B-Metal: la prima tribute band italiana di Babymetal

Nel 2020 nasce a Roma la prima tribute italiana alle Babymetal: quando la passione per il Giappone e per le sonorità Heavy Metal di due ragazzine poco più che adolescenti si incontrano, nascono le B-Metal. Una Tribute nuova, decisamente giovane e poco commerciale, ma non priva di quella energia positiva che solo la musica può trasmettere.

Le “originali” Babymetal sono un gruppo musicale di idol giapponesi che unisce la musica j-pop (o più precisamente l’idol music) alle sonorità tipiche della musica heavy metal, creato nel 2010 dall’agenzia di talenti Amuse. È formato dalla cantante Suzuka Nakamoto (Su-metal) e dalla corista Moa Kikuchi (Moametal). Un terzo membro, Yui Mizuno (Yuimetal), abbandonò il gruppo nel 2018, e da allora viene sostituita da una o più ballerine di supporto durante le esibizioni dal vivo. L’omonimo album di debutto del gruppo, pubblicato nel 2014, si classificò alla quarta posizione della classifica Oricon e al secondo della classifica Billboard Japan.

 

Megitsune" (メギツネ) - Covered by BMetal (First Italian Babymetal tribute band)

Alessandra e Noemi, protagoniste del progetto B-Metal hanno dichiarato:

«Amiamo il metal, le idol ed amiamo il Giappone  e adoriamo le Babymetal. Questa esperienza unisce tutte le nostre passioni. Abbiamo lavorato tanto per personalizzare il nostro spettacolo.Non vogliamo essere il loro clone, ma trasmettere la nostra voglia di divertirci con la loro musica».».

Già conosciute nel panorama musicale delle Cartoon Cover Band (voci della Bim Bum Band), Noemi Misiano e Alessandra Tzinis hanno iniziato questa loro avventura per gioco e puro divertimento, spinte da una grande passione e supportate dalla loro manager, che da sempre le segue nel loro cammino artistico. La band, formata da quattro musicisti e due cantanti, debutta a Roma il 24 gennaio 2020. Tema della serata il Sol Levante: dal Metal delle Babymetal, alle canzoni degli anime giapponesi, eseguite dal vivo dalla Bim Bum Band. Un successo in termini di gradimento fermato dalla pandemia, ma che ha ripreso a pieno ritmo nel mese di settembre 2021, con 3 live in attivo ed una partecipazione ad un programma televisivo su rete nazionale, che andrà in onda a novembre 2021 e sul quale c’è ancora massimo riserbo. 

La Band propone uno spettacolo vivace ed unico nel suo genere, diverso ed eccentrico, molto apprezzato dalle vecchie e nuove generazioni di amanti dell’heavy Metal ed in generale dagli appassionati del Giappone e delle Babymetal.

Social (Manager Aloisi Silvia):

L’Artiglio in Fiamme, Echo 931 e La città che ride

Collana Trivio, linea editoriale di Barone Games, è lieta di annunciare che i librogame L’Artiglio in Fiamme, Echo 931 e La città che ride esordiranno su Kickstarter il 30 Settembre 2021. Il Quickstart dei tre librigame è già disponibile per tutti gli interessati tramite download gratuito sul sito dedicato al seguente link. Il Quickstart, che contiene i prologhi dei tre libri, apre una finestra sulle ambientazioni e consente di provare i regolamenti originali ed esplorare lo stile delle opere.

  • L’Artiglio in fiamme, di Stefania Ricco, è un Fantasy che vi porterà in un mondo di Eroi che combattono contro una Natura selvaggia e crudele.
  • Echo 931, di Alberto Tronchi, è uno Sci-Fi che promette navi spaziali e un mondo alieno da scoprire.
  • La città che ride, di Viviana De Simone, vi permetterà di affrontare a modo vostro la prima notte di un’Apocalisse Zombie davvero particolare. I regolamenti sono originali e diversi per ogni opera.

I libri saranno proposti in formato tascabile, sia in brossura che in hardcover, con illustrazioni di  Emiliano Castellano, Samuele Zardinoni, Fabio Porfidia e Davide Molino. Tra le guest star che arricchiranno i Reward ci sono Gabriele The Leprechaun Stazi e Lorenzo Folco Costa di FluidForge, che produrranno in esclusiva per il Kickstarter pezzi in cuoio e metallo.

Il pacchetto base conterrà:

  • I tre Librigame in brossura
  • I tre Ebook dei tre Librigame
  • I tre Ebook dei Compendi
  • 1 set di Matite personalizzate
  • 1 Taccuino delle Schede Personaggio

Tutti i contenuti saranno disponibili in edizione digitale.

Stefania Ricco è l’autrice de L’Artiglio in fiamme, la proposta Fantasy. Libraia romana, ha scritto per passione per diverse testate online, parlando di libri e di GdR. La sua ambientazione Epic Fantasy, il Kindsgard, nasce come ambientazione Larp nel 2012. Da allora Stefania vi ha ambientato una cinquantina di racconti e adesso il suo primo Librogame.

Alberto Tronchi è un game designer già affermato, autore di diversi GdR prima che di Echo 931. Come BlackBox Games, ha lavorato con Dreamlord Press (Evolution Pulse, Dunqora, No Way Out, Pataphysic Wander, Omen, Ars Gladiatoria) e più recentemente con The World Anvil (Evolution Pulse Rinascita, Valraven, Broken Tales).

Viviana De Simone è presente in veste di publisher e di Autrice con La città che ride. Traduttrice e scrittrice di varie campagne di gioco, anche dal vivo, stavolta si è messa in gioco personalmente, mettendosi alla prova e tirando fuori dal cassetto la sua passione per il postapocalittico.

Collana Trivio nasce per abbracciare più generi e più esperienze narrative diverse. Dal Fantasy eroico de L’Artiglio in fiamme alla Fantascienza di Echo 931 fino alla notte più buia de La città che ride, il progetto sorride a tutti gli appassionati di Librogame e dintorni. Collana Trivio apre a questo mondo con l’intenzione di diventare un rifugio creativo per autori italiani affermati ed esordienti che vogliano cimentarsi nella creazione di storie interattive di ogni genere. Regolamenti diversi, ambientazioni diverse, diversi modi di interpretare il mondo del Librogame, per costruire un’offerta variegata e moderna che strizzi l’occhio al classici del passato senza timore di reinventarsi e sperimentare.

Per maggiori informazioni su Collana Trivio: collanatrivio.it   |  kickstarter.com/…/librigame-collana-trivio/

Lo Scarabocchiatore: Speciale Roberto Recchioni

Associazione Lo Scarabocchiatore presenta: Speciale Rivista Roberto Recchioni. Un volume meraviglioso a cui hanno partecipato autori eccellenti quali Gigi Cavenago, Paola Barbato, Lorenzo Barberis, Alessandro Di Nocera, Gigi Simeoni, Mauro Marcheselli, Sergio Gerasi, Leo Ortolani, Giulio Rincione – Batawp, Lorenzo Ceccotti, Pasquale Qualano e Giorgio Pontrelli. La consegna dei rispettivi pacchetti sara’ effettuata dopo l’evento di Lucca Comics & Games 2021.

Roberto Recchioni è la massima autorità vivente in fatto di fumetti, o almeno così racconta sua madre alle amiche. Personaggio accattivante e simpatico quanto un rumeno ubriaco, è attivo nell’ambito fumettistico fin dal 1993, quando a bordo del suo Malaguti scippò Andrea Pazienza, trascinandoselo dietro per una quindicina di metri prima di riuscire a fargli mollare le tavole del nuovo fumetto a cui stava lavorando. Fra i suoi numerosi lavori, ha scritto la sceneggiatura dei fumetti di Cronache del mondo emerso, tratti dall’omonima saga di Licia Troisi. Ha scritto personaggi iconici come Tex, Diabolik e Topolino e ha creato John Doe e Detective Dante (assieme a Lorenzo Bartoli), Battaglia, David Murphy: 911, e la serie di Orfani. Da alcuni anni è il direttore di Dylan Dog, la creatura di Tiziano Sclavi pubblicata dalla Sergio Bonelli Editore. Mater Morbi, Chambara – la via del samurai, Asso, Ammazzatine, Le Guerre di Pietro, Ucciderò ANCORA Billy the Kid, e Monolith, da cui è stato tratto recentemente un film, le sue graphic novel. Ha pubblicato i romanzi YA – La Battaglia di Campocarne (2016), seguita da Ya – L’ammazzadraghi (2017) con Mondadori e Ringo: alle armi per Multyplayer Edizioni. Nel 2018 esce con Feltrinelli comics La fine della ragione.

La rivista “Lo Scarabocchiatore” è un contenitore dedicato al mondo del fumetto che strizza l’occhio in modo particolare ai giovani autori, ma presenta anche interessanti interviste e approfondimenti di seguito riporto la presentazione della rivista buona lettura a tutti. L’idea progettuale nasce dalla  mente diabolica degli autori nel 30 dicembre 2016, che, dopo aver creato le Rubriche ed i Premi, hanno avuto la necessità di concentrare le loro passioni, per il Fumetto e soprattutto il supporto costante per gli Artisti in crescita, in una piattaforma. Questo progetto rispecchia tutto ciò che in lunghi anni di permanenza sul social, gli autori hanno tentato di esprimere attraverso i  post ed i  dialoghi intrapresi con migliaia e migliaia di “amici”.

PACCHETTO-A DELUXE LIMITED EDITION 100 COPIE NUMERATO DA COLLEZIONE CHE COMPRENDE:

1) Rivista Brossurata Fresata con Tre Cover 350gr. soft touch disegnate dai Fumettisti Giorgio Pontrelli, Giulio Rincione e dal Magister RRobe, le pagine interne sono da 170gr. opache.
2) Autografo a mano del Curatore di Dylan Dog Roberto Recchioni.
3) Tre stampe raffiguranti le Cover da 250gr. opache.
4) Tre Card, raffiguranti le Cover, in alluminio.
5) QUOTA DI ISCRIZIONE GRATUITA di € 20,00 per i nuovi tesserati.
Link per il preorder

🎁PACCHETTO-B REGULAR NUMERATO, ILLIMITATO DA COLLEZIONE CHE COMPRENDE:

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3) QUOTA DI ISCRIZIONE GRATUITA di € 20,00 per i nuovi tesserati.
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Lo Scarabocchiatore è orientata alla promozione della Nona Arte, ovvero, alla divulgazione del Fumetto, dell’Illustrazione ed è essenzialmente rivolta agli Artisti esordienti, con uno sguardo attento al settore professionistico, sia in Italia che all’estero. Un principio basato sulla sana passione, la solidarietà, l’unione e l’aggregazione, tra tutti gli appassionati, come mezzo di fruizione di un settore che rappresenta una delle primarie fonti della Cultura mondiale. L’omonima rivista è dedicata al mondo dell’Arte, del Fumetto e dell’illustrazione: all’interno sono presenti interviste, recensioni, news e rubriche sulle tecniche del disegno. Tanti ospiti d’eccezione da GIPI a Leo Ortolani, da Claudio Castellini a Claudio Villa per non parlare di un incredibile spazio dedicato esclusivamente agli artisti emergenti selezionati dalla stessa associazione.

Il Giappone secondo Star Wars

Con l’arrivo, su Disney+, della serie di cortometraggi “Star Wars Visions”, il grande pubblico di Guerre Stellari ha scoperto come i maestri dell’animazione giapponese abbiamo letto, vissuto e ricreato quella galassia lontana lontana creata più di 40 anni fa da George Lucas. I corti sono un notevole e appassionante tributo alla Saga realizzato da alcuni tra i più illustri registi e animatori del Sol Levante: pochi sanno che la stessa genesi di Star Wars prende spunto proprio dal Giappone e dagli stilemi classici del cinema, del mito e dell’iconografia nipponica.

George Lucas in “The Making of Star Wars” di J.W. Rinzler ha dichiarato:

“Star Wars è costruito su molte cose che sono venute prima. Questo film è una raccolta di sogni, usati come storia per creare un nuovo sogno”.

 

George Lucas non ha mai nascosto il suo amore per il maestro Akira Kurosawa e per il filone dei film sui samurai (“jidaigeki”) e non fu il solo: basti pensare a Sergio Leone e tutto il filone degli “spaghetti Western” (a cui lo stesso Lucas prende a piene mani ispirazioni tanto da definire la saga di Star Wars un western nello spazio). Sapevate che il leggendario “Per un pugno di dollari” è in realtà un remake di “La sfida del samurai” proprio del maestro Kurosawa?

A proposito di tentati remake, il grande creativo americano, per il primo capitolo della trilogia originale “Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza” si è lasciato moltissimo ispirare dal film “La fortezza nascosta” del 1958 quasi fosse, almeno nell’idea iniziale, un vero e proprio remake del film in chiave fantascientifica. George Lucas avrebbe affermato:

“La Fortezza Nascosta era un’influenza per Star Wars proprio dall’inizio. Stavo cercando una storia. Avevo alcune scene – la scena della cantina e della battaglia spaziale – ma non riuscivo a pensare ad una trama base. All’inizio, il film era una buona idea per la ricerca di una storia. Quindi ho pensato a La Fortezza Nascosta, che ho rivisto nel 1972 o 1973, e le prime trame erano molto simili a quella”.

Abbandonata l’idea del “rifacimento” verso una narrazione parallela originale, George Lucas avrebbe voluto lo stesso nel cast Toshirô Mifune al posto di Sir Alec Guiness nel ruolo iconico di Obi-Wan Kenobi: dopotutto, il leggendario attore del Sol Levante, è, nel film di Kurosawa, un vecchio maestro samurai che funge da guida ai protagonisti, esattamente come il Maestro Jedi avrebbe guidato Luke nella sua ascesa nella Forza. Lo stesso Lucas avrebbe dichiarato:

“Stavo per usare Toshiro Mifune; abbiamo anche fatto un’indagine preliminare. Se avessi ottenuto Mifune, avrei usato anche una principessa giapponese, e poi probabilmente avrei scelto un Han Solo nero”.

I samurai, così come i Jedi erano parte di un’istituzione enorme eppure il rapporto tra maestro (senpai) e discepolo (kohai) era di fondamentale importanza così come in Star Wars il rapporto tra il Cavaliere e il proprio Padawan, basti citare la diade Obi-Wan e Anakin Skywalker a Luke Skywalker e Rey oppure, nel Lato Oscuro, quella tra Darth Sidious e Darth Maul, Darth Tyranus e, alfine, Darth Vader. Non possiamo non citare anche i classici samurai senza padrone, conosciuti come Ronin: lupi solitari che ricordano molto il personaggio di Boba Fett, introdotto nello Star Wars Holiday Special (1978) e soprannominato “samurai cattivo” dallo scrittore di Star Wars: L’Impero Colpisce Ancora (1980), Lawrence Kasdan.

Nick Jamilla, kendok , aikidoka e autore del libro “Sword Fighting in the Star Wars Universe: Historical Origins, Style and Philosophy” ha dichiarato:

 “…è possibile trovare elementi della lotta pragmatica sia nella cultura occidentale della spada che in quella giapponese, le due più grandi influenze sui Jedi di Star Wars – il concetto di cavalleria, l’etica fondamentalmente cristiana dei guerrieri occidentali, e il bushido, l’etica samurai che faceva dell’onore il più importante dovere sociale”.

La stessa uniforme dei Cavalieri Jedi ricorda moltissimo abbigliamento tipico dei maestri del Sol Levante; per non parlare ovviamente dell’elmo di Darth Vader e la sua somiglianza con l’elmo da Samurai Kabuto (in particolare quello Date Masamune). Le stesse “light saber” sono un rimando immediato al concetto di Katane, sia esteticamente sia per il “modo” in cui Sith e Jedi si sfidano nello spazio. Per sua stessa ammissione Nick Gillard, coordinatore degli stunt per il famoso duello tra  Darth Vader e Obi Wan Kenobi nell’Episiodio IV, si è ispirato al kendo  per la costruzione dei combattimenti in scena, sebbene negli episodi prequel il concetto di duello kenshi sia stato in gran parte soppiantato da una “danza coreografica” più spettacolare ma sicuramente meno “saggia”.

Tornando alle influenze cinematografiche con Akira Kurosawa, la stessa parola “Jedi” potrebbe derivare dal termine giapponese “Jidaigeki” che viene tradotto come “genere drammatico”, il genere della quale il maestro era famoso. Più probabilmente invece il termine viene dal romanzo Dune di Frank Herbert e più precisamente dal nome del pianeta Giedi Primo, la patria della Casa Harkonnen, nemici giurati della Casa Atreides.

I due contadini imbranati, perno della narrazione del film giapponese, sono diventati le icone della cultura pop C-3PO e R2-D2: entrambe le coppie saranno gli artefici, loro malgrado, della risoluzione della trama e del salvataggio della rispettiva Principessa in difficoltà. George Lucas avrebbe dichiarato nel 2001:

“La cosa che mi ha realmente colpito de “La Fortezza Nascosta” era il fatto che la storia era raccontata dalla prospettiva di due personaggi minori. Decisi che poteva essere un bel modo di raccontare la storia di Star Wars, che era prendere i due personaggi minori, come ha fatto Kurosawa, e raccontare la storia dal loro punto di vista, che nel caso di Star Wars sono i due droidi”.

Più recentemente, sempre da “La fortezza nascosta”, si ritrova la citazione di “Star Wars Episodio I – La minaccia Fantasma” nello scambio di “regine” tra Padmé la sua ancella.

Tornato al primo/quarto capitolo della saga, la celebre Cantina di Mos Eisley (e la baruffa al suo interno) è una citazione del film “La sfida del samurai” mentre l’iconica scena di Luke che osserva i due soli di Tatooine davanti alla fattoria degli zii è tratta dalla pellicola “Dersu Uzala”. Sempre da questo film vediamo l’avventura del protagonista nel deserto Siberiano, simile all’avventura di Luke nel pianeta ghiacciato di Hoth.

Lo stesso nome del Maestro Yoda potrebbe derivare dalla parola giapponese “Yoda” può essere tradotto con i verbi incoraggiare, far riemergere, sviluppare o accrescere; tutti verbi perfetti per descrivere un antico maestro che insegna le vie della forza ai giovani Padawan.

L’influenza del Maestro Kurosawa e della cinematografia del Sol Levante su Star Wars continua ancora oggi: oltre che il già citato “Star Wars Visions”, realizzato appositamente,  basti pensare all’epopea televisiva di  The Mandalorian (2019) scritto e diretto da Dave Filoni che prende a piena mani dall’iconografia del film Shogun il giustiziere (1972, Shogun Assassin, LoneWolf and Cub: Sword of Vengeance).

Star Wars Visions, lo abbiamo detto più volte è la massima espressione di questo “incontro culturale” che ha influenzato, da oltre quarant’anni, milioni di fan in tutto il mondo. Per questo motivo vi lasciamo con le parole di James Waugh, Vice President, Franchise Content and Strategy at Lucasfilm, che commenta la genesi di questa serie di cortometraggi rileggendo il concetto di “ispirazione” in chiave più moderna”:

“Credo che gli anime siano stati una grande influenza sullo staff creative di George Lucas in ogni media, quell’impostazione artistica e cinematografia ci ha ispirati per molto tempo e abbiamo sempre saputo che avremmo volute unire Star Wars e i narratori del Giappone e dell’animazione. L’unico ostacolo era decidere quale fosse l’approccio migliore per permettere a questi creativi di fare quello che fanno meglio, di permettergli di esplorare il potenziale immaginifico della saga senza subirne le aspettative legate al suo cuore principale. Il nostro molto è andato molto avanti nel frattempo, Disney+ è diventata un’opzione e un luogo perfetto per veicolare nuove storie. Kathy Kennedy è stata la persona che ha seguito l’operazione: aveva lavorato con Miyazaki, adorava il lavoro che arrivava dal Giappone, e ha iniziato rapidamente a fare riunioni con gli studi che ci piacevano di più, trovando incredibili fan di Star Wars, una grande passione, entusiasmo e grandi idee. Al punto che ci è stato difficile scegliere, al cospetto di tante grandi e inaspettate storie e punti di vista sul mondo di Star Wars. È allora che abbiamo capito il vero potenziale di Disney+, che ci ha permesso di andare oltre i formati tradizionali e realizzare qualcosa di antologico, che proponesse uno spettro di toni e stili che vengono dal Giappone. Tutta l’azienda desiderava farlo da tempo, ma è Kathy ad aver dato il definitivo OK per iniziare il processo”.

Maria & la Bambola di Osamu Tezuka

“Maria & la Bambola” è una delle opere più originali e sorprendenti del genio di Osamu Tezuka, che qui sfrutta le proprie conoscenze di medicina per dare origine a un nuovo sottogenere del manga, il seikyoiku, coniugando divulgazione e intrattenimento sul delicato tema dell’educazione sessuale.

 

Tutti gli dicono che è impossibile, ma Yakeppachi, il teppista più tosto della sua scuola, è convinto… di essere incinto. E in effetti qualcosa di strano, al suo corpo, sta succedendo: è così che nasce Maria, un essere misterioso che diventa l’alter ego del ragazzo, un’amica inseparabile e presto qualcosa di più. Insieme, i due affronteranno le sfide più ardue dell’adolescenza, più altre che Osamu Tezuka lancia contro i due protagonisti per sfatare i tabù che circondano i rapporti tra maschi e femmine.

 

 

Come sempre, il Dio del Manga dimostra di non voler sottovalutare l’intelligenza dei suoi lettori più giovani, imbastendo al tempo stesso una storia che sa essere esilarante quanto toccante.

Actraiser Renaissance

Square Enix ha annunciato che Actraiser Renaissance, la versione rimasterizzata del gioco classico d’azione, platform, simulazione e costruzione di città in 2D, è ora disponibile sulle piattaforme moderne, tra cui Nintendo Switch, PlayStation 4, PC (STEAM) e dispositivi mobile. Actraiser Renaissance offre una meravigliosa grafica rimasterizzata in HD e varie migliorie generali sia per i fan dell’originale che per una nuova generazione di giocatori.

Actraiser Renaissance combina azione e platform in 2D con simulazione e costruzione di città. Aiuta l’umanità a prosperare nei panni del Lord of Light e del suo leale angelo in un mondo tormentato dal male. Usa i tuoi poteri miracolosi per evocare fulmini e provocare terremoti con cui eliminare ostacoli che impediscono la crescita della tua civiltà. Esplora un nuovo mondo vasto, costruisci e proteggi i tuoi insediamenti con il prodigioso arco dell’angelo, che farà retrocedere i malvagi mostri che minacciano la tua gente.

Actraiser Renaissance | Launch Trailer

Include le seguenti novità:

  • Grafica rimasterizzata in HD dei personaggi, della mappa, dei mostri e delle aree e gli effetti di battaglia.
  • Nuovi segmenti ridisegnati nella simulazione di costruzione delle città, tra cui una nuova regione e delle fasi di sviluppo delle città.
  • Nuove magie, tra cui quelle di fuoco, di gelo e di altri elementi magici nei livelli d’azione in 2D.
  • Possibilità di schivare e attaccare muovendosi verso l’alto e il basso per rendere l’azione del gioco più dinamica.
  • Nuova funzione di strategia in tempo reale: Settlement Siege.
  • Colonna sonora originale rimasterizzata con 15 nuovi brani.
  • Possibilità di scelta tra la colonna sonora originale e le nuove versioni rimasterizzate dal compositore originale Yuzo Koshiro.
  • Nuove opzioni di salvataggio automatico e livelli di difficoltà.

Per festeggiare il 30° anniversario dell’uscita dell’originale, chi acquisterà il gioco prima del 1° novembre 2021* su Nintendo eShop, il sito web di Nintendo o STEAM® riceverà un bonus per l’acquisto iniziale che include uno sfondo e una mini-colonna sonora con cinque brani del gioco. Oltre alla mini-colonna sonora, chi acquisterà il gioco su PlayStation prima del 1° novembre 2021* riceverà un tema originale per PS4 con della musica di sottofondo.

Actraiser Renaissance è ora disponibile in formato digitale per Nintendo Switch, PlayStation 4, PC (STEAM) e dispositivi iOS e Android. Per maggiori informazioni, visita: square-enix-games.com/en_GB/news

Kya: la passione infinita!

Con l’obiettivo di ripercorre insieme la “nascita del cosplay in Italia”, vi presentiamo Kya, una talentuosa cosplayer attiva dal 2000.  Appassionata di anime/manga (in particolar modo Trigun, Sailor Moon, One Piece, Slayers e Lupin III) Kya è un amante dei gatti edel gelato, appassionata di fotografia, letteratura, cucina e, ovviamente di cuito e, in generale, di  tutto quello che è creativo.

Quando è stata esattamente la prima volta che hai deciso di creare un Cosplay?

Nel 1999. Un paio di anni prima avevo cominciato a frequentare le fiere del fumetto e avevo notato ragazzi vestiti dai personaggi di anime/manga. La cosa mi piacque e complice l’uscita di Trigun, serie che amo, decisi di farlo anche io. Cartoomics 2000 è stata la mia  fiera in cosplay. All’inizio non sapevo che questa cosa avesse un nome. Scoprii molti anni dopo che si chiamava cosplay

Come hai vissuto, in prima persona, la “nascita del cosplay” in Italia?

Quando ho cominciato eravamo davvero molto pochi e non proprio ben visti soprattutto dagli espositori che non capivano molto bene la nostra presenza. Ricordo le difficoltà di reperire i materiali, immagini e soprattutto le parrucche! Alle fiere non c’erano i camerini e ci si cambiava o nei bagni, oppure in angolini appartati. Anche il palco a volte non c’era, oppure lo spazio per le gare era rilegato in ambienti davvero piccoli (chi ricorda la gara di una Cartoomics nel vano sottoscala?  XD), magari con solo un pezzo di panno colorato a terra per limitare l’area “palco” o con un microfono da passare a 50 persone. Nonostante questo l’atmosfera era sempre positiva, chiacchieravi con gente mai vista prima come faresti con amici di lunga data. Questa cosa confesso che mi manca molto.

Facevi parte delle community / associazioni storiche del cosplay? se si quale?

Bazzicavo saltuariamente nel forum di Anaco, ma non sono mai stata molto social, quindi non partecipavo molto attivamente

A quali eventi “hai dato vita” nella tua carriera storica nel Cosplay italiano?

Principalmente fiere in Lombardia, quindi Fumettoli, Cartoomics,  Comiconvention, Novegro. Al di fuori Lucca.

Oggi, prendi parte a tanti eventi? Se “si”, quale di questi preferisci?

Sì anche se molto pochi rispetto al passato. Tappa fissa sono Novegro, Cartoomics e Lucca. A volte provo ad andare ad altri eventi anche se è molto raro (questo non perchè non mi interessano ma perchè son troppo distanti).

Quali cosplay hai realizzato fino ad ora?

In ordine causeale: Trigun (Mery e Milly), Master Mosquiton (Yuki sia adulta che bambina), Ranma (ranama sia lui che lei, Anake, Shampoo), Chobits  (Kotoko e Chii), Megamen NT Warriosr (Meulu), KOF (Yuki e Athena), Disgaea (Samurai/Ronin), Le chavalier D’Eon (Lia e D’eon),Monochrome factor (Lulu), Fullmetal alchemist (due versioni di Winry e Envy), One Piece (diverse versioni di Nami), Saiyuki (Sanzo, Lirin, Gyokumen, Kanzeon, Houran), Princess tutu (due verisoni di Ahiru e Rue), Hunter x Hunter (Kurapika varie versioni ), Principessa dai capelli blu (Lucilla),Robin hood (Robin e Marian), Evangelion (due versioni di Asuka), Naruto (Tenten), Sailor moon (Minako), Denny phantom (Denny), Ben 10 (Lucky girl), Matantei Loki ragnarok (Loki e Verdandi e Mayura), Yu-gi-oh! (Kirasa, Joey, Bakura), Yami no matsuei (Kisoka e Suzaku), Cardcaptor sakura (Sakura), Sakura taisen (Sakura), Chtulu chronicle Erz),  Fairy tail (Lucy), K-on (Mio), Lupin III (Fujiko),Gentlemen bastards (Sabetha), Pandora hearts (Alice e Lotti ), Ragnarok oneline (Alicel), Tsubasa chronicle (Fai), Vocaloid (Len), Digimon (Sora), Slayers (Xellos), Dragon Ball (Bulma e Chichi),  vari original

A quale cosplay che hai realizzato sei più legata/a?

Sicuramente Meryl, mio primo cosplay, poi Lia e Kurapika anche se ognuno di loro è comunque legato a ricordi

Per quanto riguarda i vestiti e gli accessori che servono per creare o quanto meno rendere più credibile il personaggio in cui ci si vuole immedesimare, preferisci crearli o acquistarli?

Preferisco farli, uno perchè è una parte del cosplay che mi piace molto, due perchè tendo a scegliere personaggi di serie poco famosi, quindi impossibile reperire online il costume già fatto. Inoltre sono molto pignola, quindi tutto deve essere fatto come dico io. Per accessori particolarmente complicati mi affido a terzi.

Secondo te come si diventa dei bravi Cosplayer? Ci sono persone nel settore o anche modelli a cui ti sei ispirata?

Non mi sono ispirata a nessuno anche perchè quando ho cominciato non c’erano molti siti o riviste che parlassero di questo hobby. Quindi ho fatto da me. Bravi cosplayer … penso che il bravo cosplayer sia quello che riesce a rendere “reale” il personaggio che interpreta. Non importa se indossa un’armatura super elaborata o maglietta e calzoncini. Quando lo guardi e pensi “cavolo è proprio lui!”, ecco per me quello è un bravo coslayer.

Ultimamente si parla molto degli original, qual è la tua esperienza?

Io ho cominciato a fare original quando nell’ambiente venivano considerati “non cosplay” in quanto non legati a qualcosa di esistente. Trovo che sia bello poter dare libero sfogo alla propria fantasia creandosi un personaggio tutto tuo. Concordo però sul fatto che un original deve essere qualcosa con un senso, una storia,  un minimo di background. Mettersi addosso due cose prese a caso, ecco quello per me non è un original.

Secondo il tuo giudizio “storico” come si è evoluto il cosplay negli ultimi anni?

In bene e in male. Se da una parte ha portato una maggiore facilità nel reperire i materiali, ha introdotto nuove tecniche e sono aumentati esponenzialmente gli eventi, dall’altro ha attirato molte persone nella speranza di diventare “famose” come era successo ad alcuni cosplayer e questo a mio avviso ha contribuito in parte a rendere tossico l’ambiente.

Basandoti sulle tue esperienze, si può parlare oggi di “Industria” legata ai Cosplay?

Bè sì, con l’aumentare della richiesta sono nate moltissime attività commerciali legate al cosplay, trucco, parrucco e abiti. Senza contare che molti cosplayer ne hanno fatto un vero e proprio lavoro, creando abiti e accessori su commissione.

Come si “connette” la tua creatività Cosplay nella tua vita sociale, privata e professionale?

Tralasciando le amicizie, professionalmente non ho nessuno tipo di “aggancio” con questo mondo

Non trovi stressante a volte di imbatterti in persone che ti criticano per il modo in cui fai Cosplay?

Si è capitato, ma non ci bado molto. È un hobby che mi piace e mi ha dato soddisfazioni. Se agli altri non piace o lo ritengono una perdita di tempo, affari loro

Secondo te che impatto hanno avuto i social network e dello streaming nella diffusione del cosplay?

Enorme. Se prima eravamo quattro gatti, al giorno d’oggi la community è cresciuta esponenzialmente anche e soprattutto grazie al poter condividere i propri lavori, incuriosendo magari chi non ne era a conoscenza e aiutando con tutorial e affini chi è alle prime armi.

Come esprimi oggi la tua creatività? Sei ancora una cosplayer o ti sei dedicata ad altre espressioni artistiche?

Ancora cosplayer anche se come dicevo a causa di mancanza di tempo ho dovuto ridurre drasticamente.  Per il resto mi piace creare. Realizzo abiti da indossare tutti i giorni e a tempo perso mi piace la fotografia e cucinare/decorare dolci

Hai qualche aneddoto particolare che ti è successo in ambito cosplay che vuoi raccontarci?

Ce ne sarebbero troppi, sia super divertenti che traumatici. Tralasciando la innumerevoli volte in cui il mio personaggio è stato scambiato per un altro, ho dei bellissimi ricordi legati ad alcuni gruppi che ho fatto, in particolare quello di Fullmetal Alchemist con i Cosplayers Within , Saiyuki col mio gruppo cosplay e Ragnarok Online fatto con due miei cari amici e portato al Japan Expo di Parigi. Oltre ovviamente a tutte le avventure vissute col mio gruppettino cosplay

Ci sono dei consigli che vuoi dare a coloro che vogliono provare a diventare Cosplayer?

Divertitevi! Il cosplay deve essere prima di tutto divertimento. Se siete alle prime armi scegliete qualcosa di semplice e non scoraggiatevi se le prima volta il risultato non è quello che vi aspettavate. E soprattutto scegliete personaggio che vi piacciono o che vi hanno colpito. Avere un feeling col personaggio che stai portando vi darà una spinta in più

Per approfondire la creatività di Kya, vi invitiamo a visitare il suo Profilo Instagram o di esplorare il suo Portfolio su Deviantart.

Space Festival – Gioco, Scienza, Fantascienza

Lo Space Festival, quattro giorni di conferenze con astronauti e astrofisici, lavoratori, show di realtà virtuali, mostre stellari e cene stellate. Sei pronto a partire?  Dal 30 settembre al 3 ottobre a Torino ci saranno infatti laboratori, conferenze, proiezioni di film, presentazioni di libri, esposizioni di prototipi e aeromodelli, mostre fotografiche e molto altro per conoscere tutto sulla nostra galassia, delle aziende che ne studiano i punti più remoti e si attrezzano per raggiungerli.  “Space Festival – Gioco, Scienza, Fantascienza” il primo evento del settore realizzato in Italia in chiave entertainment per divulgare al vasto pubblico tutta la storia, le curiosità e le notizie più aggiornate di un mondo ancora poco conosciuto ma sempre più vicino che affascina, stupisce e meraviglia.

Ideatore e direttore artistico dell’innovativo format, che ha ricevuto il patrocinio del Comune di Torino e della Regione Piemonte, è Marco Berry, conduttore, attore, autore, divulgatore e illusionista, nato sotto la Mole e da sempre appassionato di spazio, fin da quando da bambino sognava di fare l’astronauta.

La mia passione per lo spazio nasce dalla curiosità e dalla meraviglia che rappresenta questa realtà remota e con questo evento vorrei far condividere e provare al maggior numero di persone, dai più piccoli agli appassionati, quello che provo io quando penso allo spazio, facendolo raccontare e descrivere con un linguaggio divulgativo direttamente dai protagonisti che ogni giorno lo vivono. Non esisteva ancora un festival rivolto alle famiglie e al grande pubblico che rendesse fruibile sotto forma di spettacolarizzazione quello che rappresenta lo spazio da tutti i punti di vista, non solo quello della tecnologia. E non potevo che esordire da Torino, città che più di tutte unisce un ecosistema di aziende e poli di ricerca sull’aerospazio tra i più importanti al mondo, capace di affermarsi a livello internazionale come principale player nella progettazione e costruzione di tutto ciò che orbita intorno al nostro pianeta”.

Due gli organizzatori e promotori dello Space Festival: la Marco Berry Onlus – Magic for Children,  fondata nel 2011 da un gruppo di amici con l’unico e preciso scopo di aiutare i bambini e in particolare di raccogliere fondi per progetti di inclusione e avvicinamento all’attività sportiva di minori con difficoltà fisiche e mentali, e Creostudios Spa, una della agenzie di comunicazione più virtuose nel panorama italiano, impegnata quotidianamente nella promozione e nella realizzazione di progetti per lo sviluppo sostenibile della società e dell’ambiente.

L’evento è articolato in quattro giorni e si svolgerà in diversi luoghi della città, sia all’aperto, in strade, piazze e parchi, sia in alcune location – nel rispetto delle regole vigenti in tema di sicurezza per la salute pubblica – come teatri, cinema, scuole e università, edifici storici e aziende, che ospiteranno momenti di incontro e approfondimento sulla storia dei viaggi dell’uomo nello spazio e sulla tecnologia che ha permesso tali conquiste tenuti da astronauti come Maurizio Cheli e Franco Malerba, astrofisici come Roberto Battiston, già presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, scrittori ed esperti, proiezioni di video, film e documentari, laboratori per scoprire per esempio come si costruisce un aereo, show di artisti vari e giochi con l’ausilio della realtà virtuale, droni, simulatori di volo e maschere 3D per l’intrattenimento dei bambini e delle loro famiglie, mostre fotografiche, presentazioni di libri ed esposizioni di prototipi, aeromodelli, moduli spaziali del passato, del presente e del futuro.

Tra gli eventi, anche il «dietro le quinte» dell’Altec, l’Aerospace Logistics Technology Engineering Company, centro di eccellenza italiano a supporto delle operazioni e dell’operatività della Stazione Spaziale Internazionale e dello sviluppo e realizzazione delle missioni di esplorazione planetaria. L’attività, come ricorda il presidente Massimo Grimaldi per scoprire i segreti della corsa allo spazio.

Per tutti gli appassionati di Star Wars, sabato 2 ottobre 2021, ritorna Guerre Stellari al Cinema in versione originale 35mm, con una proiezione esclusiva e, nel weekend, saranno presenti i “ragazzi stellari” della 501st Italica Garrison, la Rebel Legion Italian Base Ori’Cetar Clan – Italy Mandalorian Mercs, gli unici gruppi di costuming Star Wars ufficialmente riconosciuti da LucasFilm insieme ai “cadetti” della Galactic Academy Varykino Campus Italia.

Per info: facebook.com/Space-Festival   |  spacefestival.it

Arianna Palumbo “Demon Cosplay”: creatività divina

Siamo nel 2019. Fino ad allora l’illustratrice freelance Arianna Palumbo aveva sempre frequentato le fiere in borghese, provando una ammirazione speciale verso i cosplayer, in particolare quelli dei suoi idoli: i Cavalieri dello Zodiaco. Dopo averli rincorsi ripetutamente per scattare delle foto con loro, l’idea folle di emularli la spinge a guardare decine di tutorial, e nell’arco di un mese si fa viva sulla pagina fb “Saint Seya Italian Cosplay” presentando il suo progetto, Gemini, che vedrà la luce sei mesi dopo in occasione del Romics e poi a Lucca.

Subito dopo viene contattata dalla manager del gruppo metal “Trick or Treat”. La band sta creando un album dedicato a Saint Seiya, e vorrebbe che lei comparisse nel loro video. Inizia così l’incredibile esperienza della due giorni di riprese a Modena, con un regista professionista, la band, e i due compagni cosplayer Maurizio Akira (Aries) e Lucrezia Peron (Athena). L’esperienza la tocca nel profondo, al punto che parte la decisione di creare una seconda armatura, stavolta però sperimentando materiali totalmente differenti. Inizia la creazione di Hades.

Scoppia la pandemia. Hades rallenta, tanto c’è tempo. Tra rewatch di vecchi anime e la scoperta di nuovi per passare il fin troppo tempo libero, comincia a lavorare su Inuyasha e poi, come un colpo di fulmine, arriva il secondo amore dopo Saint Seiya: The Seven Deadly Sins. Parte l’idea del cosplay di Meliodas, poi la sfida: “Se ti piace tanto l’assault mode perché non fai quella versione?“; “Perché è a torso nudo e io sono una ragazza“; “Bene, ti piacciono le sfide, no? Trova il modo“. Altri tutorial, altre sperimentazioni… Si impara un pò di make-up, si impara a cucire, si impara ad usare saldatore e trapano, si provano le resine epossidiche e le gomme siliconiche, ed infine si impara ad acconciare parrucche. Presa dall’euforia del cosmaker finisce per creare quattro versioni diverse di Meliodas.

Siamo al 2021. Ora che ha diversi cosplay è ora di trovarsi un nome da cosplayer e creare una pagina dedicata, e soprattutto separata da quella delle fanart. Detto fatto. Tutti i personaggi da lei scelti sono quelli che ama di più, e in un modo o nell’altro hanno delle caratteristiche comuni: sono cattivi ma non lo sono davvero, e sono tutti demoni per razza o per definizione. Nasce “Demon Cosplay”.

Arianna ha iniziato a fare cosplay molto tardi, pensando che fosse troppo vecchia per questa avventura: niente di più sbagliato, perché il cosplay non ha età. Si è sempre ritenuta piena di difetti, scappava davanti alle macchine fotografiche perché decisamente non fotogenica. Non ha cambiato idea, ma ora non ha più paura perché la voglia di divertirsi supera qualsiasi altro pregiudizio. Negli ultimi tre anni ha scovato tanti nuovi amici, che puntualmente non vede l’ora di rivedere.

Demon Cosplay vorrebbe partecipare a tutti gli eventi. Se potesse si sdoppierebbe per partecipare anche quando le date si accavallano. Qualcuno ha provato a commissionarle un’armatura, ma lei non si sente ancora pronta per realizzare una cosa così impegnativa per qualcun altro. Accetta solo piccole commissioni compatibilmente con gli impegni di lavoro, che non è legato al mondo cosplay. Per il resto chiunque sia in cerca di consigli troverà sempre una porta aperta.

Per sua fortuna tutte le persone che per lei contano almeno un pò la appoggiano e la spronano in tutto ciò che fa. A volte le è capitato che qualcuno criticasse la sua statura o la sua faccia, perlopiù sconosciuti sul web, e per quanto la cosa l’abbia irritata è stato al pari di una folata di vento fastidioso. Alcune reinterpretazioni di personaggi le fanno storcere un pò il naso, perché fondamentalmente preferisce siano il più possibile uguali all’originale, ma alla fine ritiene che ciascuno debba fare ciò che più gli piace. Non disdegna gli original quando il lavoro fatto è degno di attenzione, ma ritiene vadano valutati in una categoria a sé stante in un contest. Del resto è quel che succede nel mondo dello sport quando si introduce una nuova disciplina. Ritiene che il web abbia trasformato il mondo cosplay in un vero e proprio fenomeno sociale, per quanto ancora relegato a una fascia ristretta.

“Quando i giornalisti smetteranno di presentarci come quelli che si travestono da cartoni animati, che per quanto corretto nasconde una sottile presa in giro, non sarà mai troppo tardi”.

Oltre al cosplay esprime la sua creatività principalmente nel disegno, digitale e tradizionale, dedicato agli anime, alla ritrattistica e al mondo dei supereroi. Si diletta anche in qualunque forma d’arte che attiri la sua attenzione, purché ci sia qualcosa di nuovo da imparare e la cosa la diverta. E’ stata agonista sportiva per molti anni nel mondo del karate, sia come atleta che come insegnante. Non pretende di diventare famosa, la cosa non le interessa. Vuole semplicemente divertirsi assieme a quelli che condividono la sua passione il più a lungo possibile.

Il consiglio che si sente di dare a chi voglia provare a fare il cosplayer è:

“Non vi ponete alcun limite”.

La foto di copertina è stata scattata da Matias Medero. 

Per conoscere al meglio la creatività di Arianna vi consigliamo di cliccare sui suoi profili:

Complimenti! Questo è il decimillesimo articolo su Satyrnet!

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