“I’m no Superman” cantava Lazlo Bane nel 2001, aprendo ogni episodio di quella che sarebbe diventata una delle serie TV più amate e sottovalutate dell’inizio millennio: Scrubs – Medici ai primi ferri. Una sigla che oggi torna a farsi sentire tra le pieghe della nostalgia collettiva, perché sì, il Sacro Cuore potrebbe davvero riaprire le sue porte. E questa volta, non è solo una voce di corridoio: il revival di Scrubs è ufficialmente in sviluppo. Una notizia che ha fatto vibrare le corde emotive di milioni di fan, pronti a tornare in quel microcosmo ospedaliero dove si ride, si piange e si cresce.
Dopo anni di voci, mezze conferme e sogni spezzati, il creatore della serie Bill Lawrence — lo stesso che ci ha conquistato recentemente con Ted Lasso e Shrinking — è al lavoro su quella che è stata definita una “nuova iterazione” della serie. Non è ancora chiaro se si tratterà di un vero revival, di un reboot o di un ponte tra vecchio e nuovo, ma quello che è certo è che l’entusiasmo è già alle stelle. La produzione è nelle mani di 20th Television, sotto l’ombrello della ABC, che aveva già accolto le ultime due stagioni dello show dopo il passaggio dalla NBC. E non si tratta di un semplice progetto vago: Zach Braff, l’indimenticabile J.D., ha ufficialmente firmato per tornare.
Una notizia che ha subito scatenato i fan di vecchia data, convinti che con lui anche gli altri attori storici — Sarah Chalke (Elliot), Donald Faison (Turk), John C. McGinley (Dr. Cox) e Judy Reyes (Carla) — non tarderanno a salire a bordo. E così, come ogni grande “legacy sequel” che si rispetti, anche Scrubs potrebbe abbracciare un mix esplosivo: i personaggi originali da un lato, una nuova generazione di specializzandi dall’altro. Un passaggio di testimone narrativo, ma anche emotivo.
Del resto, da quando Scrubs ha salutato il piccolo schermo nel 2010, il panorama televisivo è cambiato radicalmente. Le serie da 22 episodi a stagione sono diventate una rarità, e il futuro della nuova versione potrebbe passare da una piattaforma streaming, probabilmente Hulu — la stessa dove approderà anche il reboot di Buffy l’Ammazzavampiri. Non ci sono ancora date ufficiali per l’inizio delle riprese o la messa in onda, ma le trattative sono in corso. E intanto, ci basta sapere che il motore è acceso.
Ma cosa aspettarci da questo nuovo Scrubs? Bill Lawrence ha lasciato intendere che non si tratterà di un semplice ritorno nostalgico. Al contrario, l’idea è quella di raccontare cosa è successo ai protagonisti storici nel tempo, introducendo al contempo nuovi personaggi, nuove dinamiche e nuovi drammi, in un contesto medico profondamente cambiato dopo l’era pandemica. Immaginate il Dr. Cox come mentore ruvido ma affettuoso per un giovane medico alle prime armi, o Elliot alle prese con la conciliazione tra carriera e famiglia. Le possibilità narrative sono infinite, e se trattate con la sensibilità che ha sempre contraddistinto la serie, potrebbero regalarci episodi indimenticabili.
Ovviamente, l’ombra della famigerata nona stagione aleggia ancora sul progetto. Quel tentativo di rinnovare la serie con un cast semi-nuovo e una formula diversa si rivelò un mezzo disastro, tanto che molti fan la ignorano completamente, considerandola un fuori canon. Lo stesso Lawrence ha riconosciuto l’errore, e tutto lascia pensare che questa volta non cadrà nello stesso tranello. Non sarà un taglia-e-cuci pasticciato, ma un’evoluzione naturale, fedele all’anima della serie.
Un’anima che è sempre stata profondamente umana. Scrubs non è mai stata solo una comedy ospedaliera. È stata una serie capace di alternare il surreale al commovente, la risata allo schiaffo emotivo. Ha parlato di burnout prima che diventasse una parola alla moda, ha trattato il lutto con delicatezza, ha reso epica la quotidianità di medici imperfetti. E lo ha fatto con uno stile narrativo unico: montaggi musicali da brivido, sogni ad occhi aperti, dialoghi interiori e un’ironia che sapeva quando fare spazio al silenzio.
La sua eredità è viva ancora oggi. Lo dimostra il successo del podcast Fake Doctors, Real Friends, in cui Zach Braff e Donald Faison commentano gli episodi della serie tra risate e aneddoti di backstage. Lo dimostrano le pubblicità in cui compaiono insieme, rievocando la “bromance” che ha fatto scuola. Ma soprattutto, lo dimostra il fatto che, dopo 15 anni, siamo ancora qui a parlarne. A desiderare quel ritorno, a fantasticare su cosa sia successo a J.D., Turk, Carla ed Elliot.
E c’è di più: il revival di Scrubs potrebbe essere l’occasione giusta per restituire alla serie il posto che merita nel pantheon della televisione. Perché, diciamocelo, troppo spesso viene dimenticata nelle classifiche accanto a giganti come Friends o How I Met Your Mother, quando in realtà ha saputo spingersi più in là, più in profondità. Con meno clamore, forse, ma con una verità che ancora oggi ci commuove.
Ora tocca a Disney Television Studios trovare l’incastro giusto tra accordi, diritti e tempistiche. Bill Lawrence, nonostante un contratto attivo con Warner Bros. Television, è coinvolto, anche se probabilmente non sarà lo showrunner principale. Ma finché lui ci mette la sua visione, e il cast originale ci mette il cuore, abbiamo tutti gli ingredienti per qualcosa di magico.
Perché Scrubs ci ha insegnato che non bisogna indossare un mantello per essere degli eroi. Basta esserci, ascoltare, accettare di non avere tutte le risposte. E questo messaggio, oggi più che mai, è attuale. È necessario. È potente.
Quindi sì, siamo pronti a tornare. Pronti a perderci di nuovo nei corridoi folli del Sacro Cuore, tra gag assurde e riflessioni esistenziali. Pronti a ridere, piangere e ricordare quanto sia bello sentirsi a casa anche solo per 22 minuti.
E voi? Che ne pensate di questo revival? Avete anche voi il cuore che batte più forte solo all’idea di rivedere J.D. e Turk in azione? Raccontatemi le vostre emozioni, condividete l’articolo sui vostri social e fateci sapere se anche voi non vedete l’ora di tornare là dove tutto è iniziato. Perché ogni tanto, anche noi nerd abbiamo bisogno di una dose di umanità, e Scrubs ce l’ha sempre saputa dare.