Cannes premia lo Studio Ghibli con la Palma d’oro onoraria: un riconoscimento storico per i maestri dell’animazione

Un evento eccezionale al Festival di Cannes: per la prima volta nella sua storia, la Palma d’oro onoraria viene assegnata a un gruppo, lo Studio Ghibli, il leggendario studio di animazione giapponese fondato da Hayao Miyazaki e Isao Takahata. Un riconoscimento più che meritato per due maestri della narrazione che, con le loro opere indimenticabili, hanno rivoluzionato il cinema d’animazione negli ultimi quattro decenni.

Dalla magia de “Il mio vicino Totoro” alla poesia de “La città incantata”, i film dello Studio Ghibli hanno conquistato il cuore di milioni di spettatori in tutto il mondo. Personaggi iconici, storie emozionanti e mondi fantastici hanno reso queste opere dei veri capolavori, capaci di incantare e commuovere persone di ogni età e cultura.

Un premio che celebra non solo il genio creativo di Miyazaki e Takahata, ma anche l’impatto profondo che il loro lavoro ha avuto sul mondo del cinema. Lo Studio Ghibli ha dimostrato che l’animazione è un’arte capace di esprimere emozioni complesse, affrontare tematiche profonde e trasmettere messaggi universali.

Un’emozione palpabile ha accompagnato la consegna della Palma d’oro onoraria a Miyazaki e Takahata, accolti da un’ovazione scrosciante da parte del pubblico. Un tributo commovente a due artisti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del cinema e che continueranno a ispirare generazioni di animatori e cineasti per molti anni a venire.

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Heidi, compie 50 anni la triste serie della bambina delle alpi di Isao Takahata e Hayao Miyazaki

Cinquant’anni fa, proprio il 06 gennaio 1974, andava in onda in Giappone Heidi, la leggendaria –  e tristissima – seria animata prodotta dallo studio di animazione giapponese Zuiyo Eizo (da cui più tardi nacque la Nippon Animation), diretta da Isao Takahata e disegnata da Hayao Miyazaki. La serie, avvolge lo spettatore in una trama avvincente che affonda le radici nel cuore dell’Europa pur essendo una serie animata nipponicaOgni tratto disegnato con maestria da Miyazaki rende in modo impeccabile il tormento che pervade l’anima di Heidi. I momenti di gioia e di speranza si alternano alle difficoltà e alle sfide. La sua innocenza è macchiata dalle lacrime e le sue risate risuonano con un’eco lontana. Heidi è un percorso in cui l’orrore e la bellezza si fondono in un’unica sinfonia. Le Alpi rappresentano lo scenario in cui si dipana la tragica danza della vita. Le immagini animate prendono vita davanti ai tuoi occhi, mentre le emozioni ti travolgono. Ti ritroverai immerso in un vortice di sentimenti, catturato dal potente abbraccio dell’animazione. Questa serie, il cui impatto è rivoluzionario nel panorama artistico dell’epoca, prepara il terreno per il World Masterpiece Theater. Ancora ignaro del suo futuro successo, il Calpis Comic Theater accoglie questa pietra miliare. I vagiti del World Masterpiece Theater risuonano come un presagio del trionfo che aspetta Heidi nel successivo anno 1975.

Heidi sigla originale completa

Tutto ha inizio nel lontano 1880, quando l’autrice svizzera Johanna Spyri scrive un libro per ragazzi chiamato “Heidi, la ragazza delle Alpi. Le Alpi svizzere sono appunto il fulcro di questa commovente narrazione, in cui Heidi, giovanissima e indifesa, è costretta ad affrontare la crudele realtà della vita. Il suo destino è segnato dalla tristezza, dalle avversità e dal dolore, ma lei non si piega. La sua forza interiore è più potente di qualsiasi tempesta. Emozionante e toccante, la serie animata di Heidi è veramente un capolavoro dell’animazione nipponica. Tratto dal romanzo della scrittrice svizzera Johanna Spyri, racconta la commovente storia di Heidi, una bimba orfana di sei anni. Fino ad allora, Heidi aveva vissuto con sua zia Deith, ma ora che la zia ha trovato lavoro a Francoforte, non può più prendersi cura della bambina. Così, Deith decide di portare Heidi dal suo nonno, di cui la piccola non era nemmeno a conoscenza.

Il nonno di Heidi, è tutto fuorché il nonno dolce e affettuoso dell’immaginario infantile. Burbero e sgarbato, è guardato con diffidenza dagli abitanti del paesino vicino. Vive recluso da anni in una baita che si affaccia su un paesaggio idilliaco: montagne mozzafiato coperte di neve, prati fioriti, stambecchi che saltano tra le rocce e marmotte che si nascondono nelle cavità rocciose, pronte ad evitare gli attacchi delle aquile in picchiate. Ad accompagnarlo vi sono diverse pecorelle e il personaggio più buffo della serie, il cane dormiglione Nebbia.

Heidi, nonostante la sua giovane età, sembra tutt’altro che una bambina di sei anni. Pur essendo un po’ ingenua e paurosa, possiede quell’innocenza e quell’amore talmente insiti nel suo DNA da addolcire il cuore del “vecchio orso”. Heidi stringe un’amicizia speciale con il pastorello Peter, con cui condivide l’amore per il paradiso incantato che si presenta davanti ai loro occhi. Insieme, trascorrono interminabili giornate in cima alle montagne. Heidi lega molto anche con la nonna di Peter, donna afflitta da cecità, che le insegna importanti lezioni di vita. Heidi è estasiata dal nuovo mondo che ha scoperto e crede che niente e nessuno potranno mai svegliarla da questo magnifico sogno. Tuttavia, al suo ritorno da Francoforte, la zia Deith distrugge il castello di sabbia che Heidi aveva costruito, costringendo la bambina ad andare con lei nella città tedesca. Questo lascia il nonno, Peter e tutto il meraviglioso paesaggio alpino nello sconforto. Heidi viene affidata alla signora Rottermaier, una donna severa e maniaca del garbo e della cortesia, incaricata di educare la giovane Clara, costretta a causa di una malattia a rimanere su una sedia a rotelle. Le due bambine sviluppano un legame profondo, ma ciò non placa i pensieri di Heidi, sempre nostalgica di tutto ciò che ha lasciato sulle Alpi. Grazie all’aiuto della nonna di Clara, una donna dal cuore d’oro, Heidi riesce a tornare a casa e, per una vacanza estiva, porta con sé anche la piccola Clara. Meravigliandosi dell’atmosfera straordinaria del luogo, Heidi riesce a compiere il miracolo di far camminare Clara.

La serie diventa un successo anche in Italia, dove viene trasmessa per la prima volta nel 1978. E da allora, generazioni di bambini sono cresciuti con il personaggio  Heidi. È stata replicata infinite volte sulle reti italiane.Nel 2022, Dynit annuncia di aver acquisito i diritti di questa serie animata e decide di pubblicarla in streaming su Prime Video. Quindi ora puoi vedere Heidi, la ragazzina delle Alpi, dal comfort del tuo divano!

Heidi, la ragazza delle Alpi, è un’opera d’arte che ha scritto l’eternità nella storia dell’animazione. Attraverso la sua tragica epopea, racconta la storia di una giovane anima che lotta contro il destino avverso. Non potrai fare a meno di rimanere affascinato, mentre le lacrime ti rigano il volto e una melodia malinconica risuona nell’aria. Preparati ad essere travolto da un turbine di emozioni, mentre Heidi, la ragazza delle Alpi, si insinua nel tuo cuore. Lasciati trasportare verso un mondo in cui l’arte e il dramma si fondono in una danza intensa. Sii pronto a lasciarti penetrare da questa trama avvincente che lascerà un segno indelebile nella tua anima.

In cucina con i bento dello Studio Ghibli

Dopo il clamoroso successo di “In cucina con i film dello Studio Ghibli”, Kappalab è orgogliosa di presentare un nuovo volume della collana dedicata alla cucina giapponese nei film d’animazione più belli del mondo: In cucina con i bento dello Studio Ghibli. Dal norimaki di pollo allo tsuta age di gamberi, dal teriyaki di zucca all’asazuke di ravanello, dal nori daikon mochi ai gyoza, fino al kabayaki di sgombro, tante ricette di cucina giapponese per creare bento originali ispirati ai personaggi dello Studio Ghibli di Hayao Miyazaki e Isao Takahata.
 
Con la parola “bento” si intende comunemente quello che in occidente viene considerato il “pranzo al sacco”. Più nello specifico, con la parola bento viene identificata la scatola stessa in cui sono inserite le pietanze che devono essere consumate fuori casa, al lavoro o a scuola, ma anche il cibo in essa contenuto.
 
In questo libro ci occuperemo di una categoria di bento molto particolare: i kyaraben o charaben (bento dei personaggi) dedicati agli indimenticabili protagonisti dei film dello Studio Ghibli di Hayao Miyazaki.
 
Da il mio vicino Totoro a Ponyo sulla scogliera, da Principessa Mononoke a Il castello errante di Howl, tutti i cartamodelli e le ricette giapponesi per imparare la famosa arte del bento.
 
Per maggiori informazioni (e preacquisto online) di
IN CUCINA CON I BENTO DELLO STUDIO GHIBLI
consultare il sito Kappalab:
 
Altri libri della medesima collana:
 
In cucina con i film dello Studio Ghibli
 
La cucina giapponese coi manga
 
Guru guru sushi

Anime, guida al cinema d’animazione giapponese 1958 – 1969

L’animazione giapponese è divenuta una delle massime espressioni della cultura pop e dell’immaginario per milioni di persone in tutto il mondo. Ma, prima di essere riconosciuta come uno dei settori industriali del Sol Levante di maggiore importanza nazionale, ha attraversato più di un secolo di cambiamenti, tra false partenze, picchi di successo, periodi di crisi, folgoranti riprese e innovazioni stilistiche.
 
Grazie alla fervente passione e professionalità degli operatori del settore, questo mezzo narrativo ha potuto godere di una costante evoluzione in un variopinto caleidoscopio costituito da migliaia di meravigliosi lungometraggi d’animazione e iconiche serie televisive, in cui si sono formati e affermati grandissimi autori e registi come Osamu Tezuka, Isao Takahata, Osamu Dezaki e perfino un premio Oscar, Hayao Miyazaki. Negli ultimi decenni la mole di produzione di anime (ovvero i cartoni animati giapponesi) è aumentata a dismisura in Giappone e spesso è difficile perfino per un appassionato trovare il bandolo della matassa in questo vasto oceano.
 
 
 
Attraverso un sistema di schede presentate in ordine cronologico, complete di dati tecnici, trame, analisi e curiosità, questo volume costituisce un prezioso strumento per chiunque desideri avvicinarsi o approfondire la conoscenza delle opere di animazione realizzate nel Sol Levante. Il primo volume della più completa e celebre enciclopedia cronologica dell’animazione giapponese mai realizzata, in una nuova edizione enormemente ampliata; con un’intervista esclusiva a Isao Takahata (Studio Ghibli).

Conan il ragazzo del futuro

Conan il ragazzo del futuro è la storica serie tv ispirata al romanzo “Incredible Tide di Alexander Key, edito in Italia da Kappalab. L’anime “Mirai Shonen Konan” esordì il 4 aprile del 1978 sull’emittente giapponese NHK, diretto da Hayao Miyazaki, in collaborazione con Isao Takahata. Nei primi periodi l’opera magistrale del duo che presto avrebbe fondato il leggendario Studio Ghibli, si era rivelata un flop, a causa di vari ritardi ed errori di programmazione, divenne poi un cult in vari paesi del mondo.

Nel mese di luglio dell’anno 2008, la razza umana sfiorò la completa estinzione. In pochi istanti, le armi elettromagnetiche cancellarono più di metà degli esseri viventi dalla faccia del pianeta. Il cataclisma causò uno spostamento traumatico dell’asse terrestre, e i continenti finirono quasi interamente sommersi dalle acque. Conan, un ragazzo nato dopo la catastrofe, vive su un isola deserta insieme a suo nonno, senza aver mai avuto contatti con altre persone. Un giorno sull’isola arriva Lana, una ragazza in fuga dagli uomini di Indastria, e unica a poter svelare il segreto dell’energia solare. Dopo essere stata nuovamente rapita, Conan intraprenderà un lungo viaggio per salvarla, un’avventura meravigliosa che lo porterà, attraverso innumerevoli pericoli, a conoscere tanti nuovi amici.

Conan, il Ragazzo del Futuro (Trailer)

Come riporta Wikipedia, nell’anime è facile distinguere ad una sola occhiata il bene (i contadini, la natura) dal male (l’industria e le macchine) anche se molte persone ritenute in principio malvagie si trasformano aiutando il protagonista nella lotta alle macchine e alle armi, responsabili della guerra che ha devastato la Terra. I personaggi hanno costumi semplici. Gli abitanti di Indastria hanno delle divise, differenti in base al grado di importanza nella rigida scala sociale della città; le donne vestono quasi sempre abiti femminili, (solo Mosley fa eccezione); gli scienziati del Comitato sono minimamente caratterizzati. Se i paesaggi naturali sono curati in tutto il dettaglio possibile per gli standard degli anni settanta, gli ambienti artificiali sono invece volutamente grigi e spogli. Un tema ricorrente è la nostalgia e il confronto tra passato e presente. Lungo tutta la storia sono evidenti i richiami alla società del passato (città sommerse, resti della vecchia società dispersi ovunque sulle isole e nel Nucleo della Torre Triangolare, immagini del passato nella Torre del Sole, ecc.) e al dolore per quanto è andato perduto. Tuttavia molti personaggi ritengono che la vita nell’epoca attuale sia migliore di quella precedente al cataclisma (emblematici a questo proposito sono il nonno di Conan e il sindaco di Hyarbor), e non rimpiangono l’abbandono della mentalità che imperava prima della terza guerra mondiale. Anche la scienza viene guardata con occhio molto critico, in quanto possibile responsabile di grandi distruzioni. Il dottor Rao si rivela essere uno degli scienziati che lavorarono al progetto della bomba magnetica; ossessionato dal rimorso per il grande male commesso, in tutta la storia si adopera per salvare quante più persone possibile, così “da compensare con un po’ di bene all’immenso male che ha fatto”. Il dottor Rao si oppone disperatamente a che l’energia solare, l’ultimo segreto tecnologico di cui è depositario, finisca nelle mani sbagliate, causando altri lutti. Anche il consiglio degli scienziati di Indastria (il Comitato) ha una connotazione negativa: nessuno degli scienziati che lo compongono è un uomo malvagio, tuttavia questi uomini vivono arroccati nella Torre del Sole, circondati dalla tecnologia. Nella loro torre d’avorio non si accorgono delle macchinazioni di Lepka per il potere, né del fatto che gran parte della popolazione di Indastria vive in condizioni di schiavitù, vessata dai seguaci del malvagio dittatore (che sempre dalle parole del dottor Rao, è “l’ultimo [rimasto] di quelli che distrussero il mondo”).

Tributo a Isao Takahata

Il 5 aprile, all’età di 82 anni, si è spento Isa Takahata,  regista giapponese noto per il suo importante apporto nel mondo degli anime. Nel 1985 insieme a Hayao Miyazaki ha fondato Studio Ghibli e  tra le sue opere troviamo ‘Una tomba per le lucciole’ e ‘La storia della Principessa Splendente’, nominato agli Oscar nel 2014. Inoltre ha lavorato a numerose serie per la tv come ‘Le avventure di Lupin III’, ‘Heidi’ e ‘Anna dai capelli rossi’.

La Tomba delle Lucciole - Trailer ITA - Ufficiale - HD

Isao Takahata  è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico giapponese, il cui sconvolgente passaggio a miglior vita ha scosso l’intero mondo dell’animazione. Takahata, nato nella pittoresca prefettura di Mie, ha trascorso gran parte della sua vita nella triste e grigia prefettura di Okayama. Sin dalla tenera età, ha avuto la fortuna di immergersi nel mondo della letteratura e della musica, sviluppando un interesse precoce per la storia dell’arte. Ha coltivato questa passione attraverso i suoi studi all’Università di Tokyo, laureandosi nel 1959 con una specializzazione in letteratura francese. Takahata ha sviluppato un profondo affetto per la poesia di Prévert, tanto da tradurre le sue opere dal francese al giapponese. Durante i suoi anni universitari, ha scoperto la sua passione per la storia del cinema, unendo il suo amore per il cinema francese a quello per l’animazione. L’illuminazione arriva nel 1953, quando viene proiettato in Giappone il film francese La Bergère et le ramoneur di Paul Grimault e Jacques Prévert, che affascina profondamente il giovane Takahata. Questo film diventa per lui un punto di svolta, spingendolo ad esplorare le infinite possibilità offerte dal cinema d’animazione. Mentre il gigante Walt Disney domina il mondo dell’animazione negli anni ’60, il Giappone, appena ripresosi dalla devastante guerra, fa ancora fatica ad emergere in questo campo. Nel 1958, viene distribuito il primo anime giapponese all’estero, La leggenda del serpente bianco di Taiji Yabushita, fondatore dello Studio Toei Animation.

Le creazioni giapponesi sono ancora intrise di quel caratteristico stile fiabesco e iperrealistico tipico dell’animazione disneyana. Tuttavia, in questo contesto, nasce una promettente figura, Isao Takahata, fresco di laurea in letteratura francese alla rinomata Università di Tokyo. La sua passione per la regia si forma e cresce grazie all’ispirazione di artisti provenienti da tutto il mondo: i film d’animazione francesi come La pastorella e lo spazzacamino, un’opera incompiuta di Paul Grimault e Jacques Prévert, impressionano particolarmente il giovane Takahata. Incontra anche talenti come Yurij Norstejn e Michael Ocelot (Kirikù e la strega Karabà).

Nel 1968, Isao Takahata fa il suo debutto come regista con La grande avventura del piccolo principe Valiant, una storia epica che narra la battaglia del giovane Hols contro il perfido signore dei ghiacci Grunwald. Già in questa opera, possiamo notare certi elementi che caratterizzeranno lo stile del regista giapponese: un approccio più maturo, il desiderio di realismo e una particolare attenzione all’introspezione. Inoltre, il giovane disegnatore di Tokyo che lavora al suo fianco, Hayao Miyazaki, si rivelerà successivamente come uno dei più grandi maestri dell’animazione giapponese.

Questa collaborazione dà vita a un rapporto di lavoro che diventa anche una profonda e amichevole rivalità. Takahata guadagna il soprannome di “Paku-san” (lett: colui che corre a lavoro con il toast in bocca) a causa della sua abitudine di mangiare di fretta mentre va in ufficio.

Ma in quegli anni appare anche una nuova forma d’arte: la televisione. Questa nuova sfida spinge Takahata a lavorare a un ritmo più incalzante, dirigendo episodi di serie come Le avventure di Lupin III (1971) e Heidi (1974), un anime sulla giovane bambina svizzera, che riscuote un enorme successo in Italia e nel resto del mondo, grazie all’affascinante scenario delle Alpi e al personaggio indimenticabile del nonno.

Durante questo periodo, Isao Takahata realizza anche il film Goshu il violoncellista (1982), tratto da un racconto di Kenji Miyazawa che narra la storia di un giovane musicista poco talentuoso. Nel 1985, un anno dopo il primo capolavoro di Miyazaki, Nausicaä della Valle del vento (di cui Takahata è produttore), fondano lo Studio Ghibli.

L’arte e la tecnica di Isao Takahata Secondo il videomaker statunitense Andrew Saladino, a prima vista sembra che i suoi film non debbano necessariamente essere animati: le sue opere sono favole che trattano di emozioni, infanzia e solitudine, temi che potrebbero essere affrontati anche con altre tecniche cinematografiche. Quindi perché la scelta dell’animazione si rivela così appropriata? Il fattore più importante sono sicuramente i character design dei suoi film.

Possiamo affermare che nei film di Isao Takahata, l’emozione è subordinata all’arte dell’animazione. I personaggi,

La Tomba delle Lucciole

La tomba delle lucciole (Hotaru no Haka) è uno dei lungometraggi più importanti dello Studio Ghibli, acclamato come uno dei più grandi capolavori del regista Isao Takahata, mentore di Hayao Miyazaki. Uscito nelle sale cinematografiche giapponesi nell’estate del 1988, La tomba delle lucciole é tratto dall’omonimo romanzo semi-autobiografico di Nosaka Akiyuki ed è riconosciuto come un caposaldo indiscusso dell’animazione giapponese, uno struggente, ma onesto racconto sulla guerra e sull’infanzia.

1945, città di Kobe. Seita e Setsuko, di quattordici e quattro anni, sono due fratelli che perdono la madre durante una delle incursioni aeree dei B-29 americani sulla loro città. Il padre, ammiraglio della Marina Giapponese, non dà più notizie di sé. Poiché anche la loro bella casa è andata bruciata nei bombardamenti incendiari, Seita prende alloggio con la sorellina a casa di una zia. Frustrato dagli incomodi, dalle difficoltà imposte dalle circostanze, e insofferente nei confronti della situazione domestica in cui si ritrova, Seita decide di trasferirsi con Setsuko in un cava abbandonata sulle rive di uno stagno, dove ricreare una parvenza di calore familiare.Tuttavia, in assenza di cibo ed igiene, ben presto Setsuko deperisce e va incontro alla morte. Il fratello Seita, disperato, si lascia morire piano piano, esalando il suo ultimo respiro nella stazione di Sannomiya con gli americani ormai alle porte. L’ultima immagine dei due orfanelli è quella di loro stessi, fantasmi ma ancora insieme, mentre osservano la Kobe moderna sfavillante di luci e neon, circondati dalle lucciole.

The art of emotion. Il cinema d’animazione di Isao Takahata di Mario A. Rumor

Se siete appassionati di animazione giapponese, non potete perdervi il libro “The Art Of Emotion – Il Cinema d’Animazione di Isao Takahata” di Mario Rumor, una vera e propria opera d’arte dedicata al grande maestro del genere, Isao Takahata.

Questo libro, di ben 400 pagine a colori, è una saggio/biografia che ripercorre la carriera di Takahata, dal suo esordio nel 1963 fino al suo ultimo film, “La Storia della Principessa Splendente”, uscito nel 2013. Attraverso una critica acuta e originale, Rumor esplora le tematiche, lo stile e la poetica di Takahata, soffermandosi in particolare su alcune delle sue opere più celebri e amate dal pubblico, come “Una Tomba Per Le Lucciole”, “Omohide Poro Poro” e “Pom Poko”.

Il libro non si limita a raccontare la vita e le opere di Takahata, ma offre anche una panoramica storica e culturale dell’animazione giapponese, mostrando come Takahata abbia influenzato e innovato il medium, sia come regista che come produttore. Rumor, infatti, dedica ampio spazio anche alla collaborazione tra Takahata e Hayao Miyazaki, i due fondatori dello Studio Ghibli, la più famosa casa di produzione di anime del mondo.

“The Art Of Emotion – Il Cinema d’Animazione di Isao Takahata” è un libro che saprà conquistare sia i fan di Takahata, che potranno approfondire la sua arte e scoprire curiosità e aneddoti, sia i neofiti dell’animazione giapponese, che potranno apprezzare la bellezza e la profondità dei suoi film. Il libro, infatti, è scritto con una prosa fluida e coinvolgente, che rende la lettura piacevole e stimolante.

In copertina, spicca il volto di “Anna dai capelli rossi”, la protagonista dell’anime omonimo diretto da Takahata nel 1979, tratto dal romanzo di Lucy Maud Montgomery. Anna è una bambina orfana che viene adottata da una coppia di anziani fratelli e che vive avventure e disavventure nella campagna canadese. Anna è una delle eroine più amate e ricordate di Takahata, perché rappresenta il suo spirito sensibile e riflessivo, capace di esprimere emozioni autentiche e universali. E proprio come Anna, questo libro vi farà emozionare e riflettere, regalandovi una visione intima e profonda del lavoro di Takahata. Non fatevi scappare questa occasione unica di entrare nel mondo di Isao Takahata con “The Art Of Emotion – Il Cinema d’Animazione di Isao Takahata” di Mario Rumor. Questo libro è una perla rara che vi arricchirà culturalmente e umanamente.

Mario Rumor è un giornalista e critico cinematografico che da anni si occupa di cinema, serie TV, fumetto e animazione, con una predilezione per il cinema giapponese. Ha scritto per diverse riviste specializzate e attualmente collabora con vari magazine e siti web. Rumor è un grande appassionato e conoscitore dell’opera di Takahata, e con il suo libro “The Art Of Emotion – Il Cinema d’Animazione di Isao Takahata” ha voluto rendere omaggio al maestro dell’animazione giapponese, scomparso nel 2018. Con la sua competenza e il suo entusiasmo, Rumor vi farà scoprire e amare il cinema di Takahata. Non lasciatevi sfuggire questo libro imperdibile!

Lupin III. Il leggendario ladro gentiluomo di Monkey Punch

Lupin III, il celebre manga e anime creato da Monkey Punch nel lontano 1967, si conferma ancora oggi uno dei più famosi e apprezzati di tutti i tempi. Liberamente ispirato al personaggio di Arsenio Lupin ideato da Maurice Leblanc, la serie narra le avventure di Arsenio Lupin III, il nipote del celebre ladro gentiluomo francese, e della sua banda di fuorilegge: il tiratore scelto Daisuke Jigen, la seducente e imprevedibile Fujiko Mine, e il samurai Goemon Ishikawa XIII. Insieme, questi quattro personaggi si lanciano in rocambolesche imprese criminali, sfidando le forze dell’ordine, le organizzazioni segrete e i rivali più pericolosi. Tra gli inseguitori più tenaci c’è l’ispettore Koichi Zenigata dell’Interpol, che ha dedicato la sua vita a catturare Lupin e i suoi soci.

Il debutto di Lupin III avvenne il 10 agosto 1967 sulle pagine di Weekly Manga Action, una prestigiosa rivista settimanale della Futabasha. L’autore di questa opera geniale è Kazuhiko Katō, noto con lo pseudonimo di Monkey Punch.

La serie animata di Lupin III venne trasmessa per la prima volta in Giappone il 24 ottobre 1971 e, nonostante il passare degli anni e l’arrivo di numerosi film, serie e speciali, è ancora oggi la preferita dai fan del ladro gentiluomo. Le avventure di Lupin III, come è stata intitolata la prima storica serie televisiva anime, ha riscosso un successo ancora maggiore rispetto al manga, grazie alla collaborazione di autentici maestri dell’animazione giapponese come Hayao Miyazaki, Isao Takahata e Osamu Dezaki. La prima serie televisiva anime fu trasmessa dal 1971 al 1972 su Yomiuri TV, seguita da altre cinque serie tra il 1977 e il 2018. A queste si sono aggiunti numerosi film cinematografici, film per la televisione, OAV, ONA e crossover con altre serie famose.

Nel 1987 la terza serie di Lupin III venne acquistata dal network italiano Mediaset. Prima della messa in onda, la società milanese si assicurò anche i diritti delle prime due serie, le quali furono pesantemente modificate per essere trasmesse. Le puntate vennero ridoppiate e, attraverso l’utilizzo di uno stratagemma, le prime due serie vennero unite anche utilizzando episodi chiaramente diversi. Gli eredi di Leblanc, creatore del personaggio letterario Arsene Lupin, impedirono l’utilizzo del suo nome nella versione italiana dell’anime: Arsene divenne Arsenio o Arsenico. La prima serie animata di Lupin è stata un vero e proprio pioniere degli anime per adulti e ha influenzato profondamente le opere successive. Al momento della sua messa in onda, fu criticata per i toni troppo maturi e abbandonò l’atmosfera noir nella seconda parte della stagione.

Lupin III ha trovato spazio anche in altri media, come film live action, serie televisive live action, spettacoli teatrali e videogiochi.

Questa serie ha avuto un impatto significativo sulla cultura popolare mondiale, grazie alla sua originalità e alla sua capacità di rinnovarsi nel tempo. I personaggi di Lupin III sono diventati dei veri e propri simboli dell’animazione giapponese, apprezzati da pubblici di tutte le età e di tutti i gusti. Lupin III è una serie che continua a divertire, emozionare e sorprendere senza mai perdere il suo fascino. Cowboy Bebop, un altro anime di grande successo, ha ammesso di essere stato ispirato da Lupin III, sia per l’atmosfera noir che per i personaggi: Spike Spiegel, il protagonista, ha molte somiglianze con Lupin dal punto di vista del carattere, mentre Jet Black è ispirato a Jigen e Faye Valentine prende spunto da Fujiko. Hideo Kojima, creatore della popolare serie di videogiochi Metal Gear, ha paragonato la personalità di Snake a quella di Lupin, affermando che: “in Metal Gear Solid, Snake è diventato un ragazzo dalla lingua tagliente, simile a Lupin III che flirtava con le donne e raccontava molte barzellette”.

Isao Takahata ritorna con Taketori Monogatari

Isao Takahata è insieme al più noto Hayao Miyazaki tra i fondatori dello studio Ghibli,  entrato nell’olimpo del cinema d’animazione nipponico soprattutto per la sua toccante lettura delle conseguenze della Seconda Guerra Mondiale sul popolo giapponese operata con “Una tomba per le lucciole“. In questi giorni Takahata ha dichiarato che tornerà a dirigere un nuovo anime intitolato “Taketori Monogatari”, distribuito in occidente col titolo “The Tale of the Bamboo Cutter dal prossimo anno”.

Leggi tutto “Isao Takahata ritorna con Taketori Monogatari”

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