Chiamatela Gei (e sentite cosa ha da dire sul Cinema)

Chi è Gei? Gei è Giulia. E Giulia è una grande appassionata di Cinema. Nonché una grande esperta. E il Cinema per me è pura magia. Tra le tante passioni legate all’arte e all’intrattenimento che ho, c’è sicuramente quella del Cinema. Perché l’ho sempre visto come una delle principali forme d’arte concepite dalla mente umana. Il Cinema rende reali i sogni e le visioni delle persone. Guardando un bel film, la nostra immaginazione viene appagata. Riusciamo a vedere e sentire personaggi e situazioni che magari abbiamo letto in un libro. O magari il libro non c’è, e noi ce lo scriviamo nella testa mentre guardiamo quelle immagini. Colori e suoni in movimento che ai più appaiono come semplici attori che recitano su un set. Ma se sei sensibile, se la tua anima ama ricercare il significato delle cose, ti accorgi che in realtà è molto di più. Quando guardi un film, tu stai vedendo i sogni di chi lo ha immaginato, poi scritto e poi diretto. Vedi la visione dell’autore nel pieno della sua espressione. Non solo parole, non solo suoni, non solo immagini statiche. Il Cinema è la più completa forma d’arte.

Gei: La passione per il Cinema

Dopo le dovute introduzioni, torniamo a noi. Recentemente ho conosciuto questa preparatissima ragazza chiamata Giulia (in arte Gei). Il suo entusiasmo è contagioso, la sua competenza sul tema è tanta. Insomma, la sua pagina Instagram è una continua scoperta. Ho deciso di intervistarla e di scoprire cosa la spinge a fare quello che fa. Ho voluto scendere nei meandri della sua grande passione, per immergermi anche io nel grande mare che è il Cinema. Ed ecco il risultato:
Ciao Gei! Benvenuta su Corriere Nerd. Presentati e parla un po’ di te
Ciao sono Giulia, meglio conosciuta come Gei. Ho 23 anni e sono laureata al DAMS. Nella vita studio critica e videomaking, mi piace viaggiare, la musica e ammazzarmi di film. Non ho un buon rapporto con lo sport, la matematica e la cucina.
Quando e come nasce la tua passione per il cinema?
La mia passione per il cinema nasce circa a 17 anni. Ho sempre guardato una valanga di film, ma non mi sono ma interessata in maniera approfondita all’argomento. Poi mi sono guardata arancia meccanica ed è stato amore a prima vista. Da lì ho capito che il cinema sarebbe stata la mia strada e che avrei dedicato i miei studi e soprattutto me stessa per comprenderlo e viverlo a pieno
Qual è il tuo genere preferito?
Dire il genere preferito è difficile, varia sempre in base al contesto della serata. Guardo un po’ di tutto Tranne quelli di fantascienza e di guerra che non riesco proprio a farmi piacere.
Quali sono i tuoi “punti di riferimento” cinematografici?
I miei punti di riferimento sono tre registi tanto diversi tra loro, ma che in qualche modo, con la loro unione, mi rappresentano. Primo tra tutti Yorgos Lanthimos, ma anche il poliedrico Rob Zombie e il regista e coreografo Kenny Ortega.
Immagina la classica situazione: sei su un’isola deserta un po’strana: quando arrivi trovi una capanna con all’interno un televisore e un lettore Blu Ray. Quale film vorresti avere con te?
Non credo di doverci pensare troppo: l’unica cosa che vorrei in quellla situazione sarebbe sentirmi a casa e Mamma ho riperso l’aereo è perfetto come comfort movie.
Ti trovi sempre d’accordo quando viene assegnato un Oscar, o un David di Donatello (a prescindere dal tuo gusto personale)? O secondo te anche nel mondo del cinema (come in altri ambiti) ci sono favoritismi?
Non sono spesso d’accordo con i premi dati, perché oggi purtroppo non solo ci sono favoritismi, ma purtroppo in un film, conta di più la “storia che c’è dietro” , la storia degli attori e il politicamente corretto. Brendan Fraser con The Whale, (che mi è piaciuto molto) aveva vinto il premio Miglior Attore ancora prima dell’uscita del film. Era ovvio, la sua vincita sarebbe stato il suo riscatto.
Parliamo ora del futuro cinema in Italia. Secondo te c’è speranza nelle nuove leve?
Io credo molto nel cinema italiano. Non lo seguo molto, ma devo dire che i film degli ultimi anni, almeno quelli che ho visto, hanno dato prova che c’è ancora tanta speranza e tanta voglia di dimostrare. Insomma, credo che i prossimi anni ci riserveranno tanti altri film degni di nota.
Tra i registi emergenti, c’è un nome che secondo te vale la pena menzionare?
Tra i registi emergenti non posso non pensare a Pietro Castellito. Nel 2020 uscì I predatori, il suo esordio alla regia e me lo sono goduta in prima fila al cinema da sola. Mi era piaciuto tanto, aveva la giusta dose di grottesco come piace a me. Ora non vedo l’ora di godermi Enea.
Secondo te come stiamo messi dal punto di vista accademico? Voglio dire, di certo non siamo l’Actor Studio i Hollywood, ma come vedi la situazione?
Dal punto di vista accademico in Italia si fa molta più fatica a lavorare nel cinema rispetto ad altre nazioni e questo dipende molto dal fatto che il cinema in Italia sia non solo sottovalutato, ma anche proprio sminuito. Ogni volta che mi chiedono cosa studio so già l’espressione che apparirà sul viso del mio interlocutore alla risposta “cinema”. Purtroppo quando inizi il questo percorso sai già cosa ti aspetta. Spero solo che un giorno all’arte e a tutti i lavoratori che ci sono dietro, venga riconosciuto il loro immenso valore.
Parlando invece di recitazione: ti è mai capitato di vedere un film oggettivamente bello, ma rovinato dalla recitazione di alcuni dei protagonisti? In quei casi secondo te il film si può considerare comunque bello?
Io reputo che un film può considerarsi bello quando regge anche la recitazione. Se la prova attoriale è pessima non riesco proprio a considerarlo un bel film, perde di credibilità e non arriva.
Facendo il discorso inverso: se vedessi un film scritto male, ma reso comunque godibile dalla presenza di attori validi, come lo reputeresti?
Un film scritto male può salvarsi invece, ma non tanto dal mio punto di vista o da quello di altri cinefili o critici, quanto più che altro dal pubblico meno esperto. Se in un film drammatico l’attore riesce a farti piangere, il pubblico si commuove e non pensa “però il film è scritto male”. Chi non ha l’occhio “esperto” si lascia trascinare senza badare al resto. Io non lo reputerei un brutto film, ma nemmeno bello ecco. Insomma, due stelle letterboxd per intenderci
Tornando ai tuoi gusti personali: preferisci Film o Serie?
Non c’è paragone per me, film tutta la vita.
Parlando di Serie, ultimanente c’è la tendenza in alcun di esse a serializzare un’unica trama in più puntate. Mi spiego meglio: le vecchie Serie erano quasi sempre composte da episodi autoconclusivi, legati tra loro da un filo conduttore. Oggi molte serie sembrano un unico grande film di 10 puntate, tutte con finali aperti che si ricollegato all’episodio successivo. Tu come le preferisci? 
Le serie riesco a guardarle solo se autoconclusive. Le sitcom infatti, sono sono perfette per me, puoi vederle a distanza di tempo e non perdi il filo. Sono semplici, non ripetitive e non ti annoiano.
Un tempo le singole stagioni di ogni serie arrivavano a durare anche 20-30 puntate. Oggi si limitano a 10 (One Piece addirittura 8). Questo perché le piattaforme prima di confermare nuove stagioni vogliono sempre vedere se l’investimento vale la candela. Secondo te così non si rischia di violentare troppo le trame? Oppure credi che sia una scelta giusta da parte delle piattaforme?

Secondo me è una scelta giusta quella di diminuire gli episodi, ho sempre avuto la sensazione che le serie da 20/30 episodi, siano ripetitive, ci sono diversi episodi di copertura, in cui non accade nulla.

Poi oggigiorno c’ è fin troppa scelta nel catalogo “serie tv” e le persone appena si annoiano per una manciata di episodi cambiano con un’altra serie della loro watchlist.

Ultima domanda di rito: vuoi lasciare un messaggio ai nostri lettori?
Un bacione stellare a tutti i lettori e lettrici del corriere del nerd, vi aspetto sul mio profilo dove chiacchieriamo insieme di cinema, di quanto sia bello Halloween e la malinconia ottobrina.
Se volete seguire Gei sui Social, eccovi dove trovarla! Instagram | Linktree
Exit mobile version