Remi – Le sue avventure / Ascolta il tuo cuore, Remì

Remì, o meglio Ascolta il tuo cuore, Remì faparte del fortunato filone dell’animazione giapponese, purtroppo sparito negli ultimi anni, tratto dai classici per ragazzi dell’Ottocento: in particolare dal romanzo Senza famiglia di Hector Malot. Una storia storia che ha ispirato negli anni anche diversi film dal vivo, ma che negli ultimi decenni è conosciuta proprio grazie all’anime.

La storia ruota attorno a un giovane ragazzo di nome Remi, che viene rapito da neonato per ordine dello zio che vuole diventare l’unico erede della sua famiglia. Remi viene abbandonato a Parigi dove viene trovato e adottato dal signor Gerolamo Barberin e sua moglie, che decidono di chiamarlo Remi. La famiglia Barberin vive in povertà, ma Remi si integra nella loro vita. Quando il signor Barberin accetta un’offerta per far lavorare Remi in una compagnia artistica ambulante, il giovane viene costretto a separarsi dalla sua famiglia adottiva. Remi si unisce alla compagnia e impara a fare spettacoli con i cani e una scimmietta. La vita di Remi diventa difficile quando il signor Vitali, il capo della compagnia, viene arrestato e Remi si trova a doversi occupare degli animali. Fortunatamente, viene salvato dalla madre biologica, la signora Milligan, che lo sta cercando per guarire il suo figlio malato.Remi viene accolto a bordo dell’imbarcazione della signora Milligan e viaggia con lei finché non viene liberato il signor Vitali. Tuttavia, durante un inverno particolarmente rigido, Vitali muore e Remi viene trovato da una famiglia che lo accoglie e lo cura come uno dei propri figli. Dopo aver vissuto con la famiglia Acquin per un po’, Remi parte per Parigi con un amico, Mattia, e si ritrova coinvolto in alcuni guai. Viene catturato dai Driscoll, una famiglia che finge di essere la sua vera famiglia per estorcere denaro. Tuttavia, durante la prigionia, Remi e Mattia scoprono che la vera madre di Remi è la signora Milligan. Con l’aiuto di Mattia e di un amico, Remi riesce a fuggire e parte per la Francia alla ricerca della signora Milligan. Alla fine, la signora Milligan ritrova Remi e insieme si recano a Ginevra, dove la vita di Remi si conclude felicemente. Rimane con la sua vera madre e si sposa con la sua amica Elisa. La serie si conclude con un salto nella vita futura di Remi e Mattia, che diventano rispettivamente un avvocato di successo e un famoso violinista.

La serie è stata apprezzata per la sua storia emozionante, i personaggi ben caratterizzati e i disegni curati. È stata anche elogiata per i suoi messaggi positivi, come l’importanza della famiglia, dell’amicizia e della speranza. Una produzione straordinaria, strappalacrime ma avvincente, che raccontaù e immerge nella Francia dell’Ottocento: in Remì si vede netta la firma del grande Osamu Dezaki, poi regista della seconda parte di episodi di Lady Oscar, anche qui mirabile e bravissimo

Pregiudizi sugli anime

Quando regnava ancora la semplicità, la capacità di stupirsi, la gioia di chi ha meno di dieci anni e tutto un mondo da scoprire… quando guardare la TV non era una semplice evasione dalla realtà, ma un momento importante dove apprendere i valori più importanti della vita attraverso il linguaggio della fantasia… quando guardare i semplici (si fa per dire) cartoni animati significava per molti inoltrarsi in un mondo adulto e bambino contemporaneamente e non solo di magìa e stupore fini a sé stessi… io ero lì… grazie a Dio!

Goldrake, Heidi, Ryu, Kimba, Remì, Jeeg Robot, Candy Candy, Daitarn III, fino ad arrivare a centinaia di storie indimenticabili di altrettanti personaggi che tuttora persistono nel cuore di milioni di adulti: quanti dischi, robot, giochi, fumetti, magliette e quant’altro ho fatto comprare ai miei genitori… e com’era bello mostrarli agli altri, ma soprattutto sapere di possederli.

Era come avere accanto il tuo eroe preferito in carne ed ossa, o quasi. E poi… si cresce. Gli anni passano, i problemi aumentano (a chi più, a chi meno), gli amici cambiano e con loro cambia il nostro spirito puro; la vita non ci dà tregua ed oggi molta della magìa che si aveva dentro si è dissolta nel quotidiano agire. Molti la chiamano maturità, o crescita, o divenire adulti attraverso le difficoltà… io la chiamo follìa! Bisogna semplicemente avere equilibrio; bisogna che il bambino che è in noi (custode di creatività, di passione, di sensibilità e quant’altro di positivo) non muoia mai schiacciato dalla quotidianità, ma attraverso di essa si esalti e, di conseguenza, ci esalti. Eppure eminenti psicologi, saggi di svariate etnìe e periodi storici e… i nostri eroi preferiti ce lo ricordano da sempre! Mah!

Vi sembra impossibile? Guardate (tanto per fare un esempio) qualche serie televisiva giapponese come Jeeg Robot, Remì, L’Uomo Tigre, Sampei, Ken il guerriero, Tommy la stella dei Giants; ripuliteli poi di tutti gli elementi prettamente fantastici ed andate oltre quello che vedete… avrete molto da imparare! Per molti come me la passione per le tematiche del fantastico non è solo un’evasione dalla realtà attraverso il passato o un semplice commercio (per chi lo pratica); conoscere altri appassionati, riscoprire vecchi e nuovi eroi, possedere rarità, significa principalmente mantenere vivo il bambino che è in noi, quindi noi stessi e la nostra vitalità… alla faccia di tutto lo schifo e la falsità che ci circonda.

Significa inoltre ricordarci di non perdere mai di vista quello che siamo in realtà, mantenere il più possibile intatta una propria integrità morale e spirituale, avere la forza di rialzarci nei momenti difficili anche (…e soprattutto…) senza l’aiuto di nessuno, saper prendere la vita in tutte le sue sfaccettature senza chiedersi perché.
Per chi non lo sapesse, tutte queste opere sono sempre state catalogate come “rigorosamente per bambini”: niente di più falso. I giapponesi hanno sempre alternato le situazioni dei loro cartoons passando attraverso vari generi: fantascienza, horror, romanzi storici, soap opera, avventura, commedia comica e demenziale, sport, favole e leggende, sia per grandi che per i più piccoli (per non parlare del genere sexy o splatter). Eppure, nonostante siano passati decenni e siano state spese miriadi di parole, sviluppate molteplici testate, organizzati dibattiti e manifestazioni, creato scuole e tanto altro ancora, qui in Italia abbiamo ancora una cultura altamente retrograda e piena di pregiudizi nei confronti di queste tematiche.

Inoltre, per anni queste serie TV hanno subìto censure, alterazione dei dialoghi e quant’altro di osceno affinché non venisse tutelata l’opera in sé, ma solo l’impatto emotivo con i minori, badando ad accrescere il merchandising e nulla più (vendite di diari scolastici, cartelle, gadgets, giocattoli, carte, videogiochi,etc…). Per cercare di sensibilizzare il più possibile i “non addetti ai lavori”, affinché possano ricevere un’educazione cinematografica a tutela della propria cultura e della propria sensibilità nel lasciare un minore davanti al cartone animato adatto alla propria fascia di età, dal 1999 ho realizzato un sogno in lenta e costante crescita: l’Associazione Culturale Japanimation di Ostia Lido.

Chi vuole collaborare con noi può contattarci al sito www.japanimation.it (info@japanimation.it), oppure su www.myspace.com/japanimationweb.

Vincenzo D’Amico
www.japanimation.it

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