Elizabeth Bathory, Bloody Lady

Elizabeth Bathory (Erzsébet Báthory), soprannominata Bloody Lady, è il primo – di cui si hanno testimonianze storiche – e più efferato serial killer della storia umana. Le sue vittime si aggirano sulle 650 unità. Un personaggio leggendario, a cui sono stati dedicati dipinti, libri, canzoni, film e fumetti, tanto da trasformare questa terrificante storia vera in una leggenda: la leggenda della prima Vampira.

La contessa è nata nel 1560 in una famiglia nobiliare della Transilvania legata ai regnanti d’Ungheria. Elizabeth ha ricevuto un’educazione degna dei principi, a differenze delle sue coetanee che a malapena sapevano leggere, lei parlava e scriveva fluentemente in latino. A 10 anni, dopo la morte del padre fu promessa sposa al giovane nobile Ferencz Nadasdy, soprannominato, per la sua condotta in battaglia, l’Eroe Nero di Ungheria.

Trasportata in una realtà differente da quella della sua infanzia,la ragazza crebbe covando odio e risentimento soprattutto nei confronti della suocera,Orsola,e detestando l’atmosfera cupa e opprimente del castello,che si animava solo quando rientrava,da qualche campagna di guerra,il castellano padre del marito. Da questa unione nacquero quattro figli, ma l’amore coniugale non è mai stato preso in considerazione dalla coppia: Elizabeth tradì Ferencz con il suo servo Thorko che la iniziò probabilmente ai riti pagani e alla magia nera.

Quando la dama aveva 40 anni rimase vedova dell’Eroe nero ed iniziò a dare libero sfogo ai suoi turbamenti. La solitudine,il sentirsi lontana da casa,la mancanza di affetti crearono ben presto problemi alla fragile psiche della ragazza,che ben presto rivolse un’ossessiva attenzione al suo corpo e alla cura della sua comunque notevole bellezza. Passava le giornate davanti allo specchio,in compagnia delle sue damigelle,che tiranneggiava in ogni modo,costringendole a cambi frequenti di vestiti. Contemporaneamente Elizabeth impiantò un piccolo laboratorio,nel quale sperimentava strane pozioni,distillati di erbe che avrebbero dovuto servirle a conservare la sua superba bellezza. Il suo maniero,  nei boschi di Csejthe, divenne la sede di sedicenti maghi e streghe che scappavano dall’inquisizione Cattolica. Da questi fattucchieri , la contessa credette di scoprire il modo per rimanere sempre giovane e bella tramite un elisir basato sul sangue di una vergine. La sua psiche iniziò a funzionare in maniera diversa; era disturbata da numerose crisi nervose, emicranie e lunghi stati catatonici, dai quali ella si risvegliava, ci raccontano i documenti dell’epoca, con una irrefrenabile istinto violento.

La contessa si rese conto che il fatto stesso di torture a morte le sue serve, provocasse in lei una sensazione di pace facendo scomparire i mal di testa e le convulsioni e spesso subito dopo subentrava in lei uno stato simile ad un’estasi mistica. Elizabeth aveva una feroce immaginazione, arrivando a progettarne lei stessa, facendosele costruire appositamente su commissione da un orologiaio svizzero. Si pensa che la famosa “vergine di ferro” sia stata un’invenzione della Contessa stessa. Tra le tecniche di tortura che non necessitavano veri e propri macchinari o strutture, la Contessa utilizzava aghi e spilli per perforare labbra e capezzoli delle vittime o infilare loro aghi sotto le unghie, pinze d’argento (per strappare la carne), ferri per la marchiatura e attizzatoi roventi, fruste e forbici. A Elizabeth piaceva anche mordere le malcapitate sulle guance e sui seni, cavando loro il sangue con i denti o legare le vittime per poi poter ridurre i loro seni a brandelli o ustionarne i genitali con la fiamma di alcune candele, mordendo via grossi lembi di carne da viso e corpo. Una delle vittime fu costretta a cuocere e mangiare un pezzo del suo stesso corpo, altre furono lasciate, bagnate di acqua fredda, a morire assiderate sulla neve all’esterno del castello, altre ancora, venivano cosparse di miele e legate su alberi attirando api e insetti vari.

Ben presto le segrete di Csejthe si riempirono di giovani donne prese tra il popolo, che una volta giunte al castello, venivano sacrificate in oscuri riti presieduti dalla Bathory che utilizzava il loro sangue come ingrediente base per il suo filtro dell’eterna giovinezza. Si raccontava anche che ella dissanguasse le sue vittime e tutto il sangue delle giovani fanciulle finisse in vasche entro cui faceva il bagno. Accecata dalla sua “sete di sangue” e avendo esaurito le giovani contadine della zona e di quelle adiacenti, iniziò a concentrarsi sulle ragazze provenienti da famiglie nobili minori. I parenti delle giovani non avendone più notizie, iniziarono a insospettirsi e denunciarne la scomparsa. Quando queste voci arrivarono alla Chiesa cattolica, l’imperatore Mattia II intervenne ordinando un’indagine sulla nobildonna. Gli inviati dell’imperatore colsero sul fatto la Bzthory mentre torturava alcune ragazze. Il 30 dicembre 1610 Elizabeth fu arrestata e con la donna furono rinchiusi in prigione i suoi collaboratori. Nelle segrete del castello furono ritrovate molte ragazze, vittime segnate da piccole ferite prodotte dagli aguzzini della contessa per prelevare da esse il sangue da offrire alla terribile contessa. Furono anche ritrovati molti cadaveri sotterrati nelle segrete del castello. Al termine dell’inchiesta furono rinvenuti in totale i resti di seicentodieci vittime. Il processo fu celebrato a Bicse il 2 gennaio 1611 e terminò il 7 dello stesso mese ma la contessa non vi partecipò mai. Tutti i collaboratori della Bathory furono giustiziati dopo essere stati sottoposti alla tortura mentre le donne che avevano collaborato con la contessa finirono sul rogo con l’accusa di stregoneria. Elizabeth Bathory invece non fu mai condannata ma fu comandato che le finestre e le porte della sua camera, nel castello di Csejthe, fossero murate con lei dentro, lasciando solo un piccolo spazio utile per il quotidiano passaggio del cibo. Per la sanguinaria contessa Bathory fu chiesta la condanna a morte ma la sua esecuzione fu sempre rimandata. Dopo quattro anni di questa segregazione solitaria venne trovata morta il 14 agosto 1614.

bathory

Da notare i curiosi legami tra i Bathory ed i Dracula: il comandante che aiutò Vlad a riconquistare il suo trono nel 1476 era un principe Bathory; un feudo di Dracula divenne un possedimento dei Bathory e inoltre entrambe le famiglie hanno l’immagine di un drago nello stemma di famiglia. Inoltre negli scritti di Padre Laslo Turáczi, in quelli Wagener nel 1785 e di Sabine Baring-Gould ai primi dell’800, si inizia ad associare la Contessa Bathory al vampirismo . In molti hanno perciò ipotizzato che il Conte Dracula, il vampiro di Bram Stoker, sia ispirato a Elizabeth  Bathory e non, come tanti pensano, a Vlad III. Il Conte di Valacchia, ed eroe nazionale Rumeno, non ha mai bevuto sangue né esistono racconti in questo senso.  Báthory ha vissuto molti anni in Transilvania e, secondo McNelly, lo scrittore che per primo ha avanzato questa teoria nel suo libro “Dracula era una Donna”, anche il personaggio del servo, Renfield, ricorderebbe la figura di Thorko . Dunque Bram Stoker, prima di scrivere il “Dracula”, ha letto le pagine del reverendo Sabine Baring-Gould? Questa ipotesi viene comunque dibattuta, a colpi di libri, da molto tempo.

“Quando il tuo servitore è in pericolo, manda in suo soccorso un esercito di 99 gatti, poiché dei gatti tu sei il signore. I 99 gatti arriveranno con grande velocità e mangeranno il cuore del nemico, e del tuo servitore sarà salva la vita.”

(Uno dei riti del dio Isten che probabilmente era iscritta sulla pergamena di Erzsébet Bathóry).

Chi è il Conte Dracula?

Il personaggio di Dracula è senza dubbio uno dei più iconici nella storia della letteratura e del cinema. Creato dallo scrittore irlandese Bram Stoker nel 1897, il conte Dracula è diventato il simbolo del vampiro in tutto il mondo, ispirando una grande quantità di libri, film, serie TV e fumetti. Il romanzo di Stoker, simbolo del gotico letterario, racconta l’appassionante storia del principe delle tenebre prendendo il via dall’insolita avventura del giovane avvocato londinese Jonathan Harker, inviato in Transilvania per curare l’acquisto di una casa nella capitale britannica da parte di un nobile locale,. Ma il viaggio di lavoro precipiterà presto in un abisso di morte, un incubo di violenza e di antiche maledizioni ricostruito nel romanzo attraverso lettere, diari, ritagli di stampa e giornali di bordo. La narrazione, frammentata per “quadri” e “apparizioni”, rivive sulla scena in un gioco di sottrazione e buio, e permette così a ogni personaggio e a ogni spettatore di leggere e interpretare la propria versione della verità.

Dracula è ispirato in parte alla figura storica del principe Vlad III di Valacchia, meglio conosciuto come Vlad l’Impalatore. Vlad era noto per la sua brutalità e la sua fama di torturatore e uccisore di massa, ed era soprannominato “Drăculea”, che significa “figlio del Drago”. Tuttavia, il personaggio di Dracula del romanzo di Bram Stoker non è una rappresentazione fedele di Vlad l’Impalatore ed è stato arricchito di fantasie e immaginazione dallo scrittore.

Il Conte Dracula è ovviamente un Vampiro, una creature leggendaria che prende ispirazione da diverne leggende e mitologie in tutto il mondo. Solitamente, i vampiri sono descritti come esseri notturni e immortali che si nutrono del sangue degli esseri umani o degli animali per sopravvivere. Tradizionalmente, i vampiri sono spesso rappresentati come creature malvagie e spaventose, ma, come ormai sappiamo benissimo nelle culture moderne sono stati resi popolari da racconti, film e serie TV dove vengono raffigurati come personaggi romantici e affascinanti.

I meno avvezzi alla storia di Dracula potrebbero essere all’oscuro di un reale evento drammatico che ha ispirato Bram Stoker a scrivere il suo famoso romanzo. Durante una vacanza a Whitby con la sua famiglia, Stoker venne a conoscenza di una terribile vicenda marinaresca che divenne l’ossatura del capitolo sulla nave Demeter e del romanzo stesso. Nella città di Whitby, il luogo di approdo del vampiro nel capitolo della Demeter e il luogo delle protagoniste del romanzo, avvenne un evento simile nel 1885. Un marinaio del luogo raccontò a Stoker la storia di una goletta russa chiamata Dmitry, che si era arenata nel porto molti anni prima con un carico di polvere d’argento. Tutte le vele erano distrutte e non fu trovato alcun segno dell’equipaggio. Questo inquietante episodio ispirò profondamente Stoker. Quel terribile evento accaduto a Whitby spinse Bram Stoker a scrivere i primi capitoli di Dracula, con un vampiro che giunge in Inghilterra a bordo di una goletta abbandonata.

Probabilmente proprio questo concetto è uno dei motivi per cui il personaggio del conte vampiro ha avuto tanto successo. Il conte è spesso rappresentato affascinante, dotato di un gran carisma e di una personalità magnetica, il che lo rende attraente per le donne. Tuttavia, è anche terrificante, spaventoso e letale per i suoi nemici.

Il Conte Dracula può essere visto come “un mostro che si cela in ognuno di noi”, tangibile rappresentazione della parte oscura che abita ogni essere umano. Tra Romanticismo e misticismo, il mito antico di un mostro immortale affiora nelle coscienze come elemento perturbante in grado di generare orrore e caos, ma anche di affascinare. Tra lampi e ululati che si perdono nella foschia della Transilvania, la figura del vampiro emerge lentamente, seducendo gli altri personaggi e l’intero pubblico con la forza della paura.

Impatto sull pop culture

Il personaggio di Dracula ha avuto un grande impatto sulla cultura popolare del XX secolo. Il personaggio di Dracula ha ispirato innumerevoli adattamenti cinematografici ma le diverse versioni cinematografiche di Dracula presentano molte differenze tra loro. . Il primo lungometraggio nel quale comparve il personaggio di Dracula fu un film ungherese del 1921, Drakula halála, al quale seguì, nel 1922, Nosferatu il vampiro, film muto diretto da Friedrich Wilhelm Murnau. In quest’ultimo film, la vedova di Stoker chiese il rispetto dei diritti di pubblicazione per cui Murnau dovette modificare il titolo, i nomi dei personaggi (il Conte Dracula diventa il Conte Orlok) e l’ambientazione (dalla Transilvania ai Carpazi). Nel 1931 Bela Lugosi interpretò la parte di Dracula nel lungometraggio diretto da Tod Browning, Dracula. Questa trasposizione cinematografica del romanzo di Stoker è diventata una delle più celebri e generalmente considerata un classico del cinema horror. Ci sono state molte altre versioni cinematografiche di Dracula nel corso degli anni, tra cui quelle prodotte dalla Universal e dalla Hammer. Ogni versione ha portato qualcosa di nuovo e unico alla storia di Dracula e alla sua rappresentazione sul grande schermo.

Molti attori hanno interpretato il ruolo di Dracula nel corso degli anni. Alcuni dei più famosi includono: Bela Lugosi, che ha interpretato Dracula nel film del 1931 diretto da Tod Browning; Christopher Lee, che ha interpretato Dracula in diversi film prodotti dalla Hammer Film Productions; Gary Oldman, che ha interpretato Dracula nel film del 1992 diretto da Francis Ford Coppola. Questi sono solo alcuni degli attori che hanno interpretato il ruolo di Dracula. Ci sono molti altri attori che hanno dato vita al personaggio sul grande schermo.

Ogni versione cinematografica di Dracula ha portato qualcosa di nuovo e unico alla storia e alla rappresentazione del personaggio sul grande schermo. Alcune versioni si concentrano maggiormente sull’horror e sulle atmosfere cupe, mentre altre possono essere più leggere o addirittura comiche. Inoltre, ogni versione può presentare differenze nella trama, nei personaggi e nell’ambientazione rispetto al romanzo originale di Stoker.

In sintesi, il personaggio di Dracula è diventato un’icona culturale grazie alla sua combinazione di fascino, mistero e pericolosità. Il conte vampiro ha ispirato migliaia di opere d’arte e di narrativa, diventando un simbolo della lotta tra il bene e il male. Il personaggio di Dracula continuerà sicuramente a influenzare la cultura popolare per molti anni a venire.

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