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Ginzan Onsen: La città termale che ha ispirato “La Città Incantata”

Immersa tra le montagne della prefettura di Yamagata, Ginzan Onsen è un luogo che sembra uscito da una fiaba. Questo piccolo gioiello del Giappone, con le sue locande in legno, le lanterne a gas e le sorgenti termali, ha conquistato il cuore di Hayao Miyazaki, ispirando alcune delle atmosfere magiche del suo capolavoro, La Città Incantata. Ma se il successo del film ha portato fama internazionale a questa cittadina, ha anche posto nuove sfide alla sua serenità e al suo fragile equilibrio.

Una storia tra argento e acqua calda

Il nome Ginzan Onsen, che si traduce come “sorgente termale della montagna d’argento”, racconta già molto della sua storia. Cinquecento anni fa, i minatori delle miniere d’argento di Nobesawa scoprirono casualmente queste sorgenti calde. Quando l’attività mineraria declinò nel XVII secolo, le sorgenti divennero il fulcro dell’attenzione, trasformando il luogo in una meta per chi cercava ristoro.

Fu però durante l’era Taisho (1912-1926) che Ginzan Onsen raggiunse il suo massimo splendore. I ryokan in legno, che ancora oggi si affacciano sul fiume Ginzan, furono costruiti in quegli anni, regalando alla cittadina il fascino romantico che la contraddistingue. Di sera, le lanterne a gas si accendono, illuminando le strade pedonali con una luce calda e suggestiva. In inverno, la neve trasforma il paesaggio in una cartolina, con ogni dettaglio ricoperto da un candido manto bianco.

Il legame con Miyazaki e Studio Ghibli

Hayao Miyazaki è noto per prendere ispirazione da luoghi reali per dare vita ai mondi straordinari dei suoi film, e Ginzan Onsen non fa eccezione. Gli stretti ponti pedonali, le locande storiche e le sorgenti termali sembrano essere stati trasportati direttamente nel mondo incantato di Chihiro. Non sorprende che appassionati dello Studio Ghibli da tutto il mondo si rechino qui per respirare l’atmosfera del film e perdersi tra i suoi paesaggi da sogno.

L’altra faccia del turismo: overtourism e regolamentazioni

La magia di Ginzan Onsen, però, ha un costo. Ogni anno, oltre 330.000 turisti affollano questa piccola cittadina, mettendo a dura prova le sue infrastrutture e la qualità della vita dei residenti. Le stradine e i ponti spesso diventano congestionati, al punto da ostacolare persino il passaggio delle ambulanze. Per affrontare il problema, le autorità locali hanno introdotto misure drastiche.

Da gennaio a marzo, il numero di visitatori senza prenotazione è limitato a 100 persone durante le ore di punta serali, e l’accesso dopo le 20:00 è riservato esclusivamente agli ospiti dei ryokan. Inoltre, dal mese di febbraio, i turisti dovranno lasciare le auto a 2 chilometri dal centro e utilizzare un servizio navetta per raggiungere la città.

Un’esperienza da fiaba

Nonostante le restrizioni, Ginzan Onsen continua a offrire esperienze uniche. Le Shirogane-no-Taki Falls, con i loro 22 piedi di altezza, sono un’attrazione imperdibile, così come i bagni termali pubblici che permettono di immergersi nelle calde acque circondati dalla natura. I ryokan storici, alcuni ristrutturati da celebri architetti come Kengo Kuma, combinano tradizione e modernità, offrendo un soggiorno indimenticabile. Non mancano i souvenir, come le bambole Kokeshi, realizzate a mano dagli artigiani locali.

Come arrivare

Raggiungere Ginzan Onsen è più semplice di quanto si possa immaginare. Da Tokyo, basta prendere la linea JR Yamagata Shinkansen fino a Oishida Station e poi proseguire in autobus o taxi. Per chi preferisce maggiore autonomia, è possibile noleggiare un’auto, parcheggiandola fuori città.

Un tesoro da proteggere

Ginzan Onsen non è solo una destinazione turistica: è un luogo intriso di storia, cultura e bellezza naturale. La sua popolarità è una lama a doppio taglio, ma le misure adottate dimostrano l’impegno per preservare questo angolo di paradiso. Visitare Ginzan Onsen significa immergersi in un mondo senza tempo, ma è fondamentale farlo con rispetto, per garantire che la sua magia possa incantare anche le generazioni future.

Studio Ghibli: 40 Anni di Magia e Rivoluzione nell’Animazione

Quarant’anni fa nasceva una leggenda. Il 15 giugno 1985, Hayao Miyazaki e Isao Takahata, affiancati dai produttori Toshio Suzuki e Yasuyoshi Tokuma, fondavano lo Studio Ghibli, un nome che nel tempo sarebbe diventato sinonimo di pura magia visiva e narrativa. Da allora, l’animazione giapponese non è stata più la stessa. Ghibli ha ridefinito l’arte cinematografica, portando in ogni fotogramma un senso di meraviglia, profondità emotiva e dettagli minuziosi che hanno conquistato il pubblico di tutto il mondo.

L’arte di raccontare storie

Ogni film dello Studio Ghibli è una porta aperta su un mondo straordinario, popolato da spiriti benevoli, streghe volanti, città incantate e avventurieri del cielo. Le loro storie, così profondamente radicate nella cultura giapponese, sono diventate universali, capaci di emozionare spettatori di ogni età e provenienza. Roger Ebert, uno dei più grandi critici cinematografici, ha inserito Il mio vicino Totoro e Kiki – Consegne a domicilio tra i migliori film per bambini mai realizzati, mentre Princess Mononoke è stata descritta dal New York Times come una pietra miliare dell’animazione.

Eppure, Ghibli non è solo poesia visiva: è un’arte che abbraccia la realtà. Una tomba per le lucciole, diretto da Isao Takahata, è una delle opere più strazianti mai realizzate, un racconto crudo sulla guerra visto attraverso gli occhi di due orfani. Si alza il vento, invece, esplora la passione e il tormento di chi sogna di volare, un tema caro a Miyazaki.

La qualità dell’animazione è sempre stata una priorità assoluta: ogni disegno è realizzato con una maestria artigianale che si rifiuta di cedere alla fretta del mercato. Persino quando la CGI ha iniziato a dominare l’industria, Ghibli ha scelto di mantenere vivo il disegno a mano, preservando quella tattilità e quella delicatezza che rendono ogni fotogramma un dipinto in movimento.

Dall’anonimato alla conquista del mondo

Negli anni ‘70, prima di diventare un marchio leggendario, Miyazaki e Takahata erano due sognatori intrappolati nelle limitazioni della televisione giapponese. Le loro collaborazioni in Heidi, Marco e Anna dai capelli rossi dimostrarono il loro talento, ma le ristrettezze produttive impedirono loro di esprimersi appieno. Fu solo con Nausicaä della Valle del vento (1984), tratto dal manga di Miyazaki, che il mondo iniziò a scoprire il loro genio.

Quel film fu il trampolino di lancio per la nascita dello Studio Ghibli. Con il supporto di Tokuma, Miyazaki e Suzuki diedero vita a un nuovo paradigma dell’animazione giapponese. I primi anni furono una sfida: lo studio operava in uno spazio limitato, con un team di 70 animatori assunti a tempo determinato. Ma la passione non si fermò davanti agli ostacoli.

I primi film ufficiali dello studio, Laputa – Il castello nel cielo, Il mio vicino Totoro e Una tomba per le lucciole, furono prodotti con una dedizione quasi ossessiva per i dettagli. All’epoca, il successo fu modesto, ma il tempo avrebbe dato loro ragione. Oggi Totoro è un’icona della cultura pop e il logo stesso dello Studio Ghibli.

Il primo grande trionfo commerciale arrivò con Kiki – Consegne a domicilio nel 1989, che divenne il film giapponese di maggior successo dell’anno. Da lì in avanti, ogni nuova uscita dello studio divenne un evento.

L’ascesa globale

Negli anni ‘90, Ghibli si affermò definitivamente come lo studio d’animazione più importante del Giappone. Princess Mononoke (1997) fu il primo film d’animazione a vincere il Japan Academy Prize per il miglior film, e segnò il primo grande successo internazionale dello studio.

Ma fu nel 2001 che avvenne il vero miracolo: La città incantata conquistò il mondo. Il viaggio di Chihiro in un universo di spiriti e creature magiche incantò il pubblico e la critica, portando Miyazaki a vincere l’Orso d’Oro a Berlino e, soprattutto, l’Oscar per il miglior film d’animazione nel 2003. Era la consacrazione definitiva.

Seguirono altri capolavori come Il castello errante di Howl e Si alza il vento, entrambi candidati agli Oscar, e il leggendario Museo Ghibli aprì le sue porte a Mitaka, diventando una meta di pellegrinaggio per i fan di tutto il mondo.

Il ritiro (e il ritorno) di Miyazaki

Nel 2013, Miyazaki annunciò il suo ritiro con Si alza il vento, una lettera d’addio commovente al mondo dell’animazione. La notizia gettò i fan nello sconforto e portò a speculazioni sulla possibile chiusura dello studio. Tuttavia, il tempo dimostrò che il maestro non poteva davvero smettere di sognare.

Nel 2017, dopo anni di riflessioni, Miyazaki tornò al lavoro su un nuovo progetto: Il ragazzo e l’airone. Con una lavorazione durata sei anni e una distribuzione senza alcuna campagna promozionale, il film dimostrò che Ghibli non aveva perso il suo tocco. Nel 2024, il film vinse l’Oscar come miglior film d’animazione, rendendo Miyazaki l’unico regista nella storia ad aver ricevuto due volte questo riconoscimento per un anime.

Un’eredità eterna

Oggi, a quarant’anni dalla sua fondazione, lo Studio Ghibli è molto più di una casa di produzione: è un simbolo di eccellenza artistica, un punto di riferimento per chi crede ancora nella magia del cinema d’animazione. Ogni film è un viaggio nel cuore dell’immaginazione, un inno alla bellezza e alla fragilità della vita.

Il suo nome, ispirato al vento caldo del deserto e agli aerei italiani della Regia Aeronautica, è un manifesto della sua filosofia: soffiare un vento di cambiamento nell’industria, portando freschezza e autenticità in un mondo sempre più omologato.

Con Miyazaki ancora all’opera e una nuova generazione di animatori pronti a raccogliere il testimone, il futuro di Ghibli appare luminoso come sempre. Perché finché esisteranno sogni da raccontare, lo Studio Ghibli continuerà a incantarci, proprio come ha fatto per quarant’anni.

Roma celebra Hayao Miyazaki: un evento imperdibile tra libri, cosplay e cultura pop giapponese

Roma si prepara a ospitare un evento imperdibile per tutti gli amanti dell’animazione giapponese, della cultura nerd e del cosplay. Il 31 gennaio 2025, il Centro Commerciale Euroma2 diventerà il punto d’incontro per i fan di Hayao Miyazaki e dello Studio Ghibli, celebrando i 40 anni dello studio con una serata all’insegna della magia dell’animazione.

A partire dalle 16:30, l’area talk al secondo piano del centro commerciale, davanti alla libreria La Feltrinelli, si trasformerà in un vero e proprio santuario per gli appassionati di anime e manga. Il programma dell’evento prevede talk, incontri con esperti del settore, cosplay e la presentazione del libro “La ragazza che amava Miyazaki” di Silvia Casini, Raffaella Fenoglio e Francesco Pasqua, edito da Einaudi Ragazzi. La storia di Sofia, la protagonista del romanzo, è un inno alla creatività e alla crescita personale, un viaggio interiore che prende ispirazione dalle opere di Miyazaki. Un’opera perfetta per chi ha sempre trovato nei film dello Studio Ghibli un rifugio di sogni e speranza.

L’incontro sarà moderato da Francesco Chiatante, regista del documentario “Animeland – Racconti tra manga, anime e cosplay” e docente di Storia dell’Animazione Giapponese presso la Nemo Academy di Firenze. Tra gli ospiti speciali, spicca la presenza di Eleonora Paola Tani, storica cosplayer di Lady Oscar, celebre per la sua incredibile fedeltà al personaggio creato da Riyoko Ikeda. Eleonora, nota nell’ambiente con il soprannome di Oscarimpressionante, racconterà il suo percorso nel mondo del cosplay e la sua esperienza di riconoscimento internazionale.

Durante l’evento, i partecipanti avranno l’opportunità di ricevere gadget esclusivi a tema manga e di immergersi in un’atmosfera unica, fatta di passione e celebrazione dell’arte giapponese. Oltre agli autori del libro, saranno presenti esperti come Silvia Casini, specialista in marketing cinematografico e curatrice di eventi dedicati alla cultura pop giapponese, e Raffaella Fenoglio, blogger e scrittrice specializzata in narrativa per ragazzi.

Per gli appassionati di anime e manga, l’evento rappresenta un’occasione straordinaria per approfondire il mondo di Miyazaki, scoprire nuovi libri e incontrare figure di spicco del settore. Un appuntamento imperdibile per celebrare la magia dello Studio Ghibli e lasciarsi trasportare in un viaggio tra storie, personaggi e sogni.

Segna la data sul calendario: venerdì 31 gennaio 2025, al Caffè Letterario di Euroma2. Che tu sia un veterano del mondo nerd o un nuovo appassionato dell’animazione giapponese, questo evento è pensato per te. Non perdertelo!

Avventura e Tesori: La Magia di ‘Gli Allegri Pirati dell’Isola del Tesoro’

Gli Allegri Pirati dell’Isola del Tesoro” è un film d’animazione del 1971 che trasporta lo spettatore in un mondo di avventura e divertimento, rielaborando con originalità il classico “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson. Diretto da Hiroshi Ikeda e prodotto dalla Toei Animation per celebrare il ventesimo anniversario dello studio, il film è un gioiello dell’animazione giapponese che combina sapientemente l’umorismo e l’azione, destinato principalmente a un pubblico giovane, ma capace di conquistare anche gli adulti con la sua energia e la sua freschezza.

Il film narra la storia di Jim Hawkins, un ragazzo che sogna di avventurarsi per mare, accompagnato dal suo amico Glan, un topo vivace e curioso. La trama si sviluppa a partire da un incontro casuale con un misterioso uomo con una gamba di legno, che porta con sé una mappa che conduce a un tesoro nascosto. Da qui, Jim e Glan intraprendono un viaggio per mare, alla ricerca dell’isola del tesoro, ma ben presto si trovano a dover fronteggiare l’infido capitano Silver e la sua ciurma di pirati. L’avventura si complica ulteriormente quando incontrano Kathy, la nipote del famigerato capitano Flint, e si rendono conto che non sono i soli a cercare il tesoro.

Una delle caratteristiche più affascinanti di “Gli Allegri Pirati dell’Isola del Tesoro” è la sua fusione di umani e animali antropomorfi, una scelta che aggiunge un tocco unico e affascinante alla storia. Gli animali non sono solo comparse, ma veri e propri protagonisti con personalità ben definite, creando un mondo che si distingue dalle tipiche storie di pirati. Il design dei personaggi, curato dal giovane Hayao Miyazaki, è estremamente dettagliato e vivace, con un’attenzione particolare ai fondali e alle animazioni che, nonostante i cinquant’anni trascorsi, risultano ancora oggi incredibilmente fluide e affascinanti.

La musica, purtroppo non indimenticabile, accompagna bene le scene di avventura e contribuisce a creare l’atmosfera piratesca, senza però rubare la scena alla narrazione o alla caratterizzazione dei personaggi. La trama, pur essendo indirizzata principalmente ai più giovani, ha una sua profondità, con temi di crescita, fiducia e abilità nel prendere decisioni, che la rendono adatta a un pubblico di tutte le età. Il film non si limita a raccontare una semplice caccia al tesoro, ma invita anche a riflettere sull’importanza dell’esperienza e della prudenza, tematiche che emergono attraverso le scelte e le difficoltà affrontate dai protagonisti.

Inoltre, l’opera riesce a trasmettere il piacere della scoperta e dell’avventura, stimolando i bambini a sognare e a desiderare di esplorare il mondo, ma anche a comprendere l’importanza di essere pronti ad affrontare le sfide della vita. In un certo senso, “Gli Allegri Pirati dell’Isola del Tesoro” è un’ode all’apprendimento attraverso il rischio, all’idea che ogni passo verso l’ignoto porta con sé tanto pericolo quanto opportunità di crescita.

Il film è sicuramente un classico dell’animazione, e nonostante il suo focus su un pubblico giovane, le sue lezioni universali e il suo spirito di avventura lo rendono adatto anche agli adulti, specialmente a coloro che hanno una passione per le storie di pirati, tesori nascosti e viaggi indimenticabili. La vivacità dei personaggi, l’energia delle animazioni e l’originalità della trama fanno di questa pellicola un’opera da riscoprire, capace di affascinare generazioni diverse di spettatori. Se amate le storie di avventura, non potete non guardarlo.

Il Tributo Definitivo all’Arte di Miyazaki: The Complete Collection of Hayao Miyazaki’s Image Board

Il mondo dell’animazione giapponese ha sempre trovato in Hayao Miyazaki una delle sue figure più carismatiche e influenti, capace di trasformare ogni suo film in un capolavoro che supera le barriere culturali e genera un impatto duraturo sulla storia del cinema. Con il suo tocco magico, Miyazaki ha creato universi visivi che vanno ben oltre la semplice animazione, diventando un punto di riferimento assoluto per appassionati e professionisti del settore. Oggi, grazie a un’iniziativa editoriale senza precedenti, i fan del maestro dello Studio Ghibli possono esplorare ancora più a fondo l’arte che ha reso iconici i suoi film.

La Complete Collection of Hayao Miyazaki’s Image Board è una serie di volumi destinata a diventare un tesoro per gli amanti dell’animazione e della creatività. Pubblicata dall’editore giapponese Iwanami Shoten, questa serie offre uno spunto unico sul processo creativo che ha guidato Miyazaki nella realizzazione di alcune delle sue opere più celebri. Il progetto si concentra su ogni film diretto dal maestro, ma non si limita a questi: sono inclusi anche i lavori ai quali ha contribuito in fase di produzione, come I sospiri del mio cuore, I racconti di Terramare, Arrietty e La collina dei papaveri, così come i cortometraggi presentati al Museo Ghibli. Ogni volume di questa raccolta diventa un viaggio attraverso le fasi di progettazione, incentrandosi sulle tavole illustrate e le immagini promozionali mai viste prima, che raccontano la genesi di queste opere.

Miyazaki, nato a Tokyo il 5 gennaio 1941, è diventato uno dei registi e animatori più riconosciuti al mondo. La sua carriera, che si estende per oltre cinquant’anni, lo ha visto fondare lo Studio Ghibli nel 1985 insieme al collega e amico Isao Takahata, dando vita a un marchio che è oggi sinonimo di eccellenza nell’animazione mondiale. Non solo regista, ma anche sceneggiatore, produttore e fumettista, Miyazaki ha profondamente influenzato l’animazione moderna e ha contribuito a far conoscere al grande pubblico la ricchezza e la profondità del cinema giapponese. Le sue opere hanno sempre saputo parlare a un pubblico globale, trattando temi universali come la natura, la crescita, la lotta per la libertà e l’impatto della tecnologia sulla società. Non sorprende quindi che sia stato paragonato a giganti come Walt Disney per l’importanza storica del suo lavoro e a Akira Kurosawa per il suo impatto sul cinema giapponese. Tra i suoi capolavori spiccano film che hanno segnato tappe fondamentali nella storia dell’animazione, come Principessa Mononoke, La città incantata, Il castello errante di Howl e Ponyo sulla scogliera, opere che hanno spinto i confini del cinema d’animazione e che hanno conquistato il cuore di milioni di spettatori. Il suo talento è stato riconosciuto con numerosi premi, tra cui l’Orso d’oro a Berlino e l’Oscar per La città incantata, il primo anime a ricevere tale onore. Miyazaki è anche un apprezzato autore di manga, con Nausicaä della Valle del Vento che rappresenta una delle sue opere più significative in questo campo.

La serie Image Board non si limita a esplorare solo i lungometraggi, ma si addentra anche nei cortometraggi, nei videoclip musicali e nei lavori televisivi che Miyazaki ha creato nel corso della sua carriera. Ogni volume, che verrà realizzato con una cura dei dettagli senza pari, include interviste al produttore Toshio Suzuki, che racconta il dietro le quinte di ogni film e il processo di creazione che ha accompagnato il lavoro del regista. Gli “image board”, che sono delle vere e proprie sceneggiature visive, sono fondamentali per la realizzazione dei film di Miyazaki, fungendo da guida per gli animatori e come veicolo per trasmettere i concetti estetici e narrativi che caratterizzano ogni storia.

I disegni, scannerizzati in alta qualità per preservarne i colori e le texture, offrono uno sguardo intimo e dettagliato sul lavoro di Miyazaki, permettendo ai lettori di immergersi nell’universo visivo che ha reso famoso lo Studio Ghibli. Le illustrazioni di pre-produzione, che mostrano le prime bozze e idee, rivelano il lato più profondo del processo creativo, dove ogni tratto e ogni pennellata sono elementi essenziali per dare vita a mondi straordinari. La scelta di un formato di 35×27,7 cm per ogni volume è pensata per valorizzare al massimo la qualità visiva delle immagini, consentendo ai lettori di apprezzare le illustrazioni nelle loro proporzioni originali.

I primi due volumi della serie, che saranno lanciati a dicembre, si concentrano su due dei film più iconici di Miyazaki: Nausicaä della Valle del Vento e Laputa – Castello nel cielo. Il primo volume, con 108 pagine, e il secondo, con 136, offrono una panoramica straordinaria sui processi di creazione di queste opere immortali. Il prezzo competitivo, rispettivamente di 4.200 yen (circa 25 euro) e 4.800 yen (circa 30 euro), rende questa serie accessibile a un pubblico più ampio, offrendo un’opportunità unica di scoprire la magia di Miyazaki a un livello ancora più profondo.

Questa collezione rappresenta un omaggio straordinario all’arte di Miyazaki e allo Studio Ghibli, offrendo un’opportunità unica per esplorare la genesi di film che hanno definito un’intera generazione di spettatori. Con l’uscita di questa serie di volumi, i fan avranno accesso a un patrimonio inestimabile di arte e cultura, che contribuirà a mantenere viva la magia di Miyazaki per le generazioni future. Non resta che attendere con impazienza l’uscita di questi volumi, pronti a svelare i segreti dietro i mondi straordinari creati dal maestro dell’animazione giapponese.

“Paprika” di Satoshi Kon dal 17 al 19 febbraio al cinema

Dopo il successo di Perfect Blue, che lo scorso aprile ha portato al cinema 50.000 spettatori, “Paprika – Sognando un sogno” di Satoshi Kon (1963-2010), uno dei capolavori più acclamati dell’animazione giapponese, torna sul grande schermo per un evento speciale dal 17 al 19 febbraio (elenco sale a breve su nexostudios.it e prevendite aperte dal 16 gennaio). Presentato in anteprima mondiale alla 63ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 2006, Paprika è b e rappresenta una pietra miliare nella storia dell’arte cinematografica e dell’immaginario collettivo. Questo film, basato sull’omonimo romanzo di Yasutaka Tsutsui. è un perfetto incrocio tra un thriller fantascientifico alla Strange Days e la vivida fantasia di Miyazaki, dove i personaggi e le situazioni fantastiche sono sempre parodia e caricatura di qualcosa appartenente al mondo reale, quello dove ci affaccendiamo tutti i giorni. Cosa può la realtà contro lo sconfinato potere del sogno? Questa è la domanda che sembra porre il film agli spettatori, e Satoshi Kon, il creatore di affreschi noir come Paranoia Agent e Tokyo Godfathers, risponde con la sua solita carica surreale.

Atsuko Chiba è una psicoterapeuta che cura i traumi dei suoi pazienti interagendo direttamente col loro mondo onirico. La terapia è in grado penetrare i sogni e di esplorare l’inconscio mediante il DC-Mini, un dispositivo che apre incredibili prospettive nel trattamento dei disturbi psichici. Prima ancora di essere brevettato, il congegno rivoluzionario viene trafugato e il Dottor Shima, direttore e mentore di Atsuko, imprigionato nel sogno dissennato e delirante di un folle. Il misterioso nemico è deciso a interferire coi sogni degli uomini, a manipolarli e a governare sul mondo sognato e su quello reale. L’uso scorretto del DC-Mini potrebbe infatti annichilire la personalità e la volontà del sognatore. Konakawa, un detective che odia il cinema ma sogna per generi cinematografici, decide di indagare. Nelle indagini al confine con l’inconscio lo aiuteranno Paprika, alter ego onirico della dottoressa Atsuko, e il dottor Tokita, pingue inventore del prototipo.

Trasposto assai liberamente da un romanzo di Yasutaka Tsutsui (maestro della letteratura fantascientifica giapponese), Paprika è un’opera metacinematografica, un’apocalisse onirica che confonde magnificamente i piani del reale, del sogno, del fantastico e del cinematografico. Satoshi Kon replica la magia di Perfect Blue, disegnando un nuovo psycho-thriller animato che unisce al realismo del disegno la libertà immaginativa delle trame, senza temere di deludere le aspettative di estimatori e spettatori. Dopo l’incalzante opera prima, piena di false piste, il geniale animatore nipponico inventa una macchina fantastica capace di penetrare i sogni e di trasformarli in film. Il villain è un ladro che ruba l’anima e la psiche di chi dorme. L’eroina è una dottoressa che recupera i sogni dei sognatori. Il giustiziere è un detective con fobie cinematografiche. Il luogo è un futuro prossimo. Il motore è una macchina, il DC-Mini, che come il cinema svolge, rallenta, scompone e analizza la “materia onirica”.

A guardare bene c’è tutto il cosiddetto postmoderno dentro il film di Satoshi Kon: i pupazzi, il luna park, il discorso sulla natura autoriflessiva del cinema, la metanarrazione e uno sfondamento fra i livelli di realtà che non si vedeva daeXistenZ . Nel mondo di Paprika ogni superficie si lascia attraversare. Ogni sguardo può farti catapultare dal settimo piano di un palazzo direttamente nel mondo dei giochi. Su tutto si staglia Paprika, “ragazza da sogno” in tutti i sensi possibili: desiderabile e affascinante quanto la sua controparte reale. Se notate bene i colori (e le movenze) della parata che accompagna l’universo alternativo di tutto il film, sembrano fuoriuscire da uno dei film di Miyazaki  (e precisamente La città incantata), con il colore sgargiante e i personaggi assolutamente improbabili per la cultura occidentale che trovano posto in quei film. D’altronde la meraviglia grafica del film di Satoshi Kon non deve sorprendere: dietro c’è la Madhouse, la stessa casa di produzione di Animatrix e Metropolis (di Rintaro).

Distribuito per la prima volta nelle sale italiane nel 2007 e pluripremiato a livello internazionale, il film è universalmente riconosciuto come uno dei migliori lavori del compianto Satoshi Kon, regista di culto eccentrico e visionario, che ha avuto un ruolo cruciale per tutti i colleghi della sua generazione ed è divenuto noto in tutto il mondo per capolavori come Perfect Blue e Tokyo Godfathers. Grazie alla sua visione unica e al suo stile audace, Paprika ha influenzato profondamente il cinema contemporaneo, ispirando registi di fama internazionale e diventando un riferimento per opere come Inception di Christopher Nolan.

Ambientato in un futuro prossimo, Paprika racconta le vicende della dottoressa Atsuko Chiba e del suo alter ego onirico Paprika. Grazie alla DC Mini, una tecnologia che consente di esplorare i sogni altrui, il film affronta temi profondi come l’identità, il subconscio e i confini tra realtà e immaginazione. L’opera si distingue per la sua narrazione innovativa e per l’animazione straordinaria, che trasporta lo spettatore in un universo onirico senza precedenti che oggi appare più contemporaneo che mai.

La colonna sonora è firmata da Susumu Hirasawa.

La nuova Stagione Anime al Cinema è un progetto esclusivo di Nexo Studios. L’appuntamento di PAPRIKA – SOGNANDO UN SOGNO è distribuito in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY, Lucca Comics & Games, Cultura POP, MYmovies, ANiME GENERATION.

 

Lo Studio Ghibli apre un pop-up store a Roma: magia e merchandising esclusivo!

Il fascino senza tempo dello Studio Ghibli torna a Roma con un pop-up store imperdibile: gli appassionati del celebre studio d’animazione giapponese potranno immergersi nuovamente nel magico mondo di Hayao Miyazaki e soci grazie a uno store temporaneo allestito all’interno del Cinema Giulio Cesare, situato in Viale Giulio Cesare 229. Il progetto è frutto della collaborazione tra Studio Ghibli, Lucky Red e Circuito Cinema, una partnership che già in passato ha portato grandi soddisfazioni ai fan italiani. Questa nuova iniziativa si distingue per un’importante novità: il pop-up store offrirà in esclusiva il merchandising ufficiale de “Il ragazzo e l’airone“, l’ultima opera del maestro Miyazaki. Oltre a questo, i visitatori troveranno un’ampia gamma di prodotti iconici legati ai film Ghibli: dai soffici peluche agli eleganti poster da collezione, passando per cartoline, gadget esclusivi e oggettistica di ogni genere, tutto rigorosamente brandizzato con il tocco inconfondibile dello studio d’animazione giapponese.

Il negozio è stato curato con uno stile unico e originale dalla designer Maiko Ida, che ha saputo ricreare un’atmosfera immersiva e suggestiva, capace di trasportare i visitatori direttamente nelle ambientazioni oniriche e poetiche dei film Ghibli. L’allestimento punta a catturare l’essenza dei capolavori animati, trasformando lo spazio in un luogo di scoperta e nostalgia.

Per quanto riguarda gli orari, il pop-up store sarà accessibile fino al 23 dicembre 2024, con aperture diversificate a seconda del giorno della settimana. Dal lunedì al giovedì, le porte saranno aperte dalle 15:00 alle 20:00, mentre nei giorni di venerdì, sabato e domenica l’orario si estenderà fino alle 21:00, garantendo più tempo per curiosare tra gli scaffali e scegliere il proprio souvenir preferito.

Questa nuova apertura rappresenta una vera e propria festa per i fan dello Studio Ghibli e per tutti coloro che amano il mondo dell’animazione giapponese. Un’occasione da non perdere per chi desidera portare a casa un pezzo del mondo incantato di Miyazaki e soci. I. Se avete amato il capolavoro de “Il ragazzo e l’airone“, segnatevi questa data in agenda e preparatevi a vivere un’esperienza unica. Il pop-up store è pronto a regalarvi un viaggio tra sogni e ricordi, con tutto il calore e la magia che solo lo Studio Ghibli sa evocare.

Il fiuto di Sherlock Holmes compie quarant’anni

Ho sempre pensato che Sherlock Holmes dovesse avera un fiuto di un segugio. E così è stato, almeno nell’adattamento animato realizzato a partire dai racconti e romanzi di Arthur Conan Doyle. L’anime televisivo “Il fiuto di Sherlock Holmes” ci ha regalato un mondo in cui tutti i personaggi avevano sembianze canine antropomorfe, con il celebre detective trasformato in un segugio dal fiuto infallibile.

Nato esattamente quarant’anni fa da una co-produzione tra la RAI italiana e la Tokyo Movie Shinsha giapponese, sotto la supervisione di Hayao Miyazaki, il cartone animato ha avuto un inizio burrascoso a causa di problemi legati ai diritti sul personaggio di Sherlock Holmes detenuti dagli eredi di Doyle. Solo dopo alcune vicissitudini, la serie ha potuto vedere la luce e debuttare in televisione proprio il 26 novembre 1984, diventando popolare in Giappone e in altri paesi.

In Italia, però, la serie è stata accolta con meno entusiasmo. La programmazione televisiva era frammentata, con episodi divisi in parti da cinque minuti ciascuna, rendendo difficoltoso seguire le vicende del detective segugio e del suo fedele compagno Watson. Solo negli anni successivi la Rai ha trasmesso integralmente la serie, ma l’interesse del pubblico è rimasto tiepido.

Nonostante le difficoltà incontrate durante la produzione, “Il fiuto di Sherlock Holmes” è riuscito a conquistare il cuore di molti appassionati. I dettagli curati, i personaggi espressivi e gli sfondi ricchi hanno reso l’anime coinvolgente e suggestivo. La serie si ispirava ai racconti di Conan Doyle, reinterpretandoli in chiave canina per aggiungere un tocco di umorismo e originalità alle vicende investigative.

Dopo 26 episodi, la serie è stata interrotta, lasciando i fan con il desiderio di scoprire nuove avventure del detective segugio. Le ragioni di questa decisione non sono mai state chiarite, ma si può ipotizzare che fattori come i costi elevati di produzione e le difficoltà logistiche abbiano giocato un ruolo importante.

Nonostante tutto, “Il fiuto di Sherlock Holmes” resta un’anime indimenticabile, che ha lasciato il segno in tutto il mondo. La sigla italiana, eseguita dalla band “Complotto” e dai “Piccoli cantori di Milano”, ha accompagnato i telespettatori all’inizio e alla fine di ogni episodio, diventando un simbolo per chi ha amato le avventure del detective segugio. Un classico che continuerà a essere ricordato anche negli anni a venire.”

Anna dai Capelli Rossi torna nell’animazione giapponese: il ritorno di un classico senza tempo

C’è qualcosa di magico nelle storie che ci restano nel cuore, e l’anime di Anna dai capelli rossi è una di queste. Preparatevi a immergervi di nuovo nell’incantevole Avonlea, perché nell’aprile del 2025 debutta in Giappone un nuovissimo anime dedicato alla celebre eroina dai capelli rossi.

Answer Studio, in collaborazione con NHK E-Tele, ci regalerà una reinterpretazione moderna e dettagliata del capolavoro di Lucy Maud Montgomery, portando nuovamente in scena una Anne Shirley fresca ma fedele all’originale, pronta a emozionare vecchi fan e a conquistarne di nuovi.

Un nuovo capitolo per Anne Shirley

Questo nuovo progetto non sarà una semplice riproposizione del primo iconico cartone animato della nostra infanzia ma un viaggio più ampio attraverso l’intera saga letteraria. Racconterà l’arrivo di Anne ad Avonlea, l’impatto che questa ragazzina vivace e sognatrice avrà sui fratelli Cuthbert, e l’intreccio di relazioni con gli abitanti del villaggio, come la migliore amica Diana Barry e, ovviamente, il “rivale” (e futuro interesse amoroso) Gilbert Blythe.

Ma c’è di più: gli autori dell’anime sembrano voler esplorare anche gli sviluppi narrativi dei romanzi successivi. Quindi aspettatevi un’Anne che cresce, si evolve e affronta sfide sempre più complesse, in un mix di nostalgia e novità.

Il legame speciale tra il Giappone e Anna dai capelli rossi

Forse non tutti lo sanno, ma il Giappone ha un rapporto unico con Anna dai capelli rossi. La traduzione del romanzo, Akage no Anne, arrivò nel Paese nel 1952 e divenne immediatamente popolare. Questo amore si consolidò nel 1979 con la storica serie animata diretta da Isao Takahata, il genio dietro capolavori come La tomba delle lucciole.

Il coinvolgimento di Hayao Miyazaki, che collaborò ai primi episodi, e l’arte di Yoshifumi Kondō, che curò il character design, resero questa serie un pezzo di storia dell’animazione. È impossibile non sentire la loro influenza quando si pensa ad Anne e al suo mondo, resi vivi da un’attenzione ai dettagli e da un’emotività che hanno conquistato generazioni.

Negli anni, sono stati prodotti altri adattamenti, come il prequel Before Green Gables nel 2009, basato su un romanzo successivo, e un film compilation restaurato e distribuito dalla Ghibli Museum Library nel 2010. Insomma, Anne è da tempo un’icona non solo in Canada, ma anche nel Sol Levante.

Cosa rende speciale questo nuovo anime?

Nonostante l’eredità importante, il nuovo adattamento non si limita a celebrare il passato. Gli autori sembrano intenzionati a offrire una versione che parli anche al pubblico contemporaneo, mantenendo l’atmosfera poetica e il messaggio senza tempo dell’opera originale.

Il progetto mira a bilanciare nostalgia e modernità, con animazioni che probabilmente sfrutteranno le tecniche più avanzate per portare Avonlea a nuova vita. E se pensate che conosciate già ogni dettaglio della storia di Anne, questo anime potrebbe sorprendervi con una narrazione più completa e approfondita.

Perché il ritorno di Anne è una grande notizia per i fan

Anna dai capelli rossi non è solo un romanzo o un personaggio: è un simbolo. Anne rappresenta il potere della fantasia, l’importanza dell’accettazione e il coraggio di essere diversi in un mondo che spesso cerca di uniformarci. In un’epoca in cui l’animazione giapponese continua a spingersi oltre i limiti, riprendere una storia così iconica dimostra che alcune cose non passano mai di moda.

Cosa possiamo aspettarci in Italia?

Al momento, non sappiamo se e quando il nuovo anime arriverà sulle nostre piattaforme, ma considerata l’importanza di Anna dai capelli rossi, possiamo sperare in una distribuzione internazionale. D’altronde, le storie che parlano al cuore non conoscono confini, e Anne è pronta a ricordarci che anche una ragazzina dai capelli rossi può cambiare il mondo… o almeno il suo piccolo angolo di esso.

Un viaggio che vale la pena di intraprendere (di nuovo)

Il ritorno di Anna dai capelli rossi è un evento imperdibile per chiunque ami le storie capaci di emozionare e ispirare. Che siate fan della serie del 1979 o curiosi di scoprire questa storia per la prima volta, preparatevi: nell’aprile 2025, un nuovo capitolo di questo viaggio senza tempo sta per iniziare.

Hayao Miyazaki e l’airone

Se sei un appassionato di animazione e cultura giapponese, non puoi perdere l’evento che il 25, 26 e 27 novembre 2024 porterà nei cinema italiani un viaggio intimo e affascinante nell’universo di uno dei più grandi maestri del cinema d’animazione: Hayao Miyazaki. “Hayao Miyazaki e l’airone”, il documentario diretto da Kaku Arakawa, ci offre uno sguardo senza precedenti sul processo creativo di Miyazaki e sulla realizzazione del suo ultimo capolavoro, Il ragazzo e l’airone, che ha già conquistato pubblico e critica, trionfando come miglior film d’animazione agli Oscar e ai Golden Globe.

https://youtu.be/AGzWhjSJzL8

Quando pensiamo a Miyazaki, la mente corre immediatamente a mondi incantati e personaggi indimenticabili, ma dietro queste opere di pura magia c’è un processo lungo e meticoloso, che il documentario ci svela in tutta la sua complessità. “Hayao Miyazaki e l’airone” non è solo un viaggio nel passato, ma un ponte verso il futuro del maestro. Nonostante i suoi 83 anni, Miyazaki sembra pronto a continuare a spingersi oltre, a esplorare nuove frontiere dell’animazione, e questo film potrebbe non essere il suo canto del cigno, come molti avevano ipotizzato.

Il documentario di Arakawa ci porta dietro le quinte dello Studio Ghibli, rivelando un processo produttivo che dura ben sette anni, durante i quali il regista ha collaborato a stretto contatto con Toshio Suzuki, suo storico collaboratore e produttore. Tra i due si sviluppa un rapporto unico, fatto di sfide e stimoli continui, che ricorda molto la relazione tra Mahito e l’airone nel film. Suzuki non è solo un supporto, ma una sorta di spinta creativa che aiuta Miyazaki a superare i limiti della sua arte, portando a creazioni di una bellezza straordinaria.

Il ragazzo e l’airone ha fatto molto più che incantare il pubblico; ha fatto registrare numeri straordinari, con oltre 5 milioni di euro di incasso nei primi 15 giorni e più di 765.000 spettatori. La storia segue Mahito, un ragazzo di 12 anni che, dopo la morte della madre, intraprende un viaggio in un regno sospeso tra vivi e morti. Un’avventura che mescola speranza, malinconia e una riflessione profonda sulla vita e sulla morte, temi universali trattati con una delicatezza che solo Miyazaki sa raccontare.

Presentato in anteprima al Festival di Cannes 2024, “Hayao Miyazaki e l’airone” è anche un omaggio al contributo culturale di Miyazaki, che ha ricevuto la Palma d’Oro onoraria per il suo studio, il Ghibli. L’uscita del documentario nelle sale italiane, per soli tre giorni e distribuito da Lucky Red, è un’occasione unica per tutti i fan di Miyazaki e per chiunque ami il cinema di qualità.

Questo documentario non è solo una celebrazione del genio creativo di Miyazaki, ma una vera e propria lezione sull’importanza dell’immaginazione e della resilienza. Se hai amato le opere dello Studio Ghibli, questo è un viaggio emozionante dietro le quinte di uno dei film più acclamati di sempre. E se sei nuovo a questo mondo, è il momento perfetto per scoprire la magia di un uomo che ha trasformato i sogni in realtà.

Quindi, segnatevi le date: il 25, 26 e 27 novembre sono tre giorni da non perdere. Non lasciatevi sfuggire l’opportunità di entrare nel cuore pulsante dello Studio Ghibli e di fare un tuffo nell’universo creativo di uno dei suoi più grandi maestri. Hayao Miyazaki vi aspetta.

Heidi, compie 50 anni la triste serie della bambina delle alpi di Isao Takahata e Hayao Miyazaki

Cinquant’anni fa, proprio il 06 gennaio 1974, andava in onda in Giappone Heidi, la leggendaria –  e tristissima – seria animata prodotta dallo studio di animazione giapponese Zuiyo Eizo (da cui più tardi nacque la Nippon Animation), diretta da Isao Takahata e disegnata da Hayao Miyazaki. La serie, avvolge lo spettatore in una trama avvincente che affonda le radici nel cuore dell’Europa pur essendo una serie animata nipponicaOgni tratto disegnato con maestria da Miyazaki rende in modo impeccabile il tormento che pervade l’anima di Heidi. I momenti di gioia e di speranza si alternano alle difficoltà e alle sfide. La sua innocenza è macchiata dalle lacrime e le sue risate risuonano con un’eco lontana. Heidi è un percorso in cui l’orrore e la bellezza si fondono in un’unica sinfonia. Le Alpi rappresentano lo scenario in cui si dipana la tragica danza della vita. Le immagini animate prendono vita davanti ai tuoi occhi, mentre le emozioni ti travolgono. Ti ritroverai immerso in un vortice di sentimenti, catturato dal potente abbraccio dell’animazione. Questa serie, il cui impatto è rivoluzionario nel panorama artistico dell’epoca, prepara il terreno per il World Masterpiece Theater. Ancora ignaro del suo futuro successo, il Calpis Comic Theater accoglie questa pietra miliare. I vagiti del World Masterpiece Theater risuonano come un presagio del trionfo che aspetta Heidi nel successivo anno 1975.

Tutto ha inizio nel lontano 1880, quando l’autrice svizzera Johanna Spyri scrive un libro per ragazzi chiamato “Heidi, la ragazza delle Alpi. Le Alpi svizzere sono appunto il fulcro di questa commovente narrazione, in cui Heidi, giovanissima e indifesa, è costretta ad affrontare la crudele realtà della vita. Il suo destino è segnato dalla tristezza, dalle avversità e dal dolore, ma lei non si piega. La sua forza interiore è più potente di qualsiasi tempesta. Emozionante e toccante, la serie animata di Heidi è veramente un capolavoro dell’animazione nipponica. Tratto dal romanzo della scrittrice svizzera Johanna Spyri, racconta la commovente storia di Heidi, una bimba orfana di sei anni. Fino ad allora, Heidi aveva vissuto con sua zia Deith, ma ora che la zia ha trovato lavoro a Francoforte, non può più prendersi cura della bambina. Così, Deith decide di portare Heidi dal suo nonno, di cui la piccola non era nemmeno a conoscenza.

Il nonno di Heidi, è tutto fuorché il nonno dolce e affettuoso dell’immaginario infantile. Burbero e sgarbato, è guardato con diffidenza dagli abitanti del paesino vicino. Vive recluso da anni in una baita che si affaccia su un paesaggio idilliaco: montagne mozzafiato coperte di neve, prati fioriti, stambecchi che saltano tra le rocce e marmotte che si nascondono nelle cavità rocciose, pronte ad evitare gli attacchi delle aquile in picchiate. Ad accompagnarlo vi sono diverse pecorelle e il personaggio più buffo della serie, il cane dormiglione Nebbia.

Heidi, nonostante la sua giovane età, sembra tutt’altro che una bambina di sei anni. Pur essendo un po’ ingenua e paurosa, possiede quell’innocenza e quell’amore talmente insiti nel suo DNA da addolcire il cuore del “vecchio orso”. Heidi stringe un’amicizia speciale con il pastorello Peter, con cui condivide l’amore per il paradiso incantato che si presenta davanti ai loro occhi. Insieme, trascorrono interminabili giornate in cima alle montagne. Heidi lega molto anche con la nonna di Peter, donna afflitta da cecità, che le insegna importanti lezioni di vita. Heidi è estasiata dal nuovo mondo che ha scoperto e crede che niente e nessuno potranno mai svegliarla da questo magnifico sogno. Tuttavia, al suo ritorno da Francoforte, la zia Deith distrugge il castello di sabbia che Heidi aveva costruito, costringendo la bambina ad andare con lei nella città tedesca. Questo lascia il nonno, Peter e tutto il meraviglioso paesaggio alpino nello sconforto. Heidi viene affidata alla signora Rottermaier, una donna severa e maniaca del garbo e della cortesia, incaricata di educare la giovane Clara, costretta a causa di una malattia a rimanere su una sedia a rotelle. Le due bambine sviluppano un legame profondo, ma ciò non placa i pensieri di Heidi, sempre nostalgica di tutto ciò che ha lasciato sulle Alpi. Grazie all’aiuto della nonna di Clara, una donna dal cuore d’oro, Heidi riesce a tornare a casa e, per una vacanza estiva, porta con sé anche la piccola Clara. Meravigliandosi dell’atmosfera straordinaria del luogo, Heidi riesce a compiere il miracolo di far camminare Clara.

La serie diventa un successo anche in Italia, dove viene trasmessa per la prima volta nel 1978. E da allora, generazioni di bambini sono cresciuti con il personaggio  Heidi. È stata replicata infinite volte sulle reti italiane.Nel 2022, Dynit annuncia di aver acquisito i diritti di questa serie animata e decide di pubblicarla in streaming su Prime Video. Quindi ora puoi vedere Heidi, la ragazzina delle Alpi, dal comfort del tuo divano!

Heidi, la ragazza delle Alpi, è un’opera d’arte che ha scritto l’eternità nella storia dell’animazione. Attraverso la sua tragica epopea, racconta la storia di una giovane anima che lotta contro il destino avverso. Non potrai fare a meno di rimanere affascinato, mentre le lacrime ti rigano il volto e una melodia malinconica risuona nell’aria. Preparati ad essere travolto da un turbine di emozioni, mentre Heidi, la ragazza delle Alpi, si insinua nel tuo cuore. Lasciati trasportare verso un mondo in cui l’arte e il dramma si fondono in una danza intensa. Sii pronto a lasciarti penetrare da questa trama avvincente che lascerà un segno indelebile nella tua anima.

A partire dal 16 ottobre 2024 fino al 12 gennaio 2025, Lugano ospiterà una mostra dedicata a Heidi, la celebre bambina dei cartoni animati, per celebrare i 50 anni della sua serie animata. Promossa dall’Associazione Nona Arte, l’esposizione presenta oltre 90 opere originali, tra cui schizzi preparatori, sfondi dipinti a mano e fogli di acetato, molte delle quali mai esposte prima. La mostra offre un allestimento immersivo, realizzato con materiali naturali, e si articola su tre temi: la produzione dell’anime, curiosità sul cartone animato e il focus sui membri del team creativo. Questa esposizione permette ai visitatori di esplorare il mondo di Heidi attraverso un nuovo e affascinante punto di vista.

Hayao Miyazaki: Un nuovo documentario svela il suo profondo legame con la natura

Un omaggio al maestro dell’animazione giapponese

Preparatevi a immergervi nel mondo magico di Hayao Miyazaki! All’81ª Mostra del Cinema di Venezia, in programma dal 28 agosto al 7 settembre 2024, verrà presentato in anteprima mondiale il documentario Miyazaki, Spirit of Nature.

Un viaggio nel cuore dell’animazione

Diretto dal regista francese Léo Favier, il documentario ci porterà alla scoperta del profondo legame che unisce Hayao Miyazaki alla natura. Attraverso interviste esclusive a collaboratori storici dello Studio Ghibli, come Toshio Suzuki e Hiromasa Yonebayashi, e grazie a spezzoni tratti dai suoi capolavori, il film ci rivelerà come la natura sia stata una fonte inesauribile di ispirazione per il maestro dell’animazione.

Dalla Valle del Vento alla foresta incantata

Da “Nausicaä della Valle del Vento” a “La principessa Mononoke”, passando per “Il mio vicino Totoro”, i film di Miyazaki sono sempre stati un inno alla natura e un monito sulla necessità di proteggere il nostro pianeta. In “Miyazaki, Spirit of Nature”, scopriremo come questi temi siano nati dalla sensibilità e dalla visione del mondo del regista giapponese.

Un messaggio universale

“Miyazaki, Spirit of Nature” non è solo un documentario sull’opera di un grande artista, ma anche una riflessione profonda sul nostro rapporto con l’ambiente. In un’epoca segnata dalla crisi climatica e dalla perdita di biodiversità, il messaggio di Miyazaki risulta più attuale che mai.

Perché vedere questo documentario?

  • Per scoprire i segreti della creazione di un maestro: Scopri come nascono le storie e i personaggi più amati dell’animazione giapponese.
  • Per riflettere sul nostro rapporto con la natura: Il film ci invita a riflettere sul nostro impatto sull’ambiente e sull’importanza di proteggere il nostro pianeta.
  • Per vivere un’esperienza emozionante: Lasciati trasportare dalla magia dell’animazione e dalla bellezza delle immagini.

Non perdere l’opportunità di immergerti nel mondo magico di Hayao Miyazaki!