Amici e avventurieri da tavolo, bentornati alla nostra fucina del divertimento! Oggi vi porto nel cuore pulsante di una saga che ha fatto battere forte il cuore di migliaia di giocatori: parliamo di Sword & Sorcery: Ancient Chronicles. E no, non è solo un gioco, ma un portale magico che si spalanca su un mondo di leggende, oscurità e redenzione.
Nel nostro nuovo episodio di gameplay – che vi consiglio caldamente di gustarvi con occhi avidi e dadi pronti – mettiamo mano (e spada) a questa seconda stagione della saga targata Gremlin Project e Ares Games. Se siete già stati travolti dall’epicità di Immortal Souls, sappiate che Ancient Chronicles è molto più di un’espansione o una semplice continuazione: è un prequel, una nuova campagna stand-alone che mantiene saldi i pilastri dell’originale, ma aggiunge carne al fuoco, sapore alla minestra e – per restare in tema – spezie rare alla vostra ricetta ludica preferita.
Ambientato in un tempo remoto, molto prima degli eventi di Immortal Souls, questo nuovo ciclo ci racconta l’era dimenticata degli eroi, quella in cui i nostri personaggi – riportati in vita dalle tre divinità per combattere un male antico – si muovono come pedine (ma di quelle belle grosse, scolpite con amore) in un mondo dominato da divinità corrotte e culti decadenti. Come già nella prima stagione, l’elemento cooperativo è il cuore pulsante del sistema: si gioca da soli o in gruppo, fino a cinque eroi, contro il gioco stesso, che si incarica di gestire mostri, boss, sorprese e sventure con una sofisticata intelligenza artificiale cartacea.
Quello che colpisce immediatamente, aprendo la scatola di Ancient Chronicles, è la cura maniacale nei componenti: miniature dettagliatissime, tessere modulari che compongono dungeon e città da esplorare, carte equipaggiamento e incantesimi, dadi personalizzati a dieci facce, e soprattutto una narrazione profonda che si sviluppa in una vera e propria campagna piena di bivi, missioni opzionali e conseguenze tangibili. Questo non è un gioco da una sera: è un’epopea, una serie fantasy da vivere pezzo dopo pezzo.
La prima cosa che salta all’occhio rispetto a Immortal Souls? La modularità e la libertà. Il gioco introduce l’esplorazione non solo di dungeon, ma anche di intere regioni, con città da visitare, luoghi da scoprire, scelte narrative che cambiano il corso della storia. Ogni eroe ha più vie di sviluppo, può equipaggiarsi in maniera diversa, acquisire compagni (i nuovi Familiars, che introducono tattiche inedite) e affrontare le missioni con approcci differenti. E poi c’è il crafting, la raccolta di tesori, le trappole da disinnescare… ogni elemento che vi aspettereste da un’avventura fantasy degna di questo nome, è qui, pronto a mettervi alla prova.
Il sistema di combattimento è un’evoluzione di quanto visto nella prima stagione. Si basa sempre sul lancio di dadi personalizzati, ma ora l’interazione tra abilità, equipaggiamento e nemici è ancora più tattica e soddisfacente. Non esiste “eliminazione del giocatore”: quando un eroe muore, entra in uno stato di fantasma, con abilità e vincoli propri, e può tornare in vita in seguito. Questo evita quei momenti morti frustranti e mantiene tutti coinvolti fino alla fine della sessione.
E se vi state chiedendo se dovete per forza possedere Immortal Souls per giocare: la risposta è no. Ancient Chronicles è perfettamente autonomo, ma – e qui sta la vera magia – è totalmente compatibile con la prima stagione. Potete mischiare eroi, mostri, missioni. Potete far incontrare il vostro elfo della seconda stagione con il barbaro resuscitato della prima. È come fondere due campagne di Dungeons & Dragons in un’unica timeline coerente.
La direzione artistica è, ancora una volta, di altissimo livello. Mario Barbati, Fabrizio Fiorentino, Francesco Mattioli e gli altri artisti coinvolti hanno dato vita a un mondo visivamente potente e riconoscibile, che si fonde perfettamente con le atmosfere cupe e mitiche del gioco. Le miniature? Vere e proprie sculture da collezione. Chi, come me, adora dipingerle, si troverà davanti un banchetto da sogno.
Dietro tutto questo, ritroviamo i soliti noti: Simone Romano e Nunzio Surace alla progettazione, il team di Gremlin Project che già aveva incantato i giocatori con Galaxy Defenders e il primo Sword & Sorcery. La pubblicazione è ancora una volta affidata ad Ares Games, nome noto tra gli appassionati di giochi epici, dai velieri di Sails of Glory ai draghi di War of the Ring.
Nel nostro video gameplay – che vi invito davvero a guardare, magari con un bel boccale di idromele o una ciotola di dadi alla mano – esploriamo uno degli scenari iniziali della campagna, facendo luce sulle nuove meccaniche e mostrandovi in presa diretta l’intensità delle sfide. Ma attenzione: Ancient Chronicles non è un gioco da intavolare alla leggera. Richiede tempo, dedizione, e – soprattutto – un gruppo affiatato o il giusto spirito da lupo solitario.
Quindi, che siate veterani del dungeon-crawling o novizi del fantasy da tavolo, Sword & Sorcery: Ancient Chronicles merita un posto d’onore nella vostra collezione. È una chiamata alle armi, un canto degli eroi, un racconto di gloria e sacrificio. Ed è anche – fidatevi di me, Chef Ludico – una delle migliori esperienze cooperative che possiate vivere con una plancia davanti e gli amici (o fantasmi) accanto.
Ora basta chiacchiere: le spade fremono, le anime attendono. Vi aspettiamo sul campo di battaglia… o meglio, al tavolo da gioco.