ChatGPT e i generatori di prompt: potenzia le tue conversazioni AI

ChatGPT ha rivoluzionato il modo di interagire con l’intelligenza artificiale. Ma per sfruttare appieno il suo potenziale, servono i prompt giusti. Ecco come i generatori di prompt possono aiutarti a creare conversazioni AI più efficaci e coinvolgenti.

Cosa sono i prompt e perché sono importanti?

I prompt sono le istruzioni che diamo ai chatbot AI per guidare le loro risposte. Sono fondamentali per ottenere:

  • Contesto: I prompt chiariscono all’AI l’argomento della conversazione.
  • Qualità: Un prompt ben strutturato porta a risposte migliori.
  • Personalizzazione: I prompt permettono di personalizzare le risposte in base alle proprie esigenze.
  • Funzionalità avanzate: I prompt giusti possono sbloccare funzioni come la generazione di codice o la risoluzione di problemi.

5 generatori di prompt per ChatGPT:

  1. Generatore di prompt per ChatGPT di Hugging Face: https://huggingface.co/facebook/bart-base/
  2. Generatore di prompt di ChatX.ai: https://chatx.ai/
  3. Generatore di prompt di NeuralWriter: https://neuralwriter.com/
  4. Generatore di prompt di Arvin.chat
  5. Generatore di prompt di Feedough

Come utilizzare i generatori di prompt:

  1. Scegli un generatore: Ogni generatore ha i suoi punti di forza. Scegli quello che meglio si adatta alle tue esigenze.
  2. Inserisci le tue informazioni: Fornisci al generatore un contesto chiaro su cosa vuoi ottenere dalla conversazione.
  3. Genera il prompt: Il generatore creerà un prompt personalizzato per te.
  4. Usa il prompt in ChatGPT: Incolla il prompt in ChatGPT e avvia la conversazione.

Esempi di utilizzo:

  • Scrittori: Superare il blocco dello scrittore, trovare idee per storie, sviluppare personaggi.
  • Marketer: Creare contenuti per i social media, scrivere campagne email, generare idee per prodotti.
  • Studenti: Fare ricerche, preparare presentazioni, scrivere saggi.
  • Professionisti: Tradurre documenti, scrivere riassunti, generare report.

I generatori di prompt sono uno strumento prezioso per chiunque voglia sfruttare appieno le potenzialità di ChatGPT. Con un prompt ben strutturato, puoi avere conversazioni AI più produttive, creative e coinvolgenti.

ChatGPT è uno strumento potente, ma ha bisogno di una guida. I generatori di prompt ti aiutano a creare i prompt giusti per ottenere il massimo da ogni conversazione. Utilizza questi strumenti per sbloccare il potenziale di ChatGPT e portare le tue interazioni AI a un livello superiore.

Purplewashing: l’appropriazione del femminismo a scopo di marketing

Il purplewashing è una pratica sempre più diffusa nel mondo del marketing, in cui aziende e organizzazioni si appropriano indebitamente di simboli, linguaggi e valori del femminismo per promuovere la propria immagine o i propri prodotti. Si tratta di un fenomeno complesso che richiede un’analisi approfondita per comprenderne le sfaccettature e le implicazioni.

Cos’è il purplewashing?

Il termine “purplewashing” è stato coniato per la prima volta nel 2001 da Susan B. Anthony List, un’organizzazione statunitense per i diritti delle donne. Si riferisce all’uso superficiale o strumentale di immagini, slogan o temi femministi da parte di aziende o politici che non hanno un reale impegno per la parità di genere.

Le motivazioni del purplewashing

Le aziende ricorrono al purplewashing per diverse ragioni:

  • Migliorare la propria immagine pubblica: associandosi a valori positivi come il femminismo e l’uguaglianza di genere, le aziende sperano di guadagnare la fiducia dei consumatori, soprattutto di quelli più attenti alle tematiche sociali.
  • Aumentare le vendite: utilizzando un linguaggio e immagini femministe, le aziende possono attrarre un pubblico specifico, in particolare le donne, che potrebbero essere più propense ad acquistare i loro prodotti.
  • Mascherare pratiche discriminatorie: alcune aziende utilizzano il purplewashing per nascondere le proprie carenze in materia di uguaglianza di genere all’interno dell’azienda.

Le insidie del purplewashing

Il purplewashing può avere diverse conseguenze negative:

  • Inganna i consumatori: i consumatori possono essere tratti in inganno dalle campagne di marketing purplewashing e acquistare prodotti o servizi da aziende che non sono realmente impegnate per la parità di genere.
  • Svaluta il femminismo: l’uso superficiale o distorto dei simboli e dei valori femministi da parte delle aziende può banalizzare il femminismo e ridurne la credibilità.
  • Offende le attiviste femministe: le attiviste femministe possono sentirsi offese dall’appropriazione indebita delle loro battaglie da parte di aziende che non hanno un reale interesse per la causa.

Come riconoscere il purplewashing

Non è sempre facile distinguere tra un impegno genuino per la parità di genere e una mera strategia di marketing. Tuttavia, ci sono alcuni segnali che possono aiutare a riconoscere il purplewashing:

  • Mancanza di coerenza: l’azienda o l’organizzazione si impegna solo superficialmente per le tematiche femministe, ad esempio solo durante alcuni periodi dell’anno o solo su alcuni temi specifici.
  • Focus sulla violenza contro le donne: molte campagne di purplewashing si concentrano sulla violenza contro le donne, che è un tema importante ma rappresenta solo una piccola parte delle sfide che le donne devono affrontare.
  • Mancanza di trasparenza: l’azienda o l’organizzazione non è trasparente sulle proprie politiche interne in materia di uguaglianza di genere.
  • Uso di stereotipi: le campagne di purplewashing spesso utilizzano stereotipi di genere per promuovere i propri prodotti o servizi.

Cosa fare contro il purplewashing

Per contrastare il purplewashing è importante:

  • Informare i consumatori: i consumatori devono essere informati su questa pratica e su come riconoscerla.
  • Sostenere le aziende e le organizzazioni genuinely impegnate per la parità di genere: è importante acquistare prodotti o servizi da aziende che dimostrano un impegno concreto per l’uguaglianza di genere e sostenere le organizzazioni che lavorano per i diritti delle donne.
  • Fare pressione sulle aziende: i consumatori e le attiviste possono fare pressione sulle aziende affinché adottino politiche più inclusive e trasparenti.

Conclusione

Il purplewashing è un fenomeno preoccupante che mina la credibilità del femminismo e inganna i consumatori. È importante essere consapevoli di questa pratica e fare scelte consapevoli come consumatori e cittadini.

Higgsfield AI: rivoluzione video per tutti, sfida a OpenAI e concorrenti

Creare e modificare video facili come scrivere un testo? È la promessa di Higgsfield AI, la nuova piattaforma che punta a democratizzare la produzione video grazie all’intelligenza artificiale. Nata da Alex Mashrabov, ex dirigente di Snapchat, Higgsfield si propone come alternativa user-friendly al generatore di video Sora di OpenAI, pensato per utilizzi professionali.

Come funziona Higgsfield AI?

La piattaforma offre diverse funzionalità:

  • Diffuser: la prima app di Higgsfield, permette di generare video da una descrizione testuale o da un selfie.
  • Modelli pre-generati: una libreria di clip pronte all’uso per velocizzare il processo creativo.
  • Caricamento di immagini e video: integra i propri contenuti multimediali per creare video personalizzati.
  • Editor di prompt: descrivere scene, personaggi e azioni per ottenere video su misura.

Higgsfield contro i giganti: Runway, Haiper e OpenAI

La concorrenza nel settore è agguerrita. Runway, pioniere nel campo, offre strumenti in continua evoluzione. Haiper, supportata da ex DeepMind, vanta oltre 13 milioni di dollari in fondi. OpenAI, con il suo Sora, si posiziona sul mercato professionale.

Come si distingue Higgsfield?

Mashrabov punta su una strategia mobile-first e social-forward:

  • App per iOS e Android: per creare contenuti social ovunque e in qualsiasi momento.
  • Facilità d’uso e funzioni consumer-friendly: accessibile a tutti, non solo professionisti.

Focus sui social media e marketing

Higgsfield vede nei social e nel social media marketing la sua principale nicchia di guadagno. Ipotizza un futuro con:

  • Canoni o abbonamenti per funzioni premium: rivolti a marketing manager che gestiscono campagne social su larga scala.
  • Strumenti specifici per i social media: per creare contenuti ad hoc per le diverse piattaforme.

Sfide e criticità: copyright e dati di addestramento

Come tutte le startup che utilizzano AI generativa, Higgsfield deve affrontare alcune criticità:

  • Violazione del copyright: i modelli potrebbero generare contenuti che violano i diritti d’autore se addestrati su dati non autorizzati.
  • Trasparenza dei dati: la fonte dei dati di addestramento non è stata rivelata da Mashrabov, sollevando dubbi sul loro utilizzo etico.
  • Privacy degli utenti: non è chiaro se i dati degli utenti vengano utilizzati per addestrare futuri modelli, aspetto che potrebbe generare preoccupazioni.

Higgsfield ha il potenziale per rivoluzionare il modo in cui creiamo e modifichiamo i video. Ma per conquistare la fiducia degli utenti e affermarsi sul mercato, dovrà affrontare le sfide legate al copyright e alla trasparenza dei dati.

#HiggsfieldAI #AI #GenerazioneVideo #Diffuser #OpenAI #Runway #Haiper #SocialMedia #Marketing #Copyright #Dati #Futuro

I secchi per popcorn di Dune 2: un fenomeno virale che conquista il web

L’uscita di Dune 2 è stata un successo, e l’hype per il film è palpabile in tutto il mondo. Ma c’è un nuovo, inaspettato protagonista che sta conquistando il web: i secchi per popcorn in stile Dune.

Questi secchi, ispirati all’iconico design del film, sono diventati un vero e proprio fenomeno virale. sui social media, con migliaia di utenti che li mostrano con orgoglio e li utilizzano per gustare i loro popcorn in vista dell’uscita del film.

Ma cosa rende questi secchi così speciali?

Un design unico e accattivante: I secchi sono realizzati in plastica resistente e presentano un design ispirato alle ambientazioni desertiche e alle creature di Dune. Il logo del film è ben in evidenza, rendendoli un vero e proprio oggetto da collezione per i fan.

Funzionalità e praticità: I secchi sono dotati di un coperchio a tenuta stagna che mantiene i popcorn freschi e croccanti. Inoltre, sono di dimensioni generose, perfette per una serata di cinema in famiglia o con gli amici.

Un simbolo di fandom: I secchi per popcorn di Dune 2 sono diventati un modo per i fan di mostrare il loro entusiasmo per il film. Sono un simbolo di appartenenza a una comunità di appassionati che non vedono l’ora di immergersi nuovamente nell’universo creato da Frank Herbert.

Dove trovarli: I secchi per popcorn di Dune 2 sono disponibili in alcuni cinema e negozi di merchandising. Tuttavia, la loro popolarità ha fatto sì che andassero rapidamente esauriti in molti posti. Se non riuscite a trovarli nei negozi fisici, potete provare a cercarli online.

Un fenomeno che non accenna a fermarsi: La tendenza dei secchi per popcorn di Dune 2 è in continua crescita, e non sembra destinata a fermarsi. Questi secchi sono un modo divertente e originale per celebrare l’uscita di uno dei film più attesi dell’anno.

Quindi, se siete fan di Dune e non avete ancora il vostro secchio per popcorn, non perdete tempo! Correte a cercarlo prima che sia troppo tardi!

Altri dettagli sul fenomeno:

  • Su TikTok: URL TikTok, l’hashtag #DunePopcornBucket ha accumulato oltre 10 milioni di visualizzazioni.
  • Su Instagram: URL Instagram, migliaia di utenti hanno pubblicato foto dei loro secchi con la didascalia #Dune2.
  • Su Twitter: URL Twitter, alcuni fan hanno addirittura creato dei meme sui secchi per popcorn di Dune.

Il fenomeno dei secchi per popcorn di Dune 2 è un esempio di come il marketing virale può essere utilizzato per creare entusiasmo per un film. È un modo divertente e coinvolgente per interagire con i fan e creare una sensazione di community.

He-Man: Nostalgia, Marketing e Segreti Nascosti!

Vi ricordate l’emozione di impugnare la Spada del Potere e urlare “Per il Potere di Grayskull!”? Beh, preparatevi a un tuffo nostalgico con “L’effetto He-Man”, il fumetto che svela i segreti del marketing e della nostalgia!

Cos’è questo fumetto?

Un saggio a fumetti che viaggia nel tempo, dall’Antica Roma a Stranger Things, per mostrarci come la nostalgia viene usata per venderci di tutto, dai giocattoli ai film.

Cosa ci trovate dentro?

  • La storia segreta di He-Man: Nato per far concorrenza a Star Wars, He-Man ha conquistato il nostro cuore con la sua forza e il suo coraggio. Ma sapevate che era solo un giocattolo per vendere più prodotti?
  • Nostalgia: un’arma segreta del marketing: Le aziende usano la nostalgia per farci rivivere i bei tempi andati e convincerci a comprare cose che non ci servono. Ma come funziona questa magia?
  • Un viaggio nel tempo tra media e pubblicità: Dal cinema alla TV, fino al web, scopriamo come la nostalgia è stata usata per conquistare la nostra attenzione nel corso del tempo.

Perché leggerlo?

  • Per scoprire i segreti del marketing e della nostalgia.
  • Per capire come le aziende ci influenzano con i ricordi.
  • Per rivivere le emozioni dei cartoni animati e dei giocattoli degli anni ’80.

A chi piacerà?

  • A tutti i nostalgici degli anni ’80 e ’90.
  • A chi è appassionato di marketing e comunicazione.
  • A chi vuole capire come funzionano i media.

Cosa NON aspettarsi?

Un manuale di marketing approfondito. Questo è un fumetto leggero e divertente che offre una panoramica generale del tema.

Quindi, Nerdoni, siete pronti a farvi un tuffo nel passato e scoprire i segreti della nostalgia? Correte a leggere “L’effetto He-Man”!

#HeMan #Nostalgia #Marketing #Fumetti #Nerd #Anni80 #BaoPublishing

Stanley Cup: la tazza che ha conquistato TikTok

Tra i trend più recenti di TikTok c’è lei, la Stanley Cup, una tazza gigante da 1,2 litri realizzata in acciaio inossidabile riciclato. Il suo design minimalista e la sua capacità di mantenere le bevande calde o fredde per ore hanno conquistato il pubblico, soprattutto i giovanissimi.

La storia della Stanley Cup inizia nel 2016, quando l’azienda americana Stanley la lancia sul mercato per la prima volta. Inizialmente, però, il successo è scarso e la tazza viene ritirata dal mercato.

Nel 2020, però, la situazione cambia. I fondatori del sito di consigli e vendite The Buy Guide acquistano ben 5.000 tazze e le rivendono online in pochi giorni. Questo successo dimostra che la Stanley Cup ha un potenziale enorme, ma che deve essere rivolta a un pubblico diverso da quello tradizionale, ovvero i campeggiatori.

Nel 2020, Stanley assume Terence Reilly, l’ex direttore marketing di Crocs, per guidare la sua strategia di marketing. Reilly introduce la strategia del “drop”, ovvero la vendita di piccole quantità di prodotto per un periodo di tempo limitato. Questa strategia si basa sulla creazione di un senso di esclusività e scarsità, che innesca il desiderio dei consumatori.

La strategia del “drop” è un successo clamoroso. Nel 2023, Stanley vende oltre 750 milioni di dollari di tazze, diventando uno dei brand più popolari del mondo.

La Stanley Cup è diventata un vero e proprio oggetto da collezione. Alcune tazze sono state vendute a prezzi astronomici, come quella che è sopravvissuta a un incendio. La proprietaria della tazza ha ricevuto una nuova auto e alcune tazze in regalo da Stanley.

La storia della Stanley Cup è un esempio di come il marketing può trasformare un prodotto in un successo globale. La combinazione di un buon design, di una strategia di marketing efficace e di un pizzico di fortuna ha fatto sì che questa tazza diventasse uno dei prodotti più desiderati del momento.

Ecco alcuni dei motivi del successo della Stanley Cup:

  • Il design minimalista è apprezzato dai giovanissimi.
  • La capacità di mantenere le bevande calde o fredde per ore è un’ottima caratteristica per chi è sempre in movimento.
  • La strategia del “drop” crea un senso di esclusività e scarsità, che innesca il desiderio dei consumatori.
  • La storia della tazza è curiosa e affascinante, e ha contribuito a renderla popolare sui social media.

Influencer marketing in Italia: nuove regole per i grandi profili

L’Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha pubblicato nuove linee guida per l’influencer marketing in Italia. Le regole si applicano a tutti gli influencer che hanno almeno 1 milione di follower e un engagement rate medio pari o superiore al 2%.

I contenuti pubblicitari dovranno essere chiaramente identificati come tali, con una scritta o un’etichetta ben visibile. Gli influencer dovranno inoltre essere chiaramente individuabili e contattabili per gli utenti.

Le nuove regole arrivano dopo il “Pandoro-gate“, lo scandalo che ha coinvolto Chiara Ferragni nel 2023. L’influencer è stata multata dall’Antitrust per aver pubblicizzato un pandoro di Balocco senza specificare che si trattava di un contenuto sponsorizzato.

Martina Donini, presidente nazionale di Udicon (Unione per la Difesa dei Consumatori) ha affermato:

“Era ora che venissero introdotte regole chiare per gli influencer, finalizzate a garantire trasparenza e chiarezza nei confronti dei consumatori. Con l’approvazione delle nuove linee guida di Agcom, ora gli influencer dovranno dichiarare in modo chiaro e riconoscibile la natura pubblicitaria dei loro contenuti… È finito il tempo dei misteri che si nascondevano dietro alle recensioni entusiastiche e confezionate ad arte di prodotti commerciali – continua Donini -,  ora i consumatori potranno finalmente distinguere tra una opinione genuina e un endorsement pubblicitario. Le misure sulla comunicazione commerciale, la tutela dei diritti fondamentali e il tavolo tecnico per l’adozione di un codice di condotta sono passi importanti verso una maggiore trasparenza e responsabilità verso gli utenti di un settore in costante evoluzione…Siamo particolarmente orgogliosi di questo risultato visto il nostro impegno per il raggiungimento di questo obiettivo. Il testo delle nuove regole è il frutto di una collaborazione solida e mirata tra le Associazioni dei Consumatori. Udicon è stata sempre in prima linea nella fase istruttoria per rappresentare e tutelare gli interessi degli utenti. Continueremo a vigilare per garantire che queste nuove norme siano rispettate e contribuiscano effettivamente a proteggere i consumatori”,

Chi sono i profili più interessati dalle nuove regole?

Le nuove regole si applicano a un numero significativo di influencer in Italia. Secondo i dati di Statista, a marzo 2023, i cinque profili italiani più seguiti su Instagram erano:

  • Khaby Lame (80,5 milioni di follower)
  • Chiara Ferragni (28,4 milioni)
  • Gianluca Vacchi (23 milioni)
  • Michele Morrone (15 milioni)
  • Valentino Rossi (14 milioni)

Tra questi, Khaby Lame, Gianluca Vacchi e Michele Morrone sono anche i tre influencer italiani più pagati su YouTube. Nel 2023, i loro guadagni per post variavano dai 35 agli 80mila euro.

I settori più forti dell’influencer marketing

L’influencer marketing è una strategia di marketing sempre più diffusa in Italia. Secondo un sondaggio del 2023 condotto tra i professionisti del marketing, il 59,1% degli intervistati ha dichiarato di aver investito nell’influencer marketing nel settore alimentare. Circa il 34,8% invece ha riferito di aver investito nel segmento beauty, mentre il 33,3% nel settore lifestyle.

Conclusioni

Le nuove regole dell’Agcom rappresentano un passo importante per la trasparenza e la tutela dei consumatori nell’influencer marketing. Saranno interessanti da vedere come gli influencer risponderanno a queste nuove disposizioni.

YouTube si affida all’intelligenza artificiale per rivoluzionare le pubblicità

Google continua a investire sull’intelligenza artificiale, anche su YouTube. Dopo aver annunciato l’arrivo della musica generata da IA, la piattaforma di streaming video ha rivelato che sta esplorando l’utilizzo dell’IA per creare pubblicità più creative e coinvolgenti.

In futuro, le pubblicità di YouTube saranno parzialmente controllate dall’IA. Questo permetterà di sperimentare nuove idee e formati, pur rispettando le quattro “best practices” fondamentali per le pubblicità su YouTube:

  • La presenza del logo del brand nei primi cinque secondi
  • Un voiceover per dare una voce alla pubblicità
  • Una durata specifica in base all’intento dell’annuncio
  • Un formato video adatto al dispositivo e al target di riferimento

L’intelligenza artificiale può aiutare a rispettare queste best practices in modo più efficiente, aumentando il reach e l’engagement delle campagne pubblicitarie. In base ai primi test, la conversione da spettatore a consumatore è aumentata del 34% per i video tipici e del 114% per gli Shorts.

Questi risultati suggeriscono che l’intelligenza artificiale ha il potenziale di cambiare radicalmente il modo in cui vengono create e distribuite le pubblicità su YouTube. Google ha affermato che l’IA “diventerà un partner creativo essenziale per i professionisti del marketing”, aiutandoli a concettualizzare, eseguire e analizzare le loro campagne.

Ecco alcuni esempi di come l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata per creare pubblicità più creative e coinvolgenti su YouTube:

  • Personalizzazione: l’IA potrebbe essere utilizzata per creare pubblicità personalizzate in base agli interessi e alle preferenze degli utenti.
  • Interattività: l’IA potrebbe essere utilizzata per creare pubblicità interattive che coinvolgono gli utenti in modo più coinvolgente.
  • Realtà aumentata e virtuale: l’IA potrebbe essere utilizzata per creare pubblicità che utilizzano la realtà aumentata o virtuale per offrire un’esperienza più immersiva.

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale per le pubblicità su YouTube è ancora agli inizi, ma ha il potenziale di rivoluzionare il modo in cui le aziende si rivolgono ai consumatori.

Il mercato degli influencer online in Italia è in continua evoluzione

Il mercato degli influencer italiani è un affare da 308 milioni di euro.

Il mondo è un posto strano. C’è gente che guadagna milioni di euro per fare video di se stessi mentre mangiano, truccano o fanno palestra. E poi c’è gente che li guarda.
Si chiamano influencer, e sono i nuovi idoli delle folle. Hanno milioni di follower sui social network, e la loro parola è legge.

Ma chi sono questi influencer? Da dove vengono? E cosa fanno per meritare di guadagnare così tanto?

La risposta è semplice: sono persone comuni che hanno saputo sfruttare al meglio le potenzialità dei social network. Hanno creato contenuti interessanti e coinvolgenti, e hanno saputo costruire una community di persone che si fidano di loro e che sono disposte a comprare i prodotti che pubblicizzano.
Il mercato degli influencer italiani vale 308 milioni di euro, e cresce del 10% ogni anno. È un mercato in continua evoluzione, e non è facile per gli influencer emergere e farsi notare. Ma per chi ce la fa, è una vera e propria miniera d’oro.

Ecco altri dati interessanti:

– Il 70% degli influencer italiani ha una età compresa tra i 18 e i 34 anni.
– Il 55% degli influencer italiani è donna.
– I settori più popolari tra gli influencer italiani sono: moda, bellezza, fitness, travel e lifestyle.
– Il costo di una campagna di influencer marketing in Italia varia a seconda del numero di follower dell’influencer, della piattaforma social su cui viene pubblicata la campagna e del tipo di prodotto o servizio che viene pubblicizzato. In media, un influencer italiano con 100.000 follower può chiedere dai 500 ai 1.000 euro per una singola pubblicazione.
– Il mercato italiano degli influencer è in continua evoluzione, e sono sempre più le aziende che si affidano agli influencer per promuovere i loro prodotti e servizi.

Quindi, se anche tu hai un blog, un canale YouTube o un profilo Instagram con tanti follower, perché non ci provi? Potresti diventare il prossimo influencer italiano!
Ma attenzione: non è tutto oro quel che luccica. Gli influencer sono spesso criticati per la loro superficialità e per la mancanza di contenuti di qualità. Inoltre, sono spesso bersaglio di critiche e attacchi da parte di chi li accusa di sfruttare la loro posizione per promuovere prodotti e servizi di dubbia qualità.
Se decidi di diventare un influencer, ricorda di essere sempre te stesso e di creare contenuti che siano interessanti e coinvolgenti. E soprattutto, ricorda di essere responsabile delle tue parole e delle tue azioni.

Come le “Lambo” sono diventate auto da “coatti” e “arricchiti”

Pensate ad una supercar, una macchina esagerata con cui battere Dominic Toretto per le strade di Los Angels o con cui girare per le strade di Sant’ Andreas.

Scommetto che avete pensato ad una Lamborghini.

Avete mai notato che in ogni video sui social in cui qualcuno voglia darsi le arie da “super ricco” prima o poi spunta fuori una Lamborghini? Per esempio, raramente vedrete i vari “guru” che offrono corsi per rendere chiunque un  miliardario in meno di 24 ore, alla guida di una Ferrari, di una Bentley o di una Rolls. Però è  probabile che vi mostrino  la “loro” Lambo dai colori sgargianti, circondata da donne ammiccanti. il termine “Loro” è volutamente messo tra parentesi, perchè il dubbio che la macchina sia stata noleggiata ad hoc per l’occasione è assolutamente lecito.

Però vi  siete mai chiesti perchè?

Come è nata la casa automobilistica

La casa automobilistica Lamborghini è nata come una sfida. La storia della sua fondazione ha una componente quasi leggendaria. Il suo fondatore, Ferruccio Lamborghini, aveva imparato l’arte della meccanica durante la guerra, smontando e rimontando mezzi militari nel Dodecaneso. Nel dopoguerra, mise a frutto le sue competenze modificando mezzi militari per trasformarli in macchine agricole. Il paese era infatti in piena ricostruzione, servivano macchinari, ma la produzione nazionale non era in grado di soddisfare la domanda. C’erano però in giro numerose eccedenze belliche che con le giuste modifiche potevano essere riconvertite adeguatamente. Nacque così la Lamborghini Trattori, che fece suo lo stemma del Toro, ossia il segno zodiacale di Ferruccio.

Nel 1958 la fabbrica di trattori Lamborghini era ormai bene lanciata, e Ferruccio potè investire i suoi soldi in una delle sue passioni: le macchine sportive. Tra tutte le sue preferite erano le Ferrari. Tuttavia, forse per lo stile di guida molto aggressivo di Ferruccio, le sue Ferrari tendevano sempre a rompere la frizione. Stanco di mandarle continuamente in riparazione a Maranello, decise di cercare di risolvere il problema da solo, montando un modello di frizione per trattori modificato. Soddisfatto della sua “invenzione” si recò dall’Ingegner Enzo Ferrari.

Da una parte il “Drake”, “L’ingegnere”, il mago di Maranello, dall’altra il meccanico bolognese arrivato dal nulla: Non poteva andare bene. Enzo Ferrari disse che le sue auto erano perfette, e che se Lamborghini non era capace di guidarle poteva farsi una macchina sportiva lui stesso. Nacque così la Lamborghini Automobili.

Per quanto oggi Lamborghini sia considerata un brand di Lusso, al tempo era tutta una scommessa. Ma la prima Lamborghini era davvero potente e performante.

Un simbolo di eccesso

Ma le Lamborghini non riuscirono davvero a rivaleggiare le Ferrari: mentre quest’ultime sfornavano continuamente nuovi modelli, Lamborghini poteva solo costruire un modello alla volta. Anche la produzione era davvero insignificante paragonata alla rivale, anche in  un settore nel quale, per forza di cose, i numeri si assestano verso il basso.

Eppure, grazie a modelli davvero estremi come la Countach degli anni ’80 o la mitica Diablo degli anni ’90 la Lamborghini non è mai stata del tutto offuscata come era successo per altre case come la “De Tomaso”. Anzi, negli anni erano riuscite a conquistarsi una nicchia di mercato tra quei ricchi che amavano le super car potenti e meno “borghesi”.

Perchè mentre il marketing di Ferrari, Porsche, Aston Martin puntava ad una borghesia raffinata ed elegante, già dagli anni ’90 Lamborghini era diventato un simbolo di “eccesso”, stravaganza e “lusso fuori dal comune”.

Fu proprio grazie a questo “anticonformismo” che  le Lamborghini ebbero un discreto successo negli USA, che era il principale mercato per la casa. Il nome Lamborghini era così conosciuto negli USA, da essere considerata da molti americani una  casa automobilistica nazionale.

Tuttavia la vera “esplosione” del marchio sarebbe arrivata con l’acquisizione da parte di Audi – WW. E se all’inizio l’idea era di usare la tecnologia Lamborghini per rilanciare verso l’alto il marchio Audi, ben presto i vertici di Ingolstad si resero conto delle potenzialità del marchio

Il posizionamento

Il mercato statunitense delle supercar è storicamente  molto differente rispetto a quello Europeo. Mentre gli europei apprezzano aspetti come l’eleganza nelle forme, i dettagli costruttivi, il pubblico americano è piu interessato alle performance “pure”. Questa differenza è evidente nelle “sportive” di fascia bassa,  come le Mustang, le Firebird o le Camaro, radicalmente diverse come concezione rispetto a Porsche, ad Alfa Romeo o Audi.

Allo stesso modo anche le supercar di fascia alta  devono essere “esagerate” per il mercato americano. Così  mentre Ferrari, Aston Martin, Maserati puntavano ad un pubblico europeo legandosi a concetti di stile, eleganza e pulizia nelle linee, Lamborghini ha seguito il pubblico americano imponendosi come potenza, aggressività, eccesso.

Il mostrarsi anticonformista rispetto ad altri Brand blasonati ha spinto molte personalità dello spettacolo, della musica e dello sport che volevano imporre una visione di ricchezza più “sfrontata” a mostrarsi al volante di Lamborghini.

Da qui le Lamborghini sono diventate macchine perfette per gli arricchiti, che si sono sentiti “cullati” dal Brand. Da qui a diventare l’emblema della cosiddetta ” Riccanza” il passo era breve, ma non scontato.

Lamborghini ed i suoi clienti.

Un’altro aspetto importante è la differenza con cui Lamborghini tratta i propri clienti rispetto alla concorrenza. A questo si sono aggiunti altri due elementi importanti sulla concorrenza.

Prendiamo la concorrente per antonomasia, la fabbrica di Maranello. Ferrari inserisce i suoi clienti in  un club molto esclusivo, da cui è piuttosto facile essere ” cacciati”. Far parte di questo Club è un blasone speciale per i ferraristi e gli appassionati, perchè alcuni modelli della casa  non possono essere semplicemente “comprati”.

Quelli più esclusivi vengono venduti ancor prima di essere realizzati ai membri del club Ferrari, clienti selezionati e “speciali”.

Per entrarvi bisogna aver già posseduto e/o possedere una Ferrari e aver fatto ” i bravi”, ossia aver seguito le regole del club. Tra le attività che possono portare ad un esclusione c’è l’ aver modificato la propria auto,  aver denigrato o criticato la marca, aver usato la propria auto per creare contenuti non autorizzati. Ma sopratutto bisogna  astenersi da avere comportamenti nella vita privata giudicati non consoni per lo stile “Ferrari”.

La pena è finire in una Black list che impedisce di poter comprare un’altra auto della marca attraverso i canali ufficiali.  E se pensate che se si è famosi o ricchi si possa godere di un’eccezione vi sbagliate: personaggi come Nicholas Cage, 50 cent, il pugile Mayweather, Kim Kardashian e Justin Bieber sono entrati nella black list e non ne usciranno probabilmente più.

Una politica simile è perseguita dal marchio Rolls Royce e consociate. Questo concetto nasce per rafforzare l’idea di far parte di una comunità esclusiva.

E Lamborghini?

Lamborghini invece ha sempre promosso la possibilità di “esprimersi liberamente” con la propria supercar.

“Per tutti gli spiriti coraggiosi, ecco alcune opzioni per personalizzare la tua livrea. Vogliamo che tu esprima il tuo vero io senza limiti”

Una mossa che ha spinto i vari appassionati di tuning “estremo” a considerare le Lamborghini il non plus ultra dello “sborone”.

La concorrenza di Lamborghini

In pratica Lamborghini è riuscita a crearsi un propri bacino d’utenza in costante crescita. Oggi è la marca di auto di fascia alta con una crescita maggiore assieme a Bentley grazie al suo posizionamento.

Infatti, come abbiamo visto il brand ha acquisito la fama di marchio “anticonformista” di fascia molto alta. Ed in questa “fascia” di pubblico non ha concorrenti: altri marchi blasonati, come Aston Martin, Ferrari, Maserati o la stessa Porsche,( che tuttavia rientra in una fascia di prezzo molto più “accessibile”) hanno un posizionamento ” diverso”, più elegante o sportivo. Ma d’altra parte è lo stesso posizionamento che WW cerca di presidiare (malamente)  con Porsche ed Audi.

Altri marchi “inseguitori” che puntano allo stesso targhet di Lamborghini, si pongono su una fascia molto più cheap: pensiamo alle Muscle Car, la Ford Mustang Shelby, la Dodge Viper, ecc ecc. Oppure sono supercar-prototipi inarrivabili dal mercato limitato come le Pagani, le Mc Laren, o la Konisseg. Tutti modelli con una produzione talmente limitata da non aver nemmeno una vera e propria posizione di mercato: Aston Martin è l’Auto di James Bond, Ferrari l’auto sportiva per eccellenza,  Lamborghini è il non plus ultra del mondo di  “Fast N’ Furius”.

Una scelta di Marketing

Viene quindi spontaneo pensare che dietro l’utilizzo delle Lambo come simbolo dell’eccesso del “cafone arricchito” ci sia una precisa mentalità. Basta vedere i colori proposti per il lancio dei nuovi modelli: Se  fino a pochi anni fa le Lambo sfoggiavano colori “accesi” ma tutto sommato accettabili, oggi hanno livree Quasi ” eccessive” : verde elettrico, viola opalescente, bianco con riflessi madreperla. Pensateci bene, quand’è l’ultima volta che avete visto una lamborghini “sfoggiare” un colore sobrio in un film?

Probabilmente vi verrà in mente il  Cavaliere Oscuro di Nolan, quando Bruce Wayne, per non dare nell’occhio,  utilizza la sua Lamborghini nera al posto della Batmobile, e provoca lo sprezzante commento di Alfred “La Lamborghini? Molto più discreta”.

Ma poi? Altre volte in cui avete visto una lambo sullo schermo di che colore era? Stroboscopico, pieno di led, cangiante? Un simbolo, un simbolo per dire “Guardami”, guarda come sono ricco, ossia proprio quel concetto di  “riccanza coatta”, che piace a chi i soldi “veri” non li ha.

Guardami. Ed ecco allora che i social che vivono di visibilità hanno subito preso la palla al balzo. Ed è infatti su internet che le Lamborghini sono diffusissime, piu delle utilitarie.

E non è un caso se proprio una Lamborghini, precisamente una Ursus, sia stata scelta dal gruppo di youtuber ” The Borderline” per la loro challenge finita nel peggiore dei modi.

Un concetto di Sfrontatezza, Eccesso, sentirsi Iperpotenti che ora come non mai viene incarnato da molti ( ma non tutti) guidatori ( molto spesso non proprietari) del marchio di Sant’Agata.

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