Alien Linea Di Sangue

Il 21 luglio 2022 è la data da segnare assolutamente nel calendario: Panini Comics presenta la nuova serie dAlien prodotta per la prima volta dalla Marvel,disponibile con il primo numero Linea di Sangue in fumetteria, libreria e su Panini.it. Il volume sarà anche disponibile a partire dal 4 agosto con un’inedita copertina variant realizzata e autografata da Gabriele Dell’Otto in esclusiva per il sito panini.it.

Nell’anno 2200, malgrado ogni contatto con le forme di vita aliene note come xenomorfi si sia risolto con disastri e numerose vittime, la mega-corporazione Weyland-Yutani non ha mai smesso di tentare di appropriarsi delle letali creature per impiegarle come armi biologiche. E, sulla base orbitante Epsilon, è riuscita a dare il via a una vera e propria coltura di alieni, a partire dall’embrione impiantato nel torace di un dipendente, Gabriel Cruz. Ora, dopo l’operazione di estrazione e diversi anni di servizio, Cruz è tornato sulla Terra nella speranza di lasciarsi alle spalle tutto quell’orrore e trascorrere un po’ di tempo con suo figlio. Ciò che non può immaginare, però, è che presto dovrà ripartire per salvare qualcuno che ama… e che qualcosa di ancora più antico e oscuro non ha mai smesso di attendere.

Diventata famosa a livello internazionale grazie all’omonima pellicola di Ridley Scott del 1979, la serie a fumetti Alien riprende alcuni degli elementi più classici e iconici della filmografia e li coniuga con espedienti narrativi assolutamente inediti, visibili fin dalle prime tavole.

Scritto dallo sceneggiatore nominato agli Eisner Phillip Kennedy Johnson (Superman, Last God) e disegnato dallo spagnolo Salvador Larroca (Uncanny X-Men, Venom, Star Wars), il nuovo ciclo narrativo è il primo a essere prodotto dalla Casa delle Idee e rappresenta un punto d’inizio perfetto tanto per gli appassionati di lunga data dei film omonimi– che non potranno non cogliere i numerosissimi riferimenti alle principali opere del brand – quanto per chi si accosta per la prima volta allo xeno-universo narrativo.

Happy 35° Anniversary Spaceballs

Il 2022 ha segnato i quarantacinque del franchise di Star Wars ma anche i trentanni di uno dei film più belli della storia del cinema, un film parodia proprio della saga di George Lucas. Infatti 35 anni fa, il 24 giugno 1987, debuttava nei cinema americani Balle Spaziali, un film molto importante per le nostre vite e il nostro portale. Prodotto, interpretato e diretto da Mel Brooks è una commedia fantascientifica, parodia della saga di Guerre stellari ma anche di Star Trek, Alien e Il Pianeta delle Scimmie. Tutto ciò è visibile dalle numerose citazioni e gag come ad esempio la tavola calda spaziale in cui si assiste alla ri-nascita del “chestburster” di Alien dal petto del povero John Hurt, e il piccolo Darth Vader / Lord Casco, intepretato da Rick Moranis.

Sul pianeta Druidia, la principessa Vespa è promessa sposa, contro la sua volontà, al catalettico principe Valium; decide quindi di fuggire nello spazio, accompagnata dalla sua damigella-droide Dorothy. In un’altra zona della galassia, il popolo del pianeta Spaceball ha completamente consumato la propria atmosfera ed è alla disperata ricerca di aria in altri mondi. Così il presidente Scrocco e il comandante militare Lord Casco, detentore del lato posteriore dello Sforzo, elaborano con l’aiuto del colonnello Nunziatella un piano per rapire la principessa Vespa e chiedere come riscatto l’aria del pianeta Druidia. Il padre di Vespa, Re Rolando, assolda il contrabbandiere Stella Solitaria e il suo fedele aiutante Rutto, un canuomo (metà cane e metà uomo) per riportare a casa la principessa fuggiasca. Però i due, in viaggio tra le stelle in un singolare camper spaziale, essendo in debito con il boss mafioso Pizza Margherita utilizzeranno tutti i soldi promessi dal padre di Vespa. Riescono a raggiungere la principessa Vespa e Dorothy, appena prima che siano catturate con un raggio traente dall’astronave Spaceball One e si allontanano a velocità iperattiva. I quattro, però, sono costretti a un atterraggio di fortuna sulla luna di Vega perché è finita la benzina.  Dove nel frattempo gli Spaceballs, si stavano dirigendo grazie alla visione della cassetta istantanea del film Balle Spaziali. Nel frattempo i quattro, sfiniti dal sole del deserto, vengono soccorsi da alcuni ometti che li portano al cospetto del “grande” Yogurt, detentore del lato anteriore dello Sforzo. Yogurt allena Stella Solitaria all’uso dello Sforzo, ma nella notte la principessa Vespa viene rapita con l’inganno da Lord Casco, che si allontana a bordo della sua astronave verso Druidia dove Re Rolando viene costretto a rivelare a Lord Casco la combinazione per aprire lo scudo spaziale che protegge l’atmosfera di Druidia pena un intervento di chirurgia plastica che avrebbe ridato alla principessa il suo naso originale. Per poter succhiare l’aria dal pianeta, la Spaceball One si trasforma in una gigantesca donna delle pulizie (simile anche alla Statua della Libertà) con tanto di aspirapolvere. Nel frattempo, Stella Solitaria e Rutto raggiungono con il loro camper la prigione sul pianeta Spaceball dove sono tenute prigioniere la principessa e Dorothy. Una volta fuggiti dal pianeta, raggiungono la Spaceball One e, grazie all’anello dello Sforzo che Yogurt ha donato a Stella Solitaria, riescono a invertire l’aspirapolvere e a rigettare l’aria sul pianeta Druidia. Stella Solitaria, dopo essersi introdotto nell’astronave, si mette in cerca del dispositivo di autodistruzione ma si trova a combattere contro Lord Casco il quale, prima del duello, gli rivela di essere «stato il primo compagno di stanza del cugino del nipote del fratello di suo padre». Segue uno scontro con gli anelli laser durante il quale Lord Casco riesce con l’inganno a sfilare l’anello dello Sforzo dal dito di Stella Solitaria e si prepara a infliggere il colpo mortale. La voce di Yogurt rivela a Stella Solitaria che l’anello è solo un pezzo di latta (trovato in un uovo di Pasqua) e che lo Sforzo è in lui. Così, attirato a sé uno specchio, Stella Solitaria riflette il colpo di Lord Casco che, tramortito, aziona il dispositivo di auto-distruzione. Stella Solitaria torna sul camper spaziale e, grazie alla velocità iperattiva, riesce a mettersi in salvo. Invece, Lord Casco, il presidente Scrocco e il colonnello Nunziatella vengono catapultati sul pianeta delle scimmie. Due scimmie a cavallo, infatti, vedendo i tre scendere dai resti dell’astronave, esclamano con tono disperato: «Spaceballs? Oh maledizione, è l’inizio della fine…». Dopo il sollievo circa la morte di Pizza Margherita, Stella Solitaria resta comunque triste perché non è un nobile e non può sposare la principessa Vespa, di cui si è innamorato, ma spezzando un biscotto della fortuna appare Yogurt che rivela a Stella Solitaria che lui è un principe. Il viaggiatore spaziale irrompe così durante la seconda cerimonia tra Vespa e Valium, chiedendo, corrisposto, la mano della principessa. I due partono per la luna di miele sul camper spaziale.

L’attore Bill Pullman ci racconta la sua avventura come Stella Solitaria e sul suo rapporto con il regista Mel Brooks, conosciuto al Los Angeles Theatre Center. L’interprete ha svelato che del periodo trascorso sul set ricorda in particolare gli occhiali da sole:

“All’epoca credevano che lo schermo blu facesse male agli occhi. Non ricordo se fosse Mel o se fossero gli assistenti alla regia che avevano sentito questa teoria, ma interrompevano le riprese e tutti indossavano gli occhiali da sole”.

Non tutti seguivano però l’indicazione perché era davvero difficile mantenere l’atmosfera leggera e a sfumature comiche mentre si tenevano indossati gli occhiali durante le pause. Pullman ha poi ricordato una delle prime sequenze girate insieme a John Candy, interprete di Barf, che aveva dei problemi con le orecchie meccaniche:

“E’ stata una giornata che l’ha messo alla prova. Voleva recitare in un certo modo, Mel voleva un altro approccio e poi ha dovuto affrontare i problemi meccanici con le orecchie e la coda. Il senso della comicità di John era così effimero e c’erano questi brevi momenti di timidezza così difficili da offrire mentre si cercava di controllare quegli elementi. Ma non ha mai urlato. Non si è mai arrabbiato. Si sedeva, diceva che doveva prendersi una pausa e tutti lo lasciavano stare. E poi si rialzava e diceva ‘Ok, riproviamoci'”.

Bill ha inoltre raccontato che Brooks aveva avuto qualche difficoltà nel delineare il personaggio che doveva interpretare portandolo in crisi perché non aveva mai lavorato con qualcuno con lo stile di Mel:

“Mi ricordo che a un certo punto durante le prove mi ha chiesto “Ti stanca tutto questo?”. Dovevo avere un aspetto esausto. Gli ho detto che stavo bene e ha replicato ‘Semplicemente non voglio che tu arrivi al tour per incontrare la stampa e pensi ‘Oh, ora so come dire la battuta!’. E semplicemente quella frase mi ha insegnato molto”. Rick Moranis, inoltre, non sempre andava d’accordo con il regista perché aveva uno stile più concettuale, tutto questo causava un po’ di tensione sul set: “Nessuno vuole dire ‘Non è divertente’ mentre stai lavorando”.

La star ha inoltre raccontato che Mel Brooks si concedeva delle pause, in cui faceva dei sonnellini di cinque minuti, sia per ricaricare le energie che trovare il modo di risolvere problemi. Pullman ha infine lodato il lavoro compiuto dal make up artist Bob Mills e dal costumista Donfeld. L’attore, dopo trenta anni, conserva ancora un ricordo positivo degli insegnamenti ricevuti da Brooks: “Mel diceva che il 10% di qualsiasi cosa è buono. Era un modo per dire che nell’arte e nell’essere creativi ci sono delle cose, suggerimenti, idee e qualsiasi elemento per arrivare a quel 10% che sono davvero buone. E’ il concetto di cercare l’eccezionale, e sapere che è raro e devi sempre essere consapevole di quanto duramente devi cercarlo”.

Qualche curiosità: il leggendario Elmo di Lord Casco è composto da una parte in plastica con un casco da muratore interno e ha una visiera mobile con ventole e una bocca ricavata da uno scarico di una doccia di metallo. 

Vi abbiamo detto che questo film è stato fondamentale per Satyrnet! Era il lontano 2005 e noi organizzavamo una delle prime gare cosplay “di nuova generazione” in quel di RomaCartoon al Palalottomatica di Roma: eccoci nei panni stellari di Rutto, Casco Nero e soci!

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Alieni “vintage” nella cultura di massa

Umanoidi o mostruosi, alti e lattiginosi o piccoli e verdi, buoni o cattivi, gli alieni hanno sempre esercitato un enorme fascino sulla fantasia, che si è sbizzarrita a dar loro forme e caratteri più disparati, dalle illustrazioni dei primi romanzi di fantascienza di fine Ottocento, che li rappresentavano come angeli possenti, fino alle più recenti creazioni al computer per l’industria cinematografica, passando attraverso le innumerevoli forme con cui hanno catturato la fantasia dei lettori di fumetti e di romanzi.

Fin da quando gli uomini hanno cominciato a scrutare le stelle si sono persi ad immaginare mondi alieni lontani e vicini, impossibilitati a pensare di essere soli nell’Universo, impauriti o speranzosi di poter presto ricevere una visita extraterrestre o riuscire a raggiungere un pianeta popolato da strane creature. Esistono tracce che ci portano all’antica Grecia, già nel II secolo dopo Cristo, quando Luciano di Samosata nella sua “La storia vera”, vero e proprio “romanzo di fantascienza”, racconta il suo viaggio oltre le Colonne d’Ercole immaginando per la prima volta un viaggio sulla Luna e l’incontro con i suoi abitanti, i primi alieni della storia della letteratura. Da allora migliaia di alieni, con gli aspetti più diversi e le più diverse intenzioni, popolano l’immaginario collettivo lasciando interrogativi sulla loro esistenza al punto da far giocare con loro Peter Kolosimo e, 40 anni dopo, Margherita Hack.

Per molto tempo l’alieno è stato visto come un pericoloso invasore, possessore di tecnologie avanzatissime, usate per soggiogare la razza umana, positivamente destinata a cavarsela per il rotto della cuffia, trovando all’ultimo un modo per liberarsi dei pericolosi conquistatori. Fondamentale in questo senso, e vero e proprio punto di partenza dell’immaginario alieno così come lo intendiamo oggi, è il capolavoro della letteratura di fantascienza “The War of the Worlds” (La guerra dei mondi) scritto da H. G. Wells nel 1897 e vera pietra miliare, ispiratore di innumerevoli altri romanzi, film, fumetti nonché delle magnifiche illustrazioni di Warwick Goble, Henrique Alvim Corrêa (per un’edizione belga) e di Edgar P. Jacobs (maestro del Fumetto, creatore di “Blake e Mortimer”), che nel 1947 illustrò a puntate il romanzo nella nuova rivista Tintin, su incarico di Hergé. Curiosamente, gli extraterrestri che compaiono nelle prime pagine a fumetti non seguono lo stereotipo dell’alieno malvagio e conquistatore: sia i “Marsoozalooms” di James Swinnerton sia Mr. Skygack, from Mars” di A.D. Condo sono fumetti umoristici, in cui l’alieno è utile per commentare con uno sguardo inedito e ingenuo il mondo che lo circonda.

I fumetti d’avventura iniziano nel 1929, con la grande crisi, e occorre aspettare l’inizio del 1934 perché Alex Raymond crei un eroe come Flash Gordon: per salvare la Terra dalla disastrosa collisione con un altro corpo celeste, Flash finisce sul lontano pianeta Mongo, dove si scontra con esseri come gli uomini falco e gli uomini leone, principesse affascinanti ma, soprattutto, con il crudele tiranno Ming. I disegni di Raymond, uno dei massimi maestri del fumetto, influenzeranno generazioni di artisti e le storie affascineranno generazioni di lettori, compreso George Lucas, che a Flash Gordon si ispirerà per creare Star Wars”!  Lo stereotipo dell’alieno ha dunque il suo vero e proprio boom da metà dagli anni Trenta, culminando nell’ottobre 1938 con il panico scatenato da Orson Welles con la celebre drammatizzazione in diretta, alla radio, de “La guerra dei mondi” di Wells, che molti ascoltatori presero per un’autentica radiocronaca!

Le storie di Gordon producono anche in Italia un effetto dirompente tra i lettori, che non hanno visto mai niente di simile. C’è però chi vuole provare a creare qualcosa di inedito, riprendendo in modo originale il tema dell’invasione aliena e ponendo l’Italia al centro della storia. Così nasce Saturno contro la Terra”, scritta da Federico Pedrocchi su soggetto di Cesare Zavattini e disegnata da Giovanni Scolari. Il conflitto tra il nostro pianeta e il bellicoso popolo di Saturno, guidato dal crudele Rebo, dà libero sfogo all’immaginazione senza limiti di Zavattini e l’abilità di Pedrocchi sfida i lacci del regime fascista. La storia è un grande successo, tanto che ne vengono realizzati ben sette episodi, usciti sui giornali I tre porcellini, Topolino e Paperino, tra il 1937 e il 1946. Amatissima all’epoca, la saga di “Saturno contro la Terra” è stata pubblicata e ristampata più volte in Italia e anche in Francia, in Argentina e Spagna, negli Stati Uniti, ripresentata nel 1969 come prezioso Almanacco di Linus.

Nel 1947 letteralmente esplode il fenomeno extraterrestri, con il celebre “schianto di Roswell”, un “oggetto volante non identificato” che precipita dal cielo in un ranch del Nuovo Messico: una bufala mediatica, alimentata dalla segretezza di cui viene accuratamente circondata dalle autorità militari e governative, che concentra sugli alieni l’attenzione del mondo intero e alimenta la produzione di film e prodotti televisivi, libri, fumetti, giochi e giocattoli.  Gli alieni esplodono così anche nel cinema. L’invasione è più lenta che nel fumetto, perché per visualizzare le fantasie dei romanzieri matita e china sono più pratici e convenienti degli effetti special, ma le invasioni proliferano negli anni Cinquanta, quando gli spietati extraterrestri “diversi da noi” servono a rappresentare in maniera neppure troppo velata il “pericolo rosso”, il timore che possa scoppiare un conflitto letale tra il mondo dell’URSS e quello degli Stati Uniti. Da ricordare come anche in questo campo l’Italia vanta un primato non da poco: nel 1910 Yambo, al secolo Enrico Novelli, scrittore, giornalista e fumettista, realizza e interpreta il cortometraggio, “un matrimonio interplanetario”: una commedia che per la prima volta racconta una storia d’amore tra un terrestre e una marziana.

Va detto però che non esistono solo alieni malvagi e invasioni di massa: negli anni compaiono anche figure diverse e positive, a cui magari non pensiamo subito parlando di alieni, perché abbastanza simili a noi. Superman, per esempio, proviene da un pianeta morente, Krypton, ed è proprio la sua natura extraterrestre che genera i suoi innumerevoli poteri. Quello di Superman è un caso tipico di “orfano delle stelle”, arrivato da noi da solo, spesso all’insaputa dei più.  Ci sono poi i casi in cui gli alieni arrivano con intenzioni pacifiche, magari perché bisognosi di aiuto. È un concetto esplorato nella splendida serie a fumetti britannica “Jeff Hawke”, in cui il protagonista, ufficiale della Royal Space Force e ambasciatore dell’umanità, è spesso incaricato di aiutare alieni in pericolo. Non sempre però tutto va per il verso giusto, e a volte gli alieni amici si rivelano parte di un piano di conquista più subdolo e sottile della semplice invasione.

 

Aliens: Fireteam Elite. Il Trailer per il lancio su Console e PC

Preparati ad affrontare orde di terrificanti Xenomorfi nei panni di un marine coloniale con l’avvincente trailer di lancio di Aliens: Fireteam Elite, il nuovo survival/shooter cooperativo in terza persona di Cold Iron Studios e 20th Century Games ambientato nel leggendario universo di Alien. Il gioco è disponibile ora per Xbox Series X|S, Xbox One, PlayStation 5, PlayStation 4 e PC. Affronta gli xenomorfi e i nemici sintetici della Weyland-Yutani al fianco di due giocatori o compagni di squadra mossi dall’intelligenza artificiale in campagne uniche che introducono nuove storie nell’universo di Alien. Crea e personalizza il tuo Colonial Marine, scegliendo tra una grandissima varietà di classi, armi ed equipaggiamenti.

 

Aliens: Fireteam Elite - Launch Trailer

Craig Zinkievich, Direttore di Cold Iron Studios, ha affermato:

“È stata un’avventura incredibile ricreare l’universo di Alien in un videogioco… Che tu sia un fan della saga di Alien, un veterano degli sparatutto di sopravvivenza o un appassionato di giochi cooperativi, preparati a un’esperienza di gioco senza precedenti.”

Il team di sviluppatori di Cold Iron Studios ha rilasciato oggi ulteriori contenuti nella patch Day-One: la Modalità Orda e delle ottimizzazioni grafiche. A partire dal giorno 8 settembre sarà disponibile la Prima Stagione che includerà la nuova classe “Phalanx”, nuove armi e ricompense.

Josh Valensi, Produttore Esecutivo di 20th Century Gamesha dichiarato:

“Siamo lieti che i giocatori possano ora iniziare la loro missione su LV-895 e scoprire i segreti e gli orrori che attendono il loro arrivo… Cold Iron Studios ha creato un’incredibile esperienza di gioco che cattura l’emozione di vedere una squadra di marine coloniali affrontare la terribile minaccia Xenomorfa.”

Aliens: Fireteam Elite è disponibile ora per Xbox Series X|S, Xbox One, PlayStation 5, PlayStation 4 e PC. La versione Deluxe Edition include i DLC Endeavor e l’Endeavor Veteran Pack. Per maggiori informazioni si prega di visitare lo store ufficiale.

AvPRevenge2: Lost Ancient World

Black Shadow productions ha finalmente messo online il suo nuovo mediometraggio un nuovo trailer Lost Ancient World, che annuncia l’uscita del nuovo film il 20 Maggio 2020. Dopo l’uscita del primo film della Saga AvPRevenge (The Key Of Darkness), filmfan di genere fantascientifico ispirato alla famosa saga di Alien Vs Predator ecco filmamene il secondo film di circa 12 minuti.

Lost Ancient World ---AVPREVENGE2---

Grazie ad un passaggio dimensionale aperto da Predator Raptor con il cristallo recuperato nel primo film, la navicella spaziale finisce per schiantarsi su un nuovo pianeta disperso nello spazio più remoto…il pianeta Two Suns. Il cristallo sarà un forte richiamo per altri cacciatori dello spazio che si troveranno tutti sul pianeta per un’unico scopo…

Questo progetto, ideato da Simone Panza & Silvia Lauriani insieme al loro gruppo predators MoonHunters, totalmente made in Italy è la fiera risposta del mondo fandom che, oltre ad essere composto da fruitori appassionati, si sa inventare produttore pro-attivo di contenuti. La Saga dei ragazzi della Black Shadow productions nasce dunque dalla collaborazione con numerose realtà che hanno confezionato un prodotto molto valido e appassionate basato sull’eccelsa fattura, oseremo definire cinematografica, di costumi e prop usciti dall’immaginario di Alien Vs Predator. Le riprese sono state realizzate da  Simone Panza, Cristiano Calderoni, Vlad Pakhotin; nel cast troviamo Simone Panza (Raptor Predator, Chopper Predator, Tarantula), Silvia Lauriani (Saber Predator, regina Predator & capa indigena), Luca Nencini (Predator skorpio, Pretorian Predator), Lorenzo Cappellini (Bloody Bones Predator), Luca Ganner (militare), Andrea Fiorani (cacciatore arciere Garbens Gentes gruppo rievocazione storica di Garbagnate Milanese), Silvia Defeo (indigena) , Samanta B. (Indigena), Susy RF (indigena) Linda Maremoto (indigena).

AvPRevenge: Il trailer di Lost Ancient World

Black Shadow productions lancia un nuovo trailer Lost Ancient World, che annuncia l’uscita del nuovo film il 20 Maggio 2020. Dopo l’uscita del primo film della Saga AvPRevenge (The Key Of Darkness), filmfan di genere fantascientifico ispirato alla famosa saga di Alien Vs Predator ecco l’annuncio dell’uscita imminente del secondo film.

AVPREVENGE Lost Ancient World

Grazie ad un passaggio dimensionale aperto da Predator Raptor con il cristallo recuperato nel primo film, la navicella spaziale finisce per schiantarsi su un nuovo pianeta disperso nello spazio più remoto…il pianeta Two Suns. Il cristallo sarà un forte richiamo per altri cacciatori dello spazio che si troveranno tutti sul pianeta per un’unico scopo…

Questo progetto, ideato da Simone Panza & Silvia Lauriani insieme al loro gruppo predators MoonHunters, totalmente made in Italy è la fiera risposta del mondo fandom che, oltre ad essere composto da fruitori appassionati, si sa inventare produttore pro-attivo di contenuti. La Saga dei ragazzi della Black Shadow productions nasce dunque dalla collaborazione con numerose realtà che hanno confezionato un prodotto molto valido e appassionate basato sull’eccelsa fattura, oseremo definire cinematografica, di costumi e prop usciti dall’immaginario di Alien Vs Predator. Le riprese sono state realizzate da  Simone Panza, Cristiano Calderoni, Vlad Pakhotin; nel cast troviamo Simone Panza (Raptor Predator, Chopper Predator, Tarantula), Silvia Lauriani (Saber Predator, regina Predator & capa indigena), Luca Nencini (Predator skorpio, Pretorian Predator), Lorenzo Cappellini (Bloody Bones Predator), Luca Ganner (militare), Andrea Fiorani (cacciatore arciere Garbens Gentes gruppo rievocazione storica di Garbagnate Milanese), Silvia Defeo (indigena) , Samanta B. (Indigena), Susy RF (indigena) Linda Maremoto (indigena).

Alien vs. Predator – Prometheus. Scontro finale

I fan di Alien e Predator, che nell’ultimo anno e mezzo si sono tuffati nelle storie a fumetti dell’Aliens Universe targato Dark Horse e pubblicato in Italia da saldaPress, lo sanno perfettamente: LIFE DEATH – seguito di FIRE AND STONE – è il ciclo di storie che ha riunito in un’unica, emozionante avventura tutte le properties legate all’universo di Alien (ALIENSPROMETHEUSPREDATORALIENS vs. PREDATOR).

A differenza di FIRE AND STONE, però, in cui si sono avvicendati diversi team artistici di sceneggiatori e disegnatori, LIFE AND DEATH ha visto al timone della narrazione un unico scrittore: Dan Abnett. E ora Abnett ci guida verso la conclusione dell’epopea col volume in uscita giovedì 10 gennaio, intitolato ALIEN VS. PREDATOR – LIFE AND DEATH (pagg. 152, euro 14,60), che contiene anche un epilogo, intitolato PROMETHEUS – SCONTRO FINALE.

Sul planetoide LV-223 la situazione sta per precipitare. Tutti i superstiti si sono riuniti e, in breve, si trovano al centro del fuoco incrociato di uno scontro senza precedenti: quello tra un gigantesco branco di xenomorfi – intenzionati a salvare l’ultima regina fertile della loro specie, che sta germinando nel petto di una sopravvissuta – e un intero esercito di Yautja. La minaccia più spaventosa, però, potrebbe essere rappresentata ancora una volta dagli Ingegneri, i cui scopi rimangono imperscrutabili. Nello scontro tra le razze aliene più letali dell’Universo, l’uomo rischia di essere definitivamente sopraffatto.

ALIEN VS. PREDATOR, scritto da Dan Abnett e disegnato da Brian Albert Thies, è il quarto e ultimo capitolo di una storia avvincente, che ha visto avvicendarsi in scena tutti i protagonisti dell’Aliens Universe: xeonomorfi, yautja, Ingegneri ed esseri umani. Tutti uniti dal desiderio di sopravvivere e sopraffare gli avversari. Chi la spunterà?

Il volume è disponibile in libreria, in fumetteria e nello shop online del sito saldapress.com

Lake of Fire: Alien incontra Il nome della rosa

In Lake of Fire, il graphic novel scritto da Nathan Fairbairn, disegnato da Matt Smith, pubblicato in Italia da saldaPress, gli autori hanno preso le atmosfere di Alien, il capolavoro di Ridley Scott, e le hanno ibridate con quelle di Il nome della rosa.

Immaginate, in altre parole, di innestare una storia di mostri alieni su quella della Crociata contro gli Albigesi del 1220 e vi sarete fatti almeno parzialmente un’idea di Lake of Fire (pagg. 168, euro 24.90), il nuovo, avventuroso e splendido graphic novel scritto da Nathan Fairbairn, disegnato da Matt Smith e in uscita venerdì 15 giugno per saldaPress.

A confermare la qualità del volume sono anche le parole di Robert Kirkman: “Lake of fire è pieno di bei personaggi”, ha detto l’autore di The Walking Dead e Oblivion Song, “ed è impossibile decidere chi tra Nathan Fairbairn e Matt Smith abbia lavorato meglio”.

E allora cosa racconta Lake of Fire?

La storia di Theo e Hugh, due ragazzi che hanno deciso di unirsi alle truppe del signore di Montfort per combattere la Crociata contro gli Albigesi. La loro scelta, però, non è condivisa dalla madre di Theo, che ha mandato il Conte Henri a riportarli a casa. Le cose si metteranno altrimenti, perché il signore di Montfort decide di mandarli in un villaggio a caso, accompagnati da un cavaliere dalla lunga esperienza – e difficile da gestire – e da alcuni monaci, con l’intenzione di liberarsene per un po’. Un posto apparentemente insignificante, ma è lì che invece si annida il pericolo peggiore: mostruosi e demoniaci predatori venuti da chissà dove che hanno già ucciso diversi civili e non vedono l’ora di scatenarsi anche contro soldati e religiosi.

Lake of Fire, che Kieron Gillen (Phonogram e The Wicked + The Divine) ha definito “senzaltro il miglior film dazione su carta di questanno”, ha tutte le carte in regola per diventare un fumetto di culto, per la straordinaria abilità con cui gli autori hanno mescolato storia, azione, horror e fantascienza, divertendo il lettore dalla prima all’ultima pagina. Il volume cartonato di grande formato, contiene tutte le cover regular e variant dei singoli numeri americani e gli studi dei personaggi di Matt Smith.

Aliens: Salvezza e Sacrificio

Uno degli aspetti meno indagati del rapporto tra esseri umani e xenomorfi – almeno nell’universo cinematografico di Alien – è il sentimento di fede che può suscitare in noi, esseri mortali, trovarci al cospetto di creature tanto perfette e spietate. È un sentimento che può portare alla venerazione – e nell’Aliens Universe a fumetti accade – o suscitare invece un profondo spirito di rivalsa. Un desiderio di salvezza e sacrificio.  Ed è proprio così che s’intitola il nuovo cartonato di nell’Aliens pubblicato da saldaPress: Salvezza e Sacrificio (pagg. 112, euro 20.90). Il volume raccoglie due storie ambientate nei meandri più oscuri e pericolosi dell’Universo e sono state scritte e disegnate da alcuni degli autori più importanti del fumetto di lingua inglese, e cioè Dave GibbonsMike MignolaPeter Milligan e Peter Johnson. Due storie di fede e redenzione, che declinano la figura dello xenomorfo in modo spiazzante e originale.

In Salvezza, scritta da Dave Gibbons e disegnata da Mike Mignola, un membro dell’equipaggio della misteriosa nave-cargo Nova Maru si trova intrappolato su un planetoide col capitano della nave ­– che sta impazzendo e diventando violento – e il contenuto mortale della nave-cargo stessa, sopravvissuto allo schianto.

In Sacrificio, scritta da Peter Milligan e disegnata da Paul Johnson, una donna di fede si risveglia dopo il naufragio dell’astronave su cui viaggiava, su un pianeta sperduto. Qui trova rifugio in un piccolo villaggio abitato da una comunità minacciata da un’inquietante creatura che vive nei boschi. Ma, ben presto, la donna scoprirà il vero segreto raccapricciante che nasconde quel mondo alieno.

Due storie imperdibili per ogni appassionato dell’universo narrativo di Alien e del fumetto in generale.  

Alien Covenant un film da risistemare

Cosa possiamo dire di Alien Covenant, che sia bello? Che sia brutto? ne’ l’uno e nemmeno l’altro; diciamo che è un film che poteva essere fatto molto meglio. Ridley Scott con Alien Covenant ci aveva riempito di grandi premesse e di grandi promesse, peccato solo che a mio parere non ne ha mantenuta nemmeno una. Da un punto di vista tecnico, il film è bello ed interessante; a parte qualche licenza poetica (tipo la devastante tempesta di neutrini); nel complesso ha i suoi bei pregi, i viaggi e le passeggiate nello spazio, la linea della Covenant, gli sfondi del pianeta che i protagonisti del film vanno ad esplorare e naturalmente non possiamo che rimanere piacevolmente colpiti dalle forme del nostro Xenomorfo preferito, almeno qui H.R. Giger non ci ha deluso.

Un’altra cosa che a mio parere non mi ha deluso ma mi ha piacevolmente colpito è la doppia interpretazione di Michael Fessbender nel ruolo di Walther il sintetico della Covenant e rivederlo di nuovo nei panni di David il sintetico della Prometheus (scoprendo in questo modo che fine hanno fatto i superstiti del precedente film). E qui a mio parere si fermano i pregi di questo film, per il resto mi spiace dirlo ma non c’è più nulla da salvare.

La trama fa acqua da quasi tutte le parti, infatti al primo incidente spaziale muore il membro più importante dell’equipaggio, il Capitano e in maniera anche abbastanza atroce. Dopo aver pianto i caduti e riparato i danni dell’astronave, intercettano per puro caso un segnale che alla fine si rivela una vecchia canzone, dopo aver estrapolato le coordinate da dove è partito il segnale scoprono un pianeta che secondo i calcoli del computer avrebbe buone possibilità di ospitare la vita; e da qui in avanti si capisce che hanno selezionato il resto dell’equipaggio coi test del Corriere dei Piccoli. Infatti mentre discutono sul da fare, il nuovo Capitano decide di andare a colonizzare il nuovo pianeta quasi come forma di ripicca per un obiezione sostenuta da parte di un altro membro dell’equipaggio reo di avergli fatto notare che la meta primaria era stata programma da anni con simulazioni, osservazioni e controlli di vario genere, mentre quel nuovo pianeta spuntato dal nulla si presume adatto alla vita.

In ogni caso la Covenant fa rotta verso la nuova destinazione e appena arrivano sopra la zona da dove è partito il segnale indovinate cosa succede? Imperversa un enorme tempesta ionica grande come il continente Europeo con grossi rischi per le manovre di atterraggio, che bisogna fare? Pensandoci bene, ed usando un po’ di buon senso, magari si fa una prima analisi del pianeta con sensori e sonde e poi si decide il da farsi, invece no! Decidono di scendere un buon 3/4 dell’equipaggio con l’unica navetta in grado di effettuare i viaggi interstellari e si buttano nella mischia. Dopo un rocambolesco atterraggio, iniziano l’esplorazione del pianeta, tutti insieme e senza un minimo di precauzione in caso di un eventuale flora o fauna ostile oltre ad eventuali patogeni sconosciuti nel aria, a parte i fucili. Così questa specie di spedizione che a confronto l’Armata Brancaleone sembra la Delta Force, inizia ad essere decimata, e qui si vede che livello di addestramento hanno ricevuto, i superstiti sembrano tutti in preda a crisi isteriche e di panico; tranne il sintetico ovviamente per fortuna; a salvarli da un nemico sconosciuto ma che sappiamo benissimo chi è prima che sia troppo tardi, arriva un tizio incappucciato che in quel momento mi ha ricordato l’arrivo di Obi Wan Kenobi in Episodio IV in aiuto a Luke Skywalker, solo che qui abbiamo gli Alien e non i Tusken.

Il resto ovviamente è scontato che non merita altra attenzione infatti a mio parere la trama sembra uscita da un gioco da tavolo o un Gioco di Ruolo con gli scenari predefiniti, dove qualunque azione fai, decisione prendi qualunque personaggio scegli, alla fine li devi andare e non ti puoi schiodare da quel finale.

Anche l’origine degli Alien alla fine pensandoci lascia un po’ di amaro in bocca, visto che vedendo film come Alien vs Predators, e leggendo anche vari fumetti usciti, ci viene da chiederci “qui c’è qualcosa che non va?” in certe avventure vi è una discrepanza temporale enorme, e poi a questo punto non poteva risparmiarci più di un’ora di film, allungando invece Prometheus e dividerlo in due parti come hanno fatto per altri film, tipo HP e i doni della Morte e Hunger Games?

Per certi versi sembra che Ridley Scott abbia voluto creare come per Star Wars, un universo canonico e uno no, speriamo proprio di no c’è lo auguriamo tutti. Però visto che gli ultimi due film alla fine i titoli erano riferiti al nome delle astronavi che portavano gli sventurati terrestri al loro destino, dovessero mai fare dei Reboot come li chiameranno “Alien nostromo e Alien Sulacco?” In breve come film ha deluso parecchio, io personalmente io non lo consiglio per chi ama la Saga degli Alien, e per chi ama la fantascienza di serie B forse potrebbe strappare un sorriso, c’è di meglio.

By Talparius

https://www.youtube.com/watch?v=2557I406FZE

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