Alla scoperta del Wabi-Sabi: Il Fascino dell’Imperfezione

Dopo aver parlato un po’ dell’ Ikigai, oggi voglio affrontare con voi un altro principio della cultura Giapponese: il Wabi-Sabi. Un principio che, in tempi come quelli che corrono, potrà aiutare molte persone a fermarsi un attimo e capire che la vera essenza dell’esistenza non deve essere la ricerca della perfezione. Anzi, forse è proprio il momento che si scopra il Wabi-Sabi e la bellezza dell’imperfezione.

Il mondo contemporaneo è un luogo in cui l’attenzione è spesso focalizzata sull’aspetto perfetto e impeccabile delle cose. Tuttavia, c’è una filosofia giapponese antica chiamata Wabi-Sabi che celebra l’opposto: l’arte dell’apprezzare l’imperfezione, la semplicità e la bellezza nella natura e nella vita quotidiana. In questo articolo, esploreremo il concetto affascinante del Wabi-Sabi, il suo significato e l’influenza che ha avuto sulla cultura, sull’arte e persino sul design moderno. Inoltre, scopriremo come incorporare il Wabi-Sabi nelle nostre vite e nelle nostre case.

Origini del Wabi-Sabi

Il termine “Wabi-Sabi” è una combinazione di due parole giapponesi: “Wabi” e “Sabi.” “Wabi” si riferisce alla semplicità, alla modestia e all’austerità, mentre “Sabi” è legato alla bellezza che si trova nell’invecchiamento, nella decadenza e nella patina del tempo. Questo concetto ha radici profonde nella cultura giapponese, risalendo al XIV secolo, quando venne associato al buddismo zen.

Il Wabi-Sabi era inizialmente legato al rafforzamento della spiritualità e dell’illuminazione, incoraggiando le persone a rinunciare all’attaccamento alle cose materiali e a trovare la bellezza nella natura e nell’essenzialità della vita. Nel tempo, questa filosofia ha trovato espressione non solo nell’arte e nella cultura giapponese, ma anche nell’architettura e nel design.

I Principi del Wabi-Sabi

Il Wabi-Sabi abbraccia diversi principi fondamentali che guidano la sua interpretazione:

  1. Semplicità: Il Wabi-Sabi celebra la semplicità e la modestia. Gli oggetti o gli ambienti Wabi-Sabi sono privi di ornamenti superflui e lussi.
  2. Natura: La bellezza della natura è centrale nel Wabi-Sabi. Si ritiene che le imperfezioni naturali, come le rughe sul viso di una persona anziana o le crepe in una ceramica, siano espressioni della bellezza intrinseca del tempo.
  3. Imperfezione: L’arte del Wabi-Sabi valorizza l’imperfezione. Gli oggetti e gli ambienti Wabi-Sabi possono presentare difetti o usura, ma questo li rende unici e attraenti.
  4. Modestia: La modestia è una qualità chiave del Wabi-Sabi. La filosofia incoraggia le persone a evitare l’ostentazione e a cercare la bellezza nella semplicità.
  5. Serenità: La serenità è un elemento essenziale del Wabi-Sabi. Gli ambienti e gli oggetti che seguono questa filosofia creano una sensazione di calma e tranquillità.

Wabi-Sabi nell’Arte e nella Cultura Giapponese

Il Wabi-Sabi è stato una fonte di ispirazione in molte forme d’arte giapponesi, inclusi la ceramica, la pittura, la poesia e la giardinaggio. Ad esempio, la ceramica giapponese condivide spesso le caratteristiche del Wabi-Sabi, con le sue forme semplici e le superfici irregolari che mostrano l’influenza del tempo e della mano umana.

Nella poesia giapponese, come l’Haiku, è possibile trovare il Wabi-Sabi nei versi che catturano momenti effimeri di bellezza nella natura o nella vita quotidiana. Questi versi spesso enfatizzano l’importanza della modestia e della semplicità.

Nei giardini giapponesi, il Wabi-Sabi è evidente nella disposizione naturale delle pietre, dei rami e delle piante, creando uno spazio armonioso che riflette la bellezza della natura in tutte le sue forme, comprese le imperfezioni.

Wabi-Sabi nel Design Moderno

Negli ultimi anni, il Wabi-Sabi ha guadagnato popolarità anche fuori dal Giappone, influenzando il design d’interni e l’architettura. Molte persone in tutto il mondo sono state attratte dalla filosofia del Wabi-Sabi, poiché offre un contrappeso benvenuto all’iper-produzione e alla perfezione industriale.

Nel design d’interni, il Wabi-Sabi si manifesta attraverso l’uso di materiali grezzi e naturali, come il legno non trattato e il metallo arrugginito. Gli oggetti d’arredamento sono spesso scelti per la loro semplicità e la loro storia. Gli interni seguono il principio della “menomazione,” che consiste nell’eliminare gli elementi non essenziali per creare un senso di calma e spazio.

Come Incorporare il Wabi-Sabi nella Vita di Tutti i Giorni

Mentre il Wabi-Sabi può sembrare un concetto lontano dalle nostre vite quotidiane, è possibile incorporarlo in modi pratici:

  1. Semplifica la tua casa: Riduci il disordine e l’accumulo di oggetti superflui. Scegli arredi e decorazioni che riflettano la semplicità e l’usura del tempo.
  2. Fai esperienza della natura: Trascorri del tempo all’aperto, osservando la bellezza della natura in tutte le sue forme, imperfezioni comprese.
  3. Coltiva la gratitudine: Impegnati a riconoscere e apprezzare la bellezza nelle cose semplici e quotidiane.
  4. Pratica la meditazione: Il Wabi-Sabi è anche una filosofia di vita. La meditazione può aiutarti a trovare la serenità e a vivere nel momento presente.

In Conclusione

Il Wabi-Sabi è molto più di una semplice estetica; è una filosofia che ci invita a rallentare, ad abbracciare l’imperfezione e a scoprire la bellezza nella semplicità. Questa antica tradizione giapponese ha ispirato molte persone in tutto il mondo a cercare una vita più autentica e significativa, lontano dalla frenesia e dall’iperconsumo. Incorporare il Wabi-Sabi nella tua vita può portare un senso di calma e gratitudine, rendendo ogni giorno un’opportunità per scoprire la bellezza nella sua forma più autentica.

Diritti, ultima frontiera – tre appuntamenti in mediateca

Dopo il successone della serata del 30 maggio dedicata a Star Trek e la visione dei diritti civili e sociali (di cui c’è un resoconto nel  sito della UAAR di Pordenone scritto da Dario Zanette e la registrazione video sul canale YouTube), abbiamo pensato di organizzare  “Diritti – Ultima Frontiera“; un ciclo di conferenze per parlare degli episodi della saga che trattano i temi che ci sono cari.

Ad ogni convegno, ci sarà un commento di ospiti dello Star Trek Italian Club “Alberto Lisiero” e di qualche persona che sul territorio si occupa del particolare tema, perché, ricordiamocelo, il punto importante è di fare in modo che i diritti non siano solo fantascienza (a proposito, è aperta la campagna di adesione per il 2024!).

I primi tre appuntamenti di Diritti – Ultima Frontiera saranno:

Mercoledì 18 ottobre, ore 19.10

Episodio 1: Razzismo

Con il commento di:
Luigina Perosa, attivista della Rete Solidale Pordenone e dell’Associazione Immigrati di Pordenone
Patrizia Guglielmini, Star Trek Italian Club

Mercoledì 8 novembre, ore 19.15

Episodio 2: Medicina ed etica

Con il commento di:
Chiara Lestuzzi, cardio-oncologa
Claudio Sonego, Star Trek Italian Club

Mercoledì 29 novembre, ore 19.15

Episodio 3: Fine vita / Eutanasia

Con il commento di:
Elisabetta Borlina, Cellula Coscioni Pordenone
Nicola Vianello, Star Trek Italian Club

Tutti gli incontri si terranno presso la Mediateca di Cinemazero (via Mazzini 3, Palazzo Badini).

Se l’iniziativa avrà successo, abbiamo in serbo altri episodi da usare come pretesto e spunto di discussione, a partire da gennaio.

Fate girare la voce, e venite!

Loris Tissino
Circolo Uaar di Pordenone

Pinocchio: tutte le curiosità

Compie quest’anno 140 anni una delle opere letterarie più famose e influenti della storia della letteratura italiana e mondiale: Pinocchio. Il romanzo originale, iniziato a scrivere nel 1881 da Carlo Lorenzini, in arte Collodi, sottoforma di romanzo a puntate sulle pagine della rivista “Giornale dei Bambini” (con il titolo “La Storia di un Burattino”), diventa libro solo nel 1883. Nel passaggio tra le pubblicazioni e il libro, “Le Avventure di Pinocchio – Storia di un Burattino” (questo il titolo originale dell’opera) cambia anche il finale. Originariamente infatti, l’autore aveva previsto che Pinocchio morisse impiccato a un albero, senza riuscire a esaudire così il suo sogno di diventare un bambino vero. Nella trasposizione del 1883 però, l’editore volle un finale meno crudo e più speranzoso per i giovani lettori. Un finale meno “alla fratelli Grimm” e Collodi fu costretto ad accettare.

Marionetta o Burattino? Cosa è veramente Pinocchio?

Nonostante il titolo riporti “Storia di un Burattino” e per tutta la durata del romanzo Pinocchio si riferisca a se stesso come burattino, in realtà stiamo parlando di una marionetta. Perché mentre i burattini sono  dei fantocci con la testa di legno e una veste che parte dal collo in cui sono inserite le braccia con le mani di legno, all’interno della quale il burattinaio deve inserire la mano per animare il personaggio, le marionette sono i pupazzi di legno guidati da fili. E Pinocchio appartiene alla seconda categoria. Viene costruito da Geppetto per essere uno di quei pupazzi guidati dai fili, come asserisce lui nel capitolo II del romanzo, in cui elenca quello che vorrebbe fare con lui; non certo azioni che si possono fare guidandolo con una mano:

Ho pensato di fabbricarmi da me un bel burattino di legno: ma un burattino meraviglioso, che sappia ballare, tirare di scherma e fare i salti mortali. Con questo burattino voglio girare il mondo, per buscarmi un tozzo di pane e un bicchier di vino, che ve ne pare?

Geppetto

Quindi, abbiamo vissuto nella menzogna per tutta la vita? Beh, Pinocchio è conosciuto per le sue bugie….diciamo che anche questa è una di esse.

L’inizio: Geppetto, Pinocchio, la Fata Turchina e il Grillo Parlante

Molti di noi conoscono una versione non corretta della storia. Complice anche l’adattamento Disney. Infatti, mentre nella versione Disney Geppetto è un arzillo falegname che contempla la sua opera magna, ovvero il burattino Pinocchio e esprime un desiderio alla Stella dei Desideri chiedendo che il pupazzo diventi vivo, per crescerlo come un figlio, nella storia originale egli è un povero disperato che sa intagliare il legno, a cui un giorno regalano un tronchetto magico che parla. Lui lo intaglia per creare un burattino, poiché aveva intenzione di mettersi a fare spettacolini per racimolare qualche soldo, e alla fine si ritrova con un figlio.

Inoltre, nella versione Disney la Fata è una creatura angelica. Bionda, con una veste color turchino, le alucce e la bacchetta magica. Tocca Pinocchio con la sua bacchetta e lo anima. Gli promette di farlo diventare bambino se sarà buono e affida al Grillo Parlante che viveva nella sua casa il ruolo di coscienza. Ma nella storia originale Pinocchio è già vivo prima ancora di essere intagliato e diventare un burattino. Il Grillo Parlante cerca di dissuaderlo dal compiere cattiverie e per tutta risposta si becca una martellata che quasi lo uccide (tornerò all’interno della storia altre volte, ma più avanti) e la Fata è una bambina (e successivamente una donna), dai capelli turchini con capacità sovrannaturali che ricordano un po’ quelle dei druidi delle leggende celtiche.

Mangiafuoco, il Gatto e la Volpe

In alcuni degli adattamenti (tra cui quello Disney e quello di Luigi Comencini), il Gatto e la Volpe arrivano subito da Pinocchio e sono due dipendenti di Mangiafuoco. Lo fermano per strada e lo invitano ad andare a vedere lo spettacolo nel Teatro dei Burattini, per poi finire per farlo catturare da Mangiafuoco. Mentre nella storia originale i due sono in realtà due veri e propri criminali, che truffano Pinocchio con la falsa promessa del Campo dei Miracoli e non si fanno scrupoli a impiccarlo ad un albero, pur di rubargli i 5 zecchini d’oro donatigli da Mangiafuoco. E lo stesso Mangiafuoco non ha niente a che fare con loro, anzi si dimostra anche una persona compassionevole. Pinocchio finisce nel suo teatro attratto dalla musica e, una volta dentro, diventa lui l’attrazione principale della serata. Il burattinaio decide di portarlo con sé in giro per il mondo, ma quando Pinocchio piange e gli dice che ha famiglia (il padre Geppetto), lui si commuove e per chiedere scusa al padre di avergli rapito il figlio, dona al burattino 5 zecchini d’oro.

Il carattere di Pinocchio e le bugie

La caratteristica che ha reso famoso Pinocchio e lo ha consacrato nella storia della letteratura, è senza dubbio quella di essere un bugiardo patentato. Tanto che oggi, ogni qual volta una persona racconta una frottola, viene additata come “Pinocchio”. Ma in realtà Pinocchio, nella storia originale mente una sola volta. Mente alla fatina, quando lei gli chiede come mai gli assassini (che poi erano il Gatto e la Volpe) lo volessero morto. E lui dice che era per i 5 zecchini d’oro, ma che non ricordava li avesse messi e forse li aveva persi. Mentre in realtà li aveva in tasca. E lei, che sa tutto, gli fa crescere il naso come punizione per aver detto una menzogna. Per tutto il resto del romanzo, Pinocchio non è altro che un ragazzo vivace, con poca voglia di studiare o lavorare, un po’ scanzonato e molto ingenuo. Ma fondamentalmente buono di cuore e non dedito all’inganno, come la leggenda vuole far credere.

L’ambientazione

Negli adattamenti non convenzionali, Pinocchio abita in un paesino di montagna (a volte di mare), abitato da esseri umani. Le univhe “anomalie” presenti nella storia sono lo stesso burattino, il Gatto e la Volpe e il Grillo Parlante. Nella favola originale invece, ilmondo è abitato da ogni genere di creatura. Oltre i personaggi citati sopra, vediamo Conigli antropomorfi che fanno i becchini, civette, cani e ogni altro genere di animale anch’essi antropomorfi e parlanti, delfini e tonni parlanti. Insomma, una vera e propria favola in stile Fantasy.

Inoltre la narrazione non è così fiabesca come si potrebbe credere. La storia originale assume a tratti un carattere macabro. Morte, sofferenza, personaggi spaventosi come un pescatore-orco, o i conigli neri-becchini, Pinocchio che viene impiccato, la fata che muore e poi risorge…insomma, la favola originale è più simile a un racconto dei Fratelli Grimm, piuttosto che a un film d’animazione Disney.

La figura della Fata Turchina

Come ho detto prima, la Fata Turchina non è una creatura così gentile e dolce come si vede nei vari adattamenti. Sebbene appaia molto dolce e comprensiva, non manca mai di punire Pinocchio per le sue malefatte. E non è la classica Fatina con la bacchetta. Come ho detto prima, è più simile a un druido delle leggende celtiche. Comunica telepaticamente con gli animali, è capace di trasformarsi in capretta ed è maestra di divinazione. Infatti quando incontra Pinocchio la prima volta manda un gufo a salvarlo, chiede al suo cane-cocchiere di scortarlo a casa e quando egli arriva, lei già lo conosce e sa la sua storia.

Nel corso della storia lei cerca di educarlo e gli fa un po’ da sorella e un po’ da madre. Ma soprattutto gli si pone come coscienza. Una coscienza severa, che lo punisce ogni volta che lui ne combina una. Gli promette di farlo diventare un ragazzo in carne e ossa qualora lui si impegni a fare il bravo, ma allo stesso tempo lo sanziona con punizioni esemplari ogni volta che lui non lo fa.

Influenze nel mondo della cultura

Sono molte le opere che, nel corso degli anni, si sono ispirate a Pinocchio. Alcune palesi, come i vari adattamenti, altre insospettabili. Ad esempio, sapevate che Astroboy, di Osamu Tezuka è ispirato a Pinocchio? Come anche Dororo, in Italia conosciuto come Sasuke? Per non parlare dei capolavori cinematografici A.I. – Intelligenza Artificiale e L’Uomo Bicentenario. Il personaggio di Data nella serie Star Trek – The Next Generation è anch’esso ispirato a Pinocchio. E ultimo, ma solo per ordine di arrivo, il videogioco della Bethesda Lies of P. Ah e se ve lo foste mai chiesti…anche la nota casa editrice di enogastronomia “Gambero Ross” prende ispirazione dalla favola di Collodi. Nella storia infatti, era il nome del ristorante in cui Pinocchio va a mangiare col Gatto e la Volpe prima di seppellire i suoi zecchini d’oro nel Campo dei Miracoli. E ovviamente, parlando sempre di cose per bambini, anche lo Zecchino d’Oro viene da lì. Da quei famosi 5 zecchini d’oro.

In conclusione: tanti auguri Pinocchio!

Che si parli della storia originale o dei vari adattamenti, sicuramente Pinocchio è un’icona della letteratura mondiale. Da questa magnifica storia sono nate tante ispirazioni, che hanno portato autori vari a creare nuove opere nel tempo. Un capolavoro nel contempo unico e condiviso. Un’opera per tutti e di tutti. Un protagonista che si mette continuamente in gioco, fallendo tanto, ma non perdendo mai la speranza. Tanti auguri Pinocchio!

 

Vi presento Valeria: Figlia delle Tenebre

Oggi ho l’onore di presentarvi Valeria; affascinante ragazza di origini sarde con la passione del cosplay. Una bellezza travolgente, per una passione coinvolgente.
Valeria ha iniziato a fare cosplay da circa un anno, ed è diventato un vero impegno dopo Natale 2022. Ha sempre voluto diventare qualcuno di diverso, qualcuno che le piacesse. E il cosplay è stata la soluzione perfetta. Ha dei problemi di autostima, e questo l’ha aiutata molto, facendola andare persino alle fiere (cosa che prima evitava per via della sua enorme timidezza).
Il suo nickname su instagram è valeri.otaku, ma su tutti i social (compreso il profilo instagram personale), si chiama “figlia delle tenebre”. Questo perchè amava tanto una canzone nightcore (Children of the Darkness) che ascoltava per ore e ore. La frase che ama di più di quella canzone è “Siamo tutti schiavi, figli delle tenebre, condannati a vivere le favole”. Molto cupa ma poetica.
Siccome non è una gran cucitrice, Valeria compra i suoi cosplay, dando al massimo un ritocchino con ago e filo. Attualmente sta cercando di realizzare gli oggetti di scena; sarà una sfida da affrontare per lei!
Riguardo alla situazione odierna, è molto dura la vita di un cosplayer. Un mare di pregiudizi e di critiche, per non parlare delle fiere dove ci sono molte persone “poco raccomandabili”. Ma Valeria non si fa scoraggiare, soprattutto perché ha promesso a se stessa di affrontare le sue paure.
Le ho chiesto se vuole dare un consiglio a chi leggerà queste righe e ai neo-cosplayer presenti e futuri. Mi ha risposto così:
Siate sempre gentili sui social, perché le parole feriscono, supportatevi a vicenda sia su internet che alle fiere. Il cosplay deve essere un hobby divertente e che unisce le persone, ricordatevelo.
 Per chi è agli inizi, può essere difficile entrare in questo mondo. Io stessa ci sono passata. Non sapevo cosa fare, milioni di cose da imparare e da migliorare. Ancora adesso mi sento una cosplayer alle prime ami. Ma ciò che voglio dirvi è: buttatevi in questa passione, non ve ne pentirete. Ci saranno un sacco di momenti bui e di incertezze, ma se vi rende felici…perché non farlo? Troverete sicuramente tanti altri cosplayer con la vostra stessa passione, condividete le vostre conoscenze e costruite insieme dei bei rapporti di amicizia. Non ve ne pentirete assolutamente!
Se Valeria vi è piaciuta, se vi piacciono i suoi cosplay e se volete conoscerla meglio, vi lascio tutti i suoi link, così potrete contattarla direttamente anche voi!
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La Differenza tra Remake, Reboot e Remaster: Guida Completa

Nel mondo dell’intrattenimento digitale, i termini “remake”, “reboot” e “remaster” vengono spesso utilizzati in modo intercambiabile, ma in realtà rappresentano concetti molto diversi. Questi tre processi sono utilizzati nell’industria dei videogiochi, nel cinema e in altre forme di media per rivisitare opere esistenti o create in passato. In questo articolo, esploreremo le differenze fondamentali tra remake, reboot e remaster per aiutarti a capire meglio quando e come vengono utilizzati.

Remake

Un remake è un’opera completamente ripensata e reinventata, solitamente basata su un’opera esistente. Questo processo coinvolge la creazione di una nuova versione di un gioco, di un film o di una serie TV che spesso mira a migliorare o adattare l’opera originale a standard più moderni. Nel mondo dei videogiochi, ad esempio, un remake può comportare una revisione completa dei grafici, della storia, della meccanica di gioco e del sonoro.

Un esempio iconico di remake è “Resident Evil 2“, un videogioco pubblicato nel 2019 dalla Capcom. Questo titolo è stato completamente ricostruito utilizzando una grafica avanzata e una nuova prospettiva di gioco, rendendo l’esperienza molto diversa dall’originale, che è stato pubblicato nel 1998. Il remake ha ricevuto elogi da parte dei fan e dei critici per il suo impegno nel mantenere l’essenza dell’originale mentre lo rendeva accessibile a una nuova generazione di giocatori.

I remake sono spesso una sfida creativa, in quanto devono bilanciare l’onore delle radici dell’opera originale con la necessità di aggiornarla per un pubblico moderno. Tuttavia, quando realizzati con successo, i remake possono rivitalizzare e rinfrescare una storia o un’esperienza di gioco, attirando sia i fan nostalgici che i nuovi appassionati.

Reboot

Un reboot è una ripartenza o un riavvio di una serie o di un franchise. In pratica, un reboot cancella o ridefinisce la continuità narrativa di un’opera esistente per iniziare una nuova storia o interpretazione. Questo processo può coinvolgere un cambio radicale nei personaggi, nella trama o nell’ambientazione, spesso con l’obiettivo di attirare un nuovo pubblico o di portare una nuova prospettiva all’opera originale.

Un esempio di reboot nel mondo del cinema è la serie di film “Spider-Man“. Dopo una serie di film con un interprete, Tobey Maguire, è stata lanciata una nuova serie di film con un nuovo attore, Andrew Garfield, che ha reinterpretato il personaggio di Spider-Man in un contesto completamente diverso. E dopo Garfield, è arrivato Tom Holland. Questi reboot hanno introdotto nuovi elementi nella storia del personaggio e hanno avuto ognuno il suo stile distintivo.

I reboot sono spesso una decisione creativa controversa poiché possono alienare i fan dell’opera originale, ma possono anche aprire nuove opportunità creative e commerciali. Spesso, un reboot viene utilizzato quando un franchise ha esaurito la sua trama o ha bisogno di una svolta significativa per rimanere rilevante.

Remaster

A differenza dei remake e dei reboot, un remaster non comporta un cambiamento significativo nell’opera originale. Invece, un remaster è una versione migliorata dell’opera originale che sfrutta le tecnologie moderne per migliorare la qualità audio, visiva o tecnica senza apportare modifiche sostanziali alla trama o alla meccanica di gioco.

I remaster sono particolarmente comuni nel mondo dei videogiochi, dove giochi più datati vengono portati su piattaforme più recenti con grafica e audio migliorati. Ad esempio, “The Last of Us Remastered” ha portato il gioco originale, uscito per PlayStation 3, su PlayStation 4 con una grafica notevolmente migliorata e una maggiore stabilità di frame rate (mentre “The Last Of Us” su PlayStation 5 è un remake).

I remaster sono una scelta popolare per le opere che hanno una base di fan fedele ma che potrebbero beneficiare di un aggiornamento tecnico per essere fruibili su hardware moderni. Consentono ai giocatori o agli spettatori di godere di opere classiche in tutto il loro splendore senza dover necessariamente rivisitare l’intera opera.

In Conclusione

In sintesi, i remake, i reboot e i remaster sono tre processi distinti utilizzati nell’industria dell’intrattenimento per ripensare o migliorare opere esistenti. I remake coinvolgono una rielaborazione completa dell’opera, i reboot rappresentano una nuova interpretazione o una ripartenza di un franchise, mentre i remaster offrono una versione migliorata dell’opera originale senza apportare modifiche sostanziali.

La scelta tra questi tre processi dipende dalla visione creativa e dagli obiettivi dell’artista o del team di sviluppo. Ciascun approccio ha il potenziale per rinvigorire un’opera esistente e attirare nuovi fan o pubblico. Quindi, la prossima volta che incontrerai uno di questi termini nell’ambito dell’intrattenimento, saprai esattamente cosa significano e cosa aspettarti.

Vi presento Ylenia: Drama Addicted

Chi è Ylenia? Di solito, quando si parla di mondo Nerd, si pensa subito a due cose: Manga e Anime, oppure Supereroi e Sci-Fi. E io devo dire che sono un po’ l’esempio vivente di questa sorta di pregiudizio. Mi alterno tra Dragon Ball, One Piece, Ken il Guerriero e Attack on Titan da un lato e Star Trek, Superman, Spiderman e Flash dall’altro. Ma non sempre è così. Io ad esempio, adoro anche le Serie e i Drama. Ma cosa è un Drama? Non tutti magari lo conoscono, o magari qualcuno può confondere i Drama con le Serie. A differenza delle Serie, che come suggerisce il nome sono appuntamenti seriali divisi in stagioni, i Drama sono storie a puntate che si concludono in una sola stagione. Raramente vedrete una “Season 2” di un Drama di successo (anche se in passato è accaduto).

Ylenia è una ragazza romana appassionatissima di Drama e molto competente in materia. Se ne beve a litri e poi ce ne parla su Instagram e TikTok. Il suo entusiasmo è contagioso, la sua allegria e il suo brio mettono il buon umore. Se vi piacciono i Drama, lei saprà sempre consigliarvi quello giusto. E lo farà sempre con un bel sorriso. E io ho avuto l’onore di farci una bella chiacchierata. E adesso vi rendo tutti partecipi.

Chi è Ylenia, a.k.a. Drama Addicted?

Ciao Ylenia e benvenuta su Corriere Nerd! Prima di cominciare con le domande, presentati ai nostri lettori e parla un po’ di te

Ciao! Mi chiamo Ylenia, abito in una provincia sperduta di Roma e tra pochi giorni sarò ad un quarto di strada per il compimento dei 100 anni. No scusate, fermate il gioco, non ho capito!

Come e quando è iniziata la tua passione per i Drama?

È iniziato tutto quando frequentavo la prima media. Comprai per puro caso quello che sarebbe diventato il mio primo manga (evito il titolo perché sarebbe troppo imbarazzante), vi dico solo che a quei tempi non erano presenti fumetterie nel territorio in cui vivevo ed ero costretta a scegliere i volumi vicino alla sezione hard dell’edicola! Immaginate cosa pensavano i passanti vedendomi lì…
Il passaggio da manga ad anime e successivamente ai live action fu veramente breve, tanto che per la tesina della terza media scelsi come argomento Hana Yori Dango.

Qual è il tuo genere preferito?

Guardo qualsiasi cosa, basta che abbia un lieto fine! Sono quel genere di persona che invece di evitare gli spoiler, li cerca e legge con attenzione.

Chi sono i tuoi attori o attrici preferiti?

Nel podio c’è sicuramente Lee Min Oh, uno dei miei kdrama preferiti da adolescente lo vedevano protagonista. Difatti ancora oggi, dopo tanti anni, quando vedo una serie con lui mi trasformo in una dodicenne.

Ti piacciono i drama “live-action” ispirati a manga e manhwa?

Assolutamente si, alcuni più di altri. Ho visto ogni singola serie ispirata ad Hana Yori Dango (vi posso giurare che sono tantissime!) e l’ho amate tutte in modo diverso. Inoltre iniziai a vedere Drama proprio grazie al live action di Lovely Comlpex (c’è qualcuno così vecchio da conoscerlo?), quindi hanno anche un valore “affettivo”

@ylenia_montagna Qual è la vostra Novel preferita? Questo è il profilo di @nikkahh23 e nel suo blog potrete trovare tantissime Novel! #greenscreen #history3makeourdayscount #lovemechanics #webestlove #blthai #blseriesaddict #drama #webestloveno1foryou #lovemechanicstheseries ♬ suono originale – xeniamontagna

 

Cosa pensi dei Drama che escono in vari paesi in varie versioni? Meglio tradotto e doppiato o proprio rifatto con altri attori?

Inizio con il dire che a differenza di molte altre persone, io non disprezzo affatto i Drama doppiati. Grazie ad essi in molti si sono avvicinati a questo mondo e ciò ha portato fama e soldi alle produzioni. Serie ad alto budget come Moving, Mr. Sunshine e tantissime altre non avrebbero mai visto la luce se i pronostici degli spettatori fossero stati gli stessi del 2012.
Per quanto riguarda le varie versioni dei Drama, io sono d’accordo solo se è la Corea a produrle. Mi dispiace ma loro riescono a trasformare anche la cacca in oro, basti vedere Why R U? o la Casa di Carta

@ylenia_montagna Volete anche la lista dei BL? #greenscreen #kdrama #kdramaddict #hometownchachacha #vincenzo #crashlandingonyou #netflix #drama ♬ suono originale – xeniamontagna

Secondo te un mercato come quello dei Drama, cioè Serie uniche autoconclusive, potrebbe trovare spazio anche in Occidente? E in Italia?

Assolutamente si e abbiamo anche le prove.
Dopo il successo di Squid Game, le piattaforme streaming fanno a gara per accaparrarsi le serie TV asiatiche e, da qualche tempo, cercano anche di emularle!
Heart stopper, serie di enorme successo, è ispirata alle serie BL tailandesi ed ha confermarlo è stata la stessa autrice.
Un altro esempio lo abbiamo con Xò, Kitty. È sull’effettivo un imitazione dei K-Drama, ne riprende tutti gli elementi che li contraddistinguono e sono rivisitati in chiave un po’ più commerciale.
Quindi, i numeri parlano chiaro. I Drama hanno pubblico anche in occidente e il podio nelle classifiche è loro.
Cosa diversa è quando si parla di serie autoconclusive, se un qualcosa vende ci si vuole continuare a guadagnare. In Asia i drama portano soldi anche a stagione conclusa grazie a fan meeting e merchandising, per il mercato occidentale funziona diversamente. Quindi, su questo punto non saprei come rispondere, probabilmente avremo sequel disastrosi in eterno.

Ti piacerebbe mai vedere un Drama italiano che sia il remake di un Drama asiatico?

No. Attendo gli insulti ma raramente apprezzo i prodotti cinematografici italiani e, se qualche film si salva, le serie TV sono spesso l’emblema del trash e dell’audio raccapricciante.

Cosa pensi dei registi che scritturano Idol per i propri Drama?

L’hanno sempre fatto e continueranno a farlo dato che, avere una persona che ha già un seguito, porta molte più persone a guardare quella determinata serie. Io, finché l’idol è consenziente e per girare non deve sottostare a ritmi disumani, sono d’accordo e del parere che ognuno può fare ciò che più preferisce. Se il regista trova quel determinato Idol adatto al ruolo non vedo perché non debba scritturarlo.

Sei appena naufragato su un’isola deserta un po’ strana. In mezzo alla spiaggia trovi una capanna con dentro un divano, un televisore e un lettore Blu Ray. Che Drama vorresti ci fosse dentro?

La me intelligente direbbe un cinese in costume, dato che in media hanno sui 100 episodi da 2 ore l’uno, così prima che riesca a finirlo siano già accorsi i soccorsi. La me emotiva invece verte su KinnPorche, un BL che unisce tutto ciò che amo (trash, mafiosi, bonazzi, Red Flag ), in pochi episodi.

Secondo te i Drama storici sono davvero utili per imparare meglio la storia? Li proietteresti nelle scuole?

Dipende molto dal Drama, la maggior parte se si parla di apprendimento a livello storico no. Spesso si hanno discrepanze, i fatti narrati sono inesatti per favorire il giusto scorrimento della storia. Anche il modo in cui sono rappresentate le donne o il matrimonio non è quasi mai veritiero, altrimenti nessuno li guarderebbe!
Se si parla invece di imparare le tradizioni, la cultura e i costumi, allora si.

Consiglia ai nostri lettori una Top 5 di Drama da vedere assolutamente, di qualsiasi genere. Così anche chi non ne ha ancora mai viso uno sappia un po’ d dove cominciare.

Vi lascio la mia top 5 del momento, probabilmente se me la chiederete tra due giorni sarà diversa, ma l’indecisione è una parte fondamentale del mio DNA.
– Alchemic of soul (una delle poche serie dove il sequel ha ragione di esistere)
– Miss the Dragon (vi dico solo che c’è quel bonazzo di Dylan Wang)
– Be My Favorite (un BL veramente ben fatto)
– Lost Romance (lo conosco solo io e me stessa, è un Taiwanese molto comico e romantico)
– Cherry blossom after winter (vado pazza per il webtoon e quando è uscita la serie ho sclerato per giorni)

E se non avete mai visto Drama e vi chiedete:
“qual è quello giusto per iniziare?”
Vi svelo un segreto.
Non esiste.
Se qualcosa vi incuriosisce vedetelo, ciò che piace ad uno può non piacere ad un altro. Poi certo, eviterei di cominciare con un drama da 20 stagioni e 868 episodi, però mai dire mai, io iniziai proprio così!

@ylenia_montagna Qual è stato il vostro primo BL in assoluto? #CapCut #jdrama #thaidrama #kinnporschetheseries #mybeautifulman #itoldsunsetaboutyou #top5dramas #classifica ♬ suono originale – xeniamontagna

Ultima domanda di rito: vuoi lasciare un messaggio ai lettori di Corriere Nerd?

Da persona super introversa, ritrovarsi con una domanda che non faccia leva sul sapere, mi manda in assoluta crisi. Quindi concludo il tutto dicendo:
– Se vedete solo Kdrama , fate un salto anche nel lato oscuro, guardatevi un bel BL!
– Se reputate i giapponesi troppo trash è perché ancora non avete mai visto i filippini
– Se vi chiedete perché non avete amici e vita sociale, provate a vedere le statistiche su TV show Time, sono sicura che lì troverete la risposta!
Un bacio e un abbraccio a chiunque sia così pazzo da arrivare a leggere fino a qui, bye bye!

Se i video che ho caricato per voi in anteprima vi sono piaciuti, seguite Ylenia sui suoi Social per vedere gli altri! 

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Raggiungere l’Equilibrio e la Felicità: Scoprendo l’Ikigai

Oggi parliamo di Ikigai. Nel tumulto della vita moderna, in cui siamo spesso travolti dalle richieste del lavoro, dalle pressioni sociali e da una serie infinita di impegni, può essere difficile trovare un senso di scopo e soddisfazione personale. Tuttavia, c’è una filosofia giapponese millenaria chiamata “Ikigai” che offre una guida preziosa per trovare l’equilibrio, la gioia e un senso profondo di realizzazione nella vita. In questo articolo, esploreremo cos’è l’Ikigai, come può aiutarci a condurre una vita più significativa e come possiamo scoprire il nostro proprio Ikigai.

Cos’è l’Ikigai?

L’Ikigai è una parola giapponese che può essere tradotta come “ragione di vivere” o “motivo per esistere”. Questo concetto rappresenta un equilibrio armonioso tra quattro elementi fondamentali:

  1. Ciò che ami: Questo si riferisce alle tue passioni e agli interessi che ti riempiono di gioia. Potrebbe trattarsi di hobby, attività o interessi personali.
  2. Ciò in cui sei bravo: Questo riguarda le tue abilità e competenze. Ciò che fai bene, che ti distingue dagli altri.
  3. Ciò di cui il mondo ha bisogno: Questo elemento riguarda il contributo che puoi dare alla società. Può essere qualcosa di specifico, come le tue abilità professionali o il tuo sostegno alle cause sociali.
  4. Ciò per cui puoi essere pagato: Infine, questo è il tuo mezzo di sostentamento. Coinvolge ciò che il mercato è disposto a retribuire, come la tua professione o le tue competenze.

L’Ikigai si trova al punto di incontro di questi quattro elementi. È un luogo in cui puoi sperimentare una profonda gratificazione personale e contribuire positivamente alla società, mentre mantieni un equilibrio nella tua vita.

Come trovare il tuo Ikigai?

Trovare il tuo Ikigai richiede auto-riflessione e esplorazione. Ecco alcuni passi da seguire per aiutarti a scoprire il tuo Ikigai:

  1. Riflessione personale: Prenditi del tempo per riflettere su ciò che ami fare e ciò che ti appassiona. Pensa alle tue abilità e competenze, alle cose in cui eccelli, e agli aspetti della tua vita che ti danno soddisfazione.
  2. Valori e principi: Identifica i tuoi valori e principi fondamentali. Cosa è veramente importante per te? Cosa vuoi contribuire al mondo?
  3. Ascolta gli altri: Chiedi feedback a familiari, amici o colleghi. Spesso gli altri vedono le nostre abilità e passioni in modo diverso da come le vediamo noi stessi.
  4. Sperimenta e adatta: Non avere paura di provare nuove cose. Sperimenta diverse attività e carriere, e adatta il tuo percorso in base alle tue scoperte.
  5. Sii paziente: Trovare il tuo Ikigai può richiedere tempo. Non avere fretta nel cercare di definirlo in modo rigido.

Benefici dell’Ikigai

Scoprire e abbracciare il proprio Ikigai può portare a numerosi benefici per la salute mentale, emotiva e fisica. Ecco alcuni di questi benefici:

  1. Maggiore felicità: Trovando un senso di scopo nella vita, puoi sperimentare una maggiore felicità e soddisfazione.
  2. Maggiore resilienza: Un forte Ikigai può aiutarti a superare le sfide e le difficoltà con più determinazione e resilienza.
  3. Miglior benessere fisico: La ricerca ha dimostrato che vivere una vita con un Ikigai è associato a una migliore salute fisica e una maggiore longevità.
  4. Migliori relazioni: L’Ikigai può influenzare positivamente le tue relazioni, poiché sei più propenso a essere un individuo equilibrato e felice.

In sintesi, l’Ikigai è un concetto potente che può aiutarti a trovare un senso di scopo e soddisfazione nella vita quotidiana. Non si tratta solo di una filosofia giapponese, ma di una guida universale per condurre una vita significativa. Dedica del tempo a esplorare i tuoi interessi, abilità e valori, e cerca di trovare quel punto magico in cui tutti questi elementi si intersecano. Trovare il tuo Ikigai può essere un viaggio emozionante e gratificante verso una vita più felice e più appagante.

Chi è Michy Mistery?

Chi è Michy Mistery? Prima di rispondere, porrei un’altra domanda: cosa è il mistero? Il mistero è qualcosa che non riusciamo a spiegare in maniera razionale. Quando accade un fatto particolare, che non potrebbe accadere in condizioni normali, diciamo sempre che è successo qualcosa di misterioso. Oggetti che si muovono da soli, strane luci nel cielo, voci nella notte, iscrizioni antiche indecifrabili legate alla leggenda, strani personaggi con capacità incredibili e tanto altro ancora. La parola “Mistero” è così semplice e d’uso comune che a volte ci dimentichiamo di quanto sia complesso e affascinante tutto ciò che le gira attorno. Ma il mistero non è solo qualcosa di inspiegabile. Tanto più un fatto è misterioso, tanto più la nostra curiosità si alimenta. I misteri sono il carbone che alimenta la fornace della nostra voglia di conoscenza. Se amate il mistero, non potrete non affezionarvi quindi a Michy Mistery.

Chi è Michy Mistery

Michy è una ragazza molto intelligente, preparatissima in materia “Mistero”. Ama documentarsi e condividere con il pubblico le sue ricerche. Ma non tenta mai di influenzare l’opinione dei suoi follower. Lei ti mette la pulce all’orecchio. Le ti prepara il tavolo e inizia a mettere qualche tassello; il puzzle poi devi risolverlo tu. E questo è un grande pregio di Michy. Ma ora bando alle ciance; io ho avuto l’onore di scambiarci due chiacchiere e adesso vi racconto come è andata. Ecco la mia intervista a Michy Mistery.

Ciao Michy, benvenuta su Corriere Nerd! Prima di cominciare con le domande, presentati ai nostri lettori e parla un po’ di te

Mi chiamo Michela e ho un canale YouTube dove parlo di misteri, paranormale e ufologia. Mi piace realizzare contenuti con l’idea forse un po’ ingenua, di stimolare la curiosità del prossimo e di allargarne gli orizzonti.

Sono molto appassionata dei temi che tratto e per questo motivo in ogni video che carico, cerco sempre di mettere tutta me stessa riportando quanti più dettagli possibili riesco a reperire sulle incredibili storie che racconto.

Come e quando nasce la tua passione per il mistero?

Ne sono attratta da sempre. Ho iniziato davvero molto presto a farmi domande esistenziali e da lì il passo verso certe tematiche è stato breve.

I tuoi video sono sempre molto dettagliati e si vede che sono anche ben documentati. Quanto impieghi di solito nelle tuo ricerche?

Fai conto che sul canale non vedete tutto il girato perché faccio diversi tagli. In realtà ci sarebbero molti più dettagli, ma decido di non inserirli per non risultare prolissa. Cerco di fare al meglio delle mie possibilità e di soddisfare prima di tutto la mia curiosità. Acquisto libri, leggo articoli, guardo documentari e interviste. Spesso cerco di contattare persone che possono avere conoscenze dirette o più approfondite di me sull’argomento e questa ricerca è quella che può costare più tempo. Per cui si, c’è un notevole dispiego di energie e quindi tante ore e giorni di lavoro. Quando pubblicavo regolarmente un video a settimana, per riuscire a stare nei tempi, ricordo di aver passato diverse notti in bianco pur di mantenere lo standard che mi ero imposta.

Nel tuo canale si parla un po’ di tutti i tipi di mistero: Parnormale, Ufologia, Enigmi, Maledizioni…qual è il tuo argomento preferito tra questi?

Difficile scegliere, ma devo ammettere che l’ufologia attualmente è la mia preferita.

Ti occuperai mai di True Crime?

No, non fa per me. Lo tratterei solo se il caso in questione avesse degli elementi di correlazione con una delle tematiche che tratto.

Nei tuoi video sei sempre molto neutrale e inviti sempre tutti a sospendere un po’ il giudzio su certi argomenti. Sai che qualcosa è successo, hai fatto le tue ricerche in proposito e poni gli elementi su un tavolo virtuale per farli esaminare anche a chi ti segue. Riesci a unire i vari tasselli del puzzle ma non lasci mai trapelare pareri troppo personali. Questo è un bene per i canali come il tuo, che vogliono dare spunti di riflessione per chi vuole poi approfondire per conto suo i vari argomenti. Tu apri la porta, poi sta a noi entrare e farci un’idea di quanto è vasto il mondo. Però io qui e ora vorrei farti un po’ di domande anche su cosa pensi tu di determinati argomenti: quindi eccotele:

Secondo te: 

Siamo soli nell’Universo?

No, penso di no. Forse apparirò presuntuosa e me ne assumo ogni responsabilità, ma mi pare intuitivo e logico credere nell’esistenza di altre forme di vita oltre a quelle che conosciamo, di qualunque natura esse siano. Tuttavia non avendone la “prova provata” che è fondamentale in questo mondo, il mio rimane un pensiero fine a se stesso e va bene così.

C’è qualcosa dopo la vita?

Beh non può finire così, no?

A tal proposito sul canale ho portato un video in cui spiego molto brevemente la teoria del Biocentrismo.

Secondo questa teoria la coscienza alloggerebbe nel nostro cervello senza di fatto farne parte per poi, dopo la morte del corpo fisico, essere rilasciata sotto forma di particelle subatomiche in grado di trasmigrare in un altro corpo. A questo punto tutti i ricordi delle vite precedenti rimarrebbero sepolti a uno stato inconscio. Ecco.. teorie come questa mi affascinano molto.

È esistita prima di noi una qualche civiltà più avanzata, poi misteriosamente estinta (o “evacuata”) che ci ha lasciato come testamento certi manufatti enigmatici?

In molti siti archeologici esistono costruzioni antiche o interi complessi sotterranei, che vantano importanti progetti ingegneristici. Ad oggi non esistono risposte univoche sulle loro modalità di costruzione, per cui non mi sento di escludere  questa possibilità. Ad esempio da questo punto di vista, la piramide di Cheope ha sempre esercitato un certo fascino su di me. Ho avuto dei periodi in cui ne ero letteralmente ossessionata!

Può essere che quelli che oggi conosciamo com gli antichi Dèi, fossero in realtà semplici esseri umani appartenuti alle civiltà che ho menzionato sopra, che cercavano di lasciare una testimonianza ai “nuovi umani”?

Secondo la mitologia greca Zeus era in grado di scagliare i fulmini e decidere le condizioni meteo e potrei andare avanti ancora elencando i prodigi incredibili che erano in grado di fare tutti gli antichi dei.

In questo contesto volendoli immaginare come esseri in carne ed ossa, mi è difficile pensare che si trattasse di “semplici” esseri umani.

Cosa pensi delle teorie del complotto? Sono tutte stupidaggini, o ce ne sono alcune da approfondire?

“where there’s smoke there’s fire”!

Credo che meriterebbero più attenzione! E’ in atto un processo di disinformazione? O c’è del vero?

Qualunque sia la risposta sarebbe sempre doveroso un approfondimento invece di affidarsi ciecamente all’etichetta “complotto” che il mainstream decide di appioppare a certe storie.

Mi sono imbattuta in una teoria interessante quando ho realizzato il video sulle Georgia Guidestones, anche conosciute come le pietre guide degli illuminati.

E’ stata una ricerca molto stimolante perchè più andavo a fondo e più mi rendevo conto che di complotto ne rimaneva ben poco. C’erano articoli, legami tra personaggi, storie documentate che lasciavano poco spazio all’immaginazione..

I miti sono solo storie inventate o in alcuni c’è un fondamento (molto romanzato a volte) di verità?

In un certo senso il mito è sempre portatore e custode di verità, ma mi è difficile argomentare ulteriormente questa risposta perché è ancora oggetto delle mie ricerche. Quando sarò giunta a una conclusione più solida potrò dire la mia e magari realizzare un bel video!

Ed ora, un’ultima domanda di rito: vuoi lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Lo stesso che applico su di me: Studiate, approfondite e fatevi sempre una VOSTRA idea delle cose. E’ fondamentale nei giorni che corrono fare questo sforzo perché vi assicuro che vi ripagherà.

Se volete seguire Michy sui Social, eccovi qua una serie di link da visitare assolutamente! Instagram | YouTube

Ed ora…contenuto bonus! Un video direttamente dal canale di Michy, sul caso Zanfretta!

CASO ZANFRETTA: NEL POSTO SBAGLIATO AL MOMENTO SBAGLIATO?Feat. Pier Fortunato Zanfretta

Chiamatela Gei (e sentite cosa ha da dire sul Cinema)

Chi è Gei? Gei è Giulia. E Giulia è una grande appassionata di Cinema. Nonché una grande esperta. E il Cinema per me è pura magia. Tra le tante passioni legate all’arte e all’intrattenimento che ho, c’è sicuramente quella del Cinema. Perché l’ho sempre visto come una delle principali forme d’arte concepite dalla mente umana. Il Cinema rende reali i sogni e le visioni delle persone. Guardando un bel film, la nostra immaginazione viene appagata. Riusciamo a vedere e sentire personaggi e situazioni che magari abbiamo letto in un libro. O magari il libro non c’è, e noi ce lo scriviamo nella testa mentre guardiamo quelle immagini. Colori e suoni in movimento che ai più appaiono come semplici attori che recitano su un set. Ma se sei sensibile, se la tua anima ama ricercare il significato delle cose, ti accorgi che in realtà è molto di più. Quando guardi un film, tu stai vedendo i sogni di chi lo ha immaginato, poi scritto e poi diretto. Vedi la visione dell’autore nel pieno della sua espressione. Non solo parole, non solo suoni, non solo immagini statiche. Il Cinema è la più completa forma d’arte.

Gei: La passione per il Cinema

Dopo le dovute introduzioni, torniamo a noi. Recentemente ho conosciuto questa preparatissima ragazza chiamata Giulia (in arte Gei). Il suo entusiasmo è contagioso, la sua competenza sul tema è tanta. Insomma, la sua pagina Instagram è una continua scoperta. Ho deciso di intervistarla e di scoprire cosa la spinge a fare quello che fa. Ho voluto scendere nei meandri della sua grande passione, per immergermi anche io nel grande mare che è il Cinema. Ed ecco il risultato:
Ciao Gei! Benvenuta su Corriere Nerd. Presentati e parla un po’ di te
Ciao sono Giulia, meglio conosciuta come Gei. Ho 23 anni e sono laureata al DAMS. Nella vita studio critica e videomaking, mi piace viaggiare, la musica e ammazzarmi di film. Non ho un buon rapporto con lo sport, la matematica e la cucina.
Quando e come nasce la tua passione per il cinema?
La mia passione per il cinema nasce circa a 17 anni. Ho sempre guardato una valanga di film, ma non mi sono ma interessata in maniera approfondita all’argomento. Poi mi sono guardata arancia meccanica ed è stato amore a prima vista. Da lì ho capito che il cinema sarebbe stata la mia strada e che avrei dedicato i miei studi e soprattutto me stessa per comprenderlo e viverlo a pieno
Qual è il tuo genere preferito?
Dire il genere preferito è difficile, varia sempre in base al contesto della serata. Guardo un po’ di tutto Tranne quelli di fantascienza e di guerra che non riesco proprio a farmi piacere.
Quali sono i tuoi “punti di riferimento” cinematografici?
I miei punti di riferimento sono tre registi tanto diversi tra loro, ma che in qualche modo, con la loro unione, mi rappresentano. Primo tra tutti Yorgos Lanthimos, ma anche il poliedrico Rob Zombie e il regista e coreografo Kenny Ortega.
Immagina la classica situazione: sei su un’isola deserta un po’strana: quando arrivi trovi una capanna con all’interno un televisore e un lettore Blu Ray. Quale film vorresti avere con te?
Non credo di doverci pensare troppo: l’unica cosa che vorrei in quellla situazione sarebbe sentirmi a casa e Mamma ho riperso l’aereo è perfetto come comfort movie.
Ti trovi sempre d’accordo quando viene assegnato un Oscar, o un David di Donatello (a prescindere dal tuo gusto personale)? O secondo te anche nel mondo del cinema (come in altri ambiti) ci sono favoritismi?
Non sono spesso d’accordo con i premi dati, perché oggi purtroppo non solo ci sono favoritismi, ma purtroppo in un film, conta di più la “storia che c’è dietro” , la storia degli attori e il politicamente corretto. Brendan Fraser con The Whale, (che mi è piaciuto molto) aveva vinto il premio Miglior Attore ancora prima dell’uscita del film. Era ovvio, la sua vincita sarebbe stato il suo riscatto.
Parliamo ora del futuro cinema in Italia. Secondo te c’è speranza nelle nuove leve?
Io credo molto nel cinema italiano. Non lo seguo molto, ma devo dire che i film degli ultimi anni, almeno quelli che ho visto, hanno dato prova che c’è ancora tanta speranza e tanta voglia di dimostrare. Insomma, credo che i prossimi anni ci riserveranno tanti altri film degni di nota.
Tra i registi emergenti, c’è un nome che secondo te vale la pena menzionare?
Tra i registi emergenti non posso non pensare a Pietro Castellito. Nel 2020 uscì I predatori, il suo esordio alla regia e me lo sono goduta in prima fila al cinema da sola. Mi era piaciuto tanto, aveva la giusta dose di grottesco come piace a me. Ora non vedo l’ora di godermi Enea.
Secondo te come stiamo messi dal punto di vista accademico? Voglio dire, di certo non siamo l’Actor Studio i Hollywood, ma come vedi la situazione?
Dal punto di vista accademico in Italia si fa molta più fatica a lavorare nel cinema rispetto ad altre nazioni e questo dipende molto dal fatto che il cinema in Italia sia non solo sottovalutato, ma anche proprio sminuito. Ogni volta che mi chiedono cosa studio so già l’espressione che apparirà sul viso del mio interlocutore alla risposta “cinema”. Purtroppo quando inizi il questo percorso sai già cosa ti aspetta. Spero solo che un giorno all’arte e a tutti i lavoratori che ci sono dietro, venga riconosciuto il loro immenso valore.
Parlando invece di recitazione: ti è mai capitato di vedere un film oggettivamente bello, ma rovinato dalla recitazione di alcuni dei protagonisti? In quei casi secondo te il film si può considerare comunque bello?
Io reputo che un film può considerarsi bello quando regge anche la recitazione. Se la prova attoriale è pessima non riesco proprio a considerarlo un bel film, perde di credibilità e non arriva.
Facendo il discorso inverso: se vedessi un film scritto male, ma reso comunque godibile dalla presenza di attori validi, come lo reputeresti?
Un film scritto male può salvarsi invece, ma non tanto dal mio punto di vista o da quello di altri cinefili o critici, quanto più che altro dal pubblico meno esperto. Se in un film drammatico l’attore riesce a farti piangere, il pubblico si commuove e non pensa “però il film è scritto male”. Chi non ha l’occhio “esperto” si lascia trascinare senza badare al resto. Io non lo reputerei un brutto film, ma nemmeno bello ecco. Insomma, due stelle letterboxd per intenderci
Tornando ai tuoi gusti personali: preferisci Film o Serie?
Non c’è paragone per me, film tutta la vita.
Parlando di Serie, ultimanente c’è la tendenza in alcun di esse a serializzare un’unica trama in più puntate. Mi spiego meglio: le vecchie Serie erano quasi sempre composte da episodi autoconclusivi, legati tra loro da un filo conduttore. Oggi molte serie sembrano un unico grande film di 10 puntate, tutte con finali aperti che si ricollegato all’episodio successivo. Tu come le preferisci? 
Le serie riesco a guardarle solo se autoconclusive. Le sitcom infatti, sono sono perfette per me, puoi vederle a distanza di tempo e non perdi il filo. Sono semplici, non ripetitive e non ti annoiano.
Un tempo le singole stagioni di ogni serie arrivavano a durare anche 20-30 puntate. Oggi si limitano a 10 (One Piece addirittura 8). Questo perché le piattaforme prima di confermare nuove stagioni vogliono sempre vedere se l’investimento vale la candela. Secondo te così non si rischia di violentare troppo le trame? Oppure credi che sia una scelta giusta da parte delle piattaforme?

Secondo me è una scelta giusta quella di diminuire gli episodi, ho sempre avuto la sensazione che le serie da 20/30 episodi, siano ripetitive, ci sono diversi episodi di copertura, in cui non accade nulla.

Poi oggigiorno c’ è fin troppa scelta nel catalogo “serie tv” e le persone appena si annoiano per una manciata di episodi cambiano con un’altra serie della loro watchlist.

Ultima domanda di rito: vuoi lasciare un messaggio ai nostri lettori?
Un bacione stellare a tutti i lettori e lettrici del corriere del nerd, vi aspetto sul mio profilo dove chiacchieriamo insieme di cinema, di quanto sia bello Halloween e la malinconia ottobrina.
Se volete seguire Gei sui Social, eccovi dove trovarla! Instagram | Linktree

Monica, in arte Kohai: la piccola Nerd

Instagram è un posto bellissimo, dove si incontra ogni giorno gente diversa. Proprio lì, recentemente ho incontrato Monica, a.k.a. Kohai. Una grande appassionata di anime e manga, ma anche di mitologia giapponese. Oltre a intrattenerci ogni giorno sul suo profilo principale con post inerenti il mondo dell’intrattenimento fumettistico e animato del sol levante, Kohai ha anche un podcast su Spotify. Ma non un podcast qualunque. Monica ama parlare di creature e leggende. E lo fa deliziandoci con la sua voce attraverso la piattaforma verde più famosa nel mondo della musica. Ma ora lasciamo che a parlare sia lei.

Ciao Kohai! Presentati e parla un po’ di te

Ciao! Sono Monica, 26 anni, Milano. Troppo “vecchia” per essere una piccola nerd? Forse.
Sono sempre stata introversa, la mia prof di italiano mi definiva “ignava”, riferendosi velatamente al fatto che a parere suo, ogni cosa mi era indifferente, ma non era così, non lo è mai stato.
Mi definirei una persona creativa, riservata quanto basta con chi non conosco, nascondendo un grande lato estroverso, infatti poi mi sono diplomata in grafica, con una tesina su Peter Pan. Sono certa che non invecchierò mai :)Mi piace provare cose nuove, mettermi alla prova in nuovi contesti, tanto che non riesco mai a fare solo una cosa per volta.
Chi mi conosce, dice che sono intelligente, autoironica,resiliente. Probabilmente è così, ma personalmente non mi piacciono le etichette e non mi piace descrivermi con aggettivi di cui le persone spesso abusano.
Un mio tratto distintivo, probabilmente, è questa sorta di “ribellione” a tutto ciò che è diventato ormai convenzionale: devo sempre avere l’ultima parola e far sapere la mia. Mi piace distinguermi, tanto che le  mie passioni sono probabilmente da vecchia, ma non vedo l’ora di avere un giardino tutto mio per poter fare un piccolo orticello, e mi piace davvero tanto cucinare, (e mangiare). 

Come e quando nasce la tua passione per i manga e gli anime?

Quarto anno di superiori: le mie amiche parlavano di Death Note, Games Week, e io non avevo la più pallida idea di cosa stessero dicendo. Ero così concentrata sugli studi, che non lasciavo spazio ad altro (sì, ero una secchiona, e ci sono pure rimasta male per essere uscita con 83/100).
Al massimo giocavo alla play con God Of War, Need for speed e giochi simili, ma non mi ero mai avvicinata al mondo degli anime e della lettura in generale, (non solo manga).

Un giorno, mentre lavoravo, un collega mi chiese se leggessi manga, e la mia risposta era ovviamente no, da lì iniziò ad accompagnarmi il pensiero di dovermi avvicinare a questo mondo.Mi venne regalato “Kota, il cane che vive con noi”, e “Il cane che guarda le stelle”. Avevo, e tutt’ora ho un cane, quindi il manga si rivelò molto azzeccato, e iniziai ad appassionarmi a Kota, e piano piano a tutto quel mondo, tanto che almeno una volta a settimana, dovevo andare in fumetteria.
Oggi ho scoperto che essere un po’ nerd o otaku che dir si voglia, in realtà significa far parte di un’enorme e calorosissima famiglia.

Quali sono i tuoi generi preferiti?

Prediligo principalmente Seinen e Shounen psicologici, gialli, thriller, magia, di avventura o d’azione. Qualche volta mi concedo degli slice of life romantici, o scolastici. 

 Preferisci leggere i manga o guardare gli anime?

Ho sempre avuto una regola: se guardo l’anime, non prendo il manga, e viceversa. Non ho una preferenza netta. Faccio molta selezione nella scelta: guardo anime impegnativi (Fairy Tail, HxH) e leggo manga un pò più “leggeri”, questo perché preferisco seguire una storia complessa guardandola, piuttosto che leggendo. (Sono certa che i fan di Jujutsu mi daranno ragione, anche se di questo, sto leggendo il manga e non ho ancora guardato l’anime)

Cosa pensi dei Filler? Meglio aspettare un po’ a fare l’anime, in modo da non essere costretti a metterne, o danno quel l’aggiunta piacevole alle trame?

Non apprezzo particolarmente i filler. Penso sia meglio aspettare, avere una trama scorrevole e curata, piuttosto che intervenire con avvenimenti in qualche caso sconnessi e poco contestualizzati, pur di fare delle aggiunte.

Quali sono i tuoi “punti di riferimento” tra gli autori?

Yoshihiro Togashi e Hiromu Arakawa. Hanno realizzato storie che dopo tanti anni, sono ancora sulla bocca di molti. Spero che Togashi ci sia presto buone nuove su hxh, mentre Arakawa, ci ha regalato una tra le più belle storie di magia alchemica e fratellanza.

Qual è il tuo manga preferito in assoluto?

HunterxHunter, sicuramente. Non per niente, è per ora l’unico manga che sto leggendo, dopo aver concluso l’anime.

Qual è il personaggio che più si avvicina a te come personalità?

Di recente ho scoperto di avere la stessa personalità di Mitsuri (INFP), nonostante non mi ci rivedo troppo in lei. Paradossalmente, anche Alluka si dice avere una personalità INFP e in lei, mi ci ritrovo molto. Sarà che il mio segno zodicale è il cancro, e quindi mi è facile paragonare la mia lunaticità alla figura di Alluka e Nanika.

Penso, però, che una figura “bilanciata” che rappresenti la mia personalità sia quella di Taiga Aisaka: goffa e testarda, lottatrice e dolce, a modo suo.

E invece il personaggio a cui tu vorresti somigliare?

Probabilmente Elsa, di Fairy Tail: una donna forte, che ha lottato e accettato le sue debolezze. Sì, vero, a volte fa davvero paura, ma è un personaggio capace di farsi volere bene e capace di mettere gli altri prima di sè stessa.

Nel tuo Podcast su Spotify parli di leggende Giapponesi. Quale è la tua preferita?

Adoro le leggende giapponesi e in generale, gli yokai giapponesi.  Il mio mito preferito è quello delle Kitsune, credo che personifichi perfettamente il concetto di buono e cattivo, e mi fa rimanere sempre stupita il vedere come la stessa cosa, (in questo caso, lo stesso animale, cioè la volpe), possa avere due lati esattamente opposti e contrastanti.

Cosa pensi dei live action degli anime?

Personalmente non sono una grande fan dei live action. Sicuramente è modo molto attuale per coinvolgere i fan di una determinata opera, e provarne ad attirare di nuovi, ma temo sempre che così facendo, si vada a rovinare qualcosa.

Hai visto One Piece su Netflix? Se sì, ti è piaciuto?

No, per lo stesso motivo di cui ho parlato sopra.

Acuni manga durano da decenni (come One Piece, Dragon Ball e altri), altri dopo un breve arco narrativo si concludono (come Toradora!). Tu cosa preferisci? Premiamo gli autori fino all’osso o lasciamo loro mettere la parola “fine” quando sono a corto di idee, lasciandoci la mente aperta a nuovi orizzonti, che però non vedremo mai?

Penso che ci sono opere che sarebbero potute finire e altre, che purtroppo, sono rimaste incomplete, come Nana. Entrambi i casi mi portano molto dispiacere.
Penso che uno dei più gandi rischi sia quello che opere troppo lunghe vengano poi scartate dalle prossime generazioni, proprio per questo motivo.Bisognerebbe saper terminare l’opera nel momento giusto, senza introdurre filler. Il gioco, sta appunto nel far terminare l’opera senza creare una chiusura troppo affrettata e uscendo “puliti” di scena, cosa che forse, in Giappone, non è troppo facile a causa di diverse pressioni ai mangaka.

Cosa pensi dell’influenza dei social sulle opere presenti? Intendo dire: molti autori modificano la storia in corso d’opera dopo aver letto le opinioni dei fan. Lo facevano anche prima dei social, attraverso i sondaggi sulle riviste come Shonen Jump…ma oggi la cosa è più immediata. Secondo te è un bene, o si rischia di divergere troppo da ciò che aveva in mente l’autore, finendo per depersonalizzare l’opera?

Porto l’esempio di Black Clover, depennato da Shonen Jump. Quel che penso è che la storia sia un’invenzione prettamente personale e intima di chi scrive, per tanto non debba essere snaturata da feedback esterni. Ci sono tante opere che non sono state apprezzate ad alti livelli, o che non sono diventate virali, ma non per questo sono meno importanti.
Di contro, parliamo sempre di mangaka giapponesi, che devono produrre e produrre fino allo sfinimento, quindi capisco la situazione, ma non la condivido.

Tornando a parlare di miti e leggende: “manghizzare” una leggenda secondo te può essere un modo creativo di avvicinare i lettori allo studio della storia e della mitologia? Sarebbe bello se la cosa di commecializzasse anche da noi? In modo da arricchire un po’ le menti?

Assolutamente sì! In Italia ci sono molte persone affascinate dal mistero e dalle leggende, quindi dovremmo assolutamente diffondere il verbo! Inoltre, il fatto di leggere fatti basati su una cultura e una religione molto diversa dalla nostra, può essere un ottimo modo di aprire le menti, per chi vuole ascoltare.

Saresti a favore di inserire la materia del fumetto nelle scuole?

Più che inserire la materia del fumetto, lascerei questo come modo di libera espressione in ambito artistico, a livello scolastico. Inserirei la lettura dei manga: hanno la stessa valenza dei libri! E anzi! Su IG; qualche giorno fa, ho visto il video di un professore che concedeva la lettura di qualche manga, al posto dei classici libri, che noi tutti siamo stati obbligati a leggere durante le vacanze estive.

Ti piace leggere in digitale? Ovviamente non parlo di Scan pirata, ma di fonti ufficiali

Non l’ho mai fatto, e non penso di farlo. Tengo libri e manga in maniera maniacale, ma per quanto possa essere una frase consumista, non voglio privarmi del brivido di entrare in libreria, sfogliare un libro, girare le pagine e ammirare la mia libreria piena di titoli diversi.

Scriverai mai un manga tutto tuo? Anche solo la storia?

Ho una lista simile a quella di Zombie 100, in cui ho scritto le mie 100 cose da fare prima di morire, e tra queste, c’è quella di scrivere un libro, ma per ora è un progetto ancora un pò lontano..

Ultima domanda di rito: vuoi lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Certo: Fate quello che vi consiglia il cuore, e siate sempre orgogliosi delle vostre scelte, a maggior ragione se definibili “nerd”. Konnichiwa!

Se volete seguire Monica sui suoi Social, vi lascio qui i link da visitare: Instagram | Spotify

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