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I Goonies, il Film Cult degli anni 80 compie 40 anni

I Goonies, un vero e proprio cult degli anni ’80, compie 40 anni e continua a brillare come una delle avventure più amate di sempre. Un film che ha segnato un’intera generazione, regalandole risate, emozioni e momenti indimenticabili, ed è ancora oggi perfetto da gustarsi in famiglia, con quella dose di nostalgia che fa venire voglia di rivivere le avventure dei piccoli protagonisti. Un mix esplosivo di oro dei pirati, trappole ingegnose, acquascivoli spericolati e quella battuta iconica del “mescolamento del tartufo”, I Goonies è davvero un’avventura che non sembra mai invecchiare.

Diretto da Richard Donner e prodotto dalla Amblin Entertainment di Steven Spielberg, il film è stato distribuito nelle sale statunitensi il 7 giugno 1985 dalla Warner Bros. In Italia, invece, è uscito al cinema il 20 dicembre dello stesso anno, per poi tornare nelle sale italiane nel dicembre 2019 con una versione restaurata in 4K. Con un budget contenuto di 19 milioni di dollari, il film ha incassato ben 124 milioni a livello mondiale, diventando subito un classico intramontabile. Nel 2017, I Goonies è stato selezionato per la conservazione nel National Film Registry degli Stati Uniti per il suo valore culturale, storico e estetico, un riconoscimento che ne testimonia l’importanza nella cultura popolare.

La trama è un mix di avventura, amicizia e mistero. Nella cittadina di Astoria, nell’Oregon, un gruppo di ragazzi scopre una mappa del tesoro che potrebbe risolvere i loro problemi. Infatti, se riuscissero a trovare il leggendario tesoro di Willy l’Orbo, un pirata che aveva infestato la zona, potrebbero salvare il loro quartiere da un gruppo di spietati imprenditori intenzionati a demolire le case per costruire un campo da golf. Tra questi ragazzi c’è Mikey, il leader del gruppo, determinato e sognatore, e i suoi amici: Mouth, l’irriverente e simpatico chiacchierone; Chunk, il goloso e sempre preoccupato per il suo peso; Data, l’inventore dalla mente brillante ma spesso imbranato.

A complicare le cose, c’è la banda dei Fratelli, un trio di criminali capeggiati dalla madre Agatha e con un membro deforme, Sloth, che tiene prigioniero e maltratta. Il gruppo di amici si lancia in un’avventura piena di pericoli, trappole letali e sorprendenti scoperte, tra cui un vecchio ristorante abbandonato che nasconde più di quanto sembri. A questo punto si uniscono anche altri personaggi, tra cui Brandon, il fratello maggiore di Mikey, che all’inizio è riluttante, ma poi si lascia coinvolgere nell’avventura, e la cheerleader Andy con la sua amica Stef.

Il film è una continua rincorsa tra le peripezie dei ragazzi e le minacce della banda criminale. Ogni angolo della mappa sembra nascondere un nuovo pericolo: trappole mortali, passaggi segreti e una serie di situazioni comiche e cariche di adrenalina. Nonostante la loro giovane età, i Goonies si dimostrano coraggiosi, risoluti e, soprattutto, uniti, dando vita a un’avventura che trascende il semplice “caccia al tesoro” e diventa una storia di crescita e di amicizia.

La forza del film sta nell’energia contagiosa dei suoi protagonisti, che hanno portato in scena un gruppo di bambini diversi per carattere, ma uniti dalla stessa passione per l’avventura. La sceneggiatura di Chris Columbus sa come alternare momenti di tensione a battute esilaranti, senza mai perdere il ritmo. Donner, dal canto suo, regala ai suoi giovani protagonisti una serie di set spettacolari che rimarranno impressi nella memoria del pubblico: chi non ricorda la scena dell’ingresso nel galeone nascosto nel lago sotterraneo o la famosa camminata sull’asse dei pirati?

Nonostante l’uso di stereotipi tipici degli anni ’80, come il bambino grasso, il ragazzo asiatico e il personaggio femminile un po’ troppo in secondo piano, I Goonies riesce a far divertire chiunque, con una scrittura che non ha paura di abbracciare l’avventura più pura e senza fronzoli. La sceneggiatura, seppur legata ad alcuni cliché, riesce a trascendere questi aspetti grazie a una narrazione che emoziona e diverte, senza mai prendersi troppo sul serio.

Il finale, con la caverna che esplode e la nave dei pirati che prende il largo, è tanto epico quanto commovente. I ragazzi riescono a scappare con una parte del tesoro, ma la vera ricchezza, come scoprono alla fine, è l’amicizia che li ha uniti in questa straordinaria impresa. E mentre i genitori li accolgono e la banda dei Fratelli viene finalmente arrestata, I Goonies ci lascia con una riflessione su come, a volte, le avventure più incredibili possano nascere dalle sfide quotidiane.

I Goonies rimane uno dei film più iconici e amati degli anni ’80, un vero e proprio viaggio nostalgico che continua a entusiasmare vecchie e nuove generazioni. Non solo un film d’avventura, ma una storia che celebra l’ingegno, il coraggio e l’importanza della famiglia e dell’amicizia. Quarant’anni dopo, possiamo dire con certezza che I Goonies non ha perso un briciolo del suo fascino, continuando a incantare con la sua energia e il suo spirito di avventura senza tempo.

Robert Zemeckis – Il tempo, l’immagine, lo sguardo di A. Fontana

Immaginate di guardare un film in cui il tempo non è una semplice linea retta, ma una materia viva, elastica, pronta a essere tirata, attorcigliata, rivissuta o immaginata. Immaginate di far parte di un mondo dove lo sguardo non è mai passivo, dove lo spettatore non si limita a osservare, ma viene letteralmente risucchiato nella pellicola, nel suo cuore pulsante. Benvenuti nell’universo cinematografico di Robert Zemeckis, un regista che ha ridefinito le coordinate del cinema moderno fondendo nostalgia e avanguardia in un’armonia sorprendente.

Nel nuovo saggio “Robert Zemeckis – Il tempo, l’immagine, lo sguardo” edito da Weird Book per la collana Revolution, l’autore A. Fontana ci guida in un viaggio critico e appassionato alla scoperta di uno dei più visionari autori contemporanei. Non un semplice regista di blockbuster, ma un vero e proprio architetto del tempo e delle immagini, capace di trasformare ogni inquadratura in un laboratorio di idee e tecnologie, di emozioni e riflessioni.

Zemeckis, classe 1951, nato a Chicago, ha costruito una carriera in cui il tempo è un concetto mobile e metamorfico, molto prima che Christopher Nolan lo rendesse trendy con i suoi rompicapi temporali. Nei suoi film, il tempo si piega, si interrompe, si rifrange, si sovrappone. Pensiamo ovviamente all’epocale trilogia di Ritorno al Futuro, una delle saghe più amate e iconiche della cultura pop mondiale. Ma il tempo in Zemeckis non è solo un gioco narrativo: è anche memoria, è rimpianto, è possibilità.

Il libro esplora con profondità anche il secondo asse portante del suo cinema: l’immagine, intesa come campo sperimentale in continua evoluzione. Dai primi passi mossi sotto l’ala protettiva di Steven Spielberg (non dimentichiamo che fu proprio Spielberg a credere in lui, producendo il suo primo film “1964 – Allarme a New York arrivano i Beatles”) fino ai pionieristici lavori in performance capture come Polar Express, Beowulf o A Christmas Carol, Zemeckis ha sempre cercato di superare il limite visivo, di spingersi un po’ oltre, anche a costo di destabilizzare lo spettatore. Il suo è uno sguardo che non si accontenta di raccontare storie, vuole ridefinire cosa significhi vedere un film.

Ma c’è anche un terzo elemento chiave che Fontana sottolinea con grande lucidità: lo sguardo. Non solo quello registico, ma anche quello dello spettatore, messo continuamente in crisi, stimolato, spiazzato. Nei film di Zemeckis lo sguardo è una lente deformante, è una porta aperta verso mondi che sembrano familiari eppure ci sfuggono, che ci parlano di noi stessi, delle nostre illusioni, delle nostre paure. Film come Contact, Cast Away o il sottovalutato Allied – Un’ombra nascosta sono esempi magistrali di questa tensione costante tra ciò che vediamo e ciò che immaginiamo, tra realtà e finzione.

Il saggio si addentra anche nella riflessione metalinguistica sulle potenzialità del cinema digitale, un territorio che Zemeckis ha esplorato con un coraggio quasi pionieristico, attirandosi a volte critiche feroci. Ma è proprio questo spirito indomito, questa fame di nuove forme espressive, che rende il suo cinema un punto di riferimento imprescindibile per chiunque voglia comprendere l’evoluzione del linguaggio cinematografico negli ultimi quarant’anni.

Non manca ovviamente un’analisi dettagliata delle sue opere più celebri, come il premio Oscar Forrest Gump, un film che ha saputo raccontare l’America meglio di qualsiasi saggio di storia, utilizzando il tempo come motore emotivo e l’immagine come collante tra il personale e il collettivo. Ma è forse nei suoi film meno celebrati dal grande pubblico che emerge con più forza la poetica zemeckisiana, sempre in bilico tra il classicismo narrativo e l’innovazione visiva.

La bellissima cover firmata da Giorgio Finamore cattura visivamente l’essenza del volume: un intreccio affascinante tra passato, presente e futuro, come se lo stesso tempo stesse osservando il lettore.

Il libro “Robert Zemeckis – Il tempo, l’immagine, lo sguardo” è più di un semplice saggio: è un atto d’amore verso un autore che ha saputo immaginare il cinema come un grande sogno condiviso, un territorio ancora tutto da esplorare. Con le sue 192 pagine, questo volume rappresenta una bussola per orientarsi nel multiforme universo zemeckisiano, perfetto per cinefili, nerd e appassionati di storytelling visivo.

Insomma, se amate il cinema che osa, che riflette e che diverte, se vi siete emozionati con Doc e Marty, se avete pianto per Wilson, se vi siete lasciati affascinare dai fantasmi natalizi in CGI, non potete perdere questo viaggio nel cuore pulsante di una filmografia che ha fatto la storia.

E ora tocca a voi: avete un film preferito di Zemeckis? Vi affascina più il suo lato sperimentale o quello narrativo? Raccontatecelo nei commenti o condividete questo articolo sui vostri social per continuare insieme a esplorare il tempo, l’immagine e lo sguardo di un maestro del cinema.

Ritorno al Futuro: la saga che viaggia nel tempo ma non nel reboot – perché Hollywood non avrà mai un nuovo Marty McFly

C’è qualcosa di magico in Ritorno al Futuro che, a distanza di quarant’anni dalla sua uscita, continua a resistere al logorio del tempo, alle mode passeggere e, soprattutto, alla tentazione di Hollywood di riesumare ogni franchise di successo. È una reliquia pop che si conserva intatta nel cuore dei fan di ogni generazione. Marty McFly (Michael J. Fox), Doc Brown (Christopher Lloyd) e la leggendaria DeLorean non sono solo personaggi o oggetti scenici: sono simboli scolpiti nell’immaginario collettivo nerd, come il Millennium Falcon o l’hoverboard rosa.

Eppure, ogni qualche anno, come le maree che tornano a bagnare la costa, ciclicamente torna anche il sogno di un Back to the Future 4. A fine 2023, YouTube è esploso per un trailer che sembrava troppo bello per essere vero. E infatti lo era. Il presunto ritorno della saga, con Tom Holland nei panni di Marty McFly e il redivivo duo Fox-Lloyd in un’avventura temporale del tutto nuova, si è rivelato un sofisticato fake. Un mashup ben costruito, con spezzoni tratti da LEGO Dimensions, See You Yesterday e altri materiali digitali, che però ha riacceso per un istante la fiammella della speranza in milioni di fan.

https://youtu.be/OZQv_O93Dt0?si=TNdZPrPswwoY88Rx

Ma è una speranza destinata a restare delusa. Bob Gale, co-sceneggiatore della trilogia originale, lo ha ribadito senza mezzi termini durante il Fan Fest Nights agli Universal Studios: “Non ci sarà mai un sequel. Mai un prequel. Mai uno spin-off. È tutto perfetto così com’è.” Una dichiarazione talmente categorica che pare scritta con il fuoco su una targa di plutonio. E non è solo lui a pensarla così. Anche Robert Zemeckis, regista della trilogia, ha sempre difeso il valore dell’opera come compiuta, chiusa, “perfettamente imperfetta” come lui stesso ha detto più volte.

A difendere la sacralità della saga c’è anche un altro nome pesante: Steven Spielberg. Il produttore esecutivo di Back to the Future avrebbe esercitato le stesse pressioni che un tempo impedirono un sequel di E.T., proteggendo la trilogia da qualsiasi tentativo di riavvio o estensione. Spielberg, che non poté impedire a Universal di sfornare sequel su sequel di Lo Squalo, ha invece eretto un muro invalicabile attorno alla DeLorean.

Eppure, nonostante tutto questo, il fascino della saga non ha smesso di espandersi come un’onda nel tempo. A Fan Fest Nights, le file di cosplayer con giubbotti arancioni, hoverboard e chiome da “Doc” sono la prova vivente di quanto Back to the Future sia ancora una forza culturale potente. Un miracolo di resistenza mediatica, soprattutto in un’epoca in cui ogni brand, da Ghostbusters a Matrix, è stato riscritto, rifatto o riportato in vita.

Unico vero spin-off di successo? Il musical di Broadway. E anche lì, la domanda che aleggia è: quanto ci metterà Universal a trasformarlo in un film? La risposta, per ora, è sospesa nel tempo. Ma finché Gale, Zemeckis e Spielberg saranno vigili, la linea temporale resterà intatta.

Eppure, i misteri del tempo non smettono mai di giocare con i cuori nerd. Già nella primavera del 2024, nuove voci hanno cominciato a serpeggiare come fulmini nella notte. Il nome è quello di J.J. Abrams, il regista noto per la sua sensibilità verso i cult generazionali (basti pensare a Super 8, una lettera d’amore a E.T.). Pare che Abrams stia lavorando a un progetto “ispirato” a Back to the Future, e che Timothée Chalamet sia in lizza per il ruolo da protagonista. Warner Bros ha prontamente smentito ogni collegamento ufficiale con il franchise, ma il noto insider Daniel Richtman ha confermato l’esistenza del progetto. Non un reboot diretto, certo, ma qualcosa che potrebbe omaggiarne lo spirito, magari ambientato in un mondo in cui il viaggio nel tempo ha un nuovo sapore – un po’ come Stranger Things ha fatto con gli anni ’80.

Quindi no, non ci sarà un Back to the Future 4. Non ci sarà un giovane Marty col volto di Holland o Chalamet. Ma questo non vuol dire che lo spirito del film sia morto. Anzi, è più vivo che mai. La sua eredità vive nei giochi, nei musical, nei trailer fake che diventano virali, nei fan che ancora oggi si emozionano al suono di “The Power of Love” o al rombo di una DeLorean che raggiunge gli 88 miglia orarie.

Per i veri fan, il futuro di Back to the Future è sempre stato il presente: un ricordo vivo, un viaggio continuo nella nostalgia più pura. E forse, alla fine, è proprio questo il segreto della sua perfezione. Non ha bisogno di andare avanti. Ha già viaggiato abbastanza. E il suo arrivo… è sempre stato previsto.

Hai un ricordo speciale legato a Back to the Future?

Caffè 80: il bar di Brindisi che trasforma “Ritorno al Futuro” in un’esperienza anni ’80

Immaginate di fare un salto nel passato, non solo nel tempo ma anche nell’immaginario di una generazione che ha vissuto l’apice degli anni ’80. Siamo a Brindisi, in Puglia, dove il Caffè 80 ha trasformato una semplice attività in un omaggio straordinario al film cult “Ritorno al Futuro”. Questo bar, incastonato tra Brindisi e Lecce, è un vero e proprio tempio della nostalgia, dove ogni angolo racconta la storia di Marty McFly, Doc Brown e delle loro incredibili avventure temporali.Federica Fanciullo, la giovane proprietaria, ha fatto del suo locale un angolo dedicato a una delle pellicole più amate di tutti i tempi, creando un ambiente che non è solo un bar, ma un vero e proprio museo. La passione per “Ritorno al Futuro” le è stata trasmessa dal padre sin da bambina, e oggi questa eredità è diventata il cuore pulsante del suo progetto. Gli avventori che varcano la porta del Caffè 80 non si trovano solo davanti a un caffè, ma si immergono in un viaggio sensoriale che li porta direttamente nel 1985, l’anno in cui il film fece il suo ingresso trionfale nei cinema.

Nel locale, ogni dettaglio è pensato per far rivivere l’atmosfera unica del film. Tra oggetti da collezione, memorabilia e riferimenti visivi sparsi in ogni angolo, si può ammirare una riproduzione fedele della Torre dell’Orologio, l’oggetto simbolo delle avventure di Marty. Ma il vero gioiello del bar è la DeLorean, l’iconica macchina del tempo utilizzata dai protagonisti, che non manca di incantare chiunque la veda. La DeLorean è custodita gelosamente nel garage adiacente al bar, ed è un vero e proprio pezzo da collezione per gli appassionati. L’auto, mantenuta in perfette condizioni, permette ai visitatori di vivere un’esperienza da “viaggiatori nel tempo”, almeno per qualche minuto, con tanto di foto ricordo.

Federica ha deciso di trasformare il suo bar in un punto di riferimento per tutti i fan del film.

“Ci chiamavano Caffè 80 e avevamo la DeLorean, così ho avuto un’idea lampo, proprio come ‘Doc’ nel film, e ho deciso di rivoluzionare il bar… Abbiamo cominciato a esporre tutta l’oggettistica per sognare ancora, l’unica cosa che sembra essere rimasta gratis…”. 

Il Caffè 80 è un vero e proprio rifugio per chiunque abbia un legame con la cultura degli anni ’80 e con il film che ha segnato un’intera generazione. Da action figures a t-shirt, passando per portachiavi e gadgets a tema, il bar è una vera e propria miniera di oggetti che evocano ricordi e citazioni indimenticabili. “Grande Giove!” è solo uno degli slogan che riecheggiano tra i tavoli, e non mancano i clienti che, magari sorseggiando un cappuccino, si lasciano andare a battute come quelle che i protagonisti del film ripetevano a memoria. Federica, con un entusiasmo contagioso, continua a portare avanti la tradizione, affermando che il bar non è solo un modo per celebrare il film, ma anche un luogo dove i fan possono vivere la loro passione in modo tangibile. Non solo un bar, dunque, ma una vera e propria macchina del tempo, che, pur senza il flusso canalizzatore, riesce a far rivivere l’emozione di un’epoca d’oro del cinema. Il Caffè 80 è il posto perfetto per chi desidera scoprire o riscoprire la magia di “Ritorno al Futuro”, un viaggio nel passato che non ha bisogno di una DeLorean per essere vissuto.

MessinaCon 2025: Il Decimo Anniversario della Fiera del Fumetto e del Fantastico a Villa Dante

Il MessinaCon, una delle fiere più attese dai fan della cultura nerd e pop del sud Italia, è pronto a celebrare il suo decimo anniversario in grande stile. Nel 2025, la manifestazione si svolgerà per la prima volta a Villa Dante, una location che promette di offrire una nuova dimensione all’evento, sia in termini di spazio che di qualità. L’annuncio è arrivato ufficialmente durante il Day Zero, un evento pre-fiera che ha registrato una notevole partecipazione al Volta Pagina, confermando l’entusiasmo che circonda il MessinaCon.

Giuseppe Mulfari, presidente di StrettoCrea, l’associazione che organizza il MessinaCon, ha sottolineato come la scelta di Villa Dante sia stata frutto di una sinergia con il Comune di Messina e la Messina Social City. “Abbiamo cercato di dare al Messinacon una nuova casa, una sede che ci permettesse di offrire un evento di qualità superiore rispetto alle passate edizioni, puntando a diventare una delle fiere più importanti del sud Italia”, ha dichiarato Mulfari, ringraziando anche l’assessora Liana Cannata per il supporto continuo.

La decima edizione di questa fiera, che negli anni è diventata un appuntamento imperdibile per gli appassionati siciliani e calabresi di fumetto, videogiochi, animazione e cultura pop, si terrà dal 5 al 7 settembre 2025. E non si tratta solo di un semplice anniversario: il MessinaCon 2025 si preannuncia come un evento che porterà con sé numerose novità. In particolare, il nuovo tema scelto per la locandina, realizzata dall’artista calabrese Umberto Giampà, celebra il quarantesimo anniversario di uno dei film più iconici di sempre: Ritorno al Futuro. L’opera, impreziosita dai colori di Lorenzo Berdondini, promette di attirare l’attenzione dei fan di tutte le età, rendendo la manifestazione ancora più affascinante.

Ma le novità non si fermano qui. Il MessinaCon 2025, infatti, sta vivendo un’importante evoluzione. La fiera non sarà più solo un evento dedicato al fumetto, ma si trasformerà in una “Fiera del Fumetto e dell’Intrattenimento”, riflettendo così l’espansione della cultura pop e nerd. Con l’inclusione di cinema, doppiaggio e piattaforme online, gli appassionati di anime, videogiochi e altre forme di intrattenimento avranno la possibilità di esplorare una gamma ancora più ampia di contenuti e tendenze. La fiera si sta, quindi, adattando alle nuove esigenze dei fan, andando oltre la semplice esposizione di fumetti per abbracciare tutte le forme di intrattenimento che caratterizzano l’universo nerd.

Dal punto di vista degli ospiti e delle attività, l’edizione 2025 promette di superare tutte le aspettative. Negli anni precedenti, il MessinaCon ha ospitato una vasta gamma di personaggi di spicco, da autori e disegnatori a star del mondo della musica e dello spettacolo. L’edizione 2025 non farà eccezione, con panel, laboratori creativi, esibizioni dal vivo e gare cosplay che continueranno a essere uno dei momenti clou della manifestazione. Inoltre, ci sarà una forte attenzione a temi sociali e culturali, con spazi dedicati alla discussione e alla riflessione su argomenti di rilevanza come la diversità e l’inclusione.

La crescita esponenziale del MessinaCon è stata evidente già a partire dal 2015, quando la fiera ha visto un aumento continuo della partecipazione. L’edizione del 2024 ha segnato un altro grande passo in avanti, con un’affluenza record e un’offerta di eventi che ha spaziato dalle gare cosplay agli incontri con ospiti d’eccezione come Ruggero de I Timidi e FumettiBrutti, senza dimenticare l’attenzione verso tematiche sociali importanti, come la sensibilizzazione riguardo alla comunità LGBT+. La fiera, infatti, non è solo un luogo di divertimento, ma anche uno spazio di riflessione e crescita culturale.

Con l’approssimarsi dell’anniversario del decimo anno, il MessinaCon 2025 si prepara a fare un ulteriore salto di qualità. La possibilità di un cambio di location, con il Palacultura Antonello da Messina che potrebbe lasciare spazio a una sede ancora più spettacolare, è un ulteriore elemento che rende l’edizione 2025 ancora più affascinante. Non è ancora chiaro dove si terrà l’evento, ma il presidente Mulfari ha promesso che la scelta sarà “speciale”, in grado di rendere la fiera un’esperienza unica e memorabile per tutti i partecipanti.

Con oltre 5.000 visitatori nel 2019 e una crescita continua negli anni successivi, il MessinaCon è ormai un punto di riferimento a livello nazionale per gli appassionati di fumetti, videogiochi, cosplay e cultura pop. L’edizione 2025, con una proposta ancora più ricca e articolata, si candida a diventare uno degli eventi di cultura nerd più importanti d’Italia, con una programmazione che abbraccerà tutte le forme di intrattenimento legate al fantastico.

Se siete appassionati di fumetti, videogiochi, cosplay e cultura pop, non potete assolutamente perdere l’edizione decennale del MessinaCon. Con una nuova location, nuovi contenuti e tante sorprese in serbo, l’evento di settembre 2025 si preannuncia come un appuntamento imperdibile per chiunque voglia vivere la magia della cultura nerd in un’atmosfera unica. Seguite gli aggiornamenti e preparatevi a immergervi nel fantastico mondo del MessinaCon, che quest’anno, con la sua decima edizione, è pronto a scrivere una nuova pagina della storia della cultura pop siciliana.

Il Ritorno della DeLorean: in arrivo un nuovo videogioco di “Ritorno al Futuro”!

Il leggendario Bob Gale ha scosso tutta la comunità internazione del fan di “Ritorno al Futuro” con una news inaspettata: un nuovo videogioco basato sulla storica saga cinematografica è ufficialmente in sviluppo. Il co-creatore della trilogia cult, che ha scritto e prodotto tutti e tre i film insieme a Robert Zemeckis, ha sempre ribadito la sua opposizione a un ipotetico “Ritorno al Futuro 4”. Anche durante i recenti Saturn Awards, dove ha ricevuto il George Pal Memorial Award, ha ribadito la sua posizione in modo netto. “La gente ci chiede sempre: ‘Quando farete Ritorno al Futuro 4?’ e noi rispondiamo: ‘Andate al diavolo’.” Parole che non lasciano spazio a dubbi: la storia di Marty e Doc rimarrà intatta sul grande schermo. Tuttavia, il franchise non ha smesso di espandersi con il musical di successo a Broadway, un tour mondiale in arrivo e una produzione teatrale che approderà sulle navi Royal Caribbean.

Se un quarto film non vedrà mai la luce, il mondo dei videogiochi offre invece nuove possibilità. In un’intervista a Cleveland.com, Gale ha fatto intendere che qualcosa di grosso è in arrivo: “Abbiamo una chance per un nuovo videogioco basato su Ritorno al Futuro. Non posso dirvi altro, perché non mi è permesso, ma è qualcosa che voglio fare da molto tempo. Incrociamo le dita.”

L’ultimo titolo videoludico ispirato alla saga è “Back to the Future: The Game” di Telltale Games, uscito nel 2010 e successivamente riproposto per PS4 e Xbox One nel 2015. Prima di allora, negli anni ’80 e ’90, ci sono stati diversi tie-in per ZX Spectrum, Commodore Amiga, NES e Super Famicom, ma nessuno ha mai brillato davvero. La versione di Telltale, invece, ha ricevuto recensioni piuttosto positive grazie al suo approccio narrativo da avventura punta-e-clicca, un genere che, però, negli ultimi anni ha perso un po’ di attrattiva. Questo pone gli sviluppatori del nuovo progetto di fronte a una grande sfida: trovare la formula giusta per trasportare il fascino di “Ritorno al Futuro” nel mondo videoludico moderno.

Un altro dettaglio alimenta le speculazioni: il 2025 segnerà il 40° anniversario del primo film, un’occasione perfetta per un grande annuncio. Se c’è un momento ideale per far tornare la DeLorean nei videogiochi, è proprio questo.

Resta da vedere quale studio si occuperà dello sviluppo e quale sarà il genere scelto. Si punterà su un open world con viaggi nel tempo? Un action-adventure con meccaniche innovative? O si tornerà alle atmosfere narrative con un nuovo punta-e-clicca in grande stile? Per ora, le informazioni sono poche, ma una cosa è certa: la macchina del tempo ha appena riacceso i motori, e il viaggio potrebbe essere più emozionante che mai.

Back in Time: l’evento imperdibile per celebrare i 40 anni di “Ritorno al Futuro”

In un panorama cinematografico dove poche opere riescono a resistere alla prova del tempo, la trilogia di Ritorno al Futuro si erge come un monumento indelebile nella cultura pop. Con il suo mix perfetto di avventura, umorismo e temi universali come il tempo e il destino, il film del 1985 diretto da Robert Zemeckis è ancora oggi un riferimento imprescindibile per fan di ogni generazione. E quale modo migliore per onorarne il 40° anniversario, se non con un evento senza precedenti come Back in Time: The Exhibition?

Questa spettacolare celebrazione avrà luogo nella suggestiva cornice di Villa Beretta Magnaghi a Marcallo con Casone (MI) a partire dal 3 maggio 2025. Organizzata da Infinity Events in collaborazione con Ritorno al Futuro Italia APS, la mostra promette di essere un’esperienza immersiva capace di riportare i visitatori indietro nel tempo, proprio come la mitica DeLorean.

Un viaggio nella trilogia

L’esposizione sarà allestita su un’area di oltre 2.000 metri quadrati, offrendo agli appassionati la possibilità di esplorare oltre 100 memorabilia originali di produzione, tra cui oggetti di scena, costumi e documenti inediti. Sarà un’occasione unica per ammirare pezzi iconici come l’Hoverboard, le celebri scarpe Nike autoallaccianti e il giubbotto di Marty McFly. Ogni elemento è corredato da certificati di autenticità, trasformando la mostra in un vero e proprio tesoro per i cinefili.

Non mancheranno le repliche fedelissime dei veicoli simbolo della trilogia, come la DeLorean DMC-12 Time Machine, la Ford 1946 di Biff Tannen, il pulmino Volkswagen T2 Bus “dei terroristi libici” e la Toyota Hilux SR5 di Marty. Ogni dettaglio di questi mezzi è stato ricreato con estrema cura per catturare la magia dei film.

Più di una mostra: un’esperienza completa

La manifestazione non si limiterà a esporre oggetti. Back in Time: The Exhibition offrirà un’esperienza multimediale unica, con una sezione dedicata al backstage e al making-of della trilogia, ricca di documentari e fotografie dal set. Inoltre, i visitatori potranno scattare foto ricordo accanto alla DeLorean, trasformata per l’occasione in un set fotografico interattivo.

Per chi vuole immergersi completamente nell’atmosfera di Hill Valley, sarà presente una caffetteria ispirata al Lou’s Café degli anni ’50 e un’area ristoro all’interno del magnifico parco settecentesco della villa. Durante i weekend, ci saranno anche proiezioni gratuite di contenuti a tema, per rendere l’esperienza ancora più memorabile.

Una storia di successo

La collezione esposta è curata dall’Associazione Back to the Future Museum, che dal 2010 lavora per preservare e celebrare l’eredità della trilogia. Questa associazione ha già collaborato con Universal per eventi memorabili, come il 25° e il 30° anniversario del primo film. Nel tempo, il museo ha raccolto cimeli unici, attirando decine di migliaia di fan in esposizioni sia italiane che internazionali, come quella recente a Londra nel celebre quartiere di Camden.

L’evento di Marcallo con Casone rappresenta un ulteriore passo avanti: un progetto ambizioso, arricchito da elementi interattivi e una narrazione curata nei minimi dettagli. Il project manager dell’esposizione, uno dei massimi esperti italiani della trilogia, ha personalmente supervisionato i contenuti per offrire ai visitatori un’esperienza indimenticabile.

Oltre il cinema: il sostegno alla ricerca

Back in Time: The Exhibition ha anche una dimensione benefica. Grazie alla collaborazione con Outatime Italia, primo gruppo ufficialmente riconosciuto dal Team Fox for Parkinson Research, una parte dei proventi dell’evento sarà destinata alla ricerca contro il Morbo di Parkinson. Un tributo non solo al genio creativo dietro i film, ma anche al loro indimenticabile protagonista, Michael J. Fox.

Preparatevi al futuro

Se siete fan della trilogia o semplicemente amanti del cinema, Back in Time: The Exhibition è un appuntamento imperdibile. La possibilità di rivivere le emozioni di Ritorno al Futuro in un contesto così ricco e curato è un’opportunità che non si presenta tutti i giorni. I biglietti sono già disponibili sul sito ufficiale dell’evento, ma vi consigliamo di prenotare in anticipo per non perdervi questa straordinaria avventura.

Quindi, segnatevi la data: dal 3 maggio 2025, Villa Beretta Magnaghi vi aspetta per un viaggio indimenticabile nel tempo. Del resto, come direbbe Doc Brown: “Strade? Dove andiamo noi non ci servono strade!”

Asta Leggendaria: La DeLorean di Ritorno al Futuro Pronta a Iniziare un Nuovo Viaggio

Il 18 gennaio 2025, gli appassionati di cinema e collezionisti di memorabilia si preparano a fare un tuffo nel passato, in un’asta che promette di far parlare di sé. Mecum Auctions, in Florida, metterà all’incanto una DeLorean DMC-12, uno dei veicoli più iconici della cultura pop degli anni ’80. Sebbene non si tratti dell’auto originale usata durante le riprese di Ritorno al Futuro II, questo esemplare del 1981 è una replica unica, realizzata appositamente per eventi promozionali. Un pezzo raro, uno dei soli sette modelli creati per questo scopo, che offre ai fan della trilogia una rara opportunità di possedere un frammento tangibile di storia cinematografica.

Nel contesto della saga di Ritorno al Futuro, la DeLorean non è solo un’auto, ma una vera e propria macchina del tempo, diventata il simbolo dei viaggi temporali grazie alla mente geniale di Emmett “Doc” Brown (Christopher Lloyd) e all’incosciente entusiasmo di Marty McFly (Michael J. Fox). Progettata da John DeLorean come un’auto futuristica, la DMC-12 è diventata celebre non per la sua capacità di offrire prestazioni straordinarie, ma per l’incredibile trasformazione in una macchina del tempo che ha permesso ai protagonisti di viaggiare tra epoche, dallo scenario degli anni ’50 fino al futuristico 2015 e oltre.

Ma come funziona questa incredibile macchina del tempo? La risposta è affascinante e complessa. Per avviarla, Doc inserisce una chiave nei circuiti temporali e, sui display a sette segmenti, appaiono le date che segnano il punto di arrivo, il punto di partenza e l’ora attuale. Ma la magia inizia davvero quando la DeLorean raggiunge una velocità di 88 miglia orarie (circa 141,6 km/h). In quel preciso istante, il flusso canalizzatore – una delle componenti più iconiche del veicolo – si attiva, e la macchina scompare in un lampo di luce blu, lasciando dietro di sé una scia di fuoco che segna il suo passaggio nel tempo. Quando la DeLorean arriva a destinazione, è spesso ricoperta di ghiaccio, segno che la potente energia necessaria per il viaggio temporale è stata assorbita.

A proposito di energia, uno degli aspetti più affascinanti della macchina è il suo approvvigionamento. Nel primo film, Doc utilizza plutonio per generare i necessari 1,21 gigawatt di energia elettrica, ma nel secondo capitolo, la DeLorean subisce un upgrade notevole: il plutonio viene sostituito dal dispositivo Mr. Fusion. Questa invenzione, che alimenta la macchina con i rifiuti domestici, aggiunge una nuova dimensione alla saga, sposando in modo brillante la scienza con la fantascienza. Mr. Fusion, infatti, non solo permette alla DeLorean di continuare il suo viaggio nel tempo senza la necessità di plutonio, ma introduce anche una visione futuristica della tecnologia e della sostenibilità.

Il cuore pulsante di questa macchina del tempo è, ovviamente, il flusso canalizzatore. Situato dietro i sedili, appare come una struttura a forma di “Y” con tre tubicini che contengono una sostanza luminosa. La sua invenzione è legata a un episodio fortuito nella vita di Doc: durante l’installazione di un orologio, una caduta lo colpisce in testa, facendo nascere il progetto del flusso canalizzatore nella sua mente. Inizialmente alimentato dal plutonio, grazie all’introduzione di Mr. Fusion il flusso canalizzatore diventa ancora più straordinario, permettendo alla macchina di viaggiare nel tempo in modo ancora più affascinante e funzionale.

Ma, al di là della sua funzione narrativa, la DeLorean stessa ha avuto una storia piuttosto travagliata nel mondo reale. Originariamente concepita come un’auto sportiva di lusso, la DMC-12 non ha avuto il successo commerciale sperato. La DeLorean Motor Company, che aveva progettato il veicolo, ha affrontato gravi difficoltà finanziarie, limitando la produzione. Eppure, l’apparizione della DeLorean nei film ha trasformato l’auto in un oggetto di culto, simbolo di innovazione e di viaggio nel tempo, capace di catturare l’immaginazione di milioni di fan in tutto il mondo.

La DeLorean messa all’asta da Mecum Auctions è una replica, ma purtroppo non ha preso parte alle riprese ufficiali del film. Tuttavia, questa versione continua a portare con sé l’eredità del film, facendo rivivere l’atmosfera e la magia che da anni affascina generazioni di spettatori. Per i fan di Ritorno al Futuro, possedere una DeLorean è come un sogno che diventa realtà, un’opportunità di vivere un po’ della storia cinematografica e di immaginare, magari, di viaggiare nel tempo.

Concludendo, l’asta della DeLorean rappresenta una straordinaria occasione per i collezionisti e gli appassionati della saga di possedere un pezzo di storia cinematografica, che racconta un’avventura senza tempo. Che si tratti di un collezionista di automobili o di un fan sfegatato di Ritorno al Futuro, questo è un momento che non si può perdere. Chi sa, forse il futuro o il passato aspettano proprio il nuovo proprietario di questa macchina leggendaria.

Ritorno al futuro – Parte II: compie 35 anni!

Il 22 Novembre 1989, il regista Robert Zemeckis e lo sceneggiatore Bob Gale ci regalarono il secondo episodio della trilogia di Ritorno al futuro, una delle saghe cinematografiche più amate e apprezzate di tutti i tempi. Ritorno al futuro – Parte II (Back to the Future Part II) è un film che ha saputo stupire e divertire il pubblico, grazie alla sua trama avvincente, ai suoi personaggi carismatici, alla sua colonna sonora indimenticabile e ai suoi effetti speciali sorprendenti. Il film è anche un’opera visionaria, che ha anticipato alcune tendenze e innovazioni del futuro, come i videogiochi interattivi, le videotelefonate, le impronte digitali, i droni e le auto volanti.

La trama

Il film riprende esattamente da dove era terminato il primo capitolo, con il giovane Marty McFly (Michael J. Fox) e il suo amico scienziato Doc Brown (Christopher Lloyd) che partono a bordo della DeLorean, la macchina del tempo alimentata dal plutonio, per andare nel futuro, precisamente nel 2015, per risolvere alcuni problemi della famiglia McFly. Tuttavia, il viaggio nel tempo si rivela più complicato del previsto, e Marty e Doc si ritrovano coinvolti in una serie di avventure che li porteranno a visitare il 1955, lo stesso anno in cui Marty aveva viaggiato nel primo film, e il 1885, l’epoca del vecchio west. Lungo il percorso, dovranno affrontare il loro nemico Biff Tannen (Thomas F. Wilson), che grazie a un almanacco sportivo rubato a Marty nel futuro, è diventato un ricco e potente magnate, alterando il corso della storia.

Le differenze con il primo film

Ritorno al futuro – Parte II si distingue dal primo film per diversi aspetti, sia a livello di trama che di produzione. Innanzitutto, il film presenta una struttura narrativa più complessa e articolata, che gioca con le variazioni temporali e i paradossi che ne derivano. Il film, infatti, non si limita a mostrare un solo viaggio nel tempo, ma ne propone ben quattro, che si intrecciano e si sovrappongono, creando situazioni divertenti e imprevedibili. Il film, inoltre, offre una visione del futuro più fantasiosa e colorata, che contrasta con il passato più realistico e nostalgico. Il film, infine, introduce nuovi personaggi e nuove situazioni, che arricchiscono la storia e la rendono più dinamica e coinvolgente.

Le curiosità

Ritorno al futuro – Parte II è un film che nasconde molte curiosità e aneddoti, che ne testimoniano la qualità e la creatività. Ecco alcune delle più interessanti:

  • Il film è stato girato contemporaneamente al terzo episodio della saga, che uscì un anno dopo. Questa scelta fu dettata da motivi economici e logistici, ma anche dalla volontà di creare una continuità narrativa tra i due film.
  • Il film ha previsto alcune innovazioni tecnologiche che si sono poi realizzate nel futuro, come i videogiochi interattivi, le videotelefonate, le impronte digitali, i droni e le auto volanti. Alcune di queste invenzioni sono state ispirate da altre opere di fantascienza, come Blade Runner, Star Wars e 2001: Odissea nello spazio.
  • Il film ha anche sbagliato alcune previsioni sul futuro, come la vittoria dei Chicago Cubs alle World Series del 2015, che si è verificata un anno dopo.
  • Il film ha avuto alcuni problemi legali con alcuni attori del primo film, che non hanno partecipato al secondo. Crispin Glover, che interpretava il padre di Marty, George McFly, ha chiesto una cifra eccessiva per riprendere il ruolo, e ha poi fatto causa alla produzione per aver usato il suo volto senza il suo consenso. Elisabeth Shue, che interpreta la fidanzata di Marty, Jennifer Parker, ha sostituito Claudia Wells, che aveva rinunciato al ruolo per motivi personali.
  • Il film ha avuto un grande successo di pubblico e di critica, incassando oltre 330 milioni di dollari in tutto il mondo, e ricevendo numerosi premi e riconoscimenti, tra cui un Oscar per i migliori effetti speciali.

La valutazione

Ritorno al futuro – Parte II è un film che ha fatto la storia del cinema, e che ancora oggi è considerato un capolavoro del genere. Il film è in grado di coinvolgere e divertire lo spettatore, grazie alla sua trama avvincente, ai suoi personaggi carismatici, alla sua colonna sonora indimenticabile e ai suoi effetti speciali sorprendenti. Il film è anche un’opera visionaria, che ha anticipato alcune tendenze e innovazioni del futuro, come i videogiochi interattivi, le videotelefonate, le impronte digitali, i droni e le auto volanti. Ritorno al futuro – Parte II è un film da vedere e rivedere, per apprezzare la sua qualità e la sua creatività, e per sognare di poter viaggiare nel tempo.

Back to the Future – Back in Time. Si torna a giocare ad Hill Valley nel 1955

Nel 2020, Funko Games ha lanciato un gioco da tavolo che ha fatto impazzire tutti i fan di Ritorno al Futuro, una delle saghe cinematografiche più iconiche degli anni ’80. Il gioco in questione, Back to the Future – Back in Time, è un’esperienza cooperativa adrenalinica per 1-4 giocatori, che ci catapulta nel 1955, proprio come nel primo film della trilogia, dove l’obiettivo è impedire che il futuro di Marty McFly svanisca. Questo gioco, ricco di pietre miliari cinematografiche, promette di far rivivere l’emozione dei viaggi nel tempo e delle corse contro il destino, mescolando nostalgia e strategia in un mix perfetto per i fan della saga.

Nel gioco, i partecipanti assumono il ruolo di uno dei quattro protagonisti principali: Marty McFly, Doc Brown, Jennifer Parker o il cane Einstein. Ogni giocatore deve cooperare con gli altri per risolvere gli eventi che si susseguono in Hill Valley, lavorando per riparare la DeLorean, sconfiggere Biff Tannen e la sua banda di combinaguai, e soprattutto per far innamorare George e Lorraine, i genitori di Marty, al fine di salvare il futuro. Solo se riusciranno a completare tutti questi compiti, i giocatori potranno accelerare la DeLorean a 88 miglia orarie sulla Main Street, in tempo per far scoccare il fulmine sulla Torre dell’Orologio e portare Marty indietro nel futuro.

Il gioco si svolge attraverso turni cooperativi e coinvolge l’utilizzo di dadi per risolvere prove e opportunità sparse per la città. Ogni personaggio è dotato di una plancia con poteri speciali, tessere e carte che determinano i movimenti e le azioni disponibili. La dinamica del gioco si sviluppa su due fasi: la “linea temporale” e le “azioni”. Durante la fase della linea temporale, il gioco si occupa di metterci in difficoltà, facendo muovere George e Lorraine sulla mappa, generando guai e facendo avanzare il Love Meter, che è rappresentato dalla foto di famiglia di Marty e che lentamente svanisce man mano che il tempo scorre. Questo elemento del gioco è uno dei più emozionanti, poiché crea una tensione palpabile: se non riusciremo a sistemare le cose in tempo, la foto si disintegrerà e il futuro di Marty sarà compromesso.

Durante la fase delle azioni, i giocatori possono muoversi sulla mappa, affrontare le prove, risolvere gli eventi, e utilizzare oggetti e tessere speciali ottenuti dalle proprie imprese. Ogni azione può essere determinante per accelerare o rallentare il progresso del gioco, con particolare attenzione a tenere lontano Biff e i suoi scagnozzi. Ogni volta che appare il malefico faccione di Biff sui dadi, la situazione si fa più difficile: Biff si avvicina sempre di più ai genitori di Marty, mettendo in pericolo la loro storia d’amore e, di conseguenza, il futuro. Ma non tutto è perduto! Alcune tessere e oggetti speciali possono aiutarci a tenere Biff a bada, anche se la sua minaccia resta costante.

La gestione dei dadi è un altro aspetto centrale del gioco: il lancio dei dadi è fondamentale per superare le prove e completare le varie missioni. Tuttavia, la presenza di Biff sui dadi rappresenta una variabile imprevedibile che può ribaltare le sorti del gioco in qualsiasi momento. Nonostante la componente di fortuna, che è un aspetto determinante, la strategia gioca un ruolo altrettanto importante. Le azioni devono essere ponderate con attenzione, tenendo conto delle probabilità, delle risorse disponibili e degli eventi che si susseguono. La buona riuscita del gioco dipende dalla capacità di lavorare insieme, affrontando sfide diverse e cercando di rimanere un passo avanti rispetto al destino.

Un altro elemento che contribuisce a rendere Back to the Future – Back in Time così affascinante è la sua alta rigiocabilità. Nonostante dopo un po’ di partite i giocatori abbiano visto tutti gli eventi principali, la casualità con cui questi eventi si presentano, unita alla variabilità dei movimenti dei personaggi e dei dadi, garantisce un’esperienza diversa ad ogni partita. Inoltre, la possibilità di giocare con diversi personaggi e ruoli aumenta ulteriormente la rigiocabilità, poiché ogni personaggio ha poteri unici e interazioni diverse con gli eventi.

Non mancano, però, alcuni dettagli che potrebbero far storcere il naso a qualche appassionato. Le miniature dei personaggi, sebbene ben modellate, non sono particolarmente rifinite. Molti si aspettavano miniature più dettagliate, magari in stile Funko o almeno colorate, ma alla fine, questi piccoli difetti non intaccano la qualità complessiva del gioco, che rimane comunque un must-have per i fan della saga.

Per chi ama Ritorno al Futuro, questo gioco rappresenta un modo fantastico per immergersi ancora di più nell’universo della trilogia. La cura nei dettagli, come la DeLorean che si muove sulla mappa, la Torre dell’Orologio che lancia dadi e la presenza di tanti elementi presi direttamente dal film, fanno sì che ogni partita sembri una piccola avventura nell’affascinante mondo dei viaggi nel tempo. In conclusione, Back to the Future – Back in Time è un gioco che merita di essere aggiunto alla collezione di ogni nerd, non solo per la sua sfida strategica, ma anche per il modo in cui riesce a catturare l’essenza della saga cinematografica, portando i giocatori a vivere un’esperienza indimenticabile.

Ritorno al Futuro: il 19 ottobre 2024, riscopri il Retrogaming alla Biblioteca di Niardo

Se sei un appassionato di videogiochi e vuoi rivivere i momenti iconici della storia del gaming, non puoi perdere la mostra interattiva “Ritorno al Futuro”, che si svolgerà il 19 ottobre 2024 presso la Biblioteca di Niardo, situata nella suggestiva Valle Camonica. Organizzata dalla “Società Cooperativa Sociale Il Leggio”, levento si colloca all’interno delle iniziative per il progetto «Ludoteca in Biblioteca», organizzato dai Comuni di Niardo, Piancogno, Pian Camuno e Cedegolo, con la partecipazione delle associazioni «La Gilda del Gioco di Ruolo» e «Camunia Ludica» e la realizzazione tecnica della cooperativa Il Leggio di Breno.

L’iniziativa “Ritorno al Futuro” sarà dunque un’ottima occasione imperdibile per immergersi nel mondo delle console e dei computer che hanno segnato l’inizio dell’era videoludica. Dalle 14:00 alle 19:00 e dalle 20:30 alle 22:30, i visitatori avranno la possibilità di provare in prima persona i videogiochi che hanno fatto la storia, mentre alle 20:00 ci sarà una conferenza dedicata alla storia della tecnologia, un approfondimento che promette di arricchire ulteriormente l’esperienza.

La mostra non è solo un modo per tuffarsi nel passato; è anche un’importante opportunità educativa. In un contesto così evocativo come una biblioteca, questo evento si trasforma in una vera e propria esperienza culturale e formativa, capace di attrarre visitatori di tutte le età. La storia dei videogiochi, che affonda le radici negli anni ’50 e ’60 con i primi esperimenti di giochi elettronici, è ricca e affascinante. Dalla nascita delle prime console, come l’Atari 2600 e il Nintendo Entertainment System (NES), fino all’avvento di sistemi più moderni, ogni tappa racconta un’evoluzione tecnologica che ha cambiato per sempre il modo di giocare.

Il retrogaming, di per sé, è un fenomeno che va oltre la semplice nostalgia. È un modo per riscoprire la creatività e l’innovazione degli sviluppatori di giochi che, nonostante le limitazioni tecniche dell’epoca, sono riusciti a creare titoli memorabili. Molti di questi giochi classici continuano a essere apprezzati proprio per il loro gameplay coinvolgente e per le storie che, anche dopo decenni, riescono a conquistare i cuori dei giocatori. Durante l’evento, ci saranno dimostrazioni di giochi e tornei che renderanno il tutto ancora più dinamico, offrendo l’opportunità di discutere di come questi titoli abbiano influenzato l’industria moderna.

La scelta di organizzare questa mostra in una biblioteca è azzeccata. Le biblioteche sono da sempre spazi di apprendimento e scoperta, e un evento di questo tipo può arricchire notevolmente l’offerta culturale di queste istituzioni. L’ambiente tranquillo e accogliente di una biblioteca crea la cornice ideale per immergersi in questa esperienza, favorendo l’interazione tra i partecipanti e lo scambio di conoscenze.

“Ritorno al Futuro” non è quindi solo un viaggio nel passato del gaming, ma rappresenta anche un’opportunità per educare e ispirare le nuove generazioni. Celebrando la storia dell’informatica e dei videogiochi in un contesto così significativo, possiamo preservare e valorizzare un patrimonio culturale che ha influenzato profondamente la nostra società, rendendolo accessibile a tutti. Non perdere l’occasione di partecipare a questo evento unico il 19 ottobre presso la Biblioteca di Niardo; portare la propria console e giocare insieme ai tanti appassionati sarà un’esperienza indimenticabile!

Back To The Future: Dice Through Time. In viaggio nel tempo con Doc, Marty e la DeLorean

Per gli appassionati della trilogia cinematografica di Ritorno al Futuro , la Ravensburger ha creato un’esperienza ludica che ci catapulta direttamente nelle avventure di Marty McFly e del mitico Doc Brown. Back To The Future: Dice Through Time è un gioco da tavolo cooperativo per 1-4 giocatori che ci mette nei panni dei protagonisti, impegnati in una missione cruciale: riparare il continuum spazio-temporale dopo che Biff Tannen, eterno antagonista, ha rubato la DeLorean e scombussolato gli eventi storici. La posta in gioco? Salvare l’universo da una catastrofe temporale!

La confezione del gioco è un omaggio visivo ai fan della saga: uno sfondo nero su cui campeggiano fulmini bianchi e le tre DeLorean che rappresentano il presente, il passato e il futuro. Un packaging che richiama subito alla mente le atmosfere futuristiche e adrenaliniche dei film, promettendo di trasportare i giocatori in una corsa contro il tempo per evitare che i paradossi temporali distruggano l’ordine naturale degli eventi.

Il gioco si sviluppa su un tabellone suddiviso in quattro linee temporali: 1885, 1955, 1985 e 2015, con locazioni familiari a chi conosce i film, come la Torre dell’Orologio di Hill Valley e la casa dei McFly. Ogni linea temporale presenta delle sfide specifiche e ogni turno ci vedrà intenti a muoverci tra le epoche, raccogliere oggetti disseminati da Biff e riportarli al loro posto nel giusto tempo. L’obiettivo finale è quello di collaborare per riparare tutti i paradossi prima che il tracciato “Outatime” raggiunga il termine, segnando così la fine del gioco e del continuum spazio-temporale come lo conosciamo.

La componente cooperativa è il cuore pulsante di Back To The Future: Dice Through Time. I giocatori devono osservare attentamente le loro mosse, usando i dadi speciali per viaggiare nel tempo, risolvere eventi e contrastare le azioni di Biff, che si sposta in modo imprevedibile tra le diverse epoche, creando sempre nuovi problemi. Ogni dado rappresenta una possibilità di azione e la scelta di come realizzare diventa fondamentale per il successo della missione. È proprio questa strategia condivisa che rende il gioco così avvincente, poiché ogni scelta può fare la differenza tra la vittoria e il disastro.

Il regolamento del gioco, contenuto in un manuale di otto pagine, è sorprendentemente semplice e chiaro, considerando la profondità dell’esperienza ludica offerta. La prima parte è dedicata alla preparazione del gioco e alla scelta del livello di difficoltà, che va dal più semplice “Esperimento scientifico” al più complesso “Nessuno può chiamarmi fifone!”. Questa scalabilità rende il gioco accessibile a giocatori di tutte le età e abilità, ma non manca di offrire una sfida degna dei viaggi nel tempo più pericolosi. È interessante notare come il regolamento suggerisce che il gioco sia adatto a partire dai dieci anni, mentre sulla confezione è indicata un’età minima di diciotto. Un piccolo errore che, ci auguriamo, sarà corretto nelle future ristampe.

Nella scatola troviamo tutto ciò che serve per un’avventura temporale mozzafiato. Ogni giocatore ha a disposizione un proprio set di dadi e un modellino di DeLorean, distinto per colore, che rappresenta il proprio personaggio nel gioco. Oltre ai dadi e ai modellini, la scatola contiene quattro segnaposto Biff, uno per ogni linea temporale, un segnaposto “Outatime” che indica il livello di rischio temporale, e diversi mazzi di carte evento e oggetto che arricchiscono l’esperienza di gioco con imprevisti e colpi di scena. La preparazione è rapida, richiede solo pochi minuti e varia leggermente a seconda del livello di difficoltà scelto, rendendo il gioco pronto in un battito d’occhio per sfide di diversa complessità.

Il tabellone è stato progettato con grande cura per i dettagli, ricreando fedelmente le ambientazioni del film e facilitando l’organizzazione del gioco. Nella parte superiore è presente un segnapunto che permette di monitorare l’andamento del paradosso temporale, mentre a sinistra è stato lasciato lo spazio per disporre comodamente tutti i mazzi di carte necessari. Ogni partita è un’esperienza unica, con eventi e oggetti che appaiono in luoghi diversi a seconda del turno e delle scelte dei giocatori.

In definitiva, Back To The Future: Dice Through Time riesce a catturare lo spirito della trilogia cinematografica, offrendo un’esperienza di gioco coinvolgente e ben strutturata. È un titolo che brilla per la sua capacità di combinare strategia e narrativa, rendendo ogni partita una corsa contro il tempo per salvare l’universo. Che siate fan sfegatati di Ritorno al Futuro o semplicemente alla ricerca di un gioco cooperativo originale e divertente, questo titolo della Ravensburger saprà farvi viaggiare tra le epoche e vivere avventure degne di Marty e Doc. Perché, come ci ha insegnato il buon vecchio Doc, “Il futuro non è scritto: il vostro futuro dipende solo da voi. Fate che sia un buon futuro!”.

Grande successo per l’edizione 2024 di MessinaCon

La magia del fumetto e del fantastico ha illuminato Messina con l’edizione 2024 del MessinaCon, il festival che si è svolto al Palacultura Antonello da Messina dal 30 agosto al 1 settembre. Questa edizione, organizzata dall’associazione StrettoCrea e patrocinata dal Comune di Messina in collaborazione con l’assessorato alle politiche giovanili, la Fumetteria La Torre Nera e la Fondazione Architetti del Mediterraneo, ha rappresentato un trionfo di pubblico e di partecipazione, consolidando il festival come uno degli eventi più attesi del panorama nazionale.

Il MessinaCon 2024 si è concluso con una vibrante gara Cosplay, che ha visto protagonisti 42 cosplayer provenienti da Sicilia e Calabria. Questo evento, non solo ha celebrato l’arte del travestimento e della performance, ma ha anche confermato la crescente popolarità e l’importanza culturale del festival. Giuseppe Mulfari, presidente di StrettoCrea, ha sottolineato come i tre giorni del festival siano stati densi di eventi e attività, con un forte focus non solo sull’intrattenimento e il fumetto, ma anche sulla sensibilizzazione riguardo a temi sociali, in particolare quelli legati alla sfera Lgbt. Per questo motivo, gli ospiti sono stati divisi in due gruppi distinti per le interviste, organizzate da UniversoMe e Arcigay giovani.

Tra i grandi nomi dell’edizione 2024, hanno spiccato Ruggero de I Timidi, FumettiBrutti e Immanuel Casto. Ruggero de I Timidi, con il suo mix di umorismo e musica leggera, ha intrattenuto il pubblico con un concerto che ha arricchito ulteriormente l’evento. Immanuel Casto, noto per il suo impegno nella comunità LGBTQ+, ha partecipato a un meet & greet, mentre FumettiBrutti, al secolo Josephine Yole Signorelli, ha condiviso la sua esperienza nel mondo del fumetto, sottolineando il suo ruolo fondamentale nella narrazione di storie come “Romanzo esplicito” e “P. La mia adolescenza trans”.

La crescente importanza del MessinaCon è testimoniata dai numeri. La manifestazione del 2019 aveva attirato oltre 5000 visitatori, e l’edizione 2024 ha continuato a costruire su questo successo. Mulfari ha riconosciuto l’afflusso considerevole di giovani, che hanno approfittato dell’area gioco dell’Arena Cicciò e degli stand di Roll and Roll, dimostrando come il festival stia diventando sempre più un punto di riferimento per gli appassionati di fumetto e intrattenimento.

Guardando al futuro, il MessinaCon è pronto a evolversi ulteriormente. Con l’edizione 2025, che segnerà il decimo anniversario della manifestazione, sono previste importanti novità. Mulfari ha espresso il desiderio di ampliare lo spazio dell’evento, auspicando una location più grande rispetto al Palacultura. Il festival cambierà nome in “Fiera del Fumetto e dell’Intrattenimento”, e si aprirà a nuove aree di interesse, inclusi cinema, doppiaggio e piattaforme online.

Prima di questo, StrettoCrea è già al lavoro per il prossimo grande evento: il festival “Stretto Art”, che si svolgerà sempre al Palacultura dall’11 al 12 ottobre. Tra gli ospiti d’eccezione di questo evento, spicca Murubutu, il rapper e cantautore italiano fondatore del collettivo La Kattiveria, noto per il suo “letteraturap”, una fusione di hip hop con letteratura, storia e filosofia.

Con queste prospettive entusiasmanti, il MessinaCon continua a dimostrarsi un pilastro nel panorama degli eventi culturali italiani, pronto a sorprendere e ispirare anche negli anni a venire.

StarCon 2024: un raduno imperdibile per gli appassionati di fantascienza

La StarCon, lo storico raduno italiano di appassionati di fantascienza (in particolare di Star Trek ma non solo!) si svolgerà dal 17 al 19 maggio 2024 sempre a Bellaria Igea Marina. Gli organizzatori, da buoni esploratori “alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà per arrivare coraggiosamente là dove nessuno è mai giunto prima”, o quasi, hanno deciso di cambiare location: il raduno si svolgerà nei locali del Palazzo del Turismo di Bellaria (situato Via Leonardo da Vinci, 2 vicino alla stazione locale), uno spazio ideale per offrire ai propri ospiti un luogo dove incontrarsi e giocare, un palcoscenico per sfilare e condividere le proprie passioni.

L’evento nasce nel 2011 dalla collaborazione tra gli organizzatori delle tre convention di fantascienza più longeve e ricche di attività d’Italia: Sticcon, Italcon e Yavincon. Si tratta quindi di un contenitore a tema per i raduni nazionali delle associazioni e dei gruppi più numerosi e attivi d’Italia, l’evento-sogno di tutti gli appassionati.

Le serie più iconiche come Star Trek, Doctor Who, Stargate, Star Wars e Ritorno al Futuro saranno le protagoniste indiscusse dell’evento.

” … è un grande evento aggregante, un’occasione per rivedersi, uno spettacolo per appassionare. E’ chiacchierare fino a notte fonda sui divanetti di un albergo pasteggiando a vino e pane e salame, è indossare un costume per sentirsi più vicini ai propri eroi, è vivere per qualche giorno in un’altra dimensione. E’ dove i fan club si uniscono per tenere le loro convention. È gioco, follia, intrattenimento, risate e amicizia. E’ il luogo in cui ci si ritrova a distanza di un anno, e ci si comporta come se ci si fosse visti soltanto il giorno prima. E’ un’isola fuori dal mondo, ma mai lontana dal mondo. Un luogo dove chi si affaccia per la prima volta non ha mai difficoltà a trovare nuovi amici. E nessuno viene lasciato da solo. E’ una categoria dello spirito, ma anche un luogo reale, che cambia e si rinnova ogni anno, aggiungendo nuove realtà e nuovi amici. E’ la nostra casa quando siamo fuori casa. E solo il cielo come limite”.

Una vera e propria “convention” di fantascienza, non una “fiera del fumetto”. Questo vuol dire che alla StarCon si deve dimenticare la classica folla impersonale intenta solo a fare shopping: l’atmosfera che si respira durante la convention è quella di una vacanza con gli amici, una full immersion nell’immaginazione, circondati solo da persone con gli stessi interessi. Sono tante infatti le possibilità di approfondimento e socializzazione che gli organizzatori offrono ai partecipanti: ci sono giochi, proiezioni, incontri con gli attori… ma non ci si limita solo alla parte di pura fantasia, infatti ci sono anche dibattiti scientifici tenuti da studiosi e scienziati che spiegano i più recenti risultati in campo tecnologico e scientifico. La convention si ferma ogni giorno negli orari dei pasti, che vengono consumati in un unico luogo, per offrire un’importante pausa dedicata alla socializzazione. Sta dunque agli ospiti scegliere cosa fare: si può essere semplici spettatori e usufruire di tutte le opportunità offerte, o spingervi un po’ più in là e, magari, offrirsi come concorrenti dei numerosi giochi (sul palco e non), partecipare alla sfilata dei costumi.

Il leggendario dottor Robert Picardo, che ama l’Italia, sarà ospite per la prossima Starcon 2024. Questo attore, sceneggiatore, regista e compositore sorprenderà i presenti con aneddoti e nuove esperienze. Ha iniziato la sua carriera a Yale ma ha presto cambiato corso di studi per conseguire una laurea in drammaturgia. Ha debuttato a Broadway nel 1977 e ha ottenuto ruoli importanti anche in televisione. Picardo è famoso per il ruolo del Dottore in “Star Trek: Voyager” e per il personaggio di Richard Woolsey in diverse serie “Stargate”. Ha recitato in diversi film, tra cui “Salto nel Buio” e “Ave Cesare”. Di recente, è apparso in “The Orville”. La passione giovanile di Bob per la biologia è stata costante durante tutta la sua vita e si è poi trasformata in un grande amore per la scienza e l’esplorazione. Per questo motivo, l’attore contribuisce da oltre 15 anni alle attività dell’associazione no-profit The Planetary Society, il cui obiettivo è promuovere l’esplorazione spaziale. Robert realizza regolarmente video per la newsletter gratuita The Planetary Post, che mira ad avvicinare i fan di fantascienza alle attività dell’associazione e a renderli promotori dell’esplorazione spaziale.

Insieme all’iconico dottore, come ospiti d’onore della convention, ci saranno due attrici che hanno contribuito a “costruire” quel fenomeno che amiamo e che ci scalda il cuore che è la Serie Classica. Beverly Washburn e Tanya Lemani entrambe ci racconteranno aneddoti dell’ epoca e parleranno delle loro carriere. Altri ospiti di rilievo includono Kitty Swink,  Richard Price e Harry Waters Jr., tutti con una lunga carriera nel mondo della recitazione.

Inoltre, come ospite eccezionale dello StarCon Italia 2024, il grande attore Armin Shimerman, noto per aver interpretato il ruolo del ferengi Quark in tutte e sette le stagioni della amatissima serie “Star Trek Deep Space Nine”. Armin Shimerman, ha inoltre doppiato personaggi in diverse serie animate e videogiochi come “Le tristi avventure di Billy & Mandy” e “Ratchet & Clank”. Nato a Lakewood, è cresciuto a Los Angeles, dove ha sviluppato la passione per il teatro. Ha avuto ruoli televisivi nelle serie CBS, ma è diventato famoso con il suo coinvolgimento nel franchise di Star Trek. Ha anche recitato in altre serie come “Buffy the Vampire Slayer” e “Boston Legal”. Oltre alla recitazione, Shimerman è anche un doppiatore di videogiochi, prestando la voce a personaggi come il Dottor Nefarious in “Ratchet & Clank” e il Green Goblin in “Marvel: Ultimate Alliance 2”. È coautore di un romanzo di Star Trek e ha pubblicato altri libri. È anche un insegnante di Shakespeare presso l’University of Southern California.

L’evento non si limiterà alle sole apparizioni degli ospiti, ma offrirà anche un’ampia varietà di iniziative ed attività.

Ci saranno incontri riguardanti le novità e le curiosità sulle serie televisive e cinematografiche, lezioni di lingua klingon e insoliti dettagli sulla musica dei guerrieri di Star Trek. Sarà possibile partecipare a sessioni di doppiaggio, scoprire i segreti della realizzazione di oggetti di scena e divertirsi con giochi, fumetti e modellini lego. Inoltre, la Starcon 2024 sarà un’occasione per approfondire il dietro le quinte delle produzioni cinematografiche e televisive grazie alla presenza dell’attrice e direttrice di doppiaggio Stefanella Marrama, dello scrittore Leonardo Patrignani e dell’astrofilo Fabio Mortari.

Starcon 2024 è organizzata da diverse associazioni legate al mondo della fantascienza come Ultimo Avamposto, Stic-AL Star Trek Italian Club “Alberto Lisiero”, Iks Italian Klinzha Society, Rocca Prop, Doctor Who Italian Club e SG-F Italia Stargate Fanclub Italia. Si prevede che l’evento sia un’esperienza imperdibile per gli appassionati di fantascienza e giochi di ruolo di ogni genere.

La crescita del fenomeno Nerd: dai “secchioni” degli anni ’80 alla moderna Pop-Culture

Il termine “Nerd” è nato negli Stati Uniti negli anni ’50, per indicare una persona appassionata di argomenti considerati poco interessanti o socialmente accettati, come la scienza, la matematica, la fantascienza, i fumetti, i giochi di ruolo, ecc. Il Nerd era spesso rappresentato come un individuo introverso, timido, impacciato, con occhiali spessi e vestiti fuori moda, che veniva deriso o emarginato dagli altri, soprattutto dai cosiddetti “popolari” o “fighi”.

Negli anni ’80, il Nerd ha iniziato a guadagnare una certa visibilità e simpatia nel mondo dell’intrattenimento, grazie a film come “La rivincita dei Nerds”, “Indiana Jones”, “Ghostbusters” , “Ritorno al futuro” e a serie televisive come “MacGyver” (1985-1992) ecc. Queste opere hanno mostrato al pubblico che i Nerd potevano essere anche eroi, divertenti, avventurosi, intelligenti e creativi, e che i loro interessi potevano essere affascinanti e coinvolgenti.

Tuttavia, il vero boom del fenomeno Nerd è avvenuto alla fine degli anni ’90, grazie a tre fattori principali: la diffusione degli anime in TV nazionali, la nascita delle moderne console domestiche e i primi passi del web.

L’importanza della diffusione degli anime nelle reti nazionali e su canali come MTV è fondamentale per la promozione della cultura nerd a livello globale. La serie “Dragon Ball” del mai abbastanza compianto e omaggiato Akira Toriyama, in particolare, ha avuto un ruolo cruciale in questo processo. Questa serie infatti non è solo un capolavoro dell’animazione giapponese; è un fenomeno culturale che ha attraversato i confini nazionali, influenzando generazioni di fan e contribuendo significativamente alla diffusione della cultura nerd. La decisione di trasmettere “Dragon Ball” su Italia Uno, dopo pranzo, a ritorno da scuola,  ha permesso a questo anime di raggiungere un pubblico vasto e diversificato, ben oltre la nicchia degli appassionati di manga e anime. La narrazione epica di Goku e dei suoi compagni, la ricerca delle sfere del drago e le battaglie mozzafiato hanno catturato l’immaginazione di milioni di spettatori, creando un legame comune tra persone di diverse età, culture e background. Questa esposizione ha avuto un effetto domino, portando alla scoperta di altri anime e manga, e ha aperto la porta a un interesse più ampio per la cultura giapponese, dai videogiochi alla letteratura. La presenza di “Dragon Ball” in TV ha anche contribuito a normalizzare gli interessi nerd, mostrando che tali passioni non sono riservate a una minoranza, ma possono essere condivise e apprezzate da tutti. Inoltre, ha ispirato una nuova ondata di creatività, con fan che hanno prodotto opere d’arte, fan fiction e videogiochi basati sull’universo di “Dragon Ball”.

Al contempo, le console domestiche, come la PlayStation (1994), la Nintendo 64 (1996), la Sega Saturn (1995), la Dreamcast (1998), ecc., hanno portato i videogiochi nelle case di milioni di persone, trasformando quello che era un hobby di nicchia in un fenomeno di massa. I videogiochi sono diventati sempre più sofisticati, vari, belli e immersivi, offrendo esperienze di gioco uniche e coinvolgenti. Alcuni titoli, come “Final Fantasy VII” (1997), “Metal Gear Solid” (1998), “The Legend of Zelda: Ocarina of Time” (1998), “Resident Evil” (1996), “Tomb Raider” (1996), ecc., sono entrati nella storia della cultura popolare, creando fanbase enormi e fedeli.

Il web, invece, ha permesso ai Nerd di connettersi tra loro, di condividere le loro passioni, di scambiarsi informazioni, opinioni, consigli, recensioni, fan art, fan fiction, ecc. Il web, grazie alla nascita dei primi “blog antelitteram” (come lo stesso Satyrnet) e i primi forum  ha anche ampliato l’accesso a fonti di informazione e intrattenimento che trattavano di argomenti allora di nicchia , come cinema, fumetti, libri, serie tv, anime, manga, cosplay, ecc dandogli una rilevanza diversa, connessa, condivisa! Il web ha anche dato voce e visibilità a personalità nerd, come scrittori, registi, attori fino alle così dette web star come youtuber, blogger, influencer, ecc., che hanno contribuito a diffondere e a valorizzare la cultura nerd.

In questo modo, il Nerd ha smesso di essere un “looser”, un perdente, un emarginato, per diventare un “cooler”, un vincente, un protagonista.

Il Nerd ha dimostrato di avere talento, passione, curiosità, fantasia, spirito critico, senso dell’umorismo, e di saper apprezzare e creare bellezza. Il Nerd ha conquistato il rispetto e l’ammirazione degli altri, e ha influenzato la società e la cultura in molti ambiti, come l’arte, la scienza, la tecnologia, l’innovazione, l’educazione, il divertimento, ecc.

Oggi, il Nerd non è più un’etichetta negativa, ma un’identità positiva, una fonte di orgoglio, una comunità di appartenenza. Oggi, essere Nerd è cool.