HR-Giger-Jahr 2024: l’evento in onore di Hans Ruedi Giger

La città svizzera di Coira e il Museo d’arte dei Grigioni stanno preparando un evento speciale per onorare il genio creativo di Hans Ruedi Giger con il “HR-Giger-Jahr 2024”, in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa. Questa celebrazione sarà caratterizzata da mostre, visite guidate alla città e una serie di eventi dedicati al famoso artista.

I festeggiamenti avranno inizio il 3 maggio presso il Museo d’arte dei Grigioni con la presentazione del libro “HR Giger – I primi anni”. Quest’opera, frutto di una scoperta fortuita nella soffitta dell’ex casa di villeggiatura della famiglia Giger a Flims (GR), offre uno sguardo unico sulla vita e sulla carriera di Giger. Le fotografie inedite ritrovate nel 2016 documentano la sua infanzia, la sua giovinezza e il suo trasferimento da Coira a Zurigo, colmando così una lacuna nella biografia dell’artista. Il libro, arricchito da immagini e aneddoti, include anche i contributi di 42 amici di lunga data di Giger a Coira, che offrono preziose testimonianze sulla sua personalità e sul suo talento artistico.

Nonostante la fama acquisita grazie al film cult “Alien” nel 1979, Hans Rudolf Giger è stato spesso sottovalutato come “l’artista degli effetti speciali nel cinema”. Durante la sua intera carriera, Giger ha lottato per ottenere il riconoscimento che meritava, sia nella sua città natale di Coira che a Zurigo, dove ha vissuto gran parte della sua vita. Solo dopo la sua prematura scomparsa nel 2014, il maestro del surrealismo ha iniziato finalmente ad essere apprezzato per la sua straordinaria creatività e originalità.

Il “HR-Giger-Jahr 2024” sarà un’occasione unica per immergersi nel mondo affascinante e visionario di HR Giger e per apprezzare appieno il suo impatto duraturo sull’arte e sulla cultura contemporanea. attraverso mostre, incontri e eventi che celebrano il genio artistico di uno dei più grandi talenti della Svizzera.

Il 26 aprile è Alien Day: neanche sul calendario nessuno può sentirti urlare!

A distanza di quasi mezzo secolo dal suo esordio, Alien è diventato una delle creature fantastiche della storia del cinema e continua ad appassionare milioni di fan. Ogni anno gli appassionati festeggiano questo iconico franchise proprio il 26 aprile: una scelta non casuale è per veri nerd. Il numero 4/26 si riferisce al nome del satellite, LV-426 noto anche come Acheron, una delle tre lune del pianeta Calpamos dove vengono scoperti per la prima volta gli xenomorfi nel film del 1979 di Ridley Scott.

L’Alien Day è stato creato ovviamente da grandi appassionati della saga fantahorror: la prima giornata  “non ufficiale” è stato celebrata nella primavera del 2015 da un gruppo di persone a Brooklyn, New York. Dal  2016, l’Alien Day ha avuto  una connotazione  più ufficiale quando la 20th Century Fox, produttrice dei film di Alien,  è stato coinvolta direttamente nella sponsorizzazione delle celebrazioni in occasione dell 30° anniversario dell’uscita del sequel di Alien, Aliens – Scontro Finale.. Una delle iniziative più memorabile di quella edizione fu una sfida a quiz che è durata ben 24 ore intere. Da mezzanotte a mezzanotte, le domande trivia di Alien sono state pubblicate su Twitter ogni 42,6 minuti (per un totale di 35 domande) e i premi includevano gadget e costumi della serie.

La saga cinematografica di Alien è oggi considerata una delle più grandi e influenti dell’intera storia del cinema. Il motivo del suo successo sta nella sua capacità di evocare emozioni diverse ma sempre intense, attraverso una trama ben costruita e personaggi indimenticabili. Alien non è solo una serie di film ma un vero e proprio franchise crossmediale che ha esordito nel 1979 nel primo poderoso capitolo di Ridley Scott, alla sua prima esperienza nella fantascienza. Il primo film vinse l’Oscar nel 1980 per gli effetti speciali e nell’anno di uscita a fronte di un costo di 11 milioni di dollari ne incassò oltre 100 .Da qui, si è sviluppato un universo vasto ed estremamente dettagliato, che ha reso Alien uno dei franchise cinematografici più amati a livello mondiale.

Uno degli elementi chiave del successo della saga è sicuramente l’antagonista principale, il xenomorfo. Questo essere alieno è diventato un simbolo del cinema horror e fantascientifico, grazie alla sua forma unica e inquietante, ma anche al modo in cui si evolve nel corso della serie. Ogni nuovo film ha introdotto nuove varianti o innovazioni, rendendo il xenomorfo sempre più spaventoso e pericoloso.Inoltre, non si può sottovalutare il contributo degli attori che hanno interpretato i personaggi principali. Sigourney Weaver è diventata un’icona per il suo ruolo di Ellen Ripley, una delle prime donne protagoniste nei film di fantascienza e una figura femminile molto forte ed autonoma. Ma anche i personaggi interpretati da altri attori, come Michael Biehn o Lance Henriksen, sono diventati celebri per le loro interpretazioni memorabili.

Alien Day @ Comicon di Napoli 2024

Il 26 aprile si festeggia l’Alien Day e, per l’occasione, al Comicon di Napoli 2024 si terrà il talk dal titolo “Alien Day: 45 anni di terrore dallo spazio profondo. Ed è solo l’inizio… che celebra il franchise di grande successo, in attesa dell’arrivo del film 20th Century Studios Alien: Romulus dal 14 agosto nelle sale italiane. Venerdì 26 aprile alle ore 18.00, presso l’Auditorium, i fan della saga avranno l’opportunità di vedere un contenuto esclusivo. Inoltre i content creator Victor Laszlo, Barbiexanax, Gabriella Giliberti e Fabio Santoro parleranno con il pubblico dell’iconica saga cinematografica, svelando alcune curiosità.

Alien: Romulus. Lo Xenomorfo tornerà a terrorizzarci il 14 agosto 2024

Alien, la saga amata di science fiction e horror inaugurata nel 1978 da Ridley Scott, sta per tornare con un nuovo elettrizzante capitolo. Il primo trailer di Alien: Romulus, il film 20th Century Studios dal produttore Ridley Scott e dal regista/sceneggiatore Fede Alvarez. Alien: Romulus arriverà il 14 agosto nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Alien: Romulus | Teaser Trailer

Questo horror-thriller riporta alle origini il franchise di grande successo Alien: rovistando nelle profondità di una stazione spaziale abbandonata, un gruppo di giovani colonizzatori dello spazio si trova faccia a faccia con la forma di vita più terrificante dell’universo.

Il film è interpretato da Cailee Spaeny (Priscilla), David Jonsson (Agatha Christie’s Murder is Easy), Archie Renaux (Tenebre e ossa), Isabela Merced (The Last of Us), Spike Fearn (Aftersun) e Aileen Wu. Alien: Romulus è diretto da Fede Alvarez (La casa, Man in the Dark) da una sceneggiatura scritta dallo stesso Alvarez insieme al suo frequente collaboratore Rodo Sayagues (L’uomo nel buio – Man in the Dark), basata sui personaggi creati da Dan O’Bannon e Ronald Shusett. Il film è prodotto da Ridley Scott (Napoleon), che ha diretto l’originale Alien e ha prodotto e diretto i nuovi film della saga, Prometheus e Alien: Covenant, Michael Pruss (Lo strangolatore di Boston) e Walter Hill (Alien); mentre Fede Alvarez, Elizabeth Cantillon (Charlie’s Angels), Brent O’Connor (Bullet Train) e Tom Moran (Unstoppable – Fuori controllo) sono i produttori esecutivi.

Alien per i più piccoli

L’iconico film horror fantascientifico di Ridley Scott, Alien, sta per diventare un libro per bambini. L’imminente pubblicazione di A Is for Alien: An ABC Book, edito da Penguin Random House, è una notizia che ha suscitato scalpore tra i fan della saga.

Il libro, descritto come una “rivisitazione scanzonata” del film del 1979, presenterà Ripley e il suo equipaggio che si imbarcano in un’avventura spaziale. Ogni lettera dell’alfabeto corrisponderà a una parola o a un personaggio del film, come A per Alien, B per Brett, C per Chewbacca e così via.

L’illustratore del libro è Gillian Lawton, che ha già lavorato a numerose pubblicazioni per bambini, tra cui The Wonderful Things You Will Be e The Night Diary.

La pubblicazione di A Is for Alien: An ABC Book è prevista per il 9 luglio 2024.

Un franchise in continua espansione

La pubblicazione del libro per bambini è solo l’ultimo passo dell’espansione del franchise di Alien. I 20th Century Studios hanno infatti in programma anche l’imminente serie omonima creata dallo scrittore e regista Noah Hawley, che non uscirà prima del 2025.

Il prequel, che rappresenta la prima storia di Alien ambientata sulla Terra, è interpretato da Alex Lawther, Sydney Chandler, Kit Young, Samuel Blenkin nel ruolo di Boy Kavalier, Essie Davis nel ruolo di Dame Silvia e Adarsh Gourav nel ruolo di Slightly. Il progetto è prodotto esecutivamente da Hawley, Ridley Scott e Dana Gonzales, con la produzione di Chris Lowenstein.

L’uscita di Starfield si avvicina, 5 film per entrare nel mood

Mentre l’uscita di Starfield si avvicina, prevista per il 6 settembre 2023 (finalmente!), abbiamo pensato di suggerirvi 5 film di fantascienza da guardare per entrare nel mood giusto. Starfield è un progetto atteso da circa 25 anni (sì, avete letto bene, 25 anni!) e ha generato un hype enorme grazie ai suoi continui aggiornamenti e aggiunte (che hanno fatto impazzire tutti). Nonostante la lunga attesa abbia scoraggiato alcuni giocatori (poverini), l’interesse per il gioco è sempre stato alto (perché siamo masochisti). Con l’avvicinarsi della data di uscita, è stato pubblicato un trailer cinematografico di Starfield (wow!) e sono state rivelate molte novità sul mondo offerto dal gioco, come i pianeti e le città confermate, le attività secondarie e terziarie e il numero di romance disponibili (perché sì, anche i videogiocatori hanno bisogno d’amore). Le discussioni su questo videogioco sono molteplici e riguardano anche l’ambito commerciale, con rivelazioni come quella di Phil Spencer sul fatto che Sony voleva l’esclusiva PS5 di Starfield (ma noi sappiamo che non ce l’avranno mai!). Se l’attesa vi sta consumando (e come darvi torto), vi aiutiamo noi con 5 film di fantascienza perfetti per prepararvi alla release di questo videogioco (e per farvi dimenticare che avete aspettato 25 anni).

Interstellar

Guardando le immagini e i video di Starfield, non si può fare a meno di pensare a Interstellar, quel film di fantascienza del 2014 diretto da Christopher Nolan. Sì, quello in cui un gruppo di astronauti parte alla ricerca di un nuovo pianeta abitabile perché la Terra sta affrontando una crisi ambientale (come se non lo sapessimo già).

Il film si distingue per la sua accurata rappresentazione scientifica (perché sì, Nolan è anche un genio della scienza) e la narrazione intricata (perché a Nolan piace giocare con le nostre menti). Molti aspetti del viaggio spaziale, della gravità, dei buchi neri e dei viaggi nel tempo sono basati su teorie e concetti scientifici reali (perché sì, Nolan è anche un genio della fisica). Questo rende Interstellar un’opera di fantascienza che cerca di mantenere una certa plausibilità realistica (anche se ci sono elementi di pura fantasia). Uno dei temi centrali è l’importanza dell’esplorazione spaziale e della ricerca di nuovi mondi (perché sì, dobbiamo trovare un nuovo pianeta prima che distruggiamo questo). Il personaggio principale, interpretato da Matthew McConaughey (sì, quello che fa sempre “alright, alright, alright”), è un ex pilota che viene reclutato per guidare una missione spaziale alla ricerca di un futuro per l’umanità (perché sì, dobbiamo trovare un nuovo pianeta prima che distruggiamo questo).

Questo lavoro di Nolan ha riscosso un grande successo in tutto il mondo perché offre un’esperienza cinematografica coinvolgente e straordinaria (e perché sì, Nolan è un genio). La sua regia, la colonna sonora epica di Hans Zimmer (perché sì, anche lui è un genio) e gli effetti visivi spettacolari contribuiscono a creare un’atmosfera immersiva che cattura lo spettatore (e non lo lascia più andare). Inoltre, il racconto cinematografico sfida gli spettatori a riflettere su temi complessi e a porsi domande sulla nostra esistenza e sul futuro come specie (perché sì, dobbiamo trovare un nuovo pianeta prima che distruggiamo questo).

L’accoglienza generale ha portato anche a recensioni positive dalla critica (perché sì, anche loro hanno capito che Nolan è un genio) e diversi riconoscimenti, inclusa una nomination agli Oscar per gli effetti visivi (perché sì, anche loro hanno capito che Nolan è un genio). Interstellar è diventato un cult di fantascienza perché ha saputo coinvolgere un vasto pubblico (perché sì, tutti abbiamo capito che Nolan è un genio) e suscitare discussioni e interpretazioni approfondite sulla trama e i temi trattati (perché sì, dobbiamo trovare un nuovo pianeta prima che distruggiamo questo).

Alien

Diretto da Ridley Scott, Alien è un capolavoro della fantascienza del 1979 (sì, avete letto bene, 1979!). La trama segue l’equipaggio di una nave spaziale commerciale che risponde a una chiamata di soccorso da un luogo sconosciuto (perché sì, rispondere a chiamate di soccorso da luoghi sconosciuti è sempre una buona idea).

Una volta atterrati, sul posto scoprono la presenza di una forma di vita aliena letale (sorpresa!) che inizia a cacciare e uccidere i membri gruppo uno dopo l’altro (perché sì, rispondere a chiamate di soccorso da luoghi sconosciuti è sempre una buona idea). L’importanza del film risiede nelle sue caratteristiche che si servono del genere horror spaziale per raccontare una storia immortale (perché sì, gli alieni parassiti che si sviluppano all’interno degli ospiti umani sono immortali). Il design del mostro, realizzato da H.R. Giger (sì, quello che disegna roba strana), è diventato iconico nel genere della fantascienza e ha ispirato numerosi film successivi (perché sì, gli alieni parassiti che si sviluppano all’interno degli ospiti umani sono cool). Alien ha pure innovato il genere attraverso la sua sperimentazione tematica (perché sì, Ridley Scott è un genio), fornendo un racconto che sa come ibridare elementi spaventosi a uno studio fantascientifico piuttosto dettagliato (perché sì, gli alieni parassiti che si sviluppano all’interno degli ospiti umani sono interessanti).

L’importanza di Alien nel panorama cinematografico è confermata dalla sua duratura influenza sul genere (perché sì, Ridley Scott è un genio). Ha generato un franchise di successo (perché sì, tutti vogliono vedere più alieni parassiti che si sviluppano all’interno degli ospiti umani), con sequel, prequel e spin-off (perché sì, non ne abbiamo mai abbastanza), che hanno ampliato e approfondito l’universo creato nella storia originale (perché sì, Ridley Scott è un genio), contribuendo a tratteggiare una particolare iconografia e design visivo diventati riconoscibili in tutto il mondo (perché sì, Ridley Scott è un genio).

2001 Odissea nello spazio

Basato su un racconto di Arthur C. Clarke (sì, anche lui era uno di quelli che scriveva roba strana), il film è una pietra miliare nel genere fantascientifico (perché sì, anche Kubrick è un genio) e una delle opere cinematografiche più influenti di tutti i tempi.

Stiamo quindi parlando di un’opera importante per diversi motivi: ha introdotto una rappresentazione realistica dello spazio e del viaggio spaziale, coronando il tutto con la precisione scientifica ed effetti speciali innovativi per l’epoca. 2001: Odissea nello spazio ha cercato di immaginare e visualizzare l’ambiente e la tecnologia spaziale in modo accurato e ha postulato un futuro realistico dell’esplorazione umana nello spazio. Andando oltre l’attenzione estetica e strutturale, stiamo parlando di una pellicola che ha esplorato tematiche filosofiche e metafisiche profonde, attraverso sequenze iconiche come il monolito (sì, quella cosa nera) e l’epilogo enigmatico (sì, quello che nessuno ha capito), interrogandosi sull’origine dell’umanità (perché sì, dobbiamo capire da dove veniamo), sull’evoluzione (perché sì, dobbiamo capire dove stiamo andando) e sul nostro posto nell’universo (perché sì, dobbiamo capire dove siamo). Il tutto attraverso concetti come l’intelligenza artificiale e la ricerca del significato dell’esistenza. Il film è stato all’avanguardia nell’utilizzo degli effetti speciali, vincendo un premio Oscar per gli effetti visivi. Inoltre, la colonna sonora di Richard Strauss (sì, quello che scriveva musica strana) e i brani di musica classica al suo interno hanno contribuito a creare un’atmosfera suggestiva e iconica (perché sì, Kubrick è anche un genio della musica).

Dune

Dune, il film del 2021 diretto da Denis Villeneuve e basato sul celebre romanzo omonimo di Frank Herbert, è un esempio perfetto di fantascienza contemporanea. La trama si svolge in un futuro distante, in cui l’umanità si sta espandendo attraverso l’universo e si scontrano poteri politici e bellici per la conquista di risorse preziose. Seguiamo la storia del giovane Paul Atreides, interpretato da Timothée Chalamet, mentre si trova coinvolto in intrighi, conflitti interplanetari e una misteriosa profezia che lo lega al pianeta deserto di Arrakis, noto anche come Dune.

Dune è una trasposizione importante, dato che il romanzo di Frank Herbert è considerato uno dei capisaldi del genere fantascientifico. Il film di Villeneuve ha cercato di portare sul grande schermo una storia complessa, delineandola con dettagli visivi ricchi e un tocco unico nel suo genere. Affronta temi come il potere, la spiritualità, l’ecologia e il destino umano in un contesto ricco di sfumature.

L’accoglienza della pellicola da parte del pubblico e della critica è stata positiva. Il film è stato elogiato per la sua maestria visiva, grazie alla regia di Villeneuve e alla fotografia mozzafiato. Gli effetti speciali e la colonna sonora hanno contribuito a creare un’atmosfera coinvolgente e coerente con quella del romanzo di partenza. Dal punto di vista della critica, ha ricevuto buone recensioni per la profondità tematica, la qualità delle performance degli attori e la sua capacità di catturare l’epicità e la complessità del materiale di origine. La regia di Villeneuve è stata considerata solida e il cast, che include nomi come Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac e altri, ha ricevuto apprezzamenti per le loro interpretazioni.

The Martian

Ci spostiamo nel tempo e nello spazio, ma restiamo con Ridley Scott con Sopravvissuto – The Martian, un film di fantascienza del 2015 basato sull’omonimo romanzo di Andy Weir. La trama segue Mark Watney, interpretato da Matt Damon, un astronauta lasciato indietro sulla superficie di Marte dopo essere stato erroneamente considerato morto durante una tempesta. Seguiamo la sua lotta per sopravvivere utilizzando le risorse limitate a sua disposizione e cercando di comunicare con la Terra per chiedere aiuto.

Il film è importante dal punto di vista della fantascienza perché affronta temi come l’esplorazione spaziale, la sopravvivenza umana in ambienti ostili e la resilienza dell’individuo di fronte alle avversità. La trama si basa su una base scientifica, con attenzione ai dettagli e una rappresentazione realistica delle sfide che un astronauta potrebbe affrontare su un pianeta come Marte.

The Martian ha riscosso un grande successo grazie a una sceneggiatura ben scritta e studiata, che ha saputo equilibrare momenti di tensione, umorismo e suspense, e una performance memorabile di Matt Damon. Il film è stato elogiato per la sua regia, gli effetti visivi di alta qualità e la rappresentazione dettagliata di Marte e delle tecnologie spaziali.

Il 2 luglio è la Giornata mondiale degli Ufo

Oggi, 2 luglio, si celebra la giornata mondiale degli UFO, una ricorrenza che coincide con l’annuale ritrovo della comunità degli ufologi. La data non è casuale: il 2 luglio 1947 è il giorno in cui sarebbe avvenuto il famoso incidente di Roswell, che secondo qualcuno rappresenta lo schianto di un oggetto alieno non identificato con tanto di extraterrestri al suo interno. Sulla data del World UFO Day ci sono però pareri contrastanti: c’è chi la celebra il 24 giugno, data in cui l’aviatore Kenneth Arnold ha riportato il primo avvistamento di un UFO negli Stati Uniti, sempre nel 1947.

Ufo è la sigla che sta per “Unidentified flying object”, ossia “oggetto volante non identificato”. Proprio per l’impossibilità di catalogarlo, per Ufo si intende un’anomalia celeste non contemplata tra i fenomeni terreni e naturali. Il termine è stato coniato dalla United States Air Force nel 1952 e nella cultura popolare viene anche usato per indicare una navicella spaziale. Solamente negli Usa si contano 6mila avvistamenti ogni anno e gli esperti del World Ufo Day fanno sapere che varia tra il 5% e il 20% la percentuale delle osservazioni ancora irrisolte.

L’argomento ancora oggi è molto dibattuto: esistono gli Ufo e i viaggiatori extraterrestri?  Siamo soli nell’Universo? I creatori della giornata dichiarano:

“Ci sono diverse ragioni per le quali questo giorno ha trovato la sua strada nel mondo. Uno dei primi e più importanti motivi è quello di aumentare la consapevolezza sull’esistenza degli Ufo e degli esseri intelligenti dello spazio. Questo giorno è usato anche per incoraggiare i governi a svelare le loro conoscenze sugli avvistamenti della storia. Si ritiene che molti governi, come quello americano, abbiano acquisito informazioni esclusive sugli Ufo attraverso i loro dipartimenti militari”. 

La musica e il cinema si sono sempre chiesti se in qualche parte dell’ universo esistono altre forme di vita. Tra i tanti ricordiamo  “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Steven Spielberg che racconta di un contatto tra terrestri ed extraterrestri.

L’ obiettivo importante della giornata mondiale voluta dagli esperti è incoraggiare i Governi che ancora non l’abbiano fatto ad aprire i loro archivi sugli incontri ravvicinati e a rivelare tutta la verità sugli UFO come ad esempio, quello di Washington, ancora molto restio a togliere il segreto militare dalle migliaia di faldoni conservati dall’esercito.

L’incidente di Roswell

Il 2 luglio del 1947 avvenne uno degli episodi entrati nella storia degli avvistamenti di fenomeni paranormali. Si tratta del cosiddetto incidente di Roswell, avvenuto nell’omonima località, una città del Nuovo Messico negli Stati Uniti. Quel giorno, secondo quanto è stato tramandato, in primis dai giornali dell’epoca, un oggetto non identificato precipitò al suolo. Subito si diffuse la versione che uno o più Ufo fossero stati vittima di un incidente, forse una collisione fra loro. Tanto è vero che un allevatore trovò nei terreni del suo ranch rottami metallici, della cui scoperta avvisò il sindaco della contea di Chaves. Ad aggiungere un supplemento di mistero – e di brivido – gli aggiornamenti, divulgati sempre dai media, che successivamente allo schianto i militari della vicina base statunitense avessero recuperato alcuni cadaveri di extraterrestri. Convinzioni legittimate dal primo comunicato diffuso dai responsabili della base aerea, in data 8 luglio, in cui si parlava chiaramente di un “disco volante”. Ben presto, però, le autorità statunitensi si resero conto del potenziale rischio della diffusione di una notizia tanto clamorosa. Seguì quindi una rapida smentita e le note successive si limitarono a fare cenno al guasto occorso a un pallone sonda. I buoi, però, erano già scappati. Ufologi e appassionati del tema si “aggrapparono” – e ne avevano tutte le ragioni – a quanto scritto nel primo comunicato e sull’episodio di Roswell iniziò ad alimentarsi una storiografia parallela alle conclusioni ufficiali.

Sull’incidente di Roswell il Congresso degli Usa avviò un’inchiesta, completata con un’indagine interna all’Air Force statunitense. Due le relazioni elaborate sul caso. Nel 1995 nel rapporto “The Roswell Report: Fact versus Fiction in the New Mexico Desert”, si concluse che i materiali recuperati nel 1947 non fossero di provenienza extraterrestra ma, in realtà, detriti del programma segreto battezzato “Progetto Mogul”, che impiegava microfoni collegati a palloni sonda lanciati ad alta quota con l’obiettivo di captare, fra l’altro, le onde sonore prodotte dai missili balistici sovietici. Vi è poi un secondo documento, il “The Roswell Report: Case Closed”, pubblicato nel 1997, in cui si afferma che le presunte salme degli alieni scoperte e occultate dai militari Usa fossero, in realtà, manichini usati nei programmi militari statunitensi fra gli anni ’40 e ’50.

Fin qui la storiografia ufficiale. A cui però orde di appassionati non hanno mai voluto credere. A partire dalla fine degli anni ’70, quando una copiosa produzione di libri e film fu decisiva nel dare sostegno a tutte le versioni alternative dell’incidente. Si parlò dell’esplosione di un’astronave, cui seguì la caduta di frammenti di materiale alieno nella contea di Corona, mentre i corpi degli alieni erano stati proiettati a circa 200 chilometri di distanza, dove erano stati raccolti dai militari e portati nell’Area 51, una base sperimentale degli Usa nel Nevada, da allora diventato il “sancta sanctorum” dei fan di ufo ed extraterrestri. Nel 1995, invece, un ufologo sostenne di aver saputo da fonti confidenziali che il velivolo precipitato a Roswell fosse una macchina del tempo e che a bordo ci fossero piloti in arrivo dal futuro. E sempre nel 1995 fu trasmesso anche un video in cui appariva quella che era – secondo chi lo rese pubblico – l’autopsia sul corpo di uno degli alieni recuperati dall’esercito Usa. Un filmato che si rivelò, allora, una “fake news”, una pioniera in questo comparto.

Astronavi. Le storie dei vascelli spaziali nella narrativa e nel cinema di fantascienza

Michele Tetro e Roberto Azzara, due autori di Odoya, si sono uniti per creare un volume molto interessante intitolato “Astronavi. Le storie dei vascelli spaziali nella narrativa e nel cinema di fantascienza. La copertina del libro omaggia l’iconica Enterprise della serie televisiva Star Trek.

Il desiderio di viaggiare nello spazio e di esplorare mondi lontani è ancora un sogno per l’umanità, ma la scienza teorica e la fantastica ci permettono di immergerci nell’infinito spazio siderale, spingendoci oltre i confini conosciuti. Le astronavi sono ancora una prerogativa della fantasia e della fantascienza, che hanno immaginato un’ampia varietà di vascelli spaziali protagonisti di racconti, romanzi, fumetti e film. Questo libro narra le storie delle astronavi più celebri, svelando le loro caratteristiche, prestazioni e il loro rapporto con la tecnologia attuale. Incredibili schemi tecnici e dettagliate schede espositive mettono in luce i vascelli spaziali più iconici della fantascienza, dai classici come il “proiettile” di “Dalla Terra alla Luna” ai moderni come il Nostromo di “Alien” includendo le celebri starship come l’Enterprise di Star Trek e il Millennium Falcon di Guerre Stellari. Gli autori approfondiscono le origini e l’impatto narrativo di ciascun vaso spaziale, offrendo una visione dettagliata e realistica di ogni astronave.

Michele Tetro esplora la storia del desiderio umano di esplorare lo spazio, dalle antiche civiltà fino agli autori contemporanei di fantascienza. Roberto Azzara analizza anche l’evoluzione delle tute spaziali nel corso del tempo, dal passato fino ai film più moderni del genere.

Il libro presenta anche un’intervista esclusiva con il famoso designer Roberto Baldassari, conosciuto per i suoi progetti della Base Lunare Alpha di Spazio 1999. Un’opera imperdibile per gli appassionati di fantascienza e per coloro che desiderano immergersi nel mondo affascinante delle astronavi nella cultura popolare.

Alien³ compie trent’anni!

Compie oggi trent’anni il film Alien³,  diretto da David Fincher, con Sigourney Weaver, Charles S. Dutton, Charles Dance, Pete Postlethwaite, Ralph Brown e Paul McGann. Terzo capitolo della celebre saga iniziata nel lontano 1979 con Alien e proseguita nel 1986 con Aliens – Scontro finale, ha avuto un seguito nel 1997 con Alien – La clonazione.

Alien 3 | #TBT Trailer | ALIEN ANTHOLOGY

Anno 2179. Sulla USS Sulaco, la nave con cui il tenente Ellen Ripley, il caporale Hicks, la piccola Newt e l’androide Bishop stanno tornando sulla Terra, si verifica un cortocircuito che provoca un incendio, costringendo la nave ad espellere un modulo di salvataggio contenente le capsule criogeniche per un atterraggio di fortuna su Fiorina “Fury” 161, una colonia penale abitata solo da 25 detenuti con la sindrome di Jacobs. Durante l’espulsione delle capsule, uno scanner rivela un Facehugger attaccato al viso di un membro dell’equipaggio.Dopo l’impatto, solo Ripley sopravvive, salvata miracolosamente. Hicks muore a causa di un incidente con la sua capsula criogenica, mentre Newt annega a seguito di un cortocircuito nella sua capsula. Bishop, già disattivato, si danneggia ulteriormente durante l’atterraggio.Ripley si riprende dalle ferite e apprende la morte dei suoi compagni. Sospettando che uno Xenomorfo si sia infiltrato nella nave, chiede di esaminare il cadavere di Newt. Durante il funerale, un cane infettato dallo Xenomorfo dà alla luce una nuova forma letale della creatura. Ripley viene rinchiusa per non subire violenze dai detenuti.Dopo aver riparato Bishop, Ripley scopre che lo Xenomorfo era presente sulla nave. Dopo che la creatura uccide diversi detenuti, Ripley convince gli altri della sua esistenza. Si scopre che Ripley è stata infettata ed ospita un’aliena regina. Una nave della Compagnia atterra per prelevare Ripley e l’embrione Xenomorfo. Dopo un’epica battaglia, Ripley riesce nel suo intento sacrificandosi. Mentre precipita verso il metallo fuso, l’alieno esce dal torace ma viene trattenuto con le mani da Ripley finendo ucciso con lei nel metallo fuso. La colonia penale, senza più nessun prigioniero (tranne Morse, che viene portato via), viene chiusa e smantellata. Il film termina col messaggio di Ripley registrato dopo la vicenda della USS Nostromo, che si ripete incessantemente dentro il relitto della scialuppa di salvataggio della USS Sulaco.

La genesi di Alien 3 è stata estremamente problematica, con numerosi tentativi falliti e cambiamenti di sceneggiatori e registi. Questa lunga gestazione ha inciso negativamente sul risultato finale del film, che viene spesso considerato un insuccesso. La storia di Alien 3 ha avuto diverse fasi di sviluppo, con l’intento di discostarsi dai primi due film e concentrarsi sul ruolo della corporazione e sulla colonia penale come nuovo contesto. Tuttavia, le potenzialità di rinnovamento non sono state sfruttate appieno e il film sembra ripiegare sui cliché già visti nei precedenti capitoli. Dal punto di vista tecnico, si nota il talento di Fincher nella regia e nell’attenzione per i dettagli, soprattutto nelle scene iniziali più investigative. Tuttavia, nella seconda metà del film, l’azione prende il sopravvento e si perde un po’ di profondità e interesse. La fotografia con tonalità calde e la scelta degli effetti speciali, sebbene misti, non sempre coerenti, contribuiscono a creare un’atmosfera distintiva. Le musiche di Elliot Goldenthal sono eleganti e ben realizzate, sebbene non riescano a raggiungere lo status iconico di altri compositori della saga.

In definitiva, Alien 3 presenta buone intuizioni che purtroppo non sono state sviluppate in modo adeguato, a causa dei problemi nel processo di produzione. La paura di osare e la tendenza a riproporre schemi già visti hanno reso il film un risultato complicato e insoddisfacente, non all’altezza dei suoi illustri predecessori.

Alien Linea Di Sangue

Il 21 luglio 2022 è la data da segnare assolutamente nel calendario: Panini Comics presenta la nuova serie dAlien prodotta per la prima volta dalla Marvel,disponibile con il primo numero Linea di Sangue in fumetteria, libreria e su Panini.it. Il volume sarà anche disponibile a partire dal 4 agosto con un’inedita copertina variant realizzata e autografata da Gabriele Dell’Otto in esclusiva per il sito panini.it.

Nell’anno 2200, malgrado ogni contatto con le forme di vita aliene note come xenomorfi si sia risolto con disastri e numerose vittime, la mega-corporazione Weyland-Yutani non ha mai smesso di tentare di appropriarsi delle letali creature per impiegarle come armi biologiche. E, sulla base orbitante Epsilon, è riuscita a dare il via a una vera e propria coltura di alieni, a partire dall’embrione impiantato nel torace di un dipendente, Gabriel Cruz. Ora, dopo l’operazione di estrazione e diversi anni di servizio, Cruz è tornato sulla Terra nella speranza di lasciarsi alle spalle tutto quell’orrore e trascorrere un po’ di tempo con suo figlio. Ciò che non può immaginare, però, è che presto dovrà ripartire per salvare qualcuno che ama… e che qualcosa di ancora più antico e oscuro non ha mai smesso di attendere.

Diventata famosa a livello internazionale grazie all’omonima pellicola di Ridley Scott del 1979, la serie a fumetti Alien riprende alcuni degli elementi più classici e iconici della filmografia e li coniuga con espedienti narrativi assolutamente inediti, visibili fin dalle prime tavole.

Scritto dallo sceneggiatore nominato agli Eisner Phillip Kennedy Johnson (Superman, Last God) e disegnato dallo spagnolo Salvador Larroca (Uncanny X-Men, Venom, Star Wars), il nuovo ciclo narrativo è il primo a essere prodotto dalla Casa delle Idee e rappresenta un punto d’inizio perfetto tanto per gli appassionati di lunga data dei film omonimi– che non potranno non cogliere i numerosissimi riferimenti alle principali opere del brand – quanto per chi si accosta per la prima volta allo xeno-universo narrativo.

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