Documentario italiano su Goldrake Atlas Ufo Robot di Mars Mars

Il documentario italiano “Goldrake” proposto da Mars Mars presenta una raccolta di video rari che raccontano l’inizio dell’avventura del mitico Goldrake in Italia. Durante quegli anni, la programmazione pomeridiana del cartone attirava l’attenzione di tutti i bambini. Goldrake, con le sue musiche, doppiatori, storia, colori e personaggi innovativi, è diventato il cartone numero uno, con sigle indimenticabili.

Questo documentario offre anche uno sguardo interessante sulla strumentalizzazione politica e mette in luce il cambiamento dei valori trasmessi nei cartoni animati nel corso del tempo. Ci si interroga sulle influenze dei cartoni sui bambini e su come la società sia cambiata.

DOCUMENTARIO ITALIANO GOLDRAKE ATLAS UFO ROBOT

Il fenomeno dei cartoni animati giapponesi ha portato nuova linfa alla televisione italiana, con Goldrake che ha suscitato emozioni e ricordi indimenticabili per intere generazioni. Romano Malaspina, il doppiatore di Goldrake, resta nel cuore di tanti spettatori per il suo approccio professionale, divertente e simpatico.

La serie di Goldrake, con i suoi personaggi complessi e una trama al di là dei cliché dei classici cartoni animati, ha influenzato il modo di raccontare e la struttura delle storie animate. Goldrake è diventato un mito, un simbolo di un’era in cui i cartoni animati erano capaci di far sognare e di emozionare gli spettatori di ogni età.

Anime Cult Enciclopedia N.4 – Spokon. Gli anime Sportivi

Il 20 febbraio uscirà il quarto volume di “Anime Cult Enciclopedia” l’enciclopedia otaku di Sprea Edizioni , l’enciclopedia degli Anime edita da Sprea, che questa volta si occuperà del genere “Spokon”, ovvero dei manga e degli anime sportivi. Un genere che ha fatto la storia del fumetto e dell’animazione giapponese, e che ha appassionato generazioni di lettori e spettatori.

Lo spokon manga nasce negli anni ’50, in un Giappone che cerca di risollevarsi dalle ceneri della guerra e di ritrovare la fiducia nel futuro. Lo sport diventa così un simbolo di speranza e di riscatto, e i manga che lo raccontano trasmettono ai giovani i valori della tenacia, dello spirito di sacrificio e della resilienza.

Uno dei capostipiti del genere è “La stella dei Giants”, opera del 1966 che narra le vicende di Hyuma Hoshi, un ragazzo che sogna di diventare un campione di baseball. Da allora, lo spokon manga si è arricchito di numerosi titoli e di diverse discipline sportive, come il basket, il calcio, il pugilato e il volley.

Le storie dello spokon manga sono spesso incentrate su personaggi outsider, che devono affrontare sfide e ostacoli per realizzare i loro sogni sportivi. Attraverso lo sport, i protagonisti crescono e maturano, imparando importanti lezioni di vita.

Lo spokon manga ha conquistato il pubblico giapponese grazie alla sua capacità di emozionare e coinvolgere, di creare suspense e pathos, e di trasmettere messaggi positivi e motivazionali. Un genere che ha influenzato anche la cultura e la società giapponese, contribuendo a diffondere la passione per lo sport e per i suoi valori.

Anime Cult Enciclopedia N.3 – “Robot Giapponesi”: dalla A alla Z, la guida definitiva dei Mecha

Dopo il successo del primo numero dedicato al mondo dei mecha, l’enciclopedia di Anime Cult di Sprea Edizioni torna a occuparsi dei robottoni giapponesi con una seconda pubblicazione ricca di contenuti inediti. Il nuovo volume è impreziosito da interviste ai professionisti del settore, retroscena, curiosità e articoli di approfondimento storico-culturale sull’amato universo dei cyborg nipponici. Il nuovo volume sarà composto da oltre 200 pagine e sarà disponibile in formato cartaceo e digitale.

I robot giapponesi: un fenomeno culturale globale

I robot giapponesi sono un fenomeno culturale che ha avuto un impatto significativo sul mondo dell’animazione, dei giocattoli e della tecnologia. Con le loro forme iconiche, le storie avvincenti e le tecnologie innovative, i robot giapponesi hanno conquistato il cuore di milioni di fan in tutto il mondo.

La storia dei robot giapponesi inizia negli anni ’60, con l’avvento della televisione a colori. In questo periodo, gli animatori giapponesi iniziarono a sperimentare con nuovi stili e tecniche, tra cui l’uso di colori vivaci e personaggi antropomorfizzati. Uno dei primi esempi di questo nuovo genere di animazione fu Astro Boy, un robot ragazzo creato dal Dr. Tenma per sostituire suo figlio morto. Astro Boy fu un successo immediato e contribuì a lanciare la moda dei robot giapponesi. Negli anni successivi, furono prodotti numerosi altri programmi animati con protagonisti robot, tra cui Mazinger Z, Getter Robo, Gundam e Evangelion.

I robot giapponesi non sono solo protagonisti di opere di animazione, ma anche di giocattoli. In Giappone, i giocattoli robot sono un fenomeno di massa e sono spesso venduti in edizione limitata. I modelli più popolari includono Chogokin, Mechagodzilla e Gundam.Inoltre, i robot giapponesi sono anche una realtà tecnologica. Nel corso degli anni, l’industria giapponese ha sviluppato numerose tecnologie robotiche innovative, tra cui i robot industriali, i robot di servizio e i robot umanoidi.

L’influenza dei robot giapponesi

I robot giapponesi hanno avuto un’influenza significativa sulla cultura pop mondiale. Hanno ispirato opere di animazione, film, videogiochi e persino opere letterarie.In Italia, i robot giapponesi sono diventati popolari negli anni ’70, grazie alla trasmissione di programmi animati come Goldrake, Jeeg Robot d’Acciaio e Mazinga Z. Questi programmi hanno contribuito a diffondere la cultura giapponese in Italia e hanno contribuito alla nascita di un vero e proprio fenomeno culturale. I robot giapponesi continuano ad essere popolari anche oggi. Sono un simbolo della cultura giapponese e ispirano ancora milioni di fan in tutto il mondo.

Il ritorno di Goldrake: il trailer del nuovo anime

Il robottone più amato dagli italiani sta per tornare! Il 2024 vedrà infatti il debutto di Goldrake U, un reboot della serie animata originale degli anni Settanta.

Il trailer, pubblicato di recente, ha già entusiasmato i fan di vecchia data e conquistato i nuovi. Le immagini mostrano un Goldrake più realistico e potente, con un design che riprende quello originale ma con un tocco moderno.

La regia è affidata a Mitsuo Fukuda, già autore di serie di successo come Mobile Suit Gundam Seed e Future GPX Cyber Formula. La serie è scritta e supervisionata da Ichiro Okouchi, che ha lavorato a Code Geass: Lelouch of the Rebellion e Mobile Suit Gundam: The Witch From Mercury. Il character design è di Yoshiyuki Sadamoto, autore di Neon Genesis Evangelion e Wolf Children. La colonna sonora è composta da Kōhei Tanaka, che ha lavorato a One Piece, Sakura Wars e Dirty Pair.

Go Nagai, il creatore di Goldrake, ricopre il ruolo di produttore esecutivo del progetto.

Il trailer mostra alcune scene d’azione spettacolari, in cui Goldrake affronta i suoi nemici, i perfidi Vega e i suoi soldati. Il robottone sembra avere un nuovo arsenale di armi e tecniche, che lo rendono ancora più potente.

In particolare, il trailer mostra Goldrake utilizzare il suo attacco più iconico, la Croce di Ferro, che in questa nuova versione è ancora più devastante.

Il trailer termina con un messaggio di Go Nagai, che invita i fan a guardare con entusiasmo il nuovo Goldrake.

Il ritorno di Goldrake è un evento atteso da anni dai fan di tutto il mondo. Il trailer ha già dimostrato che il nuovo anime sarà un prodotto di alta qualità, in grado di soddisfare le aspettative di tutti.

Anime Cult Enciclopedia N.1 “Robot Giapponesi” La Guida Definitiva Sui Mecha

“Robot Giapponesi – La Guida Definitiva Sui Mecha” è la prima pubblicazione della nuova Enciclopedia di Anime Cult edita da Sprea Editori: un volume, a cura di Davide Castellazzi, dedicato ai personaggi robot protagonisti dei mecha giapponesi (gli anime e i manga che presentano robot in battaglia). Più di 15 personaggi tra i più iconici, esportati e conosciuti in Italia, vengono raccontati nelle loro storie, comprensive di curiosità e retroscena. Non mancano interviste agli autori delle sigle di alcuni di loro, doppiatori, fumettisti ed esperti, che approfondiscono l’universo che ruota attorno a questi immortali protagonisti del mondo nipponico.

Il lettore, oggi adulto, a cui non potrà mancare questo pezzo da collezione è attirato dalla componente nostalgica, trattandosi di personaggi che hanno accompagnato intere generazioni nella loro età più giovane. Interessa quindi non solo collezionisti ed esperti, ma anche i più semplici simpatizzanti che sono cresciuti in questo clima.

45 anni di Goldrake in Italia

Ricorrono i quarantacinque anni dalla prima trasmissione Rai di Goldrake: un appuntamento importante per tutti gli appassionati di animazione giapponese. Ripercorriamo quel momento, i temi e il significato che questo appuntamento ha per gli spettatori di ieri e di oggi. Ogni passione che si rispetti ha il suo punto d’origine, il momento dal quale si può dire tranquillamente che “tutto è iniziato”. A volte è perduto nella memoria, nebuloso e difficile da rintracciare, in altri casi invece è lì, pronto soltanto a essere festeggiato in occasione di importanti ricorrenze.

Per i fans italiani di animazione giapponese quel momento è stato il 4 aprile 1978, quando il Secondo Canale Rai trasmise, alle ore 18.45, la prima puntata di Ufo Robot Goldrake (al tempo Atlas Ufo Robot). Non era il primo anime che si vedesse in Italia, sia chiaro, ma è stato il primo a rivendicare il suo essere altra cosa rispetto a quanto si vedeva solitamente sullo schermo, distante per questo sia da Vicky il vichingo che da Heidi, che avevano un design più morbido e si rifacevano a iconografie occidentali.

E, come la storia ormai ci insegna, non è stato certamente l’ultimo, avendo anzi dato il via a una vera e propria “invasione” di prodotti animati che hanno cambiato il modo di fruire la televisione e il cartoon stesso. Un’invasione che ha avuto l’effetto di una vera e propria valanga, destinata in pochi anni a cambiare definitivamente il volto della nostra televisione.

Sarà anche il fatto che Ufo Robot Goldrake faceva appello a un genere per sua natura “alieno” come la fantascienza (che nello stesso periodo invadeva le sale: l’uscita italiana di Guerre stellari è di soli sei mesi precedente), ma quella trasmissione segnò un cambiamento che oggi si può tranquillamente definire “epocale”, che supera i meriti della serie stessa (comunque presenti) e che per questo è giusto ricordare.

Mufant: Ri(generazione) Goldrake

Si può sostenere su Produzioni dal Basso, prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation, la campagna di raccolta fondi Ri(generazione) Goldrake, lanciata dal Mufant, il museo del Fantastico e della Fantascienza Torino. Obiettivo dell’iniziativa è raccogliere i fondi necessari per la realizzazione di una statua bidimensionale di 8 metri dedicata a UFO Robot Goldrake, il famoso anime televisivo di genere mecha prodotto negli anni ‘70 del secolo scorso e particolarmente popolare in Italia, tanto che le versioni italiane delle sigle furono tra i singoli più venduti nel 1978. La statua verrà collocata nel Parco del Fantastico, lo spazio esterno del Museo.

Il progetto non è solo un omaggio a un anime storico, che di fatto ha innescato una rivoluzione tra il pubblico italiano, aprendo la strada alla passione per gli anime e i manga, ma è anche un modo per riqualificare uno spazio della periferia torinese. Il Parco del Fantastico, infatti, sta diventando sempre più bello e attrattivo, e la statua dedicata a Goldrake si andrebbe ad aggiungere alle 7 opere d’arte a tema fantascienza e anime che già arricchiscono lo spazio.

Silvia Casolari e Davide Monopoli, co-fondatori del Mufant, hanno commentato:

“In linea con le altre installazioni del Parco, il nostro Goldrake sarà realizzato a partire da una lastra in acciaio cor-ten. Le novità importanti sono che la statua sarà colorata e, soprattutto, sarà alta 8 metri, come due piani di un palazzo Il nostro intervento incarna visivamente e simbolicamente il riscatto della nostra periferia: riteniamo infatti che possa avere un impatto capace di andare ben oltre i confini più ristretti del progetto. La città di Torino e il nostro territorio – l’area di via Scialoja del quartiere Borgo Vittoria –  beneficerebbero di rinnovata attenzione e l’area del Parco del Fantastico potrebbe finalmente diventare uno spazio pubblico più vissuto e frequentato”.

La campagna ha un obiettivo economico complessivo di 13.900 euro: al raggiungimento dei primi 3.000, cifra base per iniziare gli interventi, sulla pagina dedicata al progetto su Produzioni dal Basso verranno condivisi step by step tutti i dettagli, per tenere sempre informati i sostenitori sull’andamento dei lavori. Per chi sceglierà di sostenere l’iniziativa, inoltre, sono state messe in palio ricompense speciali, tra cui una visita guidata al Mufant e l’incisione del nome del donatore sulla statua di Goldrake.

Per maggiori informazioni e per sostenere il progetto vi invitiamo a visitare questo link.

La grande statua di Actarus arriva a Napoli

Una statua dedicata all’animazione Giapponese e all’eroe che ci ha fatto conoscere l’immaginario dei “robottoni giapponesi”, Actarus (Duke Fleed) pilota di Goldrake, sarà inaugurata il prossimo 02 settembre a Napoli. Era il 4 aprile del 1978 e sull’allora Rete 2, sbarcava uno degli eroi che avrebbe cambiato la vita di milioni di persone: arriva Goldrake Ufo Robot! Dalla mente di Go Nagai (papà di Mazinga, Devilman, Gettar Robot, solo per citarne alcuni) arriva in Italia uno dei Robot che di lì a poco sarebbe entrato nell’immaginario collettivo di grandi e piccini… Oggi dopo quasi 40 anni, dopo che il “braccio” di Goldrake è comparso nella campagna Toscana qualche settimana fa (nella splendida opera scultorea Totem dell’artista Moira Ricci), Pasquale Qualano,  il grande fumettista italiano che ha lavorato con brand internazionali quali Marvel, Dc Comics e Dynamite, il QuepodLab sostenuti dall’imprenditore poggiomarinese Vincenzo Bossa, hanno riportato in vita, attraverso un’opera monumentale, il cuore di Ufo Robot, il suo pilota Actarus!

Attraverso una scultura alta 3 metri, gli artisti hanno rappresentato l’esule e alieno Duke Fleed nella sua splendida armatura. La statua non è solo un omaggio nostalgico a tutti quelli che hanno da sempre amato e seguito i robot, ma è un monito per tutti. Actarus non è solo un eroe pilota di Mecha giganti ma sopratutto un simbolo: Actarus è un rifugiato, fuggito dalla Flotta di Vega che ha distrutto il suo pianeta Natale. Il pilota e il suo mezzo, Goldrake, sono dunque simboli di inclusione, accoglienza e amicizia in un periodo storico in cui questi termini sono estremamenti importanti nel panorama globale. Come lui, milioni di rifugiati politici, migranti e sfollati lottano e combattono costantemente per il loro diritto alla vita. Un’opera di fantasia, quella di Go Nagai, che purtroppo non ci sembra così lontana dalla nostra realtà.

Con quest’opera Qualano, il Quepod Lab e Antonio Sorrentino con il supporto dell’associazione Small Axe vogliono raccontare a tutti una parte del nostro mondo, un lato oscuro che non sempre riusciamo a vedere. E vogliono farlo attraverso uno dei più utili e ricettivi mezzi, raccontando storie di migranti attraverso l’arte, il disegno e la magia nostalgica di Ufo Robot. Lo stesso maestro Qualano, aveva anticipato questi temi in un’intervista al quotidiano Il Mattino di Napoli:

Appartengo a quella che Marco Pellitteri chiama Goldrake-generation, sono cresciuto con Ufo Robot, il cartone giapponese che è stato uno tsunami per la TV italiana e che ha cambiato per sempre la nostra cultura pop. Ho ancora nelle orecchie la sigla tormentone del robottone d’acciaio con quel “vai che il tuo cuore nessuno lo piega e io sto tranquillo se ci sei tu” che da bambino mi dava tanta sicurezza. La statua che sto plasmando non nasce, però, da un sentimento nostalgico, ma reca in sé un messaggio forte e positivo di inclusione per tutti gli stranieri che arrivano da noi per costruirsi una nuova vita tra timori e speranze. Proprio come il tormentato Actarus, rifugiato di guerra, un alieno generoso e coraggioso che cerca di aiutare il popolo che lo ospita contro la minaccia dell’invasione delle truppe di Vega.

L’inaugurazione dell’opera d’arte sarà il momento d’eccezione dell’evento organizzato da Antonio Sepe: il 02 settembre, dunque, siete tutti invitati al Bar Bossa dalle ore 20:30 per accogliere Actarus, ascoltare la sua storia e le altre mille storie di chi è fuggito da una guerra, dalla sua casa per combattere e trovare la propria libertà. Festeggiamo la diversità, accogliamo il nostro eroe: facebook.com/events/600743937586997/

Pasquale Qualan, classe 1974, fumettista, scultore, è insegnante della Scuola di Fumetto Salerno. Collabora con diverse case editrici italiane ed estere in qualità di copertinista edisegnatore. Tra le sue pubblicazioni realizzate: Marvel (She Hulk, Guardians Of The Galaxy: Gamora’s Galactic Showdown!), GG Studio (The One), The One (GG Studio), Zenescope, IDW Publishing, DC Comics (Harley Quinn Roadtrip, DC Bombshells, Batman 66), Disney Pixar, Moonstone, Lady Universe, Aspen Comics (Soulfire, Idolized), EA (Iris), Dellec, Red Giant Entertainment (Amped), Titan Comics (Warhammer 40K, Torchwood, Doctor Who).

Per info:

Robottoni: Un pasticcio italiano

Non tutti sanno che in origine “UFO Robot Goldrake” è la continuazione de “Il Grande Mazinger”, che è a sua volta sequel di “Mazinger Z”. 

Il personaggio che in Italia fu chiamato Alcor è in realtà Koji Kabuto, pilota di “Mazinger Z” che si è meritato un’apparizione speciale anche negli ultimi episodi de “Il Grande Mazinger”.  Il fatto che in Italia “Goldrake” sia stato trasmesso su RaiDue, “Il Grande Mazinger” dalle TV locali e “Mazinger Z” da RaiUno, costrinse queste tre serie a un destino particolare: il personaggio di Koji Kabuto mantenne il suo nome solo ne “Il Grande Mazinger”, ma fu rinominato Rio Kabuto in “Mazinger Z” e Alcor in “UFO Robot Grendizer”. Non solo: le tre serie giunsero in Italia in ordine inverso rispetto a quello in cui furono create!

Oltre a generare un’enorme confusione tra il pubblico, questo “pasticcio all’italiana” contribuì a far nascere il mito che “i personaggi dei cartoni giapponesi sono tutti uguali”. In realtà non è che Rio, Koji e Alcor siano uguali: sono proprio la stessa persona! La stretta relazione che collega queste tre serie fu resa ancor più incomprensibile al pubblico italiano da un ampio lavoro di “tagli” e censura: al tempo della prima messa in onda televisiva di “UFO Robot Goldrake”, tutti i riferimenti a “Mazinger Z” furono censurati; allo stesso modo, le puntate di “Mazinger Z” dove apparivano personaggi in comune con “Il Grande Mazinger” non furono mai trasmesse. Non solo: in Italia tre episodi (il 15, il 59 e il 71) non andarono mai in onda e il 71 fu inserito in un film cinematografico mai approvato dall’autore, che i distributori nostrani crearono per sfruttare l’incredibile successo di “Goldrake”.

Gli stessi distributori importarono anche “Daimos”, un cartone animato che con “Goldrake” non aveva proprio nulla a che vedere, e ne fecero un film intitolato “Il figlio di Goldrake”! Notare che la stessa sorte capitò anche a “Jeeg Robot” – di cui in Italia venne montato un film cinematografico all’insaputa dell’autore – e “Heidi”, che “diventa principessa” in un film che con Heidi non c’entra affatto!!

La riedizione di “Goldrake” presenta, oltre a tutte le scene e gli episodi che sono stati “censurati” durante la messa in onda televisiva, anche una versione corretta di tutti i dialoghi, che, per motivi di tempo o di scarsa comprensione della lingua, vennero spesso travisati dai traduttori del tempo. Inoltre, per volere dell’autore e dei produttori, Alcor torna a chiamarsi Koji Kabuto, in modo da creare anche in italiano un continuum con “Mazinger Z” e “Il Grande Mazinger” .

MA “ATLAS” CHI È?

I più attenti di voi se ne saranno sicuramente accorti,  quando Actarus & C. arrivarono per la prima volta in Italia il loro cartone animato si chiamava “Atlas Ufo Robot”. E qui sorge spontanea una domanda: chi è mai questo Atlas?? In tutta la serie non appare nessun personaggio con questo nome, perciò capire le origini di questo titolo è un’opera piuttosto complicata. Abbiamo trovato la soluzione per caso, quando l’occhio ci è caduto su un vecchio pacco di fotocopie: ma intanto, alcune premesse. “UFO Robot Goldrake” si intitolava in Giappone “UFO Robot Grendizer”. Anche tutti i personaggi avevano in origine nomi diversi da quelli dell’edizione italiana (consigliamo di consultare la loro pagina per farsene un’idea); però il nome Atlas non appare da nessuna parte neppure nella versione giapponese. E allora da dove viene?

Dovete sapere che Goldrake non arrivò in Italia direttamente dal Giappone, ma dalla Francia, dove era stato importato e trasmesso poco prima dell’Italia (la Rai “superò” poi i cugini d’oltralpe trasmettendo le ultime puntate molto prima di loro). Ebbene, quando si propone un programma a un’emittente televisiva bisogna fornire ai responsabili della stessa una serie di informazioni dettagliate (per esempio, di cosa tratta il programma, quali sono i personaggi principali, a quale pubblico è indirizzato ecc.). Tutte queste informazioni sono raccolte in un opuscoletto chiamato al giorno d’oggi con l’inglese “Guide Book” o, in versione piu’ dettagliata, “Style Book”. Senonché i francesi, negli anni ’70, lo chiamavano in un altro modo: “Atlas” (= atlante, guida). Così quel funzionario Rai che si trovò tra le mani un opuscolo intitolato “Atlas UFO Robot” (= Guida a UFO Robot) probabilmente ritenne che quell’Atlas fosse parte del titolo.

A volte è proprio vero che sono delle piccolezze a cambiare la storia…

In arrivo il videogame di Goldrake

Microids e Dynamic Planning sono liete di annunciare che realizzeranno insieme il videogame per PC e console di Goldrake: sarà un action game basato sui manga di Go Nagai UFO Robot Grendizer che porterà tutti i giocatori, giovani e meno giovani, indietro nel tempo per rivivere le avventure del mitico Actarus e il suo super robot. Realizzata 45 anni fa, la serie animate ormai di culto fu uno dei primi successi giapponesi capaci di conquistare tutto il mondo negli anni Settanta del Novecento. Le iconiche battaglie contro Vega, la base dei cattivi sul lato nascosto della luna e le incredibili armi di Goldrake hanno segnato l’immaginario di intere generazioni, e plasmato l’universo fantascientifico successivo. Ora, la leggenda sta per tornare.

“Siamo orgogliosi della nuova partnership con Dynamic Planning, ha dichiarato Stéphane Longeard, CEO di Microids. Vogliamo sviluppare questo videogioco per tutti i fan del franchise e per le nuove generazioni di giocatori. Il nostro team sta lavorando duro per assicurare la massima fedeltà alla serie originale. Non vediamo l’ora di poter mostrare al pubblico tutte le prossime novità!”
“Dare nuova vita alle avventure di Goldrake grazie alle moderne tecnologie è un sogno che diventa realtà, ha commentato Go Nagai, il creatore di UFO Robot Goldrake. Sono molto felice della partnership appena conclusa, e non vedo l’ora di mettere le mani sul videogioco”

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