’arte, come i film, le serie tv d’animazione, la musica, i videogame, la moda e l’arte contemporanea.

Dallo spirito de ”La casa dei piatti rotti”, che soffia nella notte cobalto disegnata nel 1830 dal giapponese Katsushika Hokusai, ai primissimi numeri di Modern Sketch, rivista satirica di grande successo nella Cina anni ’30. Senza dimenticare le controverse tavole del ”Viaggio in Occidente a fumetti” di Zhang Guangyu, l’Astro Boy di Tetsuwan Atomu e l’immensa scultura gonfiabile firmata dall’artista contemporanea Aya Takano, che nonostante la posa ammiccante invita nel titolo a ”fare un giro sulla barca dello spirito” (”Taking a ride on the spirit boat”).

Sei i percorsi tematici che costituiscono la mostra: mappare Mangasia, Favole e folclore, Ricreare e rivisitare il passato, Storie e narratori, Censura e sensibilità, Manga multimediali. Si va così da Osamu Tezuka a Eiji Otsuka, Gogho Aoyama, Fujiko F Fujio, Kuniyoshi Utagawa, Goseki Kojima, Kim Junggi, Tiger Tateishi e Takashi Murakami.

Mangasia: Wonderlands of asian comics raccoglie anche molti oggetti cult come la scrivania originale di un mangaka, i kaavad (santuari portatili usati dai cantastorie del Rajasthan) e l’installazione realizzata da Shoji Kawamori (designer di successo anche del cane robot AIBO della Sony), che consente di pilotare un gigantesco mecha utilizzando la tecnologia del body tracking.

Accompagna l’esposizione anche un ricco calendario di eventi, sempre a Palazzo delle Esposizioni, con gli Incontri con alcuni tra i maggiori esperti, disegnatori, sceneggiatori, editor e traduttori di manga attivi in Italia. W la rassegna “Anime – Capolavori del cinema d’animazione giapponese” dedicata all’immaginario sorprendente creato da Miyazaki, Takahata – fondatori della mitica casa di produzione Studio Ghibli – e altri grandi autori nipponici.

Goku alle Olimpiadi … e non è solo!

Le prossime Olimpiadi di Tokyo 2020 si preannunciano estremamente otaku: dopo il video in cui il primo ministro giapponese si recava alla Cerimonia di Chiusura delle precedenti Olimpiadi come un moderno Super Mario, ecco arrivare Goku come ambasciatore della prossima kermesse sportiva.

Il protagonista della saga creata da Akira Toriyama, sarà dunque portabandiera insieme a tanti altri celebri personaggi otaku come Sailor Moon, Astro Boy, Naruto, Shin- Chan e naturalmente Rufy di questa edizione olimpica giapponese!

Nerd di tutto il mondo siete avvisati: dal 2020 dobbiamo essere tutti, almeno un po’, sportivi!

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Le politiche culturali degli anime e dei manga: tra soft power e diplomazia culturale

Gli anime e i manga sono due forme di espressione artistica originarie del Giappone, che hanno conquistato il pubblico mondiale grazie alla loro originalità, creatività e diversità. Si tratta di prodotti culturali che riflettono la storia, la società, la cultura e i valori del paese asiatico, ma che allo stesso tempo sono in grado di dialogare con le altre culture e di adattarsi ai diversi contesti. Gli anime e i manga sono quindi diventati degli strumenti di soft power per il Giappone, ovvero della capacità di influenzare le preferenze e i comportamenti degli altri attori internazionali attraverso l’attrattiva e la persuasione, piuttosto che con la forza o la coercizione.

Il concetto di soft power è stato introdotto dallo studioso americano Joseph Nye nel 1990, e si basa sull’idea che la potenza di uno stato non dipende solo dalle sue risorse militari ed economiche, ma anche dalla sua capacità di attrarre e convincere gli altri con la sua cultura, i suoi valori, le sue istituzioni e le sue politiche. Il soft power si esercita attraverso tre canali principali: la cultura, i valori e le politiche. La cultura è l’insieme delle espressioni artistiche, linguistiche, religiose, culinarie, sportive e di intrattenimento che caratterizzano una nazione e che possono generare simpatia e ammirazione negli altri. I valori sono i principi etici, morali, politici e sociali che guidano le azioni di uno stato e che possono essere condivisi o apprezzati dagli altri. Le politiche sono le scelte strategiche che uno stato compie in ambito internazionale e che possono essere percepite come legittime, giuste e coerenti dagli altri.

Il Giappone è uno stato che ha saputo sfruttare il suo soft power per aumentare la sua influenza e il suo prestigio nel mondo, soprattutto dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando ha dovuto rinunciare alla sua potenza militare e ha subito una forte occupazione americana. Il Giappone ha puntato sulla sua cultura, sui suoi valori e sulle sue politiche per ricostruire la sua immagine e la sua identità, e per stabilire rapporti di cooperazione e di fiducia con gli altri paesi. Tra gli elementi di soft power giapponese, gli anime e i manga hanno avuto un ruolo fondamentale, in quanto hanno contribuito a diffondere la cultura e i valori giapponesi nel mondo, e a creare una rete di relazioni e di scambi con le altre culture.

Gli anime e i manga sono nati in Giappone nel dopoguerra, come forme di intrattenimento popolare e di evasione dalla realtà. Gli anime sono dei cartoni animati, spesso tratti dai manga, che sono dei fumetti giapponesi. Gli anime e i manga si distinguono per il loro stile grafico, caratterizzato da personaggi con grandi occhi, capelli colorati e proporzioni esagerate, e per la loro varietà di generi e di tematiche, che spaziano dalla fantascienza alla commedia, dal romantico all’horror, dal drammatico all’erotico. Gli anime e i manga trattano spesso di argomenti legati alla storia, alla società, alla cultura e ai valori del Giappone, ma anche di questioni universali, come l’amore, l’amicizia, la guerra, la pace, la vita e la morte.

Gli anime e i manga hanno iniziato a diffondersi al di fuori del Giappone a partire dagli anni ’60, grazie alla distribuzione internazionale di alcune opere di successo, come Astro Boy, Kimba il leone bianco, Heidi, Goldrake, Candy Candy e Lupin III. Queste opere hanno conquistato il pubblico di diversi paesi, soprattutto in Europa e in America, e hanno creato una generazione di appassionati e di estimatori della cultura giapponese. Negli anni successivi, la diffusione degli anime e dei manga è aumentata grazie alla nascita di nuovi canali di comunicazione, come le videocassette, i DVD, i siti web, i blog, i forum, i social network e le piattaforme di streaming, che hanno permesso una maggiore accessibilità e una maggiore interattività tra i fan. Inoltre, la diffusione degli anime e dei manga è stata favorita dalla creazione di eventi, come le fiere, i festival, le mostre, i concorsi e i cosplay, che hanno offerto occasioni di incontro, di condivisione e di partecipazione per gli appassionati.

Gli anime e i manga hanno avuto un impatto positivo sull’immagine e sull’identità del Giappone nel mondo, in quanto hanno mostrato aspetti positivi, interessanti e affascinanti della cultura e dei valori giapponesi, come la creatività, l’innovazione, la tradizione, il rispetto, l’armonia, la spiritualità e la resilienza. Gli anime e i manga hanno anche contribuito a creare una rete di relazioni e di scambi tra il Giappone e le altre culture, in quanto hanno stimolato la curiosità, l’interesse e l’apprezzamento per il paese asiatico, e hanno favorito la cooperazione, il dialogo e la comprensione tra i popoli. Gli anime e i manga sono quindi diventati degli strumenti di diplomazia culturale per il Giappone, ovvero della capacità di promuovere la pace, la stabilità e lo sviluppo attraverso la cultura.

Il Giappone ha riconosciuto il valore e il potenziale degli anime e dei manga come strumenti di soft power e di diplomazia culturale, e ha adottato delle politiche per sostenere e valorizzare questi prodotti culturali. Tra queste politiche, si possono citare la creazione di istituzioni dedicate, come l’Agenzia per gli Affari Culturali, il Ministero degli Affari Esteri, il Japan Foundation e il Cool Japan Fund, che si occupano di finanziare, promuovere e diffondere gli anime e i manga nel mondo; la realizzazione di progetti e di iniziative, come il Japan Media Arts Festival, il Japan Expo, il Japan Film Festival e il Japan Anime Award, che mirano a premiare, esporre e far conoscere le opere e gli autori di anime e manga; la nomina di ambasciatori culturali, come Doraemon, Hello Kitty, Astro Boy e Pikachu, che rappresentano il Giappone e la sua cultura in vari paesi e contesti; la collaborazione con le organizzazioni internazionali, come l’UNESCO, l’ONU e l’UNICEF, che coinvolgono gli anime e i manga in campagne e in progetti di sensibilizzazione e di educazione su temi importanti, come i diritti umani, l’ambiente, la salute e lo sviluppo sostenibile.

In conclusione, gli anime e i manga sono delle forme di espressione artistica che hanno contribuito a diffondere la cultura e i valori del Giappone nel mondo, e a creare una rete di relazioni e di scambi con le altre culture. Gli anime e i manga sono quindi degli strumenti di soft power e di diplomazia culturale per il Giappone, che ha adottato delle politiche per sostenere e valorizzare questi prodotti culturali. Gli anime e i manga rappresentano quindi un esempio di come la cultura possa essere una risorsa e una forza per la pace, la cooperazione e lo sviluppo nel mondo.

Animazione Made in Japan

L’animazione giapponese, nota anche come anime, è un fenomeno culturale che ha conquistato il mondo intero. Ma quali sono le origini e le caratteristiche di questo genere artistico?

L’animazione giapponese ha inizio nel 1917, quando alcuni pionieri come Shimokawa Oten, Kitayama Seitaro e Kouchi Junichi realizzano i primi cortometraggi animati, ispirati ai cartoni animati americani dell’epoca. Questi filmati, però, sono di scarsa qualità e durata, e non hanno una distribuzione regolare. Solo negli anni ’50, con l’avvento della televisione e l’influenza di Walt Disney, l’animazione giapponese inizia a svilupparsi e a differenziarsi da quella occidentale. Nascono così i primi studi di animazione, come Toei Animation e Mushi Production, e i primi maestri del genere, come Tezuka Osamu, considerato il padre del manga e dell’anime moderni, e Miyazaki Hayao, fondatore dello Studio Ghibli e autore di capolavori come La città incantata e Il castello errante di Howl.

L’animazione giapponese si caratterizza per alcuni elementi distintivi, che la rendono unica e apprezzata in tutto il mondo. Tra questi, possiamo citare:

– La varietà di generi e tematiche, che spaziano dalla fantascienza alla commedia, dal dramma alla storia, dal romance all’horror, e che si rivolgono a diverse fasce di pubblico, dai bambini agli adulti.

– Lo stile grafico, che mescola elementi realistici e fantastici, e che si basa su una forte espressività dei personaggi, soprattutto attraverso gli occhi, grandi e luminosi, e le espressioni facciali, spesso esagerate.

– La tecnica di animazione, che privilegia la fluidità e la dinamicità delle scene, e che fa uso di effetti speciali come le linee di movimento, le deformazioni e le distorsioni, le esplosioni e le trasformazioni.

– La colonna sonora, che accompagna e sottolinea le emozioni e le atmosfere delle storie, e che spesso include canzoni originali, interpretate dai doppiatori o da cantanti famosi.

– La cultura e la tradizione giapponese, che si riflettono nei riferimenti storici, mitologici, religiosi e sociali presenti nelle opere, e che offrono uno spunto di riflessione e di confronto per gli spettatori di altre nazioni.

L’animazione giapponese, dunque, è un’arte che ha saputo innovare e reinventarsi nel tempo, e che ha dato vita a opere di grande valore e impatto, sia dal punto di vista estetico che narrativo. Alcuni esempi di anime famosi e apprezzati sono Astro Boy, Lupin III, Gundam, Dragon Ball, Sailor Moon, Neon Genesis Evangelion, Cowboy Bebop, Naruto, One Piece, Death Note e molti altri.

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