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The Shiunji Family Children: arriva in Italia il manga di Reiji Miyajima tra amore, famiglia e segreti

Quando ho preso in mano The Shiunji Family Children di Reiji Miyajima, sapevo già che mi sarei trovata davanti a qualcosa di speciale. Da appassionata di anime e manga, e conoscendo bene l’autore grazie al successo mondiale di Rent a Girlfriend, ero curiosa di scoprire come avrebbe saputo reinventarsi in questa nuova opera. Quello che ho trovato tra le pagine non è solo una commedia romantica leggera e divertente, ma un racconto che esplora le relazioni familiari, l’identità e il sottile confine tra amore e legami di sangue, il tutto con quel tocco di umorismo e caos tipico di Miyajima.

La storia ruota attorno alla famiglia Shiunji, un vero e proprio concentrato di bellezza, intelligenza e ricchezza. Vivono in una villa talmente sontuosa da sembrare uscita da un sogno, e da fuori sembrano la famiglia perfetta. Ma è proprio quando la perfezione è solo una facciata che la narrazione si fa interessante. Arata, il figlio maggiore, è il classico bravo ragazzo: responsabile, sempre pronto a tenere uniti i fratelli e a sacrificarsi per il bene comune. Al suo fianco ci sono le sorelle Banri, Seiha, Ouka, Minami e Kotono, e il fratellino minore Shion, ognuno con la propria personalità ben delineata e sfaccettata.

La svolta arriva durante il compleanno di Kotono, quando il padre, Kaname Shiunji, fa una rivelazione inaspettata: i ragazzi non sono tutti legati da vincoli di sangue. Una verità che fa crollare il castello di carte della loro vita familiare, aprendo a un’esplorazione più intima dei loro sentimenti. Ed è qui che The Shiunji Family Children si distingue dalle solite romcom: Miyajima non si limita a usare il colpo di scena come mero espediente narrativo, ma lo trasforma in uno specchio delle fragilità dei suoi personaggi.

Ouka, ad esempio, la gemella estroversa di Arata, rivela presto un lato vulnerabile che nessuno si aspettava. Minami, sportiva e carismatica, nasconde dietro i successi atletici una profonda insicurezza, mentre Kotono, la più giovane, si confronta con sentimenti complicati per Arata, resi ancora più intensi dal fatto che ora sa di non essere sua sorella biologica. Seiha, la studentessa modello, e Banri, la sorella maggiore dolce e premurosa, aggiungono ulteriori sfumature al ritratto di questa famiglia così imperfetta e proprio per questo così affascinante.

Dal punto di vista stilistico, Miyajima ci regala tavole dettagliate e curate, con un character design riconoscibile e momenti comici alternati a scene più toccanti. La sua capacità di giocare con le espressioni facciali e i piccoli gesti rende ogni scena vivida, quasi cinematografica. Ho apprezzato particolarmente come i dialoghi, mai banali, riescano a rendere palpabile il disagio emotivo dei personaggi, senza scadere nel melodrammatico.

In Giappone, The Shiunji Family Children è serializzato su Young Animal dal febbraio 2022 e ha già conquistato abbastanza popolarità da ottenere un adattamento anime, prodotto dallo studio Doga Kobo e trasmesso nella primavera del 2025. Per noi lettori italiani, invece, è J-POP Manga a portarci questa perla, con il primo volume disponibile dal 29 luglio e un pack speciale per gli appassionati a partire dal 23 luglio, che include anche il volume 27 di Rent a Girlfriend e delle esclusive cartoline da collezione. Qui la preview di The Shiunji Family Childrenonline.flippingbook.com/view/381995283/

Come donna appassionata di anime giapponesi, mi sento di dire che questo manga ha qualcosa di profondamente universale. Al di là delle dinamiche tipiche della commedia romantica, ci sono domande più profonde che attraversano le pagine: cosa ci definisce come famiglia? Fino a che punto siamo disposti a ridefinire i nostri legami quando le verità nascoste vengono a galla? E soprattutto, cosa significa davvero amare qualcuno?

Per chi ama le storie piene di emozioni, batticuore e momenti esilaranti, ma anche per chi cerca riflessioni sincere sul significato delle relazioni umane, The Shiunji Family Children è un titolo che consiglio caldamente. È una lettura che sa intrattenere, ma anche far riflettere — e questo, nel vasto panorama del manga giapponese, non è affatto scontato.

“Gaea-Tima” di Kent: Kaiju, misteri e spettacolo nella nuova uscita J-POP Manga consigliata da Shinji Higuchi

C’è un nuovo rombo che si alza dalle profondità del mare. Non è un terremoto, non è un urlo… è il richiamo dei kaiju. E questa volta arriva da un autore che ha già dimostrato di sapere come scuotere le fondamenta del nostro immaginario fantascientifico: KENT, il geniale mangaka che ci ha già sorpreso con la distopia visuale e cupa di Colorless, torna con un’opera che promette di essere una dichiarazione d’amore ai mostri giganti. Signore e signori geek, tenetevi forte: J-POP Manga porta finalmente in Italia “Gaea-Tima”, un manga che mescola distruzione apocalittica, mistero, nostalgia e una straordinaria riflessione sulla natura del “mostro”.

Non si tratta solo di un manga. “Gaea-Tima” è un manifesto di intenti, una sorta di testamento spirituale per tutti gli amanti del genere kaiju, tanto che è stato caldamente consigliato da Shinji Higuchi, regista e storyboard artist di Shin Godzilla, Attack on Titan e Evangelion: 3.0+1.0 Thrice Upon a Time. Quando un maestro del genere come Higuchi mette il suo sigillo su un’opera, è segno che c’è molto più da scoprire oltre le apparenze. E fidatevi: Gaea-Tima non è solo spettacolo visivo – anche se i disegni, va detto, sono mozzafiato – ma una storia densa di significati, emozioni e inquietanti interrogativi esistenziali.

La storia ci porta nella tranquilla cittadina marittima di Sukuba, una sorta di microcosmo giapponese in cui l’equilibrio tra uomo e natura sembra essersi assopito in una routine pacifica. Ma tutto cambia quando una creatura colossale emerge improvvisamente dalle acque e scatena un maremoto devastante. Tuttavia, la sua furia è breve: scompare tra le onde, dissolvendosi come per magia e diventando concime per l’ecosistema marino. Questo evento porta una sorta di miracolo economico alla cittadina: la pesca fiorisce, i turisti accorrono, e il kaiju viene presto venerato come una divinità benevola: la dea della fertilità, Gaea-Tima.

Tra i testimoni del disastro c’è Miyako Morino, una giovane ragazza che ha perso tutto nello tsunami causato dalla comparsa del mostro. Eppure, anche lei riesce a ricostruire la propria vita, diventando artigiana di souvenir che ritraggono il kaiju. Le statuette vanno a ruba tra i turisti, e Sukuba sembra destinata a vivere un’eterna seconda giovinezza. Ma come spesso accade nelle storie di kaiju, la quiete è solo l’attesa di una nuova tempesta.

Dieci anni dopo, il trauma sopito riaffiora. Un altro mostro emerge dalle profondità del mare, e questa volta la minaccia è reale, tangibile, imminente. Proprio quando Miyako sembra destinata a soccombere, il primo kaiju – Gaea-Tima – riappare per salvarla. Il mostro che dieci anni prima aveva seminato terrore, si erge ora come un protettore misterioso, un’entità che sfida la nostra comprensione del bene e del male.

È a questo punto che Gaea-Tima comincia a spingere il lettore fuori dalla comfort zone narrativa. I kaiju non sono più soltanto macchine di distruzione cieca, ma entità complesse, forse addirittura messaggeri di qualcosa di più grande. L’umanità è davvero il bersaglio o la causa? Il mostro è un dio, un demone o un antivirus biologico contro un mondo che ha perso il senso dell’equilibrio?

Lo stile di KENT è inconfondibile: linee tese, inchiostrazioni dense, panoramiche mozzafiato, mostri giganteschi che sembrano uscire dalle tavole per far tremare i nostri scaffali. L’artista si rifà visibilmente ai grandi classici del genere kaiju cinematografico – i design delle creature strizzano l’occhio ai primi Godzilla, ai Gamera, ai Rodan – ma non si limita all’omaggio nostalgico. KENT rielabora, deforma, aggiorna. Le sue creature sono inquietanti, certo, ma anche maestose, e c’è una solennità quasi religiosa nel modo in cui vengono rappresentate.

Non è un caso che la serializzazione sia cominciata nel prestigioso Monthly Young Magazine di Kodansha nel giugno 2023, da sempre culla di opere mature e visionarie. La serie ha già attirato l’attenzione anche fuori dal Giappone, tanto che Kodansha USA ha annunciato al San Diego Comic-Con 2024 di averne acquisito i diritti per la pubblicazione in lingua inglese. E adesso, finalmente, possiamo leggerla in italiano grazie a J-POP Manga, che pubblicherà il primo volume il 15 luglio 2025 in libreria, fumetteria e in tutti gli store online.

Gaea-Tima non è solo un manga per chi ama le battaglie tra mostri colossali, anche se di certo non mancheranno esplosioni e devastazioni spettacolari. È un manga per chi ama le domande senza risposta, per chi vede nei mostri la parte più oscura e potente dell’animo umano. È una storia che ci ricorda che a volte ciò che ci spaventa di più… è ciò che potrebbe salvarci.

Frieren – Oltre la fine del viaggio Anthology: nuove storie per riscoprire la magia del post-fantasy

Quando si parla di Frieren – Oltre la fine del viaggio, non si parla semplicemente di un manga fantasy. Si parla di una poesia visiva, una riflessione lenta e dolce sull’umanità, sulla memoria, sul tempo che passa. E ora, per tutte noi appassionate del mondo degli anime e dei manga, arriva una splendida notizia: Frieren – Oltre la fine del viaggio Anthology è in arrivo grazie a J-POP Manga, e sarà disponibile a partire dall’8 luglio. E credetemi, non è una semplice raccolta. È un piccolo scrigno di emozioni nuove, di storie inedite che ci permettono di tornare nel mondo che abbiamo tanto amato, ma da prospettive nuove, sorprendenti e intime.

La serie creata da Kanehito Yamada e Tsukasa Abe ha già rivoluzionato il genere fantasy, spogliandolo delle sue glorie più rumorose per restituirci la malinconia e la bellezza dei momenti silenziosi. La storia dell’elfa Frieren, che dopo aver sconfitto il Re dei Demoni parte per un viaggio alla (ri)scoperta del senso della vita e dei legami umani, ci ha fatte piangere, riflettere, sorridere. E ora, in questa antologia spin-off, cinque giovani autori emergenti del mondo manga – Jona, Kazumi Yamaguchi, Ren Miura, Kassan e Soichi Igarashi – ci regalano nuove finestre su questo universo tanto familiare quanto ancora misterioso.

Sono storie brevi, sì, ma capaci di scavare nel profondo. Come piccoli episodi quotidiani, scorci rubati alla vita di personaggi che ormai sentiamo parte della nostra famiglia. C’è un racconto, ad esempio, in cui vediamo Frieren affrontare una sfida che sembrerebbe banale: il kendama, un gioco tradizionale giapponese. Eppure, proprio in quella semplicità, Jona riesce a mostrarci una Frieren inedita, goffa e tenera, alle prese con qualcosa che non può controllare con la magia. È uno spaccato tenerissimo che ci fa ridere ma anche riflettere su quanto poco conosciamo davvero il mondo umano, noi comprese.

Altri racconti ci riportano invece indietro nel tempo, quando Himmel e Heiter si sono conosciuti. Scoprire le origini della loro amicizia è come mettere insieme pezzi mancanti di un puzzle che pensavamo già completo. Le storie firmate da Kazumi Yamaguchi e Ren Miura ci fanno rivedere il carismatico paladino e il chierico dal sorriso scanzonato in azione, in una missione che ci svela lati del loro carattere ancora inesplorati. Non mancano poi momenti esilaranti, come quando Frieren si cimenta in cucina per il compleanno di Stark, in un racconto firmato da Kassan. Spoiler? Non tutto andrà secondo i piani, ma il risultato è un condensato di affetto, disastri culinari e tanto cuore.

E poi c’è La deviazione di Frieren, di Soichi Igarashi, che ci catapulta in un dungeon pieno di mimic, quelle infide trappole sotto forma di forzieri che ogni gamer e lettore fantasy ha imparato a temere. È un episodio avventuroso ma anche comico, dove l’ironia si mescola al pericolo, e Frieren – la maga tanto potente quanto enigmatica – ci mostra ancora una volta che anche gli eroi possono avere giornate decisamente storte.

Questa antologia è un piccolo tesoro per chi, come me, si è innamorata follemente del tono pacato e contemplativo di Frieren – Oltre la fine del viaggio. È una celebrazione dell’universo narrativo costruito da Yamada e Abe, ma anche una dimostrazione di come nuovi talenti possano entrare in punta di piedi in questo mondo e raccontarne nuove sfumature con rispetto e creatività. È un po’ come se stessimo facendo un’altra tappa in quel lungo viaggio di Frieren, ma questa volta sedute accanto a lei attorno a un fuoco, ascoltando storie dimenticate o mai raccontate.

Il volume unico sarà disponibile in tutte le librerie, fumetterie e store online dal prossimo 8 luglio, al prezzo davvero accessibile di 7,50 euro. 144 pagine in bianco e nero (con qualche sorpresa a colori), confezionate con la cura editoriale a cui J-POP Manga ci ha ormai abituate.

Se siete fan di Frieren, se avete amato l’anime su Crunchyroll, se la magia del fantasy post-eroico vi ha stregate, non potete perdervi questa antologia. È più di un semplice spin-off: è un ritorno a casa, un abbraccio narrativo che ci ricorda perché amiamo così tanto questo mondo.

E voi? Quale personaggio di Frieren – Oltre la fine del viaggio vi ha conquistato di più? Himmel con il suo sorriso luminoso? Heiter con la sua saggezza ubriaca? O Frieren con i suoi silenzi che dicono tutto? Raccontatemelo nei commenti e, se l’articolo vi è piaciuto, condividetelo con i vostri compagni di viaggio nerd sui social!

Le uscite manga di luglio di Edizioni BD & J-POP: un viaggio tra emozioni, mostri, rap e romanticismo

Luglio si prospetta come un mese da sogno per noi amanti della cultura pop giapponese. Che tu sia un fan delle atmosfere fantasy, della musica che nasce dal cuore, dei sentimenti intensi o dei kaiju che sbucano dal mare, il catalogo di Edizioni BD & J-POP Manga promette di saziare ogni palato nerd. E fidati: non è solo una questione di quantità, ma soprattutto di qualità, emozione e sperimentazione narrativa. Un mese che ci porterà a viaggiare – letteralmente – attraverso le periferie di Osaka, le strade americane impregnate di jazz, regni magici, città costiere e cuori tormentati.

Dal rap come riscatto al jazz come vocazione: storie che suonano forti

Si comincia subito con una delle novità più intense e urbane: La voce della strada di Kei Usuba, disponibile dal 1° luglio. Questa serie ci trascina nelle zone più difficili di Osaka, dove Yukito Oji, un giovane spacciatore con un passato tragico alle spalle, trova nel rap l’unico strumento per gridare al mondo la sua rabbia e la sua voglia di redenzione. Non stiamo parlando solo di musica, ma di sopravvivenza. Una storia cruda, intensa, che mescola il dolore con la speranza attraverso barre potenti e taglienti. Non a caso è stata candidata ai Kono Manga ga Sugoi! e ha ricevuto l’endorsement di Keigo Shinzo (Hirayasumi).

Sempre sulla scia musicale, ma con toni decisamente diversi, arriva anche Blue Giant EXPLORER, terzo arco narrativo dell’appassionante saga jazz Blue Giant, firmata dal talento di Shinichi Ishizuka. Stavolta il nostro sassofonista Dai Miyamoto varca l’oceano e si tuffa negli Stati Uniti per vivere il sogno americano del jazz, respirando le atmosfere di New Orleans, Chicago e New York. Un manga che è quasi un documentario emozionale, dove ogni nota sembra prendere vita dalle pagine.

Magia, sentimenti e storie brevi che lasciano il segno

Dalla musica al fantasy: torna in grande stile Frieren – Oltre la fine del viaggio con una nuova antologia che raccoglie cinque storie inedite firmate da nomi emergenti del panorama mangaka come Soichi Igarashi, Jona, Kassan, Ren Miura e Kazumi Yamaguchi. Se avete amato la malinconica e poetica saga dell’elfa Frieren e del suo viaggio post-epico, preparatevi a scoprire nuovi dettagli e retroscena che arricchiscono ulteriormente la mitologia di questa serie amatissima.

E se vi piacciono le atmosfere intime e surreali, non perdete La stufa in riva al mare e altre storie di Kogani Oshiro, una raccolta vincitrice del Kono Manga ga Sugoi! 2024. Sette racconti che sanno emozionare con delicatezza, alternando malinconia, sogno e vita quotidiana. Oshiro è un nome da tenere d’occhio: il suo tocco è leggero ma lascia un’impronta profonda.

Tra amori turbolenti, misteri paranormali e robot d’acciaio

Il mese prosegue con una valanga di novità romantiche e adrenaliniche. Credimi, è amore ci trascina in una relazione tormentata e dolcissima tra una studentessa modello e un teppista dal cuore tenero, mentre Il primo amore di Nezumi di Riku Oseto (in arrivo dal 28 luglio) racconta il risveglio emotivo di una spietata sicaria yakuza. Un mix esplosivo di violenza e tenerezza, consigliato da chi di noir e sentimenti se ne intende, come Katsuhisa Minami (The Fable).

Per chi ama i misteri dai toni horror e surreali, imperdibile Hanako Kun – I Sette Misteri dell’Accademia Kamome 23, dove i confini del tempo e dello spazio si fanno sempre più labili. E se preferite le emozioni forti tra uomini, Painter of the Night 2 prosegue con le sue notti infuocate nel cuore della Corea del periodo Joseon, con eleganza e sensualità.

E a proposito di titani della cultura pop… sì, Jeeg Robot d’Acciaio è finalmente arrivato in Italia in versione manga! La storica trasposizione fumettistica di Akira Oze (risalente al 1975!) approda sugli scaffali italiani con un volume unico che rivisita, reinterpreta e omaggia il mito del ragazzo-macchina nato dalla mente geniale di Go Nagai. Un tuffo nostalgico e adrenalinico per vecchi e nuovi fan dei super robot made in Japan.

Kaiju, bundle speciali e variant da collezione

Ma non è tutto. Dal 15 luglio arriva anche Gaea-Tima di Kent, una storia ricca di mistero e spiritualità con protagonisti dei kaiju molto, molto particolari. Non sono semplicemente mostri, ma vere e proprie divinità… o forse no? L’ambiguità è il motore di questa nuova serie che unisce folklore, ecologia e mitologia.

Grande attesa anche per l’arrivo del Reiji Miyajima Pack, uno speciale bundle in edizione limitata dedicato al creatore di Rent a Girlfriend. Contiene il volume 1 di The Shiunji Family Children, il 27° di Rent a Girlfriend, dieci cartoline da collezione e una celebration card esclusiva. Un vero e proprio tesoro per i collezionisti.

E per i fan delle edizioni variant, attenzione a L’estate in cui Hikaru è morto, che arriva con una variant limitata e uno standee in acrilico da urlo. Anche DanDaDan 19 e Blue Period 16 ricevono trattamenti deluxe, con copertine alternative e gadget da capogiro, inclusi coloring book e accessori per drink estivi.

Un luglio nerd da segnare sul calendario

Tra i tanti titoli che proseguono, troviamo anche i nuovi volumi di Komi Can’t Communicate, Final Fantasy Lost Stranger, Astro Boy, Overlord, The Rising of the Shield Hero, La Via del Grembiule, Dead Tube, Kingdom, Skip & Loafer e molti altri. Continuity importanti che non smettono di evolversi, appassionare e sorprenderci.

Insomma, questo luglio 2025 è una festa per gli occhi e per il cuore di ogni nerd, otaku e appassionato di storie ben scritte. Che tu sia in cerca di avventure, drammi, risate, brividi o amori impossibili, la proposta di Edizioni BD & J-POP Manga è un vero caleidoscopio di emozioni e generi.

E voi? Quale di questi titoli non vedete l’ora di leggere sotto l’ombrellone o nel vostro angolo lettura preferito? Avete già adocchiato la vostra prossima serie del cuore o siete in modalità “collezionista seriale”? Scrivetelo nei commenti e condividete l’articolo sui vostri social! Facciamo sapere al mondo quanto è bello essere nerd!

“Blue Giant Explorer”: il nuovo viaggio del sassofonista Dai Miyamoto sbarca in Italia grazie a J-POP Manga

Preparate i vostri cuori, affilate le vostre orecchie e mettete il vostro spirito d’avventura in modalità “on the road”, perché Dai Miyamoto è tornato. Il ragazzo dal talento sfrenato e dal sax incandescente è pronto a riprendere il suo cammino – o meglio, il suo assolo – in Blue Giant Explorer, il terzo attesissimo arco narrativo del manga cult firmato da Shinichi Ishizuka e Number 8, in arrivo in Italia grazie a J-POP Manga.

E questa volta, il palco non è più Tokyo né Monaco di Baviera. Dai si prepara a calcare il suolo sacro dove tutto è iniziato: gli Stati Uniti d’America, patria indiscussa del jazz, culla di leggende e melodie immortali. Un nuovo mondo da esplorare, un nuovo livello da conquistare, in quello che si annuncia come il capitolo più ambizioso, travolgente ed emozionante dell’intera saga.

Dai Miyamoto: dal Giappone al cuore pulsante del jazz

Chi ha seguito Dai fin dagli esordi sa bene che questo non è solo un viaggio musicale. Dai non è semplicemente un ragazzo che vuole suonare bene: è un artista con una missione. Armato solo del suo sax tenore e di un cuore pieno di sogni, Dai ha già lasciato un segno nella scena jazz giapponese e europea. Ma ora, dopo aver preso la patente (che, nel suo caso, è più che un banale permesso di guida: è un lasciapassare simbolico verso la libertà), salta su un volo per Seattle con un unico obiettivo: attraversare gli States da costa a costa, suonare in ogni città, incontrare nuove anime, nuove voci, nuovi silenzi. E, nel frattempo, forgiare una musica nuova, un suono che parli davvero di lui.

C’è qualcosa di profondamente epico in questo nuovo inizio. Blue Giant Explorer non si limita a raccontare un altro capitolo della vita di un sassofonista in erba. È un vero e proprio road trip esistenziale, un racconto di formazione che unisce la tensione verso il successo artistico alla scoperta delle proprie radici interiori. Dai non è più un ragazzo alla ricerca di un palco, è un uomo che vuole dialogare con l’anima stessa del jazz.

Il cuore del jazz batte a stelle e strisce

Negli Stati Uniti, Dai si muove come un pellegrino, attraversando un territorio immenso e multiforme, in cui ogni città ha un ritmo, un suono, un passato musicale unico. Dal blues infuocato del Sud alle jam session improvvisate nei locali underground di New York, Blue Giant Explorer promette di portarci in un tour che è un omaggio sentito alla storia del jazz, ma anche una sfida culturale per il protagonista. Qui, Dai non potrà più contare solo sul talento: dovrà ascoltare, capire, assorbire, trasformare.

La sua non sarà una semplice visita turistica nei luoghi simbolici del jazz, ma un vero battesimo del fuoco. Con Yukinori – il compagno di mille battaglie nei JASS – che si aggira anch’esso in terra americana, i legami passati torneranno a suonare nuove armonie (o a creare nuovi contrasti). In questo contesto, la musica diventa un linguaggio universale, una forma di comunicazione che unisce anime, racconta storie, supera confini.

Un manga che suona come un concerto dal vivo

Ciò che rende Blue Giant così speciale – e così diverso da qualunque altro manga – è la sua capacità di “suonare” sulla carta. Le tavole di Ishizuka, con il loro tratto dinamico e vibrante, sembrano pulsare al ritmo del jazz. È quasi come se il lettore potesse sentire le note che Dai soffia nel suo sax. E anche in Explorer, questa magia visiva ed emotiva non viene meno, anzi: si intensifica. Ogni città visitata, ogni incontro fatto lungo la strada, ogni difficoltà affrontata, diventa un crescendo narrativo che trascina chi legge in un turbine di emozioni.

E non stupisce che la serie sia stata acclamata in Giappone e all’estero, conquistando premi prestigiosi come il 62º Premio Shōgakukan e il 20° Japan Media Arts Festival Award. O che il suo adattamento cinematografico – tratto dal primo arco narrativo – abbia ricevuto una nomination agli Oscar 2024, grazie anche alla colonna sonora della straordinaria Hiromi Uehara. Blue Giant non è solo un manga: è un’esperienza sensoriale a tutto tondo, un’ode alla musica, al sacrificio, alla determinazione.

L’edizione italiana: una sinfonia Deluxe

J-POP Manga ha deciso di rendere giustizia a questa nuova avventura con un’edizione italiana davvero da collezione. Blue Giant Explorer arriverà in formato Deluxe, in quattro volumi che raccoglieranno i nove originali giapponesi, nel pratico formato 15×21 cm. Il primo volume sarà disponibile dal 4 luglio in tutte le librerie, fumetterie e store online, con in allegato un bellissimo poster pieghevole a colori, perfetto da appendere accanto alla vostra collezione di vinili jazz (o di manga, ovviamente).

Questa è un’occasione imperdibile per i fan storici della serie, ma anche per chi non conosce ancora il mondo di Blue Giant e vuole immergersi in una storia profonda, ispirante e potente. Non serve essere esperti di musica o amanti del jazz per lasciarsi conquistare da Dai Miyamoto. Basta avere un sogno, sapere cosa significa lottare per qualcosa in cui si crede davvero, anche quando tutto sembra impossibile.

Dai Miyamoto, specchio di chi non smette mai di sognare

Blue Giant Explorer ci ricorda che la vera grandezza non sta nel talento puro, ma nella capacità di mettersi in gioco, giorno dopo giorno. Dai è uno di noi, un outsider che insegue una visione e non si arrende mai. È il nerd della musica, il guerriero del pentagramma, l’avventuriero che non cerca gloria, ma verità.

E allora, che siate appassionati di manga, cultori del jazz o semplicemente in cerca di una storia che vi tocchi nel profondo, non perdete l’occasione di farvi coinvolgere da questa nuova sinfonia a fumetti. Blue Giant Explorer non è solo un titolo: è una chiamata all’avventura, alla scoperta di sé, al coraggio di suonare la propria melodia anche quando il mondo sembra stonato.

Il volume uno vi aspetta dal 4 luglio. Il palco è pronto, le luci si abbassano… e Dai è pronto a suonare per tutti noi.

E voi? Avete già letto Blue Giant? Cosa ne pensate dell’arrivo di Explorer? Condividete la vostra opinione sui social con l’hashtag #BlueGiantExplorer e raccontateci quale musica accompagna il vostro viaggio nella vita!

J-POP Manga presenta “La voce della strada” di Kei Usuba

Se c’è una cosa che il manga ci ha insegnato nel corso degli anni, è che le storie più potenti spesso nascono dal dolore. Non è una regola scritta, ma è come se lo fosse. Alcuni dei personaggi più iconici che ci siano mai stati – da Naruto a Eren, da Guts a Shinji Ikari – sono nati dalla solitudine, dalla rabbia, dalla perdita. Ed è proprio da queste emozioni, autentiche e viscerali, che prende forma La voce della strada., l’opera intensa e sconvolgente firmata da Kei Usuba, edita in Italia da J-POP Manga a partire dal primo luglio.

Questo manga è molto più di una semplice storia di formazione. È un grido d’aiuto, un pugno nello stomaco, un beat in 4/4 che pulsa come un cuore ferito. È la storia di Yukito Oji, diciassette anni, spacciatore nelle periferie dimenticate di Osaka. Ma definirlo così è riduttivo, quasi offensivo. Yukito è un sopravvissuto. Orfano, segnato dalla perdita di una madre tossicodipendente e della sorella maggiore – figura centrale e affettuosa della sua infanzia – il protagonista si trascina in una vita fatta di silenzi, lividi e piccoli traffici. Non ha sogni, né illusioni, solo rabbia. Una rabbia sorda, incompresa, che trova sfogo e voce solo quando Yukito impugna il microfono e inizia a rappare.

Ed è qui che La voce della strada. esplode in tutta la sua forza narrativa. Kei Usuba non racconta solo una storia triste: racconta una verità. Con uno stile diretto, a tratti spietato, ci trascina in un mondo dove la musica – e in particolare l’hip hop – non è solo una forma d’arte, ma una possibilità di sopravvivenza. Ogni rima è un proiettile sparato contro l’indifferenza, ogni strofa un modo per dire: “Io esisto. Guardami”.

La scrittura visiva di Usuba è incredibilmente evocativa. Le tavole trasudano tensione, e la regia grafica riesce a rendere quasi tangibile il suono. Il lettore viene risucchiato nei vicoli oscuri di Osaka, sente il battito del basso, percepisce le vibrazioni della voce di Yukito mentre il dolore prende forma in versi ruvidi e taglienti. Non è difficile capire perché questo manga sia stato candidato ai “Kono Manga ga Sugoi!”, né perché Keigo Shinzo, autore di Randagi e Hirayasumi, l’abbia definito senza mezzi termini come il debutto di una “nuova stella del mondo dei manga”.

La voce della strada. è un manga che brucia. Brucia dentro. Parla di soprusi, di emarginazione, ma anche della forza indomabile di chi non vuole arrendersi, nemmeno quando tutto sembra perduto. È stato lodato da Kohei Horikoshi, il celebre autore di My Hero Academia, e persino dal grande regista Hirokazu Kore’eda (Shoplifters, Monster), che ha riconosciuto nell’opera di Usuba una potenza emotiva rara, quasi cinematografica.

E non è un caso. Perché La voce della strada. è quasi un film in bianco e nero con inserti di colore improvvisi, che emergono quando Yukito trova il coraggio di aprire bocca e riversare il suo mondo interiore su un beat. È un’opera drammatica, certo, ma mai gratuita. Ogni scena, ogni dialogo, ogni cicatrice sul volto del protagonista ha un senso. Un’umanità disarmante che ci obbliga a guardare negli occhi chi la società preferisce ignorare.

In un panorama manga sempre più affollato di isekai, fantasy e battaglie spettacolari, La voce della strada. arriva come un colpo di scena improvviso. Non ci sono spade magiche o poteri nascosti, ma c’è qualcosa di molto più potente: la verità cruda di chi ha vissuto l’inferno e cerca una redenzione attraverso le parole. La musica qui non è solo colonna sonora: è strumento di lotta, di espressione, di sopravvivenza.

Dal 1° luglio, il volume 1 sarà finalmente disponibile in libreria, fumetteria e store online, pronto a conquistare anche il pubblico italiano. Una lettura imperdibile per chi ama le storie forti, che non fanno sconti, ma che ti lasciano dentro qualcosa di autentico. E se vi siete mai sentiti soli, incompresi, arrabbiati o fuori posto, allora troverete in Yukito un compagno inaspettato, un fratello che canta anche per voi.

E adesso voglio sentire la vostra: che ne pensate dei manga che parlano di musica e disagio sociale? Vi affascinano le storie che uniscono tematiche urbane e introspezione? Scrivetemi nei commenti o condividete l’articolo sui vostri social con chi ama il lato più crudo e reale del mondo manga. Perché, proprio come Yukito, anche noi abbiamo bisogno di far sentire la nostra voce.

COMICON Bergamo: tutte le novità J-POP Manga in arrivo, da Frieren a Lovecraft!

Cosa succede quando l’universo folle e soprannaturale di DanDaDan si fonde con il caos creativo del COMICON di Bergamo? Semplice: nasce una “Sfida della Turbononna” a squadre dove alieni, fantasmi e risate si fondono in una miscela esplosiva che ha lasciato il pubblico a bocca aperta! Ma la vera magia non si è fermata agli stand e alle cosplay competition: J-POP Manga ha colto l’occasione per sganciare una vera e propria bomba editoriale, annunciando in anteprima alcune delle sue novità più attese in arrivo per l’autunno. E fidatevi, ce n’è davvero per tutti i gusti.

In mezzo a urla di fan, montagne di gadget e una passione palpabile per tutto ciò che è nerd, la casa editrice ha ufficializzato l’arrivo di titoli da brividi (nel senso horror e nel senso emotivo), commedie romantiche dolci come mochi alla fragola, e persino viaggi nei meandri dei sogni lovecraftiani. Tra questi spicca il romanzo Frieren – Oltre la fine del viaggio, un volume che promette di espandere ancora di più l’universo dell’elfa maga che ci ha conquistati tutti, alternando nostalgia, riflessione e tanta magia.

Scritto da Mei Hachimoku, autore già noto per “Sparkle for Frieren” e per le intense light novel come The Tunnel to Summer e The Exit of Goodbye, questo romanzo in prosa raccoglie cinque storie originali che ci raccontano il “prima” di tanti volti ormai familiari del manga. Cosa facevano i compagni e i rivali di Frieren prima di incontrarla? Quali sfide, amori, perdite hanno vissuto? È un’opera che si preannuncia intensa, malinconica, perfetta per chi ama perdersi nei meandri del tempo e nei silenzi dell’immortalità.

Ma se preferite i colori sgargianti del mondo Nintendo, preparatevi a saltare (letteralmente) di gioia con Yoshi’s New Island, adattamento manga firmato Sawada Yukio del videogioco che ha stregato milioni di fan. È il ritorno di Baby Mario e Yoshi, un’avventura tutta da ridere e da vivere, in cui il piccolo Mario viene misteriosamente separato da Baby Luigi. Il compito di salvarlo, ovviamente, ricade sulle spalle… o meglio sul dorso di Yoshi! Un mix di nostalgia e azione per tutti gli appassionati del mondo a 16 bit.

Dall’infanzia colorata al sangue e acciaio: torna anche Goblin Slayer con lo spin-off Brand New Day. In una elegante collection box da due volumi, questa serie ci regala uno sguardo inedito sulle vite “secondarie” del mondo brutale in cui combatte lo sterminatore di goblin più iconico degli ultimi anni. Non solo spade e incantesimi, ma anche storie d’amore mai confessate, sogni infranti e momenti di quotidianità che rendono questo universo ancora più vivido e crudele. Una cameriera innamorata, un giovane apprendista, e persino i goblin, raccontati da una prospettiva nuova, più intima e sorprendente. Chi l’ha detto che solo i protagonisti meritano di brillare?

E ora, un tuffo nel terrore cosmico: L’Innominabile e altre storie è il nuovo progetto del maestro Gou Tanabe, che torna a confrontarsi con l’immenso universo narrativo di H.P. Lovecraft. Dopo aver esplorato i racconti del Ciclo di Cthulhu, il sensei affronta ora il Regno dei Sogni, una dimensione sospesa tra incubo e allucinazione. Creature indicibili, paesaggi deformi, misteri che sfuggono alla ragione: la cifra stilistica di Tanabe, fatta di ombre inquietanti e silenzi agghiaccianti, sembra nata per dare corpo (e incubo) all’orrore cosmico di Lovecraft. Un’opera imperdibile per chi ama tremare con stile.

Infine, un tocco di dolcezza e comicità con Yano-kun’s Ordinary Days, la romcom scolastica di Yui Tamura che si sta preparando a conquistare anche il piccolo schermo con l’anime in arrivo su Crunchyroll questo ottobre. Il protagonista, Tsuyoshi Yano, è il tipo di ragazzo che attrae la sfortuna come un magnete attira le graffette: ogni giorno un nuovo livido, una nuova caduta, un nuovo disastro. Ma fortunatamente per lui – e per noi lettori – c’è la diligente Kiyoko Yoshida, rappresentante di classe dal cuore tenero e la pazienza infinita. La loro dinamica, fatta di salvataggi improvvisi, cura reciproca e dolci imbarazzi, è il cuore pulsante di una commedia tenera e irresistibile, perfetta per chi cerca una storia leggera ma sincera.

Insomma, tra viaggi onirici, risate scolastiche, battaglie fantasy e avventure videoludiche, l’autunno targato J-POP Manga si preannuncia ricco, variegato e super nerd. Che tu sia un cacciatore di goblin, un fan di Lovecraft, un romanticone segreto o un gamer nostalgico, c’è una nuova storia che ti aspetta pronta a farti emozionare.

Hai già deciso quale titolo finirà nella tua wishlist? O magari ne hai già adocchiati due o tre? Raccontacelo nei commenti o condividi l’articolo con la tua community nerd sui social! Perché ogni avventura è più bella se vissuta insieme.

La stufa in riva al mare e altre storie: il manga rivelazione di Kogani Oshiro arriva in Italia

C’è qualcosa di speciale nei manga che riescono a parlare dritto al cuore con poche, essenziali pennellate. Non servono battaglie epiche, poteri strabilianti o colpi di scena da capogiro: a volte basta una stufa parlante, una yuki-onna apparsa dal nulla o un compagno diventato invisibile per raccontare il disordine emotivo della vita. E proprio su questo delicato equilibrio tra poesia e realtà si muove “La stufa in riva al mare e altre storie”, la raccolta di racconti brevi firmata da Kogani Oshiro, in arrivo in edizione italiana grazie a J-POP Manga a partire dall’8 luglio, dopo il debutto in anteprima al COMICON di Bergamo.

Questo piccolo gioiello narrativo ha già fatto parlare di sé in patria, conquistando il cuore del pubblico giapponese e aggiudicandosi il primo posto nella categoria femminile dei Kono Manga ga Sugoi! 2024, una delle classifiche più autorevoli e amate del settore. Un risultato che, per chi conosce anche solo superficialmente l’ecosistema manga nipponico, ha il sapore del riconoscimento di un talento autentico. E non è un caso che proprio questo autore emergente, fino a poco fa semi-sconosciuto al grande pubblico, sia riuscito ad affermarsi con una raccolta che scardina le regole del racconto slice of life per abbracciare un’espressività nuova, intima, visionaria.

“La stufa in riva al mare e altre storie” è composto da sette racconti, ciascuno con un suo piccolo universo da esplorare. E non è un’esplorazione semplice, perché qui il fantastico non è mai uno sfoggio di fantasia fine a se stesso, ma uno specchio obliquo della realtà. C’è il giovane che, devastato dalla fine di una relazione, trova conforto nel dialogo con la sua stufa, una vecchia compagna domestica che parla e riflette con lui mentre osservano insieme il mare, come in una scena rubata a un vecchio film romantico giapponese. In un altro racconto, un camionista stringe amicizia con una yuki-onna, la donna delle nevi del folklore giapponese, dando vita a un’amicizia improbabile ma teneramente surreale. E poi c’è quella donna che inizia a interrogarsi sulla propria relazione dopo che il compagno è diventato invisibile in seguito a un bizzarro incidente. Ma invisibile davvero, non solo metaforicamente.

Ciò che colpisce è come Oshiro riesca a usare l’assurdo per dire la verità. Ogni storia diventa una piccola lente con cui osservare da vicino le crepe dell’animo umano: la solitudine, i dubbi, la nostalgia, ma anche il bisogno di legami e la bellezza nascosta nelle interazioni quotidiane. I personaggi, pur immersi in situazioni al limite del possibile, restano profondamente umani. Soffrono, riflettono, si perdono nei pensieri come potremmo fare tutti noi. E proprio per questo è impossibile non empatizzare con loro.

Lo stile narrativo di Kogani Oshiro è delicato, quasi timido, ma sa essere diretto quando serve. Le sue tavole non gridano mai, sussurrano. I dettagli sono curati, le espressioni trattenute ma eloquenti, i dialoghi misurati e pieni di significato. C’è un ritmo lento, contemplativo, che invita a soffermarsi e assaporare ogni pagina. È uno storytelling che potremmo definire “emotivamente cinematografico”, perché riesce a evocare immagini potenti e sentimenti autentici con una grazia fuori dal comune.

Nel panorama del manga contemporaneo, dove spesso dominano titoli dalle trame adrenaliniche o visivamente saturi, “La stufa in riva al mare e altre storie” rappresenta una boccata d’aria fresca. Un’opera che riporta l’attenzione sul valore della semplicità e sull’introspezione come motore narrativo. L’invisibilità, i dialoghi con oggetti inanimati, le apparizioni sovrannaturali: tutto diventa metafora dell’instabilità emotiva, dei momenti di smarrimento che ognuno di noi affronta almeno una volta nella vita.

Questa raccolta è dunque molto più di un esercizio stilistico: è una riflessione sul vivere, sull’accettare le stranezze dell’esistenza e sul trovare, tra le righe della normalità, qualcosa di straordinario. Kogani Oshiro non ci offre risposte, ma ci accompagna in un viaggio fatto di domande, silenzi e piccole epifanie. Ed è proprio questa la forza della sua opera: farci vedere, nel quotidiano, quella magia che troppo spesso dimentichiamo di cercare.

Se siete amanti dei manga che sanno emozionare, se vi piacciono le storie che sfiorano il surreale restando ancorate alla realtà, se cercate un’opera che vi faccia riflettere e, perché no, anche commuovere, allora segnatevi questa data: 8 luglio. “La stufa in riva al mare e altre storie” arriva finalmente in italiano, portando con sé tutto il suo carico di malinconia, dolcezza e magia.

Inazuma Eleven: il manga tratto dal celebre videogioco cult arriva finalmente in Italia grazie a J-POP Manga

Chi è cresciuto tra console portatili e pomeriggi passati a sbloccare tecniche impossibili su un campo da calcio virtuale non potrà che esultare: Inazuma Eleven, l’adattamento manga dell’omonimo e leggendario videogioco RPG sportivo firmato Level-5, sta per arrivare per la prima volta in edizione italiana. L’annuncio, che ha fatto battere il cuore ai fan storici, arriva direttamente da J-POP Manga, che si occuperà della pubblicazione a cadenza mensile a partire da questo mese. Un evento storico per tutti gli appassionati di calcio, anime e fantasy in salsa giapponese.

Per chi ha vissuto la febbre Inazuma Eleven nei primi anni 2000, nomi come Mano di luce, Tornado di fuoco o Trampolino Inazuma non sono solo tecniche spettacolari: sono veri e propri ricordi di un’epoca, urla di battaglia digitali che facevano tremare lo schermo del Nintendo DS. Il manga, disegnato da Tenya Yabuno, nasce nel 2008 proprio per accompagnare il successo clamoroso del videogioco e dell’anime, e da subito si è distinto per la sua carica spettacolare e il suo mix irresistibile di sport, azione e sovrannaturale.

Il fumetto non è solo un prodotto derivato: ha una sua identità forte, capace di catturare tanto il pubblico giovane quanto i lettori più nostalgici. Non a caso, ha conquistato anche la critica giapponese, vincendo il prestigioso Kodansha Manga Award nel 2010 e lo Shogakukan Manga Award nel 2012. Due riconoscimenti che ne attestano il valore narrativo e il suo impatto nella cultura pop nipponica.

Il cuore pulsante della storia è Mamoru Endou, un portiere energico e instancabile, capitano della gloriosa – ma ormai decaduta – squadra della scuola media Raimon. Il club, un tempo temuto e rispettato, oggi è una triste parodia di se stesso: pochi giocatori, allenamenti disastrosi, motivazione ai minimi storici. Quando la dirigenza scolastica minaccia di sciogliere definitivamente la squadra, Mamoru non ci sta. Inizia così una corsa contro il tempo per reclutare nuovi membri e riportare la Raimon al suo antico splendore. Ma non sarà una passeggiata: sul loro cammino ci sono squadre fortissime, avversari che sembrano usciti da una saga fantasy, e partite che sembrano vere battaglie tra superpoteri calcistici.

Perché sì, in Inazuma Eleven il calcio non è solo sport. È uno spettacolo visivo dove le leggi della fisica si piegano alla forza della volontà, dove ogni giocatore possiede tecniche segrete che ricordano gli attacchi speciali dei più classici shōnen. Tra campi che si frantumano sotto la potenza di un tiro e portieri che bloccano palloni con aure misteriose, ogni match è un’esperienza epica, tra urla, scivolate acrobatiche e strategie da vero RPG.

La pubblicazione italiana arriva in un momento perfetto. Ad agosto, infatti, è prevista l’uscita del nuovo capitolo videoludico della saga: Inazuma Eleven: Victory Road, in arrivo su tutte le principali piattaforme. Un’occasione imperdibile per tornare alle origini della serie, magari leggendo il manga mentre si aspetta con impazienza di mettere mano al controller. La sinergia tra videogioco e fumetto è totale: conoscere i personaggi da giovani, vedere come tutto è iniziato, aggiunge spessore emotivo all’esperienza di gioco.

Con i suoi 10 volumi, pubblicati nel classico formato brossurato 12×16,9 cm, per un totale di 192 pagine in bianco e nero ciascuno al prezzo popolarissimo di 6,50 euro, Inazuma Eleven si prepara a diventare uno dei titoli più apprezzati della stagione manga in Italia. La serializzazione mensile permetterà ai fan di seguire l’evoluzione della squadra Raimon con continuità, riscoprendo battaglie calcistiche mozzafiato e momenti di crescita personale tipici dei migliori shōnen sportivi.

Inazuma Eleven non è solo un manga per nostalgici. È un’opera capace di far sognare ancora, di far battere il cuore ai giovani lettori così come a chi ha giocato il titolo originale più di dieci anni fa. Un viaggio tra amicizia, sacrificio, passione sportiva e tanta, tantissima fantasia. Una lettura perfetta per chi crede ancora che il calcio possa essere qualcosa di più, un’avventura epica giocata un goal alla volta.

E tu, eri già un fan della serie? Hai mai eseguito un Tornado di Fuoco nel cortile di casa? Raccontacelo nei commenti qui sotto o condividi questo articolo con i tuoi compagni di squadra virtuali! Facci sapere se anche tu sei pronto a tornare in campo con Mamoru Endou e la Raimon Eleven!

“Rent-A-Girlfriend”: L’amore a noleggio che fa battere il cuore (anche al quarto round)

C’è chi dice che l’amore non si compra. Ma in Giappone, e soprattutto nell’universo di Kanojo, Okarishimasu – che noi conosciamo come Rent-A-Girlfriend – questa affermazione diventa subito molto più sfumata. La serie, nata dalla penna e dalla fantasia di Reiji Miyajima, è riuscita a conquistare il cuore di migliaia di spettatori in tutto il mondo, me compresa. E con l’annuncio dell’attesissima quarta stagione, pronta a debuttare il 4 luglio 2025 nel blocco Animeism, il mio cuoricino da otaku innamorata delle commedie romantiche ha fatto un bel salto.

Partiamo da un dato: questa stagione adatterà l’“Hawaiians Arc” e sarà divisa in due parti. Un dettaglio non trascurabile che lascia intendere la volontà di dare più respiro a un arco narrativo importante, probabilmente carico di svolte, emozioni e – speriamo – un pizzico di evoluzione per il nostro eternamente impacciato Kazuya. Dopo tutto, dopo tre stagioni di tira e molla, equivoci imbarazzanti, bugie (spesso pietose), e tensioni romantiche, una crescita del protagonista è non solo auspicabile, ma doverosa.

Personalmente, ho avuto con Rent-A-Girlfriend un rapporto altalenante. La prima stagione, lo ammetto, non mi ha convinta del tutto. Troppo derivativa, troppo stereotipata in certi momenti. Ma poi è arrivata la seconda stagione, che ha cominciato ad affondare un po’ di più le mani nelle emozioni dei personaggi, ed è stato allora che ho capito che la storia stava iniziando a ingranare davvero. La terza stagione per me ha rappresentato il punto di svolta: più maturità, più dinamiche emotive, e soprattutto più spazio per quelle “altre ragazze” che, fino a quel momento, erano rimaste ai margini del palcoscenico.

Ed eccoci alla quarta stagione, in arrivo in piena estate, con la dolcezza (e la follia) dei suoi protagonisti pronta a farci compagnia nelle notti afose. A rendere il tutto ancora più emozionante ci pensa il ritorno alla regia di Kazuomi Koga, già dietro la macchina da presa nelle prime due stagioni, che prende di nuovo il timone dopo la parentesi con Shin’ya Une. Una scelta che, secondo me, punta a ritrovare l’equilibrio iniziale, quell’atmosfera che ci aveva fatti affezionare alla serie nonostante i suoi difetti.

Il comparto musicale sarà, come sempre, una ciliegina sulla torta: all’opening ci saranno le ClariS (sì, proprio loro, diventate da poco un trio!) con il brano “Umitsuki”, mentre l’ending sarà firmata da Regal Lily con “Boku no Vega”. Due nomi che mi fanno ben sperare, soprattutto per chi – come me – ama lasciarsi trasportare dalle sigle ancor prima che l’episodio inizi davvero.

Ma parliamo di lui: Kazuya Kinoshita. Confesso che raramente ho provato tanta frustrazione per un protagonista maschile in un anime. È impulsivo, insicuro, impacciato fino all’inverosimile, ed emotivamente autolesionista. Eppure, malgrado i suoi innumerevoli difetti, riesce a trasmettere una certa autenticità: rappresenta l’insicurezza di chi non sa amare davvero, ma che ci prova con tutto il cuore. Forse è proprio per questo che, stagione dopo stagione, siamo ancora qui a seguirlo.

E lei, la splendida Chizuru Mizuhara. Ogni volta che appare in scena, con quel mix di distacco professionale e gentilezza che nasconde a malapena le sue emozioni reali, è impossibile non restarne incantati. È la quintessenza della ragazza ideale, ma non è perfetta. È una donna forte, ma anche fragile. La sua maschera di freddezza nasconde il dolore della perdita, il peso di una carriera da inseguire, e sentimenti sempre più ingombranti che cerca disperatamente di tenere a bada.

E poi c’è Ruka, che personalmente mi ha sempre spezzato un po’ il cuore. È determinata, sincera, eppure intrappolata in un ruolo che sa non potrà mai portarla dove spera. Anche lei è, a modo suo, una figura tragica, che aggiunge profondità alla narrazione. Le altre ragazze – Mini, Sumi e persino la tanto odiata quanto affascinante Mami – hanno avuto i loro momenti, ma non abbastanza. Speriamo che questa quarta stagione riesca finalmente a dare loro lo spazio che meritano.

Dal punto di vista tecnico, l’anime non è mai stato una bomba visiva, ma ha sempre mantenuto uno stile pulito, con un character design efficace e un buon uso dei colori per enfatizzare i momenti chiave. L’audio, le musiche e il doppiaggio – con un cast riconfermato anche questa volta – fanno il loro dovere, senza troppi fronzoli ma con la giusta passione.

Insomma, Rent-A-Girlfriend non è certo l’anime che riscrive le regole del romanticismo animato, ma riesce comunque a proporre un intrattenimento solido, a tratti commovente, spesso esilarante, e sempre capace di farci riflettere su quel complicato, assurdo, meraviglioso casino che sono i sentimenti umani.

Ora non ci resta che aspettare luglio per scoprire se Kazuya riuscirà finalmente a dare una direzione chiara al suo cuore, se Chizuru abbasserà le difese, e se tutte quelle promesse – implicite e non – troveranno compimento. Io sarò lì, incollata allo schermo, pronta a ridere, sospirare e forse anche piangere un po’. E voi?

Se anche voi non vedete l’ora di tornare a vivere le follie sentimentali di Kanokari, fatemelo sapere nei commenti oppure condividete questo articolo con gli amici: l’amore a noleggio… è meglio se si guarda in compagnia!

Tra sabbia, sangue e anime immortali: “La Tomba del Faraone” di Keiko Takemiya, il manga storico che risveglia l’anima dell’Antico Egitto

Quando ho aperto il cofanetto de La Tomba del Faraone, edito da J-POP Manga, mi è sembrato di far scattare un meccanismo antico, come se avessi sfiorato una leva nascosta sotto la sabbia del deserto egizio. Il profumo delle pagine, la luce che accarezzava i frontespizi dorati, e quella promessa sottile racchiusa tra le tavole: stai per entrare in un altro tempo. E credetemi, ci sono entrata anima e cuore. Questo non è solo un manga, è un portale narrativo, una macchina del tempo che ci trasporta in un Egitto crepuscolare, scolpito nel mito e nella tragedia, in un’epopea che gronda sangue, sabbia e passione.

La Tomba del Faraone è un’opera maestosa di Keiko Takemiya, nome che ogni otaku con un minimo di consapevolezza storica del manga dovrebbe pronunciare con la stessa devozione con cui si nomina Osamu Tezuka o Riyoko Ikeda. Takemiya, sì, proprio lei, la madre de Il poema del vento e degli alberi, quel manga rivoluzionario che ha cambiato per sempre lo shōjo e aperto le porte al Boy’s Love, quando ancora il termine nemmeno esisteva. Ma prima del poema, prima della tempesta che avrebbe scosso il manga anni ’70, c’è stato questo gioiello dimenticato: Pharaoh no Haka, finalmente arrivato in Italia in un’edizione che è un regalo per chi ama la cultura pop giapponese, ma ha anche un debole per la storia antica, le tragedie epiche e i drammi interiori laceranti.

La trama è un affresco carico di tensione e simbolismo. Siamo nel momento in cui l’unificazione dell’antico Egitto inizia a sgretolarsi. Il regno pacifico e colto di Esteria viene travolto dalla forza brutale di Urjna, guidato dal faraone Sneferu, personaggio ambiguo, crudele, affascinante, quasi un incrocio tra Ramses e un villain shakespeaeriano. In mezzo a questa disfatta, nasce la figura di Sariokis, principe dal volto angelico e dallo spirito indomito, che dopo la caduta del suo regno si ritrova schiavo, fuggitivo, ribelle, icona. Diventa il Falco del deserto, e con lui il manga cambia respiro, da cronaca storica a leggenda, da semplice shōjo a tragedia greca travestita da fumetto orientale.

Sariokis è uno di quei personaggi che ti entra dentro e ci resta. All’inizio quasi infastidisce, perché lo vedi piccolo, fragile, spazzato via dalla brutalità del mondo. Ma poi cresce, si spezza e si ricompone, ogni volta più forte, ogni volta più complesso. C’è qualcosa di profondamente poetico nella sua resilienza, un eroismo che nasce dalla sofferenza e non dalla forza. E quando scopri che la sua unica debolezza è la sorella Nile – dolce, misteriosa, figura femminile dallo sguardo struggente – capisci che l’amore, in questa storia, è un campo di battaglia. Un’arma. Una condanna.

Ed è proprio qui che Takemiya mostra il suo genio. L’amore non è mai puro rifugio: è tormento, è sacrificio, è una corda tesa sull’abisso. L’intero manga è attraversato da una sensualità sotterranea e pericolosa, da tensioni emotive che ricordano le opere più intense di Yukio Mishima o i drammi di Euripide. E tutto questo, signori miei, in un manga pensato per ragazze adolescenti. Già negli anni ’70. Siamo di fronte a un’autrice che non solo ha osato, ma ha sfidato i limiti della sua epoca, raccontando sesso, violenza, potere e manipolazione con uno sguardo crudo e al tempo stesso pieno di empatia. Lo stile si evolve man mano che le pagine socrrono tra le dita, le tavole diventano vertiginose, le inquadrature teatrali, il dolore quasi fisico. Sneferu, Kes, la madre del faraone, la figlia del visir: tutti, in un modo o nell’altro, sono travolti dall’amore o dalla brama. E quando il dramma raggiunge il suo apice, ti rendi conto che stai leggendo qualcosa che va oltre l’intrattenimento: è arte.

E l’edizione J-POP, lasciatemelo dire, è una dichiarazione d’amore. Il cofanetto è solido, elegante, quasi regale, con quei frontespizi d’oro che sembrano brillare come geroglifici alla luce del tramonto. Le pagine a colori sono rare gemme incastonate tra le ombre e i chiaroscuri del manga. È il tipo di edizione che, una volta letta, non riponi nello scaffale come le altre. Le dedichi uno spazio speciale, come si fa con le reliquie.

La Tomba del Faraone è un manga che parla a chi ama la storia, ma non quella scolastica e fredda dei manuali. Parla a chi sogna tra le dune, a chi immagina dèi crudeli e amanti dannati, a chi cerca nel manga qualcosa di più del semplice “mi piace”. È un’opera che ti scava dentro, che ti sfida a resistere al dolore dei suoi personaggi e poi ti premia con una bellezza che fa male. È, semplicemente, un’opera d’arte.

E ora, ditemi: voi conoscevate questo titolo? Avevate mai sentito parlare di Pharaoh no Haka prima che J-POP lo riportasse alla luce come un tesoro sepolto? Vi affascina l’antico Egitto tanto quanto affascina me, tra alabastro, incensi e destini scolpiti nella pietra?

Parliamone nei commenti qui sotto, oppure condividete questo articolo sui vostri social e fatelo leggere a quell’amico o amica che colleziona cofanetti manga come se fossero papiri sacri. Perché La Tomba del Faraone non è solo un manga da leggere: è un’esperienza da vivere, da custodire e – perché no – da tramandare.

“Credimi, è amore”: il nuovo shojo manga J-POP che farà battere il cuore dei lettori italiani

Preparatevi a lasciarvi travolgere da una storia d’amore intensa, tenera e allo stesso tempo irresistibilmente turbolenta, che saprà conquistare anche i cuori più refrattari al romanticismo. Dalla penna della talentuosa mangaka Fujimomo arriva finalmente in Italia, grazie a J-POP Manga, il primo volume di “Credimi, è amore”, una delle serie shojo più amate degli ultimi tempi con oltre 600.000 copie distribuite in Giappone. L’appuntamento per mettere le mani su questa nuova perla sentimentale è fissato per il 4 giugno, data in cui il volume sarà disponibile in libreria, fumetteria e in tutti gli store online.

La storia prende il via tra i corridoi di una classica scuola superiore giapponese, ma dimenticatevi le solite dinamiche scolastiche fatte di compiti, interrogazioni e club del tè: qui il vero banco di prova sarà il cuore. Protagonista è Risa Amakawa, una studentessa modello dalla mentalità indipendente, il cui motto è chiaro e senza fronzoli: “Nella vita bisogna cavarsela da soli”. Armata della sua inseparabile borsa stracolma – un vero arsenale per ogni evenienza – Risa ha imparato a non chiedere mai aiuto. Ma tutto cambia quando, un giorno come tanti, si imbatte in un teppista ferito reduce da una rissa.

Lui è Zen Ohira, un giovane dal passato burrascoso e dallo sguardo magnetico, uno di quei ragazzi che sembrano usciti direttamente da un drama scolastico di quelli che ci fanno sospirare con le amiche. Quando Risa decide di aiutarlo, non immagina che quel gesto innescherà una reazione a catena destinata a stravolgere la sua routine quotidiana. Zen, infatti, vuole sdebitarsi e le offre il suo aiuto ogni volta che lei si trova nei guai – e fidatevi, non mancheranno le occasioni! Inizialmente riluttante, Risa inizia pian piano a lasciarsi coinvolgere da quella presenza costante, sempre pronta a correre in suo soccorso. E così, quello che era nato come un semplice debito di gratitudine si trasforma in un corteggiamento dolce, delicato ma anche travolgente, capace di scuotere l’animo della giovane protagonista.

“È come una forza impetuosa che cresce e mi scuote dentro”, recita uno dei passaggi più intensi del manga. Ed è proprio questa la sensazione che trasmette la lettura: un crescendo emotivo che porta i lettori a empatizzare con i personaggi, a sorridere, a commuoversi, a ricordare forse quel primo amore che ci ha fatto perdere la testa durante gli anni del liceo.

La serie, serializzata originariamente sulla rivista giapponese Dessert – la stessa che ha pubblicato anche il celebre Fall in Love, You False Angels – si è guadagnata il secondo posto nella categoria “I want to read it now” ai prestigiosi Rakuten Kobo’s E-Book Manga Awards 2023. Un riconoscimento importante che conferma quanto Credimi, è amore sia già diventato un piccolo cult nel panorama shojo.

Ma non è finita qui. Per celebrare il debutto italiano, J-POP Manga ha deciso di dedicare a Credimi, è amore la speciale calendar card del mese di giugno, disponibile esclusivamente in fumetteria con l’acquisto del primo volume. Un gadget imperdibile per collezionisti e fan del genere, che aggiunge un tocco in più a un’uscita già molto attesa.

Se siete curiosi e non riuscite ad aspettare fino al 4 giugno, sappiate che è già possibile dare un’occhiata alla preview online. Basta un click per iniziare a conoscere Risa e Zen, due personaggi destinati a diventare nuovi beniamini degli appassionati di romance scolastici.

Insomma, Credimi, è amore ha tutti gli ingredienti per diventare il vostro prossimo guilty pleasure manga: un incontro fortuito, due personalità agli antipodi, uno sfondo scolastico ricco di emozioni e una scrittura capace di alternare momenti teneri ad altri più intensi, con il giusto tocco di humour e malinconia.

E tu? Hai già segnato il 4 giugno sul calendario? Corri a prenotare il tuo volume e facci sapere cosa ne pensi! Ti è piaciuto il primo incontro tra Risa e Zen? Condividi le tue emozioni con la community di CorriereNerd.it e non dimenticare di spargere la voce sui social: l’amore, dopotutto, è ancora più bello se condiviso!

Kadokawa conquista l’Italia: la storica acquisizione di Edizioni BD apre nuove frontiere per il mercato manga europeo

C’è una brezza nipponica che soffia sempre più forte sul panorama editoriale italiano, e questa volta non si tratta solo di nuovi volumi in arrivo sugli scaffali. È il vento del cambiamento, portato da una delle più grandi potenze editoriali giapponesi: Kadokawa. Il colosso del Sol Levante ha ufficialmente acquisito il 70% della casa editrice milanese Edizioni BD, storica realtà italiana nota per il suo marchio di punta, J-POP Manga. Un evento che segna un momento epocale per il mondo dell’editoria geek nel nostro Paese — e, perché no, anche per l’identità culturale del nostro modo di leggere fumetti e manga.

L’accordo è stato siglato il 14 maggio 2025, e porta con sé un forte segnale: l’Italia non è più solo un fertile terreno per la diffusione del manga, ma diventa un vero e proprio centro strategico per la sua produzione, promozione e distribuzione in Europa. Kadokawa, che non è nuova a mosse internazionali, continua la sua espansione sul territorio europeo, dopo essersi già affermata con successo in Francia e in altri mercati chiave.

Ma facciamo un passo indietro. Chi è davvero Edizioni BD, e perché il suo ingresso nella galassia Kadokawa rappresenta una rivoluzione?

Fondata nel 2005 da due nomi ben noti nel fumetto italiano — Tito Faraci e Marco Schiavone — Edizioni BD nasce con una missione ben precisa: diffondere in Italia la bande dessinée, il fumetto francofono, per poi allargare progressivamente il suo catalogo a opere italiane, anglofone e, ovviamente, asiatiche. È nel 2006, con la nascita dell’etichetta J-POP Manga, che il sogno di portare il manga giapponese nelle case degli italiani comincia a diventare realtà. E da lì in avanti, l’ascesa è stata inarrestabile.

Negli anni, Edizioni BD ha costruito un’identità poliedrica, fatta di etichette specializzate, collane innovative e fusioni strategiche. Nel 2012 integra GP Publishing, poi nel 2018 unisce le forze con Dentiblù, la casa editrice dei creatori di Zannablù. Una strategia di consolidamento che ha permesso a Edizioni BD di diventare uno degli attori più versatili del fumetto italiano, capace di spaziare dal noir alla musica, dalla narrativa per ragazzi al graphic novel più sperimentale. Una vera e propria fucina di talenti, tanto da dar vita anche alla collana BD Next, dedicata agli autori emergenti italiani.

Ma è con J-POP Manga che si gioca la partita più importante. L’etichetta è diventata sinonimo stesso di manga in Italia, pubblicando successi come Tokyo Revengers, Frieren, Dungeon Food e Killing Stalking, solo per citarne alcuni. Ha avuto il coraggio — e la visione — di investire in opere di culto come quelle di Osamu Tezuka, anche grazie alla collaborazione con Hazard Edizioni, e ha contribuito in modo significativo alla diffusione di generi di nicchia come il Boys’ Love e lo yuri. Non a caso, nel 2019 è stata premiata da AnimeClick.it come miglior editore manga dell’anno.

Ed è proprio questo bagaglio di esperienza, passione e competenza che ha attirato l’interesse di Kadokawa, una delle superpotenze dell’intrattenimento giapponese. Terzo gruppo editoriale per fatturato in Giappone, Kadokawa è molto più di un editore: è una macchina culturale che opera a 360 gradi, tra cinema, videogiochi, anime, manga e light novel. Solo nel 2024 ha pubblicato oltre 6.000 titoli. È il padrone di casa di franchise amatissimi come Dungeon Food, ed è leader assoluto nel mercato delle light novel, con una quota che sfiora il 50%.

Il colpo di scena? Kadokawa, già in espansione, ha visto aumentare ulteriormente il suo potenziale grazie a Sony, che a fine 2024 è diventata il suo principale azionista. Questo legame con un altro colosso mondiale dell’intrattenimento apre scenari affascinanti: convergenze tra manga, serie TV, videogiochi e cinema sono sempre più possibili… e sempre più vicine.

In questo contesto, l’acquisizione del 70% di Edizioni BD non è solo una mossa finanziaria, ma una dichiarazione d’intenti. Un messaggio chiaro: l’Italia è una terra di manga, e Kadokawa vuole esserci, vuole investire, vuole creare nuove storie con e per i lettori italiani.

Marco Schiavone, che resterà in azienda come socio di minoranza e presidente, ha sottolineato quanto sia importante per il mercato nazionale avere una partnership diretta con un gigante giapponese. Kadokawa, dal canto suo, attraverso le parole dell’amministratore delegato Takeshi Natsuno, ha riconosciuto l’incredibile lavoro fatto da Edizioni BD e J-POP Manga, promettendo di rafforzare questa alleanza per far crescere ulteriormente il settore.

E noi, lettori e lettrici nerd, appassionati di manga e cultura giapponese, non possiamo che gioire. Questo matrimonio editoriale potrebbe essere il trampolino di lancio per nuove pubblicazioni, per una distribuzione più capillare, per edizioni sempre più curate e fedeli agli originali. Ma anche per nuove sinergie con l’industria dell’anime, del videogioco, della musica.

Immaginate un futuro in cui un manga J-POP viene adattato direttamente da uno studio giapponese sotto l’egida Kadokawa, e magari distribuito da Crunchyroll (anch’essa nell’orbita Sony). O in cui i nostri autori italiani trovano spazio e visibilità anche in Giappone grazie a queste connessioni. Non è più un sogno lontano, è una possibilità concreta.

E allora, che ne pensate di questa svolta epocale? Siete curiosi di vedere come cambierà il panorama manga italiano nei prossimi anni? Parliamone insieme! Scrivete nei commenti cosa ne pensate dell’acquisizione di Kadokawa, quali manga vorreste vedere pubblicati grazie a questa alleanza e quali sogni sperate diventino realtà.

E se l’articolo vi è piaciuto, condividetelo sui vostri social per far sapere anche agli altri appassionati cosa sta accadendo nel nostro universo nerd. Il futuro del manga in Italia inizia adesso, e promette di essere emozionante come un nuovo capitolo del vostro shōnen preferito.

“Occhi (Kocchi wo Miteru)”: l’inquietudine di essere guardati, tra poesia e terrore

C’è un momento, a volte impercettibile, in cui la realtà si incrina e qualcosa di disturbante si insinua tra le pieghe del quotidiano. È lì che vive l’arte di Junji Ito, ed è lì che mi ha trascinata Occhi (Kocchi wo Miteru), una delle uscite più recenti e affascinanti proposte da J-POP Manga. Questo albo illustrato, frutto della collaborazione tra il maestro indiscusso del J-Horror e l’autore Soshichi Tonari, è qualcosa che travalica le semplici definizioni di “libro illustrato per bambini” o “storia dell’orrore”. È, piuttosto, una favola macabra, disturbante e magnetica, capace di parlare a chiunque abbia mai provato il brivido inspiegabile di sentirsi osservato.

Da appassionata di manga e in particolare di horror giapponese, mi sono avvicinata a quest’opera con entusiasmo e una certa reverenza. Junji Ito non è solo un nome importante: è un autore capace di penetrare nei recessi più oscuri della mente umana, rivelando angosce antiche, primordiali, in modo spaventosamente elegante. In Occhi, tratto dal racconto vincitore del concorso “Ghost Story Picture Book Contest” promosso dall’editore Iwasaki Shoten, il suo tocco diventa quasi ipnotico, grazie anche al formato unico dell’opera: un volume di grandi dimensioni, interamente a colori, pensato per colpire immediatamente lo sguardo, e da lì l’anima.

La trama è apparentemente semplice, ma proprio nella sua essenzialità risiede la potenza narrativa: dapprima in modo sottile, quasi giocoso, si insinua l’idea che su nuvole, alberi e finestre inizino ad apparire dei volti. All’inizio sembrano allucinazioni, illusioni ottiche. Ma poi uno di questi visi fissa una persona, una sola. E da quel momento non smette mai. Lo guarda. Sempre. Ovunque.

Non si tratta, come ci si potrebbe aspettare da altri autori, di un horror urlato, carico di sangue e mostri. La paura qui è sottile, dilatata nel tempo. È il terrore che cresce a ogni pagina, perché ciò che ci viene mostrato è il progressivo collasso della normalità. La realtà resta la stessa di sempre – fatta di alberi, parchi, scuole – ma qualcosa, in essa, si incrina. Ed è quel “qualcosa” a divorarti lentamente, come un tarlo che consuma il legno da dentro. Junji Ito, attraverso il testo di Tonari, orchestra una sinfonia di paranoia visiva: le illustrazioni colorate e grottesche, talvolta perfino infantili nel tratto, amplificano il contrasto tra innocenza e terrore.

C’è un dettaglio che mi ha profondamente colpita: questa non è solo una storia per adulti amanti del macabro. Come sottolineato da Masao Higashi, curatore dell’edizione originale e critico letterario giapponese, Occhi è un’opera pensata anche per i più piccoli. Una sorta di moderna fiaba oscura, in cui la paura non è solo uno strumento di tensione, ma anche un’occasione di crescita emotiva e cognitiva. “Fin da piccoli – scrive Higashi – il fascino per le storie dell’orrore aiuta a coltivare l’immaginazione e sviluppare una personalità capace di mantenere il controllo anche davanti all’inaspettato”. È un’affermazione che condivido pienamente: il mio amore per i manga horror nasce proprio da questo, dalla capacità che hanno di farmi affrontare simbolicamente le mie paure, di educarmi al buio che è fuori e dentro di noi.

Nel panorama delle uscite recenti, Kocchi wo Miteru brilla anche per il suo valore culturale. La storia, premiata nel 2018 con il primo premio del “Ghost Story Picture Book Contest”, ha trovato nuova vita nelle mani di Junji Ito, che le ha donato carne, colore e uno sguardo magnetico che sfonda la quarta parete. È come se anche noi lettori fossimo osservati da quei volti disegnati, come se il libro stesso partecipasse al gioco perverso del “guardare e farsi guardare”.

L’opera arriva in libreria e fumetteria a fine maggio, con un debutto ufficiale al Salone Internazionale del Libro di Torino. È un’occasione imperdibile non solo per chi, come me, colleziona ogni uscita del maestro Ito, ma anche per chi desidera avvicinarsi a una forma di racconto dove il linguaggio visivo e quello narrativo si fondono con rara efficacia.

Non è un caso che Junji Ito sia oggi più celebrato che mai: basti pensare alla serie anime Junji Ito Maniac: Racconti Giapponesi del Macabro lanciata su Netflix, o alla miniserie ispirata a Uzumaki, o ancora all’adattamento animato di Tomie e Frammenti dell’Orrore incluso nella Junji Ito Collection visibile su Crunchyroll. Eppure, Occhi ha qualcosa in più, qualcosa di diverso. Forse perché nasce come albo illustrato, si muove su una linea di confine tra letteratura per ragazzi e orrore adulto, tra inquietudine suggerita e spavento dichiarato. È un’opera che, in poche pagine, riesce a fare ciò che tanti romanzi non fanno in centinaia: restare con te. E guardarti. Sempre.

Se anche voi, come me, siete affascinati da quel brivido che corre lungo la schiena quando qualcosa vi fissa da troppo tempo, se amate le storie che si insinuano lentamente nel cuore per non lasciarlo più, allora Occhi è un’esperienza che dovete vivere. E non dimenticate: a volte, i volti sulle nuvole vi guardano davvero.

Gatti, spiriti e segreti oscuri: arriva Tatari, il nuovo shonen tra azione, vendetta e folklore giapponese

Quando si parla di manga, si parla di mondi in cui la realtà si piega, la fantasia esplode e le emozioni bruciano come fiamme vive sulla carta. Ebbene, preparatevi, perché sta per arrivare in Italia un titolo che promette scintille, graffi e pugni allo stomaco emotivo: si chiama Tatari, e credetemi, non è il solito shonen d’azione che avete già visto mille volte sugli scaffali.

Il 13 maggio, grazie a J-POP Manga, i lettori italiani potranno finalmente mettere le mani sul primo volume di questa serie che in Giappone ha già fatto parlare di sé, conquistando pubblico e critica con la forza di un tornado che sa mescolare leggenda, oscurità e sentimento. Firmato da Watari, Tatari nasce sulle pagine del prestigioso Weekly Shōnen Sunday nell’aprile 2023 e, ad oggi, conta già sette volumi pubblicati nella terra del Sol Levante. Non solo: ha strappato anche una nomination ai Next Manga Award 2024, un riconoscimento che non arriva per caso e che sancisce Watari come una delle penne più interessanti della nuova generazione.

Ma che cos’è che rende Tatari così speciale? La risposta va cercata nel cuore pulsante della sua storia, che ci trasporta a Kyoto, città millenaria dove il passato non muore mai del tutto. Mille anni fa, un bakeneko — spirito felino mutaforma del folklore giapponese — terrorizzava la città. Il suo nome? Tatari. Dopo essere stato imprigionato per secoli da uno sciamano, lo ritroviamo oggi, ai giorni nostri, stanco, affamato e ridotto a randagio tra i vicoli della città moderna. Un dio decaduto, un mostro ormai senza artigli.

Ed è qui che entrano in scena Takeru e Yuki, due fratelli legati da un affetto che resiste alla povertà, alla solitudine e a un destino crudele. Saranno loro a offrire rifugio al bakeneko, senza sapere che quel gesto gentile scatenerà una tempesta. Perché Tatari non è solo un gatto: è una creatura millenaria, orgogliosa e tormentata, che dietro la battuta ironica — “Wagahai wa neko de aru”, omaggio sofisticato al romanzo satirico di Natsume Soseki — nasconde ferite profonde.

Il manga ci mostra come, per un attimo, la vita sembri sorridere a questa famiglia improvvisata. Ma nei manga, e nella vita, la felicità è un lampo. Takeru viene brutalmente assassinato, e per Tatari non resta che una scelta: assumere l’aspetto dell’amico perduto e scendere in campo per vendicarlo. Quel che inizia come un racconto di vendetta personale presto si espande, diventando una guerra che abbraccia clan, spiriti, mafia e segreti antichi.

La scoperta che ribalta tutto è una di quelle degne dei migliori thriller: Takeru non era un ragazzo qualunque, ma il figlio illegittimo di un boss mafioso di Hong Kong. Alla sua morte, l’eredità scatena un inferno di ambizioni, tradimenti e violenza. Tatari, trascinato suo malgrado in questo vortice, capisce che proteggere Yuki — l’ultima persona che gli rimane — significa entrare nella partita. E lo fa nel modo più folle: calandosi nel corpo del defunto Takeru e infiltrandosi nella guerra per la successione, dove uomini e yokai si scontrano in un duello senza regole.

Il manga di Watari brilla per come fonde azione, folklore e introspezione. Il bakeneko, che nella tradizione spesso è una figura ambigua o apertamente maligna, qui si fa antieroe, simbolo di resilienza e cambiamento. Il tratto dell’autore è cupo, potente, capace di evocare un mondo dove ogni sguardo, ogni ombra, ogni graffio sulla pelle racconta dolore e memoria. In Tatari i mostri non sono solo nemici: sono specchi delle debolezze umane, e per questo fanno ancora più paura.

Ciò che colpisce, leggendo, è la capacità della serie di alternare scene di combattimento mozzafiato a momenti di silenziosa vulnerabilità. Le dinamiche familiari, il senso di colpa, la lealtà, il desiderio di redenzione: tutto viene intrecciato con maestria, senza mai risultare forzato. L’azione esplosiva convive con il dramma intimo, e il risultato è un manga che ti prende alla gola ma anche al cuore.

Con l’ingresso di Tatari nella scacchiera criminale di Hong Kong, la storia si arricchisce ulteriormente: sette capi mafiosi si contendono il potere, tra cui una figura femminile tanto affascinante quanto misteriosa, legata al mondo soprannaturale. Watari non ha paura di alzare la posta, spingendo la narrazione su un piano internazionale e soprannaturale che fonde magia e gangster movie, yokai e pistole, onore e sangue.

Alla fine, però, il centro di tutto resta Tatari: questo gatto che diventa uomo per salvare la sua nuova famiglia, che combatte con rabbia e tenerezza, che inciampa, cade, si rialza. La sua trasformazione non è solo fisica, è emotiva, e racconta qualcosa di universale: il bisogno di appartenere, di proteggere, di trovare un senso persino in mezzo alla tragedia.

Tatari è quindi molto più di una serie dark per appassionati di combattimenti e misteri. È un viaggio in un Giappone dove gli spiriti non sono mai scomparsi del tutto, dove le leggende antiche tornano a bussare alla porta e chiedono il conto, dove un gatto con troppe vite finisce per scoprire cosa significa essere umano.

Se amate gli shonen che non hanno paura di sporcarsi le mani con temi duri, di mostrare la magia accanto alla miseria, di farvi innamorare di un protagonista tanto spavaldo quanto fragile, Tatari è il manga che stavate aspettando. Non lasciatevelo scappare: dal 13 maggio lo trovate in libreria, in fumetteria e online grazie a J-POP Manga.

E ora voglio sentire la vostra: cosa ne pensate di questo mix di folklore, mafia e dark fantasy? Avete già avuto modo di leggere qualche scan o vi butterete sull’edizione italiana? Scrivetemi nei commenti, fatemi sapere le vostre impressioni e, se l’articolo vi è piaciuto, condividetelo sui vostri social: spargiamo la voce, perché Tatari merita di essere scoperto da ogni nerd che si rispetti!

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