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Alien Paradiso: gli Xenomorfi invadono un resort di lusso!

Se pensavate che il paradiso fosse il luogo perfetto per rilassarsi e dimenticare il mondo, forse è il momento di rivedere le vostre convinzioni. Alien Paradiso, la nuova miniserie targata Marvel Comics, ci trasporta in un angolo remoto dell’universo dove il lusso di un resort tropicale si trasforma rapidamente in un incubo. Immaginate un angolo dello spazio che ricorda il Tulum terrestre, ma con un giro di contrabbando e una popolazione di criminali ricchi che rendono il luogo tutt’altro che una meta vacanziera da sogno. In questo scenario, gli Xenomorfi, iconici cacciatori alieni, sono pronti a scatenare la loro furia. Se siete fan dell’universo Alien, preparatevi a vivere una nuova e inedita esperienza narrativa.

Il Paradiso che si Trasforma in Inferno

La storia ha inizio in un paradiso tropicale chiamato Paradiso, dove il clima soleggiato e le spiagge immacolate non sono sufficienti a nascondere il marciume che permea il luogo. Sospeso tra il lusso sfrenato e il crimine, Paradiso è il punto di approdo di chi cerca piacere e denaro facile, ma ben presto diventa il teatro di un’orribile tragedia. Due marescialli coloniali, Dash Nanda e Lydia Reeves, vengono inviati per smantellare un giro di contrabbando che imperversa tra le ombre della stazione turistica. Ciò che inizialmente sembrava un incarico semplice si trasforma rapidamente in un vero e proprio incubo. Come spesso accade nelle storie più avvincenti, Paradiso nasconde una realtà ben più spietata di quanto sembrasse.

Xenomorfi più Letali che Mai

Nel cuore della storia, gli Xenomorfi, gli alieni cacciatori per eccellenza, si infiltrano nel resort di lusso, pronti a scatenare la loro furia predatoria. Alien Paradiso ci presenta Xenomorfi evoluti, più astuti, più mortali e con un comportamento decisamente più raffinato rispetto a quanto abbiamo visto nelle storie precedenti. Ma quello che davvero fa paura in questo nuovo capitolo della saga non è solo la loro capacità di uccidere, ma la loro abilità nel manipolare l’ambiente per trasformare un luogo di tranquillità in un terreno di caccia letale.

Una Nuova Prospettiva: Gli Occhi degli Xenomorfi

Una delle novità più intriganti di Alien Paradiso è la possibilità di vedere l’azione attraverso gli occhi degli stessi Xenomorfi. In una mossa che rende il fumetto ancora più interessante, gli autori ci danno un punto di vista inedito, quello degli alieni. Ciò che distingue questo approccio è la capacità di immergere il lettore in una realtà aliena fatta di istinti, calcolo e un’intelligenza predatoria che non lascia scampo. Questi momenti offrono uno spunto narrativo originale che aggiunge una marcia in più al già affascinante universo di Alien.

L’Autore e il Disegnatore: Steve Foxe e Edgar Salazar

A dare vita a questa nuova storia è Steve Foxe, che con la sua scrittura riesce a creare una trama ricca di suspense e colpi di scena, facendo salire la tensione fino all’ultimo capitolo. Insieme al disegnatore Edgar Salazar, Foxe costruisce un’atmosfera unica, dove la bellezza paradisiaca del resort si mescola perfettamente con l’orrore imminente che si nasconde dietro ogni angolo. La combinazione tra il talento narrativo e visivo rende Alien Paradiso un’opera che non solo cattura l’attenzione, ma la tiene stretta fino alla fine, lasciando il lettore con un senso di inquietudine e meraviglia.

Reazioni e Opinioni: Cosa Pensano i Lettori?

Il primo numero di Alien Paradiso è stato accolto con un misto di entusiasmo e critiche. Da una parte, i fan sembrano apprezzare l’innovativa prospettiva offerta dalla storia e la complessità della caratterizzazione degli Xenomorfi, che vengono rappresentati come esseri molto più sfuggenti e intelligenti rispetto al passato. D’altra parte, alcuni lettori hanno sollevato perplessità riguardo alla figura di Tsula Kane, la figlia di Kane, che potrebbe sembrare un po’ troppo “cartoonesca” per alcuni. Tuttavia, questa è una sensazione che potrebbe essere solo un’impressione momentanea, visto che l’evoluzione del personaggio potrebbe stupire nel proseguo della serie.

Inoltre, i marescialli Nanda e Reeves, con la loro missione investigativa, sono stati apprezzati per la loro profondità e per l’ambientazione che mescola detective story e thriller psicologico. L’introduzione del punto di vista degli Xenomorfi, poi, è stata definita un’idea geniale che ha aggiunto un ulteriore strato di complessità alla trama, rendendo il fumetto un must per gli appassionati della saga.

lien Paradiso è una miniserie che promette di soddisfare le aspettative dei fan di lunga data, pur introducendo novità in grado di sorprendere anche i più scettici. Con la sua atmosfera thriller, la nuova prospettiva sugli Xenomorfi e una trama coinvolgente, questo fumetto è pronto a diventare un punto di riferimento nell’universo Marvel e Alien. Non resta che tuffarsi in questa nuova avventura, preparandosi a un’estate di terrore spaziale come non l’avete mai vissuta prima. E voi, cosa ne pensate del primo numero? Vi ha convinto o lasciato qualche dubbio? La caccia è appena iniziata.

Balle Spaziali 2: Josh Gad conferma il Sequel con Mel Brooks al timone

Già quest’estate Josh Gad, noto attore e sceneggiatore, aveva  suscitato l’entusiasmo dei fan di “Balle Spaziali” (Spaceballs) con un post su Instagram che ha scatenato una marea di speculazioni e speranze. Nella foto condivisa sui social, si intravedeva la prima pagina di una sceneggiatura con la dicitura “Based on the Characters Created by…“, seguita da un nome parzialmente cancellato ma con la parola “Mel” chiaramente leggibile. Questo indizio ha fatto subito pensare che Gad, insieme ai suoi collaboratori Dan Hernandez e Benji Samit, stesse lavorando a una sceneggiatura per un tanto atteso “Balle Spaziali 2”, il seguito di uno dei film di culto più amati della storia del cinema.

Il film originale, uscito nel 1987, è una parodia geniale e irriverente della saga di “Star Wars” e di altre icone della fantascienza come “Star Trek”, “Alien” e “Il pianeta delle scimmie”. Diretto, prodotto e interpretato da Mel Brooks, “Balle Spaziali” non ebbe un grande successo iniziale al botteghino e ricevette recensioni miste dalla critica. Tuttavia, con il passare degli anni, il film è riuscito a guadagnarsi un posto nel cuore dei fan, diventando un vero e proprio cult grazie al suo umorismo sopra le righe, ai personaggi indimenticabili e al cast stellare che includeva Bill Pullman, John Candy, Daphne Zuniga e Rick Moranis. Nonostante la sua ricezione contrastante all’epoca, il film ha continuato a influenzare la cultura popolare e ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo.

Da tempo si parlava di un possibile seguito, ma le dichiarazioni di Josh Gad hanno finalmente alimentato la speranza che “Balle Spaziali 2” possa davvero diventare realtà. In una recente intervista a Forbes, Gad ha confermato che la sceneggiatura è ormai pronta e che il progetto è in fase avanzata. La supervisione di Mel Brooks, che a 98 anni continua a essere una figura centrale per il film, è una delle chiavi di volta che ha convinto i fan che questo sequel potrebbe essere una continuazione fedele dello spirito originale. Gad ha anche dichiarato che lavorare con Brooks è stato uno dei momenti più alti della sua carriera, e che il regista e sceneggiatore ha mostrato un entusiasmo travolgente per il progetto, sostenendo l’iniziativa con passione.

Secondo Gad, la sceneggiatura ha impressionato chiunque l’abbia letta, alimentando la convinzione che il film sarà all’altezza delle aspettative. Sebbene i dettagli sul film siano ancora avvolti nel mistero, il coinvolgimento di Brooks come produttore e supervisore, e la presenza di Gad come protagonista, sono segnali positivi per i fan che attendono con ansia di vedere i loro personaggi preferiti ritornare sul grande schermo. Non mancano le aspettative di rivedere figure storiche come Stella Solitaria, Ruttolomeo, Yogurt e Lord Casco, che hanno reso il film così iconico e amato.

La storia di “Balle Spaziali”, nel corso degli anni, è stata ulteriormente arricchita da un aneddoto curioso: nel 1989 uscì in Italia un film dal titolo “Balle spaziali 2 – La vendetta” (Martians Go Home), che però non ha nulla a che vedere con l’opera di Mel Brooks, pur adottando un titolo simile. Questo film era basato sul romanzo satirico “Marziani, andate a casa!” di Fredric Brown, ma nonostante la confusione del titolo italiano, non faceva parte della saga originale. Nel 2009, Brooks aveva anche prodotto una serie animata intitolata “Spaceballs: The Animated Series“, che cercava di mantenere vivo lo spirito della saga, pur non riuscendo a replicare il successo del film originale.

Con il possibile arrivo di un vero e proprio sequel, la speranza di rivivere nuove e esilaranti avventure spaziali è più viva che mai. Se il progetto di Josh Gad si concretizzerà, i fan potranno finalmente ritrovare l’umorismo sfrontato e il ritmo esilarante che hanno reso “Balle Spaziali” un cult intramontabile. Con la benedizione di Mel Brooks e un team creativo appassionato, “Balle Spaziali 2” promette di essere un ritorno alle radici della commedia sci-fi, pronto a strappare risate e a regalare una nuova dose di follia intergalattica.

Reebok Alien: Romulus! Preparati a sfidare gli Xenomorfi

Sei un appassionato di Alien e delle sneakers iconiche? Se la risposta è sì, allora preparati ad aggiungere un altro pezzo epico alla tua collezione! Reebok ha appena svelato il lancio delle Reebok Alien: Romulus, un’edizione limitata che celebra la saga di Alien con un omaggio alle leggendarie scarpe indossate dai protagonisti nei film. Queste nuove sneakers non solo rappresentano una fusione perfetta di stile e funzionalità, ma sono anche un must per ogni vero fan della serie.

Se hai visto Aliens (1986), ricorderai sicuramente le Alien Stomper, le scarpe che Ripley e Bishop indossano durante la famosa lotta contro gli xenomorfi. Quelle sneakers hanno segnato la storia, diventando un’icona del cinema e una delle scarpe più amate dai collezionisti di tutto il mondo. Le Reebok Alien: Romulus rappresentano l’evoluzione moderna di quel modello leggendario, portando il design al livello successivo, ma mantenendo intatta l’essenza che le ha rese celebri. Con queste scarpe ai tuoi piedi, non solo avrai uno stile inconfondibile, ma sarai anche pronto ad affrontare le sfide più pericolose, proprio come i protagonisti del film.

Design e caratteristiche: un’ode alla saga di Alien

Le Reebok Alien: Romulus prendono ispirazione dalla silhouette classica della BB4000 II, ma con una serie di dettagli che le rendono un tributo straordinario alla saga di Alien. La tomaia in pelle, un materiale resistente e duraturo, è pensata per affrontare le sfide quotidiane, proprio come le sue controparti cinematografiche dove ogni battaglia è una questione di vita o di morte. La finitura consumata delle sneakers aggiunge quel tocco autentico, come se fossero state indossate direttamente sul set del film, in un viaggio tra le stelle in cui le scarpe devono essere pronte a resistere anche agli ambienti più ostili.

Il logo Weyland-Yutani, la potente corporazione al centro della trama della saga, appare con orgoglio sulla scarpa, come un omaggio ai fan più devoti che conoscono ogni angolo della storia di Alien. Non manca la suola in gomma, progettata per offrire un’aderenza perfetta su qualsiasi superficie, proprio come una scarpa dovrebbe fare quando è destinata a essere indossata in battaglia. E, come ogni buon fan della saga sa, ci sono anche degli easter egg nascosti nelle Reebok Alien: Romulus, piccoli dettagli segreti che solo i veri appassionati di Alien sapranno riconoscere e apprezzare.

Un’eredità che continua

La collaborazione tra Reebok e Alien è una delle più iconiche nel mondo delle sneakers, e queste nuove Reebok Alien: Romulus non fanno che confermare l’indissolubile legame tra i due brand. Dopo il successo delle Alien Stomper, che hanno riscosso un’adorazione senza precedenti tra i fan della saga, questa nuova release è destinata a diventare una delle scarpe più desiderate in assoluto. Non si tratta solo di una scarpa, ma di un vero e proprio pezzo di storia del cinema che, grazie a Reebok, diventa indossabile, portando il mondo di Alien direttamente nella tua vita quotidiana.

Concludendo, le Reebok Alien: Romulus sono molto più di una semplice sneaker: sono una dichiarazione di amore per una delle saghe cinematografiche più influenti di sempre. Se sei un fan di Alien e delle sneakers, non perdere l’occasione di possedere un pezzo di questa straordinaria collaborazione. Le Reebok Alien: Romulus sono qui, pronte a entrare nella tua collezione, a camminare con te e a rendere omaggio alla leggendaria storia che ha segnato il cinema e la cultura pop.

Beyond Alien: H.R. Giger. Torino omaggia il padre di Alien

A dieci anni dalla scomparsa di Hans Ruedi Giger,  Alien, il Museo Storico Nazionale d’Artiglieria – Mastio della Cittadella di Torino ospita, dal 5 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025, la mostra Beyond Alien: H.R. Giger, un grande omaggio a uno degli artisti più affascinanti e controversi del secondo Novecento, che presenta la più ricca collezione di opere del maestro esposte in Italia.

La mostra, a cura di Marco Witzig, massimo esperto internazionale dell’artista, è prodotta da Navigare s.r.l, in coproduzione con Glocal Project e ONO arte e vuole ripercorrere l’intera carriera del grande maestro svizzero che ha profondamente cambiato e influenzato il surrealismo, l’horror fantascientifico e l’immaginario gotico contemporaneo.

In esposizione oltre settanta pezzi originali fra dipinti, sculture, disegni, fotografie, oggetti di design e video provenienti dal Museo Giger, in Svizzera, diretto da Carmen Giger, vedova del maestro.

Conosciuto al grande pubblico come l’uomo che ha creato l’immaginario del film Alien, il film capolavoro di Ridley Scott, Hans Ruedi Giger è in realtà un artista poliedrico, dotato di un proprio e unico stile, “biomeccanico”, come lui stesso lo definiva e che ha sperimentato le tecniche più diverse. È un artista plastico, un disegnatore, e, soprattutto, uno dei più grandi maestri dell’aerografo.

Il cinema di horror fantascientifico ed in generale l’immaginario mostruoso sono stati profondamente cambiati dall’irruzione sulla scena di Alien, che ha stabilito le basi dell’estetica dell’oscuro e della cultura audiovisiva contemporanea. Il contributo di Giger alla saga di Alien è stato fondamentale: l’artista, infatti, grazie alla sua profonda cultura e sensibilità personale, occupandosi della creazione del mostro, dell’ambientazione aliena e delle strutture tecnologiche in rovina, ha infuso l’intero progetto di quella particolare estetica dell’inquietante che lo avrebbe elevato da b movie a pietra miliare della cinematografia, consacrandolo a punto di riferimento della rappresentazione visiva sia fantascientifica che horror.

Non è stato però solamente il cinema ad essere profondamente influenzato dall’arte di H.R.Giger, anche il mondo della moda, del design, della musica – dal pop, all’heavy metal passando per l’elettronica – dei videogiochi, dell’illustrazione, dei fumetti e dell’arte in generale, si nutrono costantemente dell’universo creato da Giger.

Marco Witzig, curatore della mostra ha dichiarato:

“H.R. Giger è stato uno dei creatori più suggestivi e attraenti degli ultimi tempi, la cui opera suscita un enorme fascino nei diversi settori artistici dell’underground. È stato un artista dalla personalità contrastante che ha sviluppato negli ultimi quattro decenni un’opera molto personale e di grande impatto visivo e simbolico. Il suo universo è interamente oscuro, grazie a un particolare surrealismo, abietto e sontuoso, meccanico e anatomico, capace di incutere terrore e ammirazione allo stesso tempo. Giger, con il suo stile unico, è diventato uno dei maggiori rappresentanti dell’arte visionaria e fantastica del XX secolo e nonostante il riconoscimento nella cultura pop, la sua opera ha avuto una scarsa approvazione negli ambienti istituzionali ed è significativamente assente dai libri di storia dell’arte. Questa importante retrospettiva è quindi un’occasione per interrogarsi sul posto che dovrebbe avere l’opera di un artista che ha influenzato e influenzerà ancora a lungo la cultura contemporanea tutta.

Il percorso espositivo della mostra permetterà quindi a tutti i fan di immergersi nel mondo dell’artista e di ammirare dal vivo alcuni dei pezzi più iconici, ma anche di approfondire aspetti meno conosciuti del lavoro di Giger. L’allestimento è infatti suddiviso in diverse sezioni che riprendono alcune delle tematiche più importanti sviluppate dal maestro: il cinema, la musica, il surrealismo e l’orrore cosmico.

Nella sezione dedicata al cinema saranno esposte le opere che hanno contribuito a creare il mito del ciclo di Alien, ma anche quelle eseguite per il mai realizzato primo adattamento di Dune, progetto epico del regista cileno Alejandro Jodorowsky. È grazie a Dune che Giger incontra Dan O’Bannon, sceneggiatore di Alien con Ronald Shusset, con cui lavorerà pochi anni dopo.

In mostra un disegno senza titolo realizzato del 1978 per l’alieno originale. Appena schizzato a matita su carta giallina, la testa di quello che diventerà lo Xenomorfo appare sfumata ma presenta già tutte le caratteristiche della creatura: la fila di denti aguzzi, la conformazione fallica del cranio e quella unione di elementi naturali e meccanici, che poi torneranno in maniera molto più definita nelle sculture realizzate per Alien III, come il famoso Necronom, anch’esso esposto in mostra, diventato un simbolo del miglior horror fantascientifico.

La musica è un altro elemento fondamentale nel lavoro di Giger che, infatti, realizzò le copertine di numerosi dischi di artisti come Debbie Harry, Emerson, Lake and Palmer, Magma, Dead Kennedys, e molti altri. Al rapporto tra Debbie Harry e Giger la mostra infatti dedica spazio presentando il frutto della collaborazione tra i due artisti, nata nella primavera del 1980. Questa collaborazione avrebbe sancito il debutto solista di Debbie che Giger, affascinatissimo dalla cantautrice, immortala sulla copertina di KooKoo con il volto quasi catatonico, non più bionda, colorata e plasticosa come era apparsa fino ad allora in qualità di frontman dei Blondie, ma pallida e coi capelli corvini, e col volto trafitto da spilloni.

Un’importante tematica analizzata in mostra è il surrealismo, che Giger ha contribuito a ridefinire in termini contemporanei. L’esposizione intende infatti indagare il senso di straniamento tipico di questa corrente artistica surrealista e strettamente connesso all’orrore cosmico: la filosofia letteraria sviluppata dallo scrittore H.P. Lovecraft, che Giger ha trasformato in immaginario visivo, creando atmosfere perturbanti che seducono e spiazzano al tempo stesso. In questa sezione troviamo la serie di opere omonime dedicate a Li, la compagna dell’artista morta suicida, realizzate nella prima metà degli anni ’70.  Il volto della donna è scomposto, infestato da una pletora di piccoli teschi, uova, ossa, serpenti e corna. L’incarnato ceruleo è solcato da vene blu e gli occhi sono vitrei, eppure la protagonista di queste opere riesce a trasmettere una forte sensualità, attraendoci e sconvolgendoci al contempo.

Il lavoro di Giger è da considerarsi pietra miliare della contemporaneità e la mostra vuole essere anche un’occasione di riflessione: in un momento storico-culturale crepuscolare come quello corrente, Hans Ruedi Giger ci guida attraverso le tenebre, mostrandocene la profondità e complessità oltre che il profondo valore estetico.

La mostra, che vanta il patrocinio della Regione Piemonte e del Comune di Torino, si configura come un evento unico che coinvolgerà la città di Torino. La mostra è realizzata in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e prevede durante il periodo dell’esposizione alcuni incontri alla Mole Antonelliana e un ciclo di proiezioni al Cinema Massimo, che presto verranno divulgati.

Alien e Blade Runner: Un Universo Condiviso

Per decenni, i fan dei due colossi della fantascienza cinematografica, Alien e Blade Runner, si sono appassionati a una teoria intrigante: l’idea che questi due universi fossero, in realtà, uno solo. Una connessione che, pur partendo come speculazione, ha trovato sostegno in dettagli seminati nei film e nelle produzioni correlate, portando gli appassionati a scavare più a fondo alla ricerca di conferme. Tra simbolismi e rimandi sottili, ci si è sempre chiesti se Ridley Scott, il genio visionario dietro entrambi i franchise, abbia mai avuto l’intenzione di creare un’unica mitologia o se queste somiglianze siano frutto di coincidenze stilistiche e narrative. Questo articolo esplora i collegamenti tra i due universi, analizzando i dettagli disseminati nel tempo e riflettendo sulle ragioni per cui, nonostante tutto, Scott non abbia mai realizzato un crossover ufficiale.

I Primi Indizi: Il DVD di Alien del 1999

L’inizio di questa affascinante teoria può essere fatto risalire all’uscita del DVD del 20esimo anniversario di Alien nel 1999. Tra i vari contenuti extra, i fan più attenti notarono un dettaglio che cambiò radicalmente la percezione dell’intero universo di Alien: la biografia del personaggio di Dallas, il comandante della Nostromo interpretato da Tom Skerritt, menziona che aveva lavorato per la Tyrell Corporation prima di firmare con la Weyland-Yutani. Per chi conosceva Blade Runner, questo nome non suonava certo nuovo. La Tyrell Corporation è infatti l’azienda responsabile della creazione dei Replicanti, gli androidi che dominano la narrativa di Blade Runner. Questo piccolo dettaglio, nascosto tra le righe di una biografia fittizia, ha acceso l’immaginazione dei fan, suggerendo una prima connessione diretta tra i due universi.

Le Dichiarazioni di Ridley Scott

La teoria non si ferma qui. A rafforzare l’ipotesi di un universo condiviso, ci ha pensato direttamente Ridley Scott. Nel commento del regista incluso nel DVD, Scott ha discusso apertamente della sua visione del futuro distopico che collega i due mondi. Secondo il regista, la Terra da cui parte l’equipaggio della Nostromo in Alien è la stessa dove vivono e lavorano personaggi come Rick Deckard, protagonista di Blade Runner. Questa dichiarazione ha consolidato ulteriormente la teoria, suggerendo che le due narrazioni possano effettivamente condividere una base comune, una Terra logorata dalla corruzione delle corporazioni e dall’avanzamento disumano della tecnologia.

Prometheus e i Collegamenti Espliciti

Con l’uscita di Prometheus nel 2012, la teoria si è arricchita di un nuovo tassello. Nel materiale bonus incluso nella versione Blu-ray del film, vi è un diario appartenente a Peter Weyland, il magnate dietro la Weyland-Yutani, interpretato da Guy Pearce. In questo diario, Weyland riflette sulle sue interazioni con il Dr. Eldon Tyrell, lo scienziato creatore dei Replicanti in Blade Runner. Weyland descrive come i fallimenti dei Replicanti della Tyrell Corporation abbiano ispirato la sua decisione di sviluppare una nuova generazione di androidi, più obbedienti e senza difetti. Questo riferimento diretto è la conferma definitiva di un legame tra i due universi. Non si tratta più di semplici speculazioni: Tyrell e Weyland, pilastri dei due franchise, condividono un rapporto diretto, gettando nuova luce sul mondo in cui entrambe le storie si svolgono.

Analisi Critica: Temi e Stile

Non è solo nei dettagli espliciti che emergono i collegamenti tra Alien e Blade Runner, ma anche nei temi centrali che pervadono entrambe le opere. Sia Alien che Blade Runner riflettono sulla natura dell’umanità, esplorando i confini sottili tra l’uomo e la macchina. In Blade Runner, i Replicanti rappresentano questa ambiguità, mentre in Alien, gli androidi, come Ash e David, incarnano una riflessione sulla condizione umana e sulla subordinazione della vita artificiale agli interessi delle corporazioni.

Entrambi i film condividono anche una visione cupa e pessimistica del futuro, dominato da corporazioni potenti e prive di scrupoli. La Weyland-Yutani e la Tyrell Corporation rappresentano un futuro in cui l’etica è sacrificata in nome del profitto, una distopia tecnologica che sembra distante ma al tempo stesso spaventosamente vicina alla nostra realtà.

Dal punto di vista stilistico, la regia di Ridley Scott gioca un ruolo fondamentale nel legare i due universi. Le sue atmosfere oscure e soffocanti, con l’uso magistrale della luce e dell’ombra, creano un senso di tensione costante, che si riflette sia nei corridoi angusti della Nostromo che nelle strade piovose e neonate di Los Angeles. L’estetica visiva di entrambi i film è un tributo alla capacità di Scott di evocare mondi complessi e alienanti, dove il confine tra l’umano e il disumano è sempre in bilico.

Perché Non un Crossover?

Nonostante i numerosi indizi e i riferimenti diretti, Ridley Scott non ha mai realizzato un crossover ufficiale tra Alien e Blade Runner. Le ragioni possono essere molteplici. In primo luogo, le questioni legali legate ai diritti dei due franchise potrebbero aver complicato la realizzazione di un progetto comune. Inoltre, le differenze di tono tra le due saghe potrebbero aver rappresentato un ostacolo creativo. Blade Runner è una riflessione esistenziale sulla natura dell’identità e dell’anima, mentre Alien esplora il terrore primordiale dell’ignoto e del predatore alieno. Integrare queste due visioni potrebbe risultare troppo complesso senza sacrificare l’integrità di uno dei due mondi.

La teoria di un universo condiviso tra Blade Runner e Alien non è solo un esercizio di speculazione, ma una finestra che arricchisce la comprensione di entrambi i franchise. Sebbene Ridley Scott non abbia mai realizzato un crossover ufficiale, i dettagli disseminati nei film e nelle opere correlate offrono abbastanza indizi per immaginare un futuro in cui Rick Deckard ed Ellen Ripley possano condividere lo stesso mondo. Fino a quel momento, i fan potranno continuare a esplorare i profondi legami tematici e stilistici che uniscono due delle opere più iconiche della fantascienza moderna, ricordando che, nel cinema, nulla è mai veramente scolpito nella pietra.

Nel cuore di un borgo medievale, un bar ci porta in un viaggio distopico nell’universo di HR Giger

Nel cuore di Gruyères, un borgo medievale incastonato tra le colline del Cantone di Friburgo, sorge un angolo di mondo che sembra uscito da un incubo surrealista. Qui, tra le vie lastricate e le antiche mura di pietra, emerge il bar HR Giger, un luogo che si erge come un monumento vivente al genio oscuro dell’artista svizzero Hans Ruedi Giger. Accanto all’omonimo museo situato nel Castello di St. Germain, questo bar non è solo un locale, ma un portale verso una dimensione alternata e inquietante.

Hans Ruedi Giger, nato a Coira il 5 febbraio 1940 e scomparso a Zurigo il 12 maggio 2014, ha scolpito il suo nome nella storia dell’arte e del cinema con una visione che ha scosso le fondamenta della cultura popolare. Il suo lavoro su “Alien”, il mostro che ha trionfato agli Oscar del 1980 per i migliori effetti speciali, non ha solo definito un’epoca, ma ha creato un’iconografia inconfondibile che continua a riecheggiare nella nostra immaginazione collettiva.

Nel 2003, l’inaugurazione del bar HR Giger si è trasformata in un evento quasi ritualistico, un rito di passaggio per gli adepti dell’arte di Giger e i curiosi di tutto il mondo. Il giorno del taglio del nastro, il 12 aprile, il piccolo villaggio di Gruyères, con i suoi 300 abitanti, ha visto la propria popolazione raddoppiarsi in poche ore. Da Austria, Germania, Ungheria, Italia, Francia, Spagna, Cecoslovacchia, Cile, Israele e Stati Uniti, i devoti sono accorsi in massa per partecipare a una giornata che prometteva di trasportarli in un’altra realtà. Un altro momento significativo fu l’inaugurazione della Galleria del Museo HR Giger per l’artista Martin Schwarz, che aggiunse ulteriore lustro a una giornata già carica di fascino.

Il bar HR Giger non è solo un tributo, è una porta verso l’oscurità.

L’interno è una sintesi di visioni aliene e biomeccaniche, un’interpretazione tangibile dell’universo inquietante creato da Giger. Varcare la soglia è come entrare in una caverna di ossa e teschi, un ambiente che sembra espandersi in una dimensione alternativa dove la realtà e la fantasia si fondono. Il design, con i suoi archi simili a vertebre e la decorazione che richiama strutture scheletriche, trasforma ogni angolo del bar in un tributo vivo alla visione dell’artista.

Ogni elemento, dal pavimento al soffitto, si fonde in una sinfonia di oscurità e surrealismo. Sedersi sotto una volta fatta di ossa finte, circondati da scaffali colmi di teschi, è un’esperienza che avvolge e intriga, rivelando un pezzo dell’immaginario di Giger. Il bar diventa così un santuario per i fan e un’esperienza imprescindibile per chiunque desideri immergersi nel mondo alieno che ha definito la carriera di Giger.

Il bar di Gruyères è uno dei due che portano la firma di Giger, l’altro si trova a Coira, la città natale dell’artista. I progetti per un terzo bar a Tokyo e uno temporaneo a New York non hanno mai preso piede come previsto, e l’idea di un Tokyo Giger Bar, sebbene sia diventata realtà anni dopo, non vide mai la presenza dell’artista. Anche il bar di New York rimase un progetto di breve durata, nonostante il suo tentativo di diffondere la visione di Giger oltre i confini europei.

L’impatto di Giger non si limita ai suoi bar e musei. La sua estetica ha permeato vari ambiti, dai videogiochi alla musica, dai tatuaggi ai design automobilistici. Titoli iconici come “Contra” e “Silent Hill” hanno tratto ispirazione dalla sua iconografia inquietante. In “Contra”, i nemici e le ambientazioni riflettono le sue creazioni, mentre “Silent Hill” reinterpreta le sue sculture e opere pittoriche. In campo videoludico, giochi come “Scorn”, “Axiom Verge” e “Abuse” dimostrano quanto profondamente Giger abbia influenzato l’immaginario collettivo, continuando a ispirare e plasmare la nostra percezione del fantastico.

Visitare il Giger Bar significa più di una semplice esperienza: è un tuffo nella quintessenza della visione artistica di Giger, una celebrazione di un mondo surreale e biomeccanico che ha reso “Alien” una pietra miliare del cinema e un punto di riferimento nella storia dell’arte.

Alien: la saga fantascientifica horror che non ha fine!

La saga di Alien rappresenta uno dei pilastri della fantascienza cinematografica, un viaggio oscuro e affascinante che ha catturato l’immaginario collettivo fin dalla sua prima apparizione sul grande schermo nel 1979. La saga, caratterizzata da un’atmosfera tesa e claustrofobica, esplora temi profondi e inquietanti, affrontando questioni esistenziali e filosofiche attraverso il filtro di un’epica di sopravvivenza nello spazio.

La Nascita di un Mito: Alien e la Protagonista Ellen Ripley

Ambientato in un futuro distopico che si estende dal XXI al XXIV secolo, Alien segue le vicende di Ellen Ripley, un’eroina forte e determinata interpretata magistralmente da Sigourney Weaver. La trama ruota attorno alla lotta di Ripley contro una razza aliena letale, gli Xenomorfi, e contro la spietata multinazionale Weyland-Yutani, che intende sfruttare queste creature come armi biologiche. Questo conflitto tra umano e alieno, tra individuo e corporazione, funge da metafora per molte delle paure e dei dilemmi che caratterizzano la nostra società.

L’arco narrativo di Ripley si sviluppa attraverso quattro film, ciascuno dei quali approfondisce la sua complessa relazione con lo Xenomorfo, un’entità che rappresenta non solo una minaccia fisica, ma anche un riflesso delle paure più profonde dell’umanità. La figura di Ripley diventa così un simbolo di resistenza e resilienza, capace di affrontare e superare orrori inimmaginabili, incarnando un modello di eroismo che ha influenzato innumerevoli altre opere di fantascienza.

Gli Xenomorfi: I Mostri del Futuro

Gli Xenomorfi, la cui etimologia deriva dalle parole greche “xenos” (straniero) e “morphē” (forma), sono creature aliene il cui design è entrato nell’immaginario collettivo come l’incarnazione stessa del terrore. Ideati dall’artista svizzero H. R. Giger, questi alieni sono un capolavoro di bio-meccanica, un ibrido tra organismo e macchina, concepito per essere il perfetto predatore. La loro rappresentazione nel film è stata una combinazione di effetti speciali all’avanguardia per l’epoca, costumi artigianali e performance attoriali, tra cui quella memorabile dell’artista Bolaji Badejo.

La biologia degli Xenomorfi è tanto complessa quanto affascinante. Creature eusociali, simili alle formiche o alle api, sono governate da una Regina e si riproducono attraverso un processo che ricorda il ciclo di vita delle vespe parassite: l’impianto di una larva in un ospite vivente, che viene poi distrutto dall’uscita violenta della creatura neonata. Questo ciclo vitale non solo ha affascinato gli spettatori per la sua brutalità, ma ha anche sollevato riflessioni filosofiche sul rapporto tra creatore e creatura, sulla paura dell’altro e sull’inevitabilità della distruzione.

La Serie Prequel: Esplorazione delle Origini

Dopo il successo della serie originale, Ridley Scott ha riportato il franchise alle sue radici con una serie di prequel che esplorano le origini degli Xenomorfi e dell’umanità stessa. In Prometheus (2012) e Alien: Covenant (2017), il regista approfondisce il mito dei “Creatori”, noti come Ingegneri, esseri antichi che avrebbero dato origine alla vita sulla Terra. Al centro di queste nuove narrazioni vi è David 8, un androide interpretato da Michael Fassbender, il cui ruolo oscuro e manipolatore aggiunge ulteriori strati di complessità al tema della creazione e della ribellione contro i propri creatori.

Questi prequel hanno spinto il franchise in nuove direzioni, mantenendo l’essenza del terrore che aveva caratterizzato i primi film, ma aggiungendo una dimensione filosofica e esistenziale che invita gli spettatori a riflettere sul significato della vita e sulla natura della creazione.

La Weyland-Yutani e il Capitalismo Spietato

Un altro tema centrale nella saga di Alien è la critica al capitalismo sfrenato incarnato dalla Weyland-Yutani, la corporazione senza scrupoli che antepone il profitto alla vita umana. Questa azienda fittizia, con la sua ossessione per il controllo e lo sfruttamento degli Xenomorfi, rappresenta una visione distopica del potere corporativo, dove l’etica è sacrificata sull’altare dell’avidità. La lotta di Ripley contro questa entità diventa quindi non solo una battaglia per la sopravvivenza, ma anche una lotta contro un sistema che considera l’umanità come un semplice ingranaggio in una macchina più grande.

L’Impatto Culturale e Filosofico di Alien

Il franchise di Alien non è solo una serie di film horror fantascientifici; è anche un’opera che ha stimolato profonde riflessioni culturali e filosofiche. Le rappresentazioni degli Xenomorfi e delle loro interazioni con gli esseri umani sono state interpretate come allegorie di varie paure collettive: dal timore dell’invasione aliena alle ansie riguardanti la violenza sessuale, fino alla critica del patriarcato e delle malattie veneree. Questi temi hanno reso Alien un terreno fertile per l’analisi accademica e per il dibattito culturale, confermando il suo status di opera significativa non solo nel panorama cinematografico, ma anche in quello socioculturale.

L’Eredità di Alien e i Suoi Sviluppi Futuri

Con l’avvicinarsi dell’uscita di Alien: Romulus nel 2024, diretto da Fede Álvarez, il futuro del franchise appare più vivo che mai. Anche se i dettagli sulla trama sono ancora scarsi, l’attesa è alta per vedere come questa nuova iterazione della saga si collegherà (o meno) con i precedenti capitoli. Inoltre, la continua espansione dell’universo di Alien attraverso fumetti, romanzi, videogiochi e giochi da tavolo dimostra quanto sia vasta e pervasiva l’influenza di questo franchise.

La saga di Alien ha resistito alla prova del tempo, continuando a evolversi e a reinventarsi, mantenendo intatta la sua capacità di affascinare e terrorizzare il pubblico. È un’opera che, attraverso la combinazione di horror, fantascienza e profondi temi esistenziali, ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare e continua a essere oggetto di ammirazione e studio. Ellen Ripley, gli Xenomorfi e la Weyland-Yutani sono diventati simboli iconici, riflettendo le paure e le speranze di un’umanità che, in fondo, si interroga su ciò che significa essere vivi in un universo tanto vasto quanto sconosciuto.

Alien: Romulus. Lo Xenomorfo tornerà a terrorizzarci il 14 agosto 2024

Sono disponibili il nuovo trailer in italiano e il poster di Alien: Romulus, il nuovo horror-thriller dal produttore Ridley Scott (Alien, Prometheus, Alien: Covenant) e dal regista/sceneggiatore Fede Alvarez che arriverà il 14 agosto nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Per celebrare l’uscita del film, gli scultori Antonio Molin e Michela Ciappini hanno realizzato a Marina di Ravenna una straordinaria scultura di sabbia raffigurante lo Xenomorfo, l’iconica creatura dell’universo di Alien. L’opera, un maestoso alto rilievo, è stata scolpita utilizzando ben 10 metri cubi di sabbia, dando vita a una creazione dalle dimensioni notevoli: 3 metri di larghezza e 2 metri di altezza. Gli scultori Molin e Ciappini hanno impiegato tre giorni di intenso lavoro per completare questa spettacolare opera d’arte. Il loro talento e la loro dedizione hanno reso possibile una rappresentazione imponente del mondo di Alien: Romulus, affascinando il pubblico con un’interpretazione artistica unica.

Alien: Romulus riporta alle origini il franchise di grande successo Alien: rovistando nelle profondità di una stazione spaziale abbandonata, un gruppo di giovani colonizzatori dello spazio si trova faccia a faccia con la forma di vita più terrificante dell’universo.

Il film è interpretato da Cailee Spaeny (Civil War), David Jonsson (Agatha Christie’s Murder is Easy), Archie Renaux (Tenebre e ossa), Isabela Merced (The Last of Us), Spike Fearn (Aftersun) e Aileen Wu.

Alien: Romulus è diretto da Fede Alvarez (La casa, Man in the Dark) da una sceneggiatura scritta dallo stesso Alvarez insieme al suo frequente collaboratore Rodo Sayagues (L’uomo nel buio – Man in the Dark), basata sui personaggi creati da Dan O’Bannon e Ronald Shusett. Il film è prodotto da Ridley Scott (Napoleon), che ha diretto l’originale Alien e ha prodotto e diretto i nuovi film della saga, Prometheus e Alien: Covenant, Michael Pruss (Lo strangolatore di Boston) e Walter Hill (Alien); mentre Fede Alvarez, Elizabeth Cantillon (Charlie’s Angels), Brent O’Connor (Bullet Train) e Tom Moran (Unstoppable – Fuori controllo) sono i produttori esecutivi.

Il 2 luglio è la Giornata mondiale degli Ufo

Oggi, 2 luglio, si celebra la giornata mondiale degli UFO, una ricorrenza che coincide con l’annuale ritrovo della comunità degli ufologi. La data non è casuale: il 2 luglio 1947 è il giorno in cui sarebbe avvenuto il famoso incidente di Roswell, che secondo qualcuno rappresenta lo schianto di un oggetto alieno non identificato con tanto di extraterrestri al suo interno. Sulla data del World UFO Day ci sono però pareri contrastanti: c’è chi la celebra il 24 giugno, data in cui l’aviatore Kenneth Arnold ha riportato il primo avvistamento di un UFO negli Stati Uniti, sempre nel 1947.

Ufo è la sigla che sta per “Unidentified flying object”, ossia “oggetto volante non identificato”. Proprio per l’impossibilità di catalogarlo, per Ufo si intende un’anomalia celeste non contemplata tra i fenomeni terreni e naturali. Il termine è stato coniato dalla United States Air Force nel 1952 e nella cultura popolare viene anche usato per indicare una navicella spaziale. Solamente negli Usa si contano 6mila avvistamenti ogni anno e gli esperti del World Ufo Day fanno sapere che varia tra il 5% e il 20% la percentuale delle osservazioni ancora irrisolte.

L’argomento ancora oggi è molto dibattuto: esistono gli Ufo e i viaggiatori extraterrestri?  Siamo soli nell’Universo? I creatori della giornata dichiarano:

“Ci sono diverse ragioni per le quali questo giorno ha trovato la sua strada nel mondo. Uno dei primi e più importanti motivi è quello di aumentare la consapevolezza sull’esistenza degli Ufo e degli esseri intelligenti dello spazio. Questo giorno è usato anche per incoraggiare i governi a svelare le loro conoscenze sugli avvistamenti della storia. Si ritiene che molti governi, come quello americano, abbiano acquisito informazioni esclusive sugli Ufo attraverso i loro dipartimenti militari”. 

La musica e il cinema si sono sempre chiesti se in qualche parte dell’ universo esistono altre forme di vita. Tra i tanti ricordiamo  “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Steven Spielberg che racconta di un contatto tra terrestri ed extraterrestri.

L’ obiettivo importante della giornata mondiale voluta dagli esperti è incoraggiare i Governi che ancora non l’abbiano fatto ad aprire i loro archivi sugli incontri ravvicinati e a rivelare tutta la verità sugli UFO come ad esempio, quello di Washington, ancora molto restio a togliere il segreto militare dalle migliaia di faldoni conservati dall’esercito.

Alien: il capolavoro di Ridley Scott compie 45 anni

Il film Alien di Ridley Scott, uscito negli USA il 25 maggio 1979, rappresenta un capolavoro che ha ridefinito i confini della fantascienza e dell’horror. Con una giovane Sigourney Weaver nel ruolo principale, il film ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui l’Oscar per i Migliori Effetti Speciali realizzati da Carlo Rambaldi.

Alien non si limita a essere un prodotto innovativo, ma piuttosto si distingue per la sua capacità di raccontare una storia da una prospettiva totalmente nuova. Scott ha saputo reinterpretare il genere della fantascienza in maniera originale, creando un punto di svolta che ha influenzato generazioni di filmmaker successivi. Da allora, per 45 anni, Alien ha continuato a essere un punto di riferimento nel panorama della fantascienza horror, offrendo uno spaccato di un immaginario sci-fi ben definito e radicato nelle tradizioni dei grandi maestri del genere. Guardando il film, è evidente come Ridley Scott abbia saputo rielaborare gli stilemi della fantascienza degli Anni Cinquanta e Sessanta, riscrivendo le regole del genere in modo magistrale.

L’equipaggio dell’astronave Nostromo si risveglia dal sonno siderale per investigare su uno strano segnale proveniente da un pianeta vicino. Mentre l’indagine procede, scopriranno che non si tratta di un SOS, ma di un segnale di pericolo. Dopo essere entrato in contatto con dei misteriosi bozzoli depositati sul pianeta, senza che se ne accorgessero, una creatura aliena, divenuta nota come xenomorfo, viene portata a bordo dell’astronave e inizia a uccidere l’equipaggio uno per uno. La lotta per la sopravvivenza diventa il tema principale del film; i personaggi sono tutti in grado di morire improvvisamente e drasticamente, il che rende il pubblico incerto di quale personaggio verrà eliminato successivamente.

Curiosità: il finale originale di “Alien” prevedeva che il Xenomorfo uccidesse il personaggio di Sigourney Weaver e impersonasse la sua voce per rassicurare la Terra mentre si dirigeva verso di essa.

W. Hill, uno dei produttori ha dichiarato:

«Nel materiale originario l’equipaggio era tutto maschile e la creatura una specie di polipo spaziale. L’idea più importante che io e David abbiamo avuto è stata quella di fare un B-movie raffinato, d’alta classe, che evitasse i soliti personaggi e dialoghi stereotipati. Al giorno d’oggi questo non stupisce granché, ma all’epoca l’idea di scrivere un soggetto da B-movie per poi trattarlo con l’intenzione e lo stile di un dramma era assolutamente originale. […] La sensazione di trovarci “oltre” il genere ci aiutò a spostarne il centro e assumere un diverso tono. Ci diede anche il coraggio di essere irriverenti. Insomma, quando sono le 2 del mattino e stai scrivendo di un mostro con l’acido al posto del sangue, un po’ d’irriverenza è doverosa».

Il film è conosciuto per la sua miscela di atmosfere claustrofobiche, realismo scientifico e suspense, il tutto creando un’esperienza cinematografica intensa e inquietante. Il design del xenomorfo è iconico per la sua combinazione unica di biologia animale e tecnologia biomeccanica, che lo rende uno dei mostri cinematografici più memorabili di tutti i tempi.

Capostipite di una fortunata serie di pellicole, nonché di libri, fumetti e videogiochi, Alien ha avuto tre sequel, tutti con Sigourney Weaver come protagonista: Aliens – Scontro finale, Alien³ e Alien – La clonazione. Sono stati inoltre prodotti due film ispirati al soggetto originale e con ambientazione anteriore, Alien vs. Predator e Aliens vs. Predator 2, collegati con un’altra serie cinematografica, Predator. Nel 2012 è uscito Prometheus, un prequel più pertinente all’universo di Alien, seguito nel 2017 da Alien: Covenant. Infine, un direct sequel, Alien: Romulus, verrà distribuito nelle sale il 16 agosto 2024.

Alien di Ridley Scott è considerato un film leggendario che ha avuto un impatto significativo sul panorama cinematografico. Non è necessario essere innovativi per creare un classico, ma piuttosto sapersi ispirare alle tradizioni del passato. Il talento di Ridley Scott è stato evidenziato attraverso questo film, che lo ha confermato come uno dei registi più importanti del cinema. Gli attori Tom Skerritt, Sigourney Weaver e John Hurt hanno interpretato magistralmente i personaggi dell’equipaggio del Nostromo. “Alien” rimane un classico intramontabile che ha saputo terrorizzare e lasciare un’impressione duratura sui suoi spettatori. Il film offre un viaggio sci-fi incerto e spaventoso, con una forte presenza del colore nero che amplifica il terrore. Sigourney Weaver interpreta un personaggio femminile forte e indimenticabile, confermando il cambiamento nel tipo di ruoli femminili rappresentati sullo schermo. “Alien” ci porta in un viaggio verso la Terra che ribalta le nostre idee sullo spazio, portando solo freddo panico e nessuna meraviglia. Come recitava la celebre tagline del film: lassù, “nessuno può sentirti urlare”.

HR-Giger-Jahr 2024: l’evento in onore di Hans Ruedi Giger

La città svizzera di Coira e il Museo d’arte dei Grigioni stanno preparando un evento speciale per onorare il genio creativo di Hans Ruedi Giger con il “HR-Giger-Jahr 2024”, in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa. Questa celebrazione sarà caratterizzata da mostre, visite guidate alla città e una serie di eventi dedicati al famoso artista.

I festeggiamenti avranno inizio il 3 maggio presso il Museo d’arte dei Grigioni con la presentazione del libro “HR Giger – I primi anni”. Quest’opera, frutto di una scoperta fortuita nella soffitta dell’ex casa di villeggiatura della famiglia Giger a Flims (GR), offre uno sguardo unico sulla vita e sulla carriera di Giger. Le fotografie inedite ritrovate nel 2016 documentano la sua infanzia, la sua giovinezza e il suo trasferimento da Coira a Zurigo, colmando così una lacuna nella biografia dell’artista. Il libro, arricchito da immagini e aneddoti, include anche i contributi di 42 amici di lunga data di Giger a Coira, che offrono preziose testimonianze sulla sua personalità e sul suo talento artistico.

Nonostante la fama acquisita grazie al film cult “Alien” nel 1979, Hans Rudolf Giger è stato spesso sottovalutato come “l’artista degli effetti speciali nel cinema”. Durante la sua intera carriera, Giger ha lottato per ottenere il riconoscimento che meritava, sia nella sua città natale di Coira che a Zurigo, dove ha vissuto gran parte della sua vita. Solo dopo la sua prematura scomparsa nel 2014, il maestro del surrealismo ha iniziato finalmente ad essere apprezzato per la sua straordinaria creatività e originalità.

Il “HR-Giger-Jahr 2024” sarà un’occasione unica per immergersi nel mondo affascinante e visionario di HR Giger e per apprezzare appieno il suo impatto duraturo sull’arte e sulla cultura contemporanea. attraverso mostre, incontri e eventi che celebrano il genio artistico di uno dei più grandi talenti della Svizzera.

Il 26 aprile è Alien Day: neanche sul calendario nessuno può sentirti urlare!

A distanza di quasi mezzo secolo dal suo esordio, Alien è diventato una delle creature fantastiche della storia del cinema e continua ad appassionare milioni di fan. Ogni anno gli appassionati festeggiano questo iconico franchise proprio il 26 aprile: una scelta non casuale è per veri nerd. Il numero 4/26 si riferisce al nome del satellite, LV-426 noto anche come Acheron, una delle tre lune del pianeta Calpamos dove vengono scoperti per la prima volta gli xenomorfi nel film del 1979 di Ridley Scott.

L’Alien Day è stato creato ovviamente da grandi appassionati della saga fantahorror: la prima giornata  “non ufficiale” è stato celebrata nella primavera del 2015 da un gruppo di persone a Brooklyn, New York. Dal  2016, l’Alien Day ha avuto  una connotazione  più ufficiale quando la 20th Century Fox, produttrice dei film di Alien,  è stato coinvolta direttamente nella sponsorizzazione delle celebrazioni in occasione dell 30° anniversario dell’uscita del sequel di Alien, Aliens – Scontro Finale.. Una delle iniziative più memorabile di quella edizione fu una sfida a quiz che è durata ben 24 ore intere. Da mezzanotte a mezzanotte, le domande trivia di Alien sono state pubblicate su Twitter ogni 42,6 minuti (per un totale di 35 domande) e i premi includevano gadget e costumi della serie.

La saga cinematografica di Alien è oggi considerata una delle più grandi e influenti dell’intera storia del cinema. Il motivo del suo successo sta nella sua capacità di evocare emozioni diverse ma sempre intense, attraverso una trama ben costruita e personaggi indimenticabili. Alien non è solo una serie di film ma un vero e proprio franchise crossmediale che ha esordito nel 1979 nel primo poderoso capitolo di Ridley Scott, alla sua prima esperienza nella fantascienza. Il primo film vinse l’Oscar nel 1980 per gli effetti speciali e nell’anno di uscita a fronte di un costo di 11 milioni di dollari ne incassò oltre 100 .Da qui, si è sviluppato un universo vasto ed estremamente dettagliato, che ha reso Alien uno dei franchise cinematografici più amati a livello mondiale.

Uno degli elementi chiave del successo della saga è sicuramente l’antagonista principale, il xenomorfo. Questo essere alieno è diventato un simbolo del cinema horror e fantascientifico, grazie alla sua forma unica e inquietante, ma anche al modo in cui si evolve nel corso della serie. Ogni nuovo film ha introdotto nuove varianti o innovazioni, rendendo il xenomorfo sempre più spaventoso e pericoloso.Inoltre, non si può sottovalutare il contributo degli attori che hanno interpretato i personaggi principali. Sigourney Weaver è diventata un’icona per il suo ruolo di Ellen Ripley, una delle prime donne protagoniste nei film di fantascienza e una figura femminile molto forte ed autonoma. Ma anche i personaggi interpretati da altri attori, come Michael Biehn o Lance Henriksen, sono diventati celebri per le loro interpretazioni memorabili.

Alien Day @ Comicon di Napoli 2024

Il 26 aprile si festeggia l’Alien Day e, per l’occasione, al Comicon di Napoli 2024 si terrà il talk dal titolo “Alien Day: 45 anni di terrore dallo spazio profondo. Ed è solo l’inizio… che celebra il franchise di grande successo, in attesa dell’arrivo del film 20th Century Studios Alien: Romulus dal 14 agosto nelle sale italiane. Venerdì 26 aprile alle ore 18.00, presso l’Auditorium, i fan della saga avranno l’opportunità di vedere un contenuto esclusivo. Inoltre i content creator Victor Laszlo, Barbiexanax, Gabriella Giliberti e Fabio Santoro parleranno con il pubblico dell’iconica saga cinematografica, svelando alcune curiosità.