Il 2 luglio è la Giornata mondiale degli Ufo

Oggi, 2 luglio, si celebra la giornata mondiale degli UFO, una ricorrenza che coincide con l’annuale ritrovo della comunità degli ufologi. La data non è casuale: il 2 luglio 1947 è il giorno in cui sarebbe avvenuto il famoso incidente di Roswell, che secondo qualcuno rappresenta lo schianto di un oggetto alieno non identificato con tanto di extraterrestri al suo interno. Sulla data del World UFO Day ci sono però pareri contrastanti: c’è chi la celebra il 24 giugno, data in cui l’aviatore Kenneth Arnold ha riportato il primo avvistamento di un UFO negli Stati Uniti, sempre nel 1947.

Ufo è la sigla che sta per “Unidentified flying object”, ossia “oggetto volante non identificato”. Proprio per l’impossibilità di catalogarlo, per Ufo si intende un’anomalia celeste non contemplata tra i fenomeni terreni e naturali. Il termine è stato coniato dalla United States Air Force nel 1952 e nella cultura popolare viene anche usato per indicare una navicella spaziale. Solamente negli Usa si contano 6mila avvistamenti ogni anno e gli esperti del World Ufo Day fanno sapere che varia tra il 5% e il 20% la percentuale delle osservazioni ancora irrisolte.

L’argomento ancora oggi è molto dibattuto: esistono gli Ufo e i viaggiatori extraterrestri?  Siamo soli nell’Universo? I creatori della giornata dichiarano:

“Ci sono diverse ragioni per le quali questo giorno ha trovato la sua strada nel mondo. Uno dei primi e più importanti motivi è quello di aumentare la consapevolezza sull’esistenza degli Ufo e degli esseri intelligenti dello spazio. Questo giorno è usato anche per incoraggiare i governi a svelare le loro conoscenze sugli avvistamenti della storia. Si ritiene che molti governi, come quello americano, abbiano acquisito informazioni esclusive sugli Ufo attraverso i loro dipartimenti militari”. 

La musica e il cinema si sono sempre chiesti se in qualche parte dell’ universo esistono altre forme di vita. Tra i tanti ricordiamo  “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Steven Spielberg che racconta di un contatto tra terrestri ed extraterrestri.

L’ obiettivo importante della giornata mondiale voluta dagli esperti è incoraggiare i Governi che ancora non l’abbiano fatto ad aprire i loro archivi sugli incontri ravvicinati e a rivelare tutta la verità sugli UFO come ad esempio, quello di Washington, ancora molto restio a togliere il segreto militare dalle migliaia di faldoni conservati dall’esercito.

L’incidente di Roswell

Il 2 luglio del 1947 avvenne uno degli episodi entrati nella storia degli avvistamenti di fenomeni paranormali. Si tratta del cosiddetto incidente di Roswell, avvenuto nell’omonima località, una città del Nuovo Messico negli Stati Uniti. Quel giorno, secondo quanto è stato tramandato, in primis dai giornali dell’epoca, un oggetto non identificato precipitò al suolo. Subito si diffuse la versione che uno o più Ufo fossero stati vittima di un incidente, forse una collisione fra loro. Tanto è vero che un allevatore trovò nei terreni del suo ranch rottami metallici, della cui scoperta avvisò il sindaco della contea di Chaves. Ad aggiungere un supplemento di mistero – e di brivido – gli aggiornamenti, divulgati sempre dai media, che successivamente allo schianto i militari della vicina base statunitense avessero recuperato alcuni cadaveri di extraterrestri. Convinzioni legittimate dal primo comunicato diffuso dai responsabili della base aerea, in data 8 luglio, in cui si parlava chiaramente di un “disco volante”. Ben presto, però, le autorità statunitensi si resero conto del potenziale rischio della diffusione di una notizia tanto clamorosa. Seguì quindi una rapida smentita e le note successive si limitarono a fare cenno al guasto occorso a un pallone sonda. I buoi, però, erano già scappati. Ufologi e appassionati del tema si “aggrapparono” – e ne avevano tutte le ragioni – a quanto scritto nel primo comunicato e sull’episodio di Roswell iniziò ad alimentarsi una storiografia parallela alle conclusioni ufficiali.

Sull’incidente di Roswell il Congresso degli Usa avviò un’inchiesta, completata con un’indagine interna all’Air Force statunitense. Due le relazioni elaborate sul caso. Nel 1995 nel rapporto “The Roswell Report: Fact versus Fiction in the New Mexico Desert”, si concluse che i materiali recuperati nel 1947 non fossero di provenienza extraterrestra ma, in realtà, detriti del programma segreto battezzato “Progetto Mogul”, che impiegava microfoni collegati a palloni sonda lanciati ad alta quota con l’obiettivo di captare, fra l’altro, le onde sonore prodotte dai missili balistici sovietici. Vi è poi un secondo documento, il “The Roswell Report: Case Closed”, pubblicato nel 1997, in cui si afferma che le presunte salme degli alieni scoperte e occultate dai militari Usa fossero, in realtà, manichini usati nei programmi militari statunitensi fra gli anni ’40 e ’50.

Fin qui la storiografia ufficiale. A cui però orde di appassionati non hanno mai voluto credere. A partire dalla fine degli anni ’70, quando una copiosa produzione di libri e film fu decisiva nel dare sostegno a tutte le versioni alternative dell’incidente. Si parlò dell’esplosione di un’astronave, cui seguì la caduta di frammenti di materiale alieno nella contea di Corona, mentre i corpi degli alieni erano stati proiettati a circa 200 chilometri di distanza, dove erano stati raccolti dai militari e portati nell’Area 51, una base sperimentale degli Usa nel Nevada, da allora diventato il “sancta sanctorum” dei fan di ufo ed extraterrestri. Nel 1995, invece, un ufologo sostenne di aver saputo da fonti confidenziali che il velivolo precipitato a Roswell fosse una macchina del tempo e che a bordo ci fossero piloti in arrivo dal futuro. E sempre nel 1995 fu trasmesso anche un video in cui appariva quella che era – secondo chi lo rese pubblico – l’autopsia sul corpo di uno degli alieni recuperati dall’esercito Usa. Un filmato che si rivelò, allora, una “fake news”, una pioniera in questo comparto.

Il primo avvistamento UFO di Kenneth Arnold: una svolta nella storia dei fenomeni inspiegabili

Il 24 giugno del 1947, la storia sulla presenza di “dischi volanti” nel cielo ha subito una svolta significativa grazie all’avvistamento dell’aviatore Kenneth Arnold. Quel giorno, mentre volava sulla sua aereo privato nei pressi del Monte Rainier nello Stato di Washington, Arnold divenne testimone di un fenomeno che avrebbe scosso il mondo e avrebbe dato il via a un’epoca di interesse per gli UFO.

Arnold era un pilota esperto, con migliaia di ore di volo alle spalle. Mentre attraversava l’area a bordo del suo aereo, notò nove oggetti volanti luminosi che sfrecciavano a una velocità incredibile. Descrisse questi oggetti come “simili a dischi” o a “piatti” che volavano nel cielo a una velocità di oltre 1.200 miglia orarie, senza fare alcun rumore.

Questo avvistamento, che ha dato vita al termine “dischi volanti”, ha attirato l’attenzione dei media in tutto il mondo. Arnold ha fornito una dettagliata descrizione dei movimenti degli oggetti volanti, che sembravano sincronizzati e agili come “una saetta che rimbalza sull’acqua”. La notizia ha fatto rapidamente il giro della nazione, evidenziando un nuovo tipo di fenomeno inspiegabile che sfidava la nostra comprensione della fisica e della tecnologia aeronautica.

L’avvistamento di Arnold ha stimolato un’ondata di avvistamenti UFO negli Stati Uniti e in tutto il mondo nel corso degli anni successivi. Questo evento ha catturato l’immaginazione delle persone e ha generato un nuovo fascino per i misteri dello spazio. Gli avvistamenti UFO susseguenti hanno portato a ulteriori indagini e teorie sulla possibile esistenza di vita extraterrestre e sui loro viaggi interstellari.

Nonostante le numerose speculazioni e teorie su quello che Arnold ha visto, il caso rimane ancora un mistero insoluto. Alcuni scettici attribuiscono l’avvistamento a fenomeni atmosferici o a illusioni ottiche, mentre altri sostengono che Arnold abbia visto realmente qualcosa di straordinario. Fino ad oggi, le accurate descrizioni di Arnold hanno suscitato dibattiti e ricerche, alimentando sia lo scetticismo che la curiosità.

L’avvistamento di Kenneth Arnold rappresenta una fase cruciale nella storia degli UFO. Ha segnato un punto di svolta nel riconoscimento dei fenomeni inspiegabili nel cielo e ha spinto le persone a interrogarsi sulle possibilità di una vita aliena. A distanza di oltre settant’anni, l’interesse per gli UFO è ancora vivo, e l’avvistamento di Arnold rimane un punto di partenza fondamentale nella nostra comprensione (o mancanza di comprensione) di ciò che può esistere al di là delle nostre conoscenze convenzionali.

In ogni caso, l’avvistamento di Arnold rappresenta un momento storico intrigante e misterioso che ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare e scientifica. Da quando il pilota Kenneth Arnold, il 24 giugno del 1947, effettuò il primo avvistamento riferito come tale dalla stampa, il problema degli UFO (da “Unidentified Flying Objects”, oggetti volanti non identificati) si é imposto all’ attenzione di tutto il mondo. Questione estremamente suggestiva e altamente evocativa, invariabilmente associata a compimenti mitici, misticheggianti e mistificatori, la fenomenologia UFO resiste e persiste d’altronde al di là di ogni semplicistica spiegazione o smentita a distanza di oltre un quarantennio, coinvolgendo non solo il grande pubblico ma anche le autorità politiche, militari e scientifiche di tutti i Paesi, in una sfida della logica umana che non ha limiti di spazio e di tempo. Perché si tratta di un fenomeno reale.

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