All’inseguimento della pietra verde

Il 30 Marzo 1984, quarant’anni fa, usciva nei cinema americani (il 7 settembre 1984 in Italia) il film “All’inseguimento della pietra verde, un piccolo capolavoro dimenticato diretto da Robert Zemeckis, interpretato da Michael Douglas e Kathleen Turner. Si tratta di una commedia d’avventura, ispirata al successo di I predatori dell’arca perduta di Steven Spielberg, che mescola azione, umorismo e romanticismo in una storia ambientata nella Colombia degli anni ’80.

All'inseguimento della pietra verde (film 1984) TRAILER ITALIANO

La protagonista è Joan Wilder, una scrittrice di romanzi rosa che vive a New York con il suo gatto Romeo. La sua vita monotona viene sconvolta quando riceve una mappa del tesoro speditale dal cognato, poco prima di essere ucciso in Colombia. La mappa è l’unica speranza per salvare la sorella Elaine, rapita da una banda di criminali che vuole impadronirsi della pietra verde, un prezioso gioiello nascosto nella giungla. Joan parte per la Colombia, ma finisce per sbaglio in un villaggio sperduto, dove viene attaccata da un misterioso militare di nome Zolo. Per fortuna, viene salvata da Jack Colton, un avventuriero americano che si offre di aiutarla a raggiungere la città di Cartagena in cambio di una ricompensa. Inizia così un viaggio pieno di peripezie, tra inseguimenti, sparatorie, coccodrilli, cascate e fango.

Lungo il cammino, Joan e Jack si innamorano, ma dovranno affrontare anche la concorrenza di Ralph, un losco figuro al soldo di Ira, il capo dei rapitori. All’inseguimento della pietra verde è un film che ha riscosso un grande successo al botteghino, grazie alla simpatia e alla chimica dei due protagonisti, che ricordano le coppie classiche del cinema hollywoodiano.

Il film ha anche lanciato la carriera di Robert Zemeckis, che due anni dopo avrebbe diretto il celebre Ritorno al futuro. Il film ha avuto un sequel nel 1985, Il gioiello del Nilo, sempre con Douglas e Turner. All’inseguimento della pietra verde è un film da vedere e rivedere, per chi ama le avventure esotiche, le storie d’amore e le risate. Un film che non passa mai di moda, come la pietra verde che fa da filo conduttore alla trama.

Ritorno al futuro – Parte III: il viaggio nel tempo si conclude nel West

Ritorno al futuro – Parte III è il film che chiude la trilogia di fantascienza e avventura ideata da Robert Zemeckis e Bob Gale, e prodotta da Steven Spielberg. Il film, uscito nel 1990, segue le vicende di Marty McFly (Michael J. Fox) e del suo amico scienziato Doc Brown (Christopher Lloyd), che dopo aver viaggiato nel 1955 e nel 2015, si ritrovano nel 1885, nel selvaggio West, dove devono salvare la vita di Doc e trovare il modo di tornare nel presente.

Il film è un omaggio al genere western, con numerose citazioni e riferimenti a film classici come “C’era una volta il West”, “Il buono, il brutto, il cattivo” e le pellicole di John Wayne. Il film è anche ricco di humor, azione, emozione e colpi di scena, che lo rendono un degno conclusione di una saga che ha fatto la storia del cinema.

RITORNO AL FUTURO - PARTE 3 | Trailer italiano

La trama

Il film inizia dove era finito il secondo episodio, con Marty che riceve una lettera da Doc, che gli rivela di essere vivo e vegeto nel 1885, dove si è stabilito come maniscalco. Marty, con l’aiuto del Doc del 1955, riesce a localizzare la DeLorean, la macchina del tempo, nascosta in una miniera, e a ripararla. Marty scopre però che Doc è in pericolo, in quanto verrà ucciso da Buford “Cane pazzo” Tannen (Thomas F. Wilson), l’antenato di Biff, il suo acerrimo nemico. Marty decide quindi di andare nel 1885 per salvare Doc, ma durante il viaggio nel tempo, la DeLorean viene colpita da un fulmine e si danneggia il serbatoio della benzina. Marty arriva nel 1885, dove viene subito inseguito da una banda di indiani e poi da Buford e i suoi scagnozzi, che lo scambiano per il suo antenato Seamus McFly (Michael J. Fox). Marty riesce a scappare e a raggiungere Doc, che lo accoglie con sorpresa e gioia.

Doc gli spiega che la DeLorean non può più funzionare senza benzina, e che l’unico modo per tornare nel 1985 è di sfruttare la potenza di una locomotiva a vapore, che dovrà spingere la macchina fino a raggiungere la velocità di 88 miglia orarie. Doc e Marty iniziano quindi a preparare il piano, ma devono fare i conti con alcuni imprevisti. Il primo è l’arrivo di Clara Clayton (Mary Steenburgen), una maestra di scuola di cui Doc si innamora perdutamente, e che ricambia i suoi sentimenti. Doc, che aveva sempre anteposto la scienza all’amore, si trova in conflitto tra il suo cuore e la sua ragione, e deve decidere se restare con Clara o tornare con Marty. Il secondo è la sfida lanciata da Buford a Marty, che lo provoca e lo insulta, chiamandolo “gallina”. Marty, che ha sempre avuto un punto debole per il suo orgoglio, deve imparare a controllare la sua impulsività e a non cadere nella trappola di Buford, che vuole ucciderlo.

Il film culmina con il duello finale tra Marty e Buford, che si svolge nella piazza principale di Hill Valley, davanti a tutta la cittadinanza. Marty riesce a sconfiggere Buford, usando un trucco che aveva visto in un film western, e a salvare Doc, che era stato rapito da Buford. Marty e Doc si dirigono poi verso la stazione ferroviaria, dove hanno approntato la DeLorean su un carrello, e dove li aspetta la locomotiva, guidata da un macchinista corrotto da Doc. Marty e Doc salgono sulla DeLorean e iniziano la corsa verso il futuro, ma vengono raggiunti da Clara, che ha scoperto la verità su Doc e vuole raggiungerlo. Doc riesce a salvarla, ma rimane bloccato sul carrello con lei, mentre Marty prosegue da solo sulla DeLorean. Marty arriva nel 1985, dove la DeLorean viene distrutta da un treno, mentre Doc e Clara rimangono nel 1885, dove si sposano e hanno due figli, Jules e Verne. Il film si conclude con Marty che ritrova la sua famiglia e la sua fidanzata Jennifer, e che scopre che il suo futuro è cambiato in meglio, grazie alle sue esperienze nel passato. Marty riceve poi la visita di Doc, che arriva con una nuova macchina del tempo, costruita su una locomotiva volante, e che lo invita a salire con lui per un nuovo viaggio. Marty rifiuta, dicendo che preferisce restare nel presente e costruire il suo futuro. Doc gli dice che il futuro non è scritto, e che dipende dalle sue scelte. Doc saluta Marty e Jennifer, e parte con la sua famiglia verso una nuova avventura.

Ritorno al Futuro 3 - La Macchina Distrutta e il Discorso Finale (HD)

La recensione

Ritorno al futuro – Parte III è un film che merita di essere visto e rivisto, perché è un capolavoro di fantasia, divertimento e avventura, che chiude in bellezza una trilogia indimenticabile. Il film è un perfetto mix di generi, che spazia dalla fantascienza al western, dalla commedia al romance, dal dramma all’azione. Il film è anche un omaggio al cinema, con numerosi riferimenti e citazioni a film famosi, che creano un gioco di rimandi e di ironia tra passato e futuro. Il film si distingue dagli altri due episodi per il maggiore approfondimento dei personaggi di Marty e Doc, che si trovano a dover affrontare le conseguenze delle loro scelte e a scoprire nuovi aspetti di sé stessi.

Marty deve imparare a controllare il suo orgoglio e la sua impulsività, che lo mettono spesso in pericolo. Doc deve fare i conti con il suo cuore, che si innamora di una maestra di nome Clara, e con il suo destino, che lo porta a inventare la macchina del tempo. Il film è anche una celebrazione dell’amicizia tra Marty e Doc, che si dimostrano fedeli e coraggiosi l’uno verso l’altro, anche quando sembra che tutto sia perduto. Il film è anche una lezione di ottimismo e di speranza, che invita a credere nei propri sogni e a non aver paura di cambiare il futuro. Il film si conclude con un messaggio positivo, che dice che il futuro non è scritto, e che dipende dalle nostre scelte. Il film ci dice che possiamo essere i padroni del nostro destino, e che possiamo rendere il mondo un posto migliore.

Il film è interpretato da un cast eccezionale, che riprende i ruoli dei precedenti episodi, e che si cimenta in nuove sfide e in nuove trasformazioni. Michael J. Fox è ancora una volta il protagonista assoluto, che interpreta sia Marty che il suo antenato Seamus, dimostrando la sua versatilità e il suo carisma. Christopher Lloyd è il cuore del film, che interpreta Doc con passione e sensibilità, e che ci regala momenti di grande emozione e di grande comicità. Mary Steenburgen è la novità del film, che interpreta Clara, la donna di cui Doc si innamora, e che crea una bella alchimia con Lloyd. Thomas F. Wilson è ancora una volta il cattivo di turno, che interpreta Buford, l’antenato di Biff, e che si diverte a fare il villain. Gli altri attori sono tutti bravi e affiatati, e contribuiscono a rendere il film un’opera corale e divertente.

Il terzo capitolo di Ritorno al Futuro è diretto da Robert Zemeckis, che conferma il suo talento e la sua fantasia, e che riesce a creare un film avvincente e coinvolgente, che non annoia mai e che mantiene sempre alta la tensione e l’interesse. Zemeckis dirige il film con maestria e con stile, curando ogni dettaglio e ogni inquadratura, e creando scene memorabili e spettacolari, che rimangono impresse nella memoria dello spettatore. Zemeckis si avvale anche di una sceneggiatura brillante e intelligente, scritta da lui stesso e da Bob Gale, che riesce a intrecciare le varie linee temporali e a creare situazioni divertenti e paradossali, senza perdere di coerenza e di logica. Zemeckis si dimostra anche un regista capace di emozionare e di commuovere, creando momenti di grande intensità e di grande sentimento, che toccano il cuore dello spettatore.

Il film è anche supportato da una colonna sonora eccezionale, composta da Alan Silvestri, che riprende i temi musicali dei precedenti episodi, e che li arricchisce con nuove melodie e nuovi stili, in armonia con l’ambientazione western. Il film include anche una canzone originale, “Doubleback”, cantata dai ZZ Top, che appaiono anche in un cameo nel film, come una band che suona in un saloon. La canzone è un rock energico e coinvolgente, che si adatta perfettamente allo spirito del film. Ritorno al futuro – Parte III è un film che non delude le aspettative, e che anzi le supera, offrendo uno spettacolo completo e appassionante, che soddisfa sia i fan della saga che i nuovi spettatori. Il film è un film che fa sognare e che fa riflettere, che fa ridere e che fa piangere, che fa divertire e che fa emozionare. Il film è un film che fa parte della storia del cinema, e che merita di essere ricordato come uno dei migliori film di sempre.

Chi ha incastrato Roger Rabbit: 35 anni di un film rivoluzionario

Nel 1988, il cinema assisteva alla nascita di un film che avrebbe cambiato per sempre il rapporto tra animazione e live action: Chi ha incastrato Roger Rabbit. Diretto da Robert Zemeckis e prodotto da Steven Spielberg, il film si basava sul romanzo Who Censored Roger Rabbit? di Gary K. Wolf, ma ne modificava sostanzialmente la trama e il tono, trasformandolo in una commedia noir ambientata nella Los Angeles del 1947, in cui gli umani convivono con i cartoni animati, chiamati Toon.

Chi ha incastrato Roger Rabbit trailer

Il film racconta le avventure di Roger Rabbit, una star dei Toon che lavora per lo studio Maroon, che viene accusato di aver ucciso il ricco Marvin Acme, proprietario di Cartoonia, il quartiere dei Toon, e amante di sua moglie Jessica, una sensuale cantante. Roger si affida all’aiuto di Eddie Valiant, un investigatore privato che odia i Toon da quando uno di loro ha ucciso suo fratello. Insieme, scopriranno che dietro l’omicidio si nasconde una cospirazione ordita dal giudice Morton, il capo della polizia dei Toon, che vuole distruggere Cartoonia per costruire una autostrada.

Chi ha incastrato Roger Rabbit è un film che ha fatto la storia del cinema, sia per la sua trama avvincente e divertente, sia per la sua innovazione tecnica e artistica. Il film è infatti il primo a combinare in modo così fluido e realistico attori in carne e ossa con personaggi animati, grazie al lavoro di Richard Williams, direttore dell’animazione, e di Industrial Light & Magic, la società di effetti speciali fondata da George Lucas. Il film è anche il primo a riunire sullo schermo i personaggi dei maggiori studi di animazione, come Disney, Warner Bros, MGM, Universal e Fleischer, grazie alla mediazione di Spielberg, che ottenne i diritti di utilizzo di personaggi come Topolino, Bugs Bunny, Paperino, Daffy Duck, Betty Boop e molti altri.

Chi ha incastrato Roger Rabbit è un film che ha saputo omaggiare e rinnovare il mondo dei cartoni animati, mostrando il loro lato più umano e vulnerabile, ma anche il loro potere di far ridere e sognare il pubblico di ogni età. Il film ha creato personaggi indimenticabili, come Jessica Rabbit, che ha incarnato la femme fatale dei film noir, ma anche l’intelligenza e la fedeltà delle donne, e il giudice Morton, che ha rappresentato il terrore dei regimi totalitari e la critica al consumismo dell’America del dopoguerra.

Chi ha incastrato Roger Rabbit è un film che ha ottenuto un enorme successo di critica e di pubblico, incassando oltre 350 milioni di dollari in tutto il mondo e vincendo quattro premi Oscar, tra cui quello speciale per il contributo all’arte dell’animazione. Il film è ancora oggi considerato un capolavoro, capace di divertire, emozionare e stupire con la sua originalità e il suo fascino.

il nuovo trailer e la key art del live action Disney Pinocchio

Disney+ ha diffuso il nuovo trailer e la key art del live action Disney Pinocchio che debutterà sulla piattaforma streaming l’8 settembre, in occasione del Disney+ Day. Il film è interpretato da Tom Hanks, Benjamin Evan Ainsworth, Joseph Gordon-Levitt, Keegan-Michael Key, Lorraine Bracco, con Cynthia Erivo e Luke Evans.

Disney+ | Pinocchio - Disponibile in Esclusiva dall'8 Settembre

Il ritorno dell’amato classico Disney vedrà nel cast anche l’attore italiano vincitore di tre David di Donatello e due Nastri d’Argento, Giuseppe Battiston (Perfetti Sconosciuti, Pane e Tulipani), che interpreterà il ruolo di Mangiafuoco. Inoltre, la cantante Frances Alina, semifinalista della quarta edizione di The Voice of Italy e voce della Social Band di Radio2 Social Club, interpreterà “Una stella cade”, la versione italiana di “When you wish upon a star”, brano cantato dalla Fata Turchina, personaggio che nel film ha il volto di Cynthia Erivo.


 
Diretto dal vincitore dell’Academy Award Robert Zemeckis, Pinocchio rivisita in chiave live action l’amata storia di un burattino di legno che intraprende un’emozionante avventura per diventare un bambino vero. Tom Hanks interpreta Geppetto, l’intagliatore di legno che costruisce e si prende cura di Pinocchio (Benjamin Evan Ainsworth) come se fosse suo figlio. Joseph Gordon-Levitt è il Grillo Parlante, guida di Pinocchio nonché sua “coscienza”; la candidata all’Academy Award Cynthia Erivo è la Fata Turchina; Keegan-Michael Key è la Volpe; la candidata all’Academy Award® Lorraine Bracco è Sofia il Gabbiano, un nuovo personaggio; e Luke Evans è il Postiglione.

Oltre agli amati brani del classico d’animazione, tra cui “Una stella cade” (titolo originale “When You Wish Upon a Star”) interpretato da Frances Alina nella versione italiana e da Cynthia Erivo nella versione originale, il film presenta nuove canzoni originali composte dai candidati all’Oscar® Alan Silvestri e Glen Ballard (Polar Express).
 
La sceneggiatura di Pinocchio è scritta da Robert Zemeckis & Chris Weitz. Il film è prodotto da Andrew Miano, Chris Weitz, Robert Zemeckis e Derek Hogue, mentre Jack Rapke, Jacqueline Levine, Jeremy Johns e Paul Weitz sono i produttori esecutivi.

Walter Elias Disney

Risalendo l’albero genealogico della famiglia Disney, scopriamo che essa fece il suo ingresso nel Nuovo Mondo nel 1834. I Disney venivano dall’Inghilterra, dove avevano fondato due villaggi che portavano il loro stesso nome, essi discendevano da un’antica stirpe di crociati e, più direttamente da una famiglia di contadini insediati nel villaggio francese d’Isigny. Dunque le radici dei Disney affondano nella Francia .Walter Elias Disney, quarto di cinque fratelli, nasce il 5 dicembre del 1901 a Chicago da Elias Disney e Flora Call. Nel 1906 la famiglia si stabilisce a Marceline, Missouri, dove si dedica alla coltivazione di  frutta e all’allevamento. I due fratelli più grandi lasciano ben presto la casa, così che pesa sulle spalle del piccolo Walt e del fratello Roy il pesante fardello di aiutare nel lavoro dei campi il padre Elias e subire le punizioni corporali che questi infligge ai figli quasi quotidianamente.
Il mancato conforto della madre e la sensazione che quel padre violento non possa essere il suo vero padre portano Walt a vedere sempre più in Roy la figura che incarna un ideale di genitore. Egli porterà con sé nel tempo il segno di questi anni, tre elementi che influenzeranno non poco la sua opera: il dubbio sulla legittimità paterna o materna4, la mancanza di una madre consolatrice, il rapporto d’affetto quasi morboso con il fratello Roy. Già a otto anni Walt scopre il suo amore per il disegno, divertendosi a ritrarre gli animali della fattoria. Ma nel 1909 un raccolto disastroso costringe Elias a vendere la fattoria e traslocare a Kansas City, dove ottiene in appalto la consegna di alcuni quotidiani. Per Walt e Roy sono cambiati la città e il lavoro, ma la loro situazione resta la medesima: continuano ad aiutare il padre e a ricevere percosse.
Nel 1911, a diciotto anni, Roy decide di abbandonare la casa, dopo aver lasciato a Walt gli ultimi consigli su come difendersi dal padre. Una sera Elias entra minaccioso in camera dell’ultimo figlio maschio rimastogli in casa, ma questi lo ferma serrandogli i polsi e guardandolo negli occhi; sarà l’ultimo tentativo di alzare le mani sul piccolo Walt. Nei seguenti cinque anni la passione del disegno andò sempre più sviluppandosi, anche grazie a un corso di d1isegno tenuto per corrispondenza. Si avvicinò anche al teatro; insieme all’amico Walt Pfeiffer si esibiva talvolta in spettacoli serali. Ma soprattutto restò sempre in contatto e strettamente legato al fratello Roy, che lo lasciava affascinato con i suoi racconti avventurosi; tanto che per ben due volte mentì sulla sua età pur di emularlo. Una prima volta nell’estate del 1917 (anno in cui la famiglia Disney si trasferì nuovamente a Chicago), quando lavorò come venditore ambulante di giornali sulla linea Missouri-Colorado. Questa esperienza lo segnò profondamente e benché il lavoro si fosse rivelato per niente remunerativo il ricordo di quei viaggi resterà indelebile. Forse è da questo momento che si sviluppa la sua folle passione per i treni. L’anno successivo decise di arruolarsi. La guerra terminò, ma gli fu comunque possibile “aiutare” la patria prestando servizio per la Croce Rossa in Francia. Il rapporto tra Walt Disney e le due “grandi guerre”, ovvero tra Walt e l’establishment durante le due guerre, è indicativo del suo marcato nazionalismo, o perlomeno di quanto fosse forte il suo sentirsi americano. Già ai tempi della scuola, disegnando per il giornale scolastico, egli incitava a fare tutto il possibile per appoggiare la nazione e spingerla alla vittoria.
I film che faccio non sono rivolti in primo luogo all’infanzia: a meno di non considerare l’infanzia come simbolo dell’innocenza. Anche il peggiore di noi ha in sé dell’innocenza, per quanto possa essere sepolta nel suo profondo. Nella mia opera, cerco di raggiungere e di parlare a questa innocenza.
Con queste parole Walt Disney descrive la sua produzione cinematografica, che, al momento della morte dello “Zio Walt”, il 15 dicembre 1966, aveva accumulato oltre settecento tra premi, onorificenze e titoli. Quando Beauty and the Beast fu candidato all’Oscar come Miglior Film, in molti si interrogarono sulla legittimità di tale scelta. Si può giudicare un film d’animazione secondo gli stessi metri di valutazione adottati per il cinema dal vero? O dobbiamo considerare il cartoon e il film live come prodotti diversi? Nello statuto dell’ASIFA (Association internationale du film d’animation) veniva detto che “in un film d’animazione gli avvenimenti hanno luogo per la prima volta sullo schermo” e nel 1988 ancora si definiva animazione “tutto ciò che non è semplice ripresa della vita reale a ventiquattro fotogrammi al secondo”. Ma negli ultimi quindici anni c’è stata una vera e propria rivoluzione portata dal digitale e dal perfezionamento degli effetti speciali visivi. ma anche come il cinema, in ogni sua forma, stia sfuggendo sempre più ad ogni tipo di definizione. Inteso come “arte a sé”, o come più ironicamente è stato qualificato arte “settima-bis”7, il cinema d’animazione è considerato come cinema in cui non compaiono affatto né attori né luoghi del mondo reale. Include invece film in stop-motion, come Nightmare Before Christmas; ma lo stop-motion è in realtà una tecnica che nasce al servizio degli effetti speciali, seppure i primissimi film d’animazione non sono che un esercizio basato solo su tale tecnica. Nel film Polar Express di Robert Zemeckis, grazie al perfezionamento della tecnica nota come mocap (Motion Capture), con la recitazione di un solo attore, Tom Hanks, si riuscirà a dare volto ed espressione a tutti e cinque i protagonisti (animati) del film.
Inevitabilmente il cinema d’animazione è avvolto da un’aura di sogno e di mistero, di dimensione reale ma non tangibile, da un lato quale specchio di un mondo altro necessario all’uomo contemporaneo, luogo o meglio non luogo nel quale trovare rifugio o identificarsi, dall’altro come mezzo di spinta alla conservazione delle proprie radici, della propria identità, o di interrogazione sulla realtà che ci circonda, alla ricerca di un cinema che sappia interpretare al meglio il nostro tempo.

[continua con “Verso i Disney Studios”]

Ritorno al futuro: 35 anni di un film indimenticabile

Nel lontano 1985, il cinema di fantascienza e di avventura si arricchiva di un nuovo capolavoro: Ritorno al futuro, il primo episodio della trilogia ideata da Steven Spielberg e Robert Zemeckis, con protagonisti Michael J. Fox e Christopher Lloyd. Un film che, a distanza di 35 anni, non ha perso il suo fascino e la sua capacità di divertire e di emozionare il pubblico di tutte le età.

RITORNO AL FUTURO (1985) | Trailer italiano

La trama del film è ormai nota a tutti: Marty McFly, un adolescente che vive nel 1985, si ritrova catapultato nel 1955 grazie alla macchina del tempo inventata dal suo amico scienziato Doc Brown. Lì, incontra i suoi genitori da giovani e rischia di compromettere il loro futuro matrimonio e la sua stessa esistenza. Per tornare al presente, Marty dovrà fare in modo che i suoi genitori si innamorino, evitare di alterare la storia e sfruttare la potenza di un fulmine per riattivare la macchina del tempo, una DeLorean modificata. Pochi sanno che il finale originale del film prevedeva che Marty tornasse al presente grazie a un’esplosione atomica in un sito di test nucleari in Nevada, ma poi è stato cambiato con il fulmine che colpisce l’orologio del tribunale di Hill Valley

L’auto usata per girare il film Ritorno al futuro è una DeLorean DMC-12, un modello prodotto dalla DeLorean Motor Company tra il 1981 e il 1982. La DeLorean è stata modificata dallo scienziato Doc Brown per trasformarla in una macchina del tempo, dotandola di un flusso canalizzatore, di un reattore nucleare e di altri dispositivi. La DeLorean è diventata un’icona del cinema e della fantascienza, grazie al suo design futuristico e alle sue porte ad ali di gabbiano. Per i film di Ritorno al futuro sono stati realizzati tre modelli di DeLorean, tutti di proprietà degli Universal Studios.

Ritorno al futuro è un film che ha saputo combinare perfettamente elementi di fantascienza, commedia, azione e romance, creando una storia originale, coinvolgente e divertente. Il film si basa su un’idea geniale: cosa succederebbe se potessimo viaggiare nel tempo e incontrare i nostri genitori da giovani? Come reagiremmo di fronte alle loro abitudini, ai loro sogni, ai loro problemi? E come influirebbe il nostro intervento sul loro destino e sul nostro?

Il film esplora questi temi con ironia e intelligenza, creando situazioni paradossali, esilaranti e a volte drammatiche. Il film è anche un omaggio alla cultura e alla società americana degli anni ’50 e degli anni ’80, mostrando le differenze e le somiglianze tra le due epoche. Il film è ricco di riferimenti e citazioni a personaggi, eventi, musiche e film di quegli anni, creando un’atmosfera nostalgica e affascinante.

Ritorno al Futuro - IL Ritorno a Casa (Scena Finale) (HD)

Il film è sostenuto da un cast eccezionale, in particolare dai due protagonisti: Michael J. Fox, che interpreta Marty McFly con carisma, simpatia e bravura, e Christopher Lloyd, che dà vita a Doc Brown con eccentricità, entusiasmo e follia. I due attori hanno una grande alchimia sullo schermo e rendono credibile e appassionante il loro rapporto di amicizia e di collaborazione. Gli altri personaggi sono ben caratterizzati e interpretati, come i genitori di Marty, il cattivo Biff Tannen, la fidanzata Jennifer e il preside Strickland.

Ritorno al futuro è un film che ha fatto sognare e divertire milioni di spettatori in tutto il mondo, diventando un cult del cinema e un modello per molti altri film successivi. Il film ha vinto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui l’Oscar per il miglior montaggio sonoro e il Golden Globe per il miglior film commedia o musicale. Il film ha anche dato origine a due sequel, Ritorno al futuro – Parte II e Ritorno al futuro – Parte III, che completano la saga di Marty e Doc in modo avvincente e soddisfacente.

Ritorno al futuro è un film che merita di essere visto e rivisto, perché è un capolavoro di fantasia, umorismo e avventura, che non smette mai di stupire e di emozionare. È un film che ci fa riflettere sul valore del tempo, sulle conseguenze delle nostre scelte, sul legame tra le generazioni e sul potere dell’amore. È un film che ci fa sentire giovani, curiosi e felici, come Marty McFly quando sale sulla sua DeLorean e parte per il suo incredibile viaggio nel tempo.

Flight di Robert Zemeckis con Denzel Washington

Il 2012 ci ha regalato un capolavoro che ha lasciato il pubblico con l’alito sospeso. “Flight”, diretto da Robert Zemeckis e interpretato da una straordinaria performance di Denzel Washington, è un film che affronta temi potenti e controversi, spingendo lo spettatore ad esplorare la complessità dell’animo umano e le sfide che affronta nel perseguire la redenzione.

 “Flight” inizia con una sequenza mozzafiato in cui il volo 227 si trasforma in una catastrofe aerea. Qui entra in gioco il protagonista Whip Whitaker (interpretato da Denzel Washington), un pilota di linea che, anche in mezzo al caos, dimostra un coraggio straordinario e abilità fuori dal comune nel salvare numerose vite umane. Questa drammatica scena d’apertura pone le basi per il difficile percorso di Whip verso la redenzione e la lotta interna che lo attende.

Denzel Washington offre un’interpretazione straordinaria nel ruolo di Whip Whitaker, un uomo in costante lotta con se stesso e i suoi demoni interiori. La sua battaglia contro la dipendenza da alcol e droghe porta lo spettatore ad immergersi nell’abisso dell’anima umana, esplorando temi complessi come la colpa, il pentimento e l’accettazione delle proprie debolezze. La performance intensa di Washington ci catapulta nella psicologia di un uomo che cerca di scappare dai fantasmi del suo passato, mentre lotta con la realtà schiacciante del suo presente.

Nonostante il suo eroismo nella situazione di emergenza, Whip è un personaggio estremamente imperfetto, continuamente sospeso tra la luce e le tenebre, tra la speranza e la disperazione. Il film ci fa riflettere sul significato della redenzione e sulla possibilità di risorgere dalle ceneri della propria vita, nonostante gli errori commessi. La lotta di Whip per riconquistare la fiducia di sé stesso e degli altri, per risanare i rapporti distrutti e affrontare le conseguenze delle sue azioni, rappresenta la vera essenza del percorso verso la redenzione.

Oltre all’indiscutibile talento di Denzel Washington, “Flight” vanta un cast di prim’ordine che contribuisce a rendere il film ancora più coinvolgente e realistico. John Goodman interpreta il miglior amico di Whip, un personaggio eccentrico e affascinante che offre un po’ di leggerezza in un contesto altrimenti carico di tensione emotiva. Anche la regia di Robert Zemeckis è eccezionale, offrendo sequenze di volo mozzafiato e una rappresentazione realistica dei conflitti interiori di Whip.

“Flight” è un viaggio viscerale ed emozionante che affronta temi universali quali la colpa, la redenzione e la lotta contro i propri demoni. Denzel Washington consegna una performance di alto livello, guidando lo spettatore attraverso il tumultuoso percorso di un uomo che cerca di trovare la sua strada verso la redenzione. Grazie alla solida regia di Zemeckis e un cast eccezionale, “Flight” è un film che resta impresso nella mente e nell’anima, invitando alla riflessione sulle sfide che tutti noi affrontiamo sul cammino della nostra vita.

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