L’esorcista: dalla genesi a The Believer. 50 Anni di Paura

Il libro che tutti gli amanti del cinema horror stavano aspettando è finalmente qui. In occasione del 50° anniversario dell’uscita del leggendario film L’Esorcista, Lukas Malerba ci porta in un avvincente viaggio attraverso le viscere della creazione di questo capolavoro del terrore.

L’Esorcista, diretto dal compianto William Friedkin, è da tempo considerato uno dei più grandi film dell’orrore mai realizzati. Tuttavia, la sua influenza va ben oltre il genere, poiché si pone come una metafora straordinariamente attuale dell’epoca in cui è stato rilasciato. Questo libro ci guida attraverso le tematiche universali e intemporali affrontate nel film: la ribellione e il disagio giovanile, la famiglia, la fede, il diavolo, il bene contro il male e molto altro.

Partendo dal romanzo omonimo di William Peter Blatty, da cui è stato tratto il film, Lukas Malerba svela i segreti e le sfide affrontate nella creazione di un’icona dell’horror cinematografico. Scopriamo come la trama si sia sviluppata e come le scene siano state magistralmente trasferite sul grande schermo.

Ma il libro non si ferma qui. Esamina anche i prequel e i sequel che hanno cercato di catturare la magia dell’originale, fino ad arrivare alla nuova trilogia diretta da David Gordon Green. E non dimentichiamoci degli aneddoti più particolari, dalla maledizione del film a curiosità dietro le quinte che renderanno l’esperienza di lettura appassionante e ricca.

L’Esorcista: Dalla Genesi a The Believer è un’opera unica in Italia, un omaggio appassionato a un classico senza tempo del cinema. Questo libro è un must-have nella libreria di chiunque ami l’horror, il cinema e la narrativa di qualità

Diavoli ed esorcismi: perché ora se ne sta parlando così tanto (di nuovo), tra film splatter e realtà

Siamo d’accordo: la religione è – fin dalla notte dei tempi – probabilmente uno degli argomenti di cui maggiormente discute l’essere umano. Chi la vede come “oppio dei popoli” capace di incatenare e schiavizzare mentalmente miliardi di esseri umani. Chi la vede come via di salvezza per i peccatori.

Ma di cosa si discute, in definitiva? Di Dio, chiedendosi se esita o meno e di come possa rendere la nostra vita terrena ed extraterrena migliore.

Ma anche del Diavolo, l’antitesi di Dio, il Male, l’Oscuro. Insomma, quello che ci porta al peccato, che ci seduce (una volta al momento del battesimo si chiedeva “rinunci al Diavolo e alle sue pompe?”): perché il Demonio, per chi ci crede, è davvero dietro l’angolo, pronto a infilarsi nelle nostre vite.

Negli ultimi giorni se ne sta di nuovo parlando molto. Ma come mai? Fondamentalmente per due motivi, semplici ed essenziali, che hanno entrambi a che fare (un po’) con Padre Amorth.

 

Il primo motivo è che al cinema è uscito “L’esorcista del Papa”, un film che ha come protagonista Russel Crowe, quello del Gladiatore insomma, dei pollicioni all’ingiù di Commodo e della frase “al mio segnale, scatenate l’Inferno” (e chi ci sta all’inferno?). La pellicola (ve l’avevamo anticipata qui) diretta da Julius Avery, è un horror che si ispira a una storia vera, ovvero agli scritti di Padre Gabriele Amorth, il capo esorcista del Vaticano, morto nel 2016.

Crowe veste i panni proprio di Padre Amorth che, chiamato a intervenire su un ragazzo posseduto, scopre poi – e qui dalla realtà si passa alla fantasia – una cospirazione che va avanti da secoli e che il Vaticano ha tentato in tutti i modi di tenere nascosta.

Ovviamente un film del genere (non è il primo del genere) ha scatenato il risentimento dell’Associazione internazionale degli esorcisti, che in un comunicato lo ha definito uno “splatter”, “inattendibile” in cui “Tutto viene esasperato, con manifestazioni eclatanti sul piano fisico e verbale, tipo dei film horror”.

“Tale modo di raccontare l’esperienza esorcisti da Don Amorth (…) stravolge e falsifica ciò che veramente si vive e si sperimenta durante l’esorcismo di persone veramente possedute. (…) In più, è offensivo nei riguardi dello stato di sofferenza in cui versano quanti sono vittime di un’azione straordinaria del demonio”.

 

Ma l’Associazione internazionale degli esorcisti (AIE) è legata anche al secondo motivo per cui si sta tanto parlando di Demonio e esorcismi ultimamente. Ovvero il libro “Esorcisti contro Satana” di Fabio Marchese Ragona, vaticanista di Mediaset (uno che ha intervistato due o tre volte Papa Francesco), la cui introduzione è affidata proprio a Padre Paolo Carlin, che dell’AIE è coordinatore.

Il libro (edizioni Piemme, 18,90 euro per 192 pagine) è una fucina – seria, niente splatter – di avvenimenti, racconti, esempi di esorcismi fatti in giro per il mondo e di cui ci sono tracce documentate e documentabili.

 

Nel volume ci sono storie raccontate in prima persona dai più importanti esorcisti internazionali, come pure scritti inediti proprio di Padre Amorth (niente film horror, tranquilli) e persino una intervista a Papa Francesco che racconta dei tentativi del Demonio di sedurre anche lui. E di come in passato sia stato testimone tanto di persone realmente indemoniate quanto di chi in realtà era solo in possesso di una “ossessione demoniaca”, dunque da curare in altro modo (psichiatricamente).

 

In sintesi: da una parte un film horror un po’splatter pieno di misteri, gente posseduta e uccelli che volano (e muoiono) in una Roma stranamente piena di nebbia.

Dall’altra un libro serio, che consigliamo di leggere, in cui si affronta a fondo il tema dell’esorcismo, ma con un linguaggio facile e assolutamente divulgativo.

 

Ecco perché si sta parlando tanto di Diavolo ed esorcismi.

La Macchina del Tempo di Padre Pellegrino

Un esorcista: a Venezia, nel convento benedettino dell’Isola di San Giorgio Maggiore, è vissuto fino alla morte – nel 1994 – Padre Pellegrino Alfredo Maria Ernetti, amato e molto popolare presso la cittadinanza religiosa e laica. Questo poliedrico monaco (professore di teologia, esorcista, scienziato e musicista) insegnava musica polifonica e pre-polifonica al Conservatorio Benedetto Marcello[1] della città, e fu proprio la sua attività di musicologo a portarlo – per vie traverse – a fare una scoperta che gli permise di inventare e costruire una vera e propria Macchina del Tempo, alla quale mise nome “Cronovisore”.

Come si intuisce dal nome, l’apparecchio non permetteva di spostarsi “fisicamente” nel tempo, ma consentiva di vedere ed ascoltare – un po’ come davanti al televisore – avvenimenti accaduti nel passato. Sembra che fosse addirittura possibile sintonizzarsi su una data  ed un’ora precisa…  Il Cronovisore suscitò molto scalpore, soprattutto perché il Vaticano ne proibì l’uso, dopo averne verificato il funzionamento ed i risultati stupefacenti. Ma procediamo per gradi…

Un musicologo:  Padre Pellegrino era un ricercatore e studioso di musica pre-polifonica[2], cioè di quella musica “creata” prima della scrittura conosciuta ed usata anche oggi negli spartiti musicali. Volendo studiare queste musiche dimenticate che lo affascinavano – essendo indispensabile la loro ricostruzione – si dedicò per anni a concepire un sistema che glielo permettesse. Il monaco, conosciuto ed apprezzato in ambiente scientifico, dopo aver condotto le prime ricerche con Padre Agostino Gemelli dell’Università Cattolica di Milano, condusse molti esperimenti  con scienziati famosi tra cui anche Enrico Fermi e Werner von Braun[3], per trovare il modo di “sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda” della scia energetica sonora lasciata dalla musica nel passato, in modo da poterla riascoltare. E furono proprio questi esperimenti a portarlo alla sua invenzione del Cronovisore. Evidentemente, ad un certo momento, Padre Pellegrino si dovette accorgere che tutti gli avvenimenti lasciavano una scia energetica… ma questa era doppia: sonora e visiva. E che queste onde rimanevano in qualche punto dello spazio: bastava costruire un apparecchio capace di sintonizzarsi su di esse.
 
cronovisore2
 
Un inventore: Seguirono altri anni di lavori di ricerca sperimentale allo scopo di provare l’esattezza delle sue teorie; con la collaborazione di alcuni scienziati affascinati dall’impresa, tra i quali anche un premio Nobel giapponese, alla fine l’obiettivo fu raggiunto, e ci fu un vero tam-tam di notizie “scoop” che fecero rapidamente il giro del mondo.  Quando egli capì di aver inventato un apparecchio in grado di far risentire (e rivedere!) avvenimenti del passato, fu talmente sconvolto della sua stessa invenzione, che ne informò il Papa, che all’epoca dei fatti era Pio XII.  Erano gli anni ’50, e seguirono numerose indagini, esperimenti, studi, e ricerche, e la notizia dell’invenzione di una macchina del tempo chiamata Cronovisore dal suo inventore, fu supportata dalle numerose interviste rilasciate dal benedettino alla stampa nonché agli allievi di prepolifonia del Conservatorio, e da una serie di pubblicazioni.

Scienziati, politici e alti prelati, cominciarono a recarsi nel monastero veneziano per visitare Padre Ernetti e rivedere con lui episodi di storia dell’epoca di Napoleone, di Mussolini, e di altri grandi personaggi del passato. In un’occasione venne trascritta per intero una tragedia romana intitolata “Thiestes”, scritta da Quinto Ennio (della quale si conoscevano solo pochi brani), dopo aver assistito alla sua rappresentazione avvenuta a Roma nel 169 a.C., durante i “Giochi di Apollo”. Fu possibile ascoltare alcuni discorsi di Cicerone e di altri oratori… ma di sicuro la cosa più sconvolgente fu vedere Gesù ed assistere alla sua passione, morte e resurrezione.

cronovisore

Con il passare degli anni, il Cronovisore fu coinvolto in un susseguirsi di polemiche tra i “favorevoli” e i “contrari” (benché su di esso fosse sempre stato mantenuto il più possibile riserbo, e non fosse stato mai esibito in pubblico, ma solo a pochi eruditi), e il Vaticano, che evidentemente non poteva più accettare tutto il putiferio provocato dalla stampa, intervenne mettendo il suo veto ad ulteriori dichiarazioni  pubbliche di Padre Ernetti, che da quel momento si chiuse nel più assoluto silenzio. Ciò nonostante, dopo una serie di consultazioni, arrivò dalla Chiesa di Roma l’ordine di smontare, nascondere, e portare via il Cronografo.

L’intervista: La Domenica del Corriere del 2 Maggio 1972 pubblicò un’intervista a Padre Pellegrino condotta dal giornalista Vincenzo Maddaloni, nella quale il religioso spiegava che la sua invenzione era basata sulla ben nota legge fisica secondo la quale l’energia non si consuma, non si può distruggere e non perde mai la sua potenza (ma può trasformarsi in altra energia); e poiché le onde sonore e visive altro non sono che energia, lui aveva inventato una tecnologia in grado di ricostituirla. Con una specie di televisore in grado di decodificare questa energia, bastava sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda giusta per rivedere o riascoltare (o entrambe le cose insieme). Durante la stessa intervista, per giustificare le motivazioni che avevano indotto il Vaticano a smontare la macchina, metterla fuori uso e nasconderla, aggiunse che il Cronovisore avrebbe potuto captare anche il pensiero, essendo energia; spiegò che, per evitare terribili conseguenze per l’umanità, era stato deciso che una macchina del genere – per il momento – non dovesse essere usata da nessuno (per non finire in mani sbagliate), e che forse avrebbe potuto essere utilizzata in futuro, laddove le autorità competenti fossero in grado di esercitare un controllo rigido sul suo uso. Questi concetti furono ribaditi nel 1987 da Padre Pellegrino Ernetti nel saggio “Bibbia, teologia, magia e scienza”.

Immagine3

L’amico Padre Francois Brune: Non potendo più fare dichiarazioni pubbliche o tenere conferenze sulla sua invenzione, il religioso iniziò a confidarsi con un suo caro amico, in privato. Questo gli era consentito. L’amico in questione era  Padre Francois Brune, un teologo francese che raccolse per trent’anni le sue confidenze, e che ha pubblicato in Francia nel 2002 un libro dal titolo inquietante: “Il nuovo mistero del Vaticano”, recentemente tradotto in italiano ed edito da Edizioni Mediterranee. Il libro è sconvolgente e induce a meditare su molte cose. Tra le confidenze fatte all’autore, viene descritta una  misteriosa convocazione in Vaticano (con i due scienziati ancora viventi che collaborarono all’invenzione), alla presenza di un’alta commissione internazionale presieduta da famosi scienziati e importanti personalità religiose, durante la quale i tre furono sottoposti ad un lunghissimo interrogatorio. Questo avvenne un paio di anni prima della morte del monaco.
 

Durante la lettura di questo libro, vengono alla luce retroscena, segreti e particolari mai rivelati prima. Per esempio, l’autore pensa che l’apparecchiatura sia nascosta al Vaticano, e spiega che i progetti, e relativi disegni, sono stati depositati presso due notai: uno in Svizzera e un altro in Giappone (chissà se questo sia ricollegabile al premio Nobel giapponese che collaborò con Padre Pellegrino?). Padre Brune pensa che prima o poi la macchina sarà rimontata, o che qualcun altro ne costruirà una con le stesse caratteristiche, e quindi a questo punto sorgono (a me) alcune domande:

1.        visto che tanto, prima o poi – inevitabilmente – qualcuno inventerà una Macchina del Tempo, perché non possiamo usare quella già esistente? Ovviamente, con le dovute precauzioni. A meno che, naturalmente, non sia stato già fatto…
2.        se il Cronovisore è in grado di vedere solo il passato, perché si teme che potrebbe interferire sul futuro?
3.        forse… potrebbe rivelare alcune verità scomode?
4.        cosa fu deciso dopo la convocazione dei tre scienziati in Vaticano?
5.        perché non è stata presa in considerazione la possibilità di usare il macchinario per infondere la fede e convertire la razza umana, dando al mondo intero quelle conferme – o quelle smentite – che facciano luce una volta per tutte sui dogmi religiosi, così da avere, finalmente, una religione unica! Nessuno, nemmeno il più fondamentalista, potrebbe negare l’evidenza delle prove “viste e sentite” con i propri occhi e le proprie orecchie. Se il Cronovisore fosse usato esclusivamente in Vaticano, e lì fossero convocati i vari alti prelati delle varie religioni di tutto il mondo, questo sarebbe possibile.
6.        come mai a Padre Brune non è stato posto il veto vaticano sulla pubblicazione del suo libro?

La Fede: Si chiede agli uomini di avere fede, senza porsi troppe domande. Ma questo è molto difficile. Talvolta, proprio la mancanza di spiegazioni logiche, o l’insabbiamento di talune prove, come in questo caso, inducono a sospettare che si preferisca lasciare all’umanità i suoi dubbi e le sue incertezze. Sarebbe bello conoscere la Verità, che dovrebbe essere un diritto di tutti. La consapevolezza di quello che siamo, che indubbiamente proviene dal passato, porterebbe tali cambiamenti nella vita di ognuno, che il futuro della Terra sarebbe pervaso da un sentimento di fratellanza universale mai provata prima. Io credo che Dio avesse fornito a Padre Pellegrino l’intelligenza necessaria per costruire uno strumento che avrebbe consentito all’uomo, così scettico e materialista, di toccare con mano la Verità. Usato nel modo giusto, sarebbe stato uno strumento di fede e di bontà.

[1]Unico al mondo ad avere una cattedra di questa materia.

[2]Si tratta di musiche scritte dal  1.500 a.C. al  900 d.C.

[3]Inventore della bomba V2

Brano tratto da “Alla ricerca dei Libri di Thot” di Daniela Bortoluzzi – Eremon Edizioni – 2005

di Daniela Bortuluzzi
tratto da http://www.misteria.org

Per approfondire:

Exit mobile version