Goldrake U arriverà a luglio 2024

Il 4 aprile 1978 è una data che tutti gli appassionati di animazione e fumetto giapponese non possono dimenticare. In quel giorno, infatti, su Rai 2 andò in onda per la prima volta Goldrake, un cartone animato di fantascienza prodotto dalla Toei Animation e diretto da Go Nagai. La serie fu un successo clamoroso in Italia, e contribuì a diffondere la passione per gli anime in tutto il paese.

Il reboot di Grendizer

Dopo più di 40 anni, l’iconico Goldrake è pronto a fare il suo ritorno. Dynamic Planning, la casa di produzione responsabile della serie originale, ha recentemente annunciato che a luglio 2024 verrà rilasciato un reboot intitolato Grendizer U. Lo stesso Go Nagai sarà coinvolto come direttore esecutivo e la serie sarà realizzata utilizzando la tecnologia CGI. Questo nuovo progetto è presentato come un rifacimento della serie classica degli anni Settanta: al momento, non sono stati rivelati i dettagli su quale rete o piattaforma trasmetterà gli episodi, ma i fan possono già iniziare a prepararsi per questo atteso ritorno.

Con il nuovo Goldrake U, i fan potranno rivivere le emozioni della serie originale con una veste più moderna e coinvolgente. L’attesa è alta e l’entusiasmo cresce, mentre ci prepariamo ad accogliere il ritorno del mitico robot che ha segnato l’infanzia di molte generazioni di appassionati di anime e robotica.

Goldrake U | Anteprima ufficiale

Goldrake U sarà diretto da Mitsuo Fukuda, noto per il suo lavoro su Mobile Suit Gundam Seed, Gear Fighter Dendoh e Future GPX Cyber Formula. La serie sarà prodotta dallo studio di animazione GAINA e scritta e supervisionata da Ichiro Okouchi, noto per il suo lavoro su Code Geass: Lelouch of the Rebellion e Mobile Suit Gundam: The Witch From Mercury.

Il character design è affidato a Yoshiyuki Sadamoto, famoso per il suo lavoro su Neon Genesis Evangelion e Wolf Children, mentre la colonna sonora è composta da Kōhei Tanaka, noto per il suo lavoro su One Piece, Sakura Wars e Dirty Pair. Go Nagai, il creatore di Goldrake, sarà il produttore esecutivo del progetto.

Yuriko Tiger, ambasciatrice internazionale

Dynamic Planning ha scelto Yuriko Tiger, una famosa cosplayer italiana, come ambasciatrice di Grendizer U. Con il suo grande successo in Giappone e il legame speciale con la serie animata, Yuriko Tiger interpreterà un personaggio chiave nella storia di Grendizer U, indossando un costume realizzato appositamente per lei. La cosplayer parteciperà a eventi di promozione di Grendizer U sia in Giappone che in Europa, con l’idea di portare il cast della serie in Italia nel 2024. Il coinvolgimento di Yuriko Tiger nella promozione della serie è un segnale del grande successo che Grendizer U riscuoterà in Italia.

L’entusiasmo per il ritorno di Goldrake è palpabile tra gli appassionati di anime. Con un team così talentuoso al timone, Goldrake U promette di essere un successo e non vediamo l’ora di vedere come la storia si svilupperà.

Goldrake, un eroe sempre attuale

Nella vita succedono cose strane e ci sono successi internazionali che nel Paese d’origine non erano tali, o magari sono stati riscoperti come tali tempo dopo. In Giappone nel 1976 debuttò in televisione Ufo robot Grendizer, terzo capitolo di una saga sui robottoni giganti ideati da Go Nagai iniziata con Mazinger Z, ma non ebbe al momento il successo sperato, perché ai fan non piacque che Koji Kabuto, l’eroe del primo capitolo, fosse ridotto a fare da spalla al nuovo protagonista, l’affascinante alieno Daisuke Umon.

Solo negli anni successivi si riscoprì questa storia, grazie anche all’apporto dato ad alcuni episodi dal grande Shingo Araki, e adesso si parla di un possibile remake, mentre Grendizer, con il titolo di Atlas Ufo robot o meglio Goldrake è un cult in Italia da oltre quarant’anni, mentre come Goldorak è adorato in Francia, senza contare l’interesse che c’è nei suoi riguardi nei Paesi arabi.

Dall’Italia e dalla Francia emergono anche in questo momento due interessanti iniziative editoriali in tema. Nel nostro Paese la casa editrice La Torre propone una nuova, completa e monumentale edizione del saggio C’era una volta Goldrake di Massimo Nicora, articolato su due volumi per un totale di oltre mille pagine, in quello che è e resta la più ricca e dettagliata analisti del fenomeno Goldrake, tra documenti, articoli d’epoca, scoperte, interviste. La vasta analisi spazia dalla nascita in Giappone all’arrivo in Francia e in Italia, proponendo una mole di documenti e articoli d’epoca, nuove scoperte, interviste a varie personalità, per raccontare quello che è stato un successo abbastanza unico.

In Francia, si è ancora più audaci: cinque fumettisti cresciuti con Goldorak hanno infatti dato vita ad un seguito, un progetto con cui hanno realizzato un sogno di anni: lo sceneggiatore Xavier Dorison, con i disegnatori Denis Bajram, Brice Cossu, Alexis Sentenac e il colorista Yoann Guillo, cercando di ricreare le atmosfere di quell’epoca. Questo seguito non è una fanfiction come ce ne sono a tonnellate in rete, anche simpatiche, ma è stato approvato dallo stesso Go Nagai ed è fedele all’originale, con uno stile di disegno un po’ diverso, che mette insieme i manga e i fumetti franco belgi: Vega è stato sconfitto, la base lunare è stata distrutta, Actarus, Maria e Goldrake sono tornati su Fleed, ma un disco alieno rimasto sulla Terra torna a minacciare l’umanità. Ma come riportare l’eroe di tutti sul nostro pianeta?

Una premessa quindi interessante e intrigante, testimonianza della forza di questo immaginario su tutta una generazione, accompagnata in Francia da una mostra in tema fino al 30 ottobre alla Maison de la Culture japonaise di Parigi, da un concerto karaoke il 28 ottobre al Grand Rex sempre della capitale francese e da un’emissione di francobolli delle Poste francesi.

Panini Comics ha già acquistato i diritti per l’edizione italiana di questo Goldorak in salsa francese, dopo aver proposto l’interessante manga francese su Capitan Harlock.

Robottoni: Un pasticcio italiano

Non tutti sanno che in origine “UFO Robot Goldrake” è la continuazione de “Il Grande Mazinger”, che è a sua volta sequel di “Mazinger Z”. 

Il personaggio che in Italia fu chiamato Alcor è in realtà Koji Kabuto, pilota di “Mazinger Z” che si è meritato un’apparizione speciale anche negli ultimi episodi de “Il Grande Mazinger”.  Il fatto che in Italia “Goldrake” sia stato trasmesso su RaiDue, “Il Grande Mazinger” dalle TV locali e “Mazinger Z” da RaiUno, costrinse queste tre serie a un destino particolare: il personaggio di Koji Kabuto mantenne il suo nome solo ne “Il Grande Mazinger”, ma fu rinominato Rio Kabuto in “Mazinger Z” e Alcor in “UFO Robot Grendizer”. Non solo: le tre serie giunsero in Italia in ordine inverso rispetto a quello in cui furono create!

Oltre a generare un’enorme confusione tra il pubblico, questo “pasticcio all’italiana” contribuì a far nascere il mito che “i personaggi dei cartoni giapponesi sono tutti uguali”. In realtà non è che Rio, Koji e Alcor siano uguali: sono proprio la stessa persona! La stretta relazione che collega queste tre serie fu resa ancor più incomprensibile al pubblico italiano da un ampio lavoro di “tagli” e censura: al tempo della prima messa in onda televisiva di “UFO Robot Goldrake”, tutti i riferimenti a “Mazinger Z” furono censurati; allo stesso modo, le puntate di “Mazinger Z” dove apparivano personaggi in comune con “Il Grande Mazinger” non furono mai trasmesse. Non solo: in Italia tre episodi (il 15, il 59 e il 71) non andarono mai in onda e il 71 fu inserito in un film cinematografico mai approvato dall’autore, che i distributori nostrani crearono per sfruttare l’incredibile successo di “Goldrake”.

Gli stessi distributori importarono anche “Daimos”, un cartone animato che con “Goldrake” non aveva proprio nulla a che vedere, e ne fecero un film intitolato “Il figlio di Goldrake”! Notare che la stessa sorte capitò anche a “Jeeg Robot” – di cui in Italia venne montato un film cinematografico all’insaputa dell’autore – e “Heidi”, che “diventa principessa” in un film che con Heidi non c’entra affatto!!

La riedizione di “Goldrake” presenta, oltre a tutte le scene e gli episodi che sono stati “censurati” durante la messa in onda televisiva, anche una versione corretta di tutti i dialoghi, che, per motivi di tempo o di scarsa comprensione della lingua, vennero spesso travisati dai traduttori del tempo. Inoltre, per volere dell’autore e dei produttori, Alcor torna a chiamarsi Koji Kabuto, in modo da creare anche in italiano un continuum con “Mazinger Z” e “Il Grande Mazinger” .

MA “ATLAS” CHI È?

I più attenti di voi se ne saranno sicuramente accorti,  quando Actarus & C. arrivarono per la prima volta in Italia il loro cartone animato si chiamava “Atlas Ufo Robot”. E qui sorge spontanea una domanda: chi è mai questo Atlas?? In tutta la serie non appare nessun personaggio con questo nome, perciò capire le origini di questo titolo è un’opera piuttosto complicata. Abbiamo trovato la soluzione per caso, quando l’occhio ci è caduto su un vecchio pacco di fotocopie: ma intanto, alcune premesse. “UFO Robot Goldrake” si intitolava in Giappone “UFO Robot Grendizer”. Anche tutti i personaggi avevano in origine nomi diversi da quelli dell’edizione italiana (consigliamo di consultare la loro pagina per farsene un’idea); però il nome Atlas non appare da nessuna parte neppure nella versione giapponese. E allora da dove viene?

Dovete sapere che Goldrake non arrivò in Italia direttamente dal Giappone, ma dalla Francia, dove era stato importato e trasmesso poco prima dell’Italia (la Rai “superò” poi i cugini d’oltralpe trasmettendo le ultime puntate molto prima di loro). Ebbene, quando si propone un programma a un’emittente televisiva bisogna fornire ai responsabili della stessa una serie di informazioni dettagliate (per esempio, di cosa tratta il programma, quali sono i personaggi principali, a quale pubblico è indirizzato ecc.). Tutte queste informazioni sono raccolte in un opuscoletto chiamato al giorno d’oggi con l’inglese “Guide Book” o, in versione piu’ dettagliata, “Style Book”. Senonché i francesi, negli anni ’70, lo chiamavano in un altro modo: “Atlas” (= atlante, guida). Così quel funzionario Rai che si trovò tra le mani un opuscolo intitolato “Atlas UFO Robot” (= Guida a UFO Robot) probabilmente ritenne che quell’Atlas fosse parte del titolo.

A volte è proprio vero che sono delle piccolezze a cambiare la storia…

Exit mobile version