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30 anni di Sailor. Il MUFANT di Torino celebra i 30 anni dell’eroina più amata degli anni ’90

Torinesi, appassionati del Sol Levante, nostalgici degli anni ’90 e guerriere e guerrieri della Luna di tutte le età: sabato 21 giugno segnatevi questo appuntamento sulla vostra agenda nerd, perché al MUFANT – il Museo del Fantastico e della Fantascienza di Torino – si festeggia un compleanno davvero speciale. Non parliamo di una semplice icona pop, ma della paladina che ha rivoluzionato l’immaginario collettivo di intere generazioni: Sailor Moon.

Sì, avete capito bene. A trent’anni dall’arrivo in Italia dell’anime che ha fatto sognare milioni di spettatori – era il 21 febbraio 1995 quando Canale 5 mandò in onda il primo episodio, “Una guerriera speciale” – il MUFANT, con l’evento “30 anni di Sailor” torna a rendere omaggio alla leggendaria combattente in divisa marinara. L’evento si svolge in un mese doppiamente simbolico: giugno è infatti il mese in cui cade il compleanno canonico di Usagi Tsukino, alias Sailor Moon, precisamente il 30 giugno. Una coincidenza astronomica, verrebbe da dire, perfetta per organizzare una giornata celebrativa tra cultura pop, studi accademici e passioni geek.

A partire dalle 15:30 fino alle 19:00, in piazza Riccardo Valla 5, le porte del museo si apriranno per accogliere fan e curiosi in un viaggio unico nel cuore dell’universo di Sailor Moon, tra approfondimenti culturali, artigianato giapponese, cibo anime-style e antiche arti marziali.

Ma andiamo con ordine, perché il programma è ricco e variegato, un vero tributo alla trasversalità dell’opera creata da Naoko Takeuchi.

Il pomeriggio si apre con un’introduzione firmata da Silvia Casolari e Davide Monopoli, direttori artistici del MUFANT, che ci guideranno in una riflessione affascinante sul ruolo del museo del fantastico come spazio per l’identità e l’alterità, in compagnia – ovviamente – non solo di Sailor Moon, ma anche di Wonder Woman e altre eroine pop che hanno ridefinito il concetto stesso di femminilità nell’immaginario collettivo.

A seguire, alle 16:00, si entra nel vivo con la presentazione del libro “Nel nome della Luna. Origini, rivoluzioni ed eredità di Sailor Moon”, una novità editoriale firmata da Società Editrice La Torre e curata da Anna Specchio, docente dell’Università di Torino. Questo volume rappresenta la prima analisi interdisciplinare su Sailor Moon in Italia, un’opera corale che unisce letteratura, sociologia, studi sui media e cultura pop attraverso gli occhi di studiose e studiosi della cosiddetta “Generazione Sailor Moon”. Un’operazione editoriale coraggiosa e doverosa, che esplora l’impatto narrativo dell’anime e del manga sulle identità di genere, le rappresentazioni LGBTQ+ e la loro diffusione attraverso media diversi.

Sul palco, insieme alla curatrice, ci saranno autori e autrici del calibro di Asuka Ozumi, Andrea Pancini, Alessandra Richetto, Cristian Pallone, Deborah Giustini, Giacomo Calorio, Leone Locatelli, Luca Paolo Bruno e Marta Fanasca. Tra questi, spicca proprio Locatelli, autore anche della teca espositiva a tema Sailor Moon allestita per l’occasione, e fondatore del sito heroica.it, vero punto di riferimento per chi studia l’eroismo nel pop contemporaneo.

E non finisce qui. Alle 17:30 si cambia registro, ma sempre restando nell’orbita lunare, con l’incontro “Appetito da guerriere – Il cibo e la convivialità in Sailor Moon” condotto dallo chef Carlo “Ojisan” Mele. Maestro del ramen e vero cultore del cibo negli anime, Ojisan ci porterà alla scoperta dei piatti più iconici gustati da Usagi e le sue compagne tra una battaglia contro i nemici del Negaverso e un’esplosione di magia rosa. Il tutto accompagnato da una piccola degustazione, perché si sa: combattere il male fa venire fame!

Infine, alle 18:15, spazio al corpo e alla disciplina con una performance della scuola di Jūtaijutsu “Yōshin Ryū”, fondata nel 1978 dal Maestro Cesare Turtoro. Non solo un’esibizione spettacolare, ma un vero tuffo in una tradizione che fonde tecnica marziale e filosofia orientale, perfetta per chiudere in bellezza una giornata all’insegna del Giappone, del fantastico e – ovviamente – della Luna.

Durante tutto il pomeriggio, il museo si trasformerà in un piccolo villaggio tematico con stand espositivi che celebrano l’artigianato nipponico in tutte le sue forme. Si potrà assistere alla vestizione dello Yukata con Selena Gabriele, perdersi tra gli origami di Francesca Godeas (alias kitsune_diariogiapponese), ammirare le stampe antiche giapponesi selezionate dalla Galleria I tre Torchi di Giulia Beccaria e scoprire i tenerissimi amigurumi realizzati da Valentina Esposito (tanukicreations). Un’occasione imperdibile per portarsi a casa un pezzetto di cultura geek e orientale.

L’evento rappresenta anche l’ultimo appuntamento della stagione del MUFANT nell’ambito del progetto Youtoo, una rassegna pensata come ponte verso una nuova fase del museo. Da questo autunno, infatti, il MUFANT inaugurerà il suo attesissimo Rooftop: una terrazza completamente ristrutturata grazie ai fondi PNRR della Città di Torino, che diventerà uno spazio espositivo d’avanguardia con mostre, eventi, aperitivi musicali, cinema e mercatini nerd.

Per partecipare all’evento basta il biglietto standard del museo, con ingresso calmierato a 5 euro per le studentesse e gli studenti universitari muniti di tessera. Un prezzo più che accessibile per vivere un’esperienza che unisce cultura, passione e condivisione nel nome della Luna… e della cultura nerd!

Allora, ci vediamo al MUFANT sabato 21 giugno? Fateci sapere se ci sarete, commentate l’articolo e condividetelo con i vostri compagni di battaglie stellari! E ricordate: la giustizia trionferà sempre, nel nome della Luna! 🌙✨

“Nel nome della Luna. Origini, rivoluzioni ed eredità di Sailor Moon”, a cura di Anna Specchio

Per chi, come me, è cresciuta con gli occhi sgranati davanti alla TV durante gli anni ’90, mentre la sigla italiana di Sailor Moon risuonava con la forza di un incantesimo, l’arrivo di un saggio come Nel nome della Luna. Origini, rivoluzioni ed eredità di Sailor Moon, curato da Anna Specchio per Società Editrice La Torre, rappresenta qualcosa di più di una pubblicazione accademica. È un atto d’amore, una dichiarazione generazionale, un momento di riscoperta e consapevolezza per tutte noi che abbiamo trovato nelle guerriere sailor qualcosa che andava ben oltre i glitter e le magie.

Sailor Moon non è stato solo un anime o un manga. È stato un catalizzatore di cambiamento, un portale verso nuovi modi di pensare il mondo, il genere, l’identità, l’amicizia e il potere delle emozioni. E il saggio curato da Anna Specchio ne è la dimostrazione. Con le sue oltre 300 pagine fitte di riflessioni, studi e interpretazioni, questo volume raccoglie il contributo di una vera e propria squadra di studiose e studiosi che fanno parte di quella che viene definita “Generazione Sailor Moon”, ovvero quella fetta di pubblico cresciuta a pane e trasformazioni con le protagoniste in divisa scolastica e bacchetta magica alla mano.

La bellezza di questo saggio sta nel suo approccio interdisciplinare: letteratura, sociologia, studi di genere, cultura pop e media si intrecciano in un dialogo ricco e sfaccettato che restituisce tutta la profondità di un’opera troppo spesso liquidata come semplice intrattenimento per bambine. Ma Sailor Moon è stato — ed è tuttora — molto di più. È stato il primo contatto per molte persone con tematiche LGBTQ+, è stato uno specchio in cui leggere un’idea di femminilità forte, complessa, dolce e combattiva al tempo stesso, è stato un esempio di eroismo collettivo, dove l’unione fa davvero la forza.

Il libro non si limita a una celebrazione nostalgica. Entra nelle pieghe del testo originale di Naoko Takeuchi, si sofferma sulle differenze tra manga e anime, analizza l’adattamento italiano e la sua ricezione, e soprattutto si interroga su come le Sailor abbiano influenzato — e continuino a farlo — il nostro immaginario collettivo. A trent’anni dalla prima trasmissione italiana, queste eroine continuano a brillare come stelle nel firmamento della cultura pop.

Tra le firme che animano il saggio troviamo voci autorevoli e appassionate come quelle di Luca Paolo Bruno, Giacomo Calorio, Marta Fanasca, Deborah Giustini, Leone Locatelli, Asuka Ozumi, Cristian Pallone, Andrea Pancini, Giuseppe Previtali, Alessandra Righetto, Anna Specchio stessa e Sara Tongiani, il tutto introdotto da una prefazione firmata da Paola Scrolavezza, altra figura centrale negli studi giapponesi in Italia. È un coro variegato e competente che affronta l’universo di Sailor Moon da ogni angolazione possibile, dalle origini giapponesi fino all’impatto sulle nuove generazioni.

Anna Specchio, docente di Lingua e Letteratura Giapponese all’Università di Torino, non è nuova a lavori di grande rigore ma anche di profonda sensibilità verso i temi femminili e queer. I suoi studi, così come le sue traduzioni di autrici come Murata Sayaka e Kashimada Maki, riflettono un interesse costante verso la narrazione come spazio di esplorazione identitaria e politica. In Nel nome della Luna, Specchio riesce a orchestrare una sinfonia di voci che rende giustizia alla complessità dell’opera di Takeuchi, ma anche al vissuto di tutte quelle persone che, grazie a Usagi e compagne, hanno trovato coraggio, rappresentazione, sogni e determinazione.

Questo saggio è un invito a rileggere Sailor Moon con occhi nuovi e maturi, a capire perché ci ha segnato tanto e perché ancora oggi è un punto di riferimento per chi cerca eroine vere, non perfette ma autentiche. E se ancora vi capita di canticchiare “Sailor Moon, la luna splende su di noi”, sappiate che non siete soli. Quel legame, quella scintilla, quella luna non si è mai spenta.

Nel nome della Luna. Origini, rivoluzioni ed eredità di Sailor Moon sarà disponibile in anteprima dal 20 maggio 2025 sul sito di Società Editrice La Torre, e io non posso che consigliarvene caldamente la lettura. Perché ogni generazione ha i suoi miti fondanti, e Sailor Moon, con le sue battaglie, le sue lacrime e il suo cuore immenso, è senza dubbio uno dei nostri.

Se anche voi avete combattuto il male col potere dell’amicizia e vi siete sentiti parte di una squadra magica, condividete questo articolo e raccontatemi nei commenti cosa ha significato per voi Sailor Moon. Nel nome della Luna… vi aspetto!

Gardacon 2025: La Grande Fiera del Fumetto e del Videogioco Torna a Montichiari!

Gli appassionati di fumetti, videogiochi e cultura pop possono già segnare la data: il 22 e 23 marzo 2025 il Centro Fiera Montichiari ospiterà la nona edizione di Gardacon, l’evento imperdibile per nerd, gamer e collezionisti. Con una locandina d’autore firmata da Kira -chan, la manifestazione si prepara a regalare due giorni di puro divertimento, con un’offerta ancora più ricca e coinvolgente rispetto alle edizioni precedenti.

Situata strategicamente tra le province di Brescia, Verona e Mantova, Gardacon è una vera e propria celebrazione della cultura nerd, un punto d’incontro per gli appassionati di fumetti, videogiochi, cosplay e social media. La fiera offre un’esperienza a 360 gradi, con oltre 20.000 metri quadrati di intrattenimento puro.

Videogiochi e Retrogaming: Un Tuffo nella Storia del Gaming

Gli amanti del gaming troveranno centinaia di postazioni con i titoli più amati del momento, tornei competitivi e un’immensa area dedicata al retrogaming. Dai classici arcade su cabinato alle console storiche, passando per computer vintage e titoli cult, i visitatori potranno riscoprire il fascino del passato videoludico e testare le ultime novità del settore.

Fumetti e Artist Alley: Incontra i Tuoi Autori Preferiti

Oltre 40 autori di fumetti saranno presenti per incontri, autografi e disegni dal vivo. L’Artist Alley offrirà uno spazio dedicato ai talenti emergenti e ai grandi nomi del panorama fumettistico, permettendo agli appassionati di scoprire nuove opere e portarsi a casa pezzi unici.

Cosplay, Spettacoli e Show dal Vivo

Gardacon si prepara a stupire ancora una volta con il suo spettacolare cosplay contest, dove i migliori costumi e performance saranno premiati da una giuria d’eccezione. Gli amanti del cosplay potranno godersi un weekend all’insegna della creatività con C’mon Cosplay, tra gare emozionanti e servizi pensati appositamente per loro, come camerini dedicati e l’area SOS Cosplay per gli ultimi ritocchi.

Ma non sarà solo il cosplay a rendere unica questa edizione di Gardacon! Gli appassionati di musica e divertimento potranno sfidarsi al karaoke sulle sigle di anime e musical o partecipare alla versione nerd di Sarabanda, mettendo alla prova la loro conoscenza delle colonne sonore più iconiche.

L’evento ospiterà inoltre alcuni dei volti più amati del mondo dello spettacolo. Sabato 22 marzo salirà sul palco la regina delle sigle animate, Cristina D’Avena, pronta a far rivivere le emozioni della nostra infanzia con i suoi brani indimenticabili. Domenica 23 marzo sarà invece il turno di Giorgio Vanni e la sua band, I Figli di Goku, che faranno cantare e ballare tutti con le sigle di Dragon Ball, Pokémon, Detective Conan e tanti altri classici.

Non mancheranno anche grandi nomi del doppiaggio, che saranno protagonisti dell’evento “Amarcord”, il riconoscimento dedicato ai grandi doppiaggi del passato. Tra gli ospiti speciali ci saranno Renato Novara, la voce di Monkey D. Rufy, Elisabetta Spinelli, indimenticabile Bunny di Sailor Moon, e Claudia Catani, che ha dato voce a icone come Dana Scully di X-Files e Angelina Jolie in Maleficent. A loro si uniranno altre leggende del settore come Ilaria Stagni, Federica De Bortoli, Gianni Bersanetti e Giorgio Locuratolo, pronti a condividere aneddoti e ricordi con il pubblico.

Aree Interattive e Mostra Mercato

Non mancheranno le aree tematiche, con spazi dedicati a fantascienza, modellismo, magia e costruzioni con mattoncini. I visitatori potranno sfidarsi nei board games, esplorare mondi virtuali e scoprire gadget esclusivi. La mostra mercato offrirà una selezione vastissima di fumetti, action figure, collezionabili e memorabilia imperdibili.

Gardacon 2025 si preannuncia come un evento straordinario, capace di far sognare ogni appassionato del mondo nerd. Segui tutti gli aggiornamenti per non perdere le novità e preparati a un weekend indimenticabile!

La donna giapponese tra storia, mito e manga: tra realtà e immaginario

Quando si parla della donna giapponese, è impossibile non rimanere affascinati dalla complessità della sua figura, che nel corso dei secoli ha assunto ruoli diversi e spesso contrastanti. Dalla realtà storica alla mitologia, fino alle moderne rappresentazioni nei manga e negli anime, la donna giapponese è un’icona di grazia, forza, resistenza e mistero. In questo viaggio attraverso il tempo e le arti, esploreremo le molteplici sfaccettature di questa figura, cercando di comprendere il modo in cui la cultura giapponese ha modellato e continua a modellare l’immagine femminile.

La donna giapponese nella storia: tra sottomissione e potere

Storicamente, il ruolo della donna in Giappone è stato definito da un delicato equilibrio tra sottomissione e potere. Nell’antichità, le donne godevano di una certa autonomia, e alcune di esse hanno persino raggiunto posizioni di grande rilievo. Un esempio eclatante è l’Imperatrice Jingu, che secondo la leggenda guidò un’invasione della Corea nel III secolo.

Con l’introduzione del Confucianesimo durante il periodo Heian (794-1185), il ruolo delle donne iniziò a mutare. L’ideale femminile divenne quello di una donna colta, raffinata e relegata agli ambienti domestici. Tuttavia, proprio in questo periodo fiorì la letteratura femminile: è impossibile non citare Murasaki Shikibu, autrice de Il Racconto di Genji, considerato il primo romanzo della storia.

Durante l’epoca feudale (XII-XIX secolo), il Giappone fu dominato dalla casta guerriera dei samurai, e le donne furono spesso relegate a ruoli secondari. Tuttavia, vi furono figure di grande rilievo, come Tomoe Gozen, una donna samurai che combatté valorosamente nelle guerre Genpei. Con l’era Tokugawa (1603-1868), la rigidità sociale si accentuò, e il ruolo delle donne fu ulteriormente ridimensionato in favore dell’ideale di una moglie obbediente e di una madre devota.

Con l’apertura del Giappone all’Occidente durante il periodo Meiji (1868-1912), le donne iniziarono ad avere un ruolo più attivo nella società, ottenendo progressivamente maggiori diritti e accesso all’istruzione. Ma la vera svolta arrivò solo nel secondo dopoguerra, quando il Giappone adottò una nuova Costituzione che garantiva l’uguaglianza di genere. Oggi, nonostante la persistenza di forti tradizioni patriarcali, le donne giapponesi sono sempre più protagoniste in ambito lavorativo, politico e culturale.

La donna nei miti e nel folklore giapponese

Il Giappone è una terra ricca di miti e leggende, e molte di queste hanno per protagoniste figure femminili affascinanti e spesso inquietanti. Tra le più celebri c’è Amaterasu, la dea del Sole, che nella mitologia shintoista è considerata l’antenata della famiglia imperiale giapponese. Amaterasu incarna la luce, la vita e la saggezza, ed è uno degli esempi più significativi di divinità femminili potenti nella cultura nipponica.

Dall’altro lato, troviamo anche figure più oscure, come Yuki-onna, lo spirito della neve, una donna bellissima e spettrale che uccide gli uomini persi nelle tempeste invernali. Oppure Oiwa, il fantasma di una donna tradita e uccisa dal marito, che perseguita i suoi assassini con una vendetta implacabile. Questi spiriti femminili riflettono l’ambivalenza del ruolo della donna nel folklore: angeli o demoni, dolci fanciulle o entità vendicative.

La rappresentazione della donna nei manga e negli anime

Se c’è un ambito in cui la donna giapponese ha trovato infinite declinazioni, è sicuramente quello dei manga e degli anime. Le figure femminili nei fumetti giapponesi vanno ben oltre gli stereotipi della donna fragile e sottomessa, e spaziano dalla guerriera indomabile alla studentessa geniale, dall’eroina romantica alla spietata villain.

Un esempio iconico è quello delle mahou shoujo (ragazze magiche), un genere che ha avuto un enorme impatto sulla cultura popolare. Sailor Moon ha rivoluzionato l’immagine della ragazza protagonista, portando sullo schermo una giovane combattente forte e indipendente, ma con un cuore pieno di emozioni. Questo modello è stato seguito da molte altre eroine, come Sakura di Cardcaptor Sakura e Madoka di Puella Magi Madoka Magica.

Ci sono poi le donne guerriere, da Motoko Kusanagi di Ghost in the Shell, un cyborg esperta di combattimento e riflessioni esistenziali, fino a Mikasa Ackerman di Attack on Titan, la cui determinazione e abilità marziale sfidano qualsiasi stereotipo di debolezza femminile.

Ma il mondo dei manga non si limita alle eroine: esistono anche le protagoniste di storie slice-of-life, come le ragazze di K-On! o Fruits Basket, che mostrano un lato più quotidiano e introspettivo della femminilità giapponese. E poi ci sono i personaggi femminili complessi e spesso moralmente ambigui, come Revy di Black Lagoon o Lady Eboshi di Principessa Mononoke, che sfidano le convenzioni e offrono un’interpretazione più sfaccettata della donna giapponese.

Una figura in continua evoluzione

La donna giapponese è un’entità mutevole, che si è trasformata nel corso dei secoli senza mai perdere il suo fascino e il suo impatto sulla società e sulla cultura. Dalla venerazione della dea Amaterasu alle protagoniste dei manga, la femminilità giapponese è stata celebrata, oppressa, temuta e ammirata in egual misura.

Oggi, il Giappone sta vivendo una fase di cambiamento, con sempre più donne che sfidano le convenzioni e si affermano in ruoli che un tempo erano considerati inaccessibili. Il mondo dei manga e degli anime ha giocato un ruolo fondamentale in questa evoluzione, offrendo modelli di riferimento alternativi e contribuendo a ridefinire il concetto stesso di eroina.

E voi, quale rappresentazione della donna giapponese preferite? Vi sentite più vicini alle eroine romantiche o alle guerriere senza paura? Condividete le vostre opinioni sui social e fateci sapere quali sono le vostre protagoniste preferite nei manga e negli anime!

Trent’anni con Sailor Moon: la guerriera che ha conquistato l’Italia (e il mio cuore)

Era il 21 febbraio del 1995. Ricordo perfettamente quel pomeriggio: avevo appena finito i compiti, la merenda sul tavolo e la televisione accesa su Canale 5. Poi, all’improvviso, una sigla esplosiva, colorata, con una voce potente e dolce al tempo stesso. Iniziava così la mia storia d’amore con Sailor Moon, una serie destinata a cambiare per sempre la mia visione degli anime, dell’eroismo, della femminilità e della magia. E oggi, trent’anni dopo il suo debutto italiano, non posso fare a meno di commuovermi ripensando a tutto quello che questa serie ha significato per me e per un’intera generazione.

Quando Usagi Tsukino, la nostra Serena nazionale, è apparsa per la prima volta sul piccolo schermo, non era affatto la classica eroina perfetta. Era goffa, pigra, un po’ piagnucolona e incapace di fare i compiti. E proprio per questo l’ho amata da subito. Perché Usagi eravamo noi. Ragazze comuni, alle prese con la scuola, le insicurezze, gli amori adolescenziali. Solo che lei, oltre a tutto questo, doveva anche salvare il mondo nei panni scintillanti di Sailor Moon, la guerriera dell’amore e della giustizia.

L’anime era già un successo planetario prima di arrivare in Italia, tratto dal manga Bishōjo Senshi Sailor Moon di Naoko Takeuchi, pubblicato per la prima volta in Giappone nel 1991. La divisa da marinaretta, ispirata alle uniformi scolastiche nipponiche, non era solo un vezzo estetico, ma un simbolo di potere, sorellanza e trasformazione. Era una divisa che gridava: anche le ragazze possono combattere, anche le ragazze possono essere forti, anche le ragazze possono essere protagoniste.

La storia prende il via con la serie madre, ma in realtà tutto parte da Codename: Sailor V, che Naoko Takeuchi concepì come un manga a sé stante. Il successo fu tale che la Toei Animation decise di trasformarlo in una serie più articolata, dando vita all’universo di Sailor Moon che oggi conosciamo. Cinque stagioni per un totale di 200 episodi, tre film per il cinema, special televisivi, musical teatrali, un live action e, più recentemente, la serie Sailor Moon Crystal e i lungometraggi Eternal e Cosmos, fedeli trasposizioni del manga originale.

In Italia, Sailor Moon divenne presto un cult. Le prime due serie andarono in onda su Canale 5, le successive su Rete 4, e poi le infinite repliche su Italia 1, che ci accompagnarono per anni come un’amica fidata. Il doppiaggio italiano, con tutte le sue libertà creative (chi non ricorda i nomi adattati? Da Usagi a Bunny, da Mamoru a Marzio!), contribuì a creare un’identità nostrana dell’anime, rendendolo ancora più familiare e amato. E anche se col senno di poi molte di quelle scelte possono far storcere il naso ai puristi, la verità è che Sailor Moon ha avuto il merito di portare in massa le ragazze davanti alla TV per guardare un anime d’azione, infrangendo ogni stereotipo di genere.

La trama mescola mitologia, romanticismo e dramma. La rivelazione dell’identità di Usagi come reincarnazione della Principessa Serenity, il suo legame con Mamoru/Endymion, l’epica battaglia contro il Dark Kingdom… ogni elemento aveva il sapore dell’avventura, ma anche della fiaba malinconica. Non era solo intrattenimento, era una storia di crescita, di dolore e rinascita, di amicizia e amore che sfidano il tempo e lo spazio. Era la Luna che vegliava su di noi, che ci faceva sognare ogni giorno.

Ami, Rei, Makoto, Minako… ognuna di loro rappresentava un archetipo diverso, una sfumatura dell’essere donna. La mente razionale, la spiritualità, la forza fisica, la grazia artistica. E tutte insieme erano più forti, perché l’unione tra ragazze era (ed è ancora) uno dei messaggi più potenti della serie. Sailor Moon ci ha insegnato che non c’è nulla di debole nella sensibilità, e che la gentilezza è una forza rivoluzionaria. Non è un caso che moltissime persone LGBTQ+ abbiano trovato in questo anime un rifugio sicuro, una rappresentazione, anche implicita, di libertà e autenticità.

E che dire del merchandising? Ricordo ancora la prima Moon Stick che mi regalarono a Natale. Aveva il cuore rosa, una piccola luce e faceva un suono ridicolo… ma per me era magia vera. Le card da collezionare, i diari, i quaderni, persino le merendine: Sailor Moon era ovunque, ed era bellissimo così. Non era solo una moda, era un fenomeno culturale, una rivoluzione glitterata.

Oggi, mentre Sailor Moon spegne 30 candeline italiane, mi accorgo che la sua eredità è più viva che mai. Gli anime sono diventati mainstream, le protagoniste femminili sono sempre più complesse e determinate, ma quella prima scintilla di cambiamento – almeno per me – è nata proprio guardando una ragazzina bionda, con i codini e una spilla magica, combattere per l’amore e la giustizia.

E voi? Che ricordi avete di Sailor Moon? Qual è la vostra guerriera preferita? Avete ancora la sigla italiana impressa nella mente? Parliamone insieme, condividiamo i nostri ricordi sui social usando l’hashtag #30AnniDiSailorMoon. Perché l’amore e la giustizia non passano mai di moda.

Pretty Guardian Sailor Moon: The Super Live – Il Musical che Illumina Londra con la Magia delle Guerriere Sailor!

Se c’è una cosa che i fan degli anime adorano, è vedere i loro mondi preferiti prendere vita sul palco. E questa volta, è il turno di Pretty Guardian Sailor Moon: The Super Live, che ha finalmente fatto il suo debutto londinese, incantando il pubblico con una produzione colorata, dinamica e assolutamente fedele allo spirito dell’iconico shojo di Naoko Takeuchi.

Lo spettacolo è in scena presso HERE @ Outernet e KOKO a Camden Town, portando per la prima volta nel Regno Unito e successivamente in Nord America un musical che ha già conquistato il Giappone. Ma cosa rende questa esperienza teatrale così speciale? Scopriamolo insieme!

Il Magico Incontro tra Anime e Realtà

Il termine 2.5D musical è ormai una pietra miliare nella cultura teatrale giapponese: si tratta di adattamenti scenici che combinano live-action, proiezioni digitali e fedeltà estrema agli anime originali. Pretty Guardian Sailor Moon: The Super Live non fa eccezione e utilizza una scenografia digitale per amplificare la magia delle avventure di Usagi e delle sue amiche.

Con uno sfondo animato in continuo movimento, sottotitoli giocosi per tradurre i dialoghi giapponesi e coreografie ispirate ai pose iconici della serie, lo spettacolo è un turbinio di colori e nostalgia. Le transizioni sono rapide, permettendo alla storia di scorrere con il giusto ritmo senza sacrificare i momenti più iconici della prima stagione dell’anime.

Una Storia che Non Perde il Suo Incanto

Lo spettacolo segue in maniera fedele la trama del primo arco narrativo di Sailor Moon: Usagi Tsukino, la nostra adorabile e pigra protagonista, scopre il suo destino come protettrice della Luna e si unisce a Sailor Mercury, Mars, Jupiter e Venus per combattere le forze del male. L’eterea e pericolosa Queen Beryl (interpretata dalla talentuosa Mayu Tsuyuzume) è la minaccia principale, mentre l’enigmatico Tuxedo Mask (interpretato da Sufa) si muove nell’ombra, pronto ad aiutare Sailor Moon nei momenti critici.

Nonostante la durata di appena 90 minuti, il musical riesce a condensare il cuore della storia senza farla sembrare affrettata. C’è spazio per le scene comiche, per l’amicizia tra le protagoniste e per il lato romantico, con un Mamoru/Tuxedo Mask che strappa più di un sospiro al pubblico.

Un Cast che Brilla come il Cristallo d’Argento

Il cast interamente femminile è un omaggio alla tradizione teatrale giapponese, con echi della leggendaria compagnia Takarazuka Revue. La protagonista Yui Yokoyama è perfetta nel ruolo di Usagi/Sailor Moon, portando sul palco tutta l’energia e la goffaggine adorabile che i fan conoscono bene.

Ma attenzione anche alle altre guerriere Sailor!

Marisa Yasukawa (Sailor Mars) spicca per la sua presenza scenica e la potenza vocale.Yui Oikawa (Sailor Mercury) incanta con la sua grazia e delicatezza.Rii Tachibana (Sailor Jupiter) porta forza ed energia in ogni scena.Yu Nakanishi (Sailor Venus) cattura l’essenza della leader secondaria con il suo carisma.Le interazioni tra le ragazze sono genuine e divertenti, trasportando il pubblico nel loro mondo fatto di amicizia e battaglie intergalattiche.

Musica e Coreografie: Un Concerto di Energia e Nostalgia

Le musiche di Go Sakabe e KYOHEI non sono memorabili quanto quelle originali dell’anime, ma funzionano alla perfezione per il tono dello spettacolo. Alcuni momenti musicali spiccano particolarmente:

“We Are the Sailor Guardians”, che accompagna il gruppo mentre si riunisce per combattere.

Il pezzo jazzato di Queen Beryl, “Burn up the Dance Floor”, che aggiunge un tocco di ironia al villain.Il momento più atteso: la sigla originale di Sailor Moon, che chiude lo spettacolo in un’esplosione di coreografie e luci.

Le coreografie, curate da Toma Satomi, si rifanno ai movimenti e alle pose classiche delle guerriere Sailor, creando un effetto scenico accattivante e coinvolgente. Gli accessori luminosi e le armi sceniche aggiungono ulteriore magia, anche se alcuni effetti (come i nastri luminosi) risultano un po’ ingombranti.

Uno Spettacolo che Conquista il Cuore

Sailor Moon: The Super Live non è un musical tradizionale con brani complessi e scenografie elaborate, ma non ha bisogno di esserlo. È un’esperienza pensata per chi ha amato la serie, un viaggio nostalgico che porta sul palco l’essenza stessa del magico mondo di Sailor Moon.

Nonostante la brevità dello spettacolo, il pubblico esce con il sorriso, immerso nell’aura scintillante di Usagi e delle sue compagne. La speranza? Che questo debutto londinese sia solo l’inizio di una nuova era per i musical anime In Occidente. s siete fan di Sailor Moon, non potete perdervelo!

Fairytopia 2025: Il Magico Viaggio nel Fantasy in Sardegna, Tra Musica, Gioco e Tradizione

Fairytopia, il più grande evento fantasy in Sardegna, sta per tornare con la sua terza edizione, pronta a incantare tutti gli appassionati del genere. Quest’anno, l’incantevole Villa Siotto a Sarroch ospiterà un’esperienza unica, dove i mondi fantastici prendono vita tra magia, musica e tantissimi eventi imperdibili.

L’evento avrà inizio il 4 gennaio, dalle 15:00 alle 20:00, e proseguirà il 5 gennaio con orari dalle 10:30 alle 20:00, per concludersi il 6 gennaio dalle 11:00 alle 18:00. L’ingresso è completamente gratuito, il che rende questo appuntamento un’occasione imperdibile per chi ama immergersi nel mondo della fantasia senza dover preoccuparsi del costo del biglietto.

Il programma di quest’anno promette di soddisfare ogni tipo di appassionato. Gli amanti dei videogiochi non potranno perdersi il torneo di Mario Kart con una postazione Free Play, dove il vincitore si aggiudicherà una fantastica Gift Card. Per i più sognatori, c’è una mostra illustrativa e racconti dedicati al Mondo Ghibli, che trasporteranno i visitatori nelle atmosfere incantate dei film di Hayao Miyazaki.

Ma le sorprese non finiscono qui. L’evento ospiterà anche delle aree tematiche in cui sarà possibile scattare fotografie uniche con esseri fantastici davvero speciali, perfette per immortalare momenti magici. Un altro grande momento da non perdere sarà il live del Capitano Giorgio Vanni, ospite speciale che con le sue canzoni ci farà rivivere le emozioni di tanti anni di successi musicali, quelli che ci hanno accompagnato durante la nostra infanzia.

Per i più piccoli e non solo, il Villaggio della Befana sarà un’esperienza imperdibile. La casa della Befana, arredata in modo speciale, accoglierà i visitatori e la stessa Befana, che regalerà la sua ricetta della polenta, che potrete assaporare gratuitamente, proprio come vuole la tradizione. Non mancheranno balli, dj set e allegre coreografie, con le mascotte Disney Stitch e Doraemon, insieme a laboratori tematici per tutti.

Gli amanti delle curiosità e delle chicche nerd potranno visitare gli espositori a tema, che offriranno una vasta gamma di prodotti, insieme a uno street-food che soddisferà ogni tipo di palato. Non può mancare un’area davvero speciale: la Locanda Manga! Qui potrete gustare piatti unici ispirati ai grandi anime e manga, come i Bao di Kung-Fu Panda, i Dango di Sailor Moon, i Dorayaki di Doraemon, e i Noodle di Mr Ping, per citarne solo alcuni.

Se siete pronti per vivere un’esperienza immersiva nel mondo del fantasy, non lasciatevi sfuggire questa occasione. Scopri il programma completo e gli orari sul profilo ufficiale dell’evento su Facebook. Non vediamo l’ora di vedervi a Fairytopia!

Sailor Moon e Ayumi Hamasaki: Un’Incredibile Collaborazione tra Leggende della Cultura Pop Giapponese

Negli anni ’90, un personaggio destinato a diventare un’icona della cultura pop giapponese ha fatto il suo ingresso trionfale nel cuore di milioni di appassionati: Sailor Moon. Creata dalla geniale Naoko Takeuchi, la serie segue le avventure di Usagi Tsukino, una ragazza ordinaria che scopre di essere la reincarnazione della guerriera Sailor Moon, chiamata a proteggere la Terra dalle forze oscure. La saga, che mescola azione, dramma e romanticismo, è diventata un pilastro della cultura pop giapponese, celebrata per il suo potente messaggio di empowerment, amicizia e speranza. Un personaggio che ha segnato un’epoca, capace di ispirare intere generazioni.

Se Sailor Moon è una leggenda dell’animazione, un’altra figura che ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura giapponese è Ayumi Hamasaki. Nata nel 1978 a Fukuoka, Ayumi è diventata una delle cantanti più celebri del Giappone, con una carriera che ha raggiunto vette straordinarie: oltre 55 milioni di album venduti e una serie di record che la rendono una delle figure più influenti della musica pop asiatica. Il suo debutto nel 1998 con il singolo “Poker Face” è stato solo l’inizio di una carriera esplosiva, che l’ha consacrata come un’icona globale grazie a successi come “Depend on You”, “A Song for XX” e album straordinari come “Loveppears” e “Duty”. Non solo musica, Ayumi è anche una figura fondamentale nella cultura giapponese, capace di unire la musica pop con il mondo della moda e della pubblicità.

E ora, qualcosa di veramente speciale sta accadendo. Ayumi Hamasaki e Sailor Moon si incontrano in una collaborazione che ha scatenato l’entusiasmo dei fan. Venerdì scorso, Naoko Takeuchi ha rilasciato una nuova illustrazione che vede Sailor Moon e una versione manga di Ayumi Hamasaki fianco a fianco, entrambe vestite con l’outfit iconico del video musicale “Bye-Bye” di Ayumi, uscito all’inizio dell’anno. Questo incontro tra due leggende della cultura pop giapponese si concretizza in una linea di merchandising che farà sicuramente impazzire tutti i collezionisti e i fan.

Dal 20 dicembre, è possibile acquistare una varietà di articoli esclusivi sui negozi ufficiali del Team Ayu e Mu-mo, che spaziano da t-shirt, asciugamani, portachiavi, a giocattoli in capsule. I prezzi sono accessibili, con articoli che vanno dai 5 ai 43 dollari, ma ci sono anche pezzi da collezione che attireranno l’attenzione di tutti i fan più accaniti. E per evitare che i prodotti finiscano troppo presto nelle mani dei rivenditori, Mu-mo ha promesso che nessun articolo sarà dichiarato “esaurito” prima del 5 gennaio 2025, dando a tutti l’opportunità di acquistarli senza stress.

Ma non è tutto: questi articoli saranno disponibili anche durante i concerti di Ayumi Hamasaki, che si terranno il 30 e 31 dicembre allo Yoyogi National Stadium di Tokyo. Un’occasione unica per i fan di vivere questa collaborazione direttamente sul campo, unendo il fascino dell’animazione con l’energia della musica live.

Un evento imperdibile, che celebra l’incontro di due mondi che hanno segnato la storia del Giappone e della cultura pop globale.

Nicole Codanti, in arte Nyu: La magia del cosplay tra circo, arte e fantasia

Nel vasto panorama del cosplay italiano, il nome di Nicole Codanti, conosciuta da tutti come Nyu, spicca per la sua straordinaria capacità di fondere il mondo circense con l’arte del cosplay. Originaria della Sardegna, Nyu non è soltanto una cosplayer talentuosa, ma anche un’artista a tutto tondo che ha saputo trasformare le sue radici familiari e il suo amore per i manga, gli anime e i videogiochi in un percorso creativo unico e affascinante. Il soprannome Nyu nasce dalla passione di Nicole per l’opera Elfen Lied, che l’ha profondamente colpita all’età di 13 anni. Questo pseudonimo, inizialmente affettuosamente usato dai suoi amici, è oggi il simbolo di una carriera che ha saputo coniugare immaginazione, creatività e dedizione.

Dalle origini circensi al palco del cosplay

Nicole proviene da una famiglia circense con una tradizione artistica che affonda le sue radici nell’Europa dell’Est. Fin da bambina, ha vissuto viaggiando attraverso l’Italia, esibendosi nei circhi e nei teatri, dove ha appreso discipline come la giocoleria, l’illusionismo e il flauto traverso. Queste esperienze non solo le hanno trasmesso un profondo amore per il palcoscenico, ma hanno anche forgiato il suo stile unico nel cosplay, dove ogni esibizione diventa uno spettacolo coinvolgente e multisensoriale. Durante i lunghi spostamenti, Nicole trovava conforto nei manga, negli anime e nei videogiochi, che le hanno permesso di esplorare mondi fantastici e alimentare la sua immaginazione. Proprio da questa passione è nato il suo interesse per il cosplay, un’arte che le ha permesso di unire la sua inclinazione artistica ai personaggi che hanno accompagnato la sua crescita.

Il debutto al Romics e la trasformazione personale

Il debutto ufficiale di Nyu nel mondo del cosplay avviene al Romics 2012 con l’interpretazione di Taiga Aisaka, un personaggio che rappresentava la sua stessa determinazione e forza interiore, nonostante la sua minuta costituzione. Questo evento segna l’inizio di un percorso non solo creativo, ma anche di rinascita personale: il cosplay diventa per Nicole un mezzo per vincere le sue insicurezze e scoprire il coraggio di mettersi in gioco. L’anno successivo, al Sassari Cosplay, Nyu si aggiudica il premio come Miglior Cosplay Femminile, dando inizio a una serie di successi in competizioni nazionali. Tra i traguardi più recenti spicca la vittoria del premio Miglior Duo, ottenuto a settembre 2024 insieme al suo amico Mitsuomi-Kun, grazie a una memorabile interpretazione di Jinshi e Mao Mao da The Apothecary Diaries.

L’arte del riciclo e la magia delle esibizioni

Nicole è un’artista che non si limita a interpretare i suoi personaggi preferiti: li porta in vita attraverso costumi realizzati con materiali di riciclo. Vecchie tende di velluto e stoffe di divani inutilizzati diventano abiti unici, grazie al supporto della madre Armida e alla creatività di Nicole. Durante le sue esibizioni, Nyu combina le discipline circensi con il cosplay, creando spettacoli unici che incantano il pubblico. Dai rapidissimi cambi d’abito alla giocoleria, fino all’esecuzione delle theme song con il suo flauto traverso, ogni dettaglio riflette la sua passione per l’arte performativa.

La passione per Zelda e il sogno realizzato

Tra i tanti personaggi portati in scena, la Principessa Zelda da Twilight Princess occupa un posto speciale nel cuore di Nicole. Questo cosplay, ricco di dettagli e complessità, rappresenta una delle sue più grandi soddisfazioni, non solo per la qualità del risultato, ma anche per il legame emotivo che la lega a questo iconico personaggio. La sua passione per The Legend of Zelda è stata celebrata anche in un momento indimenticabile della sua vita. Il 28 settembre 2024, Nicole ha sposato Giovanni, suo compagno di avventure e abile creatore di armi per cosplay. Durante la cerimonia, le note della theme song della saga hanno accompagnato il suo ingresso, e la torta è stata tagliata con una Master Sword, in un tributo commovente alla loro passione condivisa.

Un equilibrio tra lavoro, arte e fantasia

Oggi, Nicole si divide tra il lavoro nel mondo del marketing aziendale e la sua vita artistica. Nonostante gli impegni professionali, continua a esibirsi in spettacoli teatrali e a partecipare alle fiere cosplay di tutta Italia, dove torna a essere Nyu, regalando emozioni al pubblico.Con oltre 12 anni di esperienza, ha interpretato personaggi iconici come Sailor Moon, Creamy Mami, Yor Forger e Asuna Yuuki. Per Nyu, il cosplay è molto più che un travestimento: è una forma di espressione libera, un ponte tra fantasia e realtà che permette di unire ingegno, passione e creatività. Seguendo Nyu su Instagram e TikTok, si può scoprire un mondo fatto di emozioni, colori e performance che catturano il cuore di chiunque ami il cosplay e l’arte. La prossima tappa? Il Romics, dove Nicole continuerà a stupire con il suo talento unico e la sua inesauribile passione.

Il mistero svelato: l’episodio perduto di Sailor Moon

Chi ha amato Sailor Moon da bambino ricorderà sicuramente le avventure di Usagi Tsukino e delle sue amiche Sailor Senshi. Ma c’è un episodio che, per anni, è rimasto avvolto nel mistero, un tassello mancante nella saga che ha incuriosito e appassionato i fan di tutto il mondo. Stiamo parlando del 67° episodio, una puntata che è rimasta inedita negli Stati Uniti per ben 19 anni.

Una vacanza al sapore di mistero

In questo episodio, le nostre eroine decidono di concedersi una meritata vacanza. Durante il loro soggiorno su un’isola paradisiaca, Chibiusa, la piccola guerriera della Luna, si ritrova in una situazione pericolosa: viene trascinata via dalle onde e sembra destinata a un triste destino. Ma ecco che compare un inaspettato eroe: un plesiosauro, una creatura marina preistorica, che la salva dalle acque impetuose.

Il mistero della scomparsa

La domanda che tutti si sono posti è: perché questo episodio non è mai stato trasmesso negli Stati Uniti? La risposta è sorprendente: non c’era nulla di scandaloso o inappropriato nel contenuto. Semplicemente, la società di doppiaggio americana, la DiC, ha perso la registrazione originale dell’episodio. Nonostante i numerosi tentativi di recuperarla, Toei Animation, la casa di produzione giapponese, si è rifiutata di fornire una nuova copia senza un nuovo accordo di licenza.

Un mistero risolto

Per quasi due decenni, i fan di Sailor Moon si sono chiesti cosa fosse successo in quell’episodio mancante. Teorie e ipotesi si sono susseguite, alimentando la curiosità intorno a questo mistero. Fortunatamente, nel 2014, grazie a VIZ Media, che ha acquisito i diritti di distribuzione della serie, l’episodio perduto è stato finalmente reso disponibile al pubblico anglofono. I fan hanno così potuto scoprire che si trattava di una puntata piacevole e divertente, che si inseriva perfettamente nel contesto della serie.

Perché questo episodio è così importante?

La storia dell’episodio perduto di Sailor Moon ci insegna molte cose. Innanzitutto, ci mostra come i media possano influenzare la nostra percezione di un’opera. Per anni, i fan hanno creduto che l’episodio fosse stato censurato per motivi oscuri, quando in realtà si trattava semplicemente di un problema tecnico. In secondo luogo, ci ricorda l’importanza di preservare il materiale audiovisivo e di renderlo accessibile a tutti.

Conclusioni

Il mistero dell’episodio 67 di Sailor Moon è solo uno dei tanti aneddoti che circondano questa amatissima serie. Tuttavia, questa storia ci insegna che anche i dettagli apparentemente più insignificanti possono avere un impatto significativo sulla nostra percezione di un’opera e sulla sua eredità culturale.

La recensione di Pretty Guardian Sailor Moon Cosmos

Nel vasto universo dell’animazione, pochi titoli hanno raggiunto l’immortalità come Sailor Moon. Questo fenomeno globale, nato dalla mente visionaria di Naoko Takeuchi, ha segnato una generazione di appassionati e ha costruito un ponte tra la cultura pop giapponese e il resto del mondo. Con il passare degli anni, l’amore per le avventure di Usagi Tsukino e delle sue amiche guerriere non è affievolito; al contrario, è diventato un fervente culto che trova espressione nelle rivisitazioni moderne di questi classici intramontabili. Oggi, l’attesa è palpabile per la coppia di lungometraggi che hanno debuttato su Netflix, portando con sé il titolo iconico Sailor Moon Cosmos.

Già l’annuncio che Sailor Moon Cosmos sarà disponibile esclusivamente su Netflix aveva scatenato l’entusiasmo dei Moonies di tutto il globo. Questa nuova serie di film rappresenta non solo un ritorno alle origini per i fan storici, ma anche un’ulteriore occasione per il grande pubblico di rivivere l’emozione di una storia che ha saputo unire generazioni diverse. Come i precedenti film Sailor Moon Eternal, Sailor Moon Cosmos si presenterà come una duplice avventura cinematografica, suddivisa in due parti che promettono di chiudere con grande stile la saga di Sailor Moon.

Nonostante l’entusiasmo, però, la nuova trasposizione porta con sé delle sfide. I film, che si ispirano agli ultimi volumi del manga originale, si trovano a dover conciliare una trama complessa con il limite di tempo imposto dalla durata complessiva di circa tre ore. Questo compromesso si riflette nella narrazione, che in alcuni frangenti sacrifica la profondità dei personaggi secondari a favore di un ritmo frenetico e di una conclusione epica. In effetti, mentre la Parte 1 del film riesce a mantenere un buon equilibrio tra dramma e azione, la Parte 2 accelera vertiginosamente verso una conclusione ricca di combattimenti e colpi di scena, sacrificando parte della caratterizzazione che aveva contribuito al fascino originale dell’opera.

La trama di Sailor Moon Cosmos riprende sei mesi dopo la conclusione di Sailor Moon Eternal, con Usagi Tsukino che si prepara a salutare Mamoru Chiba, il suo amato, in procinto di studiare all’estero. Ma un misterioso attacco cambia il corso degli eventi, portando Usagi a confrontarsi con una minaccia inaspettata e potentissima: una guerriera Sailor proveniente da un altro pianeta, accompagnata da un esercito di guerriere pronte a rubare i cristalli che custodiscono i poteri vitali delle Sailor Guardians. La storia si arricchisce con l’arrivo delle Sailor Starlight e di Chibi-Chibi, un enigma in forma di bambina, che aggiungono nuovi elementi e dinamiche alla trama.

Dal punto di vista tecnico, Sailor Moon Cosmos si distingue per una qualità di animazione straordinaria, frutto del lavoro congiunto di Studio Deen e Toei Animation. Il design dei personaggi, opera di Kazuko Tadano, si fa notare per i suoi dettagli raffinati e per la vivacità dei colori, mentre la colonna sonora di Yasuharu Takanashi arricchisce l’esperienza visiva con brani coinvolgenti e nostalgici. Tuttavia, nonostante l’eccellenza tecnica, il film si confronta con il compito arduo di accontentare una base di fan che ha visto crescere e trasformarsi la saga nel corso degli anni.

Sailor Moon Cosmos rappresenta un momento significativo per il franchise, sia per i vecchi fan che per i nuovi spettatori. Sebbene la narrazione possa risultare affrettata e alcune scelte creative possano deludere i puristi, il fascino eterno di Sailor Moon e l’abilità degli studios coinvolti assicurano che la serie di film rimanga una tappa memorabile nella storia dell’animazione. Concludere una saga così amata è sempre un’impresa delicata, ma Sailor Moon Cosmos riesce a strappare qualche lacrima e a regalare momenti di pura magia, confermando ancora una volta perché Sailor Moon continua a brillare nel cuore di milioni di persone in tutto il mondo.

Sailor Moon: la saga magica che ha cresciuto una generazione di guerriere della Luna

Cresciuta negli anni ’90 tra giocattoli, merendine al cioccolato e cartoni animati trasmessi nel pomeriggio, “Sailor Moon” è stata una delle esperienze che ha letteralmente plasmato la mia infanzia. Non era solo un anime. Era un rito. Una promessa fatta ogni giorno, tra una puntata e l’altra, che parlava di amicizia, amore, coraggio e destino. Ma era anche il primo assaggio di femminismo color pastello, travestito da marinaretta con scarpette rosse e bacchetta magica.

Il potere della Luna fa brillare il cuore

Questa saga, tratta dal manga originale di Naoko Takeuchi, è una delle pietre miliari del genere mahō shōjo, ovvero le “maghette”. Ma Sailor Moon non si limitava a essere una ragazza con i poteri: era la reincarnazione di una principessa lunare, protetta da un gruppo di guerriere planetarie, e destinata a combattere contro forze cosmiche che andavano ben oltre i classici nemici da sconfiggere con un colpo magico.

Usagi Tsukino, che da noi conoscevamo come Bunny, era quanto di più lontano dallo stereotipo della perfetta eroina: imbranata, pigra, piagnucolona, golosa… eppure profondamente umana. È proprio in questo che ho sempre trovato una magia potente: era una ragazzina normale, con emozioni vere, chiamata a compiere un destino eccezionale. E lo faceva non cambiando se stessa, ma crescendo e accettando la propria vulnerabilità come fonte di forza.

Una saga divisa tra epica e quotidianità

La prima serie di Sailor Moon ci ha introdotti a questo universo incantato: Usagi che salva una gatta nera, Luna, e riceve una spilla magica per trasformarsi nella guerriera dell’amore e della giustizia. Da lì comincia la raccolta delle altre guerriere Sailor: Ami/Mercury, intelligente e timida, Rei/Mars, spirituale e volitiva, Makoto/Jupiter, forte ma romantica, e Minako/Venus, la veterana già nota come Sailor V. Insieme a loro, Tuxedo Kamen, l’enigmatico alleato mascherato (e love interest immancabile) che aggiunge una nota romantica all’azione.

Il mistero della Principessa della Luna, la lotta contro il Dark Kingdom, la tragica storia di un regno caduto, il sacrificio di Queen Serenity… la prima stagione era già un mix potente di dramma, azione e sentimento. Ma era solo l’inizio.

Con Sailor Moon R, il racconto si allarga. Prima un filler con alieni in cerca di energia, poi l’arrivo di Chibiusa, la figlia futura di Usagi e Mamoru, arrivata dal futuro per chiedere aiuto. È qui che per me la saga prende una svolta affascinante: il tempo si piega, il futuro è plasmato dalle scelte del presente, e la battaglia contro il Clan della Luna Nera introduce un livello più profondo di introspezione e responsabilità.

Da principesse a paladine dell’universo

Quando poi arriva Sailor Moon S, l’anime entra in una nuova fase di maturità. Le nuove minacce non sono solo nemici esterni, ma anche conflitti interiori. L’arrivo di Sailor Uranus, Neptune e Pluto aggiunge complessità alla narrazione. Queste guerriere del sistema solare esterno, con le loro etiche più grigie e il senso di missione inflessibile, rappresentano una sfida perfino per Usagi. La piccola Hotaru, destinata a diventare Sailor Saturn, è un personaggio tragico e profondo, che incarna il tema della rinascita attraverso la distruzione. Questa parte della saga mi ha emozionata più di tutte, perché introduceva concetti filosofici e morali con un’eleganza rara per una serie destinata a un pubblico giovane.

Sailor Moon SuperS, pur avendo un tono più fiabesco e sognante, continua a scavare nella psiche delle protagoniste. Il circo della Luna Spenta e la regina Nehellenia sono figure tanto inquietanti quanto affascinanti. Il rapporto tra Chibiusa e Pegasus è tenero, onirico, e ci ricorda quanto i sogni – e l’infanzia – siano fragili e preziosi.

Infine, con Sailor Stars, ci troviamo davanti alla lotta definitiva contro il caos, incarnato in Sailor Galaxia. La Terra, l’universo, il cuore stesso delle guerriere viene messo alla prova. Sailor Moon, ormai pienamente consapevole del proprio destino, è sola. Senza Mamoru, senza Chibiusa. Eppure si erge con una forza mai vista prima, non solo per combattere, ma per comprendere e redimere. È la storia di una bambina diventata dea, non con la spada, ma con il cuore.

Un remake per una nuova generazione: Sailor Moon Crystal

Nel 2014, Toei Animation ci ha riportati sulla Luna con Sailor Moon Crystal, remake fedele al manga originale. La serie, più compatta e adulta, ha una sua estetica cristallina e delicata. Sebbene abbia diviso i fan – tra chi la considera troppo fredda e chi invece la apprezza per l’aderenza all’opera cartacea – resta un ponte prezioso tra la generazione degli anni ’90 e quella di oggi.

E poi sono arrivati i film: Sailor Moon Eternal e Sailor Moon Cosmos, che hanno dato una conclusione visivamente spettacolare alla saga, permettendo anche al pubblico occidentale (grazie a Netflix) di vivere le ultime battaglie di Usagi e compagne con il cuore in gola. Guardarli da adulta, dopo aver vissuto Sailor Moon da bambina, è stato come chiudere un cerchio, con le lacrime agli occhi e la nostalgia nel cuore.

Le guerriere che ci hanno insegnato a brillare

Riguardando oggi tutta la saga, mi rendo conto di quanto Sailor Moon sia stata rivoluzionaria. Non era solo un cartone per bambine: era un manifesto. Parlava di sorellanza, di amore in tutte le sue forme, di identità, di sacrificio e rinascita. E soprattutto parlava alle ragazze. Non per dirci che dovevamo essere perfette, ma che anche le nostre debolezze potevano diventare punti di forza. Che la gentilezza non era debolezza. Che si poteva piangere, sbagliare, inciampare… ma sempre rialzarsi, bacchetta alla mano e luna sulla fronte.

Per me, Sailor Moon è stato il primo esempio di eroina con cui identificarmi, e ancora oggi mi emoziono quando risento quelle sigle – italiane o giapponesi, poco importa – perché contengono una parte di me. La guardavo per le trasformazioni scintillanti e i combattimenti spettacolari, ma sono rimasta per le emozioni sincere e i valori profondi.

E voi? Qual è stato il vostro momento preferito della saga? Avete rivisto Sailor Moon da adulti, magari con occhi diversi? Raccontatemi le vostre emozioni nei commenti o condividete questo articolo con chi, come noi, nel nome della Luna ha imparato a lottare… e ad amare.

Un viaggio nelle Meraviglie, l’exhibit fantastica a Torino!

Dal 10 al 24 febbraio 2024, presso l’hotel Adalesia di Torino, ci si potrà perdere nelle meravigliose atmosfere dell’evento espositivo “Un viaggio nelle Meraviglie“, un’iniziativa nata dalla collaborazione  tra BM srl e la famosa scrittrice Elena Romanello, dopo il successo ottenuto con la mostra “Lady Oscar Una Rosa a Torino“. Un viaggio nelle Meraviglie” promette di offrire un’esperienza straordinaria agli amanti dell’arte: la mostra sarà caratterizzata da un insieme di opere d’arte ispirate a figure iconiche dell’immaginario, quali Alice nel paese delle meraviglie, Dorothy de Il mago di Oz, Sarah di Labyrinth, Pollon, Nadia de Il mistero della pietra azzurra, Creamy, Sailor Moon, le Gothic Lolita, Buffy e le sorelle Halliwell di Streghe. Queste magnifiche e amate figure verranno celebrate attraverso quadri, sculture, oggetti artigianali e tanto altro.

Uno degli appuntamenti più attesi dell’esposizione, sarà la partecipazione, il prossimo 24 febbraio, de I Giocolieri delle Stelle, una compagnia teatrale proveniente da Viareggio con una vera passione per i fanfilm. Durante la kermesse torinese sarà infatti presentato il fanfilm “I miti dell’Olimpo“, che getta luce in maniera ironica e divertente su figure mitologiche tra leggenda e manga come Pollon, Athena, Zeus e molti altri. La regia è stata curata da Yattaa, rinomato nel panorama artistico per la sua capacità di creare produzioni coinvolgenti e di grande impatto emotivo.

La proiezione del fanfilm avrà luogo alle ore 15, permettendo al pubblico di immergersi completamente nella mitologia greca. Ma la vera ciliegina sulla torta sarà la presenza degli attori del cast, pronti a rispondere alle domande e a condividere le loro esperienze sul set.

Un altro nome di spicco che sarà presente durante l’evento è la famosa scrittrice Elena Romanello, autrice di numerosi libri di successo. La presenza di una figura così autorevole contribuirà sicuramente ad arricchire l’iniziativa, offrendo agli spettatori l’opportunità di ascoltare i suoi pensieri e le sue idee sulla creazione artistica. Ad affiancare Elena nella conduzione dell’evento ci sarà Antonella di Bm Event Art, che garantirà un’atmosfera piacevole e coinvolgente per tutti i presenti.

Non resta che segnare questa data sul calendario e non perdere l’occasione di partecipare a “Un viaggio nelle Meraviglie” per godere di una iniziativa indimenticabile all’insegna dell’arte e della cultura.

Manga e Anime: un fenomeno culturale in continua evoluzione

I fumetti e i cartoni animati giapponesi, noti in Occidente come manga e anime, sono una forma di intrattenimento che ha conquistato milioni di appassionati in tutto il mondo. Ma come è nata e si è evoluta questa forma d’arte? E quali sono i cambiamenti nella percezione e nei consumi dei suoi fruitori? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande, analizzando il fenomeno dal punto di vista antropologico.

Le origini dei manga e degli anime

I manga e gli anime hanno radici antiche nella cultura giapponese, che ha sempre mostrato una grande attenzione per la narrazione visuale. Già nel periodo Kamakura (1185-1333) venivano realizzati gli emaki, rotoli di pergamena con storie illustrate, che presentavano alcune caratteristiche tipiche del fumetto moderno, come la vignetta, i filatteri e le linee cinetiche. Tra questi, si distinguevano i Chōjū-giga (Caricature di personaggi della fauna selvatica), attribuiti all’abate Toba Sōjō, che rappresentavano scene umoristiche e irriverenti con animali antropomorfi. Il termine manga, che significa “immagini stravaganti”, fu usato per la prima volta alla fine del XVIII secolo da alcuni artisti, tra cui il celebre Hokusai, che pubblicò una serie di libri d’illustrazioni chiamati Hokusai manga. Il termine entrò nell’uso comune solo nel XX secolo, grazie al lavoro di Rakuten Kitazawa, considerato il primo disegnatore di manga moderni.

Gli anime, invece, sono il frutto dell’incontro tra la tradizione giapponese e le influenze occidentali. Il primo film d’animazione giapponese risale al 1917, ma fu solo negli anni ’50 che il medium si sviluppò grazie al pioniere Osamu Tezuka, creatore di Astro Boy, il primo anime televisivo di successo. Tezuka fu anche un prolifico autore di manga, e stabilì una stretta relazione tra i due media, che spesso si influenzavano e si adattavano a vicenda. Tezuka introdusse anche alcune innovazioni stilistiche, come gli occhi grandi e le espressioni esagerate, che divennero distintivi degli anime e dei manga.

L’espansione globale dei manga e degli anime

I manga e gli anime iniziarono a diffondersi al di fuori del Giappone a partire dagli anni ’60, ma fu solo negli anni ’80 e ’90 che il fenomeno divenne globale, grazie alla trasmissione di serie di successo come Goldrake, Candy Candy, Dragon Ball, Sailor Moon, Pokémon e molti altri. Queste serie catturarono l’interesse di un pubblico giovane e variegato, che si appassionò alla ricchezza e alla diversità delle storie, dei personaggi e dei generi proposti dai manga e dagli anime. Inoltre, i manga e gli anime offrivano una visione alternativa e originale della cultura giapponese, che esercitava un fascino esotico e misterioso sugli spettatori occidentali5.

Tuttavia, la diffusione dei manga e degli anime non fu priva di ostacoli e resistenze. In molti paesi, infatti, i manga e gli anime furono oggetto di censure, tagli, modifiche e adattamenti, che ne alteravano spesso il significato e il messaggio originale. Questo era dovuto sia a motivi commerciali, per rendere i prodotti più appetibili al mercato locale, sia a motivi morali, per eliminare o attenuare gli elementi ritenuti violenti, erotici, controversi o inadatti a un pubblico infantile. Inoltre, i manga e gli anime furono spesso visti con sospetto o disprezzo da parte di una parte della critica e dell’opinione pubblica, che li considerava un fenomeno di bassa qualità, superficiale, omogeneo e alienante.

I cambiamenti nella percezione e nei consumi dei manga e degli anime

Negli ultimi vent’anni, però, la situazione è cambiata radicalmente. I manga e gli anime hanno acquisito una maggiore legittimazione e riconoscimento come forma d’arte e di espressione culturale, sia in Giappone che nel resto del mondo. Questo è dovuto a diversi fattori, tra cui:

  • La maturazione e la diversificazione dei manga e degli anime, che hanno saputo affrontare temi e stili sempre più complessi, originali e vari, rivolgendosi a un pubblico più ampio e eterogeneo.
  • Lo sviluppo di Internet e delle nuove tecnologie, che hanno facilitato la diffusione e la fruizione dei manga e degli anime, rendendoli più accessibili, interattivi e personalizzabili.
  • L’emergere di una cultura fan globale, che ha creato una rete di scambio, di partecipazione e di produzione di contenuti tra gli appassionati di manga e anime, che si sono organizzati in comunità, club, forum, blog, siti, eventi, ecc.
  • Il riconoscimento e il sostegno da parte di istituzioni, media, industrie e celebrità, che hanno valorizzato e promosso i manga e gli anime come espressione di creatività, di innovazione e di soft power.

In questo contesto, i fruitori di manga e anime sono diventati sempre più consapevoli, critici e attivi, non limitandosi a consumare passivamente i prodotti, ma cercando di approfondirne la conoscenza, di apprezzarne le sfumature, di confrontarsi con le altre culture, di esprimere la propria opinione, di creare le proprie opere. Inoltre, i fruitori di manga e anime hanno sviluppato una sensibilità e una competenza specifiche, che li rendono capaci di cogliere e interpretare i codici, i simboli, i riferimenti e le convenzioni tipiche di questo medium.

Conclusioni

I manga e gli anime sono una forma d’arte e di cultura in continua evoluzione, che ha saputo conquistare e coinvolgere milioni di persone in tutto il mondo. Il loro successo è dovuto alla loro capacità di raccontare storie avvincenti, emozionanti, divertenti, ma anche profonde, riflessive, provocatorie, che riflettono e interrogano la realtà e la società in cui viviamo. I manga e gli anime sono anche un fenomeno che stimola la curiosità, la creatività, il dialogo e la partecipazione, che favorisce la formazione di una cultura globale, ma al tempo stesso rispettosa delle diversità. I manga e gli anime, insomma, sono un modo di vedere e di vivere il mondo.

Buon compleanno Sailor Uranus!

Bentornati ragazzi nella nostra rubrica, perché oggi 27 gennaio è il compleanno di Haruka Tenou, la nostra Sailor Uranus, che fa parte del gruppo di Guerriere del Sistema Solare Esterno.

Haruka dovrebbe essere la ragazza più anziana del gruppo con i suoi 16/17 anni nel manga, nonché la più alta Sailor, con i suoi circa 180 cm di altezza, con capelli corti biondo chiaro e gli occhi blu scuro. Indossa perlopiù abiti maschili o unisex e viene spesso scambiata per un maschio. Ci viene presentata nel Terzo Arco come una bravissima pilota automobilistica, ma non solo, ha conoscenza di arti marziali con cui batte facilmente Makoto (Sailor Jupiter).

Sia nel manga che negli anime ha una relazione omosessuale con Michiru (Sailor Neptune), con cui è fidanzata, relazione che vediamo censurata da Mediaset nell’edizione italiana degli anni ’90. In quegli anni giornali, telegiornali, psicologi parlavano solamente di quanto poteva essere dannoso Sailor Moon per i bambini perché c’era la convinzione che se un bambino guardava Sailor Moon diventata automaticamente omosessuale.

Gli attacchi di Sailor Uranus sono basati su cielo, terra e altri poteri concessi dalla sua spada che si scopre essere uno dei Tre Talismani che servono per richiamare la Coppa Lunare (Santo Graal) che ha il potere di risvegliare Sailor Saturn, la guerriera della distruzione.

Sailor Uranus ha anche alcune abilità psichiche, sebbene siano meno potenti di quelle di Sailor Neptune o Sailor Mars.

Nonostante la sua devozione a Michiru, spesso flirta con Usagi e a proposito di Sailor Neptune il prossimo compleanno è proprio il suo, quindi vi aspetto ragazzi!