Nippon Shock #10, Speciale Lamù, sarà in vendita in edicola e fumetteria dal 24 Luglio. 

Il numero di Luglio di Nippon Shock Magazine (#10) è completamente deicato a un personaggio adatto al clima rovente della stagione: Lamù.  Ispirato alla bella Agnes Lum, modella di costumi da bagno, rappresenta il personaggio perfetto per il caldo estivo e per spezzare un po’ quelli che erano i dossier dei numeri precedenti, dedicati a personaggi più adatti a un pubblico maschile.

In realtà Lamù è un character “trasversale”, piace davvero a tutti.  Oltretutto è anche di attualità vista la nuova serie in onda su Prime grazie a Yamato Video. Abbiamo quindi voluto sviscerare un po’ tutto quello che riguarda Urusei Yatsura cercando di dare valore sia al senso culturale di questa serie, ma anche alle curiosità, ai personaggi che ne hanno sancito il successo, anche in Italia.

Soprattutto, visto che di interviste alla Rumiko Takahashi ne sono state pubblicate diverse negli anni e l’appassionato ha ben chiare quelle che sono le sue dichiarazioni in tal senso, si è reputato più utile presentare una intervista a Mamoru Oshii, regista di buona parte delle puntate della serie TV e dei primi due film, oggi mostro sacro del cinema di animazione giapponese, che ha ricordato con aneddoti e informazioni, alcune totalmente sorprendenti, la sua esperienza con Urusei Yatsura.  Non potevamo però lasciare fuori la Takahashi che è protagonista di un pezzo straordinario e inedito, di grande importanza culturale per chi ama lei e il suo personaggio: si tratta di un colloquio in presa diretta registrato durante la creazione di uno specifico capitolo del suo manga più famoso. La pubblicazione di questo prezioso colloquio rappresenta e chiarisce il metodo attraverso cui la Takahashi cercava e trovava soluzioni paradossali alle narrazioni di Urusei Yatsura.

Inoltre prosegue la collaborazione del sensei Roberto Ferrari dal Giappone che, in questa monografia su Lamù, ci mostra, in un fantastico tutorial, come si disegna il volto della bella aliena.

Tra i contentuti interviste a doppiatori, oggettistica, colonna sonora e musiche, curiosità e una infinita serie di informazioni inedite su Lamù e sul mondo di Urusei Yatsura. Abbiamo cercato di non tralasciare nulla, sebbene in 80 pagine sia impossibile toccare la vastità di quello che è un vero e proprio “mondo immaginario”.

Ghost in the Shell (1995)

Ghost in the Shell è il capolavoro cyberpunk di Mamoru Oshii. Pietra miliare dell’animazione giapponese, basato sul manga originale omonimo di Masamune Shirow è stato prodotto in Giappone dalla Production I.G, e realizzato dello Studio Shochiku. Il lungometraggio ha avuto un seguito nel 2004 intitolato Ghost in the Shell 2 – Innocence e, nel 2008 , è stata sottoposto ad un profondo restyling, con largo uso della computer grafica, e ripubblicata con il titolo Ghost in the Shell 2.0. Primo anime ad essere presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, “Ghost in the shell” è un autentico capolavoro cyberpunk ancora oggi attualissimo che ha rivoluzionato il genere fantascientifico. 

Tokyo, 2029. Le reti telematiche controllano comunicazioni, economia e produzione. In questo mondo, che ha portato alla quasi totale ibridazione tra esseri umani e macchine, i cyborg hanno superato i limiti degli esseri umani in ogni settore, grazie ai loro impianti bionici e al  mantenimento dell’essenza (il ghost) della razza umana. La criminalità informatica è la nuova frontiera della malavita organizzata e viene contrastata tramite la Sezione 9, gruppo di agenti capitanato dall’ibrido donna androide Maggiore Motoko Kusanagi. Un’entità misteriosa e onnipresente, il “Burattinaio”, sta hackerando il sistema nella sua totalità, mettendo in crisi la distinzione tra uomini e macchine.

Chi è Mamoru Oshii?

Il maestro giapponese Mamoru Oshii, celebre per aver diretto lungometraggi cult come Avalon e gli anime Ghost In The Shell, Lamù Beautiful Dreamer e Patlabor 2, Garm Wars – L’ultimo druido, è un appassionato di fantascienza e di cinema fin da giovane, tanto che inizia a scrivere racconti già a quindici anni.
Negli anni ’70 è anche attivista del movimento studentesco, ma dopo la laurea inizia a lavorare in una radio come direttore della programmazione. Tuttavia, insoddisfatto del suo lavoro, decide di seguire la sua passione e nel 1977 entra a far parte dello studio di animazione Tatsunoko di Tatsuo Yoshida come assistente animatore. Qui lavora nella serie Kagaku ninjatai Gatchaman II (La battaglia dei pianeti) e successivamente come regista di alcuni episodi della serie Zendaman delle Time Bokan Series. Nel 1978, molti dirigenti ed animatori lasciano lo studio Tatsunoko a causa della morte di Yoshida.
Da questa situazione nascono la Ashi Production e lo Studio Pierrot, fondato da Yuji Nunokawa e Hisayuki Toriumi. Oshii si unisce a loro e qui avrà l’opportunità di mettersi alla prova e farsi conoscere. Nel 1981 diventa regista generale della serie Urusei yatsura (Lamù la ragazza dello spazio), tratta dal manga di Rumiko Takahashi, di cui dirige 129 episodi su 195. Questa serie sarà caratterizzata dal suo senso del grottesco e del surreale, così come dal suo anarchismo di fondo. Nel 1983 la Pierrot inizia a produrre una serie di sei lungometraggi dedicati agli stessi personaggi di Urusei yatsura, e Oshii scrive e dirige i primi due, Only You e Beautiful Dreamer. Quest’ultimo, in particolare, viene molto apprezzato dalla critica e segna una svolta nell’opera di Oshii. A partire da questo momento, il regista si dedicherà sempre di più a tematiche mature ed inquiete.
Nel 1984, la Pierrot realizza il primo OAV (Original Animation Video) nella storia degli anime, Dallos, scritto a quattro mani da Hisayuki Toriumi e Mamoru Oshii, che ne cura anche la regia. Cinque mesi dopo, Oshii scrive il suo primo manga, Todo no tsumari, pubblicato sulla rivista Animage. Nel 1985, Mamoru Oshii lascia lo Studio Pierrot per dedicarsi al suo primo vero film d’autore, Tenshi no tamago (L’uovo dell’angelo). Il film, prodotto dallo Studio Deen in collaborazione con il pittore e character designer Yoshitaka Amano, racconta la storia criptica di un’arca sopravvissuta a un diluvio e di un uomo intenzionato a distruggere un grosso uovo. Pieno di simboli e citazioni bibliche, il film è un vero e proprio sogno/incubo con molteplici interpretazioni possibili. Nel 1986, Oshii dirige il film dal vivo Jigoku no banken: akai megane (conosciuto col titolo internazionale The Red Spectacles), primo capitolo della Kerberos Saga. Nel 1987, fonda il progetto Headgear insieme a Masami Yūki, Kazunori Itō, Akemi Takada e Yutaka Izubuchi.
Il primo frutto di questa collaborazione è l’OAV Twilight Q, seguito dalla celebre saga di Kidō keisatsu Patlabor (Patlabor), di cui Oshii scrive la sceneggiatura e dirige vari episodi. Successivamente, Oshii scrive il manga Kenrō densetsu, secondo capitolo della Kerberos Saga, e nel 1989 si occupa della regia dell’OAV Gosenzo-sama banbanzai!. Nel 1991, dirige un altro film dal vivo, Jigoku no banken: kerberos (in occidente Stray Dog), secondo capitolo della Kerberos Saga. Nel 1993 si conclude l’esperienza di Patlabor e Oshii lavora al secondo film della serie, Patlabor 2: The Movie. Il film ottiene un grande successo e ne viene tratto un romanzo pubblicato nel 1994. Nel 1995, Oshii viene chiamato dalla Bandai Visual e dalla Production I.G a dirigere Ghost in the Shell, tratto dall’omonimo manga di Masamune Shirow. Nonostante non ottenga un grande successo al botteghino, il film diventa col tempo un vero e proprio cult movie cyberpunk e consacra Mamoru Oshii tra i grandi dell’animazione giapponese. Nel corso degli anni, Oshii continua a dirigere e produrre numerosi film, tra cui Avalon nel 2001 e Ghost in the Shell 2 – Innocence nel 2004. Nel 2009, realizza Miyamoto Musashi soken ni haseru yume, sulle gesta del samurai Miyamoto Musashi. Oshii è rimasto un punto di riferimento nell’animazione giapponese e continua a produrre opere d’autore che affrontano tematiche complesse e profonde.

Musashi: The Dream of the Last Samurai

Musashi: The Dream of the Last Samurai, diretto da Mizuho Nishikubo in collaborazione con Production IG, è un film d’animazione giapponese uscito nelle sale il 13 giugno 2009. Il film, sviluppato e scritto da Mamoru Oshii, è una reinterpretazione del leggendario spadaccino Miyamoto Musashi (1584-1645). A differenza di un adattamento della serie manga Vagabond di Takehiko Inoue, che si ispira liberamente al romanzo Musashi di Eiji Yoshikawa, questo film mira a essere una rappresentazione storica accurata e realistica del misterioso samurai. Mamoru Oshii ha basato la sua concezione di Musashi sulla sua lettura de Il libro dei cinque anelli, un trattato fondamentale di strategia militare scritto dallo stesso Musashi come mezzo per cercare “la via” per illuminare il suo spirito e coltivare la sua mente.

Il film adotta un approccio semidocumentaristico, utilizzando tre diverse forme di media. L’animazione 2D viene utilizzata per le scene di combattimento che coinvolgono Musashi, il CGI 3D viene utilizzato per i personaggi narranti e l’esposizione visiva delle tattiche militari e delle informazioni di base, e le riprese in live-action vengono incorporate per mostrare le effettive location dove si suppone si siano svolte le azioni. Il character design del film è stato realizzato da Kazuto Nakazawa, che è anche responsabile del suo lavoro in Samurai Champloo e ha lavorato come direttore segmento animazione in Kill Bill vol. 1 di Quentin Tarantino (2003).

MUSASHI: The Dream of the Last Samurai (Recut)

Sebbene il film possa avere momenti di prolissità, l’esperienza complessiva della visione è piacevole e coinvolgente. Tuttavia, è evidente che Musashi: The Dream of the Last Samurai sembra essere il “lavoro scartato” del suo stesso autore, un progetto interessante concettualmente, ma non altrettanto affascinante come ci si potrebbe aspettare da un maestro come Mamoru Oshii. È stata una scelta più saggia affidare il film a Mizuho Nishikubo, un artigiano esperto ma non particolarmente celebrato dell’animazione giapponese. Nishikubo ha diretto episodi di serie televisive di culto come The Fantastic World of Paul (1976-77), Lady Oscar (1979), Rocky Joe, the Champion (1980-81) ed Esteban (1982-83). Tuttavia, la sua filmografia non ha raggiunto grandi successi, concentrandosi principalmente sul mercato dell’OVA (Original Video Animation) e deludendo con il film Atagoal wa neko no mori (2006).

Tuttavia, Nishikubo, che ha collaborato con Oshii nella creazione di Musashi, sembra aver ottenuto una certa soddisfazione da questo film. La sua regia ha guadagnato una grande presentazione all’Isola del Cinema di Roma e una proiezione ancora più prestigiosa al Festival del film di Locarno.

Musashi: The Dream of the Last Samurai è indubbiamente atipico e probabilmente impegnativo per il pubblico occidentale. Tuttavia, offre sequenze spettacolari di duelli samurai che ricordano lo stile realistico e deciso visto nelle opere di Production I.G. Sebbene ci siano alcune scene con grafica meno impressionante, in particolare quando viene utilizzata l’animazione al computer, il film riesce a coinvolgere con le sue scene d’azione e spiegazioni storiche, anche se presentate in modo un po’ didattico.

Uno degli aspetti più piacevoli e interessanti di Musashi: The Dream of the Last Samurai è la spiegazione rapida ma efficace del conflitto russo-giapponese. Attraverso il design dei soldati “appiattito”, il film fa riferimento alla superliveanimation di Amazing Lives of the Fast Food Grifters.

Alla fine, Musashi: The Dream of the Last Samurai avrebbe tratto vantaggio da un maggiore contributo di Mamoru Oshii, con la sua ingegnosità visiva e narrativa. Tuttavia, il film si distingue per le sue animazioni 2D di buona qualità, le gag riuscite e la strana combinazione di animazione deformata e serietà dei temi. Nonostante alcune imperfezioni, il fascino dell’arte della spada, la storia della Terra del Sol Levante e la figura di Miyamoto Musashi rendono comunque il film degno di nota.

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