Il progetto Q*, l’intelligenza artificiale che rischia di mettere a rischio l’umanità

Il 17 novembre 2023, Sam Altman, co-fondatore e CEO di OpenAI, è stato licenziato dal consiglio di amministrazione della società. Il motivo del licenziamento, secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, sarebbe legato a una clamorosa scoperta sull’intelligenza artificiale, chiamata progetto Q*, che non sarebbe stata valutata adeguatamente prima della sua commercializzazione.

Il progetto Q* è un nuovo modello di intelligenza artificiale, basato su un’architettura neurale chiamata “Transformer”. I Transformer sono un tipo di rete neurale che sono particolarmente efficaci nel comprendere e generare il linguaggio naturale.

Il progetto Q* è stato in grado di risolvere alcuni problemi matematici che erano considerati impossibili per le intelligenze artificiali precedenti. Ad esempio, il modello è stato in grado di risolvere equazioni differenziali complesse, calcolare integrali e risolvere problemi di geometria.

I risultati del progetto Q* sono stati presentati a un gruppo di ricercatori di OpenAI. Alcuni di questi ricercatori hanno espresso preoccupazione per le potenziali conseguenze del progetto, in particolare per il fatto che non erano stati valutati gli effetti sull’umanità prima della sua commercializzazione.

Secondo i ricercatori, il progetto Q* potrebbe rappresentare una svolta nello sviluppo dell’intelligenza generale artificiale (AGI). L’AGI è un tipo di intelligenza artificiale che è in grado di svolgere qualsiasi compito che un essere umano possa fare.

Il fatto che il progetto Q* sia in grado di risolvere problemi matematici è un passo importante nello sviluppo dell’AGI. La matematica è una disciplina fondamentale per la scienza e la tecnologia, e la capacità di risolvere problemi matematici è essenziale per qualsiasi sistema che voglia essere considerato intelligente.

Il licenziamento di Sam Altman è un evento che ha suscitato molto clamore. Il motivo del licenziamento è ancora oggetto di speculazioni, ma è chiaro che il progetto Q* ha avuto un ruolo importante.

Il progetto Q* rappresenta una svolta importante nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, è importante che i suoi potenziali rischi siano valutati attentamente prima della sua commercializzazione.

Capitan Harlock e Kyashan: un messaggio ancora attuale per il futuro dell’umanità

Capitan Harlock e Kyashan sono due serie di cartoni animati giapponesi degli anni ’70 che, ancora oggi, sono apprezzate da grandi e piccini. Ma oltre a divertire, questi cartoni animati hanno anche un messaggio importante da trasmettere: un messaggio che è ancora attuale e che riguarda il futuro dell’umanità.

Capitan Harlock:

Nella serie di Capitan Harlock, la Terra è un pianeta morente, abbandonato dalla maggior parte della popolazione. I pochi che sono rimasti sono costretti a vivere in condizioni di estrema povertà e miseria. Il governo, corrotto e indifferente, non fa nulla per aiutare i suoi cittadini.

In questo contesto, Harlock è un pirata solitario che si batte per la giustizia e la libertà. Capitano di una gigantesca astronave chiamata Arcadia, Harlock viaggia per lo spazio alla ricerca di un nuovo mondo dove gli esseri umani possano vivere in pace e prosperità.

Il messaggio di Capitan Harlock è chiaro: se non ci batteremo per un futuro migliore, la Terra sarà destinata a perire.

Kyashan:

In Kyashan, la Terra è un pianeta inquinato e devastato. I robot, creati dall’uomo per risolvere i problemi ambientali, si sono ribellati e hanno iniziato a minacciare l’esistenza dell’umanità.

Tetsuya, un giovane ragazzo, viene trasformato in un androide chiamato Kyashan per combattere i robot ribelli. Kyashan, grazie al suo cuore umano, è in grado di sconfiggere i robot e salvare la Terra.

Il messaggio di Kyashan è che, anche se l’uomo ha creato qualcosa di pericoloso, come l’intelligenza artificiale, può ancora trovare il modo di controllarlo e utilizzarlo per il bene.

Conclusione:

Capitan Harlock e Kyashan sono due cartoni animati che ci invitano a riflettere sul futuro dell’umanità. Le storie di Harlock e Kyashan ci insegnano che, se vogliamo evitare la distruzione, dobbiamo combattere per un futuro migliore e dobbiamo essere responsabili delle nostre azioni.

Asce e sfere di pietra: un mistero che svela l’emergere della mente umana

Gli esseri umani hanno iniziato a produrre utensili in pietra circa 2,6 milioni di anni fa. I primi utensili, chiamati olduvayani, erano realizzati a mano, alla ricerca di una forma utile, ma senza un pensiero preciso.

Circa 1,7 milioni di anni fa, gli esseri umani iniziarono a produrre utensili più raffinati, chiamati acheuleani. Le asce acheuleane, in particolare, sono caratterizzate da una forma simmetrica e affusolata, che richiede una capacità di immaginare la forma desiderata e di imporla sulla roccia.

Negli ultimi anni, gli archeologi hanno scoperto centinaia di pietre dall’aspetto enigmatico, apparentemente scolpite a forma di sfera delle dimensioni di una palla da tennis. Questi sferoidi, nati 1,7 milioni di anni fa in Africa, sono stati ritrovati in mezzo mondo, in siti distanti migliaia di chilometri l’uno dall’altro.

Nuove ricerche suggeriscono che gli sferoidi sono stati realizzati di proposito

Un’équipe di archeologi dell’Istituto catalano di paleoecologia umana ed evoluzione sociale (IPHES) di Tarragona e dell’Università ebraica di Gerusalemme ha presentato un documento che suggerisce che gli sferoidi sono stati realizzati di proposito. Utilizzando nuove tecniche di analisi 3D, i ricercatori hanno ricostruito la sequenza che gli ominidi avrebbero seguito nella loro elaborazione. I risultati indicano che gli oggetti non sono diventati più l’isci, ma più sferici.

Il significato degli sferoidi è ancora un mistero

Ora, gli archeologi stanno lavorando per scoprire a cosa servissero questi oggetti. È stato proposto che potessero essere usati per trattare i vegetali, per rimuovere il midollo dalle ossa o come proiettili per la caccia. È stato anche suggerito che potessero avere un valore simbolico.

Asce e sfere ci mostrano l’emergere della mente umana

Asce e sferoidi ci mostrano uno degli episodi più interessanti della storia dell’evoluzione e offrono uno sguardo sull’emergere della mente umana.

  • Le asce acheuleane richiedono una capacità di immaginare la forma desiderata e di imporla sulla roccia.
  • Gli sferoidi, se realizzati di proposito, dimostrano la propensione alla simmetria dei nostri antenati.

Insieme, asce e sferoidi ci mostrano che gli esseri umani hanno iniziato a sviluppare le capacità cognitive e le abilità manuali che ci hanno reso la specie dominante sul pianeta.

Incontro con Nicholas Brendon (Lucca 2018)

Tra i tanti eventi che si sono tenuti presso la fiera Lucca Comics & Games 2018, ce n’era uno in particolare a cui tenevo molto, l’incontro con l’attore statunitense Nicholas Brendon, in quanto ricopriva il ruolo di Xander Harris in una delle mie serie televisive preferite, “Buffy l’ammazzavampiri”.

Brendon, il cui nome completo all’anagrafe di Los Angeles è Nicholas Brandon Schultz, classe del 1971; oltre al ruolo che tutti conosciamo avuto in Buffy, ha interpretato vari ruoli in altre serie e film, per citarne alcuni è apparso in alcuni episodi nella serie poliziesca di “Criminal Mind” nel ruolo di Kevin Lynch e in film come “Grano Rosso sangue III: Urban Harvest” e “Pinata: l’Isola del Terrore” dove è protagonista.

Per alcuni motivi tecnici, c’è stato un leggero ritardo per l’inizio dell’incontro, e appena Nicholas Brendon è finalmente arrivato, pur non essendo colpa sua, ha voluto farsi perdonare con noi cantando una canzone per rallegrare l’ambiente.

Durante l’incontro ci ha parlato dei suoi lavori al di fuori del mondo del cinema e della televisione, infatti egli è anche uno scrittore fumettista che ha realizzato alcuni fumetti con protagonista un Koala e di altri progetti tra cui alcuni accordi presi con la Pixar per realizzare una storia riguardante i problemi legati alla droga.

Sempre durante l’incontro ci ha confessato che il suo allontanamento dalla serie “Criminal Mind”, sono legati ai suoi problemi riguardante l’abuso di sostanze stupefacenti, alcolismo e di gestione della rabbia, problemi che gli causavano spesso degli arresti, con la conseguente decisione della produzione di fargli lasciare la serie. Ci ha anche confidato che per via di questi problemi, stava per toccare il fondo ma facendosi un esame di coscienza e grazie all’aiuto di gruppi di sostegno e di supporto è riuscito a risalire dal fondo, sempre in questa occasione ci ha dichiarato che è più di un anno che non ha avuto problemi legali dovuti ai suoi vecchi problemi. Ed è per questi motivi che Nicholas Brendon ha deciso di effettuare una serie di Tour in Europa, di natura motivazionale, per uscire fuori dal proprio guscio e combattere le proprie insicurezze e i demoni interiori, proprio come è successo a lui stesso, che senza aiuto non sarebbe mai riuscito a farcela. Molti hanno chiesto notizie riguardante il Reboot di “Buffy l’ammazzavampiri” e se lui ci sarà all’interno della nuova serie, Nicholas Brendon ha dichiarato che non sa ancora nulla di tale progetto, nonostante alcune fonti la diano per certa, e nemmeno se sarà presente, in breve con simpatia e ironia ha dichiarato un “no comment”.

Per quanto mi riguarda che possa esserci o no un reboot di “Buffy”, solo il tempo saprà dircelo, quello che più mi premeva era di poter conoscere uno dei suoi protagonisti, e dopo averlo sentito parlare durante l’incontro e aver udito le sue confessioni riguardanti le sue debolezze, oltre ai suoi successi e dopo esserci scambiati un paio di convenevoli finali , ho scoperto che Nicholas oltre a essere una persona simpatica è anche una brava persona che ha fatto in maniera di risalire la china dopo aver toccato il fondo e non si vergogna affatto di confidarlo a tutti, in quanto ritiene che nessuno è perfetto e che molti di noi fanno errori più o meno gravi e di cui lui ne è un esempio.

Noi tutti e io in primis gli facciamo i nostri migliori auguri di buona fortuna per il futuro.

io e il simpaticissimo Nicholas

La Macchina del Tempo di Padre Pellegrino

Un esorcista: a Venezia, nel convento benedettino dell’Isola di San Giorgio Maggiore, è vissuto fino alla morte – nel 1994 – Padre Pellegrino Alfredo Maria Ernetti, amato e molto popolare presso la cittadinanza religiosa e laica. Questo poliedrico monaco (professore di teologia, esorcista, scienziato e musicista) insegnava musica polifonica e pre-polifonica al Conservatorio Benedetto Marcello[1] della città, e fu proprio la sua attività di musicologo a portarlo – per vie traverse – a fare una scoperta che gli permise di inventare e costruire una vera e propria Macchina del Tempo, alla quale mise nome “Cronovisore”.

Come si intuisce dal nome, l’apparecchio non permetteva di spostarsi “fisicamente” nel tempo, ma consentiva di vedere ed ascoltare – un po’ come davanti al televisore – avvenimenti accaduti nel passato. Sembra che fosse addirittura possibile sintonizzarsi su una data  ed un’ora precisa…  Il Cronovisore suscitò molto scalpore, soprattutto perché il Vaticano ne proibì l’uso, dopo averne verificato il funzionamento ed i risultati stupefacenti. Ma procediamo per gradi…

Un musicologo:  Padre Pellegrino era un ricercatore e studioso di musica pre-polifonica[2], cioè di quella musica “creata” prima della scrittura conosciuta ed usata anche oggi negli spartiti musicali. Volendo studiare queste musiche dimenticate che lo affascinavano – essendo indispensabile la loro ricostruzione – si dedicò per anni a concepire un sistema che glielo permettesse. Il monaco, conosciuto ed apprezzato in ambiente scientifico, dopo aver condotto le prime ricerche con Padre Agostino Gemelli dell’Università Cattolica di Milano, condusse molti esperimenti  con scienziati famosi tra cui anche Enrico Fermi e Werner von Braun[3], per trovare il modo di “sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda” della scia energetica sonora lasciata dalla musica nel passato, in modo da poterla riascoltare. E furono proprio questi esperimenti a portarlo alla sua invenzione del Cronovisore. Evidentemente, ad un certo momento, Padre Pellegrino si dovette accorgere che tutti gli avvenimenti lasciavano una scia energetica… ma questa era doppia: sonora e visiva. E che queste onde rimanevano in qualche punto dello spazio: bastava costruire un apparecchio capace di sintonizzarsi su di esse.
 
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Un inventore: Seguirono altri anni di lavori di ricerca sperimentale allo scopo di provare l’esattezza delle sue teorie; con la collaborazione di alcuni scienziati affascinati dall’impresa, tra i quali anche un premio Nobel giapponese, alla fine l’obiettivo fu raggiunto, e ci fu un vero tam-tam di notizie “scoop” che fecero rapidamente il giro del mondo.  Quando egli capì di aver inventato un apparecchio in grado di far risentire (e rivedere!) avvenimenti del passato, fu talmente sconvolto della sua stessa invenzione, che ne informò il Papa, che all’epoca dei fatti era Pio XII.  Erano gli anni ’50, e seguirono numerose indagini, esperimenti, studi, e ricerche, e la notizia dell’invenzione di una macchina del tempo chiamata Cronovisore dal suo inventore, fu supportata dalle numerose interviste rilasciate dal benedettino alla stampa nonché agli allievi di prepolifonia del Conservatorio, e da una serie di pubblicazioni.

Scienziati, politici e alti prelati, cominciarono a recarsi nel monastero veneziano per visitare Padre Ernetti e rivedere con lui episodi di storia dell’epoca di Napoleone, di Mussolini, e di altri grandi personaggi del passato. In un’occasione venne trascritta per intero una tragedia romana intitolata “Thiestes”, scritta da Quinto Ennio (della quale si conoscevano solo pochi brani), dopo aver assistito alla sua rappresentazione avvenuta a Roma nel 169 a.C., durante i “Giochi di Apollo”. Fu possibile ascoltare alcuni discorsi di Cicerone e di altri oratori… ma di sicuro la cosa più sconvolgente fu vedere Gesù ed assistere alla sua passione, morte e resurrezione.

cronovisore

Con il passare degli anni, il Cronovisore fu coinvolto in un susseguirsi di polemiche tra i “favorevoli” e i “contrari” (benché su di esso fosse sempre stato mantenuto il più possibile riserbo, e non fosse stato mai esibito in pubblico, ma solo a pochi eruditi), e il Vaticano, che evidentemente non poteva più accettare tutto il putiferio provocato dalla stampa, intervenne mettendo il suo veto ad ulteriori dichiarazioni  pubbliche di Padre Ernetti, che da quel momento si chiuse nel più assoluto silenzio. Ciò nonostante, dopo una serie di consultazioni, arrivò dalla Chiesa di Roma l’ordine di smontare, nascondere, e portare via il Cronografo.

L’intervista: La Domenica del Corriere del 2 Maggio 1972 pubblicò un’intervista a Padre Pellegrino condotta dal giornalista Vincenzo Maddaloni, nella quale il religioso spiegava che la sua invenzione era basata sulla ben nota legge fisica secondo la quale l’energia non si consuma, non si può distruggere e non perde mai la sua potenza (ma può trasformarsi in altra energia); e poiché le onde sonore e visive altro non sono che energia, lui aveva inventato una tecnologia in grado di ricostituirla. Con una specie di televisore in grado di decodificare questa energia, bastava sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda giusta per rivedere o riascoltare (o entrambe le cose insieme). Durante la stessa intervista, per giustificare le motivazioni che avevano indotto il Vaticano a smontare la macchina, metterla fuori uso e nasconderla, aggiunse che il Cronovisore avrebbe potuto captare anche il pensiero, essendo energia; spiegò che, per evitare terribili conseguenze per l’umanità, era stato deciso che una macchina del genere – per il momento – non dovesse essere usata da nessuno (per non finire in mani sbagliate), e che forse avrebbe potuto essere utilizzata in futuro, laddove le autorità competenti fossero in grado di esercitare un controllo rigido sul suo uso. Questi concetti furono ribaditi nel 1987 da Padre Pellegrino Ernetti nel saggio “Bibbia, teologia, magia e scienza”.

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L’amico Padre Francois Brune: Non potendo più fare dichiarazioni pubbliche o tenere conferenze sulla sua invenzione, il religioso iniziò a confidarsi con un suo caro amico, in privato. Questo gli era consentito. L’amico in questione era  Padre Francois Brune, un teologo francese che raccolse per trent’anni le sue confidenze, e che ha pubblicato in Francia nel 2002 un libro dal titolo inquietante: “Il nuovo mistero del Vaticano”, recentemente tradotto in italiano ed edito da Edizioni Mediterranee. Il libro è sconvolgente e induce a meditare su molte cose. Tra le confidenze fatte all’autore, viene descritta una  misteriosa convocazione in Vaticano (con i due scienziati ancora viventi che collaborarono all’invenzione), alla presenza di un’alta commissione internazionale presieduta da famosi scienziati e importanti personalità religiose, durante la quale i tre furono sottoposti ad un lunghissimo interrogatorio. Questo avvenne un paio di anni prima della morte del monaco.
 

Durante la lettura di questo libro, vengono alla luce retroscena, segreti e particolari mai rivelati prima. Per esempio, l’autore pensa che l’apparecchiatura sia nascosta al Vaticano, e spiega che i progetti, e relativi disegni, sono stati depositati presso due notai: uno in Svizzera e un altro in Giappone (chissà se questo sia ricollegabile al premio Nobel giapponese che collaborò con Padre Pellegrino?). Padre Brune pensa che prima o poi la macchina sarà rimontata, o che qualcun altro ne costruirà una con le stesse caratteristiche, e quindi a questo punto sorgono (a me) alcune domande:

1.        visto che tanto, prima o poi – inevitabilmente – qualcuno inventerà una Macchina del Tempo, perché non possiamo usare quella già esistente? Ovviamente, con le dovute precauzioni. A meno che, naturalmente, non sia stato già fatto…
2.        se il Cronovisore è in grado di vedere solo il passato, perché si teme che potrebbe interferire sul futuro?
3.        forse… potrebbe rivelare alcune verità scomode?
4.        cosa fu deciso dopo la convocazione dei tre scienziati in Vaticano?
5.        perché non è stata presa in considerazione la possibilità di usare il macchinario per infondere la fede e convertire la razza umana, dando al mondo intero quelle conferme – o quelle smentite – che facciano luce una volta per tutte sui dogmi religiosi, così da avere, finalmente, una religione unica! Nessuno, nemmeno il più fondamentalista, potrebbe negare l’evidenza delle prove “viste e sentite” con i propri occhi e le proprie orecchie. Se il Cronovisore fosse usato esclusivamente in Vaticano, e lì fossero convocati i vari alti prelati delle varie religioni di tutto il mondo, questo sarebbe possibile.
6.        come mai a Padre Brune non è stato posto il veto vaticano sulla pubblicazione del suo libro?

La Fede: Si chiede agli uomini di avere fede, senza porsi troppe domande. Ma questo è molto difficile. Talvolta, proprio la mancanza di spiegazioni logiche, o l’insabbiamento di talune prove, come in questo caso, inducono a sospettare che si preferisca lasciare all’umanità i suoi dubbi e le sue incertezze. Sarebbe bello conoscere la Verità, che dovrebbe essere un diritto di tutti. La consapevolezza di quello che siamo, che indubbiamente proviene dal passato, porterebbe tali cambiamenti nella vita di ognuno, che il futuro della Terra sarebbe pervaso da un sentimento di fratellanza universale mai provata prima. Io credo che Dio avesse fornito a Padre Pellegrino l’intelligenza necessaria per costruire uno strumento che avrebbe consentito all’uomo, così scettico e materialista, di toccare con mano la Verità. Usato nel modo giusto, sarebbe stato uno strumento di fede e di bontà.

[1]Unico al mondo ad avere una cattedra di questa materia.

[2]Si tratta di musiche scritte dal  1.500 a.C. al  900 d.C.

[3]Inventore della bomba V2

Brano tratto da “Alla ricerca dei Libri di Thot” di Daniela Bortoluzzi – Eremon Edizioni – 2005

di Daniela Bortuluzzi
tratto da http://www.misteria.org

Per approfondire:

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