Le AI organizzano il tuo appuntamento contro il calo demografico

I big data e l’intelligenza artificiale stanno rivoluzionando il modo in cui vengono organizzati gli incontri in Giappone. Con il calo demografico che colpisce il paese da anni, molte prefetture stanno offrendo servizi di matchmaking che utilizzano tecnologie di intelligenza artificiale per aiutare le persone a trovare il partner ideale.

In passato, gli incontri erano organizzati principalmente dai sensali o dai genitori, ma ora l’intelligenza artificiale è diventata un alleato prezioso. Mentre il numero di nascite e matrimoni continua a diminuire, il governo giapponese si impegna a adottare misure senza precedenti per contrastare questa tendenza.

Le app di dating comunali stanno diventando sempre più popolari per affrontare la crisi della natalità. Con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, i sistemi valutano la compatibilità tra i potenziali partner, sperando di far sposare persone che non si sarebbero mai incontrate altrimenti. Il governo centrale sostiene queste iniziative, aumentando le sovvenzioni per il matchmaking pubblico tramite intelligenza artificiale e big data.

Inoltre, la pandemia di Covid-19 ha ridotto le opportunità di incontro in ambienti sociali, spingendo le autorità a promuovere incontri virtuali nel metaverso. Anche in Corea del Sud, Taiwan e Cina, paesi che affrontano problemi simili legati al calo demografico, si stanno adottando misure simili per favorire gli incontri e aumentare il numero di matrimoni.

Nonostante tutti gli sforzi, la sfida di invertire il trend del calo demografico rimane difficile. Le società asiatiche devono affrontare le ripercussioni sulla forza lavoro e sul sistema del welfare, il che potrebbe portare a cambiamenti significativi nel futuro. La strada verso una società multiculturale e multietnica è ancora lunga, ma l’intelligenza artificiale potrebbe essere un’arma efficace per affrontare i cambiamenti demografici in corso.

Gen Z, amore e linguaggio del corpo digitale

La gen Z si sta affermando come la più incline a cambiare i paradigmi prestabiliti. Essendo la prima generazione completamente digitale, ha ad esempio una nuova prospettiva e una nuova modalità di dialogo anche nelle relazioni sentimentali, che spesso iniziano online e presuppongono quindi nuovi elementi comunicativi. Mentre in passato durante la frequentazione il linguaggio del corpo, ovvero la comunicazione non verbale attraverso i gesti e i movimenti, era essenziale, oggi molti incontri iniziano nel mondo digitale. E questo significa, per chi è alla ricerca di un* partner, padroneggiare quello che Hinge, l’app di dating pensata per essere cancellata, chiama DBL, il linguaggio del corpo digitale.

Una lingua particolarmente importante per parlare con la Gen Z, che è ancora più *online* rispetto ai millennial (i giovani in questa fascia d’età hanno il 33% di probabilità in più rispetto ai “colleghi” millennial di affermare che si sentono più a loro agio a chattare con un* potenziale partner online che non di persona). Questi sono alcuni dei risultati del Gen Z DATE (Data, Advice, Trend, Expertise) Report di Hinge, che ha raccolto le risposte di 15.000 utenti a livello globale per scoprire di più sulla Generazione Z e la ricerca dell’amore.

Linguaggio digitale del corpo: troppo entusiasti o distaccati?

Che cos’è esattamente il linguaggio del corpo digitale? Anche in questo caso si tratta di un elemento non verbale, cioè del sottotesto. Sono le emoji, la punteggiatura, la lunghezza dei messaggi e il tempo di risposta. Ovvero, tutti indizi sottili che suggeriscono che una persona è interessata oppure no. Il linguaggio del corpo digitale, però, non sempre è facile da interpretare. Più della metà degli utenti, infatti, dichiara di aver passato del tempo a chiedersi se un* partner fosse effettivamente interessat* e il 56% ha dichiarato di aver eccessivamente analizzato il DBL di qualcun*.

In particolare, poi, gli utenti della Gen Z, anche se dichiarano di voler trovare l’amore (90%), sono ancora inclini a mantenere un approccio “distaccato” nelle loro abitudini di comunicazione online. Infatti, hanno il 50% di probabilità in più rispetto ai millennial di rimandare la risposta a un match per non sembrare troppo ansiosi o impazienti.

D’altra parte, il feedback della community di Hinge dice che non bisogna preoccuparsi di messaggiare troppo spesso con qualcun*. Solo il 13% degli utenti, infatti, sostiene che il double texting gli provochi il cosiddetto “ick”, cioè la sensazione di “fastidio” che si prova in un contesto sentimentale quando qualcuno fa qualcosa che mette a disagio l’altr*.

Secondo 8 utenti di Hinge su 10 il DBL rivela le intenzioni di un* match

Il linguaggio del corpo digitale è un aspetto molto importante in fase di dating, infatti il 77% degli utenti su Hinge ha sottolineato che può rivelare molto sulle intenzioni di un* potenziale partner. Ma quali sono i segnali del linguaggio del corpo digitale che i dater tengono d’occhio? I segnali più popolari sono chi inizia la conversazione e la coerenza del messaggio inviato (76% a pari merito). Seguono il tempo di risposta (68%), il tono del messaggio (66%), la lunghezza del messaggio (33%) e le emoji utilizzate (11%).

Considerando che il 69% degli utenti analizza il linguaggio del corpo digitale per determinare se vuole fare il passo successivo e uscire con un* partner, è chiaro quindi che essere più reattivi ed evitare di lasciare una conversazione in sospeso è importante nella ricerca dell’amore.

4 consigli per utilizzare il DBL di Logan Ury, Director of Relationship Science di Hinge:

Non date per scontato che un mancato messaggio indichi anche mancanza di interesse. Certo, può essere un segno di ciò che qualcuno prova per voi, ma non è sempre così. Prestate invece attenzione alle azioni e alle intenzioni che si celano dietro le parole.

Chiarite le aspettative fin dall’inizio. Se vi piace messaggiare, non abbiate paura di chiedere al* vostr* match con quale frequenza desidera tenersi in contatto tra un appuntamento e l’altro. Se invece non vi piace mandare messaggi, consigliate al* potenziale partner di non interpretare troppo il vostro modo di scrivere.

Se vi piacerebbe sentire più spesso il match, provate a mettere in atto un “rinforzo” positivo.  Quando qualcun* vi manda un messaggio, fate sapere quanto vi ha fatto a piacere riceverlo.

Less is more. Fate capire che avete colto il fatto che la persona con cui vi state frequentando non ama inviare messaggi, ma che apprezzereste di sentirla anche in breve, ad esempio con un messaggio con scritto “ti penso” o un meme che gli ricorda voi, anche solo per farvi sentire che siete nei suoi pensieri.

La Macchina del Tempo di Padre Pellegrino

Un esorcista: a Venezia, nel convento benedettino dell’Isola di San Giorgio Maggiore, è vissuto fino alla morte – nel 1994 – Padre Pellegrino Alfredo Maria Ernetti, amato e molto popolare presso la cittadinanza religiosa e laica. Questo poliedrico monaco (professore di teologia, esorcista, scienziato e musicista) insegnava musica polifonica e pre-polifonica al Conservatorio Benedetto Marcello[1] della città, e fu proprio la sua attività di musicologo a portarlo – per vie traverse – a fare una scoperta che gli permise di inventare e costruire una vera e propria Macchina del Tempo, alla quale mise nome “Cronovisore”.

Come si intuisce dal nome, l’apparecchio non permetteva di spostarsi “fisicamente” nel tempo, ma consentiva di vedere ed ascoltare – un po’ come davanti al televisore – avvenimenti accaduti nel passato. Sembra che fosse addirittura possibile sintonizzarsi su una data  ed un’ora precisa…  Il Cronovisore suscitò molto scalpore, soprattutto perché il Vaticano ne proibì l’uso, dopo averne verificato il funzionamento ed i risultati stupefacenti. Ma procediamo per gradi…

Un musicologo:  Padre Pellegrino era un ricercatore e studioso di musica pre-polifonica[2], cioè di quella musica “creata” prima della scrittura conosciuta ed usata anche oggi negli spartiti musicali. Volendo studiare queste musiche dimenticate che lo affascinavano – essendo indispensabile la loro ricostruzione – si dedicò per anni a concepire un sistema che glielo permettesse. Il monaco, conosciuto ed apprezzato in ambiente scientifico, dopo aver condotto le prime ricerche con Padre Agostino Gemelli dell’Università Cattolica di Milano, condusse molti esperimenti  con scienziati famosi tra cui anche Enrico Fermi e Werner von Braun[3], per trovare il modo di “sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda” della scia energetica sonora lasciata dalla musica nel passato, in modo da poterla riascoltare. E furono proprio questi esperimenti a portarlo alla sua invenzione del Cronovisore. Evidentemente, ad un certo momento, Padre Pellegrino si dovette accorgere che tutti gli avvenimenti lasciavano una scia energetica… ma questa era doppia: sonora e visiva. E che queste onde rimanevano in qualche punto dello spazio: bastava costruire un apparecchio capace di sintonizzarsi su di esse.
 
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Un inventore: Seguirono altri anni di lavori di ricerca sperimentale allo scopo di provare l’esattezza delle sue teorie; con la collaborazione di alcuni scienziati affascinati dall’impresa, tra i quali anche un premio Nobel giapponese, alla fine l’obiettivo fu raggiunto, e ci fu un vero tam-tam di notizie “scoop” che fecero rapidamente il giro del mondo.  Quando egli capì di aver inventato un apparecchio in grado di far risentire (e rivedere!) avvenimenti del passato, fu talmente sconvolto della sua stessa invenzione, che ne informò il Papa, che all’epoca dei fatti era Pio XII.  Erano gli anni ’50, e seguirono numerose indagini, esperimenti, studi, e ricerche, e la notizia dell’invenzione di una macchina del tempo chiamata Cronovisore dal suo inventore, fu supportata dalle numerose interviste rilasciate dal benedettino alla stampa nonché agli allievi di prepolifonia del Conservatorio, e da una serie di pubblicazioni.

Scienziati, politici e alti prelati, cominciarono a recarsi nel monastero veneziano per visitare Padre Ernetti e rivedere con lui episodi di storia dell’epoca di Napoleone, di Mussolini, e di altri grandi personaggi del passato. In un’occasione venne trascritta per intero una tragedia romana intitolata “Thiestes”, scritta da Quinto Ennio (della quale si conoscevano solo pochi brani), dopo aver assistito alla sua rappresentazione avvenuta a Roma nel 169 a.C., durante i “Giochi di Apollo”. Fu possibile ascoltare alcuni discorsi di Cicerone e di altri oratori… ma di sicuro la cosa più sconvolgente fu vedere Gesù ed assistere alla sua passione, morte e resurrezione.

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Con il passare degli anni, il Cronovisore fu coinvolto in un susseguirsi di polemiche tra i “favorevoli” e i “contrari” (benché su di esso fosse sempre stato mantenuto il più possibile riserbo, e non fosse stato mai esibito in pubblico, ma solo a pochi eruditi), e il Vaticano, che evidentemente non poteva più accettare tutto il putiferio provocato dalla stampa, intervenne mettendo il suo veto ad ulteriori dichiarazioni  pubbliche di Padre Ernetti, che da quel momento si chiuse nel più assoluto silenzio. Ciò nonostante, dopo una serie di consultazioni, arrivò dalla Chiesa di Roma l’ordine di smontare, nascondere, e portare via il Cronografo.

L’intervista: La Domenica del Corriere del 2 Maggio 1972 pubblicò un’intervista a Padre Pellegrino condotta dal giornalista Vincenzo Maddaloni, nella quale il religioso spiegava che la sua invenzione era basata sulla ben nota legge fisica secondo la quale l’energia non si consuma, non si può distruggere e non perde mai la sua potenza (ma può trasformarsi in altra energia); e poiché le onde sonore e visive altro non sono che energia, lui aveva inventato una tecnologia in grado di ricostituirla. Con una specie di televisore in grado di decodificare questa energia, bastava sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda giusta per rivedere o riascoltare (o entrambe le cose insieme). Durante la stessa intervista, per giustificare le motivazioni che avevano indotto il Vaticano a smontare la macchina, metterla fuori uso e nasconderla, aggiunse che il Cronovisore avrebbe potuto captare anche il pensiero, essendo energia; spiegò che, per evitare terribili conseguenze per l’umanità, era stato deciso che una macchina del genere – per il momento – non dovesse essere usata da nessuno (per non finire in mani sbagliate), e che forse avrebbe potuto essere utilizzata in futuro, laddove le autorità competenti fossero in grado di esercitare un controllo rigido sul suo uso. Questi concetti furono ribaditi nel 1987 da Padre Pellegrino Ernetti nel saggio “Bibbia, teologia, magia e scienza”.

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L’amico Padre Francois Brune: Non potendo più fare dichiarazioni pubbliche o tenere conferenze sulla sua invenzione, il religioso iniziò a confidarsi con un suo caro amico, in privato. Questo gli era consentito. L’amico in questione era  Padre Francois Brune, un teologo francese che raccolse per trent’anni le sue confidenze, e che ha pubblicato in Francia nel 2002 un libro dal titolo inquietante: “Il nuovo mistero del Vaticano”, recentemente tradotto in italiano ed edito da Edizioni Mediterranee. Il libro è sconvolgente e induce a meditare su molte cose. Tra le confidenze fatte all’autore, viene descritta una  misteriosa convocazione in Vaticano (con i due scienziati ancora viventi che collaborarono all’invenzione), alla presenza di un’alta commissione internazionale presieduta da famosi scienziati e importanti personalità religiose, durante la quale i tre furono sottoposti ad un lunghissimo interrogatorio. Questo avvenne un paio di anni prima della morte del monaco.
 

Durante la lettura di questo libro, vengono alla luce retroscena, segreti e particolari mai rivelati prima. Per esempio, l’autore pensa che l’apparecchiatura sia nascosta al Vaticano, e spiega che i progetti, e relativi disegni, sono stati depositati presso due notai: uno in Svizzera e un altro in Giappone (chissà se questo sia ricollegabile al premio Nobel giapponese che collaborò con Padre Pellegrino?). Padre Brune pensa che prima o poi la macchina sarà rimontata, o che qualcun altro ne costruirà una con le stesse caratteristiche, e quindi a questo punto sorgono (a me) alcune domande:

1.        visto che tanto, prima o poi – inevitabilmente – qualcuno inventerà una Macchina del Tempo, perché non possiamo usare quella già esistente? Ovviamente, con le dovute precauzioni. A meno che, naturalmente, non sia stato già fatto…
2.        se il Cronovisore è in grado di vedere solo il passato, perché si teme che potrebbe interferire sul futuro?
3.        forse… potrebbe rivelare alcune verità scomode?
4.        cosa fu deciso dopo la convocazione dei tre scienziati in Vaticano?
5.        perché non è stata presa in considerazione la possibilità di usare il macchinario per infondere la fede e convertire la razza umana, dando al mondo intero quelle conferme – o quelle smentite – che facciano luce una volta per tutte sui dogmi religiosi, così da avere, finalmente, una religione unica! Nessuno, nemmeno il più fondamentalista, potrebbe negare l’evidenza delle prove “viste e sentite” con i propri occhi e le proprie orecchie. Se il Cronovisore fosse usato esclusivamente in Vaticano, e lì fossero convocati i vari alti prelati delle varie religioni di tutto il mondo, questo sarebbe possibile.
6.        come mai a Padre Brune non è stato posto il veto vaticano sulla pubblicazione del suo libro?

La Fede: Si chiede agli uomini di avere fede, senza porsi troppe domande. Ma questo è molto difficile. Talvolta, proprio la mancanza di spiegazioni logiche, o l’insabbiamento di talune prove, come in questo caso, inducono a sospettare che si preferisca lasciare all’umanità i suoi dubbi e le sue incertezze. Sarebbe bello conoscere la Verità, che dovrebbe essere un diritto di tutti. La consapevolezza di quello che siamo, che indubbiamente proviene dal passato, porterebbe tali cambiamenti nella vita di ognuno, che il futuro della Terra sarebbe pervaso da un sentimento di fratellanza universale mai provata prima. Io credo che Dio avesse fornito a Padre Pellegrino l’intelligenza necessaria per costruire uno strumento che avrebbe consentito all’uomo, così scettico e materialista, di toccare con mano la Verità. Usato nel modo giusto, sarebbe stato uno strumento di fede e di bontà.

[1]Unico al mondo ad avere una cattedra di questa materia.

[2]Si tratta di musiche scritte dal  1.500 a.C. al  900 d.C.

[3]Inventore della bomba V2

Brano tratto da “Alla ricerca dei Libri di Thot” di Daniela Bortoluzzi – Eremon Edizioni – 2005

di Daniela Bortuluzzi
tratto da http://www.misteria.org

Per approfondire:

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