Bumbelbee l’eroe dei Transformers da Maggiolino a Chevrolet Camaro

Bumblebee è uno dei personaggi più famosi e amati della saga dei Transformers, una serie di film, cartoni animati, fumetti e giocattoli che raccontano le avventure di una razza di robot alieni in grado di trasformarsi in veicoli e altri oggetti. Bumblebee è un Autobot, ovvero un membro della fazione che si oppone ai malvagi Decepticon, guidati dal tirannico Megatron. Bumblebee è un robot di piccole dimensioni, ma di grande coraggio e lealtà, che si trasforma in una macchina gialla con strisce nere, inizialmente una Volkswagen Maggiolino, poi una Chevrolet Camaro. Il suo nome, che significa “ape”, deriva dal suo colore e dal suo ronzio caratteristico, che usa per comunicare quando la sua voce è danneggiata.

La storia di Bumblebee inizia milioni di anni fa sul pianeta Cybertron, dove gli Autobot, guidati da Optimus Prime, combattono contro i Decepticon per il controllo della Matrice, una fonte di energia vitale per i robot. Durante la guerra, Bumblebee viene inviato sulla Terra come spia, per cercare un segnale che indichi la posizione della Matrice. Qui, si imbatte in una ragazza adolescente di nome Charlie Watson, che lo trova in un deposito di rottami e lo porta a casa, ignara della sua vera natura. Tra i due nasce un’amicizia speciale, che li porterà ad affrontare insieme le minacce dei Decepticon, che hanno seguito Bumblebee sulla Terra, e degli agenti del Settore 7, un’organizzazione segreta che studia gli alieni. Grazie all’aiuto di Charlie, Bumblebee riesce a recuperare la sua voce e a contattare Optimus Prime, che lo raggiunge sulla Terra insieme ad altri Autobot. Insieme, formano una squadra per proteggere il pianeta e i suoi abitanti dagli attacchi dei Decepticon.

Bumblebee è un personaggio che ha conquistato il pubblico per la sua simpatia, il suo spirito avventuroso, la sua fedeltà e il suo senso dell’umorismo. Nonostante sia un guerriero, è anche capace di mostrare emozioni e sentimenti, come la paura, la tristezza, la gioia e l’affetto. La sua relazione con Charlie è uno degli aspetti più toccanti e divertenti del film dedicato a lui, uscito nel 2018 e diretto da Travis Knight. Il film è un prequel/spin-off della serie principale dei Transformers, iniziata nel 2007 e diretta da Michael Bay. Il film ha ricevuto critiche positive, sia per le scene d’azione che per la storia e i personaggi, ed è stato un successo al botteghino, incassando oltre 460 milioni di dollari in tutto il mondo. Bumblebee è considerato uno dei migliori film della saga dei Transformers, e ha rilanciato la popolarità del personaggio, che è diventato un’icona della cultura pop.

Bumblebee: i Transformers tornano negli anni ’80

Bumblebee è un film che cerca di riportare il divertimento e il senso di meraviglia nella saga dei Transformers, dopo sei film diretti da Michael Bay. Ambientato nel 1987, il film racconta la storia di Charlie, una ragazza ribelle che ascolta gli Smiths, si scontra con la madre e si innamora di un ragazzo timido. Charlie scopre anche Bumblebee, un Autobot in fuga che si nasconde in una discarica sotto forma di una Volkswagen gialla. Tra i due nasce un’amicizia che li porterà ad affrontare i Decepticons, gli acerrimi nemici dei Transformers.

BUMBLEBEE Trailer Italiano (2018)

Bumblebee è un film che omaggia i classici degli anni ’80, come E.T. e i film di John Hughes, ma anche il cartone animato dei Transformers. Il film ha un tono più leggero e umoristico dei precedenti capitoli, e si concentra maggiormente sul rapporto tra Charlie e Bumblebee, che riescono a comunicare nonostante il robot abbia perso la voce. Il film ha anche delle scene d’azione ben fatte e spettacolari, che non sacrificano la coerenza e la chiarezza della trama.

Bumblebee è un film che piacerà ai fan dei Transformers, ma anche a chi cerca un film d’avventura e di fantascienza con un cuore. Il film dimostra che è possibile rinnovare una saga ormai inflazionata, e apre la strada a possibili sequel. Il film è diretto da Trevis Knight, che abbiamo già apprezzato per Kubo, ParaNorman e Coraline, e avrà come protagonista anche il wrestler John Cena e Hailee Steinfeld, Pamela Aldon, Stephen Schenider, Jorge Lendeborg Jr., Jason Drucker, Kenneth Choi, Ricardo Hoyos, Abby Quinn, Rachel Crow, e Grace Dzienny

Star Wars & Transformers per Hasbro a Lucca

Oltre alla storica Area Games dove provare in anteprima i giochi in scatola più attesi in vista del Natale, quest’anno Hasbro si fa in due e stupisce il popolo del festival con un’imperdibile esclusiva targata Star Wars, una mega installazione Transformers e una serie di sorprese entusiasmanti sul mondo Marvel che lasceranno tutti a bocca aperta.

Sarà per l’installazione d’autore che celebra il fenomeno Transformers o per il Play Set Star Wars disponibile in esclusiva italiana solo alla 52sima Lucca Comics & Games, sta di fatto che il padiglione monografico di Piazza San Giusto dedicato all’universo Hasbro sarà di certo preso d’assalto da migliaia di appassionati. I protagonisti saranno gli eroi di tutti i tempi più amati da grandi e piccini, a cominciare dai mitici personaggi di casa Marvel o dagli intramontabili protagonisti della saga stellare firmata Lucas. E dopo aver girato il centro storico, si va oltre le mura del borgo medievale, direzione Padiglione Carducci, per provare prima di ogni altro i nuovi appassionanti giochi in scatola targati Hasbro Gaming, a cominciare dai grandi classici come Monopoly, Jenga e Taboo, fino alle divertentissime novità natalizie come Calma e Sangue Freddo e Torte in faccia il Cannone.

Protagonisti indiscussi della cultura pop da decenni, amatissimi da un’interminabile schiera di fan di tutte le età, i robot-veicolo Transformers, i supereroi Marvel e i personaggi della saga Star Wars continuano imperterriti ad appassionare e stupire i loro affezionatissimi adepti. Ed è per questo che Hasbro ha fatto un annuncio ufficiale che ha lasciato tutti a bocca aperta: ai Comic Con di Londra e Parigi e, soprattutto, al Lucca Comics & Games 2018, sarà disponibile in esclusiva assoluta una magnifica e imperdibile action figure in edizione limitata della sorprendente linea Black Series dedicata al mitico Capitano Han Solo e alla sua Principessa Leia Organa. Per l’Italia è un’attesissima “prima volta” che fa saltare di gioia i tantissimi appassionati: sono già previste code interminabili in quel di Lucca, impossibile farsi scappare un gioiellino del genere. Il design particolare e accattivante, molto realistico e poco cartoonesco, è ispirato a uno dei film più celebri della saga creata da George Lucas: L’Impero Colpisce Ancora. Una fedele riproduzione che ricalca in ogni minimo dettaglio l’outfit, l’aspetto fisico e le espressioni degli intramontabili personaggi interpretati da Harrison Ford e Carrie Fisher nella pellicola del 1980.

Insomma, un vero oggetto del desiderio che non può mancare nelle teche di un collezionista degno di tale nome. La numerosa schiera italiana degli “Star Wars Lovers” non dovrà far altro che recarsi nella cittadina toscana tra il 31 ottobre e il 4 novembre e andare alla ricerca del padiglione monografico dedicato al mondo Hasbro di Piazza San Giusto. All’interno non solo le esclusive Black Series di Star Wars, ma anche le serie limitate e da collezione delle linee Marvel Legend e Transformers Studio Series, dei must have a tutti gli effetti, delle repliche super curate e dettagliate tanto da essere praticamente uguali ai protagonisti del kolossal da cui prendono ispirazione.

E non solo, la vera grande sorpresa sarà il tributo ai robot-veicolo più famosi in assoluto: i Transformers. Sarà un gran bel colpo d’occhio ammirare la mega installazione firmata da un noto street artist spiccare maestosa in Piazza San Giusto per dare il benvenuto a tutti gli ospiti della fiera intenti a visitare il padiglione monografico Hasbro. A dare il via alla cinque giorni toscana un interessante panel in compagnia di tre ospiti internazionali: alle h 16,00 di mercoledì 31 ottobre, infatti, il pubblico della Sala Ingellis dell’Area Games darà il benvenuto a Ran Sun del Transformers Global Brand Team, a Ryan Ting del Marvel Global Brand Team e a Patrick Schneider del Brand Global Team di Star Wars. Sarà un’amabile discussione tra appassionati, un interessante botta e risposta con fan, collezionisti, giornalisti e influencer. Tante le anticipazioni e le curiosità, soprattutto sulle prossime novità relative alle serie Transformers Studio Series, Marvel Legends e Star Wars: The Black Series. Impossibile mancare, sarà un inizio col botto per una cinque giorni che si preannuncia davvero indimenticabile!

Come vuole la tradizione, da leader del settore, Hasbro Gaming non può mancare nell’Area Games del Padiglione Carducci: ad attendere gli amanti del genere i più innovativi e divertenti giochi in scatola del momento, primi tra tutti le super novità Torte in faccia il Cannone e Calma e Sangue Freddo, oltre agli intramontabili classi del gioco di società Monopoly, Jenga e Taboo.

Transformers animation movie

In attesa del sesto film live della saga cinematografica dei Transformers, volevo  soffermarmi sul primo lungometraggio animato dedicato ai Transformers, Transformers the Movie. Uscito dopo la metà degli anni ’80, come successo per la serie televisiva, anche questo film è nato da una co-produzione nippo-americana, e si colloca tra la seconda e terza stagione della serie, rivoluzionandola completamente, questo film rappresenta una sorta di cambio di guardia, dove i vecchi personaggi della serie lasciano il posto ai nuovi. Ovviamente la Hasbro ha creato la relativa linea di giocattoli arricchendola di nuovi pezzi, la linea è tutt’ora prodotta e riproposta sempre aggiornata.

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Trama

Sono passati più di vent’anni da quando gli Autobot e i Decepticon si sono rivelati agli abitanti della Terra, siamo infatti nell’anno 2005. Portandosi dietro il conflitto che li vede contrapposti da milioni di anni, dopo molte battaglie, Megatron e i suoi Decepticon, sono stati scacciati dalla Terra, ma hanno mantenuto il controllo del loro natio pianeta Cybertron, mentre gli Autobot, grazie alla saggezza del loro capo Optimus Prime, hanno formato un’alleanza con i terrestri e difendono ancora il pianeta Terra in attesa di poter liberare Cybertron dal giogo di Megatron. Nel frattempo, dalle profondità dello spazio, arriva un’oscura minaccia, un pianeta meccanico senziente si avvicina pian piano a Cybertron e al Sistema Solare divorando ogni singolo pianeta che gli si para davanti, si tratta di Unicron, un gigantesco essere che vive solo per distruggere e seminare il caos nell’universo, senza pietà. Intanto sulla Terra, Megatron lancia un massiccio attacco alla base degli Autobot, lo scontro è così furioso che entrambe le parti subiscono numerose perdite. Il culmine della battaglia avviene con il duello mortale tra i capi delle due fazioni, Optimus Prime e Megatron, la violenza dello scotrno è tale che entrambi i contendenti cadono sotto i loro stessi colpi, Optimus Prime prima di morire, cede la matrice del comando a Ultra Magnus, che diventa così il nuovo comandante degli Autobot, mentre Megatron, mortalmente ferito, riesce a fuggire con i Decepticon superstiti venendo poi tradito dal suo secondo in comando Starscream, che lo abbandona nello spazio profondo assieme ad altri Decepticon gravemente danneggiati. Qui Megatron e i suoi seguaci, vengono raggiunti da Unicron, che, proponendogli un’alleanza per potersi impadronire della Matrice del comando degli Autobot, gli promette di donargli un nuovo corpo, Megatron accetta il patto con Unicron, così che rinasce con un nuovo corpo e con il nuovo nome di Galvatron, anche gli altri Decepticon danneggiati ottengono un nuovo corpo. La prima mossa di Galvatron è quella di  recarsi alla base dei Decepticon, dove si sta svolgendo l’incoronazione di Starscream come nuovo capo dei Decepticon, cerimonia che viene interrotta con l’arrivo di Galvatron, il quale disintegra letteralmente il traditore e riprende il comando completo di tutti i Decepticon. Nel frattempo, sulla Terra, si stanno svolgendo i funerali di Optimus Prime e degli altri caduti Autobot. Successivamente Ultra Magnus cerca di riorganizzare quello che rimane delle sue forze per organizzare le difese contro Unicron, che nel frattempo si era rivelato, e si stava dirigendo contro Cybertron.

Galvatron, dopo aver studiato un piano d’azione, lancia un attacco in forze contro gli Autobot per impossessarsi della matrice del comando, ma, durante la battaglia, avviene una cosa straordinaria, la matrice del comando finisce tra le mani di un giovane Autobot di nome Hot Rod, che, appena lo afferra, si illumina di nuovo potere. La matrice, come profetizzato da Optimus Prime, ha scelto il nuovo Leader degli Autobot: Hot Rod, che, investito da una nuova energia, diventa Rodimus Prime, e grazie a questa potenza riesce a sconfiggere Galvatron, scacciandolo insieme ai suoi Decepticon da Cybertron, ma la battaglia non è finita, in quanto Unicron è giunto sul pianeta meccanico, e, davanti a tutti, rivela la sua vera forma: un gigantesco Transformers. L’ultima battaglia è senza esclusione di colpi, ma alla fine gli Autobot, grazie a Rodimus Prime, riescono a distruggere Unicron, la cui testa diventa una nuova luna di Cybertron e la pace viene di nuovo ristabilita sul pianeta dei Transformers, anche se l’ombra di Galvatron e dei Decepticon è sempre in agguato.

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Un bel lungometraggio di animazione vecchia scuola, senza l’ausilio della computer grafica, con una trama autoconclusiva, ma che segna la fine di un’era e l’inizio di un’altra, arricchendo il tutto con nuove storie e personaggi, espandendo il mondo dei Transformers in tutto il cosmo, senza più essere relegato solo tra la Terra e Cybertron. L’unica pecca è l’adattamento in italiano di quel periodo, che, oltre ad aver cambiato completamente i nomi di molti dei personaggi, come Bumblebee che diventa Maggiolino, colpisce anche alcuni dialoghi: in alcuni frangenti sembrano senza senso, ma per il resto il film è completamente godibile.

Una curiosità, la voce in originale di Galvatron era quella del compianto Leonard “Spock” Nimoy e quella di Unicron è di Orson Welles.

Alla prossima!

 

Transformers – L’ultimo cavaliere

Cosa poter dire dell’ultimo capitolo, appena uscito, dei Transformers? Stupendo! Come sempre vi fornisco il mio parere personale e di chi viene a vedere con me il film (in questo caso mia moglie) che è stata d’accordo con me nel dire che questo è un film bellissimo che si può rivedere molto volentieri anche una seconda volta, probabilmente bisseremo molto volentieri.Il film presenta pochissimi punti morti; il passaggio da una situazione ad un altra totalmente differente e così fluida da non far perdere un solo momento saliente del film, tranne se ci si distrae per motivazioni esterne.

Grazie al breve riassunto iniziale, sotto forma di monologo di Optimus Prime, che ci riassume precedente capitolo, “Transformers l’Ultimo Cavaliere” si può guardare come un film a se stante senza per forza aver visto i precedenti capitoli; ovviamente, vi consiglio però di vederli perché sono sempre un bello spettacolo specie per chi è cresciuto, come me, vedendo in televisione le serie animate: dopotutto, uno scontro tra robot è sempre un bello da vedere.

Sono passati alcuni anni da quando Optimus Prime ha lasciato il Pianeta Terra lanciandosi nello Spazio Profondo in cerca dei creatori dei Transformers; sulla Terra intanto sia gli Autobot che i Decepticon, entrambi senza un leader a guidarli; continuano a combattersi tra loro in nome della loro eterna rivalità, senza preoccuparsi dei danni collaterali. Per evitare di vedersi le proprie città vengano usate dai Transformers come un campo di battaglia, le Nazioni Unite hanno formato una Task Force multinazionale chiamata TRF specializzata nel trovare e neutralizzare con ogni mezzo possibile sia i Decepticon che gli Autobot senza alcuna distinzione.

Nel frattempo sull’intero pianeta cominciano a spuntar fuori dal terreno delle gigantesche strutture  metalliche che sembrano presagire nulla di buono. Le notizie che giungono da tutto il Mondo riguardanti queste antiche strutture mandano nel panico ogni abitante della Terra: il mondo è nel caos, tranne una remota zona della campagna Inglese, dove un Lord di una antica Casata, accompagnato dal suo maggiordomo robotico, accolgono tali notizie come se le attendessero da tempo immemore. Nelle profondità dello Spazio Optimus Prime incontra finalmente i suoi creatori e … mi spiace ma basta così, niente spoiler, il resto lo saprete andando al cinema.

Per realizzare questo film, il regista Michael Bay ha miscelato bene tra loro alcuni dei protagonisti umani dei precedenti capitoli, come se il tutto facesse parte non di due trilogie separate ma di un unica e grande saga. Mark Wahlberg riprende il suo ruolo da L’era dell’estinzione, mentre Josh Duhamel e John Turturro riprendono i loro ruoli dai primi tre film della serie. Fanno parte del cast anche Anthony Hopkins, Laura Haddock, Isabela Moner, Jerrod Carmichael, Santiago Cabrera, Liam Garrigan e Mitch Pileggi. Per quanto gli attori siano bravissimi nei loro ruoli, in questo quinto capitolo della saga, a farla da padrone sono i Transformers stessi in maniera molto più preponderante dei capitoli precedenti.

Oltre a scoprire parte delle origini dei Transformers, finalmente si risolve l’annoso dubbio per il quale il nostro pianeta sembri attirare dallo spazio tutte le forme di vita robotiche dei Transformers. La sceneggiatura dunque mescola la storia umana, i miti e le leggende che ci hanno accompagnato sin dagli albori della storia e, come recita il trailer, “la Storia Segreta dei Transformers”. Una trama fluida e piacevolmente scorrevole, piena di colpi di scena e rivelazioni, effetti speciali ben fatti, combattimenti al cardiopalma, apparizioni di vecchi personaggi che credevamo ormai “accantonati” e, per i fan della serie animata, alcune citazioni dei protagonisti del cartone.

Al 27 giugno 2017, Transformers – L’ultimo cavaliere ha incassato 82,1 milioni di dollari in Nord America e 199,2 milioni negli altri territori, totalizzando a livello mondiale 281,3 milioni di dollari, a fronte di un budget di 217 milioni

Vi posso assicurare che vale veramente la pena andare a vedere “Transformers – L’ultimo cavaliere”, specie se in compagnia di persone appassionate del genere, sia dei Transformers che di Fantascienza: vi posso assicurare che vi divertirete moltissimo e avrete voglia di rivederlo una seconda volta.Alla prossima!

by Marco Talparius Lupani

Ottanta nostalgia al Wow

WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano (Viale Campania 12) dedica una non-mostra/omaggio ai mitici anni Ottanta, decennio che ha influenzato, con i suoi eccessi e le sue mode, i nuovi quarantenni e che sta vivendo in questo periodo un’autentica (ri)scoperta anche da parte delle nuove generazioni. Giochi, giornali, dischi, manifesti cinematografici, modellini, fumetti, giochi in scatola, memorabilia, videogames e tutto quello che rese, nel bene e nel male, quel magico decennio indimenticabile vengono esposti in un percorso cronologico che vuole rapire la memoria del visitatore sulla scorta della nostalgia, ma anche aiutare chi non ha vissuto quel periodo a comprenderlo meglio e, perché no, rivalutarlo.

Nichilisti, superficiali, colorati, eccessivi, tosti, galli, entusiasmanti, pop… Comunque li si voglia definire, gli anni Ottanta sono stati un decennio incredibile. Sono stati gli anni del boom dei videogames e dei cartoni animati giapponesi, del trionfo delle tv private e delle hit parade, dei paninari e del cinema fantasy. Sono stati il decennio in cui alle otto di sera si restava incollati alla tv ad assistere impotenti all’arresto di “un uomo per bene”, senza poter correre al pc per dire la propria sul primo social a portata di clic, e subito dopo dimenticare tutto gettandosi a capofitto nella leggerezza di programmi ricolmi di luci, pupazzi e paillettes. Sono stati il decennio in cui sono cresciuti i papà e le mamme di oggi, un’epoca di cui stiamo vivendo una forte mitizzazione che, sull’onda della nostalgia, porta anche chi non li ha vissuti a volerli scoprire e indagare. Per questo motivo WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano (Viale Campania 12) raccoglie la richiesta di molti visitatori ed allestisce una “non-mostra” dedicata proprio a quel decennio: una “non-mostra” perché OTTANTA NOSTALGIA, visitabile dal 20 maggio al 1° ottobre (chiuso ad agosto), come si può facilmente intuire dal titolo, e dalla coloratissima locandina disegnata appositamente da Claudio Sciarrone, non intende proporre un autentico approfondimento storico-sociologico-culturale di uno dei decenni più controversi della seconda metà del Novecento, ma solo un viaggio divertente alla (ri)scoperta di passioni, icone e simboli che ci hanno aiutato a crescere. Per tutta la durata della mostra saranno organizzate visite guidate e incontri con proiezioni, musica, videogames e ospiti.

Grazie all’esposizione di autentici cimeli provenienti da collezioni private e dall’archivio della Fondazione Franco Fossati, sarà possibile passeggiare di anno in anno approfondendo gli aspetti più singolari del periodo 1980-1989. Tra un’icona e l’altra, tra un cubo di Rubik (con 100 milioni di pezzi venduti nel solo 1982) e un walkman (con tanto di musicassetta con penna bic utilizzata per riavvolgere il nastro senza consumare le batterie), grandi pannelli dedicati ad ogni anno propongono approfondimenti su fatti di cronaca (dalla tragedia di Vermicino all’attentato a Giovanni Paolo II, da Ustica a Bologna, dall’arresto di Tortora alla caduta del muro di Berlino, da Chernobyl alla morte di Enrico Berlinguer) e di costume (dal matrimonio di Lady Diana ai Mondiali dell’82), parlando anche di cinema e musica. Per ogni anno si possono ammirare testimonianze importanti tra giocattoli, console di videogames, pagine di giornali, dischi, manifesti e locandine cinematografiche originali, riviste, tavole originali di fumetti, giochi da tavolo, modellini, robot e tante altre sorprese.

Molto spazio è dedicato alle serie animate con l’esposizione di rodovetri originali delle serie più amate provenienti dalla collezione di Simone Caradonna, vere protagoniste del decennio con l’invasione dal Giappone sulle neonate tv private. Per mettere ordine in un universo vastissimo i cartoni sono rigorosamente suddivisi nelle canoniche categorie “senza famiglia” (chissà perché nelle serie nipponiche andava tanto di moda rimanere senza genitori, a partire da Candy Candy fino a Remì e Spank), “sportivi” (Jenny la tennista, Mimì, Mila e Shiro e due cuori nella pallavolo, Holly e Benji), “maghette” (Bia, Creamy, Lamù, Emi), fino agli immancabili robottoni (da Goldrake, il primo ad arrivare in Italia, a Mazinga, da Daltanious a Daitarn 3 e Gundam), senza ovviamente dimenticare autentici protagonisti dei pomeriggi come Lady Oscar o i Puffi, con le immancabili sigle cantate dai Cavalieri del Re e Cristina D’Avena. All’inizio degli anni Ottanta gli anime giapponesi diventano protagonisti, loro malgrado, di una lunga polemica. Mentre i bambini vorrebbero vedere cartoni a ogni ora del giorno, genitori, insegnanti e persino politici li considerano violenti e diseducativi, responsabili delle peggiori nefandezze e pure disegnati male, oltre che “fatti con il computer” come si poteva leggere spessissimo su giornali e riviste di quegli anni. Gli eroi dei cartoni diventano i campioni dell’immancabile gara di ascolti contesa tra Bim Bum Bam, lo storico programma per ragazzi targato Mediaset (all’epoca Fininvest), che lanciò un giovanissimo Paolo Bonolis, e Big, il programma antagonista targato Rai.

E proprio la TV svolge un ruolo importantissimo: provenienti dalla collezione privata di Carlo Emanuele Lanzavecchia si possono ammirare i giochi da tavolo più popolari ispirati proprio ai programmi con maggior ascolto, da “Il pranzo è servito” (cult condotto da Corrado) a “Bis” (con Mike Bongiorno), ma anche vere e proprie chicche come il gioco e il flipper ispirato al programma “Help” condotto da Stefano Santospago e Fabrizia Carminati. Ai giochi da tavolo, vera e propria moda degli Ottanta, è dedicato molto spazio con l’esposizione di classici indimenticati come Brivido (la casa stregata con il teschio bianco che rotolando dalla torre centrale decideva il destino dei giocatori), Indovina chi?, Forza 4, L’allegro chirurgo e Cluedo.

Gli Ottanta sono anche gli anni del grande boom dei videogiochi: spopolano le sale giochi e nelle case arrivano le prime console da collegare al televisore, con autentici must come Pac-Man e Donkey Kong (padre del futuro Super Mario). Grazie alla collaborazione di VideoGame Mermorabilia in mostra si potranno vedere le console più famose, dal mitico Nintendo NES all’alternativo Sega Master System, con uno scontro diretto sul campo da tra Sinclair ZX Spectrum e Commodore 64. Non mancherà poi un vero coin-op, cioè un videogioco da sala originale, uno di quelli in cui migliaia di ragazzi hanno sperperato la paghetta in gettoni.

Gli anni Ottanta sono stati anche invasi anche da tantissimi giocattoli, sia per i maschietti che per le femminucce. Grazie alla collezione di Massimo Combi in mostra ci saranno i miti Masters of The Universe, i Transformers, i GI Joe, oltra alla Barbie, i Popples e i Mio Mini Pony. Per i bambini più creativi, desiderosi di costruire e inventare, c’erano invece i LEGO e i Playmobil, protagonisti di uno dei tanti “scontri” generazionali che hanno caratterizzato il decennio.

Il cinema, con il grande trionfo di Steven Spielberg dall’estero e dei comici nostrani in patria, sarà rappresentato da manifesti e locandine originali scelte seguendo le classifiche italiane e straniere di ogni anno: dagli USA spopolano Indiana Jones, ET (ma anche il poetico Brisby e il segreto di NIMH), I Goonies, Ritorno al Futuro, Ghostbusters e in patria esplodono Adriano Celentano, la coppia Benigni/Troisi, Francesco Nuti e gli episodi con i comici della tv. In TV si guarda “Drive In”, si impazzisce per “Dallas” ma in libreria spopola “Il nome della rosa”. Così la musica, con le immancabili hit parade che vedono artisti di fama mondiale come Madonna e i Duran Duran battersela con le sigle dei cartoni animati più in voga cantate da I Cavalieri del Re e Cristina D’Avena, “Il ballo del qua qua” di Romina Power o le sigle dei programmi tv cantate da Gigi Sabani e Heather Parisi.

Al centro del decennio, e quindi della mostra, quell’incredibile 1986 che per il fumetto si rivela fondamentale: negli Stati Uniti escono “Watchmen” e “Il ritorno del Cavaliere Oscuro”, che cambiano per sempre la figura del supereroe, dando vita a un’interpretazione dei personaggi che ancora adesso influenza i tanti film dedicati al mondo degli eroi in calzamaglia. Ma il 1986 è anche l’anno di Dylan Dog, che arriva in edicola rivoluzionando il fumetto italiano. Nel giro di pochi anni l’Indagatore dell’Incubo, con il volto ispirato all’attore Rupert Everett, arriva a vendere centinaia di migliaia di copie, superando persino per qualche tempo il mitico Tex. Forse però Dylan Dog non sarebbe nato senza l’arrivo, nel 1982, di Martin Mystère, la prima rivoluzione in casa Bonelli. È il primo tentativo della casa editrice di staccarsi dai generi più tradizionali (l’avventura e il western) per avvicinarsi alla fantascienza, al mistero (con Martin Mystère) e all’horror con Dylan Dog.

Dopo avere iniziato a lavorare nel 1977 su AlterAlter (Le straordinarie avventure di Pentothal) negli anni Ottanta esplode anche il talento di Andrea Pazienza, che crea in questi anni i suoi personaggi più amati, tra cui Zanardi, collaborando con testate come Frigidaire.  Sono anni in cui il fumetto si apre agli autori e in cui rinascono le riviste, sull’esempio del mercato francese. Al fumetto d’avventura è dedicata Corto Maltese (1983) sulle cui pagine arrivano i rivoluzionari Watchmen e Il ritorno del Cavaliere Oscuro. Arrivano in Italia anche le riviste francesi Pilot e Metal Hurlant ma ci sono anche L’eternauta, 1984, Comic Art e Orient Express. C’è spazio anche per la satira: nel 1980 nasce Totem, mentre dall’86 all’88 l’Unità pubblica un inserto umoristico chiamato Tango, ideato da Sergio Staino, proprio negli stessi anni in cui Bobo arriva in tv nel Drive In.

Non può poi mancare un focus dedicato ai Paninari, autentico fenomeno di costume che travolse i ragazzi degli Ottanta imponendo vestiario e slang: in mostra si potrà ammirare un’accurata ricostruzione dell’abbigliamento tipico del vero “gallo” e numeri originali della rivista a fumetti Il paninaro, vera Bibbia del movimento che arrivò a vendere oltre un milione di copie generando numerose imitazioni.

Luigi F. Bona, direttore di WOW Spazio Fumetto dichiara: “Dopo il grande successo della mostra dedicata a “I Promessi Sposi” così come ce li hanno raccontati il fumetto e l’illustrazione d’autore, abbiamo deciso di mettere in programma questa non-mostra, come ci piace chiamarla, per accogliere una richiesta che da un paio d’anni ci arriva dal nostro pubblico. Gli anni Ottanta, anche se per ragioni anagrafiche li ho vissuti da uomo adulto, sono stati formativi per quella che oggi è la generazione dei papà e delle mamme che portano i suoi bambini al Museo. Stiamo vivendo un periodo in cui molti programmi televisivi e pagine internet ne ripropongono i protagonisti, le serie tv, le popolarissime serie animate e le icone di costume. Come Museo del Fumetto, frequentatissimo da pubblici di tutte le età, non potevamo restare indifferenti a una richiesta tanto pressante e abbiamo quindi deciso di dedicare la programmazione estiva a un argomento divertente e leggero… con qualche piccola nota di riflessione”.

I pianeti della Fantascienza in No Man’s Sky

No Man’s Sky è un videogame spettacolare sviluppato da Hello Games, casa indipendente nota al pubblico per la serie Joe Danger. Come già sicuramente saprete questo è un gioco atipico in cui il vero protagonista è l’universo stesso! Il giocatore può visitare milioni di pianeti sparsi per la galassia viaggiando tra un astro e un altro. Nel gioco puoi “dare il nome” ad ogni cosa, pianeti inclusi … ma girando per l’universo di gioco si possono anche trovare pianeti molto cari agli appassionati di fantascienza.

mustafar

Mustafar è un pianeta vulcanico immaginario visto nell’universo di Star Wars “protagonista” dell’epilogo di La vendetta dei Sith.  Mustafar è infatti il luogo su cui si svolge la scena del duello tra Anakin Skywalker, già diventato Sith con il nome di Darth Fener (o Vader), e Obi-Wan Kenobi, Maestro e Discepolo duellarono a lungo sulla superficie del pianeta, dentro la base separatista e in mezzo alla lava. Nel gioco il pianeta non è così incandescente come nel film ma la sua atmosfera velenosa è molto adatta al respiratore del Signore Oscuro dei Sith.

krypton

Krypton è un pianeta creato nei fumetti di Superman come pianeta d’origine del supereroe inventato nel 1938 da Jerry Siegel e Joe Shuster. Questo pianeta, grande quanto Giove, fa parte del sistema planetario che ruota attorno a una stella rossa, chiamata Rao. Quando il pianeta Krypton esplose, i suoi frammenti, la kryptonite, si diffusero in tutto lo spazio. Per gli esseri umani, la kryptonite è apparentemente innocua, ma per la sua particolare conformazione radiologica, è in grado di nuocere a qualunque kryptoniano. In No Man’s Sky è un pianeta arido coperto di funghi ma offre alcune risorse rare per i giocatori.

genisis

Come narrato nel favoloso film “Star Trek II: L’ira di Khan”, il Pianeta Genesis è un pianeta ubicato nel settore Mutara che è stato creato da materia gassosa nella Nebulosa Mutara a seguito dell’esplosione del Dispositivo Genesis, a conclusione di una feroce battaglia tra Khan Noonien Singh e l’ Ammiraglio Kirk nel 2285. Anche se la Federazione dei Pianeti ha dichiarato il pianeta Genesis off limit per le rotte spaziali, in questo gioco possiamo esplorarlo a patto di sopravvivere all’atmosfera velenosa programmata dai ragazzi di Hello Games.

primus

Il nome Primus non identifica tecnicamente un pianeta ma è un chiaro riferimento alla saga dei Transformers. Il pianeta vero e proprio da cui provengono sia gli Autobot (o Autorobot) e i Decepticon è invece chiamato Cybertron: la genesi del mondo varia leggermente a seconda dell’universo narrativo di riferimento, ma narrativamente è sempre descritto come un luogo quasi totalmente composto di metallo, con piccole percentuali di altri materiali; secondo alcune versioni della storia ospita appunto al suo interno l’essenza di Primus, misteriosa entità creatrice dei Transformers.  Purtroppo in No Man’s Sky  non sembra essere la location di gigantesche battaglie e dobbiamo accontentarci di un paesaggio desolato con stranamente bellissimi alberi metallici.

gallifrey

Gallifrey è un pianeta nell’universo fantascientifico della serie Doctor Who ed è il pianeta natale dei Signori del Tempo, specie della quale fa parte anche il Dottore, protagonista della serie. Si immagina sia collocato nella costellazione di Kasterborous, alle “coordinate galattiche dieci-zero-undici-zero-zero per zero-due dal punto origine della galassia” più o meno a 250 milioni di anni luce dalla Terra (film per la TV del 1996). Questo pone Gallifrey al di fuori della Via Lattea. Nel videogioco Gallifrey è solo un pianeta modesto, coperto di funghi di tutte le dimensioni;ma, chissà, forse un paio di Signori del Tempo sono nascosti sotto la superficie.

magrathe

Magrathea è un pianeta-fabbrica inventato dallo scrittore Douglas Adams nella serie di romanzi di fantascienza della “Guida galattica per gli autostoppisti”. I protagonisti della saga si recano su questo pianeta per incontrare Slartibartfast, che fu uno dei costruttori della Terra, e nella fattispecie il progettista dei fiordi della Norvegia. L’episodio della visita su Magrathea è una delle prime avventure vissute, o meglio subite, dal protagonista della serie, Arthur Dent, e si trova nel primo libro della saga letteraria.

virmire

Presente nel gioco originale Mass Effect, Virmire è un pianeta lussureggiante pieno di oceani e terreni tropicali  Qui, i giocatori incontrano Reaper conosciuto come Sovereign, che stava lavorando con Saren per realizzare l’imminente venuta dei suoi simili. In questo gioco invece non è presente nessuno di questi personaggi e  il pianeta sembra avere un sacco di alluminio per le nostre rotte commerciali.

amazonia

Benvenuti nel mondo dei cartoon, nella celebre saga televisiva di Futurama. Nella prima puntata della terza stagione, Zapp Brannigan si mette al comando di una nave/ristorante, facendola però schiantare proprio su questo pianeta. Amazonia. è popolato da una razza di amazzoni gigantesche che venerano un fem-puter (computer al femminile) e che condannano Zapp, Fry e Kif a morire per “snu-snu” (sesso sfrenato con le varie amazzoni). Amazonia del gioco, è un pianeta coperto di giungle lussureggianti, laghi giganti e un sacco di piccoli insediamenti Korvak.

Transformers

Transformers. È un mix di azione, fantascienza e un po’ di pazzia diretto da Michael Bay. E sì, stiamo parlando di robot giganti che si trasformano in veicoli stradali. Siamo veramente arrivati a questo punto nella storia del cinema?

La trama del film coinvolge due fazioni di robot senzienti, gli Autobot e i Decepticon, che si inseguono attraverso l’universo alla ricerca di una fonte di energia chiamata AllSpark (ovviamente a forma di cubo) che può creare mondi e vita. Arrivano sulla Terra, e qui iniziano i guai.

Tutto inizia con un enorme robot travestito da elicottero militare che attacca una base in Qatar. Questo mezzo metallico semina distruzione, ma viene fermato dai militari. Nel frattempo, un altro robot meccanico in forma di enorme scorpione fa il suo ingresso, dopo essere scappato dalla base militare. Chissà perché, ma sembra che abbia una cotta per le basi militari.

Ma la vera star della storia è Sam Witwicky, uno studente liceale che compra una vecchia Chevrolet Camaro. Cosa succede? Beh, inizia a muoversi da sola, come se avesse una qualche forma di vita. Quindi, Sam decide di inseguirla in bicicletta. Sai com’è, essere inseguiti da un’auto che si muove da sola è solo una giornata normale in un piccolo paese.

Poi arriva un robot più piccolo che tenta di hackerare tutto nel suo cammino, ma viene fermato dai geni del Pentagono. Poi viene arrestato, e la sua fonte di dati su Sam viene inviata ad altri robot senzienti. No, questa non è la trama di un film di fantascienza, è solo una tipica giornata nella vita di Sam Witwicky.

Ma aspetta, ci sono altre fazioni in questa storia. Gli uomini del Settore 7, un’organizzazione governativa segreta che indaga sugli alieni, irrompono nella vita di Sam e lo arrestano insieme ai suoi amici. Ma gli Autobot, che si sono trasformati in veicoli terrestri, arrivano a salvare la situazione. Perché andare in prigione quando puoi unirti a un gruppo di robot trasformabili?

Gli Autobot raccontano a Sam e ai suoi amici la vera importanza di ciò che sta accadendo. Il trisavolo di Sam aveva scoperto il malvagio Megatron congelato nel ghiaccio dell’Artide. E grazie agli occhiali ereditati, ha anche scoperto le coordinate della preziosissima AllSpark. Chi non ama gli occhiali di famiglia che possono svelare il segreto di un’altra specie aliena?

La storia culmina in una battaglia epica tra gli Autobot e i Decepticon nella quale gli umani cercano di tenersi al sicuro. E siamo onesti, quale centro abitato non vorrebbe ospitare una battaglia tra robot giganti?

Alla fine, gli Autobot rimangono sulla Terra come guardiani dell’umanità, mentre il governo distrugge tutto il Settore 7 per nascondere le prove. Ma siamo sicuri che i robot non abbiano messo da parte qualche pezzo nel seminterrato.

È un film assurdo, ma ti trasporterà in un mondo di azione, fantascienza e robot giganti che si trasformano in veicoli. Cosa c’è di più folle di questo?

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