Rumiko Takahashi: la regina del manga svela i segreti del suo magico universo!

Conoscete Rumiko Takahashi? Se amate i manga, la risposta è sicuramente sì!

Da oltre 40 anni questa straordinaria mangaka ci incanta con le sue storie piene di umorismo, romanticismo e azione, che hanno rivoluzionato il panorama del manga shonen e seinen.

Ma qual è il segreto del suo successo?

Rumiko lo ha svelato sui social: la lettura dei grandi classici della letteratura internazionale!

Passione per i libri e talento innato per il disegno: nata a Niigata, in Giappone, il 10 ottobre 1957, Rumiko ha esordito come mangaka nel 1978 con “Katsute Shika…”, conquistando subito il premio Shogakukan Newcomer Award.

Il suo primo grande successo è stato “Lamù” (Urusei Yatsura): una commedia romantica con una protagonista extraterrestre in bikini e uno studente sfortunato che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo.

Ma Rumiko non si è fermata qui! Nel corso della sua prolifica carriera ha dato vita a tantissimi altri manga di successo, tra cui:

  • Maison Ikkoku: commedia romantica ambientata in un condominio di Tokyo
  • Ranma ½: commedia fantasy con un protagonista che si trasforma in ragazza quando viene bagnato da acqua fredda
  • Inuyasha: serie fantasy che narra le avventure di una ragazza del liceo trasportata nel Giappone feudale
  • Rinne: commedia soprannaturale con un ragazzo che può vedere gli spiriti

Lo stile di Rumiko è inconfondibile

Tratto fluido e dinamico, personaggi memorabili e una sapiente miscela di umorismo, romanticismo e azione. Le sue storie ci appassionano e ci commuovono, trasportandoci in mondi fantastici e divertenti.

Ispirazione dai maestri e passione per la cultura

Rumiko ha dichiarato di essere stata influenzata da grandi mangaka come Osamu Tezuka, Shotaro Ishinomori e Go Nagai, ma la sua vera venerazione è per la letteratura, il cinema e la musica.

Riconoscimenti e premi

Rumiko ha vinto pressoché tutti i principali premi e riconoscimenti in materia di manga e anime, tra cui il Shogakukan Manga Award, il Tezuka Osamu Cultural Prize e il Prix Asie-ACBD. È stata inoltre insignita dell’Ordine del Sol Levante, Cavaliere d’Oro, per il suo contributo alla cultura giapponese.

Un’influenza enorme sul mondo del manga

Le opere di Rumiko Takahashi hanno ispirato generazioni di altri mangaka e hanno contribuito a diffondere la cultura giapponese in tutto il mondo. È considerata una delle autrici più importanti del XX secolo e un vero e proprio maestro del manga.

Una routine quotidiana ricca di creativit

Rumiko ha raccontato sui social come si svolgono le sue giornate lavorative: prima di mezzogiorno si dedica all’inchiostrazione dei personaggi, poi pranza e si occupa delle faccende di casa, mentre nel pomeriggio si immerge nella lettura dei classici. Infine, dopo cena, torna al disegno.

Una vera e propria leggenda per gli amanti del manga: con la sua incredibile capacità di creare storie e personaggi indimenticabili, Rumiko Takahashi ha conquistato il cuore di milioni di lettori in tutto il mondo.

Se amate i manga, non potete non conoscere Rumiko Takahashi! Le sue opere sono un tesoro prezioso da scoprire e riscoprire, fonte di divertimento, emozione e ispirazione.

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Il 21 febbraio è il Cosplay Day: la giornata della materializzazione della Fantasia

Proprio il 21 febbraio del 1981 in Giappone, corrisponde, secondo molti, la fatidica data in cui far risalire la nascita di un fenomeno, diffusosi poi durante il decennio successivo anche in occidente, e conosciuto con il nome di Cosplay. In quei giorni infatti, in occasione dell’ uscita del primo lungometraggio della serie Gundam, migliaia di giapponesi si radunarono di fronte ai cinema di alcune città nipponiche travestite come i personaggi della serie cinematografica. Questa vasta ed inattesa mobilitazione popolare destò da subito un grande interesse nei media, che iniziarono a parlare della possibile nascita e diffusione di un nuovo fenomeno sociale in Giappone: “giocare a Gundam”.

La pratica del cosplay, a più di quarant’anni dalla sua nascita consiste, oggi come allora, nell’ indossare un costume che rappresenti un personaggio riconoscibile in un determinato ambito, interpretandone fisionomia e caratteristiche comportamentali. I personaggi rappresentati, data l’origine orientale del fenomeno, hanno a che fare per lo più con il mondo dei manga, anime e videogame, anche se la pratica si è estesa negli ultimi anni ai protagonisti di giochi di ruolo, libri, e ai membri delle band giapponesi pop e rock. Tale tendenza, relativa nella sua fase iniziale al solo mondo dei fumetti, si e’ estesa più che ad altri ambiti principalmente a quello dei video-game, basandosi oggi su due principali modelli di riferimento: “Naruto e Final Fantasy”.

Il termine cosplay, coniato per definire questo nuovo fenomeno sociale sorto durante gli anni ‘80, rappresenta una contrazione delle parole inglesi costume (costume ) e play (giocare/interpretare/recitare). Si tratta quindi di un’ accurata e divertente interpretazione dei propri personaggi preferiti, inscenata non solo nell’ ambito di manifestazioni pubbliche come i convegni su anime e manga, ma anche in forma privata con amici e conoscenti appassionati di cosplay. Cosa che avviene settimanalmente in un quartiere di Tokyo, Harajuku, dove i migliori cosplayers giapponesi si danno appuntamento, ogni fine settimana, per mostrare a loro stessi e ai curiosi presenti le proprie creazioni. Creazione e materializzazione della fantasia, dell’ intangibile; è questa la principale differenza tra il cosplay e la pratica del vestirsi in costume diffusa negli Stati Uniti ed in Europa

Non si tratta quindi, come ad esempio per i fanatici della saga di “Star Trek”, di una reinterpretazione di attori e personaggi in carne ed ossa, bensì della trasposizione di personaggi fantastici nel mondo reale e della possibilità di toccare con mano qualcosa che prima era possibile solo con l’ immaginazione. Al di la di tali differenze, il potere mediatico e la capillare diffusione delle opere cinematografiche made in USA, hanno portato anche in Giappone alla nascita di cosplayers ispirati a celebri opere occidentali, quali: “Il Signore degli Anelli” o “Harry Potter”. Oltre al termine cosplay, oggi giorno universalmente riconosciuto ed utilizzato per definire il fenomeno nato in Giappone nei primi anni ’80, si parla anche a volte di cross-players. Derivante da cross-dressing e cosplayer, il termine viene usato per definire coloro che inscenano personaggi del sesso opposto al loro, anche se non è universalmente accettato.

Oltre alla minuziosa riproposizione della fisionomia dei personaggi inscenati, attraverso la creazione di abiti che esigono un grande dispendio in termini di tempo e denaro, un altro elemento cardine del cosplay consiste nel rappresentarne anche le caratteristiche comportamentali. Si tratta di vere e proprie scenette, tendenti a riproporre fedelmente gesti, modi di fare dei personaggi o addirittura determinati passaggi di film, fumetti o serie da cui sono tratti. Tale pratica, che resta comunque marginale in Giappone, ha raggiunto una discreta diffusione in altri paesi in cui si pratica il cosplay. È possibile infatti assistere durante gare o raduni, a complesse reinterpretazioni corredate anche da colonne sonore ed accessori che ripropongono fedelmente ambientazioni e caratteristiche delle fonti originali di riferimento. Il cosplay si presenta quindi come una complessa e variegata mescolanza di più categorie: fandom, tribalismo, street style, performance ecc….

Tant’è che a tal proposito, Jenkins parla dello sviluppo di una vera e propria “cultura della convergenza”. Tra le varie categorie definite in precedenza, il fandom (letteralmente regno degli appassionati) rappresenta sicuramente un elemento cardine della cultura cosplay. La parola fan, dal latino fanaticus, ha avuto per molto tempo una connotazione negativa, definendo un falso adoratore, privo di qualsivoglia distanza critica nonché dotato di una mentalità staccata dalla realtà. Questo perché, come sosteneva lo stesso Jenkins, le preferenze dei fan erano considerate anomale e minacciose da chi voleva mantenere intatti gli standard culturali dominanti. Il fan era quindi considerato privo del buon gusto borghese, nonché tendente a violare le gerarchie culturali prestabilite.

A tal proposito Bourdieu, citato anche da Jenkins, sosteneva:

“i fan, incuranti del copyright, raccolgono materiali della cultura di massa da rielaborare ad uso personale come basi per le loro creazioni culturali ed interazioni sociali, attuando un raggruppamento di gusti che il gusto borghese dominante vorrebbe separati”.

Nelle vesti di veri e propri “bracconieri della cultura di massa”, i fan si tramutano da fruitori passivi in attivi produttori e manipolatori di senso, giungendo così a rendere ancor più labili i confini tra fatti e finzioni. Trasformando l’ esperienza in complessa cultura partecipativa, costruiscono la loro identità socio-culturale tramite prestiti ed influssi dell’ immaginario di massa, riuscendo anche a dar voce a determinate preoccupazioni cui i media non prestano troppa attenzione. Sempre a proposito dei fan, Fiske parla dello sviluppo di una vera e propria “economia culturale ombra”, caratterizzata da una propria produzione e distribuzione e tendente a condividere alcune caratteristiche con l’industria culturale.

Secondo Fiske infatti, i prodotti creati dai fan darebbero un’ identità non solo a loro stessi, ma anche alla comunità di cui fanno parte. Al di la di quanto detto fin’ora risulta innegabile l’importanza rivestita oggigiorno dai fan club, i quali sarebbero in grado di svolgere un’ importantissima funzione di interfaccia tra organizzazioni produttive, star ed audiance, riuscendo a creare canali e relazioni. Tale mission e’ oggi semplificata e resa più agevole dalla diffusione dei nuovi media che forniscono ai fan club molte più possibilità di fare rete, nonché di tramutarsi in veri e propri opinion maker. Data questa breve ma sufficientemente approfondita analisi, si può facilmente comprendere come il cosplay abbia a che fare con una cultura proveniente dal basso, ma soprattutto dalla passione. Oltretutto, a quasi trent’ anni dalla sua nascita, sembra ormai fuorviante definire quale semplice emulazione di manga, anime o videogame, quello che oggi si può definire a tutti gli effetti un fenomeno socio-culturale globale in forte ascesa.

Foto di Alessandra Angelini, Pamy, Sonia Moriccioni, Giada Colistra, Peppe Labate, Gianni Liuzzi

La prima apparizione di Bulma non fu in Dragon Ball!

Pochi sanno che la prima vera apparizione del leggendario personaggio di Bulma in un anime non fu nella prima serie Dragon Ball! Infatti l’eroico persona “principessa dei Saiyan” apparve brevemente nel film di Lamù “Urusei Yatsura 3: Remember My Love“. Verso la scena finale del lungometraggio diretto da Kazuo Yamazaki, in cui si vedono scorrere tantissimi personaggi della serie nell’aula di Ataru è possibile vedere, in un singolo fotogramma, dietro il professore Onsen, propria la storica amica di Goku.

 

Bulma in Urusei Yatsura - Her first anime appearance!

Il terzo film di Lamù è uscito il 26 gennaio 1985, un anno e un mese prima del primo episodio di Dragon Ball, che è andato in onda in Giappone il 26 febbraio 1986.

Akira Toriyama fece invece uscire il primo capitolo del manga di Dragon Ball nel lontano  3 dicembre 1984. Ciò significa che Dragon Ball era iniziato da meno di due mesi quando il film di Lamù è uscito.

Sembra che qualcuno del team di animazione dello Studio Deen, probabilmente un grande fan di Bulma o del lavoro di Toriyama (lo stesso autore di Dr. Slump, che presenta uno stile di umorismo simile a Urusei Yatsura, il che potrebbe spiegare il motivo per cui gli animatori amavano i personaggi) abbia deciso di includere una partecipazione speciale alla fine del film.

Bulma non è l’unico cameo del film: altri personaggi hanno avuto apparizioni speciali.

Ad esempio, durante “Urusei Yatsura 3: Remember My Love“, fra la folla presente al parco dei divertimenti si possono intravedere i protagonisti di Maison Ikkoku. Poco dopo, mentre Ataru e Lamù passeggiano nel parco dei divertimenti, dietro di loro c’è il manager de L’incantevole Creamy, il signor Kidokoro, con al collo una macchina fotografica. Infine quando Lou rivela a Lamù il proprio aspetto, le parole pronunciate sono quelle usate solitamente da Cutey Honey dell’omonimo manga.

Il suo design, ufficialmente chiamato “Wild Rider Suit”, probabilmente si basava su un’illustrazione temporanea del manga.

Nippon Shock #10, Speciale Lamù, sarà in vendita in edicola e fumetteria dal 24 Luglio. 

Il numero di Luglio di Nippon Shock Magazine (#10) è completamente deicato a un personaggio adatto al clima rovente della stagione: Lamù.  Ispirato alla bella Agnes Lum, modella di costumi da bagno, rappresenta il personaggio perfetto per il caldo estivo e per spezzare un po’ quelli che erano i dossier dei numeri precedenti, dedicati a personaggi più adatti a un pubblico maschile.

In realtà Lamù è un character “trasversale”, piace davvero a tutti.  Oltretutto è anche di attualità vista la nuova serie in onda su Prime grazie a Yamato Video. Abbiamo quindi voluto sviscerare un po’ tutto quello che riguarda Urusei Yatsura cercando di dare valore sia al senso culturale di questa serie, ma anche alle curiosità, ai personaggi che ne hanno sancito il successo, anche in Italia.

Soprattutto, visto che di interviste alla Rumiko Takahashi ne sono state pubblicate diverse negli anni e l’appassionato ha ben chiare quelle che sono le sue dichiarazioni in tal senso, si è reputato più utile presentare una intervista a Mamoru Oshii, regista di buona parte delle puntate della serie TV e dei primi due film, oggi mostro sacro del cinema di animazione giapponese, che ha ricordato con aneddoti e informazioni, alcune totalmente sorprendenti, la sua esperienza con Urusei Yatsura.  Non potevamo però lasciare fuori la Takahashi che è protagonista di un pezzo straordinario e inedito, di grande importanza culturale per chi ama lei e il suo personaggio: si tratta di un colloquio in presa diretta registrato durante la creazione di uno specifico capitolo del suo manga più famoso. La pubblicazione di questo prezioso colloquio rappresenta e chiarisce il metodo attraverso cui la Takahashi cercava e trovava soluzioni paradossali alle narrazioni di Urusei Yatsura.

Inoltre prosegue la collaborazione del sensei Roberto Ferrari dal Giappone che, in questa monografia su Lamù, ci mostra, in un fantastico tutorial, come si disegna il volto della bella aliena.

Tra i contentuti interviste a doppiatori, oggettistica, colonna sonora e musiche, curiosità e una infinita serie di informazioni inedite su Lamù e sul mondo di Urusei Yatsura. Abbiamo cercato di non tralasciare nulla, sebbene in 80 pagine sia impossibile toccare la vastità di quello che è un vero e proprio “mondo immaginario”.

Urusei Yatsura, Lamù e gli Oni. Dalle antiche leggende al manga di Rumiko Takahashi

Nel folklore giapponese, i demoni occupano un posto centrale nelle storie e nelle credenze popolari. Due dei demoni più famosi e affascinanti della tradizione giapponese sono gli Oni e Lamù. Queste creature sovrannaturali, spesso rappresentate con sembianze umane ma dai tratti mostruosi, hanno affascinato generazioni con le loro storie ricche di mitologia e significato simbolico. In questo articolo, esploreremo le caratteristiche distintive degli Oni e di Lamù, approfondendo la loro origine, le loro rappresentazioni culturali e le leggende che li circondano.

Gli Oni

Gli Oni sono demoni tipicamente descritti come esseri giganteschi, forti e spesso terrificanti. Nella tradizione giapponese, sono spesso raffigurati con la pelle rossa o blu, corna, bocche mostruose e occhi spalancati. Gli Oni sono associati ai regni dell’inferno o ad altre dimensioni demoniache. Nonostante la loro reputazione temibile, gli Oni non sono sempre malvagi; alcune leggende narrano di Oni che si sono redenti o che hanno dimostrato una certa gentilezza. Tuttavia, nella maggior parte delle storie, sono considerati come creature maligne, spesso impiegati come simboli di forza bruta e violenza.

Lamù

Lamù, a volte chiamata anche “Lamia” o “Lamya”, è una figura mitologica presente in diverse culture del mondo, tra cui la tradizione giapponese. Nel contesto giapponese, Lamù è spesso rappresentata come una demone femminile, affascinante e seducente. Le sue origini possono essere rintracciate nella tradizione delle “yōkai”, creature sovrannaturali che popolano l’immaginario giapponese. Lamù è nota per la sua bellezza irresistibile, che attira gli uomini nella sua rete e li seduce. Può assumere molte forme, ma è spesso associata a un serpente o a una donna metà umana e metà serpente. La sua figura incarna la sensualità, il pericolo e la tentazione.

Leggende e storie

Le storie di Oni e Lamù si sono intrecciate in molte leggende e racconti popolari nel corso dei secoli. Nelle narrazioni tradizionali giapponesi, gli Oni sono spesso raffigurati come nemici dei valori morali e spirituali, sfidati da eroi coraggiosi. Lamù, d’altra parte, rappresenta una figura seducente e misteriosa che attira gli uomini nella sua trappola. Queste figure sono spesso usate come metafore per rappresentare i pericoli e i desideri che possono minacciare la vita degli individui.

Impatto culturale

Gli Oni e Lamù hanno lasciato un segno indelebile sulla cultura giapponese. Sono apparsi in numerose opere d’arte, tra cui dipinti, stampe e sculture. Inoltre, hanno influenzato il teatro tradizionale giapponese, come il teatro Noh e il Kabuki, in cui sono spesso rappresentati con maschere elaborate. La loro presenza può essere riscontrata anche nell’arte contemporanea, nel cinema e nei fumetti.

Urusei Yatsura: Lamù nella cultura Pop

Il manga “Urusei Yatsura“, in italia conosciuto come “Lamù”, di Rumiko Takahashi, è la più famosa opera a fumetti che presenta una connessione con gli oni. La storia ruota attorno al personaggio di Lamù, una ragazza extraterrestre proveniente dal pianeta Oni, che si schianta sulla Terra e si innamora di un ragazzo di nome Ataru Moroboshi. Lamù stessa è una demone seducente e misteriosa, che mostra spesso caratteristiche tipiche degli oni nella mitologia giapponese. Attraverso il personaggio di Lamù, Takahashi introduce il folklore degli oni nella narrazione, creando una combinazione unica di elementi sovrannaturali e romantici che hanno contribuito al successo del manga.

Conclusioni

Gli Oni e Lamù sono demoni affascinanti che hanno alimentato l’immaginario giapponese per secoli. Sono figure ricche di simbolismo e significato, rappresentanti di aspetti dell’umanità come la forza, la violenza, la seduzione e la tentazione. La loro presenza nel folklore e nella cultura popolare giapponese testimonia l’importanza delle tradizioni e delle credenze nella società nipponica. Continuano a ispirare artisti e scrittori, mantenendo viva la loro eredità nel panorama culturale contemporaneo.

Mediaset: il ruolo chiave nella diffusione degli anime giapponesi in Italia

Per molti fan di anime, tra gli anni ’80 e ’90 la Fininvest/Mediaset è stata l’unica fonte di animazione giapponese. La loro “library” comprende sia prodotti originariamente giapponesi, sia quelli americani. Per rispondere ai palinsesti televisivi, Fininvest/Mediaset ha scelto di censurare alcune parti del proprio materiale, soprattutto per evitare violenza eccessiva.

Ma se guardiamo la situazione con gli occhi di oggi, possiamo dire che Fininvest/Mediaset ha fatto qualcosa di buono? Assolutamente sì, visto che la Fininvest/Mediaset ha reso possibile l’arrivo degli anime in Italia, che altrimenti sarebbero rimasti sconosciuti. I loro adattamenti, seppur controversi, hanno fatto parte di un processo importante per la sopravvivenza del sistema televisivo: introiti, slot prefissati, fasce d’età e merchandising.

Inoltre, visto che fino alla fine degli anni ’90 il pubblico di nippo-fan non era ancora così vasto, Fininvest/Mediaset ha fatto sì che anime come One Piece, Detective Conan, Doraemon, Pokémon o Dragon Ball non rimanessero relegati solo ai Paesi nipponici. Perciò, con le dovute correzioni, si può dire che Fininvest/Mediaset abbia affermato l’amore degli italiani per l’animazione giapponese.

Negli anni80, un programma conosciuto comeBim Bum Bam fu uno dei primi e più duraturi programmi Tv italiani dedicati ai cartoni animati giapponesi. Negli anni i programmi di cartoni animati hanno preso sempre più piede in Italia, diventando una parte importante della cultura televisiva per tutte le generazioni.

Bim Bum Bam fu il primo programma televisivo in Italia dedicato interamente ai cartoni animati giapponesi. È stato lanciato nel 1984 ed è diventato subito un successo. Il programma è stato condotto da giovani presentatori e due pupazzi di pezza che intrattenevano gli spettatori con scenette esilaranti e disegni e scenette sullo schermo, preparando la strada per i successivi cartoni animati.

Oltre a intrattenere il pubblico, Bim Bum Bam ha anche avuto un enorme impatto sui cartoni animati giapponesi disponibili in Italia. Grazie al programma, i giapponesi sono diventati progressivamente più conosciuti e riconosciuti dal pubblico italiano. Bim Bum Bam ha introdotto i telespettatori al mondo degli anime giapponesi, più famosi comeDragon Ball“,Sailor Moon eCandy Candy“. Infatti, prima della diffusione di Bim Bum Bam nel 1984, solo pochi cartoni animati giapponesi erano disponibili per il pubblico italiano. E anche quelli erano spesso adattati alla cultura italiana con cambiamenti nella trama e nel cast di doppiatori. Il successo duraturo del programma ha aperto la strada al suo boom successivo, portando i telespettatori italiani a conoscere.

Cameo negli anime

Abbiamo già parlato di cameo di personaggi Disney che però sono abbastanza scontati tenendo conto del fatto che si tratta della stessa casa di produzione, meno scontati sono i cameo presenti negli anime giapponesi.. 

Passando oltre ai crossover che sono abbastanza evidenti come Goku e Arale (nello stesso universo narrativo), Lupin e Lady Oscar (Berusaiyu no bara), passiamo alle citazioni vere e proprie: in Holly e Benji (Kyaputen Tsubasa) tra gli spettatori che assistono a una partita tra la New Team e la Stanton in tribuna appare Yu (Mahō no tenshi Creamy Mami) che sembrerebbe essere presente anche in Evelyn e la magia di un sogno d’amore (Mahō no yōsei Persha) nel cinema assieme a Ryoga e Akane, Lamù e Angie.

In Kiss Me Licia (Ai shite Naito) in uno dei concerti dei Bee Hive tra il pubblico in prima fila compare Bia (Majokko Megu-chan)

 

In Hunter x Hunter (Hantā × Hantā) “Parasyte” compare sulla copertina di una rivista, mentre Greed Island appare in una sala giochi in “Sailor Moon” che ritorna sotto forma di una bambola insieme a Marzio (Mamoru), mentre Shinnosuke è presente sotto forma di pupazzetto in Sailor Moon (Bishōjo senshi Sērā Mūn).

Asuka, Rei e Mari di “Evangelion” appaiono invece su una scatola di Twister in “GJ-Bu“.

In Ranma, Akane indossa il grembiule di Kyoko di Maison Ikkoku, anche se qui siamo di fronte a una citazione interna essendo la stessa autrice Rumiko Takahashi, mentre ne I cinque samurai (Yoroiden Samurai Troopers) tra le persone che camminano per la città vediamo anche Ranma.

Alé Alé Alé Oh Oh (Aoki densetsu – Shūto!) tra il pubblico presente alla partita del Kakegawa vediamo: Holly, Benji, Mark Lenders, Tom Baker, Kyosuke da È quasi magia Johnny (Orange Road) e Lupin III!

Il cast di Death Note compare in “Full Metal Panic: The Second Raid” mentre Light Yagami attende il giudizio dell’arbitro in “Death Parade”.

Bonus: M.A.S.K. (non è giapponese ma lo inseriamo per la presenza di Memole).

Non inserisco i numerosi e infiniti riferimenti ai robottoni che appaiono sotto qualsiasi forma praticamente ovunque. E voi chi avete individuato?

Lamù: i miei primi 40 anni

Lamù è in assoluto una delle serie più “conturbanti” mai trasmesse in Italia, per la precisione mai più trasmesse… scomparso da tanti anni nelle TV generaliste è tornato recentemente in auge grazie ai servizi di Steaming.  Ideata originalmente come manga ( dalla stessa mitica autrice di “cara dolce Kioko” e “Ranma 1/2 nel 1978 pubblicato in Giappone sul settimanale Weekly Shōnen Sunday fino al 1987), Lamù diventa un cartone animato il 14 Ottobre 1981: Questo anime ha avuto un successo strepitoso, specialmente in Francia. Comunque sono poche e difficili da recuperare info su questo titolo e ancor più difficoltoso è stato reperire il materiale multimediale!! Divertitevi ad approfondire questo leggendario anime, che compie 40 anni…  e non fantasticate troppo sulla procace protagonista di questo cartone animato!!!

Ataru Moroboshi vive a Tokyo nel quartiere Nerima. Nelle primissime tavole del manga lo sorprendiamo a litigare con la sua ragazza Shinobu perché il ragazzo ci prova con tutte!! Le vicende personali del povero Ataru si intrecciano con un’invasione aliena in corso sulla Terra, ed è proprio lui ad  essere scelto (a caso!) per salvare il pianeta!! Gli alieni infatti propongono che il conflitto si risolva con l’incontro tra due rappresentanti degli schieramenti. Il prescelto tra i terrestri all’inizio rifiuta l’incarico, quando si trova davanti il capo degli alieni (sembra un orco! La Takahashi si è infatti ispirata ai mitici orchi ONI del Giappone dal vestito tigrato). Più tardi scopre che il suo avversario è una bellissima raggzza e accetta!! Lamù, figlia del capo alieno, vestita solo di un  bikini tigrato, diventa oggetto del desiderio di Ataru, e di tutti gli altri terrestri!! La gara si svolge sulla Terra: Ataru ha dieci giorni di tempo per riuscire a toccare i cornini di Lamù, se fallirà i terrestri saranno resi schiavi. L’impresa sembra facile! Ma Lamù, da buona creatura extraterrestre, ha dei poteri che le danno un grosso vantaggio, infatti può volare! Ataru è davvero in difficoltà! Alla fine il nostro eroe riesce a vincere la sfida prima dello scadere dei termini rubando il reggiseno di Lamù e ottenendo l’aiuto di Shinobu! Durante l’atterramento di Lamù però Ataru grida ad alta voce che vuole sposarsi (con Shinobu) ma l’aliena e tutta la folla presente pensano che la proposta sia rivolta a Lamù!! La ragazza accetta!! Ataru prova a spiegarsi ma i giornalisti lo rincorrono per avere notizie delle nozze!! Lamù si dichiara sua moglie e si trasferisce a casa Moroboshi, pretendendo ovviamente fedeltà assoluta! Pena una scarica elettrica che lo stende quasi sempre (altro potere soprannaturale di Lamù). Shinobu piena di odio molla il ragazzo, e da quel momento Ataru verrà perseguitato dalla sfortuna!! Dopo questo primo episodio la storia continua sul triangolo amoroso Ataru -Lamù-Shinobu. Infatti Lamù è troppo opprimente e Ataru preferisce alla sua bellezza la semplicità di Shinobu!!  La trama si arricchisce di un infinità di personaggi comprimari che con il succedersi degli eventi acquistano sempre maggior spessore. I genitori di Ataru che (specialmente la madre) disprezzano il figlio sempre nei pasticci, il buffo Sakurambo, monaco buddista, che predice ad Ataru solo sventure e porta una grande sfortuna al ragazzo. I compagni di liceo, Megane (occhiali), Parma(ciuffo), Kakugari e Kibi (pulcino), i quali vogliono Lamù ed accusano Ataru di tenerla con la forza con sè. Sakura, la procace nipote di Sakurambo  sacerdotessa esorcista e dottoressa del liceo Tomobiki. Tsubame , lo sciocco fidanzato di Sakura che sfidò Lamù per dimostrare a Sakurambo che era degno di sposarla. Mendo, ricchissimo compagno di classe di Ataru e Lamù, partito prediletto di Shinobu (rassegnata a non avere Ataru) e delle sue amiche! Ten , il cuginetto lanciafiamme di Lamù che la raggiunge per restarle accanto diventando poi un acerrimo rivale dello sposo. Benten , degli dei della ricchezza, altra aliena amica d’infanzia di Lamù sotto forma di frenetica easy raider spaziale, Oyuki , sorta di principessa delle nevi e del pianeta Nettuno, bellissima e fredda. Ancora una compagna extraterrestre di Lamù è la psicolabile Lan , che avendo avuto un’infanzia difficile per colpa di Lamù fino ad essere privata del suo amato(Rei) sempre per opera della tigrata, la odia e vuole vendicarsi rubando con un suo potere la gioventù ad Ataru. Ray , ex ragazzo di Lamù, bellissimo, ma solo quando non si trasforma in bestia (sembra un orso incrociato con una capra!). Le sue più grandi passioni sono il cibo e Lamù! Rynosuke , ragazza costretta dal padre a vestirsi e comportarsi come un maschio, e sempre alla ricerca della sua femminilità perduta. Kurama ,principessa dei tengu (folletti dal lungo naso),che per trovare l’uomo con cui procreare decide di addormentarsi per essere svegliata con un bacio dal suo principe, ma per sua sfortuna chi la bacia è Ataru. Ryoko, la bella sorella di Mendo che si diverte a prendersi gioco di Ataru e del fratello, anche se qualche volta mostra un certo interesse per Moroboshi. I professori del Liceo, il signor Kuribaiashi, severo insegnante che in un primo tempo si innamora di Lamù (fino a quando si rende conto dell’impossibilità del rapporto),il professor Unsen, l’insegnante che ha il maggior numero di presenze nel manga, non tanto severo ma molto esigente e sempre in collisione con i suoi studenti, ed infine(per i professori),il signor Hanawa, che insiste a parlare dell’energia dei giovani ed non vuole ammettere che Lamù sia un’aliena. Il preside del liceo, sempre calmo (o quasi), anche nelle situazioni più strane, sempre pronto ad incoraggiare la buona volontà dei suoi ragazzi. Kintaro, bambino alieno grande amico di Ten con il quale divide e condivide un odio particolare per Ataru. Kintaro possiede anche un orso volante e una enorme e pericolosa ascia. Altri e due personaggi importanti sono i genitori di Lamù. Entrambi adorano la loro figlia ed hanno uno splendido rapporto con lei (proprio il contrario dei Moroboshi), anche se il padre ha un debole per il cibo e la madre per scaricargli corrente. E poi.. Ataru Moroboshi ,playboy senza successo ed estremamente sfortunato per quanto riguarda tutto il resto. Nonostante tutto non si arrende, lotta contro il suo destino avverso ed alla fine riceverà ed accetterà il dono più bello, l’amore di Lamù.Di Lamù sappiamo già che è bellissima e molto simpatica, anche se oppressiva nei confronti del suo tesoruccio, ed è incessantemente incollata a lui e pronta a tutto per non perderlo.

Il Manga venne pubblicato a partire dal 1978 sul settimanale antologico Shonen Sunday (una delle principali pubblicazioni a fumetti giapponesi), diventando istantaneamente un grande successo di critica e di pubblico e per il quale Rumiko Takahashi ricevette il premio per il “Miglior Nuovo Artista” dalla Shogakukan (la casa editrice dello Shonen Sunday). Benché la rivista su cui venisse serializzato fosse (e sia tuttora) riservata a un pubblico prevalentemente maschile, il fumetto della Takahashi ha aumentato la sua popolarità tra le ragazze. In Italia la prima pubblicazione fu curata dalla Granata Press all’interno del mensile antologico Mangazine. Ogni numero conteneva una singola storia e complessivamente dall’aprile 1991 al marzo 1995 pubblicò i primi 45 capitoli del manga. L’edizione venne quindi trasferita al mensile monografico Manga Classic. Furono stampati 4 numeri di Manga Classic (dal maggio all’agosto 1995) che ristampavano storie già presentate all’interno di Mangazine. L’intento era di stampare tutta la serie in volumi monografici, ma le pubblicazioni vennero interrotte a causa del fallimento della Granata Press. La Star Comics riprese successivamente il titolo e pubblicò tutta la serie in 48 volumetti monografici dal marzo 1997 fino al febbraio 2001, nella collana Young (a partire dal numero 34).

La Serie televisiva è composta da 218 episodi che formano un totale di 196 storie. I primi 46 episodi durano 13 minuti l’uno, formano tutti storie singole, tranne due storie che sono state divise in due episodi ciascuna (la 19-20 e la 21-22); dal 47 la durata di ogni episodio è di 25 minuti. E’ stato prodotto anche uno “speciale di primavera” (Spring Special) cronologicamente uscito dopo il 42 episodio, ma che non viene considerato nella numerazione della serie televisiva. La prima puntata è stata trasmessa in giappone il 14/10/81, mentre l’ultima (la 218) ha concluso le trasmissioni della serie il 19/03/86.

OAV (Original Animated Video) sono episodi più o meno legati alla serie televisiva, prodotti solo per essere venduti in versione homevideo. Gli OAV 10 e 11 sono soltanto dei collage di spezzoni della serie TV. I primi undici sono stati pubblicati in DVD da Yamato Video nel 2007, con un cast differente da quello della serie TV e dai film, doppiati a Milano e trasmessi in prima visione sul canale di SKY Man-Ga dal 14 gennaio 2011 al 13 aprile dello stesso anno. Gli OAV 9 e 11 non sono stati doppiati in italiano, nei DVD Yamato Video questi episodi sono sottotitolati. Il dodicesimo Original Anime Video è stato prodotto da Sunrise per It’s a Rumic World, festival dedicato a Rumiko Takahashi, ed è attualmente inedito in Italia.

Dal 1983 al 1988 sono stati prodotti cinque lungometraggi animati con protagonisti Lamù e gli altri personaggi della serie, l’ultimo dei quali riporta gli eventi tratti dai capitoli finali del manga. Un sesto film è stato pubblicato nel 1991 per celebrare i dieci anni della serie televisiva. I film sono stati proposti in Italia solo per il mercato dell’home video in varie distribuzioni: dapprima in sei videocassette, successivamente in due cofanetti da tre DVD ciascuno e infine in sei DVD. Tutti i film sono poi stati trasmessi nel 2011 da Man-Ga su SKY.

Lamù – Only You, uscito nel 1983, diretto da Mamoru Oshii.
Lamù – Beautiful Dreamer, uscito nel 1984, diretto da Mamoru Oshii.
Lamù – Remember My Love, uscito nel 1985 diretto da Kazuo Yamazaki.
Lamù – Forever: La principessa nel ciliegio, uscito nel 1986, diretto da Kazuo Yamazaki.
Lamù – Boy meets girl: Un ragazzo, una ragazza[15], uscito nel 1988, diretto da Satoshi Dezaki.
Lamù – Sei sempre il mio tesoruccio, uscito nel 1991, diretto da Katsuhisa Yamada.

Il titolo originale di questa serie è Urusei Yatsura, il che significa  “gente rumorosa dalle stelle”, anche se alcuni dicono che significhi “gente rumorosa dalla stella Uru”. La parola urusei significa “casinista”, “persona chiassosa”, ma Rumiko Takahashi, autrice di Lamù, ha pensato bene a scrivere l’ultima sillaba della parola sai con un ideogramma dalla pronuncia simile a sei, che vuol dire “stella”.

Gli Oni sono demoni o orchi antropomorfi dell’antico Giappone. Si tratta di grossi esseri, muscolosi, dall’aspetto poco rassicurante. Sono dotati di un numero variabile di corna (Lamù ne ha 2; Ten, suo cugino, ne ha uno). Sfoggiano canini molto aguzzi che sbucano principalmente dal labbro inferiore, accentuando così la loro cattiveria. Sembra abbiano gli occhi spiritati e la loro pelle può essere rossa, blu, giallo o verde. Usano vestirsi con indumenti tigrati e usano armi grezze (bastoni o mazze chiodate), anche se esiste qualche Oni che conosce l’arte della spada dei samurai. Sono brutti e cattivi, mangiano bambini, rubano il bestiame e saccheggiano le città, ma la loro scarsa intelligenza li rende vulnerabili sul piano tecnico e organizzativo.

La traduzione letterale di OYUKI è “neve onorevole” e appartiene alla Dama delle Nevi, uno dei più famosi personaggi delle leggende giapponesi. La leggenda narra che questa ragazza dalla pelle candida e dall’ aspetto etereo si aggira di notte nelle tormente di neve. Nel manga Urusei Yatsura, l’ autrice Rumiko Takahashi ha ripreso questo leggendario personaggio, trasformando Oyuki in una vera e propria principessa dei ghiacci e scegliendo per lei il pianeta Nettuno come dimora. La storia del personaggio originale, comunque, è diversa da quella del personaggio del maga ed è anche molto triste.

I tengu sono una speciale razza di uomini corvo molto famosa nella tradizione nipponica. Sembra che i tengu fossero stati scelti per custodire i segreti delle arti marziali e racconti e leggende narrano che persino i temuti ninja hanno imparato da loro le tecniche di combattimento. Alcuni tengu preferiscono camuffarsi da umani, ma il loro becco li obbliga ad indossare una maschera con un naso piuttosto evidente. Ecco anche il motivo per cui queste creature vengono chiamate “folletti dal lungo naso”.

Essendo il Giappone un’ isola, l’alimentazione in questo Paese è costituita principalmente da pesce e verdura. La carne, quindi, è molto costosa e sono da ritenersi pregiati i piatti composti da questo alimento che da noi è quasi alla base dell’ alimentazione. Il sukiyaki, sono tante piccole bistecche di manzo e la tradizione vuole che vengano servite in tavola crude, in un grande piatto, dove poi ognuno può prelevare con le classiche bacchette; al centro della tavola (su cui è posizionato un fornello) si trova una grande padella comune, nella quale, per tutta la durata del pasto, continua a ribollire un brodo a base di soia: è proprio lì che ci si può cuocere le proprie bistecche. Il pasto è completato dal contorno, costituito da un vassoio pieno di verdure miste che possono essere mangiate crude o cotte insieme al sukiyaki. Questa particolare pietanza si può trovare anche nei ristoranti giapponesi presenti in Italia.

Guardando la serie molti si saranno chiesti la differenza tra il Buddismo e lo Shintoismo viste le notevoli citazioni religiose / mitologiche. Il buddismo si basa sul silenzio, la meditazione e sull’utilizzo di colori spenti come il nero e il marrone, mentre lo shintoismo è la dottrina chiassosa, cioè che richiama l’attenzione delle divinità tramite gong, campane, sonagli e applausi e i colori usati sono il bianco e il rosso. Un’altra differenza fra queste due dottrine è data dalle divinità che la caratterizzano: il Buddismo segue un unico “illuminato” (Buddha), mentre lo Shintoismo, chiamata anche religione dai mille dei, si basa sul concetto che ogni cosa esistente possegga uno spirito vitale e viceversa. In passato queste due filosofie erano in contrasto tra loro, ma oggi è possibile che una persona segua nello stesso tempo le due dottrine.

 

Gianluca Falletta parla di Cosplay su Funweek

Cavalieri dello zodiaco, Lady Oscar, Holly e Benji, Ken Il Guerriero… Cartoni cult anni Settanta, Ottanta, Novanta e Duemila: che cosa rivedere in quarantena con i propri figli (e non solo). Ne parla Funweek con una divertente intervista di  Elena Balestri a Gianluca Falletta, il “papà del Cosplay in Italia”.

Funweek è un magazine web e mobile, edito XAOS Systems, su musica, viaggi, curiosità, tv, Concerti, festival, appuntamenti culturali, gossip, attualità, cinema, spettacoli teatrali e molto di più viene proposto giornalmente dalla redazione Funweek e dai suoi Partner. Funweek è riuscita a conquistare la pole position nel circuito del marketing editoriale grazie alla tecnologia, all’efficiente struttura organizzativa e all’alta qualità dei contenuti prodotti dalla redazione. Nata con lo spirito del divertimento, promuovendo le manifestazioni dell’Estate Romana, Funweek è ora una rivista informativa a 360 gradi. Dai 200 utenti del 2006 che hanno assistito alla partenza di questo progetto innovativo si è passati agli attuali 100mila lettori della rivista.Funweek è un’opportunità avvincente, stimolante e che raggiungerà traguardi sempre più interessanti. Attualmente è partner di Yahoo! Italia e per il futuro sta concludendo nuove interessanti collaborazioni.

Gianluca Falletta, creativo italiano specializzato in entertainment e amusement, concorrente nella stagione 2018-2019 di “Italia’s Got Talent”. Gianluca ha partecipato, come fondatore di Satyrnet, alla produzione del Festival del Fumetto di Romics, RomaComics & Games, Gaming e Cartoon Days e ora collabora con i principali festival italiani quali LuccaComics & Games, Milano Cartoomics e Napoli Comicon. Dopo “l’apprendistato” presso Filmmaster Events, una delle più importanti agenzie di eventi al mondo, Gianluca si occupa di creare ride e parchi di divertimento a livello internazionale e ha partecipato allo start-up dei nuovissimi parchi italiani Cinecittà World e Luneur Park cercando di unire i concetti di narrazione, creatività con l’esigenza di offrire esperienze innovative e immersive per il pubblico. Gianluca è stato selezionato perchè artefice di un immaginario, destinato soprattutto ai più piccoli, che ha saputo veicolare messaggi positivi volti a valorizzare curiosità, estro e fantasia. Per info www.gianlucafalletta.com

Speciale Rumiko Takahashi

Rumiko Takahashi è un nome molto famoso tra i “mangaka” di tutto il mondo. Nata il 10 Ottobre 1957 a Niigata, cittadina di montagna a nord di Tokyo, rimane nella sua città per tutte le scuole superiori. Frequenta l’università femminile “Nihon Joseidai” e si trasferisce così a Nakano, molto vicina alla capitale. Takahashi ha una vita semplice e riservata, passa molto del suo tempo leggendo i manga e ama praticare il sano vecchio sport televisivo in poltrona. Le piace molto disegnare, segue un corso per disegnatori di manga della Koike, piattaforma di lancio di molti artisti di successo.  Ma la sua fortuna inizia quando, nel 1978, decide di partecipare ad un consorso artistico della Shogakukan, vincendo il premio come come miglior disegnatrice emergente. Il lavoro con cui ha vinto questo premio si chiama “Kattena Yatsura”  e venne pubblicato nel 1979.

Le prime tavole di Urusei Yatsura (Lamù) escono nel 1980 su Shonen Sunday, uno dei settimanale a fumetti più venduti in Giappone. All’inizio del 1981 a poco a poco “Lamù” si guadagna il successo che si merita diventando una serie televisiva composta da ben 217 episodi a cui seguono anche diversi film d’animazione.  Mentre Rumiko si apprestava a concludere le avventure di Ataru Moroboshi & company, le prime tavole di un nuovo manga cominciavano a prendere forma. Si trattava di “Maison Ikkoku” (“Cara dolce Kyoko” nella versione italiana) la cui trama doveva essere inizialmente comica ma che invece è divenuta, tavola dopo tavola, sempre più una  “commedia-romantica” sulle disavventure che un ragazzo deve affrontare per ottenere l’amore di una giovane vedova. Una storia di questo tipo , diversa da quelle dei fumetti per ragazzi molto in voga in quel periodo, voleva rivolgersi per lo più ad un pubblico femminile, affiancandosi allo stile di uno Shojo Manga. Ben presto però la stessa autrice dovette ricredersi, “Maison Ikkoku” vedeva infatti la maggior fetta di lettori tra i ragazzi, cosa che contribuì enormemente al successo della serie. Come accadde per “Lamù”, anche di “Maison Ikkoku” venne prodotta la serie animata composta da 96 puntate.

Successivamente vide la luce “Ranma 1/2”, fumetto che riuscì addirittura a superare l’enorme successo delle precedenti opere, grazie ad un perfetto mix tra azione, combattimenti, amore e magia. Dopo 38 albi si concludono le avventure di Ranma.

Questi manga sono conosciuti in tutto il mondo e soprattutto nel nostro paese hanno avuto un successo incredibile facendo conoscere alla maggior parte degli italiani il magico mondo dell’animazione giapponese. Dopo alcuni anni di stasi esce nella stagione 1999-2000 una nuova serie targata Takahashi: Inuyasha. Che racconta le avventure di un mezzo demone in un mondo medievale-fantasy.  Nella primavera 2009 è iniziata la pubblicazione della sua nuova opera Kyokai no Rinne. Oltre alle sue opere seriali lunghe, la Takahashi è anche autrice del comico-sentimentale One Pound Gospel, della drammatica trilogia delle sirene e di molte storie brevi pubblicate prima su rivista e poi nelle raccolte 1 or W, Rumic World e nella antologia di Rumic Theater.

Nel 2011 l’autrice fa uscire Gekijou Unmei no Tori, una raccolta di storie brevi che raccoglie tra one-shot pubblicati tra il 2006 e il 2011. Tra questi anche Unmei no Tori (L’uccello del destino), la storia autoconclusiva che fornisce il titolo alla raccolta. Questa nuova antologia, pubblicata su Big Comic Original di Shogakukan, esce a distanza di sei anni dalla precedente, intitolata Il bouquet rosso (Akai Hanataba) ed editata in Giappone nel 2005. Ad agosto 2008, tutti i lavori dell’autrice hanno venduto oltre 170 milioni di copie soltanto in Giappone. Nel 2017 i lavori dell’autrice hanno superato le 200 milioni di copie vendute in carriera, diventando la mangaka donna che ha venduto più di tutte in assoluto.

Dall’8 maggio 2019 inizia la sua nuova opera manga, Mao sulla rivista Weekly Shōnen Sunday di Shogakukan, dopo più di un anno dalla conclusione della sua precedente opera, Rinne. La Star Comics ha annunciato l’acquisizione dei diritti ad aprile 2020.

La Takahashi riesce dunque a creare sempre universi nuovi descrivendo abilmente al popolo occidentale, non solo le storie dei suoi personaggi (che in realtà sono sia fisicamente che mentalmente simili in ogni serie) ma soprattutto la civiltà giapponese e le sue tradizioni. tutte le sue storie infatti hanno un matrice nelle favole e nei racconti popolari e riportano alla luce dell’animazione antiche leggende e favole.  Il tratto dell’autrice è fra i più riconoscibili nell’ambito dei manga: cresciuta artisticamente sotto Kazuo Koike e Ryōichi Ikegami, la Takahashi ha da sempre disegnato con il pennello, evitando il pennino o la penna a china. La caratterizzazione grafica dei personaggi è molto semplice ed insieme efficace: questa abilità grafica è uno degli ingredienti del suo grande successo, perché i suoi disegni vengono recepiti da ogni tipo di pubblico, dai lettori di tutto il mondo e tutte le culture. Le opere della Takahashi, pur altamente intrise di cultura giapponese, sono infatti diffuse ed apprezzate su tutto il pianeta, e l’autrice è una delle fumettiste più famose al mondo.  La caratteristica peculiare dell’opera omnia della Takahashi è l’aver conquistato un folto pubblico di entrambi i sessi.

 

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