C’è un angolo magico in Piemonte dove il tempo sembra essersi fermato agli anni d’oro dei robottoni giapponesi. Siamo a Viverone, un piccolo comune in provincia di Biella, noto per il suo lago e i panorami rilassanti, ma che negli ultimi tempi sta attirando l’attenzione per qualcosa di molto, molto più… epico. Lungo la provinciale che da Cavaglià e Roppolo porta dritti al lago, svettano due sentinelle d’acciaio che sembrano uscite da un sogno animato degli anni ’70: Goldrake e Jeeg Robot d’Acciaio. E fidatevi, non passano inosservati.
Sono statue, certo. Ma non le solite sculture commemorative. Parliamo di colossi in ferro battuto, veri e propri omaggi artigianali all’universo mecha che ha formato un’intera generazione di fan italiani. Goldrake, in particolare, domina il panorama con i suoi sei metri d’altezza, un’alabarda spaziale ben salda tra le mani, pronto a scattare contro le forze di Vega (o magari semplicemente ad accogliere i turisti in cerca di uno scatto perfetto).
Realizzata a mano con ben 21 lamiere di ferro, questa opera mastodontica è il frutto di un sogno coltivato a lungo da Giuseppe Morgan Grimaldi, titolare insieme al figlio Sam del negozio dell’usato “L’usato che vale”, proprio lì a Viverone. “È stato il mio amico Igor a costruirla – racconta Grimaldi con l’entusiasmo genuino di un fan vero – io ho sempre amato Goldrake fin da quando avevo dieci anni. Era il mio eroe. Ora è anche uno dei simboli della nostra attività.” E in effetti, non è solo una trovata estetica: è una dichiarazione d’amore per un’epoca, un’estetica e un modo di sognare.
Quella di Grimaldi non è una semplice passione decorativa. La sua statua di Goldrake è diventata una vera attrazione popolare. Ogni giorno, anche nei più tranquilli feriali, c’è chi si ferma con l’auto per fare foto, video, selfie e per respirare – anche solo per un attimo – quell’atmosfera da anime vintage che sa di VHS, merendine e sigle cantate da Actarus. E non stiamo parlando solo di curiosi locali. A Viverone arrivano visitatori da Novara, Torino e da tutta Italia, attratti dal passaparola e dalle immagini condivise sui social. Alcuni domandano addirittura se la statua sia in vendita. Ma la risposta è sempre la stessa: “Assolutamente no. Ha un valore puramente affettivo.”
E come dare torto a Grimaldi? In un’epoca in cui l’effimero regna sovrano, dove tutto è fatto per essere venduto o cliccato, c’è qualcosa di profondamente rassicurante e romantico nel vedere che un gigante di metallo può rappresentare un legame affettivo, un’icona personale, e al tempo stesso un punto d’incontro per la comunità nerd e non solo.
Accanto a Goldrake, Jeeg Robot d’Acciaio fa la sua parte nel proteggere la quieta provincia di Biella. Un duetto titanico che lascia chiunque a bocca aperta, dai nostalgici cresciuti a pane e anime, ai bambini che ancora non sanno chi siano quei due giganti, ma sentono istintivamente che hanno qualcosa di speciale.
In fondo, l’Italia ha un rapporto tutto suo con i robottoni giapponesi. Da Mazinga a Daitarn, da Jeeg a Goldrake, i mecha non sono solo intrattenimento: sono miti moderni, archetipi di un’epoca in cui tutto sembrava possibile, anche difendere il mondo con una super macchina volante guidata da un eroe tormentato.
E così, nel parcheggio di un negozio dell’usato dal nome quasi poetico – L’usato che vale – Goldrake e Jeeg sono tornati a vivere. O forse non se ne sono mai andati davvero. Custodiscono il lago, i ricordi, i sogni e quel bisogno tutto umano di credere che, da qualche parte, ci sia sempre un eroe pronto a proteggerci.
Se capitate in zona, non fatevi sfuggire l’occasione. Fate un salto a Viverone, immortalate i vostri giganti preferiti e magari fermatevi anche a scambiare due parole con chi ha reso possibile tutto questo. Perché sì, le grandi storie iniziano spesso nei luoghi più inaspettati. Anche lungo una strada di provincia, sorvegliata da due leggende d’acciaio.
Hai mai avuto un eroe d’infanzia che avresti voluto vedere materializzarsi davanti ai tuoi occhi?